Bitonto
Template:Comune Bitonto (Vetonde in dialetto bitontino) è un comune italiano di 56.474 abitanti[1] della provincia di Bari in Puglia.
Bitonto è conosciuta come città degli ulivi[2] per gli estesi oliveti che la circondano e la produzione olearia, rinomata già nel XIII secolo[3] e perfezionata nel corso del XX secolo, che costituisce ancora oggi la più importante risorsa economica della città. Bitonto inoltre ha dato il nome al cultivar locale, cima di Bitonto.
Il 26 maggio 1734 la città fu teatro della storica battaglia, combattuta tra gli austriaci e i Borbone, che portò alla nascita del regno di Napoli come Stato indipendente.
Il centro storico presenta numerose chiese, tra le quali la concattedrale in stile romanico pugliese, e pregevoli esempi di edilizia rinascimentale, come i palazzi Sylos-Vulpano e Sylos-Calò. Sede della prima galleria nazionale di Puglia[4] e, a breve, del museo diocesano più grande del mezzogiorno d'Italia, è città d'arte.[5]
Geografia fisica
Territorio
Template:Link img Il territorio comunale di Bitonto si estende per oltre 170 km², dall'alta Murgia fino a 2 km dal mare Adriatico, e confina a nord con il comune di Giovinazzo, a est con Bari, Modugno e Palo del Colle, a sud con Altamura, Toritto e Binetto e a ovest con Terlizzi e Ruvo di Puglia. Fino al 1928 il comune aveva anche uno sbocco sul mare Adriatico, in quanto amministrava la frazione di Santo Spirito, oggi quartiere di Bari. Bitonto è inoltre il comune della provincia a confinare con più località, ben dieci.
Il centro abitato si trova sul primo gradino dell'altopiano della Murgia a 118 m s.l.m. mentre a 102 m s.l.m. raggiunge il suo punto più basso. Il territorio comunale ha un'altezza minima pari a 39 m s.l.m. riscontrabili nella parte settentrionale, quella più vicina al mare, mentre nella parte meridionale è decisamente collinare e raggiunge una altezza massima di 491 m s.l.m.[6] che determina così una escursione altimetrica di 454 m.
Il territorio comunale include il parco nazionale dell'Alta Murgia e il Lama Balice (localmente nota come La Majin), sito naturalistico e paesaggistico recentemente istituito come parco regionale, situato proprio nel centro bitontino. Il terreno su cui insiste il territorio di Bitonto è caratterizzato dalla presenza del calcare di Bari e della dolomia bitontina, i cui estesi giacimenti ne hanno fatto il materiale utilizzato per la costruzione della stragrande maggioranza delle strutture e monumenti locali.
- Classificazione sismica: zona 3 (sismicità bassa). Ordinanza ministeriale n. 3274/03, aggiornata al 16/01/2006 con le comunicazioni delle regioni.
Clima
Il clima del territorio comunale è, come per il resto della regione, tipicamente mediterraneo, con inverni freschi, spesso sferzati da freddi venti balcanici, ed estati calde, a volte anche torride per azione di caldi venti sciroccali. Le temperature medie in inverno registrano eccezionalmente valori negativi. Nel mese di dicembre del 2007 è stata registrata una temperatura minima di -2,7 °C[7] mentre nel mese di giugno dello stesso anno si è registrata una temperatura massima di 45,5 °C.[8]
La tabella sottostante mostra i dati dei valori medi registrabili nel comune di Bitonto.[9]
Bitonto | Mesi | Stagioni | Anno | ||||||||||||||
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Gen | Feb | Mar | Apr | Mag | Giu | Lug | Ago | Set | Ott | Nov | Dic | Inv | Pri | Est | Aut | ||
T. max. media (°C) | 10,5 | 11,4 | 13,6 | 17,4 | 22,2 | 26,5 | 29,1 | 29,3 | 25,4 | 20,2 | 15,7 | 12,1 | 11,3 | 17,7 | 28,3 | 20,4 | 19,5 |
T. min. media (°C) | 4,2 | 4,3 | 6,0 | 8,5 | 12,3 | 16,2 | 18,8 | 19,0 | 16,2 | 12,4 | 8,6 | 5,8 | 4,8 | 8,9 | 18,0 | 12,4 | 11,0 |
Precipitazioni (mm) | 52 | 58 | 46 | 43 | 39 | 30 | 22 | 26 | 49 | 61 | 62 | 60 | 170 | 128 | 78 | 172 | 548 |
Umidità relativa media (%) | 78,4 | 77,1 | 75,1 | 72,0 | 69,1 | 65,2 | 61,6 | 63,6 | 70,7 | 77,3 | 79,3 | 79,4 | 78,3 | 72,1 | 63,5 | 75,8 | 72,4 |
La maggiore piovosità si registra durante l'autunno e l'inverno, mentre i mesi estivi sono più secchi, talvolta con piogge del tutto assenti.
- Classificazione climatica di Bitonto:[10]
- Zona climatica C;
- Gradi giorno 1350.
Storia
Il nome della città è sicuramente di origine prelatina, basta confrontarlo con "Butua" presente in area balcanica e "Bohotros" in area illirica.
La probabile ma non certa origine del nome Botuntum, da "bonum totum", allude forse alla prosperità del luogo, in ambito agricolo.[11] Altri studi affermano che il significato di Butuntum o Botuntum, sarebbe invece: città sotto la quale scorre acqua[12] (dal greco "Bot" o "But": profondità dove scorre o stagna acqua e “ntum”, suffisso che indica città al pari di Tarentum, Metapontum e Sipontum).
L'ipotesi più accreditata vede invece l'origine del nome dal re Botone: la parola greca Bytontinon potrebbe infatti significare "gente di Botone".[12]
Origini
Secondo la tradizione, Bitonto sarebbe stata fondata dal re illirico Botone, dal quale deriverebbe il nome.[13] La presenza umana nel territorio, risale all'epoca neolitica, testimoniata da insediamenti in grotte e da menhir.[14] Una necropoli dell'età del ferro era situata presso un'ansa del torrente Tiflis, nella lama. Ciò fa presumere che la città fosse sede di una grande comunità che attirava la popolazione sparsa nelle campagne.[15]
La città fu un importante centro peuceta.[16] Successivamente divenne colonia greca legata a Sparta tramite i collegamenti con Taranto,[17] come testimoniano le monete del V secolo a.C. rinvenute nel centro storico, che riportano l'effigie dell'eroe tarantino Falanto. Alcune monete riportano l'immagine di una civetta, altre una conchiglia, altre una spiga di grano ed altre ancora l'olivo. La città era inoltre già attiva economicamente, come testimoniano altre monete della stessa epoca, che presentano la legenda in caratteri greci "BYTONTINON" . Una necropoli risalente al IV-III secolo a.C. è stata inoltre rinvenuta nell'attuale centro urbano.
Periodo romano
In epoca romana fu municipio. Anche sotto i romani la città mantenne il culto riservato alla dea Minerva che veniva considerata dea protettrice non solo di Bitonto ma di molte altre città apule e italiche. A lei veniva attribuito il dono dell'ulivo alla città. Un tempio a lei dedicato doveva collocarsi su uno sperone che domina il Tiflis, laddove oggi è ubicata la chiesa di San Pietro in Vincoli. La presenza del tempio in quel periodo è confermata da una lastra di pietra cubica, di epoca romana, incastonata fra le mura della sacrestia dell'attuale chiesa.[18]
La città era attraversata dalla via Traiana nel punto in cui quest'ultima si ramificava in due: la mulis vectabilis via per Peucetios citata da Strabone, che passava per Celiae, Rudiae e Norba e la via Minucia Traiana, passante per Barium. Le due vie poi si riunivano ad Egnazia.[19] Fu stazione di sosta menzionata nell'Itinerarium burdigalense,[20] nell'Itinerario antonino,[21] nella cosmografia ravennate[22] e nella Tavola Peutingeriana.[23] Fu inoltre citata da Marco Valerio Marziale,[24] da Sesto Giulio Frontino[25] e da Plinio il Vecchio. Quest'ultimo fa riferimento solo al nome degli abitanti.[26]
Medioevo
Dopo la caduta di Roma gran parte della Puglia, inclusa Bitonto, si trovò sotto il dominio bizantino e dovette attraversare una fase di lotte. La Puglia infatti era minacciata dagli arabi che da sud si spingevano verso nord. Al V-VI secolo risalgono i resti di una chiesa rinvenuti negli scavi sotto l'attuale concattedrale.[27]
In questo periodo dunque, Bitonto fu nodo strategico nel sistema viario pugliese, centro gastaldale e roccaforte del Thema di Longobardia.[28] Nel 975 il catapano bizantino Zaccaria saccheggiò la città[29] dopo aver sconfitto i Saraceni ed ucciso il loro capo, Ismaele;[30] nel 1010 la città fu teatro della rivolta di Melo di Bari contro gli stessi bizantini.[31] Mesardonite fu mandato in Puglia per arginare la rivoluzione. Morì a Bitonto nel 1017.[32] Superate le lotte contro i saraceni, la città si dotò di mura.[33]
Ai bizantini subentrarono i normanni, sotto il cui dominio nell'XI secolo si ebbe una fioritura cittadina.[34] A questo periodo infatti risalgono la presenza dei Benedettini in città[35] e la costruzione della nuova cattedrale. Al 1089 invece risale la prima notizia certa dell'esistenza del vescovado bitontino.[36] I Benedettini si stanziarono fuori le mura della città, costruirono un'abbazia dedicata a San Leone e diedero un forte impulso all'economia cittadina, grazie anche alle nuove tecniche agricole e alla bonifica di nuove terre.
La tradizionale "fiera di San Leone", che si svolge il 6 aprile per commemorare il Santo, si originò probabilmente proprio nell'XI secolo.[35] Già celebre nel XIV secolo come fiera di animali, venne citata nel Decamerone di Giovanni Boccaccio:[37]
Un documento del 1098 attesta come in tale data Guglielmo d'Altavilla si proclacmò dominator civitatis Botonti.[38] instaurando una sorta di contea feudale.
Sotto i Normanni di Ruggero II e Guglielmo il Malo e II Bitonto visse un periodo di rinascita dal punto di vista civile e culturale. Tale rinascita ha avuto come protagonista il bitontino Maggiore che, a seguito della distruzione di Bari da parte di Guglielmo il Malo, assunse la suprema carica di regio giustiziere. Fu proprio in epoca normanna che Bitonto si accinse alla costruzione della cattedrale. Inoltre sotto i normanni e gli angioini la città si rivestì di nuove mura.
Con Federico II fu civitas specialis e rimase sempre nell'ambito del regio demanio, ossia alle dirette dipendenze della corona,[39] escludendo il periodo feudale che va dal 1412 al 1551. Il 29 settembre 1227 inoltre, Bitonto fu teatro della scomunica, da parte di papa Gregorio IX, di Federico II accusato di essere sceso a patti con il sultano al-Malik al-Kamil.
Sin dal XII secolo erano frequenti i rapporti commerciali con Venezia, che valutava l'olio d'oliva bitontino più di ogni altro nella penisola italica: l'olio locale veniva venduto a 3 ducati per 1000 libbre a differenza di un solo ducato per tutti gli altri in Italia.[3] Già nel Duecento iniziarono le dispute di confine con Bari per il possesso del porto di Santo Spirito, attraverso il quale si svolgevano i traffici marittimi. Nel 1265 il confine tra le due città venne fissato all'Arenarum, tra Palese e Santo Spirito, ma il conflitto continuò ancora nei secoli successivi.[40].
Agli Svevi subentrarono gli Angioini: Carlo I d'Angiò contribuì a formare in città una nuova nobiltà, composta soprattutto dai Rogadeo, Bove, Planelli e Labini, dedita ai traffici ed al commercio. Tra i principali esponenti di quel tempo ci furono Sergio Bove, Regio secreto e Giacomo Rogadeo, portulano d'Adriatico, entrambi originari di Ravello, sulla costa Amalfitanta. Nel XIV secolo Bitonto fu tra le città più popolose della Terra di Bari, seconda solo a Barletta.
Nel 1412 fu possesso feudale di Giacomo Caldora, duca di Bari. Il maggior esponente dei Caldora, Jacopo, fu gran capitano dei soldati di ventura e prese possesso della città nel 1433. Nel 1441 ebbe in feudo la città Giovanni da Ventimiglia, comandante generale delle armi regie di Alfonso I d'Aragona. Passò successivamente agli Orsini, il cui maggior esponente, Giovanni Antonio, concesse capitoli all'Università di Bitonto. Il feudo passò quindi agli Acquaviva d'Aragona e, con l'ascesa al potere degli Spagnoli nel Mezzogiorno, il Re Carlo V di Spagna dona in feudo Bitonto al Gran Capitano spagnolo Consalvo di Cordova, conquistatore, del Regno di Napoli.
Età moderna
Il 27 maggio 1551 la città riacquistò la propria autonomia e la regia demanialità, versando al duca di Sessa e alla corona spagnola una somma di 86 000 ducati (66 000 per la città di Bitonto e 20 000 per il porto di Santo Spirito). Gli statuti cittadini furono redatti nel 1565.[41] La disputa di confine con Bari per il possesso di Santo Spirito, iniziata nel XIII secolo, riprese vigore in quegli anni: nel 1527 Bona Sforza, duchessa di Bari, aveva dichiarato "zona promiscua" il territorio tra Modugno e il mare.[42] Il conflitto riprese in seguito tra l'"università" di Bitonto e quella di Bari: il consiglio di Napoli nel 1584 fissò nuovamente i medesimi confini del 1265.[43]
Nel Seicento fu la seconda città di Puglia dopo Lecce[44] e visse una fioritura culturale, con la bottega di pittura di Carlo Rosa, l'"Accademia degli Infiammati", il musicista Tommaso Traetta, il matematico Vitale Giordano e Nicola Bonifacio Logroscino, attore dell'opera buffa.
Nel 1647 vi furono moti insurrezionali del popolo contro la nobiltà frenati solo dal conte di Conversano.[45] Il 26 maggio 1734, durante la guerra di successione polacca, nel campo di San Leone l'esercito spagnolo di Carlo di Borbone vi sconfisse gli Austriaci nella battaglia di Bitonto, assicurando ai Borboni il possesso del Regno di Napoli. Per celebrare l'avvenimento fu innalzato un obelisco noto come Obelisco Carolino.
Età contemporanea
Durante il Risorgimento il bitontino Giovanni Vincenzo Rogadeo fu nominato da Giuseppe Garibaldi primo governatore della Puglia e in seguito divenne senatore del Regno. Come sindaco della città, tra il 1870 e il 1875, promosse un "consorzio per oli tipici", un "gabinetto di lettura"[46] e una "scuola serale di disegno",[47] oltre a occuparsi della viabilità e degli accessi ferroviari.
Nel 1893 avvenne l'uccisione di un delegato della finanza; nella vita politica cittadina si sviluppò il movimento socialista. In seguito ebbero rilevanza le figure del cattolico Giovanni Ancona Martucci e del vescovo Pasquale Berardi e ancora di Giovanni Modugno, aderente alla corrente politica di Gaetano Salvemini, tra il 1911 e il 1919.
Il 28 ottobre 1928 con r.d. la frazione di Santo Spirito, unico accesso alla costa e oggetto di dispute di confine tra le due città sin dal XIII secolo, passò, insieme a parte del territorio circostante per un totale di circa 16 km², al comune di Bari.
Nel 1984 la città fu visitata da papa Giovanni Paolo II.[48]
Simboli
Lo stemma di Bitonto, riconosciuto con decreto ministeriale del 25 giugno 1965[49] e descritto nello statuto comunale[50], raffigura in campo bianco un ulivo terrazzato di verde, simbolo di pace ed elemento distintivo del territorio bitontino.
All'ulivo sono affrontati due leoni, che vogliono richiamare la forza del potere esecutivo della città, tenuta dai nobili e popolari. Sui rami dell'albero, cinque storni appollaiati, rappresentanti i cinque casati che ebbero in feudo la città[51], beccano un'oliva ciascuno.
Lo scudo è sormontato da una corona marchesale e presenta alla base un ramo di ulivo e uno di leccio, annodati con un nastro rosso. Il nastro bianco sottostante riporta, in caratteri argentei, il motto in latino: Ad pacem promptum designat oliva Botontum.
Lo stemma ha una rilevanza storica in quanto, a seguito del riscatto dal giogo feudale, avvenuto nel 1551, assume l'aspetto definitivo. Il simbolo principale della città prima di quest'evento era costituito dal solo albero di ulivo. Esso infatti rappresenta il motivo ornamentale di molti edifici sparsi nel centro storico.
Proprio per ricordare questo evento, il comune di Bitonto ha istituito la "Giornata del Gonfalone" in cui si premia la personalità che mantiene più alto il nome della città.
Monumenti e luoghi d'interesse
Architetture religiose
Concattedrale
La concattedrale, dedicata a santa Maria Assunta[52], è stata innalzata tra l'XI e il XII secolo[53] in stile romanico pugliese, su modello della basilica di San Nicola di Bari.
La facciata è tripartita da lesene per tutta l'altezza ed è dotata di tre portali. La ricca decorazione scultorea del portale centrale, delle quattro bifore del registro superiore e del rosone a sedici raggi riprende scene del Nuovo Testamento e motivi zoomorfi. Lungo il fianco destro, caratterizzato da un esaforato e profondi arconi, si apre la Porta della Scomunica, così detta perché nel 1227 papa Gregorio IX vi scomunicò Federico II.[54]
L'interno, con pianta a croce latina, è diviso in tre navate absidate. Notevoli il soffitto a capriate lignee con decorazione policroma e l'ambone federiciano, decorato con paste vitree secondo modelli islamici e recante i bassorilievi degli imperatori svevi. La cripta conserva i resti di una chiesa precedente (databili a partire dal V secolo)[55], tra i quali un brandello di mosaico raffigurante un grifone, risalente all'XI secolo.
Chiesa di San Francesco d'Assisi
La chiesa di San Francesco d'Assisi, detta della Scarpa, fu costruita ai limiti del centro storico nel 1283. Secondo la tradizione fu costruita a testimonianza della visita, nel 1222, di san Francesco d'Assisi con il suo confratello Luca da Bitonto, primo provinciale dei francescani in Terra Santa.[56] La chiesa fu costruita nel punto più alto di Bitonto sulle rovine del tempio romano di Minerva. Sino al XIX secolo l'edificio fu affidato ai frati francescani, che nei pressi vi costruirono un convento.
La facciata, in stile tardo romanico, si caratterizza per un portale con arco a sesto acuto e sormontato da un archivolto con decorazioni floreali e di buoi, in omaggio alla famiglia Bove che promosse l'edificazione della chiesa, e per un'ampia trifora sorretta da colonnine, pure racchiusa in un arco a sesto acuto. Sono affiancati alla facciata il cappellone cinquecentesco munito di cupola e un campanile seicentesco, suddiviso in tre registri da cornici marcapiano e sormontato da una cupola a bulbo.
Chiesa di San Gaetano
Commissionata dai Teatini nel 1609 e realizzata secondo il progetto di Dionisio Volpone di Parabita, fu eretta in piazza Cavour in stile barocco sull'antico palazzo dell'Universitas. La struttura venne consacrata nel 1730.[57]
Una cornice marcapiano suddivide la severa facciata in bugnato in due registri. Il primo è scandito da sei lesene: le due centrali inquadrano il portale sormontato da un timpano spezzato, mentre a destra e a sinistra si aprono due coppie di nicchie. Altre due nicchie si affiancano al finestrone centrale munito di balaustra, che caratterizza il secondo registro della facciata. Questa si chiude con un timpano recante lo stemma dei Teatini. L'interno si compone di un'unica luminosa navata, terminante in tre absidi e delineata da quattro arcate per lato in cui si aprono altrettante cappelle. Notevole l'altare in pietra del 1696 nella prima cappella a destra, patronato della famiglia Sylos-Sersale.[58] Gli affreschi sulle pareti della navata riportano immagini di santi.
Chiesa del Crocifisso
Edificata dal 1664, in luogo di una cappella rurale, su progetto del bitontino Carlo Rosa, che ne curò anche la decorazione interna, la chiesa presenta un'originale pianta a croce greca con cupole in asse ricoperte di chianchette.
Il registro inferiore della facciata riecheggia i modelli classici, con lesene doriche e cornice a metope e triglifi; quello superiore, caratterizzato da una cornice spezzata su cui si innestano colonne ioniche che reggono un timpano curvilineo, presenta uno stile più vicino all'architettura barocca. L'interno, interamente affrescato, è opera di Carlo Rosa e degli allievi Nicola Gliri, Giuseppe Luce e Vitantonio de Filippis, che dopo la sua morte ne completarono il progetto.[59]
Chiesa del Purgatorio
Nelle vicinanze del palazzo Sylos-Calò. La chiesa ha un portale ornato da figure scheletriche e anime penitenti, come voluto dalle regole della Controriforma. La costruzione ebbe inizio nel 1670 su disegno di Michelangelo Costantino, architetto anche del mausoleo Carafa in Cattedrale, e fu consacrata nel 1688 dal vescovo Massarenghi.
Il portale presenta linee architettoniche che si adattano alla facciata. Le lesene del portale sono arricchite da scheletri umani di dimensioni reali. Altri scheletri si trovano sul timpano dello stesso portale, accompagnati da angeli e anime del purgatorio. L'interno della chiesa è ad un'unica navata delimitata da arcate.
L'edificio conserva un reliquiario risalente al XVII secolo alcune tele e una effigie della Madonna. La chiesa raccoglie anche le statue esposte durante la Settimana Santa. Recentemente è stata sottoposta a restauro, con la pulizia dell'esterno.
Chiesa di San Domenico
La chiesa di San Domenico fu costruita per volere dei domenicani che nel 1258 decisero di costruire un convento dedicato al loro Santo. Ai frati fu concesso un piccolo chiostro e una chiesa dedicata a San Nicola su cui ve la costruirono. La chiesa venne consacrata nel 1302. La chiesa è formata da tre campate che sorreggono altrettante cupole emisferiche.
La terza campata fu allargata nel corso del XVIII secolo trasformando la pianta della chiesa a croce latina. Così si sono realizzate due cappelle: una chiamata cappella dei Misteri, dove sono collocate le statue, realizzate nel XVII secolo, che sfilano durante la processione del venerdì Santo, l'altra è dedicata a San Domenico di Soriano decorata e scolpita riccamente dalle maestranze locali secondo il gusto barocco. Nel 1809 la chiesa fu requisita e divenne sede comunale fino al 1934. Il valore artistico delle due cappelle fanno della chiesa uno dei rari esempi di barocco fuori Salento.
Chiesa di Santa Teresa d'Avila
La chiesa di Santa Maria del Popolo, detta pure di Santa Teresa perché nel 1702 fu concessa ai teresiani, venne costruita nel 1601. Alla severa facciata, che riprende i modelli del romanico pugliese, fa da contraltare l'interno fastosamente decorato con stucchi, marmi, cornici e festoni. Dell'adiacente monastero settecentesco è notevole il ricco portale. Il monastero è sede del Liceo Classico e Linguistico "Carmine Sylos".
Abbazia di San Leone
I primi documenti che affermano l'esistenza della fondazione benedettina risale al 1148. Mentre al 1197 risale il primo documento che attesta la presenza di una fiera annuale: la fiera di San Leone che, nel corso del tempo, ha acquisito una certa fama, tanto da essere citata nel Decameron di Boccaccio. Con il passare del tempo l'abbazia acquisì sempre maggiore importanza e Ferdinando I nel 1494 la sopraelevò a Badia Regale, donandogli, tra l'altro il feudo di torre quadra, sulle murge bitontine. Passò successivamente ai cistercensi e agli olivetani.
Il chiostro di cui è dotato è del 1524 e risalta lo stile rinascimentale, con colonne di gusto Veneto-dalmata. Nel 1809 fu soppressa e nel 1810 fu danneggiata a seguito della costruzione di una arteria stradale. Restaurata nei primi anni del Novecento, conserva anche un coro affrescato.
Basilica dei Santi Medici
Edificata a partire dal 1960 e consacrata dal vescovo di Bitonto Aurelio Marena nel 1973, il 4 aprile 1975 venne elevata a basilica minore da papa Paolo VI. Vi sono contenute la statua e le reliquie dei santi Medici Cosma e Damiano, attestate a Bitonto sin dal XVI secolo e in precedenza ospitate presso la chiesa di San Giorgio, divenuta insufficiente ad accogliere i numerosi pellegrini.
Altre chiese
- Chiesa di Sant'Andrea Apostolo
- Chiesa di Santa Caterina d'Alessandria
- Chiesa di Sant'Egidio Abate
- Chiesa di San Giacomo
- Chiesa di San Giorgio Martire
- Chiesa di San Giovanni
- Chiesa di San Leucio
- Chiesa di San Luca evangelista
- Chiesa di Santa Maria Annunziata
- Chiesa di Santa Maria del Carmelo
- Chiesa di Santa Maria della Chinisa (San Pasquale)
- Chiesa di Santa Maria dei Martiri
- Chiesa di San Paolo apostolo
- Chiesa di San Pietro in Vincoli
- Chiesa di San Pietro Nuovo
- Chiesa di Santa Maria alla Porta (Santa Rita da Cascia)
- Chiesa di San Silvestro papa
- Chiesa dello Spirito Santo
- Chiesa di San Valentino
- Chiesa del Purgatorio (Santa Maria del Suffragio)
- Chiesa del Sacro Cuore di Gesù
- Chiesa del Santissimo Sacramento
- Chiesa dell'Addolorata (nella frazione di Mariotto)
- Chiesa dell'Immacolata (nella frazione di Palombaio)
- Convento dei Cappuccini
- Convento di Santa Maria della Chinisa
- Convento dei Paolotti
- Convento di Santa Maria del Carmelo
- COonvento del Sacro Cuore di Gesù
- Monastero di Santa Maria delle Vergini
Architetture civili
Palazzo Sylos-Vulpano
Oggi monumento nazionale[60], il palazzo fu costruito nella seconda metà del Quattrocento per volere di Giovanni Vulpano, riutilizzando forse una torre medievale del XII secolo. Oltre il portale con elementi tardo-gotici aragonesi, si apre un cortile che riprende lo stile rinascimentale napoletano dove, nel fregio, diversi personaggi del casato sono raffigurati insieme a condottieri ed imperatori romani.[61] Allo stemma della famiglia Vulpano si aggiunse quello della famiglia Sylos, quando con l'estinzione della prima questa divenne proprietaria del palazzo.[60]
Palazzo Sylos-Calò
Edificata tra il 1529 e il 1583 da Giovanni Alfonso Sylos[62], in stile tardo-rinascimentale, la residenza nobiliare ha una facciata irregolare sulla quale si apre un portale inquadrato da lesene e con due effigi imperiali sotto il cornicione. Il loggiato, realizzato su due livelli, è stato considerato l'espressione più ricca del Rinascimento pugliese.[63] Il porticato si erge su otto colonne; l'androne è coperto da volte ribassate con lunette e presenta colonne lisce con capitelli corinzi, ripresi dal rinascimento fiorentino. Dal 2009 l'edificio ospita la Galleria nazionale della Puglia, che custodisce una ricca collezione di dipinti di arte moderna donata allo Stato da Girolamo e Rosaria De Vanna.
Palazzo De Ferraris-Regna
Il nucleo originario risale al XIV secolo e fu realizzato dai De Ferraris, nobile famiglia genovese che si stanziò nel XIV secolo a Bitonto.[64] Anticamente il palazzo si estendeva fino all'"arco pinto". Tra il 1586 e il 1639 fu ricostruito per volere della famiglia Regna (giunta a Bitonto nel XIII secolo con Paolo Regna, preso in ostaggio a Milano da Federico II).[64]
Il palazzo presenta un portale con colonne di ordine dorico poggianti su un semplice basamento. I loggiati interni sono realizzati in epoche diverse: il primo piano e il cortile risalgono al XIV secolo, mentre il piano superiore è più recente. Le finestre sono state trasformate in seguito in balconi. Il portale è in stile tardorinascimentale, con la data (1586) incisa sul portale stesso.[64]
Palazzo De Lerma
Fu fatto costruire accanto alla concattedrale, in un'area precedentemente inclusa nelle proprietà del vescovo nel XVI secolo, da Girolamo De Lerma, duca di Castelmezzano e appartenente ad una famiglia giunta in Italia dalla Spagna verso il 1500. Sulla sua destra preesisteva la chiesetta della Santa Maria della Misericordia,[65] della quale si conserva il portale principale (risalente al 1586[65]) con, sulla parte superiore, il bassorilievo di una pietà.
Il palazzo è coronato da un ricco cornicione ed è in stile rinascimentale anche se successivamente vi furono delle trasformazioni e delle aggiunte in stile barocco, cui seguì l'aggiunta dei balconi nel XVIII secolo. La facciata del palazzo è prospiciente con il sagrato della concattedrale e tra di essi vi è una loggia cinquecentesca chiamata loggia delle benedizioni. Essa è realizzata in stile rinascimentale ed è posizionata ad angolo.
Altri palazzi
In città sono presenti altre notevoli strutture architettoniche, di epoche e stili diversi; i seicenteschi palazzi Sylos Sersale, Spinelli-Regna, Bove, Termite, e la casa Grottola, ancora di gusto rinascimentale, i settecenteschi palazzi Sisto, Rogadeo e Alitti sono situati nel centro storico. I palazzi ottocenteschi, anch'essi di grande valore architettonico, come il palazzo Gentile, oggi sede del municipio, e il palazzo Luise-Pannone sono invece edificati fuori le mura della città.
Teatro Traetta
Il teatro è situato ai margini del centro storico cittadino proprio a ridosso delle delle mura urbiche. Costruito dal 1835 per volere di ventuno famiglie nobili di Bitonto, che desideravano un «teatro comodo e ben disposto pel sollazzo del pubblico», fu inaugurato nel 1838 con la messa in scena dell'opera Parisina di Gaetano Donizetti. Si trattava del primo teatro stabile della provincia di Bari.[66]
Acquisito al patrimonio comunale nel 1989 e riaperto nel 2005 dopo un cinquantennio di chiusura, è stato intitolato nell'occasione al musicista bitontino Tommaso Traetta. Nonostante le ridotte dimensioni ripropone la forma all'italiana e contiene tre ordini di palchi e la galleria, una platea e un ampio palcoscenico.
Architetture militari
Torrione angioino
Il torrione angioino è una torre cilindrica del XIV secolo. Ha un'altezza che supera i 24 m e un diametro di circa 16.[67] Si divide in tre livelli e faceva parte di una piazzaforte con ventotto torri e cortine.[68] La sua esistenza è attestata solo nel 1399[69] in un documento della regina Margherita, consorte del re di Napoli Carlo III.
Venne utilizzata come torre di avvistamento e di difesa ma ben presto i suoi sotterranei vennero adibiti a luogo di detenzione. Nel 1503 il duca di Nemours lo definiva più forte della torre di Bruges e Montemar lo citò tra i luoghi più forti del Regno di Napoli.[70]
Dotata di mura spesse quasi 5 m[67] è stata recentemente soggetta a lavori di restauro e riqualificazione, che hanno riportato alla luce l'originario fossato e ne hanno permesso l'utilizzo come sede museale.
Mura
Le mura cittadine risalgono al periodo normanno e sono dotate di torri normanne a base quadrata, ed altre torri cilindriche di poco successive. Oggi rimangono lunghi tratti che delimitano la parte meridionale del centro storico mentre della parte settentrionale rimane ben poco. Le mura erano dotate di cinque porte:[71]
- porta Pendile, situata nei pressi della chiesa di Santa Rita, nella parte occidentale;
- porta Nova, situata al limite nord del centro storico nei pressi della chiesa di Santa Maria Annunziata;
- porta Robustina, che deve il suo nome alla città verso cui è rivolta, Rubis, l'attuale Ruvo, pertanto situata nella parte nord-occidentale;
- porta la Maja, situata nella parte meridionale del centro storico, rivolta verso il torrente Tiflis (in dialetto la Maijn, da cui la Maja);
- porta Baresana, situata nella parte nord-orientale del centro storico, è la più grande e meglio conservata. È anche detta "della marina" perché rivolta verso Santo Spirito.
Queste ultime due sono ancora esistenti. Porta la Maja è comunemente chiamata porta del Carmine per il basso rilievo raffigurante la Madonna del Carmine presente nella parte alta della porta. A porta Baresana sono state aggiunte una statua dell'Immacolata Concezione e due orologi.
Aree naturali
Parco nazionale dell'Alta Murgia
Il comune di Bitonto fa parte del Parco nazionale dell'Alta Murgia. Le parti più interne del territorio comunale, per un totale di 1959 ettari, sono comprese entro i confini del Parco,[72] che si estende per 68 077 ettari complessivi. La presenza animale in questo spazio di quasi 2000 ettari è caratterizzata da istrici, volpi e tassi. Ma ci sono anche rettili come lucertole sicule, vipere e bisce. Il parco ospita inoltre la più numerosa popolazione italiana della specie prioritaria falco naumanni, comunemente noto come grillaio ed è una delle più numerose dell'Unione Europea.
Parco naturale di Lama Balice
L'area protetta, identificata come parco naturale attrezzato nel 1980 e come parco naturale regionale dal 2007, si estende per 504 ettari tra i comuni di Bari e Bitonto lungo il percorso dell'omonima lama, una delle più lunghe della provincia.[73] Il torrente che vi scorre, chiamato un tempo Tiflis, è usualmente in secca, ma in occasione di precipitazioni più abbondanti si gonfia per l'apporto di acqua piovana. Da punto di vista naturalistico, la lama è area di sosta per l'avifauna e mantiene in ampi tratti l'originaria macchia mediterranea. I numerosi casali, chiese e masserie, oltre che i resti di epoca protostorica restituiti dalle numerose cavità naturali, attestano la continua frequentazione umana del sito, che per secoli è stato via naturale di accesso alla città di Bari.[74]
Società
Evoluzione demografica
Abitanti censiti[75]

Etnie e Minoranze Straniere
Secondo i dati ISTAT al 31 dicembre 2009 la popolazione straniera residente era di 927 persone, pari all' 1,65% del totale dei residenti.
Lingue e dialetti
Il dialetto bitontino si distingue tra i dialetti della provincia di Bari e dell'intera Puglia. Ciò che rende interessante tale dialetto è la pronuncia delle parole in una maniera chiusa. Ad esempio se "capo" in dialetto molfettese si dice càepe, con una pronuncia molto aperta e simile alle altre varietà linguistiche presenti nella zona, in dialetto bitontino si dice chèupe.
Esso, pur avendo mantenuto le sue radici linguistiche più antiche, reca traccia della lunga presenza di dominazioni diverse (greci, francesi, austriaci e spagnoli): ad esempio la versione dialettale del termine italiano "bambola", pèupe, deriva dal francese poupè. Oppure il termine dialettale "sùste" deriva dallo spagnolo "susto", dal significato di angoscia.
Nella pronuncia dialettale tutte le vocali protoniche e postoniche, esclusa la "a" hanno ceduto il posto ad una "e" muta simile a quella francese.[76] Le vocali accentate si sono trasformate in dittonghi diversi, "a" compresa che muta nel dittongo "èu" (ad esempio "mano" in italiano, diventa "mèune").
La "e" si trasforma nel dittongo "ài" (ad esempio, l'italiano "treno" diventa "tràine").
La i, muta nel dittongo "ói" (ad esempio, l'italiano "partita" diventa "partóite").
La "o", diviene invece "àu" (ad esempio l'italiano "scopa" diventa "scàupe").
La "u" si trasforma nel dittongo "éu" (ad esempio, l'italiano "tu" diventa téue).
Nella versione più arcaica la "u" diventa "ìu" anziché da una "e" ("tu" diventa "tìue").
Tuttavia, le vocali accentate seguite da due consonanti consecutive, non mutano la loro pronuncia (ad esempio l'italiano "mosca" diventa "mòsche").
L'articolo singolare femminile è "la", quello singolare maschile "u", mentre il plurale di entrambi i generi è "re".
L'infinito della prima coniugazione dei verbi ("-are" in italiano) diventa "-eue" nella variante "antica" (da "stare" diventa steue).
L'infinito della seconda coniugazione dei verbi ("-ere" in italiano) diventa "-aye" nella variante "antica" (da "vedere" diventa vedaye).
L'infinito della terza coniugazione dei verbi ("-ire" in italiano) diventa "-oye" nella variante "antica" (da "dormire" diventa dermòye).
Fanno eccezione tutti i verbi, i sostantivi e gli aggettivi che non hanno nessun collegamento con l'italiano, e i verbi irregolari.
Enti e Istituzioni
Forze di polizia e giustizia
- Caserma dell'Arma dei Carabinieri
- Caserma della Guardia di Finanza
- Comando di Polizia Municipale
- Commissariato della Polizia di Stato
- Sezione Distaccata del Tribunale di Bari[77]
Strutture sanitarie
- Ospedale civile[78]
- Hospice "Aurelio Marena"
Cultura
Istruzione
Biblioteche
- Biblioteca civica Eustachio Rogadeo: La biblioteca comunale prende il nome dal palazzo che la ospita, donato nel 1966 dall'omonima famiglia al Comune per essere adibito a biblioteca civica e a museo. La biblioteca contiene un'ingente patrimonio librario: circa 60 000 volumi di cui cospicuo è il numero di cinquecentine, incunaboli e manoscritti.[79]
- Biblioteca diocesana: Nata come biblioteca del seminario, nel 1738 è diventata biblioteca vescovile. Possiede circa 50 000 volumi[80]
- Biblioteca Antonio de Capua: Istituita circa trent'anni fa dal Centro Ricerche di Storia e Arte bitontina.
- Biblioteca Martucci Zecca: La biblioteca della famiglia Martucci Zecca di una raccolta di giornali locali e pugliesi degli ultimi decenni dell'Ottocento.
- Biblioteca dei musicisti pugliesi: La biblioteca fu istituita dall'Associazione musicale "Tommaso Traetta" e raccoglie pubblicazioni dei musicisti locali e pugliesi.
Scuole
- Scuole Secondarie di I grado: 5 scuole
- Scuole Secondarie di II grado: 3 licei, 2 istituti tecnici e 2 professionali
Musei
Galleria nazionale di arte moderna "Girolamo e Rosaria De Vanna"
La Galleria Nazionale 'Girolamo e Rosaria Devanna' è la prima galleria nazionale di arte moderna di Puglia. Le opere provengono dalla collezione donata nel 2004 dai collezionisti bitontini Girolamo e Rosaria Devanna, la quale raccoglie 229 dipinti e 108 disegni attribuiti ad importanti artisti italiani e stranieri, databili tra il XVI ed i primi del XX secolo.[81] Sono attualmente esposti 166 dipinti suddivisi in cinque sezioni, nella cornice del rinascimentale palazzo Sylos-Calò.
Museo diocesano "Monsignor Aurelio Marena"
Creato tra il 1969 e il 1970,[82] il museo è ospitato dalla curia vescovile, in dialetto Cretigghie de menzegnaure, ovvero Cortile del monsignore (il vescovo). Si tratta del museo della diocesi di Bari–Bitonto, che raccoglie i beni artistici della concattedrale di Bitonto. Il museo è disposto sui tre piani del palazzo.
Il primo piano è dedicato alla pittura dell'Ottocento e del Novecento in Puglia. Vi sono esposti anche vasi di Sèvres e arredi sacri del XIX e del XX secolo. Nella teca a cavallo tra la prima e la seconda sala troviamo manufatti dell'età pre-classica rinvenuti nelle stazioni preistoriche localizzate nei centri viciniori mentre particolarmente preziosi sono gli argenti di manifattura napoletana, conservati nell'omonima sala, alcuni del XV e XVI secolo, tra cui paramenti liturgici (stole ricamate in oro zecchino) e un lapidario con elementi decorativi di architettura romanica (tra cui un pluteo a tarsie e un capitello a racemi).
Il secondo piano è dedicato ai dipinti dei secoli Seicento e Settecento ma vi sono anche sculture del XV e XVII secolo. Di particolare interesse un'icona lignea raffigurante la Vergine di autore bizantino databile al XII secolo e un crocefisso del XIV secolo di scuola umbra.[82] Si possono ammirare anche affreschi provenienti dalla chiesa di San Leucio vecchio,[82] una Madonna con Bambino dell'artista fiammingo Anton Van Dyck del XVI secolo,[82] un presepe in pietra attribuito a Stefano da Putignano da alcuni e a Nuzzo Barba di Galatina da altri, e una statua in legno dorato di San Gregorio Magno. Presenti anche il dipinto con l'Adorazione dei pastori, di Marco Pino, del 1576 e una Flagellazione di Giuseppe della Porta, pittore locale, della prima metà del XVIII secolo.[82]
Nel terzo piano sono sistemate opere realizzate da artisti della scuola bitontina del XVII secolo (Alfonso de Corduba, Carlo Rosa, Nicola Gliri, Francesco Altobelli). Tra esse spiccano una tela di Carlo Rosa raffigurante la Vergine e i santi protettori di Bitonto commissionato ex voto nel 1656, Cristo e la Samaritana sempre del Rosa e un'Annunciazione del frate Giovanni da Bitonto.
La ricca collezione ospitata nel museo diocesano sarà a breve trasferita presso l'ex seminario vescovile annesso alla chiesa di San Francesco della Scarpa. La struttura, articolata su due livelli e dotata di un giardino pensile, ospiterà oltre 2500 pezzi e sarà il museo diocesano più grande del mezzogiorno.[83]
Museo archeologico "De Palo-Ungaro"
Raccoglie reperti pre-romani rinvenuti nel territorio comunale. Il museo offre un quadro molto dettagliato su quella che fu la civiltà Peuceta e la vita culturale della città in quel periodo storico. Ospita due mostre permanenti "Gli antichi Peucezi a Bitonto" e "Donne e Guerrieri da Ruvo a Bitonto", che raccolgono reperti datati fra il VI e il III secolo a.C.[82] rinvenuti nella necropoli di via Traiana.
I numerosi corredi funebri esposti sono ricchi di reperti ceramici e metallici, databili all'età arcaica e tardoellenistica[84] e che consentono quindi di tracciare l'evoluzione economica e sociale della civiltà peuceta e di conoscerne usi e costumi. Nella prima sala i reperti sono esposti secondo un criterio cronologico che permette di ricostruire l'evoluzione e le influenze di civiltà limitrofe sull'artigianato locale. Si passa così da reperti a decorazione geometrica, tipica della produzione peuceta, a vasellame a vernice nera con figure rosse tipiche della civiltà greca.
Nella seconda sala le teche custodiscono cinturoni, strigili, mortai a testimonianza della cultura guerriera dei peuceti.
Nella terza sala sono conservati i monili, le collane, i pesi da telaio e le grandi anfore decorate con corpi di donne vestite di chitoni.
Museo civico "Eustachio Rogadeo"
Venne aperto al pubblico nel 1962, prendendo il nome dal palazzo che lo ospita, il seicentesco palazzo Rogadeo, sede anche della biblioteca comunale. Vi sono esposti soprattutto reperti archeologici come ceramiche di epoca greco-romana rinvenuti nel territorio bitontino, un monetario, sculture e dipinti del XVII-XVIII secolo. Al pianterreno vi è la pinacoteca che conserva opere di artisti pugliesi dell'Ottocento, della donazione Cuonzo.[85]
Media
Radio
- "Radio One", radio locale che trasmette musica rock.[86]
Stampa
- "Primo piano", periodico mensile; direttore Mimmo Larovere.[87]
- "Da Bitonto", periodico mensile; direttore Franco Amendolagine.
- "Bitonto", pagina dedicata a Bitonto dalla "Gazzetta di Bari", all'interno della Gazzetta del Mezzogiorno.
Internet
Cinema
Tre personaggi di Bitonto sono stati più volte presenti sul "grande schermo": Michele Mirabella, Bianca Guaccero e Pippo Mezzapesa.
Michele Mirabella recita al cinema nel 1981, al fianco di Massimo Troisi, nel film Ricomincio da tre[90] (nel ruolo del "nevrotico" che lo accompagna in viaggio) e nel film ...E tu vivrai nel terrore! L'aldilà di Lucio Fulci. Poi, nel 1983, in Fantozzi subisce ancora, interpreta il ruolo del "Ragionier Fonelli", collega di Fantozzi.
Bianca Guaccero, nel 1999, lavora nel film Terra bruciata, regia di Fabio Segatori, che l'ha diretta, poi, anche in Hollywood flies. L'attrice bitontina è stata anche nel cast di Faccia di Picasso, regia di Massimo Ceccherini, Tra due mondi di Fabio Conversi, Streghe verso nord di Giovanni Veronesi, Il trasformista di Luca Barbareschi, Vengo a prenderti di Brad Mirman, Ama il tuo nemico 2 di Damiano Damiani e Liolà di Gabriele Lavia.
Pippo Mezzapesa, è un autore di cortometraggi (più volte premiati):[91] nel 2004 Lido Azzurro e Zinanà; nel 2005 Come a Cassano, girato a Bari e riferito al calciatore barese Antonio Cassano e, infine, Produrre Consumare Morire.
Il Comune di Bitonto si è inoltre trasformato in un "set cinematografico" in almeno quattro occasioni: la prima fu nel 2001 con la miniserie "Ama il tuo nemico 2", fiction che aveva per protagonisti Andrea Di Stefano, la allora giovanissima Bianca Guaccero, l'attore barese Michele Venitucci e Imma Piro.
La seconda fu nell'anno 2004: la pellicola girata è stata L'amore ritorna del regista pugliese Sergio Rubini, con Margherita Buy e Mariangela Melato.
La terza volta fu nel 2008 con Pinuccio Lovero. Sogno di una morte di mezza estate, cortometraggio girato, dal già citato Pippo Mezzapesa, nel centro storico di Bitonto e nel cimitero della frazione di Mariotto.
Nel 2010, infine, esce, in alcune pugliesi, il film Piripicchio, l'ultima mossa, di cui molte scene sono state girate a Bitonto.
Cucina
Un tipico primo piatto della cucina bitontina è rappresentato da re strascenéute che re ciòime de reupe (le orecchiette con le cime di rape), come anche dalla paste e faséule (pasta e fagioli), preparata usando cavatelli e fagioli mediterranei. Come secondi piatti rinomati sono re vambasciùle, dei bulbi che hanno forma di piccole cipolle e che vengono raccolti da una pianta che cresce sulle murge chiamata lampascione. Essendo amarognoli sono lasciati a mollo almeno due giorni, dopo i quali sono pronti per essere serviti, solitamente conditi con sale e olio d'oliva.
Rinomati i dolci legati alle tradizioni festive. Tipica del periodo di Ognissanti è la colva, preparata con grano ammorbidito nell'acqua, chicchi di melograno e di uva, scaglie di cioccolato fondente, il tutto legato insieme dal vin cotto di uva. Tipiche del periodo natalizio, ad esempio, sono re carteddéute[92] (le cartellate) e re calzengèddre (i cuscinetti di Gesù Bambino). Le prime sono dei nastrini di una sottile sfoglia di pasta preparata con farina, olio e vino bianco, avvolti su se stessi sino a formare una sorta di "rosa" che sono poi fritte in abbondante olio e passate nel vin cotto di uva, di fichi, o di fichi d'India. Talvolta il vino bianco è sostituito con del succo di arancia.
Con lo stesso impasto si preparano i cuscinetti: si ricavano piccoli rettangoli di pasta farciti con della pasta reale, ottenuta dalla triturazione delle mandorle e l'aggiunta di zucchero. Successivamente sono chiusi per formare piccoli cuscinetti che dopo saranno cotti: cosparsi di zucchero a velo se passati al forno oppure rigirati nello zucchero semolato se fritti.
A Pasqua, invece, si preparano re scarcédde (le scarcelle), una "colomba" di cioccolato o di pane. La ricetta tipica prevede che sia preparata con un uovo sodo al centro e cosparsa di codette colorate. Carnevale, infine, è l'occasione per la preparazione delle chiacchiere.
Tipica di Bitonto è anche la focaccia di patate, un piatto occasionale che per tradizione si mangia la domenica. L'impasto consiste in farina, olio d'oliva, pomodori e patate macinate; il tutto viene poi cotto in forno per circa 15-20 minuti.
Il dolce tipico della città è il bocconotto, con ripieno di ricotta. La ricetta era un segreto delle suore del Monastero di Santa Maria delle Vergini sorto nel 1500.[93]
Personalità legate a Bitonto
- Luca da Bitonto (1175-1247), frate francescano;
- Antonio da Bitonto (1380-1459), frate francescano;
- Giovanni Maria da Bitonto, padre agostiniano progettista della galleria di palazzo Spada a Roma;
- Carlo Rosa (1613-1678), pittore;
- Francesco Antonio Altobello (1637-1695?), pittore;
- Nicola Gliri (1631-1680), pittore;
- Vitale Giordano (1666-1711), matematico;
- Nicola Bonifacio Logroscino (1698-1765), musicista e compositore classico;
- Gaetano Caffarelli (1710-1783), compositore e cantante lirico;
- Tommaso Traetta (1727-1779), musicista e compositore drammatico;
- Luigi Castellucci (1797-1877), architetto disegnatore della tomba di Torquato Tasso;
- Giovanni Vincenzo Rogadeo (1834-1899), politico;
- Nicola Fornelli (1843-1915), pedagogista;
- Pasquale Panisco (1851-1891), musicista e compositore;
- Gennaro Somma (1853-1938), pittore;
- Gennaro Rubino (1859-1918), anarchico;
- Giovanni Modugno (1880-1957), pedagogista;
- Pasquale La Rotella (1880-1963), musicista e compositore;
- Francesco Speranza (1902-1984), pittore;
- Michele Genovese (1907-1980), in arte Piripicchio, attore comico;
- Paolo Sylos Labini (1920-2005), economista;
- Cristoforo Palmieri (1939), vescovo;
- Michele Mirabella (1943), conduttore televisivo;
- Vito Antuofermo (1953), ex pugile campione mondiale di genitori entrambi bitontini;
- Giovanni Procacci (1955), senatore della repubblica italiana;
- Mimmo Mancini (1960), attore;
- Francesco D'Aniello (1969), tiratore italiano di origini bitontine;
- Antonio Bellavista (1977), giocatore della squadra di calcio del Verona;
- Vincenzo Santoruvo (1978), calciatore del Frosinone;
- Pippo Mezzapesa (1980), giovane regista vincitore del David di Donatello;
- Bianca Guaccero (1981), attrice notissima a livello nazionale.
- Gino Ancona, anarchico nato a Bitonto noto in Italia e anche all'estero per le sue battaglie sociali e nella difesa del Patrimonio Culturale.
- Umberto Acquafredda, adottato in tenera età da una modesta e dignitosa famiglia bitontina, dedicò la sua vita per affermare i diritti dei diversamente abili ricevendo importanti titoli e riconoscimenti.
Eventi
Bitonto era coinvolta nella guerra per il possesso del Regno di Napoli, conteso tra austriaci e spagnoli. Il Principe di Belmonte, comandante dell'esercito austriaco, aveva radunato le proprie forze presso Bari, dove decise di disporre le difese a Bitonto, che era avvantaggiata rispetto a Bari per la presenza del vallone della Lama Balice e che, soprattutto, aveva deciso di aiutarli concedendo alcuni edifici come ospedale. Nonostante questo accorgimento, gli Austriaci, però, furono ugualmente sconfitti.
All'alba del 26 maggio 1734 il generale Montemar, comandante dell'esercito spagnolo, meditava di saccheggiare Bitonto per punirla della sua fedeltà al nemico: l'esercito spagnolo stava per mettere a ferro e fuoco la città quando, secondo la tradizione al generale apparve l’Immacolata Concezione che gli intimò di «non oltraggiare questa città, perché è la pupilla degli occhi miei ed i cittadini sono figli miei».
In seguito all'evento miracoloso l'Immacolata, già venerata in città, fu dichiarata patrona di Bitonto. Il nuovo re del Regno di Napoli, Carlo di Borbone nominò Montemar duca di Bitonto e in memoria dell'evento fece erigere sul luogo del campo di battaglia, oggi piazza XXVI maggio 1734, un obelisco alto 18 metri e a base quadrangolare, noto come Obelisco Carolino.
Durante la festa, che si svolge nei giorni 13, 14, 15 e 16 agosto, il quadro raffigurante il miracolo viene esposto sulla "Porta Baresana" e si tiene un corteo storico per commemorare la battaglia di Bitonto.
Festa dei santi medici
La devozione per i santi medici Cosma e Damiano si può far risalire al IX secolo, quando giunsero a Bitonto le reliquie delle braccia dei taumaturghi. I festeggiamenti, che iniziano il 26 settembre con una novena di preghiera, culminano la terza domenica di ottobre, con una processione che dura all'incirca dodici ore e inizia con l'uscita delle statue dal santuario che avviene verso le 8,30. I più devoti seguono la processione con lo sguardo rivolto alle statue dei santi e camminando all'indietro per l'intero percorso, tra questi alcuni camminano scalzi; oppure portano pesanti ceri, alti anche 2 m e del diametro di 50 cm. Costoro, posizionati davanti alle statue (dietro l'intera folla), accompagnano gruppi di partecipanti che cantano la devozione ai due santi. Moltissimi fedeli residenti nei centri vicini quel giorno manifestano la loro devozione raggiungendo Bitonto anche a piedi e baciando le statue dei santi.
La processione termina in serata con l'ostensione delle reliquie, i fuochi d'artificio, e la messa solenne nel santuario, celebrata dal vescovo dell'Arcidiocesi di Bari-Bitonto, ascoltata in piazza grazie ad un sistema di megafoni posti in quattro punti della piazza stessa.
Durante la festa si tiene inoltre una fiera tradizionale; cibi tipici di questa occasione sono focaccia al sedano (fecazze e äcce).
Nel 1993 è stata istituita la fondazione, dedicata ai due santi, per dare maggiore sviluppo alle attività di volontariato medico-sanitarie e di assistenza per gli indigenti, iniziate già dal 1986 ad opera di circa 150 volontari (mensa per i poveri, ambulatorio gratuito, casa di accoglienza per i senza tetto, centro di ascolto, ospitalità per i profughi). L'ultimo obiettivo raggiunto è stata la costruzione di un hospice. Questa struttura, entrata in funzione recentemente (l'8 luglio del 2007, data di inaugurazione) ospita un centro di cure palliative (globali) per malati terminali.[94]
Riti della Settimana Santa
I riti della settimana Santa assumono grande importanza a Bitonto. I riti in realtà, cominciano già il venerdì di passione: quella mattina, dalla concattedrale ha inizio una processione. A sfilare è l'Addolorata vestita di pizzo nero, con lo sguardo frontale e mantiene un fazzoletto fra le mani. Essa è adornata con rose rosse ai suoi piedi e illuminata da 111 candele[95] (poste in duplice fila intorno alla statua).
A fare da cornice alla processione è la voce dei bambini delle scuole elementari della città che, con le loro voci bianche, intonano La Desolata, un inno composto nei primi anni del Novecento. I riti riprendono poi il mercoledì Santo quando le due bande cittadine più importanti (Tommaso Traetta e Davide Delle Cese) percorrono le vie del centro storico. Come Maria, secondo la Bibbia non riesce mai a trovare suo figlio Gesù, così le due bande non dovranno mai incontrarsi.[95]
Il giovedì Santo è destinato alla visita dei sepolcri che, secondo la tradizione bitontina, devono essere in numero di sette. Verso le 17,30, in piazza Cattedrale e piazza Cavour, nel centro storico, vi è l'esecuzione delle marce tradizionali e successivamente quelle funebri. Particolare attenzione deve rivestire la visita ai sepolcri della chiesa del Purgatorio e alle immagini, che partendo da qui saranno portate in processione il giorno seguente.
Verso mezzanotte arriva alla chiesa del Purgatorio il Trofeo floreale che custodisce il Legno Santo, due schegge del Sacro Legno della Croce,[96] una delle tre parti (le altre due si troverebbero a Roma e a Gerusalemme) in cui era stata divisa la santa croce che, secondo la tradizione, Elena, madre dell'imperatore Costantino, era riuscita a prelevare a Gerusalemme. Queste schegge furono donate dall'arcivescovo di Siponto e Manfredonia nel 1711.
Il venerdì santo si tengono due processioni: la processione dei misteri, e quella detta "di gala". La processione dei misteri parte verso le 5,00 di notte, dalla chiesa di San Domenico, dove otto statue vengono portate in processione: Cristo nell'orto, Cristo alla colonna, Ecce Homo, Cristo con la croce, il Calvario, la Pietà, Cristo Morto e l'Addolorata. Le luci cittadine interessate da tale percorso vengono appositamente spente.
La "processione di gala" parte invece dalla chiesa del Purgatorio. Essa ha inizio al tramonto e termina solo all'alba del sabato santo percorrendo le vie del centro storico. Alla processione sfilano tre statue. Il Cristo Morto, (in dialetto: la nacche, "la culla"), realizzata a Napoli nel 1880 da Raffaele Vitolo,[95] è la prima partire. Segue l'Addolorata e infine il Legno Santo, custodito in un trofeo floreale che ogni anno cambia tema, non prima di una delle tre copie della Sacra Sindone realizzata nel 1646.[97]
Festa della Madonna delle Grazie
Molto sentita è la festività in onore della Madonna delle Grazie, qui nota anche come Madonna del Miglio che si venera nella chiesetta di campagna a un miglio dall'abitato. In onore della Madonna delle Grazie tale chiesa viene aperta dal primo sabato dopo la Pasqua, per permettere ai fedeli di recitare la preghiera dei "sette sabati alla Madonna".
I festeggiamenti hanno inizio, per tradizione, l'ultima domenica di agosto, giorno in cui avviene il trasferimento della statua della Madonna (datata orientativamente alla seconda metà dell'Ottocento) con il carro tradizionale su cui prendono posto decine di bambini che annunciano con "Evviva Maria" l'arrivo della statua in città. Durante la settimana seguente la statua sosta presso la chiesa di San Pietro Nuovo in occasione della Settimana Mariana.
La prima domenica di settembre è dedicata alla festa vera e propria durante la quale la statua viene portata a spalle per le vie cittadine preceduda da una processione di fedeli e di confratelli (vestiti con la tipica mozzetta di colore celeste). Il giorno successivo si procede al trasferimento della statua sul carro tradizionale, presso la chiesa di campagna.
Altri eventi
- Festa di Sant'Antonio da Padova
- Festa di San Francesco da Paola
- Festa di San Michele Arcangelo
- Festa di Sant'Anna
- Festa del Crocifisso (o "Cristo dell'acqua")
- Festa della Madonna del Carmine
- Festa di Santa Lucia
- Festa di Santa Rita da Cascia
- Festa di Santa Filomena
Geografia antropica
Urbanistica
La città di Bitonto è formata da tante vie disposte a raggiera che partono da un nucleo centrale costituito dal centro storico. Il centro storico della città, di forma trapezoidale, è delimitato a tratti dai resti delle mura di periodo normanno. La città era collegata a Roma mediante la via Traiana che vi giungeva da Ruvo di Puglia e passava per una delle cinque porte (Porta Robustina).[98]
Le vie del centro storico hanno andamento tortuoso, spesso sono sostituite da gradinate. Sparsi per tutto il borgo antico sono gli archi quasi sempre arricchiti con dipinti a soggetto religioso (ad esempio "arco Pinto"). Caratteristiche sono le corti bitontine, tra cui la "corte Fenice", dove nacque Tommaso Traetta.
Le strutture rilevanti più antiche presenti nel centro storico risalgono al basso Medioevo[99] mentre le più recenti sono state innalzate verso la prima metà del Settecento. Uno dei più antichi edifici della città è senza dubbio la concattedrale sull'antistante piazza omonima e il Torrione Angioino (in piazza Cavour). Tra gli edifici più moderni nel centro storico spiccano il teatro Traetta, la chiesa di San Gaetano, il palazzo Calò e la porta Baresana.
Nel XIX secolo, il lato est della città si trasformò in un piccolo quartiere tagliato da via Traetta. Nella zona ottocentesca notevole è la chiesa del Crocifisso. Piazza Marconi invece segna il confine tra il quartiere est e l'ingresso al centro cittadino.
L'attuale zona centrale è anch'essa costituita in prevalenza da palazzi ottocenteschi (tra cui il palazzo Louise-Pannone e il palazzo Gentile, l'attuale sede del Comune),[100] situati da piazza Aldo Moro, dove si trova una statua di Tommaso Traetta sino alla villa comunale. Dalla piazza si dipartono le arterie principali della città: corso Vittorio Emanuele II e via della Repubblica Italiana. Sulla prima, che si estende tra la porta Baresana e la Villa comunale, si affaccia il palazzo comunale. La seconda, che si estende tra il torrione angioino e la Basilica dei Santi Medici, è la principale strada commerciale, dotata di portici.
La chiesa dei Santi Medici segna il confine tra il centro e la parte settentrionale della città e rappresenta il punto di riferimento e il monumento più importante di quest'ultima zona. Qui si sviluppa la zona artigianale, separata dal resto dell'abitato mediante la stazione della Ferrotramviaria (linea Bari-Barletta).
Infine la parte occidentale si sviluppa tra via Ammiraglio Vacca e Via Traiana. Benché anche questa sia una zona ottocentesca non si innalzano strutture architettoniche di rilievo. Importanti qui sono invece l'ospedale civile, con annessa chiesa di Cristo Re (o Madonna della Chinisa) e, proprio su via Traiana il cimitero. Da notare tuttavia è, almeno in gran parte, la presenza di un sistema viario molto accurato.
Importante è la rete fognante di Bitonto, tra le più antiche d'Europa, realizzata secoli prima di quelle di Napoli e Parigi. La sua costruzione risale al 1512 e fu completata nei primi anni del Seicento.[101]
Frazioni
- Mariotto (circa 2000 abitanti) si trova a circa 15 km da Bitonto e in posizione leggermente più elevata (130 m s.l.m.). Il nome deriva dal feudo di Mariotto dei Verità, con numerose tenute e masserie. L'attività prevalente è l'agricoltura (olivicultura e vigneti) e vi si produce il vino "San Barbato".
- Palombaio (circa 2000 abitanti), si trova a circa 8 km da Bitonto, a metà strada fra Ruvo di Puglia e Palo del Colle. Negli ultimi cinque anni è stata soggetta ad un notevole sviluppo demografico, che ne ha visto raddoppiare la popolazione e sorgere numerosi campi sportivi. Nel periodo natalizio vi si svolge un presepe vivente sulla piazza del Milite Ignoto.
Economia
L'economia cittadina è da sempre legata all'agricoltura, principalmente all'ulivo. Ad essa si affianca un'organizzazione industriale basata sull'olio. Sul territorio infatti, insistono circa cinquecento aziende agricole associate in unica cooperativa denominata appunto Cima di Bitonto. Bitonto non è lontana dalla zona industriale di Bari. Sul territorio comunale insiste però soprattutto la manifattura tessile, con una quarantina di siti produttivi e oltre trecento aziende del settore abbigliamento.
Più bassa rispetto alla media provinciale è la disoccupazione giovanile.[102] In crescita il turismo, soprattutto culturale, ma anche naturalistico.
Il commercio è basato soprattutto sulle tradizionali fiere ("fiera di San Leone" e "fiera dei Santi Medici").
Agricoltura
Bitonto con un patrimonio di oltre 1 700 000 alberi di ulivo si impone tra i maggiori produttori in Italia di olio d'oliva. Il territorio comunale infatti, produce un olio extravergine d'oliva ricavato dalla varietà di olive "Cima di Bitonto", coltivata anche in altri comuni della provincia di Bari.
L'olio di Bitonto, la cui produzione si è particolarmente sviluppata nel corso del XX secolo, è caratterizzato da una bassissima acidità (0,21%),[103] e viene esportato in tutta Europa e in America. Bitonto è anche membro dell'Associazione Nazionale Città dell'Olio.[104] Insieme ad altre varietà diffuse nella provincia viene commercializzato come olio Terra di Bari a denominazione di origine protetta.[105]
Accanto alla produzione olearia, la campagna di Bitonto è adibita ad altre colture arboree, quali il mandorlo, il pero, il fico e il percoco (che produce frutti simili alle pesche): vengono inoltre coltivati i cereali e, oltre la frazione di Mariotto, la vite, dalla quale si ricava l'uva destinata alla produzione di vino (tra cui i vini Zagarello e San Barbato).
Il settore agroalimentare si caratterizza per alcuni tipici prodotti da forno come il pane locale, la focaccia casereccia, e anche i taralli, conosciuti nella zona come i taràlle de màsse. Minoritario è l'allevamento (bovino) dal quale deriva però una piccola produzione di latte.
Industria
L'industria è sviluppata con insediamenti siderurgici, di lavorazione di pelli, per la produzione di ceramica, lavorazione di conglomerati bituminosi, lavorazione di pneumatici, lavorazione di vinacce e frantoi, calce viva, scatolifici, gomma soffice, prefabbricati, falegnameria industriale.
L'attività artigianale e della piccola industria mette sul mercato nazionale e internazionale soprattutto i prodotti della confezione, dell'abbigliamento e della meccanica leggera: l'indotto conta oltre 1200 aziende con circa 13 000 addetti. È anche prevista la costruzione, sulla direttrice Bitonto-Giovinazzo, di insediamenti industriali dotati delle più moderne infrastrutture e reti, ecologicamente attrezzate, in grado di attrarre insediamenti di aziende che producono beni e servizi ad alto contenuto tecnologico.
Turismo
Il settore turistico a Bitonto sta vivendo un periodo di forte crescita. Nel 2007 infatti, le presenze turistiche in città sono aumentate del 350% rispetto al 2006, risultando così il comune più virtuoso della provincia.[106] La città si mostra sempre più disponibile ad iniziative per la promozione del territorio, in particolare per quanto riguarda il turismo culturale.
Questo successo è dovuto ad una politica di valorizzazione dei beni culturali, come ad esempio il restauro del Palazzo Sylos-Calò, tra i più alti esempi del rinascimento pugliese, dove è stata stabilita la sede della galleria nazionale De Vanna. Un altro esempio è la rivalorizzazione del torrione angioino che ha subito un restauro, dove sono venute alla luce le sue fondamenta, e che è stato adibito a museo di arte contemporanea. Non meno importante è il lavoro di ripulitura esterna, e di restauro delle chiese più significative della città, prime tra tutte la concattedrale (che si prepara ad un'altra serie di lavori per un potenziamento),[107] dove scavi archeologici l'hanno fatta diventare un vero e proprio museo. Ma anche la chiesa di San Domenico,[108] che costituisce una tra le più importanti strutture barocche della provincia, e la chiesa del Purgatorio, che assume importanza durante i riti della Settimana Santa.
Da non trascurare anche il turismo di tipo naturalistico che si fa spazio in città soprattutto dopo la rivalorizzazione della lama Balice con la costruzione di una pista ciclabile sul sito e il potenziamento di essa con una serie di fontane. Anche il turismo religioso prende sempre più piede. Le processioni dei Santi Medici e della Settimana Santa sono tra le più prestigiose di Puglia e accolgono ogni anno sempre più partecipanti e visitatori.
Infrastrutture e trasporti
La città è un importante nodo stradale. Essa infatti è raggiunta dalla SS 16 Adriatica e, a una distanza di circa 5 km dalla prima, dalla SP 231. Per il breve tratto che collega Bitonto a Ruvo di Puglia, l'ex strada statale è accostata alla Via Traiana, voluta dall'Imperatore Traiano e fatta costruire nel 108 d.C. Nel territorio comunale, è presente un'uscita dell'autostrada A14 Bologna-Taranto; non lontano è anche l'aeroporto di Bari-Palese.
Una strada che forma un cerchio quasi perfetto di tre chilometri circa di raggio circonda la città: è la cosiddetta "strada poligonale di Bitonto" che rende facile l'arrivo in città dalla campagna.
Bitonto non è direttamente collegata alla rete ferroviaria nazionale, ma è servita dalla tratta locale Bari-Barletta delle Ferrovie del Nord Barese, in concessione alla società Ferrotramviaria Spa che gestisce anche i servizi di autobus per Bari, Modugno, Ruvo e Terlizzi ma anche Andria e Barletta. Sempre in ambito ferroviario inoltre, è in corso di realizzazione una linea ferroviaria che collegherà Bitonto direttamente all'aeroporto di Bari-Palese. Le autolinee che collegano la città ad Adelfia, Bitritto, Sannicandro di Bari, Bitetto, Grumo Appula, Binetto, Palo del Colle. Giovinazzo e Molfetta, sono invece gestite dalla STP Bari (Società Trasporti Provinciali), mentre la Cotrap collega Bitonto a Santo Spirito.
Importante per il settore dei trasporti a Bitonto è la realizzazione di una nuova stazione ferroviaria, intitolata ai Santi Medici, entrata in funzione nel luglio 2010.[109] Le linee che collegano la città alle frazioni di Palombaio e Mariotto sono gestite dalla ASV Spa (Azienda Servizi Vari). Bitonto è inoltre sede dell'autolinea SCOPPIO Srl (Paolo Scoppio & figli), autolinea a livello nazionale che collega Bitonto alle principali città turistiche italiane.
Amministrazione
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Amministrazioni precedenti
Città gemellate
Sport
La società calcistica principale della città è attualmente la Libertas Bitonto, che milita nel campionato di promozione pugliese sotto il nome di "Libertas Palese", società che, appunto, si è trasferita da Palese a Bitonto.
La storica società calcistica bitontina, U.S. Bitonto, con colori sociali nero-verdi, ha disputato diciassette stagioni in Serie D di cui sei consecutive. Nella stagione 2007/2008 la squadra, ha disputato il miglior campionato della sua storia, piazzandosi al terzo posto della Serie D e approdando ai play-off, senza però fare il salto di categoria. In seguito alla retrocessione in Eccellenza, però, avvenuta disputando i play-out durante la stagione 2009-2010, la società decide di ripartire dalla terza categoria.
Nel campionato di seconda categoria milita la A.S.D. Omnia Bitonto, di recente fondazione.[111] La Libertas Bitonto e l'Omnia Bitonto, disputano le partite casalinghe nello stadio Città Degli Ulivi di circa 4000 posti. A carattere regionale sono invece famose la Polisportiva Bitonto[112] e l'Olimpia Torrione Bitonto, che si occupano del calcio giovanile della cittadina.
La squadra femminile di pallavolo, la Volley Ball Bitonto milita in serie C. La squadra di pallacanestro si chiama Sporting Club Bitonto e milita nel campionato di serie D.
Sono presenti anche squadre di Tennis; quella principale, il Circolo Tennis Bitonto, in anni recenti ha disputato le fasi finali del torneo tennistico di Coppa Italia nella propria categoria.
Sono attive inoltre associazioni di atletica leggera, ciclismo, pattinaggio a rotelle, squash e nuoto.
Diversi sono gli impianti sportivi cittadini come la piscina comunale, il palazzetto dello sport, il già citato stadio Città degli Ulivi, e il centro sportivo Nicola Rossiello dotato di campo di calcio, di calcetto e di pallacanestro, e di una pista atletica a sei corsie. Si prevede inoltre la realizzazione di un ciclodromo.[113]
Il 18 maggio 2010 Bitonto è stata per la prima volta sede di arrivo di tappa del Giro d'Italia. La tappa, conclusasi con la vittoria dello statunitense Tyler Farrar, era la decima della novantatreesima edizione.
Note
- ^ Dato Istat al 31/08/2010
- ^ De Napoli, titolo dell'opera.
- ^ a b Stefano Tatullo, La terra dell'olivo, su itineraweb.com. URL consultato il 31-01-2008.
- ^ Comunicato Stampa Ufficiale. Apertura Galleria Nazionale "Girolamo e Rosaria DeVanna", su comune.bitonto.ba.it. URL consultato il 23-02-2009.
- ^ Albo delle città d'arte e turistiche - Regione Puglia, su osservatoriocommercio.regione.puglia.it. URL consultato il 19-3-2009.
- ^ La terra di Bari: l'interno, su tridentebari.it. URL consultato il 07-02-2008.
- ^ Ilmeteo.it. URL consultato il 16-09-2008.
- ^ Ilmeteo.it. URL consultato il 16-09-2008.
- ^ Dati climatici reperibili su Biopuglia, su biopuglia.iamb.it. URL consultato il 04-09-2008.
- ^ Confedilizia - Clima Puglia, su confedilizia.it. URL consultato il 31-07-2008.
- ^ Moretti, Robles, p. 346.
- ^ a b Città dove sotto scorre l'acqua; gente di Botone. Vedi Il portale del sud - Bitonto, su ilportaledelsud.org. URL consultato il 07-02-2008.
- ^ Moretti, Robles, p. 347.
- ^ Touring club italiano, p. 14.
- ^ Riccardi, Depalo, p. 45.
- ^ Gazzetta del Mezzogiorno-Civiltà Peuceta, su lagazzettadelmezzogiorno.it. URL consultato il 07-02-2008.
- ^ Il portale del sud - Bitonto, su ilportaledelsud.org. URL consultato il 07-02-2008.
- ^ Custode, p. 209.
- ^ Riccardi, Depalo, p. 43.
- ^ Itinerarium a Burdigala Jerusalem usque et ab Heraclea per Aulonam et per urbem Romam Mediolanum usque (datato al 333) pubblicato in Corpus Christianorum. Series latina, CLXXV, Itineraria et alia geographica, Turholti 1965, pp. 1-26.
- ^ La città è citata nell'Itinerario Antonino 117,1.
- ^ Anonima Ravennate, Cosmographia, 4.
- ^ La città è presente nella tabula Peutingeriana (segm. VI) sotto il nome di Butuntos.
- ^ "Haec praesta mihi, Rufe, vel Butuntis" (Marziale, II,48) e "Haec tam rustica malo quam Butuntos" (Marziale, IV,55).
- ^ L'incontro bitontino tra Papa Callisto II e Suger De Saint-Denis con alcune considerazioni sul romanico pugliese (PDF), su culturaservizi.it. URL consultato il 04-09-2008.
- ^ "Inter mediterraneos calabrorum...Butuntinenses" (Naturalis historia III,105).
- ^ Custode, p. 197.
- ^ Castellano, Muschitiello, pp. 260-61.
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- ^ De Blasiis, p. 33.
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- ^ a b La Badia di San Leone (PDF), su emeroteca.provincia.brindisi.it. URL consultato il 31-01-2008.
- ^ Il vescovo Arnolfo è citato come partecipante alla cerimonia della traslazione delle reliquie di san Nicola di Bari nel 1089.
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- ^ Piacente, pp. 334-36.
- ^ Milillo, p.229.
- ^ Milillo, p.401.
- ^ In ricordo di quest'ultimo evento sulla porta Baresana è stata apposta una targa in marmo che riporta una frase da lui pronunciata: «Ecco la consegna che vi lascio uomini e donne di questa nobile terra che da sempre ha nell'ulivo il suo simbolo prestigioso ed il suo impegnativo programma; fatevi paladini della casa della solidarietà e della pace; offrite a tutti la testimonianza di una comunità che sa collaborare in spirito di costruttiva e lungimirante concordia; operate con fiducia per lo sviluppo pieno della vostra terra».
- ^ Statuto comunale, art.4, comma 1 (PDF), su comune.bitonto.ba.it. URL consultato il 23-10-2009.
- ^ Statuto comunale, art.4, comma 3 (PDF), su comune.bitonto.ba.it. URL consultato il 26-07-2008.
- ^ In base allo statuto comunale essi sono Caldora, Ventimiglia, Orsini, Acquaviva e Casa di Cordova.
- ^ Scheda sulla concattedrale nel sito dell'arcidiocesi di Bari-Bitonto.
- ^ Mondi medievali - Cattedrale di Bitonto, su mondimedievali.net. URL consultato il 14-11-2008.
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- ^ Castelli di Puglia - Bitonto, su mondimedievali.net. URL consultato il 31-07-2008.
- ^ Il duca di Nemours lo definì "Non men forte della torre di Bruges", documento sul sito bytedabit, su bytedabit.com. URL consultato il 31-07-2008.
- ^ Moretti, Robles, p. 265, 298.
- ^ Parco Nazionale dell'alta murgia, su parcoaltamurgia.it. URL consultato il 31-07-2008.
- ^ Bitonto e le masserie di lama Balice, su terredelmediterraneo.org. URL consultato il 31-07-2008.
- ^ In un documento del Libro Rosso di Bitonto[senza fonte] si legge "baligium qua igitur Barium" ossia "valle attraverso la quale si giunge a Bari". Dal latino medievale baligium è probabilmente derivato il toponimo Balice.
- ^ Dati tratti da:
- Popolazione residente dei comuni. Censimenti dal 1861 al 1991 (PDF), su ebiblio.istat.it, ISTAT.
- Popolazione residente per territorio – serie storica, su esploradati.censimentopopolazione.istat.it.
Nota bene: il dato del 2021 si riferisce al dato del censimento permanente al 31 dicembre di quell'anno.
- ^ Touring club italiano, p. 61.
- ^ Ministero della Giustizia - Uffici nel comune di Bitonto, su giustizia.it. URL consultato il 3-09-2009.
- ^ Asl Bari/Distretto SS 3 - Bitonto, su asl.bari.it. URL consultato il 3-09-2009.
- ^ Comune di Bitonto - Biblioteca, su comune.bitonto.ba.it. URL consultato il 15-11-2008.
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- ^ a b c d e f Natali, p. 51. Errore nelle note: Tag
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non valido; il nome "Puglia p. 51" è stato definito più volte con contenuti diversi - ^ Titti Tummino, Da ex seminario a museo high tech., in la Repubblica, 16 Febbraio 2006. URL consultato il 6/10/2009.
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- ^ Francesco Paolo Cambione, La Cattedrale non sarà chiusa, in BitontoTV, 31 ottobre 2008. URL consultato il 6/10/2009.
- ^ Francesco Paolo Cambione, Restituita al suo splendore la chiesa di San Domenico, in BitontoTv, 23 Febbraio 2009. URL consultato il 6/10/2009.
- ^ Bitonto TV staff, Ferrovie: Inaugurata a Bitonto la nuova stazione. Ecco il video servizio, in BitontoTV, 22 luglio 2010. URL consultato il 6/7/2010.
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- ^ Pasquale Scivittaro, A.S.D. OMNIA BITONTO, calcio e solidarietà, in Bitontolive, 18 luglio 2008. URL consultato il 29-06-2008.
- ^ Sito ufficiale - Polisportiva Bitonto, su polisportivabitonto.it. URL consultato il 29-06-2008.
- ^ Moser a Bitonto. Passato e futuro del ciclismo a confronto, in Comune di Bitonto. URL consultato il 29-06-2008.
Bibliografia
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Collegamenti esterni
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- Arcidiocesi di Bari-Bitonto, su odegitria.bari.it. URL consultato il 31-01-2008.
- Tour virtuale su Bitonto, su bitonto.virtualtouring.it. URL consultato il 21-02-2008.
Periodo | Primo cittadino | Partito | Carica | Note | |
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29 aprile 2008 | In carica | Raffaele Valla | Il Popolo delle Libertà | Sindaco | |
25 maggio 2003 | 28 aprile 2008 | Nicola Pice | Centro-Sinistra | Sindaco | |
29 novembre 1998 | 24 maggio 2003 | Nicola Pice | Centro-Sinistra | Sindaco | |
5 dicembre 1994 | 28 novembre 1998 | Umberto Kühtz | Indipendente | Sindaco |