L'Automotrice SNFT An 70.231, nota anche come Faruk o FIAT A103, fu un esemplare unico di automotrice a nafta, impiegato dalla Società Nazionale Ferrovie e Tramvie (SNFT) per l'espletamento di servizi locali sulla Brescia–Iseo–Edolo e sulla Iseo–Rovato.

An 70.231
Fiat A 103
Automotrice
Anni di esercizio 1958-78
Quantità prodotta 1
Costruttore FIAT
Dimensioni 26 000 x 2660 x 3945 mm
Capacità 70
Scartamento 1435 mm
Interperno 15 800 mm
Passo dei carrelli 1500 mm
Massa vuoto 34,6 Mg
Velocità massima omologata 83 km/h
Alimentazione nafta
Tipo di motore Fiat 700
Dati tratti da:
Bicchierai (1992), pp. 36-37

Storia

L'automotrice deriva da un prototipo costruito dalla FIAT durante la seconda guerra mondiale. L'esemplare fu costruito con cassa in alluminio e predisposizione per i motori orizzontali[1].

La SNFT acquistò il modello che le fu consegnato dalla Fiat nel 1957[2] ed entrò in servizio regolare il 17 aprile dell'anno seguente come An 70.231, ovvero Automotrice a nafta da settanta posti. Le maestranze del deposito di Iseo le attribuirono invece il sopranome di Faruk a causa della sua somiglianza con l'automotrice doppia consegnata dalla Fiat al re d'Egitto nel 1951[1].

L'ingresso nel parco rotabili dell'impresa ferroviaria fu permesso con la limitazione di velocità a 60 km/h e il divieto del traino di rimorchi. A partire dal 21 aprile 1959 le restrizioni furono eliminate e l'automotrice fu impiegata nelle relazioni BresciaBreno e IseoRovato Borgo con qualche raro servizio fino a Edolo[1].

A metà degli anni settanta fu ritirata dal servizio regolare a causa di alcune noie ai motori che non poterono essere risolte per di ricambi. Fu impiegata per servizi di manovra fino al 1978, quando fu accantonata definitivamente[1]. Fu demolita verso la fine degli anni novanta.

Tecnica

La cassa dell'automotrice era di tipo portante ed in lega leggera ad andamento ondulare al fine di aumentarne la resistenza. Essa poggiava su due carrelli in lamiera d'acciaio saldata elettricamente i quali disponevano di due tipi di sospensione: la primaria, con molle ad elica, e quella secondaria, con molle a balestra longitudinali[1].

Entrambi i carrelli erano dotati di motori Fiat 700 a quattro tempi che sprigionavano ciascuno una potenza di 136 kW. La trasmissione era meccanica con cambio a cinque marce; la velocità massima era di 83 km/h. Il freno era di tipo Westinghouse[3].

L'interno, riscaldato da una caldaia Webasto, era dotato di otto posti in prima classe, cinquantasei in seconda e sei strapuntini[4].

In origine, la livrea era bianca con imperiale rosso e due fasce sopra e sotto la finestratura, anch'esse di colore rosso. In seguito, essa fu unificata allo standard vigente sulle automotrici della SNFT con cassa in giallo marte e fascia dei finestrini in beige azalea[5].

Note

  1. ^ a b c d e Bicchierai (1992), p. 36
  2. ^ Bicchierai (1992), p. 19
  3. ^ Bicchierai (1992), pp. 36-37
  4. ^ Bicchierai (1992), pp. 36-37
  5. ^ Bicchierai (1992), p. 19 e p. 37

Bibliografia

  • Mario Bicchierai, Quel treno in Valcamonica - La Brescia-Iseo-Edolo e le sue diramazioni, in Mondo ferroviario, vol. 67, gennaio 1992, pp. 33-36.
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