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Questa pagina tratta la storia dell'Associazione Calcio Milan.

I pionieri e i primi trofei (1899-1919)

 
Herbert Kilpin, primo allenatore e primo capitano del Milan.

La sera di sabato 16 dicembre 1899 un gruppo di inglesi abituali frequentatori dell'American Bar e un gruppo di italiani clienti della Birreria Spaten si riuniscono nella Fiaschetteria Toscana di via Berchet 1, nel centro di Milano, e costituiscono il Milan Cricket and Foot-ball Club. Gli inglesi con la passione per il football, in voga nella nativa Inghilterra, sono Alfred Edwards (presidente), Barnett, Allison, Nathan, Davies e Herbert Kilpin. La fondazione del club viene resa pubblica due giorni più tardi, lunedì 18 dicembre, dalla Gazzetta dello Sport.[1]

Edwards, già vice-console britannico a Milano e personaggio noto negli ambienti dell'alta società milanese, è il primo presidente eletto del Milan. Inizialmente la società comprende anche una sezione di cricket affidata a Edward Berra oltre alla sezione di calcio controllata da David Allison. Kilpin, primo allenatore e primo capitano della squadra, porta con sé una serie di mute (i completi di gioco) della squadra di cui era, oltremanica, acceso sostenitore. Da allora il Milan vestirà la classica maglia a strisce verticali di colore rosso-nero.

Prima partita ufficiale
15 aprile 1900 - Velodromo Umberto I, Torino

  FC Torinese - Milan  

3 - 0

 

Arbitro: De Roote

Marcatori:   15’,   18’,   70’ Bosio

Nel gennaio 1900 il presidente Edwards affilia il club alla Federazione Italiana Football. In seguito la squadra vince la Medaglia del Re battendo 2-0 la Juventus. Seguiranno altri due successi in questa competizione (in finale contro Genoa e F.C. Torinese) nelle successive e uniche due edizioni organizzate di questo torneo, in quanto il regolamento prevedeva che la medaglia, messa in palio da Umberto I di Savoia, fosse permanentemente assegnata alla squadra che per prima si fosse aggiudicata tre tornei consecutivi.

I rossoneri salgono presto alla ribalta delle cronache calcistiche italiane con la conquista del primo titolo nazionale nel 1901, interrompendo, così, la serie di vittorie consecutive del Genoa, sconfitto in finale per 3-0. La squadra guidata dal capitano Kilpin viene sconfitta nella finale dell'anno dopo, ad opera dei genoani mentre nel 1906 ottiene un altro successo. In quell'occasione sorge uno dei primi "casi" del calcio italiano: dopo il Girone Finale Milan e Juventus (campione d'Italia in carica) sono a pari punti, per cui si rende necessaria una gara di finale. Si gioca a Torino sul campo dei bianconeri, in virtù della loro migliore differenza reti: il confronto termina in parità (0-0) dopo i tempi supplementari. A quei tempi, non essendo previsti i tiri di rigore, si procedeva alla ripetizione della partita. La Federazione sceglie il campo neutro dell'U.S. Milanese a Milano, e i bianconeri in segno di protesta rinunciano a giocare. Il Milan può tuttavia sancire la legittimità del suo successo ripetendo l'exploit nel 1907, questa volta prevalendo nel Girone Finale sul Torino e sull'Andrea Doria.

Nel 1908, a seguito di dissidi interni riguardo alla necessità o meno di tesserare giocatori stranieri, un'ala della dirigenza si separa dalla società rossonera e il 9 marzo fonda una nuova società, chiamata Football Club Internazionale Milano. In quell'anno, come altre squadre, il Milan non prende parte al campionato nazionale. Nel campionato successivo, quello del 1909, vi partecipa con due giocatori stranieri in organico.

Il club sfiora la vittoria dello scudetto nel 1911 e soprattutto nel 1912, quando termina il campionato un punto dietro la Pro Vercelli nel Girone Ligure-Lombardo-Piemontese, precludendosi la possibilità di disputare una facile finale contro la modesta vincitrice del Girone Veneto-Emiliano.

Nel 1916 il Milan vince la Coppa Federale, che in quell'anno sostituiva in qualche modo il campionato, sospeso a causa della prima guerra mondiale. Non si tratta, comunque, di un trofeo ufficialmente riconosciuto dalla FIGC come titolo italiano. Nelle stagioni seguenti la squadra si aggiudica per due volte i campionati regionali, la seconda volta battendo l'Inter allo spareggio con uno storico[senza fonte] 8-1, e nel 1919 si piazza seconda, a due punti dal Legnano, ma davanti all'Inter, battuta in entrambi i derby, per 4-3 e 5-2.

Nel 1919 muta la denominazione originale di Milan Football and Cricket Club in Milan Football Club.

L'A.C. Milano e i decenni senza vittorie (1919-1945)

Dal primo dopoguerra a metà anni '40 segue un periodo in cui i rossoneri rimangono sempre in massima serie, piazzandosi in zone di metà classifica e non andando mai oltre il terzo posto, ottenuto nel 1937-1938 (a tre punti dall'Inter campione) e nel 1940-1941. Consegue i quarti posti nel 1931-1932 e nel 1936-1937. In questo periodo si nota l'attaccante Aldo Boffi, tre volte capocannoniere del campionato, l'arrivo di Giuseppe Meazza, l'esordio in Coppa Europa Centrale nel 1938, dopo l'esito degli spareggi di ammissione del 1929 contro il Genoa (sconfitta al sorteggio dopo due pareggi), e la finale di Coppa Italia del 1941-1942, persa contro la Juventus. Boffi e Meazza furono i primi calciatori capaci di vincere per tre volte la classifica dei marcatori della Serie A.

Nel 1926 viene costruito lo Stadio di San Siro voluto dall'allora presidente Piero Pirelli. Il nuovo impianto rimane di proprietà del club fino al 1935 quando viene ceduto al comune.

Nel 1936 la società muta la denominazione in Milan Associazione Sportiva, mentre nel 1939 le autorità fasciste impongono l'italianizzazione del nome della società in Associazione Calcio Milano.

Dopo la seconda guerra mondiale la squadra torna alla vecchia denominazione. Nasce così, nel 1945, l'Associazione Calcio Milan.

La rinascita nel secondo dopoguerra e le vittorie degli anni '50 (1945-1960)

 
Da sinistra a destra, Gren (133 presenze e 38 reti col Milan), Nordahl (miglior marcatore del Milan di tutti i tempi con 210 gol in 257 partite e secondo miglior marcatore della Serie A di tutti i tempi dopo Silvio Piola) e Liedholm (359 presenze e 81 reti col club)

Nell'immediato secondo dopoguerra il Milan è sempre fra le migliori tre squadre italiane, tranne che per il quarto posto del 1946-1947, ed ottiene per la prima volta il titolo simbolico di "campione d'inverno" nel 1947-1948 sfiorando più volte il successo, che giunge nel 1951 dopo quarantaquattro anni di attesa.[2] È il primo titolo conquistato dai rossoneri da quando è stato introdotto il girone unico (formula del torneo introdotta definitivamente nella stagione 1929-1930).

Negli anni cinquanta il Milan schiera i tre svedesi del Gre-No-Li, Tognon, Buffon, Annovazzi, Schiaffino, Bagnoli e Radice. In questo decennio i rossoneri s'impongono vincendo due volte la Coppa Latina nel 1951 e nel 1956 e altri tre campionati (1954-1955, 1956-1957 e 1958-1959) grazie ai gol di Gunnar Nordahl, cinque volte capocannoniere (due volte segnando più di 30 reti) e miglior marcatore del Milan di tutti i tempi, alla guida tattica di Nils Liedholm, prima a metà campo e poi come libero, e alla difesa arcigna guidata da Cesare Maldini. Nell'arco di un decennio, dal 1947-1948 al 1956-1957, il Milan conclude sempre il campionato nei primi tre posti. Risale a questo periodo il 7-1 inflitto alla Juventus sul suo campo, successo datato 5 febbraio 1950: la sfida fu tra l'altro la prima gara italiana trasmessa in TV.[3] Di questo periodo è anche l'8-0 rifilato in trasferta al Genoa nel campionato 1954-1955. Questo risultato è a tutt'oggi il più ampio successo esterno in Serie A, al pari di un Venezia-Padova (0-8) del campionato 1949-1950. Nel 1957-1958 il Milan raggiunge per la prima volta la finale di Coppa dei Campioni, persa per 3-2 ai supplementari contro il Real Madrid, vincitore delle prime cinque edizioni consecutive del trofeo.

Alla fine del decennio i rossoneri conquistano lo scudetto del 1958-1959 sotto la guida di Luigi Bonizzoni e Giuseppe Viani, rispettivamente allenatore e direttore tecnico.

Gli anni '60: le vittorie nelle due ere Rocco (1960-1970)

 
JuaVieni davanti al negozio di scarpe in baraccan Alberto Schiaffino e Gianni Rivera nel 1960. Il primo era alla fine della sua carriera rossonera, che il secondo si apprestava a cominciare

Negli anni '60 i rossoneri conquistano la loro prima Coppa dei Campioni (primi italiani a riuscire nell'impresa). Questo periodo storico vede la bacheca rossonera arricchirsi anche con un'altra Coppa Campioni, con due scudetti, una Coppa Italia, una Coppa delle Coppe e una Coppa Intercontinentale. Tutti questi trofei (eccetto la Coppa Italia 1966-1967) hanno un denominatore comune: Gianni Rivera in campo e Nereo Rocco in panchina.

1960-1961: 2º posto, l'arrivo di Rivera e l'addio al calcio giocato di Liedholm

Il mercato dell'estate 1960 porta a una rivoluzione: la società acquista dall'Alessandria il sedicenne Gianni Rivera, che lega, da ora in avanti, la sua carriera unicamente al Milan. Tra gli altri acquisti del Milan ci sono Mario David e Paolo Barison. Lascia invece il club, dopo sei stagioni, Juan Alberto Schiaffino. I rossoneri chiudono la Serie A al secondo posto alle spalle della Juventus campione, nonostante la vittoria sui bianconeri in entrambi gli incontri di campionato e i 22 gol di José Altafini. Al termine della stagione Niels Liedholm appende le scarpette al chiodo per intraprendere la carriera di allenatore. Nella stagione seguente, lo svedese, siederà in veste di assistente sulla panchina del Milan.

1961-1962: Rocco e l'8º scudetto

All'inzio del campionato 1961-1962 viene ingaggiato dalla società Nereo Rocco, un allenatore triestino che aveva lavorato nelle stagioni precedenti alla guida della squadra della sua città e del Padova. In questa stagione viene aggregato per la prima volta alla prima squadra anche il giocatore delle giovanili rossonere Giovanni Lodetti che scenderà in campo solo una volta, ma che sarà titolare in futuro. Il girone d'andata, che il Milan chiude al quarto posto, è caratterizzato dalle sconfitte con Fiorentina, Bologna, Venezia e Sampdoria e dalle vittorie con Inter, Roma e con i campioni in carica della Juventus battuti 5-1 nella sfida di San Siro. A gennaio la società sostituisce, dopo 10 gol in altrettante apparizioni, l'inglese Greaves (acquistato in estate dal Chelsea) con il brasiliano Dino Sani. Nel girone di ritorno i rossoneri vincono 15 partite su 17, perdendo punti solo con Inter e Lecco aggiudicandosi l'ottavo scudetto della loro storia con una giornata d'anticipo, precedendo i cugini nerazzurri di cinque lunghezze. José Altafini vince il titolo di capocannoniere (condiviso con Aurelio Milani) siglando 22 reti.

In Coppa delle Fiere l'avventura del Milan termina ai sedicesimi di finale.

1962-1963: 3º posto, la prima Coppa dei Campioni e il cambio di presidenza

 
Le formazioni scese in campo a Wembley nella finale di Coppa dei Campioni 1962-1963

Nella stagione 1962-1963 i principali rinforzi per i Campioni d'Italia in carica sono il difensore Victor Benitez, proveniente dal Boca Junior, e l'ala destra Bruno Mora arrivato dalla Juventus in cambio di Sandro Salvadore.

Il campionato viene chiuso al terzo posto a 6 punti dall'Inter.

Culmina con una vittoria, invece, il cammino in Coppa dei Campioni: nel primo turno il Lussemburgo viene sconfitto dai rossoneri con un complessivo 14-0 con Altafini che segna una cinquina nella gara d'andata (ancora oggi record di gol segnati in una sola partita di Coppa dei Campioni/Champions League). Agli ottavi il Milan affronta gli inglesi dell'Ipswich Town superati grazie a un 3-0 in casa e ad una sconfitta per 2-1 in trasferta. Ai quarti e in semifinale arrivano i successi contro i turchi del Galatasaray e gli scozzesi del Dundee United superati rispettivamente con risultati complessivi di 8-1 e 5-2. In finale l'avversario è il Benfica, già campione nelle due edizioni precedenti: allo Stadio di Wembley l'undici che scende in campo è formato da Ghezzi, David, Trebbi, Benítez, Maldini, Trapattoni, Sani, Rivera, Pivatelli, Altafini e Mora. I rossoneri chiudono il primo tempo in svantaggio di una rete ma riescono a ribaltare le sorti dell'incontro nella ripresa con Altafini che sfrutta due assist di Rivera e batte due volte Costa Pereira. Cesare Maldini, con la fascia di capitano al braccio, può così alzare la prima Coppa dei Campioni della storia del club (quarant'anni dopo toccherà al figlio Paolo). Il Milan è la prima squadra italiana a conquistare l'Europa e la terza squadra in assoluto a sollevare il trofeo dopo le vittorie di Real Madrid e Benfica nelle prime sette edizioni.

Altafini è il primo rossonero a vincere la classifica dei marcatori di questa competizione, grazie a 14 reti. Questo numero di gol segnati in una sola edizione di Coppa dei Campioni/Champions League rappresenta un record assoluto della competizione eguagliato da Ruud van Nistelrooy e Lionel Messi rispettivamente nelle edizioni 2002-2003 e 2011-2012.

La Coppa del 1963 è l'ultimo trionfo del presidente Andrea Rizzoli che lascia il club a Felice Riva dopo nove anni e dopo aver vinto anche quattro scudetti e una Coppa Latina e aver edificato in provincia di Varese il centro sportivo di Milanello. Lascia anche l'allenatore Rocco che passa al Torino tornando quattro anni più tardi.

1963-1964: 3º posto, quarti di Coppa dei Campioni e sconfitta in Coppa Intercontinentale

Nella stagione 1963-1964 la squadra chiude il campionato al terzo posto dietro il Bologna campione e l'Inter. In Coppa dei Campioni, dopo aver superato agli ottavi gli svedesi dei IFK Norrkoping, i rossoneri vengono estromessi ai quarti dal Real Madrid: non basta la vittoria di San Siro per 2-0 per ribaltare il 4-1 subito in Spagna.

In questa stagione inoltre i Diavoli partecipano e perdono per 1-0 la Coppa Intercontinentale al termine della terza partita (lo spareggio) contro il Santos di Pelé giocata al Maracanã, essendosi andata e ritorno concluse con il punteggio di 4-2 per i rossoneri e per i brasiliani. L'argentino Juan Regis Brozzi, arbitro delle due partite giocate in Brasile, verrà in seguito radiato dopo la scoperta della sua corruzione volta a favorire la squadra brasiliana.[senza fonte] Ad allenare il Milan in questa stagione è Luis Carniglia, affiancato dal direttore tecnico Viani. L'avventura dell'allenatore argentino dura solo una stagione: verrà sostituito da Niels Liedholm.

Nel 1963 nasce inoltre il primo magazine ufficiale mensile interamente dedicato al club rossonero, dal nome Forza Milan!.[4]

1964-1965/1965-1966: 2º e 7º posto, il ritorno di Liedholm come allenatore

 
Cesare Maldini, lascia il Milan dopo dodici anni, dopo aver vinto quattro scudetti, una Coppa Latina e una Coppa dei Campioni

Nelle stagioni 1964-1965 e 1965-1966 il Milan è guidato da Niels Liedholm: nella prima stagione con lo svedese in panchina i rossoneri sono primi in campionato ma subiscono la rimonta dei cugini dell'Inter ai quali cedono la vetta della classifica al termine di una sconfitta con la Roma. Chiuderanno secondi a tre punti di distacco dopo essere stati in vantaggio di sette lunghezze. Breve è il cammino in Europa dove il Milan, impegnato in Coppa delle Fiere, viene eliminato al primo turno.

Nella stagione successiva i rossoneri, senza Altafini trasferitosi al Napoli ma con Sormani arrivato dalla Sampdoria, migliorano il piazzamento nella stessa competizione raggiungendo gli ottavi dai quali vengono eliminati per sorteggio al termine dei tempi supplementari dello spareggio contro il Chelsea. In campionato invece si piazzano settimi qualificandosi alla Coppa Mitropa (coppa dell'Europa centrale) dell'anno successivo. Al termine della stagione Cesare Maldini si trasferisce al Torino, dopo dodici anni di carriera in rossonero.

1966-1967: 8º posto e prima Coppa Italia

Nella stagione 1966-1967 Liedholm non siede più sulla panchina del Milan. L'allenatore è stato infatti sostituito nella stagione precedente ancor prima del termine del campionato con Giovanni Cattozzo. Quest'ultimo lascia spazio a inizio stagione ad Arturo Silvestri che condurrà il Milan, che in estate acquista i difensori Rosato e Anquilletti, alla conquista della sua prima Coppa Italia. Il successo è ottenuto eliminando Pisa, Modena, Torino, Lecco e Juventus e battendo il Padova in finale per 1-0. In campionato il Milan chiude all'ottavo posto (peggior piazzamento del decennio), mentre in Coppa Mitropa viene eliminato agli ottavi.

1967-1968: Il ritorno di Rocco e l'accoppiata scudetto-Coppa delle Coppe

Nel 1967-1968 (prima stagione della nuova presidenza Franco Carraro) torna in panchina Nereo Rocco. Il Milan conquista lo scudetto, il primo a sedici squadre del dopoguerra, trascinato da Pierino Prati, capocannoniere con 15 reti. Il successo nazionale arriva matematicamente a quattro giornate dal termine con la vittoria sul Brescia. Dopo aver vinto il girone di andata i rossoneri chiudono il campionato a +9 sul Napoli inseguitore. Quello che vince il suo nono scudetto è un Milan che vede la sua formazione titolare formata da Fabio Cudicini fra i pali, Karl Heinz Schnellinger, Saul Malatrasi, Angelo Anquilletti e Roberto Rosato nel ruolo di difensori, un centrocampo con il capitano Gianni Rivera affiancato da Giovanni Lodetti e Giovanni Trapattoni e attaccanti come Pierino Prati, Kurt Hamrin e Angelo Benedicto Sormani.

Il 23 maggio arriva anche la prima Coppa delle Coppe della storia del club, conquistata a spese dell'Amburgo grazie ad una doppietta di Hamrin, trentatrenne acquistato a inizio stagione, nella finale giocata a Rotterdam. La vittoria arriva dopo un cammino durante il quale i rossoneri eliminano il Levski Sofia al primo turno (sconfitto con il risultato totale di 6-2), il Gyori ETO agli ottavi (superato grazie alla regola dei gol in trasferta), lo Standard Liegi ai quarti (successo ottenuto imponendosi per 2-0 nello spareggio) e il Bayern Monaco in semifinale (superato 2-0 a San Siro).

La squadra sfiora anche il terzo titolo: in Coppa Italia infatti si piazza seconda dietro il Torino nel gruppo finale della competizione.

 
Un manifesto della finale di Madrid tra Milan e Ajax custodito nel museo di San Siro

Nel 1968 si forma il primo gruppo ultras rossonero (primo gruppo Ultras d'Italia): la Fossa dei Leoni.

1968-1969: 2º posto e campione d'Europa

Nel campionato 1968-1969, dove il Milan giunge secondo appaiato al Cagliari, a quattro punti dalla Fiorentina campione, la squadra stabilisce un record eguagliato dal Como nel campionato 1984-1985: quello del minor numero di reti subite in casa (due).

In questa stagione arriva la seconda Coppa dei Campioni grazie alla vittoria per 4-1 nella finale di Madrid contro l'Ajax ottenuta in virtù di una tripletta di Pierino Prati e di un gol di Sormani; gli olandesi avevano accorciato le distanze grazie al rigore di Vasović. Il Milan, sceso in campo con Cudicini, Anquilletti, Schnellinger, Malatrasi, Rosato, Trapattoni, Hamrin, Lodetti, Sormani, Rivera e Prati è la prima squadra italiana a conquistare il trofeo nel nuovo formato, quello dalle grandi orecchie. Lungo il cammino che porta alla finale, i rossoneri estromettono dalla competizione, oltre agli svedesi del Malmö, i campioni delle due stagioni precedenti: ai quarti di finale, infatti, eliminano il Celtic (campione d'Europa 1966-1967) battuto 1-0 in Scozia dopo lo 0-0 di Milano, e, in semifinale, il Manchester United campione in carica. Nella gara di ritorno con gli inglesi il Milan, vincitore per 2-0 all'andata a San Siro, difende il vantaggio davanti al pubblico di Manchester perdendo 1-0.

Quella del 1969 è l'unica finale di Coppa dei Campioni/Champions League che i rossoneri hanno vinto indossando la prima maglia (quella rossonera). Tutte le altre coppe della massima competizione europea sono state vinte indossando la maglia bianca.

1969-1970: 4º posto e campioni del mondo

 
Nereo Rocco posa con i trofei conquistati nel 1969

I rossoneri chiudono gli anni '60 conquistando nell'autunno del 1969 la loro prima Intercontinentale, sconfiggendo in una doppia finale gli argentini dell'Estudiantes. Il Milan riesce a prevalere grazie al punteggio dell'andata (3-0 con doppietta di Sormani e gol del nuovo acquisto Nestor Combin) a cui fa seguito la partita di ritorno persa 2-1 con gol di Rivera. Al franco-argentino Nestor Combin vengono rotti naso e zigomo e, al termine della gara, viene portato in questura con l'accusa di aver disertato il servizio militare.[senza fonte]

In campionato i Diavoli chiudono al quarto posto dietro Inter e Juventus e a 9 punti dal Cagliari. L'avventura in Coppa dei Campioni, a cui i rossoneri partecipano in virtù del successo nella stagione precedente, si chiude agli ottavi. Il Milan, dopo la vittoria per 8-0 al primo turno contro i lussemburghesi del Avenir Beggen, viene estromesso dai futuri campioni del Feyenoord che ribaltano l'1-0 di San Siro vincendo 2-0 in Olanda.

A dicembre Gianni Rivera vince il Pallone d'oro in qualità di miglior giocatore del 1969: è il primo italiano a riuscirci.

Il periodo 1970-1979

Negli anni settanta il Milan raccoglie ancora numerosi trofei, tra cui tre Coppe Italia e la seconda Coppa delle Coppe. In campionato la squadra, in gran parte basata sull'organico che aveva vinto scudetto, Coppa dei Campioni e Coppa Intercontinentale nel biennio 1968-1969, all'inizio del decennio si classifica per tre anni consecutivi (dal 1971 al 1973) al secondo posto, perdendo per un solo punto i campionati 1971-1972 e 1972-1973. È così che il club rossonero si trova a inseguire a lungo, per quasi tutto il decennio, lo "scudetto della stella" (cioè il decimo) dopo aver perso nel 1972-1973 il campionato dopo la sconfitta a Verona, episodio noto come la Fatal Verona.[senza fonte] La vittoria del decimo titolo nazionale sarà raggiunta nel 1979.

Al vertice della società si alternano sette presidenti in poco più di dieci anni. In questo stato, il Milan, fra il 1973 e il 1978, attraversa stagioni con piazzamenti in bassa classifica e al limite della zona salvezza.

È nel corso di questi anni che si sviluppano i primi nuclei di tifo organizzato a supporto della squadra rossonera, fra cui Fossa dei Leoni (nato nel 1968 e scioltosi nel 2005), Commandos Tigre (1967) e Brigate Rossonere (1975). Questi gruppi di tifosi si stabiliscono in modo permanente ad ogni partita disputata dal Milan nei vari settori della curva sud dello Stadio di San Siro.

1970-1971: 2º posto e finale di Coppa Italia

 
Angelo Domenghini inseguito da Giovanni Trapattoni

Nella stagione 1970-1971 il Milan sfiora la conquista di scudetto e Coppa Italia, perdendo entrambi i trofei.

Durante il calciomercato estivo partono Sormani e Lodetti, e al loro posto arrivano Biasolo, Benetti, Villa e Zignoli. La squadra, guidata da Nereo Rocco e da Gianni Rivera, parte bene in campionato (vittoria a Torino contro la Juventus per 2-0 e nel derby per 3-0) e alla fine del girone d'andata è campione d'inverno. La prima sconfitta arriva con l'Inter alla 20ª giornata. Nel 23º turno i rossoneri sono sconfitti (1-2) a San Siro dal Varese. La sconfitta segna il sorpasso dell'Inter, che conquista lo scudetto con 46 punti, sopravanzando il Milan di quattro lunghezze.

In Coppa Italia ,a la squadra, qualificatisi per il girone finale a quattro squadre, si classifica prima alla pari con il Torino. Nello spareggio di Genova, dopo lo 0-0 finale ai supplementari, i granata si aggiudicano il trofeo ai rigori. Il portiere del Torino è Luciano Castellini, che tornerà a legare il suo nome a quello del Milan nel 1982.

1971-1972: 2º posto, 2ª Coppa Italia e semifinale di Coppa UEFA

Durante la stagione 1970-1971 il Milan cambia il suo presidente: a Franco Carraro, che inizia la sua carriera nelle massime organizzazioni calcistiche, subentra dapprima il suo vice Federico Sordillo, quindi il petroliere spezzino Albino Buticchi.

Si ritira dai campi di gioco Giovanni Trapattoni, mentre arrivano il difensore Giuseppe Sabadini e l'attaccante Albertino Bigon. Il campionato vedrà ancora il Milan (sempre guidato in panchina da Nereo Rocco) piazzarsi secondo a un punto dalla Juventus, non senza violente polemiche per un rigore assegnato contro i rossoneri a Cagliari il 12 marzo 1972 dall'arbitro Alberto Michelotti. L'unica conseguenza delle dichiarazioni avvelenate di Gianni Rivera sarà la squalifica del capitano.[senza fonte]

In Coppa UEFA, denominazione assunta a partire da questa stagione dalla vecchia Coppa delle Fiere, dopo il passaggio gestionale alla confederazione europea, il Milan arriva in semifinale, persa contro il Tottenham Hotspur (2-1 in Inghilterra e 1-1 a San Siro), poi vincitore del trofeo. La semifinale (raggiunta anche nell'edizione 2001-2002) è il miglior piazzamento ottenuto dal Milan in questa competizione.

In Coppa Italia invece arriva la vittoria, per la seconda volta nella storia del club, il 5 luglio 1972, nella finale all'Olimpico di Roma contro il Napoli, sconfitto 2-0 con rete di Roberto Rosato e autorete del napoletano Dino Panzanato. Nel corso della manifestazione il Milan aveva eliminato sia l'Inter che la Juventus fresca campione d'Italia.

1972-1973: la Fatal Verona e l'accoppiata Coppa Italia-Coppa delle Coppe

 
La rosa del Milan]nella stagione 1973-1974, con la Coppa delle Coppe e la Coppa Italia vinte nel 1972-1973

Nella stagione 1972-1973, la squadra, affidata alla guida di Cesare Maldini con Rocco in qualità di direttore tecnico e rinforzata in estate con l'arrivo dell'ala Luciano Chiarugi, parte bene in campionato grazie all'apporto di un attacco prolifico. Alla fine saranno 65 le reti realizzate, con una media di più di due a partita. Nel corso dell'annata i rossoneri si rendono autori di alcune goleade, come il 9-3 inflitto all'Atalanta il 15 ottobre 1972,[5] che costerà di fatto ai bergamaschi la retrocessione al termine del campionato per la differenza reti, chiuso a pari punti con Roma, Sampdoria e Vicenza. La partita contro l'Atalanta è quella con il record di reti segnate complessivamente in Serie A.

 
Nereo Rocco e Luciano Chiarugi

Nella prima parte di campionato Rivera e compagni sono secondi alle spalle della Lazio di Tommaso Maestrelli, prima di competere con i romani e la Juventus. A marzo il Milan ha guadagnato tre punti di vantaggio sulle concorrenti, e la sconfitta del 22 aprile all'Olimpico contro la Lazio rende decisiva l'ultima giornata disputata il 20 maggio 1973, con il Milan avanti di un punto rispetto alle rivali.

Nel frattempo (16 maggio) i rossoneri a Salonicco conquistano la seconda Coppa delle Coppe (in altrettante partecipazioni) in finale contro il Leeds United battuto grazie a un gol di Chiarugi su punizione dopo tre minuti. Il cammino del Milan verso la finale si era incrociato con quello di Red Boys Differdange (eliminati al primo turno con un netto 7-1), Legia Varsavia (su cui i rossoneri avevano avuto la meglio solo nei tempi supplementari degli ottavi), Spartak Mosca e Sparta Praga, eliminate grazie a vittorie di misura, rispettivamente nei quarti e in semifinale.

Le scorie della partita contro gli inglesi si fanno sentire nelle gambe dei calciatori nel successivo turno di campionato,[senza fonte] l'ultimo, giocato quattro giorni dopo. Allo Stadio Marcantonio Bentegodi di Verona i rossoneri perdono per 5-3 e vengono sorpassati dalla Juventus. Questo episodio fu soprannominato la Fatal Verona. Gianni Rivera vince la classifica marcatori, ennesimo successo personale della sua carriera, insieme a Giuseppe Savoldi e Paolo Pulici. La vittoria in contemporanea di tre giocatori del titolo di capocannoniere è un evento rimasto unico nella storia della Serie A.

Un mese dopo il Milan mette in bacheca la sua terza Coppa Italia, vinta contro la Juventus dopo i calci di rigore. I rossoneri, inseriti direttamente nella seconda fase a gironi della competizione, erano giunti alla finale prevalendo su Atalanta, Napoli e Cagliari.

Il triennio 1973-1976: finalista in Supercoppa europea, Coppa delle Coppe e Coppa Italia

Nella stagione 1973-1974 la squadra, quasi la stessa dell'anno precedente, non ottiene gli stessi risultati del precedente campionato, e ad aprile il tecnico Nereo Rocco lascia la panchina del Milan dopo sette anni venendo sostituito da Trapattoni. I rossoneri chiudono il campionato con al 7º posto.

A gennaio il Milan prende parte, in qualità di detentore della Coppa delle Coppe, alla Supercoppa europea contro i campioni d'Europa dell'Ajax. I rossoneri vincono a San Siro per 1-0 e perdono nel ritorno ad Amsterdam per 6-0.

In Coppa delle Coppe, invece, i rossoneri di Trapattoni arrivano nuovamente in finale dopo aver eliminato Dinamo Zagabria, Rapid Vienna, PAOK Salonicco e Borussia Mönchengladbach. Sul prato di Rotterdam (sede della finale) i tedeschi orientali del Magdeburgo vincono per 2-0.

Il presidente Buticchi decide di affidare la panchina a Gustavo Giagnoni nella stagione 1974-1975.

In campionato la squadra ottiene il 5º posto, utile per l'accesso alla Coppa UEFA.

In Coppa Italia il Milan supera il girone di semifinale a dispetto di Inter e Juventus e si qualifica per la finale di Roma contro la Fiorentina. Il 28 giugno, sul prato dell'Olimpico, la squadra milanese, priva di Rivera, perde per 3-2.

Terminata la presidenza Buticchi, il timone della società passa a Bruno Pardi, che a sua volta alla fine della stagione cederà le redini del club a Vittorio Duina. La squadra, affidata all'esordiente Giovanni Trapattoni, disputa un campionato in cui arriva, nel mese di aprile, ad insidiare le torinesi dominatori del campionato. I rossoneri chiudono il torneo al 3º posto.

In Coppa UEFA il cammino si chiude dopo il doppio confronto con il Club Brugge nei quarti di finale, poi battuto in finale dal Liverpool.

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Una formazione del Milan 1976-1977

1976-1977: 10º posto e la 4ª Coppa Italia

Nel 1976-1977 il Milan, dopo le cessioni di Romeo Benetti e Luciano Chiarugi, disputa una stagione culminata con l'esonero del tecnico Giuseppe Marchioro. A due giornate dalla fine i rossoneri si trovano al terzultimo posto, prima che due vittorie contro Catanzaro e Cesena, con Nereo Rocco di nuovo in panchina nelle ultime due gare, evitino la retrocessione: il Milan chiude decimo a 3 punti dalla zona retrocessione. In questo campionato la squadra totalizza 17 pareggi in 30 partite, un record che sarà successivamente battuto dall'Udinese nel campionato 1982-1983, con 20 pareggi.

In Coppa UEFA il cammino del Milan si interrompe agli ottavi. Dopo aver superato trentaduesimi e sedicesimi di finale, a spese rispettivamente di Dinamo Bucarest e Akademik Sofija i rossoneri vengono eliminati dall'Athletic Bilbao (che arriverà in finale, dove sarà superato dalla Juventus per la regola dei gol fuori casa) nonostante la vittoria per 3-1 di Milano. Determinante è la sconfitta per 4-1 dell'andata.

In Coppa Italia il Diavolo giunge in finale classificandosi primo in entrambi i gironi di qualificazione. Il 3 luglio 1977, sul terreno di San Siro, l'Inter viene sconfitta per 2-0 grazie ai gol di Aldo Maldera e Giorgio Braglia. È la quarta Coppa Italia della storia rossonera.

 
Gianni Rivera (con la Coppa Italia vinta nel 1977), si ritira dal calcio giocato dopo diciannove stagioni con la maglia rossonera

1977-1978: il 4º posto con Liedholm

Con Nils Liedholm ritornato in panchina e molti giovani, la squadra chiude il campionato 1977-1978 al 4º posto, dopo aver trascorso metà campionato al vertice della classifica. Il 23 aprile 1978, a Verona, nella gara vinta per 2-1, esordisce in Serie A Franco Baresi, futuro capitano del Milan per due decenni.

In questa stagione il Milan partecipa per la quarta volta nella sua storia alla Coppa delle Coppe: dopo le tre finali raggiunte in altrettante partecipazioni, questa volta i rossoneri escono subito al primo turno sconfitti dal Betis Siviglia.

1978-1979: lo scudetto della stella e l'addio di Rivera

Il decimo scudetto, a distanza di undici anni dal precedente, arriva nel 1978-1979, l'ultima stagione da calciatore per Gianni Rivera, che supera le 500 presenze in maglia rossonera e si ritira con la stella e il tricolore sulla maglia. In quest'anno esordisce da titolare Franco Baresi.

La formazione di Liedholm conquista 9 punti su 10 nelle prime cinque giornate. Dopo la sconfitta alla sesta giornata contro i detentori della Juventus (0-1), il Milan chiude il girone d'andata in vetta. Nel girone di ritorno i rossoneri calano di rendimento, e al derby, in svantaggio per 2-0 a 10 minuti dalla fine, riescono a pareggiare con due reti di De Vecchi. Alla venticinquesima e ventiseiesima giornata i rossoneri escono imbattuti dallo scontro diretto fuori casa contro il Perugia e battono la domenica successiva il Torino, che a lungo era stata la terza forza del campionato, per 3-0. La certezza matematica dello scudetto della stella arriva alla penultima giornata nella gara casalinga contro il Bologna. Il Perugia (secondo classificato), chiude il campionato imbattuto, prima tra le squadre italiane a riuscire in una simile impresa (eguagliata proprio dai rossoneri scudettati nel 1991-1992 e dalla Juventus 2011-2012).

Stefano Chiodi mette a segno pochi gol quasi esclusivamente su rigore, mentre il terzino Aldo Maldera segna 9 reti.

In campo europeo il Milan non va oltre gli ottavi di finale di Coppa UEFA: i rossoneri, dopo aver superato trentaduesimi e sedicesimi di finale rispettivamente ai danni di Lokomotíva Košice e Levski Sofija, vengono sconfitti in terra inglese 3-0 dal Manchester City dopo il 2-2 di San Siro.

Il Totonero e le due retrocessioni in Serie B (1979-1982)

A cavallo fra gli anni settanta e gli anni ottanta il Milan vive un periodo segnato da due retrocessioni in Serie B, le prime della storia rossonera, e dallo scandalo del Totonero.

1979-1980: la retrocessione d'ufficio

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Enrico Albertosi, portiere del Milan e della Nazionale, coinvolto nello scandalo del calcio-scommesse

Nella stagione 1979-1980, a seguito allo Scandalo calcio-scommesse 1980 e dopo il terzo posto finale (a cinque punti dall'Inter campione), la squadra viene retrocessa in Serie B. Le sentenze della giustizia sportiva (C.A.F.) prevedono: retrocessione del Milan in Serie B (insieme alla Lazio); inibizione a vita per il presidente Felice Colombo; squalifiche ai calciatori Enrico Albertosi, Giorgio Morini e Stefano Chiodi, rispettivamente di quattro anni, un anno e sei mesi. La partita incriminata è Milan-Lazio del 6 gennaio 1980 (vinta sul campo 2-1 dal Milan). Si scoprì successivamente, con l'indagine della magistratura ordinaria, che Felice Colombo aveva pagato le vincite sulle scommesse relative a quella partita con assegni, e ad incastrarlo furono le loro matrici. La giustizia ordinaria assolve tutti i protagonisti di quella vicenda, in quanto non ci fu truffa ai danni degli scommettitori.[senza fonte]

Questa stagione vede anche il ritorno del Milan in Coppa dei Campioni: l'avventura dei rossoneri termina al primo turno in seguito ad una sconfitta casalinga per 1-0 inflittagli dal Porto.

1980-1981: la risalita in Serie A

Nel 1980-1981 la squadra risale in Serie A vincendo il campionato di Serie B (50 punti in 38 gare, con 18 vittorie, 14 pareggi, 6 sconfitte, 49 gol fatti, 29 gol subiti), sotto la presidenza Morazzoni, con Roberto Antonelli capocannoniere del campionato. L'allenatore, come nella stagione precedente, è Massimo Giacomini (il quale lascia la guida tecnica della squadra a promozione matematicamente raggiunta, prima dell'ultimo turno di campionato a Pescara, dove a guidare la squadra in panchina subentra Italo Galbiati). In campionato il Milan perde sei partite: due in casa contro Sampdoria e Pisa (entrambe per 0-1), quattro in trasferta contro Foggia (1-0), Pescara (1-0), Palermo (3-1) e Taranto (3-0), quest'ultimo retrocesso in Serie C1 al termine della stagione. La sconfitta subita a Taranto è la prima del Milan in Serie B, il 7 dicembre 1980. I rossoneri battono poi gli ionici per 4-0 nella partita di ritorno a Milano.

In Coppa Italia, inserito nello stesso girone dell'Inter contro cui perde 0-1, il Milan non supera la prima fase, come i nerazzurri. Le altre squadre del girone sono Avellino (che si qualifica per migliore differenza reti), Palermo e Catania. Il trofeo viene vinto dalla Roma, dei futuri milanisti Agostino Di Bartolomei e Carlo Ancelotti. A fine stagione la squadra partecipa al primo Mundialito per club, vinto dall'Inter.

1981-1982: la seconda retrocessione e la Mitropa Cup

Nella stagione 1981-1982 la società è ceduta a Giuseppe Farina, in carica dal 19 gennaio 1982 e già in precedenza presidente del Vicenza.

Al termine della stagione retrocede nuovamente in Serie B, questa volta sul campo, a seguito di un'annata conclusa con il terz'ultimo posto in classifica, un punto sotto la coppia formata da Cagliari e Genoa, maturato negli ultimi minuti del campionato (24 punti in 30 partite). Franco Baresi è assente per quattro mesi durante la stagione, e durante la sua assenza dal campo la squadra totalizzò 8 punti in 12 partite mentre con lui ne fece 16 in 18 partite. La stagione del Milan parte con il raduno venerdì 17 luglio 1981. Il campionato vede un inizio con due pareggi ed una vittoria nelle prime tre giornate ed un finale con tre vittorie e due pareggi nelle ultime cinque partite. Tra ottobre e metà aprile arrivano tre vittorie, sei pareggi e tredici sconfitte, con la squadra che arriva anche a toccare l'ultimo posto in classifica.

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Joe Jordan, attaccante del Milan nel periodo 1981-1983

Anche se all'ultima giornata la vittoria sul Cesena sembra risparmiare la squadra dalla nuova retrocessione, in Napoli-Genoa, a cinque minuti dal termine, con i partenopei sicuri dell'ingresso in UEFA anche in caso di pareggio (avrebbero concluso il campionato a pari punti con l'Inter, ma davanti agli interisti per gli scontri diretti), il portiere del Napoli, Luciano Castellini, commette un errore (definito dallo stesso sito ufficiale del Genoa un "pasticciaccio brutto")[senza fonte] che regala al Genoa il calcio d'angolo da cui nasce il gol del 2-2, di Mario Faccenda (tenuto in gioco da un difensore del Napoli), il quale sancisce, di fatto, la retrocessione del Milan. Questa seconda retrocessione in Serie B è l'unica sul campo in tutta la storia del club rossonero.

In quel campionato la squadra realizza 21 reti in 30 partite (solo il Como fece peggio, con 18 reti segnate) subendone 31, vincendo 7 partite, pareggiandone 10 e perdendone 13. Dei 10 pareggi 6 furono per 0-0, mentre delle 13 sconfitte 10 furono con un gol di scarto, e 6 per 1-0. Questa difficoltà nel trovare la via della rete (12 partite su 30, il 40% del totale, senza gol segnati e con diversi rigori sbagliati) è dovuta anche alla non positiva stagione dello scozzese Joe Jordan, che realizza solo 2 gol in 22 partite. Il migliore marcatore della squadra in campionato è Roberto Antonelli a segna 4 volte in 24 partite. Dopo la sconfitta interna contro l'Udinese (0-1), il 24 gennaio 1982 viene esonerato Luigi Radice e la squadra è affidata ad Italo Galbiati, il quale non riuscirà ad evitare la retrocessione. In questa stagione inoltre il Milan viene sconfitto in entrambi i derby di campionato con l'Inter (0-1 e 1-2). Dopo la sconfitta subita a Como per 0-2 (i lariani chiuderanno all'ultimo posto con appena tre vittorie in tutto il campionato ed in questa partita, tra l'altro, Roberto Antonelli sbaglia un rigore) e la contestazione dei tifosi alla squadra, le due successive gare interne contro Ascoli (0-0, con un rigore sbagliato da Sergio Battistini) e Roma (1-2) furono disputate in campo neutro a Verona. Con i tre punti per la vittoria (all'epoca presenti solo in Inghilterra, in Italia sarebbero stati introdotti nella stagione 1994-1995) Milan (7 vittorie, 10 pareggi, 13 sconfitte) e Genoa (6 vittorie, 13 pareggi, 11 sconfitte) avrebbero concluso il campionato a pari punti, ed in base agli scontri diretti, a retrocedere sarebbe stato il Genoa.

In Coppa Italia, come l'anno prima, la squadra è inserita nello stesso girone dell'Inter, da cui viene eliminata dopo il 2-2 subito all'89' nello scontro diretto. I nerazzurri vinceranno poi la competizione.

I calciatori rossoneri scesi in campo a Cesena il 16 maggio 1982 sono: Piotti; Tassotti; Maldera; Battistini; Minoia; Baresi; Romano (87' Venturi); Novellino; Jordan; Evani (75' Moro); Antonelli. Da segnalare la presenza in organico di Fulvio Collovati (che non disputò quella partita) e Franco Baresi, campioni del mondo in Spagna circa due mesi dopo, di Mauro Tassotti ed Alberigo Evani, protagonisti dei successi del Milan negli anni a venire, del capitano Aldo Maldera, campione d'Italia con la Roma l'anno successivo, e di Francesco Romano, campione d'Italia con il Napoli nel 1986-1987.

Quattro giorni prima della retrocessione (il 12 maggio) la squadra vince la Coppa Mitropa 1981-1982.

La presidenza Farina (1982-1986)

1982-1983: promozione in Serie A con record di reti segnate

Nella stagione 1982-1983 il Milan, sotto la guida dell'allenatore Ilario Castagner, affronta il suo secondo campionato nella serie cadetta e lo vince totalizzando 54 punti in 38 gare, con 19 vittorie, 16 pareggi, 3 sconfitte, 77 gol fatti e 36 gol subiti. La squadra, durante l'estate, viene rivoluzionata: di essa fanno già parte Franco Baresi, capitano a 22 anni, Mauro Tassotti, Alberigo Evani che saranno poi protagonisti delle vittorie della squadra negli anni a venire; Walter Novellino, Aldo Maldera (ceduto alla Roma), Roberto Antonelli, Fulvio Collovati (ceduto all'Inter, in cambio di Aldo Serena, Giancarlo Pasinato, Nazzareno Canuti) e Ruben Buriani sono ceduti; tra i nuovi arrivi ci sono, oltre a Serena, Vinicio Verza ed Oscar Damiani.

In Coppa Italia la squadra sconfigge sia il Genoa che il Cagliari, che lo avevano condannato alla retrocessione nell'ultimo turno del campionato precedente con i loro pareggi, e viene successivamente eliminato dal Verona nei quarti, poi battuto in finale dalla Juventus, con due pareggi. Nel secondo Mundialito per club, vinto dalla Juventus, regge il confronto con tutte le formazioni incontrate.

Il 7 novembre 1982 arriva la sconfitta interna in campionato contro la Cavese (1-2). La partita di ritorno, a Cava de' Tirreni, finisce invece 2-2. Le altre sconfitte stagionali sono quelle di Como (1-0) e Perugia (3-2) in campionato e quella a Torino contro la Juventus (2-1) nel girone eliminatorio di Coppa Italia. In campionato realizza 77 reti in 38 partite: un record per la Serie B. Il calciatore più presente nelle due stagioni del Milan in Serie B è Sergio Battistini, con 74 presenze e 16 reti complessive nei due campionati.

1983-1984: 8º posto e quarti di finale di Coppa Italia

Nella stagione 1983-1984, che vede il Milan ritornare nella massima serie, arrivano l'anglo-giamaicano Luther Loide Blissett, il belga Eric Gerets, Filippo Galli e Luciano Spinosi. La squadra chiude il campionato appaiato alla Sampdoria e all'Hellas Verona all'ottavo posto per differenza reti ed al sesto per classifica avulsa (32 punti in 30 partite, 10 vittorie, 12 pareggi, 8 sconfitte, 37 gol fatti, 40 gol subiti). Questi i risultati degli scontri diretti: Milan-Verona 4-2 e 1-1, Milan-Sampdoria 2-1 e 1-1, Sampdoria-Verona 1-0 e 0-1. Verso la fine del torneo Castagner, accordatosi da tempo con l'Inter in vista della successiva stagione, è sollevato dall'incarico e la squadra viene affidata ancora una volta ad Italo Galbiati.

In Coppa Italia i rossoneri si fermano ai quarti di finale dopo il doppio confronto con la Roma (1-1 all'Olimpico e 1-2 dopo i tempi supplementari a San Siro), poi vincitrice del trofeo.

1984-1985: 5º posto e finale di Coppa Italia

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Ray Wilkins
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Nils Liedholm alla sua terza ed ultima esperienza sulla panchina rossonera

Nell'estate 1984 il presidente Farina fa tornare il tecnico Nils Liedholm, reduce dai trionfi ottenuti con la Roma, ed acquista gli attaccanti Pietro Paolo Virdis e Mark Hateley. In più arrivano il regista del Manchester United Ray Wilkins, il libero Di Bartolomei dalla Roma e il portiere Terraneo. I rossoneri terminano la stagione al 5º posto che garantisce l'accesso alla Coppa UEFA, davanti alla Juventus (con cui aveva concluso il campionato a pari punti, 36, ma fu davanti ai torinesi per gli scontri diretti: Milan-Juventus 3-2 e 1-1) e alla Roma, tornando dopo sei anni alla vittoria di un derby in campionato e raggiungendo la finale di Coppa Italia dopo aver eliminato il Napoli, la Juventus campione d'Europa e l'Inter. L'atto conclusivo della manifestazione vede i rossoneri perdere contro la Sampdoria (primo successo della società blucerchiata). È questa la stagione dell'esordio con il Milan di Paolo Maldini, avvenuto il 20 gennaio a Udine.

1985-1986: 7º posto, la contestazione e il rischio del fallimento

L'estate del 1985 vede l'acquisto dalla Juventus del campione del mondo e Pallone d'oro 1982 Paolo Rossi, il quale va a formare un tridente d'attacco con Virdis ed Hateley. La squadra inizia bene la stagione in Coppa Italia e campionato, veleggiando per l'intero girone d'andata tra la seconda e la terza posizione alle spalle della capolista Juventus.

A dicembre il presidente Giuseppe Farina, a seguito dell'eliminazione agli ottavi di Coppa UEFA per mano dei belgi dello Zulte Waregem, subìsce una dura contestazione dai tifosi.[senza fonte] Con l'avvento del nuovo anno la Federazione riscontra una situazione economica pesante: la società è stracolma di debiti e rischia il fallimento se essi non verranno ripianati. La Guardia di Finanza scopre in seguito che non sono stati versati i contributi IRPEF.[senza fonte]

L'avvento di Berlusconi (1986) e gli Immortali di Sacchi (1987-1991)

Con l'avvento di Silvio Berlusconi, dopo una stagione di transizione, nasce il team soprannominato gli Immortali di Arrigo Sacchi, secondo la rivista inglese World Soccer, la squadra di club migliore di tutti i tempi[6], composta da alcuni giocatori che, conclusa la carriera agonistica, sarebbero diventati allenatori di vari club e Nazionali di calcio. La squadra vince due Coppe dei Campioni consecutive (ultima a riuscirci) oltre allo scudetto (che mancava da nove anni), una Supercoppa Italiana, due Ssupercoppe Europee e due Coppe Intercontinentali. In questo periodo, inoltre, il Milan riesce a far piazzare per due anni di fila (1988 e 1989) tre suoi giocatori sui tre gradini più alti del podio del Pallone d'oro.

1986: Berlusconi acquista il club

Nel 1986 Farina si dimette e si alternano varie cordate, fino a quando non diviene azionista di maggioranza della società l'imprenditore milanese Silvio Berlusconi, proprietario dell'azienda Fininvest, il quale acquista la società il 20 febbraio 1986 e, divenutone presidente il 24 marzo, ripiana il deficit economico. Il nuovo presidente conferisce la funzione di amministratore delegato della società ad Adriano Galliani e si avvale di un organico dirigenziale che vede Ariedo Braida nelle vesti di direttore generale.

In campionato la squadra accusa un calo nel finale e manca il piazzamento in Coppa UEFA. Nell'estate seguente il discorso d'apertura della stagione pronunciato da Berlusconi chiarisce i propositi della nuova dirigenza: «Dobbiamo diventare la squadra più forte del mondo con un gioco spettacolare».[senza fonte]

In questa annata Inter e Milan chiudono il campionato al sesto ed al settimo posto, divise da un punto, quindi fuori dalla zona UEFA e dalle Coppe europee. La vittoria della Roma in Coppa Italia (così come era già avvenuto due e cinque anni prima) contro la Sampdoria consente all'Inter di entrare in Coppa UEFA ed evitare ad una delle due milanesi di restare fuori dalle Coppe europee della stagione successiva. Questa situazione, infatti, da quando esistono le Coppe Europee moderne, cioè dal 1955-1956, non si è mai verificata: almeno una delle due squadre ha sempre giocato in Europa, caso unico in Italia per le città dove ci sono due squadre di calcio che militano od hanno militato in Serie A (Roma, Milano, Torino, Genova, Verona).

 
Marco van Basten, Pallone d'Oro in tre occasioni

Con il nuovo proprietario il club rossonero passa dal rischio del fallimento[senza fonte] alla vittoria della Coppa dei Campioni in poco più di tre anni e mezzo.

1986-1987: l'esordio del nuovo Milan con Virdis capocannoniere e l'addio di Liedholm

In vista della stagione 1986-1987 Berlusconi avvia il ricambio della squadra. Vengono acquistati giocatori come Roberto Donadoni, Daniele Massaro, Giovanni Galli, Giuseppe Galderisi e Dario Bonetti. Ancora una volta guidata da Nils Liedholm, la squadra a primavera perde posizioni, così lo svedese è esonerato e sostituito da Fabio Capello. Il giovane tecnico prima conduce la squadra al quinto posto finale a pari merito con la Sampdoria, poi conquista la qualificazione alla Coppa UEFA battendo i blucerchiati a Torino in uno spareggio (1-0 dopo i tempi supplementari). In Coppa Italia il Milan è sconfitto per due volte ed eliminato dal Parma. La stagione è da ricordare anche per la vittoria di Pietro Paolo Virdis del titolo di capocannoniere con 17 realizzazioni, a quattordici anni dall'ultima affermazione di un milanista (Gianni Rivera) in tale graduatoria. A fine stagione la squadra vince il terzo Mundialito per club.

1987-1988: l'11º scudetto

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Ruud Gullit, Pallone d'oro 1987

Nell'estate del 1987 Berlusconi affida l'incarico di allenatore ad Arrigo Sacchi: il nuovo tecnico può contare su un organico giovane composto da una difesa guidata dal capitano Franco Baresi e composta da Paolo Maldini, Alessandro Costacurta, in alternativa a Filippo Galli, e Mauro Tassotti; un portiere di nome Giovanni Galli, già al Milan nella stagione precedente; un centrocampo formato da Roberto Donadoni, Angelo Colombo e Carlo Ancelotti; un attacco che annovera i due fuoriclasse olandesi Marco van Basten e Ruud Gullit, Pallone d'oro 1987, e l'italiano Pietro Paolo Virdis. Questo organico gli consentirà di lottare in campionato con il Napoli.

 
Arrigo Sacchi

In campionato la partita con la Roma, vinta 1-0, diventa uno 0-2 a tavolino per un petardo che aveva colpito il portiere romanista Franco Tancredi. Il 3 gennaio 1988 vince a San Siro lo scontro diretto contro i partenopei (4-1). Da qui in avanti gli uomini di Sacchi realizzano una rimonta in classifica completata con un nuovo successo sul Napoli al San Paolo (3-2 firmato due volte da Virdis e da van Basten) e si laureano campioni d'Italia dopo la partita con il Como. In campionato la squadra perde sul campo solo la sfida interna contro la Fiorentina (0-2) oltre a quella a tavolino con la Roma. È l'undicesimo scudetto per il Diavolo.

In Coppa Italia la squadra esce ai primi turni e in Coppa UEFA viene eliminata al secondo turno per mano dell'Espanyol vincitore per 2-0 a San Siro.

1988-1989: campione d'Europa e la prima Supercoppa italiana

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Da sinistra: Frank Rijkaard, Marco Van Basten e Ruud Gullit.

Nella stagione 1988-1989 ai due olandesi se ne aggiunge un terzo, Frank Rijkaard, a spese dell'argentino Claudio Borghi. A quasi quarant'anni di distanza dal Gre-No-Li si forma così un altro trio milanista di attaccanti stranieri.

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Franco Baresi, capitano del Milan dal 1982 al 1997.

In questa stagione il Milan si rende protagonista in Coppa dei Campioni: dopo aver superato ai sedicesimi il Vitosha Sofia con un complessivo 7-2, nel ritorno del secondo turno contro la Stella Rossa Belgrado (l'andata a Milano era finita 1-1) sul campo scende una fitta nebbia, che induce l'arbitro tedesco Pauly a sospendere a norma di regolamento la partita dopo che, a visibilità già quasi nulla, gli slavi erano passati in vantaggio e Virdis era stato espulso. Da quel momento il Milan inanella una serie di risultati positivi, eliminando nell'ordine la Stella Rossa ai rigori nella ripetizione della gara, il Werder Brema e il Real Madrid. Contro gli spagnoli, dopo una gara di andata giocata al Bernabéu e finita 1-1 con gol di Hugo Sanchez e Van Basten, i rossoneri sconfiggono le merengues con uno storico[senza fonte] 5-0 a San Siro grazie ai gol di Ancelotti, Rijkaard, Gullit, van Basten e Donadoni. La finale del 24 maggio 1989 mette di fronte il Diavolo e i rumeni della Steaua Bucarest, già campioni d'Europa nel 1985-1986. Di fronte ai quasi centomila sostenitori rossoneri accorsi al Camp Nou di Barcellona il Milan sconfigge gli avversari per 4-0: già in vantaggio per 3-0 alla fine del primo tempo grazie alla doppietta di Gullit e ad una rete di van Basten, i ragazzi di Sacchi arrotondano il risultato nella seconda frazione di gioco con un altro gol del centravanti olandese premiato nel dicembre 1988 con il Pallone d'oro e conquistano così la terza Coppa dei Campioni della storia del Milan, a venti anni di distanza dall'ultimo successo europeo. In questa stagione la squadra rossonera si aggiudica anche la prima edizione della Supercoppa Italiana, battendo per 3-1 la Sampdoria.

In campionato il Diavolo giunge terzo alle spalle di Inter e Napoli.

1989-1990: il tris di coppe internazionali, la seconda fatal Verona e finale di Coppa Italia

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Frank Rijkaard

Nella stagione 1989-1990 il Milan sfiora il cosiddetto treble[ai tempi era già noto così?], ovvero la tripla vittoria di campionato, coppa nazionale e Coppa dei Campioni.

I rossoneri si confermano campioni d'Europa dopo aver sconfitto in finale il Benfica per 1-0 con gol di Rijkaard, mandando in campo lo stesso undici schierato nella finale dell'anno precedente ad eccezione di Evani che sostituisce Donadoni. Durante il cammino i rossoneri eliminano l'HJK Helsinki grazie ad un complessivo 5-0, il Real Madrid battuto con un complessivo di 2-1, i belgi del Mechelen superati 2-0 ai supplementari della gara di ritorno a San Siro dopo lo 0-0 dell'andata e il Bayern Monaco eliminato grazie ad una rete di Stefano Borgonovo sempre nei tempi supplementari.

In questa stagione, inoltre, il Milan vince Supercoppa europea (1-1 e 1-0 nel doppio confronto con il Barcellona) e si aggiudica anche la Coppa Intercontinentale (superati i colombiani del Nacional Medellín per 1-0 con la punizione vincente di Evani nei tempi supplementari), proclamandosi così la squadra Campione del mondo dopo vent'anni esatti dalla sua prima volta.

Il campionato è conquistato dal Napoli con due punti di vantaggio sui rossoneri. Alla 25ª giornata, approfittando di un calo del Napoli capolista (5 punti in 6 gare), il Milan passa al comando della classifica. L'8 aprile 1990 i rossoneri sono bloccati sullo 0-0 dal Bologna al Dall'Ara come i partenopei, che terminano con lo stesso risultato l'incontro contro l'Atalanta a Bergamo. Nel corso della partita del Napoli una monetina colpisce dagli spalti Alemao, il quale, consigliato in tal senso, rinuncia[senza fonte] a riprendere il gioco. Il giudice sportivo assegna così la vittoria al Napoli per 2-0 a tavolino, consentendogli di raggiungere il Milan in vetta alla graduatoria. Le due squadre proseguono a pari merito sino alla 33ª giornata, in cui i rossoneri vengono sconfitti per 1-2 fuori casa in favore del Verona (che la settimana dopo, perdendo l'ultima partita di campionato, retrocederà in Serie B). La seconda "fatal Verona" della storia milanista si concretizza all'89', quando il gol del veronese Pellegrini decreta il sorpasso dei campani, che espugnano il campo del Bologna e la settimana successiva si laureano Campioni d'Italia. Nella partita del Bentegodi si segnalano le quattro espulsioni di Rijkaard, van Basten, Costacurta e Sacchi. Tre giorni dopo, il Milan perderà, in casa, anche la Coppa Italia (0-1 contro la Juventus), dopo lo 0-0 della finale di andata. Marco van Basten si afferma nella classifica dei cannonieri con 19 centri. L'olandese vince il Pallone d'oro per la seconda volta consecutiva. A salire sul podio del trofeo che incorona il miglior giocatore dell'anno solare secondo i giurati di France Football ci sono anche altri due rossoneri: il capitano Baresi e Rijkaard rispettivamente secondo e terzo.

1990-1991: bis Intercontinentale, 2ª Supercoppa Europea e la squalifica dalle coppe

 
Arrigo Sacchi e Franco Baresi con la Coppa Intercontinentale vinta dal Milan nel 1989

Nel 1990-1991 arrivano la terza Intercontinentale (3-0 ai paraguaiani dell'Olimpia Asunción) superati grazie ad una doppietta di Rijkaard e ad un gol di Stroppa) e la seconda Supercoppa europea, questa volta a spese della Sampdoria (1-1 nella gara di andata firmato Mychajlyčenko ed Evani e 2-0 al ritorno firmato Gullit e Rijkaard).

In campionato il Milan si piazza secondo insieme all'Inter, a cinque punti dalla Sampdoria Campione d'Italia. Le sorti del Diavolo sono decise dalle sconfitte subite proprio contro i doriani, sia a San Siro per 1-0 sia a Marassi per 2-0. In Coppa Italia i rossoneri sono eliminati in semifinale dalla Roma.

In Coppa dei Campioni il Milan supera gli ottavi a spese del Brugge. Nella partita di ritorno dei quarti di finale giocata a Marsiglia contro l'Olympique e disputata il 20 marzo 1991, dopo che la partita di andata si era conclusa sul punteggio di 1-1, a pochi minuti dalla fine della gara di ritorno, e con il Milan in svantaggio per 1-0, si spegne uno dei riflettori dello stadio; l'amministratore delegato Adriano Galliani fa uscire i giocatori dal campo in segno di protesta, motivando il gesto con l'impossibilità, a sua detta, di continuare a giocare per via della scarsa visibilità. Malgrado la funzionalità del riflettore sia poi ripristinata, il Milan non torna in campo. In seguito all'accaduto la società è poi squalificata per un anno dalle Coppe europee per comportamento antisportivo.[senza fonte]

Dopo quattro stagioni di successi, Arrigo Sacchi lascia la panchina del Milan per diventare Commissario tecnico della Nazionale italiana, poi finalista al Campionato mondiale di calcio 1994.

Gli Invincibili di Capello (1991-1996)

Dal 1991 al 1996 il Milan conosce un altro ciclo vincente sotto la guida di un nuovo alleantore, Fabio Capello, già giocatore e poi dirigente rossonero. Gli Invincibili di Capello (soprannome coniato in virtù[senza fonte] di un campionato concluso senza subire sconfitte) si aggiudicano in cinque stagioni quattro scudetti, tre Supercoppe italiane, una Champions League (partecipando a tre finali consecutive) e una Supercoppa europea.

1991-1992: lo scudetto del record senza sconfitte

 
Fabio Capello

Nel 1991-1992 la squadra è guidata da Fabio Capello, già sulla panchina rossonera nella stagione 1986-1987, quando era stato chiamato a sostituire Nils Liedholm a campionato in corso. Il Milan, fuori dalle Coppe europee dopo la notte di Marsiglia, vince il campionato. In testa alla classifica fin dall'inizio del torneo, guadagna il titolo d'inverno e conquista lo scudetto con un campionato da record, inaugurando un'epoca ricca di successi che porterà la squadra ad essere soprannominata Gli Invincibili. Oltre ai 56 punti guadagnati – con i due punti assegnati per vittoria – il Milan termina il torneo senza subire alcuna sconfitta (22 vittorie e 12 pareggi). Solo il Perugia era riuscito, nel 1978-1979, in tale impresa, ma era giunto secondo, proprio alle spalle dei rossoneri. Prima dell'introduzione del girone unico (avvenuta nel 1929-1930), l'impresa di vincere un campionato senza subire sconfitte era riuscita al Genoa, nel 1922-1923. Il record sarà poi raggiunto dalla Juventus nella stagione 2011-2012. Sempre nella stagione stagione 1991-1992 i rossoneri segneranno 74 gol (alla media di oltre 2 gol a gara), con alcune goleade come il 5-0 al Napoli, del 5-1 ai campioni in carica della Sampdoria o dell'8-2 rifilato al Foggia. Van Basten è capocannoniere con 25 realizzazioni, una quota che mancava nella Serie A da ventisei anni.

La Coppa Italia del Milan si ferma alle semifinali contro la Juventus, contro cui subisce l'unica sconfitta stagionale (0-1 a Torino nella gara di ritorno, con un rigore sbagliato da Franco Baresi, dopo lo 0-0 dell'andata). Il trofeo sarà poi vinto dal Parma.

Questo è l'ultimo anno di sponsorizzazione del gruppo assicurativo Mediolanum dopo cinque stagioni. Al suo posto subentra l'azienda alimentare Motta.

1992-1993: ancora campione d'Italia, Supercoppa italiana e vicecampione d'Europa

Dopo lo scudetto dei record del 1992, durante la campagna acquisti estiva arrivano in società calciatori come Jean Pierre Papin, Zvonimir Boban, Dejan Savićević, Stefano Eranio, Fernando De Napoli e Gianluigi Lentini. C'è da annoverare l'addio al calcio giocato di Carlo Ancelotti che intraprende subito la carriera di allenatore in qualità di vice di Arrigo Sacchi.

Nel 1992-1993 Capello è capace di prolungare la striscia di partite senza sconfitte fino a 58 incontri (iniziata e conclusa contro il Parma) e di mettere in bacheca il 13º alloro nazionale, il secondo consecutivo, così come la seconda Supercoppa italiana (vinta per 2-0 sul Parma) nella storia del club. Come nel precedente torneo, gli uomini di Fabio Capello vanno subito in testa e non si fanno più raggiungere. Dopo tredici giornate il Milan perde van Basten a causa dei persistenti problemi fisici. Operato in Belgio all'indomani della quaterna contro il Göteborg, il cigno di Utrecht rientrerà in campo cinque mesi più tardi e vince il Pallone d'oro a fine anno solare, per la terza volta: è stato il terzo calciatore, dopo Cruijff e Platini e prima di Messi, a riuscire nell'impresa. Laureatisi campione d'inverno, i rossoneri chiudono al comando con una giornata d'anticipo. In Coppa Italia il cammino si interrompe in semifinale contro la Roma dopo aver eliminato l'Inter ai quarti.

In campo continentale il Diavolo vince 10 partite su 10 nella Champions League 1992-1993 (nuovo nome della competizione), segnando 23 reti e subendone una sola e approdando così in finale. Nell'ultimo atto della competizione giocato a Monaco di Baviera i ragazzi di Capello affrontano l'Olympique Marsiglia, perdendo per 1-0 con gol di Basile Boli. I rossoneri avevano eliminato Olimpija Ljubljana, Slovan Bratislava, PSV Eindhoven, Porto e Göteborg (quest'ultimo sconfitto 4-0 al Meazza grazie ad una quaterna di van Basten). L'incontro coi francesi segna l'ultima apparizione su un campo di calcio del centravanti olandese afflitto da problemi alla caviglia che si ritirerà solo all'inizio della stagione 1994-1995.

Diversi anni dopo la finale tra Milan e Marsiglia alcuni giocatori del team francese dichiareranno di aver assunto sostanze dopanti prima del match coi rossoneri[7].

1993-1994: lo storico double scudetto-Champions League e la 3ª Supercoppa italiana

Finale Champions League 1994

Atene, Stadio Olimpico, 18 maggio 1994

Milan - Barcellona 4-0

Marcatori: Massaro   22’   45’, Savicevic   47’, Desailly   58’.

MILAN: S. Rossi, Tassotti, Panucci, Albertini, F. Galli, Maldini (83' Nava), Donadoni, Desailly, Boban, Savicevic, Massaro. Allenatore: Capello.

BARCELLONA: Zubizarreta, Ferrer, Guardiola, Vaquero, Nadal, R. Koeman, Sergi (72' Estebaranz), Amor, Romario, Stoichkov, Beguiristain (52' Eusebio). Allenatore: Crujiff.

Arbitro: Don (Inghilterra)
Ammoniti: Tassotti, Massaro, Panucci, Albertini (M), Bakero, Nadal e Sergi (B).
Spettatori: 55,000

Anche la stagione 1993-1994 comincia con sostanziosi mutamenti del parco giocatori. Finita l'era degli olandesi (Gullit e Rijkaard sono stati ceduti, van Basten è prossimo al ritiro dopo una serie di infortuni), dopo tredici anni lascia il Milan anche Alberigo Evani, mentre Gianluigi Lentini, vittima di un grave incidente automobilistico, è fuori squadra per tutta la stagione. Sono acquistati Brian Laudrup, Florin Răducioiu, Christian Panucci, Alessandro Orlando e, ad ottobre, Marcel Desailly che svolgerà un ruolo di centrocampista arretrato. Marco Simone diventa stabilmente titolare e determinanti risultano le reti di Jean Pierre Papin, Pallone d'oro 1991, e di Daniele Massaro.

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Daniele Massaro: anche grazie alla sua doppietta in finale contro il Barcellona, il Milan può mettere le mani sulla sua 5ª Coppa dei Campioni.

In Coppa dei Campioni riscatta la sconfitta contro l'Olympique de Marseille patita nella finale dell'anno precedente, conquistando così il suo quinto titolo europeo nella finale di Atene, il 18 maggio 1994. Dopo aver superato il girone formato da Porto, Werder Brema e Anderlecht in cui i rossoneri si qualificano al primo posto, gli uomini di Capello giungono alla finale (dopo la vittoria in semifinale per 3-0 sul Monaco) contro il Barcellona senza i difensori Baresi e Costacurta (entrambi squalificati). Il Milan vince 4-0 (doppietta di Massaro e gol di Savicevic e Desailly) che rappresenta il maggiore scarto mai registrato in una finale di Coppa dei Campioni/Champions League. Unitamente al successo continentale il Milan sale sulla vetta nazionale per la quattordicesima volta nella sua storia, ottenendo il terzo scudetto consecutivo con due giornate d'anticipo. Il club rossonero supera così l'Inter per numero di scudetti conquistati, diventando la seconda squadra italiana per titoli nazionali vinti, alle spalle solo della Juventus.

Il successo è accompagnato da altri numeri da record, fra cui ne spiccano due: quello del portiere Sebastiano Rossi, che al 40' della partita di campionato contro il Foggia del 27 febbraio 1994 stabilisce il nuovo primato di imbattibilità per un portiere di Serie A (929 minuti, primato italiano, battendo il precedente record di Dino Zoff del 1972) e quello relativo alle reti subite, 15 in 34 gare, la cifra più bassa mai registrata nei campionati a 18 squadre. Il Milan conquista poi la terza Supercoppa italiana a Washington a spese del Torino (1-0 con rete di Simone), non riuscendo poi a conquistare né la Supercoppa europea (sconfitto 2-0 dal Parma) né la Coppa Intercontinentale (sconfitto 3-2 dal San Paolo), disputate al posto dello squalificato Marsiglia.

Il Milan del 1993-1994 e l'Inter del 1964-1965 e del 2009-2010 sono le uniche squadre italiane ad aver vinto lo scudetto e la Coppa dei Campioni/Champions League nella stessa stagione.

1994-1995: Supercoppa italiana ed europea, la 3ª finale consecutiva in Champions

Nel 1994-1995 l'inizio è favorevole: ad agosto arriva il primo trofeo in bacheca, la quarta Supercoppa italiana vinta a scapito della Sampdoria ai rigori. L'inizio stagione vede il ritorno di Gullit dopo un'annata con la maglia dei doriani. È proprio l'olandese a mettere a segno il gol del momentaneo pareggio contro la sua ex-squadra. Viene definitivamente ceduto alla squadra di Genova nel novembre 1994 dopo 9 presenze e 4 gol. In campionato la squadra si classifica al quarto posto; la stagione viene macchiata dal comportamento di un tifoso che, durante la trasferta a Genova per la partita contro il Genoa durante uno scontro tra le due tifoserie, uccide con una coltellata Vincenzo Spagnolo, un sostenitore della squadra genovese.

Nel dicembre 1994 a Tokyo, contro gli argentini del Vélez Sarsfield allenati da Carlos Bianchi, i milanisti perdono la Coppa Intercontinentale a seguito di una sconfitta per 2-0. Il gruppo si aggiudica in seguito prima la Supercoppa europea, a febbraio 1995, contro l'Arsenal (0-0 ad Highbury e 2-0 al Meazza firmato Boban e Massaro) e proseguendo il suo cammino in Champions League. Nella fase a gironi la squadra si piazza seconda nel proprio raggruppamento dietro il giovane Ajax di Louis van Gaal. Due sconfitte, entrambe opera dell'Ajax, e la squalifica del campo per un incidente di cui fu vittima il portiere avversario in Milan-Austria Salisburgo 3-0 (le ultime due partite furono disputate in campo neutro allo Stadio Nereo Rocco di Trieste) non impediscono ai milanisti di qualificarsi per gli ottavi di finale, dove superano il Benfica. In semifinale i rossoneri eliminano il Paris Saint-Germain del futuro rossonero George Weah, vincendo per 1-0 a Parigi con rete di Boban nei minuti di recupero dopo un'azione di contropiede guidata da Savićević e Massaro, e per 2-0 a Milano con una doppietta del serbo. Raggiungono, così, per la quinta volta in sette anni (terza consecutiva), la finale di UEFA Champions League. Al Prater di Vienna, il 24 maggio 1995, il Milan si presenta senza Savićević, acciaccato, e affronta ancora gli olandesi dell'Ajax, che vincono per 1-0 una gara equilibrata risolta da un gol del futuro milanista Patrick Kluivert a cinque minuti dal termine. È la prima volta nella storia della Coppa dei Campioni che due squadre si incontrano in finale dopo essersi già affrontate nella stessa stagione nella stessa competizione.

Marco Simone è autore di 17 gol in 30 presenze in campionato, e insieme a Savićević guida la squadra al quarto posto in campionato, condizionato da un girone di andata sotto tono, visti i numerosi infortuni e le assenze dettati dalla fatica del Mondiali statunitensi dell'estate precedente.

Questo è il primo anno di sponsorizzazione Opel subentrata a Motta, casa dolciaria presente sulla casacca rossonera nei due anni precedenti.

1995-1996: il 15º scudetto, l'addio di Van Basten e la partenza di Capello

La formazione titolare vincitrice del 15º scudetto.

La stagione 1995-1996, l'ultima del ciclo di Capello, si apre con l'acquisto di Roberto Baggio, Pallone d'oro 1993, dalla Juventus e di George Weah, centravanti liberiano proveniente dal Paris Saint-Germain, Pallone d'oro, FIFA World Player e Calciatore africano dell'anno 1995. Marco van Basten invece, dopo più di due anni di inattività a causa dei problemi alla caviglia, decide di ritirarsi all'età di 30 anni. È questa la stagione di esordio in rossonero di Massimo Ambrosini, centrocampista diciottenne, futuro capitano.

Weah è autore di 11 reti, che fa reparto con Baggio ed ancora con Marco Simone. Il Milan si insedia subito in vetta alla classifica dopo la vittoria casalinga contro la Juventus alla sesta giornata. Chiude dunque la stagione con l'ennesimo trionfo, lo scudetto, il quarto in cinque anni e il quindicesimo per la società. Il campionato i rossoneri chiudono con 8 punti di vantaggio dalla Juventus e con la miglior difesa del torneo, concedendosi goleade come il 7-1 inflitto alla Cremonese. In Coppa UEFA l'avventura del Milan finisce ai quarti con l'eliminazione per mano del Bordeaux di Zinedine Zidane e del futuro acquisto Christophe Dugarry. A fine stagione l'allenatore goriziano decide di lasciare il Milan per andare al Real Madrid, mettendo fine ad una lunga serie di successi, fra i quali quattro titoli nazionali e una Champions League.

Nel 1996 nasce il sito web ufficiale del club rossonero: Acmilan.com.

Tabárez e i ritorni di Sacchi e Capello: la crisi (1996-1998)

Tra il 1996 e il 1998, dopo un ciclo vincente a livello nazionale ed europeo durato dieci anni, il Milan conosce due stagioni conclusesi con un 11º e un 10º posto rispettivamente nelle stagioni 1996-1997 e 1997-1998, e un'eliminazione dalla Champions League 1996-1997.

1996-1997: 11ª in Serie A, Tabarez, il ritorno di Sacchi e l'addio di Baresi

Nell'estate 1996 il Milan affida la conduzione tecnica all'allenatore uruguaiano Oscar Tabárez. I nuovi acquisti – Christophe Dugarry, Edgar Davids, Michael Reiziger, Pietro Vierchowod, Jesper Blomqvist (da gennaio) ed il portiere Angelo Pagotto – si aggiungono ad un impianto come quello composto dai campioni d'Italia dell'anno precedente: Franco Baresi, Dejan Savićević, Roberto Baggio, Mauro Tassotti, Sebastiano Rossi, Zvonimir Boban, George Weah, Paolo Maldini, Demetrio Albertini, Marco Simone, Alessandro Costacurta e Marcel Desailly. La squadra rimane sostanzialmente invariata rispetto alla stagione precedente, come testimonia l'esiguo numero di cessioni. Dei calciatori regolarmente impiegati nel campionato appena trascorso soltanto uno lascia il Milan: Roberto Donadoni.

Dopo nove stagioni di successi la squadra inizia male la stagione, perdendo a San Siro contro la Fiorentina (1-2) nella partita valevole per l'assegnazione della Supercoppa Italiana. Nei successivi incontri, il bilancio delle prime undici giornate di campionato è negativo. Il 1º dicembre 1996, a seguito della sconfitta in trasferta contro il Piacenza (3-2) nell'undicesima giornata del campionato 1996-1997, Tabárez è esonerato e sostituito da Arrigo Sacchi, di nuovo al timone della squadra rossonera dopo i successi di alcuni anni prima ed appena dimessosi dall'incarico di commissario tecnico della Nazionale italiana. Pochi giorni dopo il ritorno di Sacchi il Milan è eliminato dalla Champions League nella fase a gironi in virtù di una sconfitta per 2-1 nella decisiva gara interna contro il Rosenborg, quando ai rossoneri bastava un pareggio per passare il turno. Il campionato è pure caratterizzato dalla sconfitta a San Siro contro la Juventus per 6-1 il 6 aprile 1997, cui seguirà, la settimana successiva, un 3-1 subito nel derby contro l'Inter. L'annata termina l'11º posto, distante da un piazzamento valido per l'ingresso in una competizione europea, con 11 vittorie e 13 sconfitte.

In Coppa Italia la squadra viene eliminata ai quarti di finale dal Vicenza, poi vincitrice finale del trofeo, con due pareggi: 1-1 a San Siro e 0-0 al Menti.

Alla fine della stagione lasciano il Milan Arrigo Sacchi, il capitano Franco Baresi e il vice-capitano Mauro Tassotti, che danno l'addio al calcio rispettivamente dopo venti e diciassette anni in rossonero. Per la prima volta nella storia del calcio italiano, in onore del capitano Baresi, la società decide di ritirare la maglia numero 6.

1997-1998: Il ritorno di Capello e il 10º posto in Serie A

Anche nel 1997-1998 il club di via Turati si affida ad un altro ex allenatore rossonero, Fabio Capello, che nella stagione precedente aveva vinto la Liga con il Real Madrid. Ad affiancare capitan Maldini e compagni arrivano dal mercato Christian Ziege, Ibrahim Ba, Patrick Kluivert, Giampiero Maini, Massimo Taibi, Winston Bogarde, Maurizio Ganz (da dicembre), Jesper Blomqvist, Steinar Nilsen, Andreas Andersson, Leonardo, Filippo Maniero (quest'ultimo da gennaio) e ritorna Roberto Donadoni. Viene invece ceduto Edgar Davids, proveniente nel 1996 dall'Ajax e girato alla Juventus.

Libero da impegni europei, il Milan naviga in zone di medio-bassa classifica, terminando al 10º posto con un bilancio di 11 vittorie e 12 sconfitte. L'annata è caratterizzata dalla sconfitta per 5-0 rimediata il 3 maggio 1998 contro la Roma all'Olimpico.

In Coppa Italia, dopo essersi imposta per 5-0 nell'andata dei quarti di finale nel derby contro l'Inter, la squadra perde in finale contro la Lazio: dopo la vittoria per 1-0 a San Siro (rete di Weah direttamente su rinvio del portiere Rossi), i rossoneri sono sconfitti per 3-1 all'Olimpico dopo essere passati in vantaggio grazie ad una punizione di Albertini. L'ultima rete che consegna la coppa ai biancocelesti è messa a segno dal futuro rossonero Alessandro Nesta. A fine stagione il tecnico goriziano lascia la panchina rossonera.

Il Milan di Zaccheroni (1998-2001)

Il periodo tra la fine del XX secolo e l'inizio del XXI vede il Milan ancora Campione d'Italia nel primo anno in cui la conduzione tecnica è affidata ad Alberto Zaccheroni. Due stagioni dopo l'allenatore è Cesare Maldini, subentrato a campionato in corso, che guida la squadra alla vittoria per 6-0 nel derby contro l'Inter.

1998-1999: il 16º scudetto nell'anno del centenario

 
Oliver Bierhoff, bomber dello scudetto del 1999.
 
Christian Abbiati, portiere dello scudetto del 1999.

Nell'estate del 1998 la società affida la panchina ad Alberto Zaccheroni, tecnico reduce dall'esperienza all'Udinese con cui aveva raggiunto il terzo posto utilizzatore del modulo 3-4-3. Zaccheroni porta con sé l'attaccante Oliver Bierhoff, capocannoniere dell'ultima stagione di Serie A, e il terzino di fascia destra Thomas Helveg. Sul fronte nuovi arrivati ci sono anche Roberto Ayala, Luigi Sala, Bruno N'Gotty, Federico Giunti ed Andres Guglielminpietro. Nella stagione 1998-1999, la prima sulla panchina del Milan, l'allenatore romagnolo conquista dello scudetto, con cui viene festeggiato il centenario della squadra. La formazione-tipo del Milan campione d'Italia è composta da: Abbiati (ventunenne divenuto titolare nell'ultima partita del girone di andata in seguito all'espulsione di Rossi); Sala, Costacurta, Maldini; Helveg, Albertini, Ambrosini (giovanissimo e futuro capitano del Milan), Guglielminpietro; Boban (Leonardo), Bierhoff, Weah.

In campionato il Milan, non impegnato nelle coppe europee, giunge al 4º posto utile per l'accesso in Champions League. Nell'ultima parte del campionato la squadra di Zaccheroni riesce a inanellare sette vittorie consecutive (tra cui il 2-0 di Torino ai danni della Juventus). Grazie anche ai gol del centravanti tedesco Oliver Bierhoff (20), di Maurizio Ganz (5 che fruttano 8 punti) e di George Weah (8) e complici alcuni passi falsi della Lazio di Eriksson, avanti sette punti a sette gare dal termine del campionato, il Milan vince il suo 16º scudetto. Il sorpasso sulla formazione capitolina si compie alla penultima giornata (Fiorentina-Lazio 1-1, Milan-Empoli 4-0), mentre all'ultima il vantaggio è mantenuto grazie alla vittoria in trasferta contro il Perugia in cui Abbiati si rende protagonista di una parata a pochi minuti dalla fine che preserva il 2-1 ottenuto grazie alle reti di Bierhoff e Gulielminpietro.

In Coppa Italia il cammino dei rossoneri si interrompe ancora una volta contro la Lazio agli ottavi di finale (3-1 all'Olimpico e 1-1 a Milano).

A fine stagione, dopo aver vinto il suo sesto scudetto in dieci stagioni con la maglia rossonera, Roberto Donadoni dà l'addio al calcio.

1999-2000: 3º posto e Ševčenko capocannoniere

 
Andrij Ševčenko, capocannoniere della Serie A nel suo anno di esordio in Italia

Già nel maggio 1999 la società di via Turati raggiunge con la Dinamo Kiev un accordo per il trasferimento al Milan del giovane attaccante ucraino Andrij Ševčenko, capocannoniere della Champions League 1997-1998. La punta ucraina risulterà decisiva per le sorti della squadra per i successivi sette anni e, nel dicembre 2004, conquisterà anche il Pallone d'oro, sempre con la maglia rossonera. Altri arrivi sono quelli di Diego De Ascentis, José Antonio Chamot, José Mari, Taribo West, Gennaro Ivan Gattuso e Serginho. Sul fronte delle partenze, invece, è da ricordare quella di George Weah il quale, sempre meno utilizzato dal tecnico Zaccheroni, decide di trasferirsi al Chelsea durante il calciomercato di gennaio.

In agosto il Milan manca il primo obiettivo stagionale, la Supercoppa di Lega, persa contro il Parma al Meazza. Nel proprio raggruppamento di Champions League vince una partita su sei (tre pareggi e due sconfitte). Nella gara decisiva contro i turchi del Galatasaray, pur trovandosi in vantaggio e ormai qualificato a tre minuti dalla fine, viene prima raggiunto e poi superato dai padroni di casa. È così eliminato già nel girone eliminatorio, che qualifica ai primi due posti Hertha Berlino e Chelsea. Sfugge anche il terzo posto in classifica, che viene conquistato dal Galatasaray, il quale è ammesso in Coppa UEFA 1999-2000 a scapito dei rossoneri (il club turco avrebbe poi vinto la manifestazione sotto la guida di Fatih Terim, futuro allenatore del Milan).

Il Diavolo chiude al terzo posto a undici punti dalla Lazio campione, non riuscendo mai a inserirsi nella lotta al vertice tra i laziali e la Juventus, entrambi sconfitti dai rossoneri nel corso del torneo. Ševčenko, con 24 gol, vince la classifica marcatori al suo primo anno in Italia, impresa prima riuscita solo a Michel Platini. Il bilancio dei derby è di una vittoria e una sconfitta, sempre con il punteggio di 2-1. In Coppa Italia il Milan è eliminato ai quarti di finale dall'Inter (andata: Milan-Inter 2-3, ritorno: Inter-Milan 1-1).

Il 16 dicembre 1999 si svolge un gala per festeggiare i cento anni del club. La serata condotta da Jerry Scotti e Simona Ventura si svolge all'Alcatraz di Milano e va in onda su Mediaset. Al gala partecipano autorità, vip, molti dei protagonisti della storia del club rossonero e i giocatori della rosa. Nel corso della cerimonia vengono premiati, a seguito di un sondaggio tra i lettori di Forza Milan! e TV Sorrisi e Canzoni: Nereo Rocco come "allenatore rossonero del secolo" (premio ritirato dal figlio Bruno), Fabio Cudicini come "portiere rossonero del secolo", Gianni Rivera come "centrocampista rossonero del secolo" (premio ritirato dall'ex compagno di squadra Giovanni Lodetti) e Marco van Basten come "attaccante rossonero del secolo". Franco Baresi riceve invece due premi: il primo come "difensore rossonero del secolo" e il secondo come "milanista del secolo". Infine, l'incontro Milan-Barcellona (4-0) della finale di UEFA Champions League 1993-1994 è votata dai tifosi "partita del secolo". Nella stessa data nasce Milan Channel, il primo canale televisivo tematico italiano interamente dedicato ad una squadra di calcio.

2000-2001: 6º in serie A. Da Zaccheroni a Cesare Maldini e il derby vinto 6-0

 
Nelson Dida, nuovo portiere del Milan decisivo nella Champions League 2002-2003 parando tre rigori nella finale di Manchester.

Per la stagione 2000-2001 vengono acquistati Nelson Dida, Gianni Comandini (capocannoniere del precedente campionato cadetto), il difensore brasiliano Roque Júnior e Fernando Redondo, fresco campione d'Europa col Real Madrid costretto a scendere in campo in pochissime circostanze con il Milan perché perennemente afflitto da problemi fisici; Luca Saudati e Francesco Coco, prodotti del vivaio rossonero, vengono inseriti nella rosa della prima squadra.

In agosto il Milan affronta e supera vittoriosamente il turno preliminare di Champions League contro i croati della Dinamo Zagabria, assicurandosi così l'accesso al tabellone principale. La competizione prosegue con le vittorie contro Beşiktaş (4-1) e Barcellona (battuto per 2-0 al Camp Nou). Nella seconda fase della Champions, nelle prime cinque partite, la squadra ottiene una vittoria e tre pareggi. Nell'ultimo incontro giocato a marzo, costretto alla vittoria interna contro il Deportivo La Coruña, non va oltre l'1-1 ed è perciò estromesso dalla massima competizione europea per club: svanisce così la possibilità di disputare la finale nel proprio stadio. L'eliminazione costa la panchina a Zaccheroni, che è sostituito da Cesare Maldini, vecchia gloria rossonera e padre di Paolo. Cesare Maldini è affiancato da Mauro Tassotti, ex calciatore del Milan, che gli fa da vice. Maldini padre esordisce con un 4-0 interno contro il Bari, e alla fine il Milan si piazza al 6º posto in Serie A, qualificandosi per la Coppa UEFA. Vince il derby in trasferta contro l'Inter per 6-0 l'11 maggio 2001 grazie alle doppiette di Comandini e Ševčenko (ancora autore di 24 reti in campionato) e ai gol di Federico Giunti e Serginho; è dalla nascita del campionato di Serie A a girone unico (stagione 1929-1930) che un derby di Milano non termina con uno scarto così ampio. Curiosamente Comandini con l'Inter segna le uniche due reti di un campionato caratterizzato, sotto il profilo personale, da numerosi infortuni; un evento simile era accaduto a Paolo Rossi nel 1985-1986: anche lui segnò le uniche due reti in campionato in un derby, finito 2-2.

Il percorso in Coppa Italia dei rossoneri si ferma in semifinale, dove il Milan è eliminato dalla Fiorentina guidata da turco Terim, poi vincitrice del trofeo (andata: Milan-Fiorentina 2-2, ritorno: Fiorentina-Milan 2-0).

Gli anni di Ancelotti (2001-2009) e il Milan di Leonardo (2009-2010)

Con l'arrivo del tecnico Carlo Ancelotti (subentrato nella stagione 2001-2002 a Fatih Terim dopo pochi mesi) si apre per il Milan un ciclo di otto stagioni, alcune delle quali caratterizzate da vittorie sia nazionali che internazionali. Durante questo periodo, in cui la società viene anche coinvolta nello scandalo di Calciopoli, il Milan diventa la prima squadra al mondo per numero di titoli internazionali conquistati: 18, a pari merito col Boca Junior. Sul finire del decennio, dopo aver conquistato uno scudetto, una Supercoppa italiana, una Coppa Italia, due Champions League, due Supercoppe europee e un Mondiale per club, Ancelotti lascia la panchina al brasiliano Leonardo, già giocatore e dirigente del Milan con il quale attraverserà una stagione prima di ritornare a vincere con Massimiliano Allegri.

2001-2002: 4º posto e semifinale di Coppa UEFA, da Terim ad Ancelotti

 
Filippo Inzaghi, acquisto di spicco dell'estate 2001 insieme a Manuel Rui Costa.

Nell'estate 2001 la dirigenza di via Turati decide di puntare sull'allenatore turco Fatih Terim, nella stagione precedente alla Fiorentina. In rossonero arrivano giocatori come Manuel Rui Costa e Filippo Inzaghi (pagati rispettivamente 80 e 75 miliardi di lire), più Javi Moreno e Cosmin Contra, che pochi mesi prima avevano condotto l'Alavés alla finale della Coppa UEFA, e il turco Ümit Davala. Nella lista dei nomi nuovi compaiono anche Martin Laursen e gli ex interisti Andrea Pirlo (scambiato alla pari con Andrés Guglielminpietro) e Cristian Brocchi.

A novembre il Milan si ritrova già fuori dalle prime cinque posizioni della classifica della Serie A. A seguito della sconfitta in trasferta contro il Torino, il 4 novembre Terim è esonerato e sostituito da uno degli Immortali di Sacchi, Carlo Ancelotti, nuovamente in rossonero ma in qualità di allenatore. Nonostante la squadra sia falcidiata da una serie di infortuni (tra i quali quelli del capitano Maldini, di Inzaghi e di Ševčenko), l'allenatore emiliano riesce a guidare la squadra alla semifinale di Coppa UEFA, dove il Milan è eliminato dal Borussia Dortmund (seconda semifinale di sempre nella competizione, dopo trenta anni). Nella partita di andata in Germania, che il Milan perde 4-0, tre delle quattro reti sono realizzate da Marcio Amoroso, il quale arriverà in rossonero alcuni anni dopo. Al ritorno il Milan tenta la rimonta: l'incontro finisce con una vittoria per 3-1 non sufficiente a consentire il passaggio del turno.

In campionato il Milan guadagna il quarto posto, risultato che dà l'accesso ai preliminari di Champions League.

In Coppa Italia il Milan viene eliminato in semifinale dalla Juventus.

Nel corso dell'annata la formazione titolare del Milan, schierata secondo il 4-3-1-2, è la seguente: Abbiati; Contra, Costacurta, Laursen, Kaladze; Gattuso, Albertini, Serginho; Rui Costa; Ševčenko, Inzaghi. Nell'ultima parte della stagione il posto di Albertini è insediato da Pirlo, futuro punto di riferimento tattico della squadra.

2002-2003: campione d'Europa e 5ª Coppa Italia

 
Alessandro Nesta, uno dei rigoristi di Manchester.

Nell'estate 2002 lascia il Milan Demetrio Albertini, da anni titolare del centrocampo. Partono anche i due acquisti della stagione precedente, Javi Moreno e Contra, mentre arrivano tre giocatori a parametro zero: il brasiliano Rivaldo, Pallone d'oro 1999, proveniente dal Barcellona, il centrocampista Clarence Seedorf, proveniente dall'Inter in uno scambio alla pari con Francesco Coco, e l'attaccante danese Jon Dahl Tomasson dal Feyenoord. Dalla Lazio, invece, viene acquistato per 32 milioni di euro il difensore Alessandro Nesta.

Per il Milan la stagione 2002-2003 è quella del ritorno alle vittorie dopo quattro anni senza successi. Carlo Ancelotti utilizza il modulo "ad albero di Natale" (il 4-3-2-1) anche per far convivere nella stessa formazione giocatori come Clarence Seedorf, Andrea Pirlo, Manuel Rui Costa e Rivaldo e anche per sopperire all'assenza, di inizio campionato, dell'infortunato Ševčenko. Pirlo è schierato come regista davanti alla linea difensiva, affiancato a centrocampo da un altro ex nerazzurro, Clarence Seedorf, e da Gattuso quale interditore. La difesa è composta da Paolo Maldini e Alessandro Nesta, affiancati da K'akhaber K'aladze e Dario Simic, con Alessandro Costacurta (che tornerà titolare nel finale di stagione) pronto a subentrare. L'attacco è affidato a Filippo Inzaghi mentre Andrij Ševčenko resterà fermo nella prima parte della stagione a causa di un infortunio e verrà sostituito da un altro nuovo arrivato, il danese Jon Dahl Tomasson. Il portiere è il brasiliano Dida, divenuto titolare durante l'andata del preliminare contro lo Slovan Liberec per un infortunio di Christian Abbiati. L'estremo difensore torna al Milan dopo la stagione 2000-2001; sulla fascia gioca invece Serginho, utilizzato spesso a partita in corso.

 
Paolo Maldini mentre alza la Champions League vinta il 28 maggio 2003 contro la Juventus all'Old Trafford
 
Le formazioni iniziali di Milan-Juventus, prima finale tra due squadre italiane della storia della Coppa dei Campioni.

Mentre in campionato, dopo un girone d'andata concluso con il titolo di campione d'inverno, la squadra rallenta il passo perdendo diversi punti e giungendo infine terza, in Champions League la squadra, trascinata dai gol di Inzaghi e Ševčenko, è artefice di un cammino più regolare. Ad agosto i ragazzi di Ancelotti guadagnano l'accesso al tabellone principale della manifestazione eliminando lo Slovan Liberec nel terzo turno preliminare grazie al gol segnato in trasferta (vittoria 1-0 a San Siro e sconfitta 2-1 a Liberec). Nelle due fasi successive i rossoneri vincono entrambi i gironi con due giornate di anticipo battendo Lens, Deportivo La Coruña (sconfitto 4-0 in spagna con tripletta di Inzaghi), Lokomotiv Moskva e anche avversari come Borussia Dortmund (sconfitto 1-0 in germania), Bayern Monaco (superato con un doppio 2-1) e i campioni in carica del Real Madrid che si arrendono a San Siro dopo un gol di Ševčenko. Nei quarti di finale il Milan trova l'Ajax. Dopo il pareggio 0-0 in Olanda nell'andata, nella partita di ritorno il risultato è fermo sul 2-2 (e quindi favorevole ai lanceri) fino all'ultimo minuto di gioco, quando un gol di Tomasson, che ribadisce in rete un pallonetto di Inzaghi, sancisce la qualificazione del Milan in virtù del 3-2 finale. La semifinale coincide con il primo derby di Milano nella storia della Coppa dei Campioni-Champions League. La prima partita, Milan-Inter, finisce 0-0, mentre nel ritorno, il punteggio finale è di 1-1 con Martins che pareggia a pochi minuti dal termine la rete di Ševčenko e con Abbiati (titolare al posto dell'infortunato Dida) che si rende protagonista, sempre sul finale di gara, di una parata che preserva il risultato e che consente ai rossoneri di superare il turno in virtù del gol segnato fuori casa, anche se i due incontri si sono giocati entrambi a San Siro. In finale, il 28 maggio, i rossoneri sconfiggono ai calci di rigore la Juventus nella prima finale della Coppa dei Campioni-Champions League con entrambe le contendenti italiane. La partita di Manchester termina a reti bianche dopo i tempi supplementari e viene decisa dal dischetto. Ai calci di rigore Dida para tre tiri, mentre Andrij Ševčenko (che si era visto annullare un gol durante il primo tempo) realizza il rigore decisivo che consegna al Milan il trofeo. Paolo Maldini alza la Coppa dei Campioni da capitano e in Inghilterra così come fece suo padre Cesare esattamente quarant'anni prima.

Tre giorni più tardi arriva la vittoria della Coppa Italia conquistata dopo aver eliminato Ancona, ChievoVerona e Perugia e aver superato in una doppia finale la Roma (4-1 all'Olimpico e 2-2 al Meazza). Si tratta della quinta Coppa Italia per i rossoneri, la prima sotto la gestione di Berlusconi, a ventisei anni dall'ultimo successo in tale competizione.

2003-2004: il 17º scudetto, 4ª Supercoppa europea e quarti di finale di Champions League

Per il 2003-2004 la squadra campione d'Europa si presenta ai nastri di partenza della nuova stagione con i rinforzi Cafu, Giuseppe Pancaro e Kaká, giovane brasiliano proveniente dal San Paolo.

 
La Curva Sud onora il 17º scudetto in Milan-Brescia 4-2 del 16 maggio 2004, ultima di campionato.

Battuta ai calci di rigore a New York dalla Juventus nella partita che assegna la Supercoppa Italiana, la squadra poche settimane dopo trionfa a Montecarlo nella Supercoppa europea contro il Porto che poi vincerà la Champions League, grazie a un gol di Ševčenko. In campionato lotta ai vertici con la Juventus e con la Roma. A dicembre sfida a Tokyo gli argentini del Boca Juniors per la Coppa Intercontinentale: la partita termina 1-1 dopo i tempi supplementari e si decide ai calci di rigore, dove i rossoneri perdono.

Il 21 dicembre Silvio Berlusconi, allora presidente del consiglio dei ministri, è obbligato a lasciare la carica di presidente del Milan a seguito dell'approvazione di una legge disciplinante i conflitti d'interesse.

 
Vessilli rossoneri sventolano in Piazza Duomo a Milano per il 17º scudetto

In seguito arriva la sconfitta casalinga contro l'Udinese (2-1) prima della sosta natalizia. Il nuovo anno inizia con il successo all'Olimpico contro la Roma (2-1 il 6 gennaio 2004), vittoria che già a gennaio porta i rossoneri in cima alla classifica in modo definitivo. Nei mesi successivi il Milan mantiene il primo posto e il 2 maggio, battendo ancora la Roma a San Siro (1-0 con gol di Andrij Ševčenko), si laurea campione d'Italia per la diciassettesima volta e con due turni d'anticipo sulla fine del torneo, distanziando la stessa formazione giallorossa. La festa per lo scudetto si tiene all'ultima giornata, il 16 maggio 2004, in occasione di Milan-Brescia (4-2).

Riguardo agli scontri diretti con le concorrenti, i rossoneri vincono tre delle quattro gare disputate contro Roma e Juventus e completano l'opera con le vittorie nei derby di andata e ritorno contro l'Inter. Andrij Ševčenko è di nuovo capocannoniere della Serie A dopo quattro anni.

In Champions League, dopo aver chiuso il primo turno al primo posto ed aver eliminato i cechi dello Sparta Praga (0-0 e 4-1) negli ottavi di finale, il Diavolo esce ai quarti eliminato dal Deportivo La Coruña: la gara di andata finita 4-1 allo stadio Meazza non basta perché al ritorno i rossoneri perdono per 4-0. In Coppa Italia la squadra di Ancelotti esce in semifinale contro la Lazio, poi vincitrice del trofeo.

2004-2005: 5ª Supercoppa italiana, 2º posto e la finale persa a Istanbul

 
Le formazioni iniziali di Milan e Liverpool scese in campo ad Istambul in occasione della cinquantesima finale di Champions League

Il 21 agosto 2004 i rossoneri battono la Lazio per 3-0 a San Siro e si aggiudicano la loro quinta Supercoppa di Lega, iniziando così la stagione 2004-2005.

I nuovi innesti sono Jaap Stam, Hernán Crespo e Vikash Dhorasoo. In campionato il Milan, campione d'Italia in carica, gareggia a lungo con la Juventus. Il 18 dicembre 2004 lo scontro diretto al Delle Alpi si chiude sullo 0-0. A decidere le sorti del campionato sarà il secondo scontro diretto, giocato l'8 maggio a San Siro: i bianconeri si impongono con il risultato di 1-0 e mettono le mani sullo scudetto, titolo che sarà conquistato e poi revocato alla Juventus dopo lo scandalo del calcio italiano 2006. Alla fine sono sette i punti di distacco tra i rossoneri e il club torinese.

In Champions League il Milan conclude al primo posto il proprio raggruppamento dopo aver battuto Barcellona, Celtic e Šachtar Donetsk. Di seguito elimina il Manchester United negli ottavi di finale (doppio 1-0 firmato Crespo), l'Inter nei quarti (successi per 2-0 grazie ai gol di Stam e Ševčenko in casa e 3-0 a tavolino nel ritorno a causa della sospensione della partita in seguito al lancio di fumogeni della curva interista quando il risultato era fermo sull'1-0 per i rossoneri grazie ad una rete dell'attaccante ucraino). In semifinale i rossoneri eliminano il PSV Eindhoven: dopo la vittoria per 2-0 a Milano (gol di Ševčenko e Tomasson), Massimo Ambrosini nella gara di ritorno al Philips Stadion, sul punteggio di 2-0 per gli olandesi, sigla di testa la rete del momentaneo 2-1 evitando i supplementari e rendendo inutile il terzo gol segnato pochi secondi più tardi da Phillip Cocu (ottenendo un complessivo 3-3 i rossoneri si qualificano grazie alla regola dei gol in trasferta). Il 25 maggio, nella finale di Istanbul, la decima nella storia rossonera, il Milan chiude il primo tempo in vantaggio per 3-0 contro il Liverpool, grazie ad una rete di Maldini (gol più veloce in una finale di Champions League), a una doppietta di Crespo; nel secondo tempo, invece, i rossoneri sono raggiunti sul 3-3 in sei minuti. La gara procede quindi ai tempi supplementari, dove il portiere polacco Jerzy Dudek compie un prodigioso salvataggio su un tiro ravvicinato di Ševčenko, e quindi ai calci di rigore, dove il Milan fallisce tre tiri dal dischetto, di cui l'ultimo, decisivo, proprio con l'attaccante ucraino.

A dicembre Andrij Ševčenko è eletto Pallone d'oro 2004.

2005-2006: semifinale di Champions e penalizzazione

 
Calciatori del Milan in tournée a Chicago nell'estate 2006

Partito Tomasson, nell'estate 2005 il Milan ingaggia il giovane attaccante Alberto Gilardino, secondo nella classifica cannonieri dei due campionati precedenti con la maglia del Parma, l'esterno ceco Marek Jankulovski, il centrocampista svizzero Johann Vogel e il centravanti Christian Vieri, proveniente dall'Inter, poi ceduto a gennaio al Monaco e sostituito dal brasiliano Marcio Amoroso.

Nel campionato 2005-2006 in casa la squadra otterrà 18 vittorie e un pareggio (1-1 contro la Sampdoria dopo un errore del portiere Dida), con risultati meno buoni in trasferta. Con questo rendimento nelle partite interne la squadra aveva eguagliato il record stabilito dal Grande Torino nel campionato 1948-1949, con 18 vittorie e un pareggio in 19 partite. Dopo aver inflitto ai bianconeri la loro prima e unica sconfitta in campionato (3-1 a San Siro il 29 ottobre 2005), nel girone di ritorno, con 16 vittorie in 19 gare, il Milan riduce da 14 a 3 i punti di svantaggio sulla squadra piemontese, chiudendo il campionato a 88 punti. Questo scudetto verrà poi non assegnato ai bianconeri ed assegnato, a differenza dell'anno precedente, all'Inter a tavolino, terza classificata dopo i risultati del campo.

In Champions League, dopo aver vinto il proprio girone con un punto di vantaggio sul PSV Eindhoven, l'8 marzo 2006 il Milan sconfigge il Bayern Monaco per 4-1 nel ritorno degli ottavi di finale di Champions League, eliminandolo dopo l'1-1 dell'Allianz Arena. Il club rossonero, così, diventa l'unica squadra europea ad aver partecipato ai quarti di finale della competizione in tutte le edizioni dal 2002-2003 al 2005-2006 (con tre semifinali, due finali e un successo), primato migliorato nella stagione seguente con l'ingresso alle semifinali, e poi alla vittoriosa finale, dell'edizione successiva della Champions League. Con questi risultati il club riesce a consolidare il suo primato nella classifica della UEFA. Ai quarti di finale il Milan estromette i francesi del Lione, pareggiando per 0-0 in Francia e battendo gli avversari per 3-1 a San Siro: sono decisive le reti nei minuti finali di Inzaghi e Ševčenko. Grazie a questo gol Ševčenko (che al termine della competizione sarà capocannoniere con 9 gol) diventa il miglior marcatore di tutti i tempi della Champions League. La squadra viene eliminata in semifinale dal Barcellona, poi vincitore del trofeo: nella partita di andata a San Siro vincono i blaugrana per 1-0 (gol di Giuly, mentre la partita di ritorno al Camp Nou (in cui pesa un gol annullato a Ševčenko che secondo la critica era regolare)[8] termina 0-0. Si tratta della seconda eliminazione del Milan in semifinale di Coppa dei Campioni-Champions League, dopo quella del 1956 subita a vantaggio del Real Madrid.

Nel maggio 2006 anche il Milan (oltre a Juventus, Lazio, e Fiorentina e altre squadre) è indagato nello scandalo di intercettazioni telefoniche che fanno presumere illeciti sportivi riguardanti la stagione 2004-2005.[9] La società rossonera è condannata ad una penalizzazione di 44 punti da scontare nel campionato 2005-2006, con conseguente esclusione dalle coppe europee (anche se sarebbe stato ammesso in Coppa UEFA poiché l'Empoli, promosso nella competizione dopo lo scandalo, non aveva la licenza UEFA quindi non poteva qualificarsi per competizioni internazionali) e 15 punti di penalizzazione, poi ridotti, da scontare nel campionato 2006-2007. Vengono inoltre puniti il vicepresidente Adriano Galliani con l'inibizione per un anno e l'addetto agli arbitri Leonardo Meani con l'inibizione per tre anni e sei mesi. A seguito della prima sentenza, i rossoneri ricorrono in appello alla Corte Federale la quale, il 25 luglio, riduce la penalizzazione per il campionato 2005-2006 a 30 punti, scalando il Milan alla terza posizione e consentendogli così di partecipare alla Champions League 2006-2007, seppur dal terzo turno preliminare.[10]

Il 15 giugno Sivio Berlusconi ritorna ad essere presidente del club, non ricoprendo più l'incarico di presidente del consiglio dei ministri. Questo è anche l'ultimo anno di sponsorizzazione Opel; al suo posto subentra l'azienda di scommesse Bwin.

2006-2007: la 7ª Coppa dei Campioni

 
Il Milan celebra la conquista della UEFA Champions League 2006-2007

Alla fine di maggio 2006 il Milan cede Manuel Rui Costa, il quale rescinde consensualmente il contratto per trasferirsi al Benfica, Jaap Stam, che torna in Olanda, e Andrij Ševčenko, passato al Chelsea. Per la sostituzione di quest'ultimo la società ingaggia il brasiliano Ricardo Oliveira dal Betis Siviglia. Pochi giorni più tardi, il 15 giugno, l'assemblea dei soci elegge per acclamazione Silvio Berlusconi presidente del Milan dopo un'assenza che durava dal 28 dicembre 2004, a seguito delle dimissioni per il divieto posto dalla legge antitrust.

A Berlino, il 9 luglio, cinque giocatori del Milan (Inzaghi, Nesta, Pirlo, Gattuso e Gilardino) si laureano Campioni del mondo con la Nazionale italiana, vincendo in finale contro la Francia i Mondiali di calcio Germania 2006.

Alla metà di agosto del 2006 il Milan, nell'ambito del processo per lo scandalo del calcio italiano, viene nuovamente deferito dal procuratore Palazzi per responsabilità oggettiva. L'addetto agli arbitri Leonardo Meani è deferito per omessa denuncia riguardo a una presunta combine nella partita Arezzo-Salernitana della Serie B 2004-2005. Il 2 agosto la UEFA decide di ammettere con riserva il Milan al terzo turno preliminare della Champions League 2006-2007 contro la Stella Rossa.[11] Superato il terzo turno preliminare (1-0 a San Siro e 2-1 a Belgrado), il Milan accede alla fase a gironi della competizione per l'ottava volta negli ultimi dieci anni.

Dopo un inizio in campionato che consente alla squadra di azzerare rapidamente la penalizzazione di 8 punti, in Champions League i rossoneri si impongono nel loro girone eliminatorio composto da AEK Atene, Anderlecht e Lille e conquistando con due turni d'anticipo il primo posto (raggiunto per il quinto anno consecutivo) e conseguentemente, l'accesso agli ottavi di finale.

 
Formazione iniziale del Milan laureatosi campione d'Europa 2007

Nel nuovo anno la dirigenza porta in rossonero il brasiliano Ronaldo, che non potrà giocare in Champions League, proveniente dal Real Madrid e il campione del mondo Massimo Oddo, terzino prelevato dalla Lazio.

Mentre in Coppa Italia è eliminato in semifinale dalla Roma, poi vincitrice della competizione, in ambito europeo il Milan prosegue il proprio cammino superando (0-0 e 1-0 a San Siro) il Celtic Glasgow negli ottavi di finale grazie ad un gol di Kaká nei tempi supplementari. Il Milan accede così ai quarti di finale di Champions per la quinta volta negli ultimi cinque anni, unica tra le squadre europee presenti anche ai quarti di finale dell'edizione precedente del torneo. Superato nei quarti il Bayern Monaco all'Allianz Arena dopo il 2-0 firmato Seedorf e Inzaghi, il Diavolo approda alle semifinali di Champions per la terza stagione consecutiva (quarta semifinale nelle ultime cinque stagioni). Qui il Milan supera il Manchester United che, dopo aver avuto la meglio nella gara d'andata all'Old Trafford (3-2), viene sconfitto per 3-0 a San Siro nel ritorno subendo le reti di Kaká (già autore di una doppietta all'andata), Seedorf e Gilardino. Il club rossonero conquista così l'accesso all'undicesima finale della propria storia in Coppa Campioni-Champions League, la terza negli ultimi cinque anni, confermandosi secondo club europeo nella classifica delle finali disputate alle spalle del Real Madrid (dodici). Nella finale dello Stadio Olimpico di Atene, il 23 maggio, i rossoneri si ritrovano opposti al Liverpool, come nel 2005. È la seconda volta nella storia della Coppa dei Campioni-Champions League che due squadre si affrontano in finale a pochi anni di distanza; la stessa cosa accadde tra Real Madrid e Stade Reims, avversarie nel 1956 e nel 1959. A differenza della finale di Istanbul di due anni prima, questa volta a vincere è il Milan, che batte per 2-1 gli inglesi al termine di una partita caratterizzata dalla doppietta di Filippo Inzaghi cui segue, nel finale, il gol del Liverpool con Dirk Kuijt, che non impedisce al capitano Paolo Maldini di sollevare nuovamente, a quattro anni di distanza, la sua quinta Coppa dei Campioni, la settima per il club di via Turati, la quinta in vent'anni per il club rossonero. Kaká si laurea inoltre capocannoniere del torneo con 10 gol.

In campionato, dove perde entrambi i derby a venticinque anni di distanza dall'ultima volta, il primo per 3-4 e il secondo per 2-1, il club raggiunge il piazzamento tra le prime quattro con due turni di anticipo. L'Inter campione d'Italia distanzierà i rossoneri di 36 punti (compresi gli otto di penalizzazione).

Alla fine della stagione, all'età di 41 anni, si ritira dall'attività agonistica il vice-capitano Alessandro Costacurta, uno dei titolari degli ultimi venti anni. Il 13 maggio, nella gara contro il Catania, Paolo Maldini raggiunge le 600 presenze in Serie A, primo calciatore a toccare questa quota[12] e con l'ottava finale di Coppa dei Campioni-Champions League eguaglia il record di finali disputate, stabilito precedentemente dallo spagnolo Francisco Gento con il Real Madrid.

2007-2008: 5º in serie A, 5ª Supercoppa europea e Campioni del mondo

 
Kaká, Pallone d'oro e FIFA World Player 2007

Nell'estate 2007 tornano al Milan Ibrahim Ba, svincolato, e Digão (prima in prestito), fratello minore di Kaká. Dopo le cessioni di Oliveira (in prestito con diritto di riscatto al Real Saragozza) e Borriello (in compartecipazione col Genoa) ed il ritiro di Alessandro Costacurta, che entra a far parte dello staff tecnico, vengono ingaggiati due brasiliani, l'attaccante Alexandre Pato, utilizzabile solo da gennaio o nel caso di amichevoli, e il centrocampista Emerson dal Real Madrid.

Il 31 agosto 2007, a Montecarlo, il Milan si aggiudica la Supercoppa europea battendo per 3-1 in rimonta il Siviglia campione in carica. Viene così consolidato il record di vittorie in questa competizione: i cinque trofei (1989, 1990, 1994, 2003, 2007, tutti ottenuti dopo aver vinto una Coppa Campioni/Champions League) danno diritto al club di custodire per sempre nella bacheca la coppa ottenuta in versione originale per la prima volta. Il Milan dedicherà il trofeo al giocatoredel Siviglia da poco Antonio Puerta. Il 2 dicembre Kaká diventa il sesto calciatore del Milan a vincere il Pallone d'oro. Kaká succede a Gianni Rivera (1969), Ruud Gullit (1987), Marco van Basten (1988, 1989, 1992), George Weah (1995) e Andrij Ševčenko (2004). Alcune settimane più tardi riceverà anche il FIFA World Player.

 
Massimo Ambrosini, uno dei giocatori più utilizzati da Ancelotti nel 2007-2008, dopo alcune stagioni condizionate da infortuni.

Dal 7 al 16 dicembre i rossoneri partecipano alla Coppa del Mondo per club in programma in Giappone. Superata la semifinale giocata il 13 dicembre contro la squadra giapponese dell'Urawa Red Diamonds (1-0 con rete di Clarence Seedorf), in finale sconfiggono il Boca Juniors per 4–2, diventando la squadra più titolata a livello di trofei internazionali vinti (18).[13] I gol del Milan sono realizzati da Inzaghi, autore di una doppietta, Nesta e Kaká, eletto giocatore della partita e miglior giocatore della competizione,[14] precedendo il compagno di squadra Seedorf. Con la doppietta al Boca Junior, Filippo Inzaghi ha segnato almeno una volta in tutte le competizioni UEFA.

In campionato non è brillante, privo dell'infortunato Ronaldo (che rientrerà alla fine di novembre), nella prima parte del torneo prima della sosta natalizia il Milan occupa le posizioni di centro-classifica e non riesce a ottenere una vittoria in casa fino all'inizio del nuovo anno, eguagliando la propria peggiore striscia casalinga negativa, risalente ad ottantasei anni prima.[15] È solo nella partita dell'esordio ufficiale del giovane brasiliano Alexandre Pato, contro il Napoli, che i rossoneri colgono il loro primo successo interno. Dalla ripresa del torneo il Milan torna a lottare per il quarto posto, mentre in Coppa Italia viene eliminato negli ottavi dal Catania (1-2 in casa, 1-1 in trasferta). Le due reti rossonere sono messe a segno da Alberto Paloschi, il quale, nell'esordio in campionato contro il Siena a San Siro, il 10 febbraio, va a segno diciotto secondi dopo il suo ingresso in campo, stabilendo il nuovo record di realizzazione più veloce per un debuttante in Serie A.

Anche in Champions League i rossoneri, che a febbraio perdono nuovamente Ronaldo fino alla fine della stagione a causa di un infortunio, sono eliminati negli ottavi di finale, a opera dell'Arsenal, che supera il turno vincendo per 0-2 a San Siro dopo lo 0-0 dell'andata all'Emirates Stadium di Londra. Per la quarta stagione consecutiva, la squadra campione d'Europa in carica viene eliminata agli ottavi. Il 7 febbraio il Milan è stato insignito dell'appena creato FIFA Club World Cup Champions Badge, riconoscimento riservato alla formazione vincitrice nell'ultima edizione della Coppa del mondo per club FIFA disputata. Il Milan avrà il diritto di sfoggiare la propria divisa impreziosita da tale badge fino al giorno della finale della Coppa del mondo per club FIFA 2008. Il FIFA Champions Badge non è l'unica novità che arricchisce la maglia rossonera: da questa stagione infatti la società fa cucire sotto lo stemma la scritta «il club più titolato al mondo».

Il 16 febbraio, nell'anticipo di campionato contro il Parma, Paolo Maldini, subentrando a Marek Jankulovski, tocca lo storico traguardo delle 1000 partite ufficiali disputate in carriera. Così come avvenuto già nel dicembre del 2004, l'8 maggio la carica di presidente del club torna vacante per via del nuovo incarico conferito a Silvio Berlusconi in qualità di presidente del consiglio dei ministri.

Nelle ultime giornate di campionato il Milan lotta con la Fiorentina per ottenere il quarto posto utile per la qualificazione ai preliminari di Champions League, senza riuscirvi. I rossoneri scavalcano i toscani il 4 maggio, sconfiggendo l'Inter per 2-1 e approfittando della sconfitta della Fiorentina in casa del Cagliari. Una settimana più tardi, nella penultima giornata, i viola superano nuovamente la squadra di Ancelotti, che perde per 3-1 sul terreno del Napoli. La situazione rimane invariata all'ultima giornata, in cui ambedue le formazioni vincono: il Milan per 4-1 contro l'Udinese e la Fiorentina per 1-0 contro il Torino. I rossoneri accedono, dunque, alla Coppa UEFA dopo sei stagioni consecutive in Champions League. La partita con l'Udinese segna il congedo di Cafu e di Serginho, all'ultima apparizione con la maglia del Milan.

2008-2009: 3º posto e l'addio di Maldini

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Ronaldinho con la maglia del Milan

Oltre a Cafu e Serginho, al termine della stagione 2007-2008 lasciano il Milan anche Ibrahim Ba, Alberto Gilardino e l'infortunato Ronaldo. Valerio Fiori si ritira dall'attività professionistica ma resta in società come allenatore dei portieri. A queste partenze si aggiungeranno quelle di Yoann Gourcuff, Digão (entrambi ceduti in prestito), Dario Šimić, Alberto Paloschi (ceduto in compartecipazione), Massimo Oddo (prestito), Cristian Brocchi. Sul fronte degli arrivi, dopo aver acquistato Gianluca Zambrotta e Mathieu Flamini, a metà luglio il Milan ufficializza l'atteso acquisto del fuoriclasse brasiliano Ronaldinho. Tornano in organico il portiere Christian Abbiati, Luca Antonini, Marco Borriello e Andrij Ševčenko, cui si aggiunge il difensore Philippe Senderos (arrivato in prestito). Il 22 ottobre 2008 è stato ufficializzato il tesseramento dell'inglese David Beckham, in prestito dai Los Angeles Galaxy inizialmente dal 1º gennaio al 9 marzo 2009, poi fino alla fine della stagione. A dicembre 2008 è definito l'acquisto del brasiliano Thiago Silva, che verrà inserito nella rosa rossonera dalla stagione 2009-2010.

I rossoneri, non impegnati in Champions League dopo sette anni, ottengono due sconfitte consecutive nelle prime due giornate (situazione che non si verificava da ventidue anni); a settembre vincono il derby con l'Inter con un gol di Ronaldinho. Frattanto accedono alla fase a gironi di Coppa UEFA battendo lo Zurigo. Alla fine di novembre, tuttavia, la squadra perde terreno rispetto ai rivali nerazzurri e alla sedicesima giornata, a metà dicembre, esce sconfitta dal campo della Juventus, che contende ai rossoneri il secondo posto. Prima della sosta natalizia il Milan batte 5-1 l'Udinese in casa, poi si mantiene imbattuto fino al derby contro i nerazzurri di metà febbraio, cui segue l'eliminazione dalla Coppa UEFA per la regola dei gol fuori casa (per la prima volta nella sua storia il club viene eliminato da una competizione europea per questa regola) nei sedicesimi di finale contro il Werder Brema, futuro finalista della manifestazione. Per la quarta volta in altrettante partecipazioni alla Coppa UEFA durante la gestione Berlusconi, il Milan viene eliminato dalla competizione dal club finalista perdente. La Coppa UEFA rimane, quindi, l'unica competizione ufficiale a cui la squadra ha partecipato che non è riuscita a vincere. In campionato il Milan ottiene quindi un pareggio e una nuova sconfitta contro la Sampdoria. Nelle successive otto partite i rossoneri totalizzano 20 punti sui 24 disponibili, frutto di sei vittorie consecutive e due pareggi, grazie anche alla vena realizzativa di Inzaghi. Dopo due sconfitte di fila, il 31 maggio giunge il successo all'ultima giornata sul campo della Fiorentina, vittoria che permette al Milan di accedere direttamente alla Champions League senza passare dal terzo turno preliminare, grazie al terzo posto finale, per via dei risultati degli scontri diretti con la Juventus (2-4, 1-1), con la quale conclude il campionato a pari punti, a dieci lunghezze dall'Inter. L'ultima partita giocata da Paolo Maldini, dopo venticinque stagioni, e l'ultima con Ancelotti, dopo otto anni sulla panchina rossonera, coincide con il ritorno in campo di Alessandro Nesta, al suo esordio nel campionato 2008-2009. Così come già successo in onore di Franco Baresi nel 1997, anche la maglia numero 3, per anni indossata da Paolo Maldini, viene ritirata. La fascia di capitano passa a Massimo Ambrosini, il giocatore con più stagioni rossonere alle spalle.

Per la successione di Ancelotti il Milan decide di puntare sull'ex calciatore Leonardo,[16] alla prima esperienza in panchina, mentre pochi giorni dopo Kaká, dopo sei stagioni in rossonero, viene ceduto al Real Madrid per 65 milioni di euro. La società compie la cessione al fine di ripianare il proprio bilancio, destando, tuttavia, ampio dissenso tra la tifoseria.[17]

2009-2010: 3º posto con Leonardo allenatore

 
Leonardo, ex giocatore del club, divenuto allenatore dopo l'addio di Ancelotti.

La società decide di non reinvestire la somma incassata per la cessione di Kaká, destinandola, al risanamento del bilancio. Dal calciomercato arriva l'attaccante Klaas-Jan Huntelaar.

Dopo un difficile avvio di stagione comprendente la sconfitta nel derby per 4-0 (scarto che non si verificava da trentacinque anni), la squadra riesce a riprendersi grazie anche alla svolta tattica avvenuta durante la partita con la Roma, schierando nel secondo tempo tre punte (Ronaldinho-Borriello-Pato) davanti al trequartista Seedorf, schema subito battezzato da Adriano Galliani stesso 4-2-Fantasia.[18] La squadra riuscirà così inserirsi nella lotta al vertice in campionato e, nonostante la nuova sconfitta nel derby di ritorno (0-2), a metà marzo si porta a un punto di distacco dall'Inter. Da quel momento la compagine rossonera, prima degli infortunati Nesta, Beckham e Pato, perde terreno mancando il sorpasso in occasione di Milan-Napoli (1-1).

In Champions League, nella fase a gironi, subisce la sconfitta interna contro lo Zurigo (0-1) e vince per la prima volta al Bernabéu contro il Real Madrid (3-2). Superato il girone eliminatorio con il secondo posto finale, la squadra viene eliminata negli ottavi dal Manchester United (prima eliminazione contro la squadra inglese) perdendo entrambe le partite (2-3 a Milano, 0-4 a Manchester), eguagliando il proprio record negativo di reti subite in un doppio confronto nelle coppe europee (risalente alla stagione 1959-1960 in Coppa dei Campioni contro il Barcellona, 0-2 in casa, 1-5 in trasferta). In Coppa Italia il Milan è eliminato dall'Udinese, dopo aver perso per 0-1 in casa nei quarti di finale.

Nelle ultime giornate di campionato i rossoneri riescono a centrare il terzo posto valido per la qualificazione diretta alla Champions League. Prima dell'ultima partita contro la Juventus, conclusasi con una vittoria per 3-0, Leonardo rende nota l'intenzione di abbandonare la panchina del Milan in vista della stagione successiva, nel corso della quale passerà ad allenare l'Inter. Una situazione di questo tipo non si verificava dal 1984, quando Ilario Castagner passò ad allenare l'Inter la stagione successiva a quella in cui venne esonerato dal Milan. Al termine della stagione la società firma un nuovo contratto di sponsorizzazione con la compagnia aerea Emirates che rimpiazza Bwin dopo quattro stagioni.

Il Milan di Allegri (2010-oggi)

2010-2011: il 18º scudetto

 
Zlatan Ibrahimović, acquisto dell'estate 2010

Per la stagione 2010-2011 giungono a Milano Mario Yepes, Kevin Prince Boateng, Zlatan Ibrahimović dal Barcellona e Robinho dal Manchester City. Come nuovo allenatore, al posto del brasiliano Leonardo, viene ingaggiato il livornese Massimiliano Allegri, proveniente da due stagioni al Cagliari. La squadra, dopo l'esordio con un 4-0 in casa col Lecce, incappa in un periodo caratterizzato dalla sconfitta a Cesena alla 2ª giornata e due pareggi con Catania e Lazio. La squadra trova poi una serie di vittorie di misura prima di cadere per la seconda volta, per mano della Juventus a San Siro alla 9ª giornata.

 
Massimiliano Allegri, allenatore del Milan dalla stagione 2010-2011.

La giornata successiva, a Bari, viene definitivamente abbandonato il 4-3-3 di inizio stagione in favore di un 4-3-1-2 che prevede tre mediani di copertura in appoggio a un unico trequartista alle spalle del tandem Ibrahimović-Robinho, ruolo ricoperto dapprima da Clarence Seedorf, in seguito riportato sul centro-sinistra, e poi nel corso della stagione da Boateng; questo cambio tattico comporterà un sempre minore utilizzo del brasiliano Ronaldinho, che verrà poi ceduto nel mercato invernale. Gli effetti sono la vittoria per 3-2 con il Bari e per 3-1 in casa col Palermo, gara che vale il primato ai rossoneri. Lo schema continua ad essere adottato anche nelle giornate successive che portano ad aumentare il distacco con le concorrenti grazie a vittorie come quelle contro Fiorentina e Inter, entrambe per 1-0. Il Milan conclude così il 2010 in testa al campionato conquistando il titolo di Campione d'inverno il 19 dicembre con una vittoria 3-0 a Bologna. Nel mercato di gennaio arrivano Urby Emanuelson, Mark Van Bommel e Antonio Cassano. La squadra prosegue il campionato ritrovandosi in testa di tre punti sul Napoli alla vigilia dello scontro diretto: i rossoneri vincono per 3-0 una gara risolta dal trio Ibrahimović-Boateng-Pato. Dopo una vittoria a Torino con la Juventus, in seguito a un solo punto conquistato dai rossoneri nelle successive due gare, alla vigilia del derby, i nerazzurri si ritrovano a due punti di distacco con la possibilità di sorpasso: già dopo 47 secondi Pato riesce a violare la porta di Julio Cesar; seguono un'altra rete dell'attaccante brasiliano e un rigore di Antonio Cassano per una nuova vittoria per 3-0. Dopo questa vittoria ne seguono altre quattro fino alla partita decisiva dell'8 maggio che incorona matematicamente il Milan Campione d'Italia dopo uno 0-0 con la Roma.

In Champions League il Milan è inserito nel gruppo G con Real Madrid, Ajax e Auxerre, classificandosi secondo con 8 punti alle spalle degli spagnoli, con cui i rossoneri sfiorano la vittoria. In svantaggio per 0-1 per mano di Higuain, ribaltano la partita con una doppietta di Filippo Inzaghi. Il forcing finale dei madrileni porta al definitivo 2-2 grazie a Pedro León. La squadra si ferma agli ottavi di finale contro il Tottenham: dopo lo 0-1 di San Siro la squadra non riesce a sbloccare il ritorno a White Hart Lane per uno 0-0 finale che la estromette dal torneo. Non vincente è anche l'avventura in Coppa Italia: giunto in semifinale, il Milan deve cedere al Palermo che, dopo il 2-2 a Milano, si afferma in casa per 2-1. Il trofeo sarà poi vinto dall'Inter.

Al termine della stagione Andrea Pirlo decide di non rinnovare il contratto, e quindi lascia il Milan dopo dieci anni.

2011-2012: 6ª Supercoppa italiana e 2° posto

La stagione 2011-2012 inizia subito bene per la squadra allenata per la seconda stagione consecutiva da Massimiliano Allegri con la vittoria, ad agosto, della sesta Supercoppa italiana, conquistata battendo in rimonta l'Inter, grazie alle reti di Zlatan Ibrahimović e Kevin-Prince Boateng, con il risultato di 2-1 a Pechino. Il Milan dopo questa vittoria diventa la squadra detentrice del record di successi in questa competizione.

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Clarence Seedorf e il capitano Massimo Ambrosini, alzano al cielo di Pechino la 6ª Supercoppa Italiana della storia del club.

Le principali operazioni della sessione estiva di mercato riguardano l'ingaggio dei difensori Philippe Mexès e Taye Taiwo (entrambi a parametro zero), l'attaccante Stephan El Shaarawy (in compartecipazione) e i centrocampisti Alberto Aquilani (in prestito con diritto/obbligo[sono due cose differenti] di riscatto) e Antonio Nocerino. Tra i giocatori che lasciano il Milan, oltre ad Andrea Pirlo (svincolato), ci sono i difensori Marek Jankulovski, Nicola Legrottaglie e Massimo Oddo e il centrocampista Alexander Merkel. In campionato i rossoneri vincono solo una delle prime cinque partite, venendo sconfitti anche a Torino dalla Juventus, futura vincitrice del torneo. La squadra torna alla vittoria contro il Palermo e, da li fino alla sosta natalizia, inanella una serie di undici risultati utili consecutivi (compreso il recupero della prima giornata rinviata a causa dello sciopero dei calciatori al 21 dicembre 2011) tra i quali la vittoria di Lecce in cui, sotto di tre gol nel primo tempo, riesce a ribaltare il risultato vincendo 4-3. I rossoneri, battuti a gennaio nel Derby, chiudono il girone di andata secondi alle spalle dei bianconeri.

Nel mercato invernale la squadra viene rafforzata principalmente con gli innesti di Sulley Muntari, Maxi López e Djamel Mesbah. Nel girone di ritorno, lo scontro diretto della 25ª giornata termina 1-1; sull'1-0 per i rossoneri non viene convalidata una rete al neo-acquisto Sulley Muntari.

 
Filippo Inzaghi, saluta i tifosi del Milan dopo 11 stagioni e 126 reti segnate.

Il Milan riesce comunque a portarsi in testa nella giornata successiva e allungare in quella dopo quando i bianconeri vengono fermati da due pareggi. La permanenza al vertice dura fino alla 30ª giornata quando i Diavoli, dilapidano i 4 punti di vantaggio a causa dei passi falsi con Catania e Fiorentina e vengono sorpassati definitivamente dalla Juventus. Alla penultima giornata il Milan perde per 4-2 il Derby di ritorno contro l'Inter (per la terza volta negli ultimi sei anni la squadra perde entrambi i derby di campionato e per la prima volta dalla stagione 1966-1967 lo fa subendo quattro reti in trasferta). I rossoneri dunque chiudono il campionato al secondo posto con il miglior attacco (74 reti) e il maggior numero di vittorie (24). Zlatan Ibrahimović vince il titolo di capocannoniere della Serie A con la quota di 28 gol (primo calciatore a vincerlo con due squadre diverse e della stessa città), anche se per la prima volta da quando è in Italia non riesce a festeggiare la conquista dello scudetto.[19] Alle sue spalle tra i migliori marcatori stagionali rossoneri si piazza Antonio Nocerino con 11 reti.

In Champions League il Milan si qualifica secondo nel girone alle spalle del Barcellona (con cui perde 3-2 in casa e pareggia 2-2 al Camp Nou) e davanti a BATE Borisov e Viktoria Plzeň entrambe battute per 2-0 a San Siro. Nell'andata degli ottavi di finale i diavoli battono a Milano l'Arsenal per 4-0. Al ritorno i Gunners vincono il match 3-0. Ai quarti il Milan ritrova il Barcellona: gli spagnoli si impongono al Camp Nou per 3-1, dopo che la sfida del Meazza era terminata 0-0, estromettendo dalla massima competizione europea gli ultimi rappresentanti del calcio italiano rimasti.

In Coppa Italia la squadra di Allegri viene eliminata in semifinale per mano della Juventus al termine dei tempi supplementari nella partita di ritorno a Torino, dopo che i tempi regolamentari si erano chiusi con il medesimo 1-2 dell'andata. I rossoneri escono così anche dalla Coppa Italia dopo aver sconfitto il Novara agli ottavi e la Lazio ai quarti.

Nell'ultimo incontro stagionale danno l'addio alla squadra Gianluca Zambrotta, Mark van Bommel e Flavio Roma, Alessandro Nesta, Gennaro Gattuso e Pippo Inzaghi, questi ultimi tre rispettivamente dopo dieci, tredici e undici anni di carriera con la maglia del Milan; quest'ultimo (alla trecentesima presenza in rossonero) sigla il gol che vale la vittoria sul Novara.

Note

  1. ^ La storia: 1899/1929, su acmilan.com, www.acmilan.com.
  2. ^ I campionati nazionali effettivi senza vittorie furono trentasei, per via della mancata partecipazione del 1908 e le interruzioni belliche (1915-1919 e 1943-1945).
  3. ^ fonte: La TV per sport, di Pino Frisoli, ed. Tracce, 2007.
  4. ^ Forza Milan! Acmilan.it
  5. ^ Andrea Saronni, Un altro Milan fantasia e quel 9-3, su sportmediaset.mediaset.it, 27-2-2010. URL consultato il 5 giugno 2012.
  6. ^ [1] Gazzetta.it
  7. ^ [2] Corriere.it
  8. ^ Corriere.it
  9. ^ Le gare inizialmente sospette sono due: la vittoria per 1-0 con il ChievoVerona, in cui furono annullate due reti regolari (una al Milan e una agli ospiti) e il pareggio interno per 1-1 con il Brescia. Nel processo sportivo sarà indagata e sottoposta a giudizio solo la posizione della società, quella a proposito della partita con il ChievoVerona. Il dirigente coinvolto è Leonardo Meani, collaboratore addetto al rapporto con gli arbitri, che secondo l'inchiesta avrebbe richiesto guardalinee compiacenti. Le richieste dell'accusa, rese note il 4 luglio 2006, prevedono la retrocessione del Milan in Serie B con tre punti di penalizzazione. Il 14 luglio 2006 la sentenza di primo grado della giustizia sportiva riserva al Milan un trattamento meno pesante di quello riservato a Juventus, Fiorentina e Lazio, essendo riconosciuta al club di via Turati solo la responsabilità oggettiva e quindi una posizione meno grave
  10. ^ La sentenza riduce anche i punti di penalizzazione da -15 a -8 per la stagione 2006-2007, definendo "marginale" la posizione di Meani. L'inibizione di Galliani scende a nove mesi, mentre quella per Meani a due anni e sei mesi.
  11. ^ La UEFA attua la decisione dopo aver esaminato il ricorso del Lens, squadra quarta classificata nel campionato francese 2005-2006 e che, con l'appoggio della Federcalcio francese, ha chiesto all'UEFA di escludere il Milan dalla Champions League per questioni di etica e morale sportiva e di subentrargli nella competizione. Nove giorni più tardi il Milan attua la stessa decisione dei club coinvolti nello scandalo italiano (Juventus, Lazio, Fiorentina, Reggina e Arezzo) e ricorre alla Camera di Conciliazione del CONI per ottenere un ulteriore sconto sui punti di penalizzazione. Il club consegue solo l'annullamento di una pena accessoria, la squalifica del campo per una giornata. L'11 settembre, il giorno seguente all'esordio vittorioso nella prima giornata del campionato 2006-2007 contro la Lazio a San Siro, la società decide di presentare ricorso all'arbitrato del CONI, ultimo grado della giustizia sportiva, con l'obbiettivo di farsi ridurre la propria penalizzazione (-8 punti) nella massima serie. L'arbitrato non concede al Milan riduzioni sui punti di penalizzazione, a differenza delle altre società coinvolte.
  12. ^ Nel computo non è incluso lo spareggio per l'accesso in Coppa UEFA del 1987 contro la Sampdoria.
  13. ^ Il Milan diventa la prima squadra europea ad aggiudicarsi la Coppa del Mondo per club, dopo tre successi di club brasiliani.
  14. ^ Ha poi devoluto la vincita a Fondazione Milan per la costruzione di un ospedale per neonati a Nazaret.
  15. ^ Il Milan non vinse nove gare interne consecutive, da Milan-Fiorentina (0-0) del 6 maggio 2007 a Milan-Juventus (0-0) del 1º dicembre 2007, rimanendo a secco di successi da Milan-Cagliari (3-1) del 21 aprile 2007 fino a Milan-Napoli (5-2) del 12 gennaio 2008. Ottantasei anni prima i rossoneri non vinsero ugualmente nove gare interne consecutive, da Milan-Saronno (2-3) del 26 dicembre 1920 a Milan-Juventus (1-3) del 16 ottobre 1921, rimanendo a secco di successi da Milan-Trevigliese (1-0) del 12 dicembre 1920 fino a Milan-Pro Vercelli (1-0) del 30 ottobre 1921.
  16. ^ Milan: Ancelotti saluta, arriva Leonardo, su corriere.it, 31-05-2009.
  17. ^ Kakà firma con il Real Madrid: «Addio Milan, volevo restare», su ilsole24ore.com, 09-06-2009.
  18. ^ Milan: Galliani «Con il 4-2-fantasia il Milan arriverà in fondo dappertutto», su archiviostorico.gazzetta.it, Gazzetta.it, 20-11-2009.
  19. ^ La statistica comprende anche gli scudetti vinti da Ibrahimovic nel 2004-2005 e 2005-2006, poi revocati alla Juventus.

Collegamenti esterni

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