Modica
Modica (Muòrica in siciliano, Mutica / Motyca in latino) è un comune italiano di 55.341 abitanti[4] della provincia di Ragusa in Sicilia.
Modica comune | |
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Localizzazione | |
Stato | ![]() |
Regione | ![]() |
Libero consorzio comunale | ![]() |
Amministrazione | |
Sindaco | Antonino Buscema (centrosinistra) dal 30-6-2008 |
Territorio | |
Coordinate | 36°51′00″N 14°46′00″E |
Altitudine | 296 m s.l.m. |
Superficie | 290,77 km² |
Abitanti | 55 341[1] (30-11-2011) |
Densità | 190,33 ab./km² |
Frazioni | Frigintini, Marina di Modica, Maganuco, Zappulla |
Comuni confinanti | Buscemi (SR), Giarratana, Ispica, Noto (SR), Palazzolo Acreide (SR), Pozzallo, Ragusa, Rosolini (SR), Scicli |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 97015 |
Prefisso | 0932 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice ISTAT | 088006 |
Cod. catastale | F258 |
Targa | RG |
Cl. sismica | zona 3 (sismicità bassa)[2] |
Cl. climatica | zona C, 1 117 GG[3] |
Nome abitanti | modicani |
Patrono | San Pietro, San Giorgio, Madonna delle Grazie |
Giorno festivo | 29 giugno, 23 aprile, terza domenica di maggio |
Cartografia | |
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Sito istituzionale | |
Per numero di abitanti è il tredicesimo comune della Sicilia. Modica è una delle città dichiarate Patrimonio dell'Umanità dall'UNESCO.
Geografia fisica
Territorio
Mòdica, il cui nome originerebbe dal fenicio Mùtika (albergo, dimora: chiara l'analogia con la fenicia Utica, città dove si diede la morte Catone Uticense)[5] o dal siculo Mùrika (roccia nuda, non coltivabile), chiamata in seguito Μότουκα dai greci, è situata 15 km a sud del capoluogo di provincia, ed il suo territorio urbano si sviluppa su un esteso altopiano solcato da profondi canyon (detti localmente "cave"). La città sorge sulla confluenza di due fiumi a carattere torrentizio che dividono l'altopiano in quattro colline: Pizzo a nord, Idria ad ovest, Giganta ad est e Monserrato a sud.
I due fiumi, Pozzo dei Pruni e Janni Mauro (ormai asciutti e coperti nel tratto urbano), si uniscono a formare il Modicano, il cui alveo è stato coperto nei primi del Novecento divenendo l'odierno Corso Umberto I, asse principale della città. Il Modicano aveva dignità di fiume perenne, fino ai primi decenni del Novecento, in quanto alimentato da sorgenti permanenti, fra cui la più cospicua quella della Fontana Grande, la quale con le sue acque permetteva che fra il Cinquecento e l'Ottocento, lungo le rive del Μότουκανυς ποταμός, come lo chiamò il geografo greco Tolomeo nel II secolo d.C., sorgessero nel tratto modicano del fiume ben 23 mulini ad acqua! Poi vennero i mulini industriali, e l'acqua delle sorgenti fu incanalata nella rete idrica cittadina. Dal Settecento alla fine dell'Ottocento, la presenza lungo gli argini dei torrenti di 17 ponti, che consentivano il transito di uomini, animali e carri da un lato all'altro, fecero si che in una delle prime edizioni della Enciclopedia Treccani, Modica fosse definita la città più caratteristica d'Italia dopo Venezia, riportando l'impressione che la città aveva suscitato all'abate Paolo Balsamo da Palermo, nel 1808. Il nucleo urbanistico più antico è situato sulla collina (il cui promontorio è sormontato dai resti del Castello medievale) che separa i due torrenti, e sui versanti da essi creati. Il Comune di Modica gode di un vastissimo territorio comunale sviluppato in senso longitudinale, che partendo dalle pendici dei Monti Iblei, con un'altezza sul livello del mare compresa fra i 500 ed i 550 metri, nei pressi dei comuni montani di Giarratana, Monterosso Almo e Palazzolo Acreide, degrada lentamente fino alla costa che si affaccia sul Canale di Sicilia, con le sue due frazioni marinare di Maganuco e Marina di Modica. Il punto più alto del centro urbano, con i suoi 449 metri s.l.m., corrisponde al campanile della chiesa di San Giovanni Evangelista a Modica Alta, mentre la sede comunale, a Modica Bassa, si trova a 296 m. di altezza s.l.m.
Clima
Il territorio comunale si divide in due zone climatiche, la meridionale o costiera, la settentrionale o montuoso-collinare. Il clima a Modica è mite anche d'inverno, le temperature medie non scendono sotto i 10 gradi, la neve rappresenta un evento rarissimo, registrato per quanto riguarda l'ultimo secolo nel 1905, 1909, 1929, 1956, 1979, 1999 e 2005, mentre frequente è nella zona montuosa la formazione di brina e di gelo. Rara la formazione di banchi di nebbia notturni nell'altopiano. La temperatura media annua è di circa 17 gradi, con una media a gennaio di 9 gradi, e una media a luglio di 26 gradi. L'estate è calda ma asciutta e ventilata, soprattutto nelle parti più alte della città (oltre i 440 m). Il vento predominante è il Maestrale, mentre in estate prevale il Ponente.
Elementi caratteristici
Modica, come altri centri storici del Val di Noto, deve la sua particolare configurazione urbana alla non comune conformazione del territorio combinata ai vari fenomeni di antropizzazione. Molte abitazioni della parte vecchia della città, addossate le une sulle altre, sono spesso l'estensione delle antiche grotte, abitate fin dall'epoca preistorica. Sono state censite circa 700 grotte che una volta erano abitate, o comunque adibite a qualche uso, fra quelle visibili e quelle "inglobate" in nuove costruzioni. Di notevole rilevanza storica è l'ottimo stato di conservazione, in pieno centro storico, della necropoli del Quartiriccio, al quartiere Vignazza, con alcune decine di tombe a forno scavate nella roccia, risalenti al 2200 a.C. Il tessuto urbano, adagiato sui fianchi delle due vallate e sui pianori delle colline sovrastanti, è un intrigo di casette, viuzze e lunghe scale, che non possono non ricordare l'impianto medievale del centro storico, tutto avviluppato intorno allo sperone della collina del Pizzo, sul quale poggiava inaccessibile il Castello. Modica è un'inaspettata meraviglia... È un effetto bizzarro, unico, qualcosa di addirittura irreale come visto nel prisma deformante del sogno, come un immenso fantasmagorico edifizio di fiaba, il quale, anziché di piani, fosse fatto di strati di case. Da questo accastellarsi, svettano campanili e campanili: con queste parole il poeta e scrittore veronese Lionello Fiumi descriveva il suo stupore nel raccontare sulle pagine di un quotidiano il suo viaggio a Modica negli anni sessanta del Novecento. Le chiese solitamente non si affacciano su piazze, ma su imponenti e scenografiche scalinate modellate sui declivi delle colline. Lo stile prevalente dei monumenti è quello comunemente identificato come tardo barocco, ma più specificatamente, per quel che riguarda Modica, dobbiamo parlare del Barocco siciliano della Sicilia sud orientale, quello successivo al catastrofico terremoto del Val di Noto del 1693. L'aspetto molto caratteristico del centro storico è purtroppo stato turbato da alcuni scempi edilizi succedutisi dagli anni sessanta agli anni ottanta ad opera di alcuni imprenditori edilizi poco coscienziosi, con il permesso di una classe politica non sempre all'altezza del proprio ruolo.
Altro elemento caratterizzante il territorio, in particolare la campagna, è la fitta rete di "muri a secco" che delimita gli appezzamenti di terreno, trapunti di maestosi alberi di carrubo, molto frequenti in tutto il territorio provinciale (maggior produttore italiano del suo frutto). La ragione della fitta maglia di muri a secco va ricercata nella precoce formazione di una classe di piccoli proprietari terrieri, che dalla prima metà del Cinquecento frazionarono un immenso feudo, la Contea di Modica, corrispondente grosso modo al territorio dell'odierna Provincia di Ragusa, delimitando le nuove proprietà con tali recinti.
Come retaggio ed eredità di una bizzarria storica, che ha privato Modica della sua secolare centralità politica, amministrativa e culturale, la città conserva una sua autonomia comprensoriale. Per esempio, quando nel 1955 fu istituita la Diocesi di Ragusa, la città di Modica, insieme alle limitrofe Scicli, Pozzallo e Ispica, rimase a far parte della Diocesi di Noto, a cui appartiene dal 1844. Inoltre la città ha mantenuto il suo storico Tribunale, che risale al 1361. Le Istituzioni e le strutture scolastiche, sanitarie e giudiziarie, pertanto, continuano ad essere un punto di riferimento per le popolazioni della parte orientale dell'attuale provincia iblea, oltreché dell'intero distretto geografico sud orientale dell'Isola.
Storia e cultura
Bene protetto dall'UNESCO | |
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Città tardo barocche del Val di Noto (Sicilia sud orientale) | |
Patrimonio dell'umanità | |
Tipo | architettonico |
Criterio | C (i) (ii) (iv) (v) |
Pericolo | no |
Riconosciuto dal | 2002 |
Scheda UNESCO | (EN) Late Baroque Towns of the Val di Noto (South-Eastern Sicily) (FR) Scheda |
Toponomastica
Il sito di Modica, che i Greci chiamarono Μότουκα[6], e i Romani Mothyca, poi Motyca[7], Mŭtȳcē[8] e infine Mutica, fu popolato prima dai Sicani, poi per un certo periodo anche dai Fenici, in seguito stabilmente dai Siculi. Secondo quanto si può dedurre dai frammenti di Ellanico e Filisto, riferiti alla discesa dei Siculi dal Lazio, e conseguente occupazione della Sicilia orientale[9] a scapito dei Sicani, la vera e propria fondazione delle città sicule in questa porzione dell'isola si può fare risalire a 80 anni prima della guerra di Troia, quindi verso il 1360 a.C. Secondo Giovanni Ragusa, storico e filologo locale[10], il termine verrebbe dal toponimo Mùrika, significando questo nella lingua dei Siculi nuda roccia (a riprova sarebbe il fatto che ancora nella parlata locale i residenti si dicono “Muricàni”), e poi così è stato tramandato dai Greci prima, dai Romani dopo. Un'altra interpretazione filologica propone che il greco Motyka provenisse dall'indoeuropeo Moth (= monte, collina) + Uc (= molte), dunque Mothuc, la città dalle molte colline, le quattro colline su cui avevano case, rifugi e sepolture gli antichi modicani[11]. Durante il periodo della dominazione araba, e fino al XIV-XV secolo, la città veniva citata nei documenti ufficiali col nome di Mohac o Mudiqah. Poi, prendendo lentamente il sopravvento, come lingua ufficiale del Regno di Sicilia, parallela al latino, la parlata italiana, la denominazione del periodo arabo-normanno andò a scomparire[12]. Nel dialetto locale, infine, viene chiamata “Muòrica”.
Gli studi a Modica - Storia
Modica, che dal XV secolo circa fino agli anni trenta del XX era la quarta città della Sicilia per numero di abitanti e importanza politica, è stata economicamente e culturalmente vivace, anche grazie alla presenza di enti d'istruzione ecclesiastici e laici che l'hanno resa un notevole centro di studi.
I Carmelitani e i Domenicani vi stabilirono degli studia nel XIV e nel XV secolo. Già nel 1549 a Modica esisteva una scuola pubblica, il cui insegnante veniva pagato dal Comune con 4 once annue. Nel 1550 i Francescani Minori Osservanti, presenti a Modica dal 1343, insegnavano filosofia, teologia, latino e lettere umane, nel loro amplissimum studium philosophiae, presso il Convento di Santa Maria del Gesù, completato per la munificenza dei conti Anna e Federico Enriquez Cabrera. I Gesuiti vi fondarono[13] nel 1630, su iniziativa della contessa Vittoria Colonna de Cabrera (che donò 12.000 ducati d'oro[14], da sommarsi ai 10.000 deliberati dal Consiglio cittadino) uno di quegli importanti collegi pubblici per cui furono giustamente famosi. Il Collegio Gesuitico rilasciava Lauree[15]. in Teologia, in Materie Umanistiche (Filosofia, Retorica, Umane lettere) e Arti Liberali (Fisica, Matematica) fino al 1767.
Da una delibera inviata nel 1832 alla Commissione di Pubblica Istruzione di Palermo, in cui si chiedeva che si autorizzasse la riapertura delle cattedre di Leggi e di Medicina, abolite (con disposizione del 1775) nei Collegi per doversi studiare nelle Università, si deduce che fino al 1767 il Reale Collegio Gesuitico di Modica rilasciasse anche i Diplomi di esercizio in tutte le professioni libere, di Avvocati, Medici, Notari, ecc. che divenivano esecutivi col visto del Governatore della Contea[16].
Dal 1812 al 1860 i Gesuiti tornarono ad insegnare[13] le discipline che oggi si studiano nelle scuole secondarie superiori (diritto, zoologia, arti, scienze e lettere). L'Istituto Tecnico "Archimede" fu, nel 1866, una delle prime scuole secondarie superiori Statali ad essere fondate in Sicilia.
Pochi anni dopo, nel 1875, il Ginnasio comunale circondariale (corrispondente all'attuale Scuola media inferiore), attivo fin dal 1862, fu trasformato in "Liceo Ginnasio" Comunale, divenuto infine nel 1878 "Regio Liceo Ginnasio" intitolato a Tommaso Campailla.
Ancora nel 1889, l'"Archimede" di Modica era l'unico Istituto Tecnico dell'intera provincia di Siracusa, ed il Liceo Classico "T. Campailla" contava più iscritti del Liceo Gargallo di Siracusa, fondato posteriormente. A tutt'oggi, l'Archimede di Modica è l'istituzione scolastica con il più alto numero di iscritti dell'intera Provincia di Ragusa.
L'istruzione universitaria attuale
Negli ultimi anni è nato a Modica un Corso di Laurea in Scienze del Governo e dell'Amministrazione della Facoltà di Scienze Politiche dell'Università degli Studi di Catania. Il corso di laurea conta un triennio, con circa mille iscritti, e una laurea specialistica in "Scienze delle Pubbliche Amministrazioni"', dalla quale nel 2010 sono usciti i primi ed unici "Dottori" perché il corso è stato soppresso nel 2011. La Facoltà di Economia e Commercio della stessa università aveva attivato un Corso di Laurea in "Economia Aziendale", ma a causa dei tagli dei fondi universitari e delle difficoltà del comune a far fronte ai costi, a partire dal 2008/09 sono rimasti attivi solo il secondo ed il terzo anno, a completamento degli studi, e chiusura successiva del corso di laurea medesimo.
Infine, l'Università di Messina gestisce e coordina, dal 1989, un Corso di Laurea in Scienze Sociali, subentrando all'iniziativa privata del gesuita P. Salvatore Scimè, che aveva fondato, nel 1969, una "Scuola Superiore di Servizio Sociale", attiva nel ventennio precedente.
Personaggi legati a Modica
- Salvatore Quasimodo (1901 - 1968), premio Nobel per la Letteratura il 10 dicembre 1959
- Tommaso Campailla (1668 - 1740), filosofo, poeta, scienziato
- Pietro Floridia[17] (1860 - 1932), musicista, dal 1906 al 1908 professore al College of Music di Cincinnati, direttore dal 1913 dell'Orchestra Sinfonica Italiana di New York
- Carmelo Ottaviano (1906 - 1980), filosofo, Ordinario di Storia della Filosofia all'Università di Napoli
- Giuseppe De Leva Gravina (1786 - 1861), patriota risorgimentale
- Raffaele Poidomani (1912 - 1979), romanziere e storico
- Aurelio Grimaldi (1957), regista e sceneggiatore
- Valeria Solarino (1979), attrice
- Anna Finocchiaro (1955), politico, senatore della Repubblica
- Michele Tedeschi Rizzone (1840 - 1898), senatore del Regno d'Italia
- Manfredi I Chiaramonte, primo conte di Modica dal 1296 al 1321
- Manfredi III Chiaramonte, settimo conte di Modica, Vicario del Regno di Sicilia dal 1377 al 1391
- Costanza Chiaramonte, moglie di Ladislao d'Angiò, regina di Napoli (Consorti dei sovrani di Napoli e Sicilia) dal 1389 al 1392
- Bernardo Cabrera (1350 - 1423), primo conte di Modica dal 1392, della famiglia catalana dei Cabrera
- Bernardino Niger o Nigro, 1538? - 1590, pittore del tardo manierismo
- Enrico Maltese, (1862 - 1920), pittore impressionista. Suoi quadri sono esposti a Monaco, Dresda, Lisbona, Vienna, Parigi, New York, Napoli, Roma, Milano, Torino, Venezia.
- Vittoria Colonna de Cabrera, (1558 - 1633), contessa di Modica, fondatrice della città di Vittoria
- Giovanni Alfonso Enriquez de Cabrera (1596 - 1647), conte di Modica, Viceré del Regno di Napoli dal 1644 al 1646
- Vincenzo Mirabella (Siracusa, 1570 - Modica, 1624), architetto, accademico dei Lincei, progettista della chiesa della Madonna delle Grazie
- Agostino Grimaldi (1639 - 1660), Cavaliere dell'Ordine Gerosolomitano di Malta
- Gaspare Cannata (1718-1771), medico, docente all'Università di Palermo
- Clemente Grimaldi (1862 - 1915), agronomo
- Giovan Pietro Grimaldi (1860 - 1918), fisico, Magnifico Rettore dell'Università di Catania, docente di Fisica presso le Università di Catania, Cagliari, Parma e Roma.
- Sergio Campailla, critico e saggista, ordinario di Letteratura nelle Università di Roma e di Napoli
- Giuseppe Barone, Preside della Facoltà di Scienze Politiche dell'Università di Catania
- Emanuele Guerrieri (1900 - 1968), avvocato, membro della Costituente, parlamentare, sottosegretario di Stato ai Lavori Pubblici, al Tesoro
- Chiara Civello (1975), cantautrice jazz negli USA
- Angelo Ruta (1967), scenografo, illustratore, regista
- Andrea Tidona (1951), attore
- Carlo Cartier (1951), attore
- Marcello Perracchio, attore
- Giorgio Avola (1989), schermitore, Campione d'Europa di fioretto a squadre a Lipsia, 2010 e a Sheffield (2011). Campione Europeo individuale di fioretto 2011, Sheffield.
- Giorgio Scarso, presidente della Federazione Italiana Scherma e vice presidente della FIE(Federation Internationale d'Escrime)
- Valeria Calabrese, Campione d'Europa 2010 di boxe femminile, cat. fino a 48 kg, in Ungheria
- Giovanni Blandino scultore
- Beato Padre Arcangelo da Modica, cappellano nell'esercito Austriaco[18]
- San Fanzio e Santa Deodata, modicani martiri a Siracusa il 31 luglio 304
- Nino Baglieri (1951 - 2007), paralizzato a 17 anni per un incidente sul lavoro, il 3 marzo 2012 inizia la causa di Beatificazione.
Scienziati, filosofi, medici, poeti modicani
Nel Seicento e nel Novecento nacquero i due più importanti filosofi cittadini: Tommaso Campailla, scienziato e filosofo vissuto fra la fine del Seicento e la prima metà del Settecento, per il cui ingegno venne in Sicilia, fino a Modica, nel 1718, il grande filosofo inglese George Berkeley; nel 1906 nacque a Modica il filosofo Carmelo Ottaviano, Ordinario di Storia della Filosofia all'Università di Napoli, morto nel 1980. Modicani si sono distinti nel campo della medicina, del diritto, della letteratura, della storiografia e dell'arte. Grande fama ebbe nel Settecento il medico Gaspare Cannata, che ebbe la cattedra di medicina pratica dell'Università di Palermo. Gli succedette in tale cattedra il figlio d'arte Baldassarre Cannata. Nel 1860 ebbe i suoi natali a Modica il Fisico Giovan Pietro Grimaldi, erede di un ramo secondario dei Principi di Monaco, il quale nei primi del Novecento, dopo essere stato Ordinario di Fisica all'Università degli Studi di Catania, ne divenne anche Magnifico Rettore.
Infine, Modica ha dato i natali al Poeta e Premio Nobel per la Letteratura nel 1959, Salvatore Quasimodo, che così la ricorda in versi di recentissima scoperta[19] presso il Genio Civile di Genova[20], dove il Nostro lavorava nel 1931:
Monumenti e luoghi d'interesse: architetture religiose
Duomo di San Giorgio
Il Duomo di San Giorgio in Modica viene spesso indicato e segnalato come monumento simbolo del Barocco siciliano tipico di questo estremo lembo d'Italia. La chiesa di San Giorgio, inserita nella Lista Mondiale dei Beni dell'Umanità dell'UNESCO, è il risultato finale della ricostruzione sei/settecentesca, avvenuta in seguito ai disastrosi terremoti che colpirono Modica nel 1542, nel 1613 e nel 1693 (il più grave, vedi Terremoto del Val di Noto); lievi danni apportarono i sismi nell'area iblea succedutisi nel corso del Settecento e nel 1848.
L'interno della chiesa è a cinque navate, con 22 colonne sormontate da capitelli corinzi. Il tempio è dedicato ai martiri San Giorgio e Ippolito, e fra le navate vi si possono ammirare un monumentale organo con 4 tastiere, 80 registri e 3000 canne, perfettamente funzionante, costruito tra il 1885 e il 1888 dal bergamasco Casimiro Allieri; un dipinto di scuola toscana, L'Assunta del tardo-manierista fiorentino Filippo Paladini (1610); una pittura naif su legno, La Natività di Carlo Cane, del Seicento; la tela secentesca del Martirio di Sant'Ippolito del Cicalesius, una statua marmorea di scuola gaginiana, la Madonna della Neve della bottega di Mancini e Berrettaro, del 1511; il polittico dell'altare maggiore, composto da ben 10 tavole, attribuite per molto tempo al messinese Girolamo Alibrandi come opera del 1513. Ma gli storici dell'arte del Novecento attribuiscono in maniera definitiva l'opera al modicano Bernardino Nigro[21], datandola 1573; le pale raffigurano le scene della Sacra Famiglia e della vita di Gesù, dalla Natività fino alla Resurrezione e all'Ascensione, oltre a 2 riquadri con le classiche iconografie dei due santi cavalieri, San Giorgio che sconfigge il Drago, e San Martino che divide il proprio mantello con Gesù, che gli si presenta sotto le vesti di un povero accattone.
Duomo di San Pietro
Un documento del vescovo di Siracusa ne attesta l'esistenza in sito nel 1396, ma la data della sua prima edificazione è da collocarsi dal 1301 al 1350 circa, come attestato dallo storico secentesco Placido Carrafa. Eretta in collegiata con bolla di Clemente VIII del 2 gennaio 1597, due secoli dopo per Decreto Regio di Carlo III di Borbone (1797), ed in seguito a secolare disputa, è stata dichiarata Chiesa Madre al pari di San Giorgio, la chiesa "ufficiale" dei Conti. Fa parte anch'essa della lista dei Monumenti Bene dell'Umanità dell'UNESCO. Danneggiata dal passare dei secoli e dalle frequenti scosse telluriche in quest'area ad alto rischio sismico, fu a più riprese ricostruita, ma alcuni elementi interni furono risparmiati dai crolli; si conserva ancora una cappella laterale dedicata all'Immacolata, che riporta la data del 1620 incisa sul cupolino, e che ha resistito anche al terremoto del 1693. I lavori di ricostruzione furono diretti da due sapienti capomastri locali, Rosario Boscarino di Modica e Mario Spada di Ragusa. Una bella scalinata con le statue dei dodici Apostoli, chiamati dal popolo Santoni, conduce alla sobria ma maestosa facciata suddivisa in due ordini, e abbellita da quattro statue, raffiguranti San Cataldo, Santa Rosalia, San Pietro e la Madonna, che arricchiscono il secondo ordine, che è infine sormontato all'apice della facciata dalla scultura, in altorilievo, di un Gesù Cristo in trionfo. L'interno della chiesa, a tre navate e con 14 colonne dai bei capitelli corinzi, è spettacolare e decoratissimo, a partire dal pavimento, del 1864, con intarsi di marmo bianco, marmi policromi e pece nera, per finire con la volta, ricca di magnifichi affreschi, raffiguranti scene del Vecchio e del Nuovo Testamento, iniziati nel 1760 circa dal pittore locale Gian Battista Ragazzi con la collaborazione del figlio Stefano, e portati a termine intorno al 1780, probabilmente solo dal figlio. All'interno si conservano due statue marmoree, una "Madonna di Trapani" attribuibile ad un allievo di Francesco Laurana, databile intorno al 1470, ed una molto espressiva "Signora del Soccorso" (1507), altrimenti detta Madonna della mazza per la stretta somiglianza[22] con l'analoga opera dello scultore Giorgio da Milano, detto Il Brigno, presente nel Duomo di Termini Imerese (altra Madonna col Bambino, datata 1497, molto simile nel panneggio a quella di Modica, sempre dello stesso scultore, si trova nella chiesa di Santa Caterina[23] in Naro(AG), col nome di Madonna delle Grazie[24]). La statua ora in San Pietro è proveniente dalla chiesa di Santa Maria del Soccorso, dove a sua volta era stata portata dalla vecchia chiesa dallo stesso nome distrutta nel 1927 per costruire l'Istituto Magistrale. Giorgio Brigno da Milano, considerato dal Pitruzzella uno dei migliori artisti del Rinascimento siciliano, lavorava a Palermo nella bottega di Domenico Gagini. Notevole il gruppo statuario che raffigura San Pietro e il Paralitico, del 1893, in legno di quercia, considerato il capolavoro del palermitano Benedetto Civiletti. Il lampadario centrale, che incombeva sull'altare maggiore, era un notevole lavoro di vetreria proveniente da Murano, ma essendosi distrutto precipitando al suolo nel marzo 2011, attende di essere degnamente rimpiazzato. L'organo monumentale, opera dei fratelli Polizzi ed inaugurato nel 1924, è composto da 3200 canne, 32 registri e due tastiere.
Chiesa di Santa Maria del Gesù
La chiesa di S. Maria del Gesù (1478-1481) e l'annesso convento (1478-1520), dichiarati Monumento Nazionale in quanto preesistenti ai terremoti del 1542, del 1613 e del 1693, appartennero ai Frati Francescani Minori Osservanti. Conserva uno splendido chiostro a due ordini in stile tardo-gotico, con tante colonnine variamente decorate e ognuna diversa dall'altra. Si tratta di un unicum in tutta l'Italia meridionale, con paragoni stilistici sopravviventi solo in Catalogna. La chiesa fu costruita restaurando un preesistente edificio francescano già presente almeno dal 1343, e grazie alla volontà e alla munificenza della contessa Giovanna Ximenes de Cabrera, al fine di celebrarvi, nel gennaio del 1481, le nozze della propria figlia Anna con Fadrique Enrìquez, primo cugino del Re di Spagna Ferdinando il Cattolico. Purtroppo la chiesa e il convento attualmente non sono visitabili, in quanto l'ex-convento è sede carceraria sin dal 1865. È visibile però il prospetto quattrocentesco della chiesa, in stile plateresco-catalano. Chiesa e Convento sono stati aperti al pubblico, a cura del Fondo per l'Ambiente Italiano, per due giorni ad aprile 2009, ed ancora il 22 aprile 2010, in occasione di manifestazioni pubbliche.
A settembre 2010 la Soprintendenza ai Beni Culturali e Ambientali ha annunciato la conclusione dei lavori di restauro, mentre la storica riapertura al pubblico, dopo 146 anni di inaccessibilità, si è avuta il 20 aprile 2011, grazie all'ingresso dal portale gotico che dà sulla pubblica piazza, dopo che è stato reso autonomo l'accesso alla struttura penitenziaria. Adesso si attende l'affidamento a personale di guida e custodia, onde poter rendere visitabile il complesso monumentale a tempo pieno.
Chiesa di San Giovanni Evangelista
La chiesa di San Giovanni Evangelista presenta una facciata la cui ultima versione è stata rifatta dopo il 1869, per essere completata fra il 1893 ed il 1901. Il luogo di culto si trova in questo sito dal 1150 (bolla di papa Eugenio III). Un documento del marzo 1217 cita le chiese di San Giovanni e di San Giorgio in Modica come poste sotto la tutela della Chiesa di Mileto, in Calabria. Si trovava in questa spianata il primo edificio religioso di Modica, la chiesa di San Pietro extra moenia del VII secolo, con adiacente un coevo monastero di Benedettini, uno dei sei fondati in Sicilia da San Gregorio Magno. Ma un diploma di cui riferisce lo storico Placido Carrafa, riporta che il Preposto di San Giorgio ordinò la demolizione, avvenuta nel 1454, del monastero attiguo a San Pietro fuori le mura, lasciando spazio ad una nuova e più grande costruzione, un sol corpo con quella di San Pietro, e che venne dedicata anche a San Giovanni Evangelista. Successivamente, essendo sorta nel frattempo, nel Trecento, una chiesa dedicata a San Pietro nella parte bassa della città, la chiesa di Modica Alta mantenne la sola intitolazione a San Giovanni Evangelista, per quanto una campana fusa nel 1550 riporti ancora incise le effigi di ambedue gli Apostoli. Danneggiato il primo tempio dal terremoto del 1542, fu presto riedificato nelle dimensioni attuali, per essere poi gravemente colpito dal terremoto del 1693. Ricostruita la chiesa in forme barocche tra i primi decenni del Settecento ed il 1839, il prospetto fu lievemente lesionato dall'ulteriore sisma del 1848, il che portò alla decisione, nel 1893, di modificare ulteriormente la facciata, dando forma a quella definitiva di fine Ottocento[25], in stile neoclassico, simile al prospetto della Collegiata di Catania, che possiamo ammirare ancor oggi. Ricca di pregevoli stucchi all'interno, con le rappresentazioni dei quattro Evangelisti, vi si conserva il Gruppo Statuario dell'Addolorata, del Cinquecento, composto dalle pregevoli statue della Vergine Maria e di Marta che piangono Gesù appena spirato, staccato dalla Croce, e sostenuto dalle braccia amorose della Maddalena. Al gruppo statuario originario, nell'Ottocento, furono aggiunte le statue del Redentore moribondo pendente dalla Croce, e quella del suo discepolo preferito, Giovanni (poi Evangelista). Ai piedi dell'Altare di San Giovanni Ev. è poggiata un'Arca, contenente quasi tutti i resti del corpo di Santa Temperanza martire, donati alla chiesa da un certo don Fidenzio di Ascoli, su licenza di don Ottavio Carafa, Arcivescovo di Patrasso, donazione avvenuta alla metà circa del XVII secolo (come risulta dai documenti custoditi in parrocchia, fra cui gli Atti di una ricognizione eseguita il 20 giugno 1664 dal Vicario generale di Siracusa, Giuseppe Capobianco, su disposizione del cardinale Ginetti). La chiesa presenta all'esterno una riposante ma scenografica scalinata, ai cui lati i muri perimetrali sono intercalati da ben ventisei pilastri, che in tempi passati dovevano sorreggere altrettante statue, mentre ora se ne conservano solo tre. La chiesa si trova nella parte alta del centro storico della città, anzi, la croce che sormonta l'apice della guglia, rappresenta, con i suoi 449 m, il punto più alto della città di Modica. Sul lato sinistro della chiesa, un tortuoso reticolo di strette viuzze dal sapore medievale conducono, dopo una breve passeggiata, al Belvedere della città alta, il cosiddetto Pizzo, da cui, in uno splendido colpo d'occhio, scivolando veloce lo sguardo fra tetti e scalinate, si domina il centro storico di Modica.
Palazzo della Cultura e Museo Civico
L'ex Monastero delle Benedettine, (XVI-XIX secolo), attuale Palazzo della Cultura, era presente in questo sito già nel 1626, insieme alla chiesa delle Sante Caterina e Scolastica ristrutturata per usi civili nei primi decenni del Novecento. Il Monastero, dedicato a San Benedetto nel 1637, fu requisito dal governo regio nel 1860. Attualmente ospita nelle sue ampie stanze, oltre ad alcuni uffici municipali, il Museo Civico Archeologico, il cui pezzo forte, assolutamente da vedere, racchiuso in una teca, è la statuetta bronzea dell'Ercole di Cafeo, risalente al III secolo a.C. Al piano terra è ubicata dal 1881 la Società Operaia di Mutuo Soccorso, la quale racchiude al suo interno uno dei due atri ed alcune colonne del vecchio monastero. Il Palazzo è stato la sede dello storico Tribunale di Modica dal 2 giugno 1862 fino a settembre 2003, e l'attuale salone delle conferenze sino ad alcuni decenni fa era sede della Corte d'Assise. Recentissimi lavori di restauro murario delle stanze della Società Operaia, tendenti a riportare all'antico le superfici interne, hanno riservato una bellissima sorpresa: dietro l'intonaco di una camera, che è stato ovviamente asportato, è stato riportato alla luce, dopo più di un secolo, un superbo confessionale in pietra, incassato nella muratura, con tanto di pareti divisorie e grate metalliche; non dovrebbe essere visitabile perché il luogo è struttura privata, ma con un po' di gentilezza, rivolgendosi al cortese personale di servizio... si può fare!
Chiesa del Carmine
La chiesa di Santa Maria del Carmelo, detta "del Carmine" (fine XIII - XIV sec.), è uno dei pochi monumenti che resistette alla violenza del sisma del 1693. E infatti il prospetto, che aveva in parte superato anche i terremoti del 1542 e del 1613, è arricchito da un bel portale risalente alla fine del Trecento, già dichiarato Monumento Nazionale all'inizio del XX secolo, sovrastato da un rosone francescano con dodici raggi, il tutto in stile tardo gotico chiaramontano. Le parti superiori della facciata e del campanile sono comunque sovrastrutture barocche settecentesche post-terremoto. All'interno, a lato dell'altare, si conserva una cappella tardo-gotica, anch'essa databile alla fine del XIII secolo, riportata alla luce di recente. Presenta essa tracce di affreschi murali, ed il suo pavimento ricopre una cripta funeraria, visibile da una botola, mentre una parete di tamponamento del Settecento ha tenuto nascosto per tre secoli l'arco d'ingresso alla cappella, trapuntato come un merletto. Tamponato da un muro, un altro arco di accesso ad una delle antiche cappelle laterali è visibile sul muro di destra non appena si entra in chiesa. Sempre all'interno dell'atrio, sulla destra, è esposta una Madonna del latte (sec. XIII): una statua in cartapesta, originale come tema e da considerare una rarità anche per la datazione, essendo coeva all'edificazione della chiesa. Un altare sulla sinistra accoglie il gruppo statuario in marmo bianco dell'Annunciazione, opera di Antonello Gagini[26]. Il gruppo scultoreo fu consegnato all'ordine Carmelitano nel 1532[27]. All'interno della chiesa di Santa Maria dell'Annunziata (il nome originale del tempio) si conserva anche la tavola di Sant'Alberto (forse facente parte di un polittico), dipinta nei primi anni del Cinquecento (durante la sua residenza siciliana fra il 1513 ed il 1517) da Cesare da Sesto, allievo di Leonardo da Vinci. Girando lo sguardo all'indietro, nella cantoria collocata sopra l'ingresso della chiesa, si ammira un delizioso piccolo organo monumentale in legno, il più antico fra quelli ancora funzionanti a Modica, datato 1774. Risale al 2006, invece, durante lavori edili di sgombero, il ritrovamento da parte di un privato, proprietario di un locale attiguo alla chiesa sul lato di via Pellico, di un altro portale gotico di fine Duecento, che costituiva l'ingresso dalla navata ad una delle cappelle laterali, poi andata svenduta, quindi adattata a civile abitazione, dopo i danni causati dal terremoto del 1693. I lavori di recupero, eseguiti sotto l'occhio vigile della Soprintendenza alle Belle Arti - avvisata della scoperta dallo stesso proprietario - hanno portato anche al rinvenimento di una cripta sotterranea, colma di ossa, probabili reliquie dei monaci carmelitani. Attualmente non visitabile, questo scrigno dovrebbe essere aperto alla fruizione pubblica a breve, con l'affidamento alla custodia di una cooperativa turistico-culturale.
Convento del Carmine
L'edificazione avvenne a seguire la Chiesa omonima, fra la fine del Duecento e la prima metà del Trecento, per ospitare i frati Carmelitani giunti in Sicilia già da qualche decennio. Il convento era dotato di 23 celle, ed è stato sottoposto a varie ristrutturazioni ed ampiamenti da sovraelevazione nel corso dei secoli, soprattutto dopo i danni del terremoto del 1693, e successivamente, quando fu requisito dal Regno d'Italia nel 1861 per farne sede della Caserma dei Carabinieri. È in questa occasione che vengono a scomparire gli orti antistanti il Convento, per essere trasformati nella pubblica piazza del Carmine, intitolata nel secolo successivo a Giacomo Matteotti. Il prospetto è stato interamente rifatto, in stile neorinascimentale-liberty. Trasferitasi l'Arma dei Carabinieri in altra sede intorno al 2000, sono stati pensati, progettati, ed in questo inizio d'anno 2012 quasi conclusi, degli importanti lavori di restauro e consolidamento, che hanno portato a fortuiti rinvenimenti delle strutture portanti medievali, sono state scrostate le mura, e riportati alla luce i pavimenti in acciottolato del XIII-XIV secolo, gli archi ogivali gotici che immettono da un ambiente conventuale ad un altro, delle finestrelle in stile svevo chiaramontano del XIII secolo. Il pavimento di un ambiente, confinante con l'attigua ex Chiesa di San Giovanni Battista dei Cavalieri Gerosolimitani, sembra, per il suo disegno geometrico, con quasi certezza appartenere ad una vecchia strada laterale al Convento stesso inglobata successivamente all'interno della struttura conventuale. Le notevoli risultanze e rinvenimenti di questi restauri sono stati presentati nel corso della XX giornata del Fondo Ambiente Italiano (FAI), del 24 e 25 marzo 2012.
Chiesa di San Domenico, ex convento e Cripta
La chiesa di San Domenico, detta del Rosario (1678), presenta uno dei pochi prospetti rimasti integri dopo il terremoto del 1693.
L'originaria costruzione della chiesa, con l'annesso convento dei Domenicani risale al 1461. Il luogo sacro è ricco di interessanti tele del Cinquecento, ed ha una cappella interna, un tempo riservata alla preghiera dei frati, riccamente decorata con pitture murali e pregevoli stucchi. Il convento attualmente è sede del Palazzo Municipale, dal 1869, anche se da documenti d'archivio risulta che il consesso dei Giurati(come si chiamavano allora i consiglieri) ivi si riunivano già nel 1626. Nell'atrio è visitabile una interessante cripta sotterranea (Seicento), scoperta da Giovanni Modica Scala a metà Novecento, contenente resti ossei, attribuibili ai Frati Domenicani stessi, e che lascia intravedere tracce di affreschi. Il convento era sede, per la diocesi di Siracusa, del Tribunale dell'Inquisizione, o Sant'Uffizio.
Chiesa di Santa Maria di Betlem con preesistente Cappella Palatina
La chiesa di Santa Maria di Betlem è una delle tre antiche collegiate (dal 1645) della città, e la sua presenza nel sito risale al XIV secolo. La facciata è di fine Cinquecento nella parte inferiore, mentre è stata ricostruita dopo il terremoto del 1693, per essere completata nel 1821 nel suo secondo ordine. Nasconde al suo interno una pregevolissima Cappella Palatina, detta anche Cappella Cabrera (1474-1520, Monumento Nazionale), in stile tardo gotico, sopravvissuta al terremoto del 1693 e incastonata nella nuova architettura settecentesca. L'arco di ingresso alla Cappella (deve il suo nome al conte Giovanni Cabrera, presente al Castello di Modica dal 1466, onde ringraziarlo per le ingenti donazioni fatte alla chiesa nel suo testamento del 1474[28]), con elementi decorativi arabi, normanni e catalani, è uno dei più bei monumenti che l'architettura abbia prodotto in Sicilia a cavallo dei secoli XV e XVI, dando persino nome ad uno stile artistico, il gotico - chiaramontano, che in Sicilia viene riconosciuto e descritto semplicemente come stile chiaramontano, a ricordo della dinastia dei Chiaramonte, conti di Modica, e regnanti a Palermo insieme ed in collaborazione ai re aragonesi. L'arco è composto da un fascio di colonne per lato riccamente arabescate, con infiniti ornamenti, bizzarri motivi vegetali e animali, figure di uomini grottesche o fantastiche; le colonne terminano con capitelli finemente scolpiti. L'organo monumentale in legno è del 1818, il soffitto a cassettoni ed il pavimento sono di fine Ottocento. Di buona fattura, dietro l'altare, la grande tela dell' Assunzione della Vergine, dipinta da Gian Battista Ragazzi nel 1713. Suggestivo in questa chiesa è anche il Presepe Monumentale permanente (1881/82), la cui scenografia è del cappuccino fra Benedetto Papale, con 62 statuette in terracotta realizzate a Caltagirone; all'esterno, in una parete a sinistra della chiesa, è incassata la Lunetta di Berlon, bassorilievo con Natività (fine Trecento), appartenente al prospetto della chiesetta di Santa Maria di Betlem che insisteva in precedenza sul luogo in cui sorge l'attuale Santa Maria; alla base della scultura si intravede una iscrizione in lettere gotiche.
Portale de Leva
Il Portale De Leva, di primo Trecento, è un elegante esempio dello stile gotico chiaramontano che poi dominò come stile in Sicilia nel corso di tutto il Trecento. È, insieme al portale della Cappella Palatina custodita all'interno di Santa Maria di Betlem, il più bel portale di Modica, con gli archi di una grande ogiva scolpiti a tre ordini, con decorazioni geometriche a zig zag, e foglie di acanto a completare la fitta trama di ricami arabeschi. Era con molta probabilità la porta d'ingresso di una chiesetta (dedicata ai santi Filippo e Giacomo), come fa pensare una piccola finestra circolare che sormonta il portale, e che doveva contenere un rosone, tipico ornamento ecclesiastico. La chiesetta, sopravvissuta al terremoto del 1693, sarebbe poi divenuta cappella privata della nobile famiglia De Leva, incorporata nel loro settecentesco Palazzo. Il portale, coi suoi fraseggi arabo normanni, ricorda i coevi portali della Cattedrale di Nicosia e della chiesa di San Francesco di Assisi in Palermo. La porta della casa De Leva è l'ultimo avanzo frammentario di una Chiesetta gotica non più esistente, arieggiante...la splendida ogiva delle due grandi finestre della Cattedrale di Palermo, scriveva Salvatore Minardo in Modica Antica, opera edita nel 1952.
Convento dei Cappuccini e chiesa di San Francesco
Il settecentesco Convento dei Frati Cappuccini e l'annessa chiesa di San Francesco d'Assisi, sempre del Settecento, sono assolutamente da visitare per il perfetto stato di conservazione. Il convento ha un bellissimo chiostro lastricato con suggestive basole di pietra locale, con un pozzo al centro, il tutto tipico delle silenziose e affascinanti costruzioni francescane. La chiesa, cui si arriva percorrendo un vialetto circondato da alti cipressi, nasconde al suo interno due capolavori scultorei in legno indorato, un reliquario e la custodia del SS. Sacramento.
Santuario della Madonna delle Grazie
L'edificazione del Santuario fu decisa in seguito al ritrovamento in loco, il 4 maggio 1615, di una tavoletta di ardesia raffigurante la Madonna con in braccio il Bambino; la tavoletta bruciò incessantemente per tre giorni, dentro un cespuglio di rovi, senza consumarsi, per cui si gridò al miracolo, ed il popolo volle che ivi fosse innalzata una chiesa. I lavori, affidati all'architetto siracusano Vincenzo Mirabella, iniziarono subito, subendo una momentanea interruzione per la sopraggiunta morte del Mirabella, nel 1624. Un mausoleo all'interno ne contiene i resti mortali. Risalgono ai primi del Seicento il portale laterale, con le sue finissime decorazioni di stile tardo rinascimentale sotto il timpano spezzato, e probabilmente la torre campanaria alla sinistra del colonnato sul prospetto principale, peraltro rifatto, quest'ultimo, dopo il sisma del 1693, in stile tardo barocco, con le robuste colonne binarie sporgenti, che ricordano quelle del Duomo di San Giorgio. La Madonna delle Grazie fu proclamata Patrona Principale di Modica con Decreto Vescovile del 3 agosto 1627, come da richiesta della Civica Assise risultante nella Copia Consilii Civitatis Moticae del 1626, trovata presso l'Archivio generale dell'Ordine Carmelitano in Roma. Un dipinto sulla volta dell'abside, in cui campeggia Maria sullo sfondo della città, recita: Ecce Mothuca Mater Tua.
Monumenti e luoghi d'interesse: architetture civili
Palazzo Polara
Sul lato sinistro del Duomo di San Giorgio è visibile Palazzo Polara (famiglia Polara), (fine Settecento), sul cui frontone spicca lo stemma della famiglia con la stella polare. Palazzo Polara, è una costruzione in stile tardo barocco, introdotta da un elegante scalone. La facciata, in un tutt'uno scenografico con la scalinata monumentale ed il prospetto del Duomo di San Giorgio, domina la parte bassa del centro storico di Modica e le colline che la circondano facendole corona, in un suggestivo colpo d'occhio che ci conduce verso il Belvedere della città alta, il cosiddetto Pizzo.
Palazzo Napolino-Tommasi Rosso
Posto nel cuore dell'antico quartiere di Francavilla, alle spalle del Duomo di San Giorgio e nei pressi dell'entrata del Castello dei Conti, è fra le testimonianze più significative dell'architettura tardo-barocca di Modica. La sua costruzione risale alla seconda metà del XVIII secolo. La sua facciata comprende un bel portale d'ingresso, le cui colonne ai lati lasciano scendere degli eleganti tendaggi scolpiti nella pietra, ed emergenti dalla bocca di due leoni. Il portale è sovrastato da un elegante balcone in ferro battuto, sorretto da mensoloni decorati con mascheroni. Altri due balconi sono posti simmetricamente ai lati di quello centrale, a completare il prospetto di quella che è riconosciuta come la più elegante architettura civile del barocco modicano.
Casa natale del poeta Quasimodo, Nobel 1959 per la Letteratura
Casa natale di Salvatore Quasimodo, in cui il 20 agosto 1901 nacque il poeta, insignito del Premio Nobel per la Letteratura il 10 dicembre 1959. La casa è visitabile. Contiene, oltre ad un letto in ferro battuto, gli altri mobili ed arredi di primo Novecento; inoltre sono presenti i mobili dello studio di Milano e una vecchia macchina da scrivere Olivetti, che il figlio Alessandro ha donato alla casa - museo nel 1996. Da un vecchio nastro, ai visitatori viene fatta ascoltare la voce del Poeta registrata durante la cerimonia di conferimento del Nobel a Stoccolma. La Casa Museo è gestita da Etnos soc. coop. A Modica opera il Parco Letterario Salvatore Quasimodo[29], che ha sedi pure a Roccalumera, paese d'origine della famiglia, ed a Messina, dove il Poeta trascorse buona parte dell'adolescenza, e dove intraprese gli studi superiori. Il Parco cura varie manifestazioni culturali della città di Modica, soprattutto nel mese di agosto, quando ricorre l'anniversario della nascita.
Palazzo degli Studi
Il Palazzo degli Studi (1610 - 1630) era in realtà il Convento dei Padri Gesuiti, i quali fin dal loro insediamento nella struttura ne fecero il Collegio dove istruire i rampolli dell'aristocrazia di Modica. Il Collegio, costruito ampliando e restaurando un palazzo donato al Comune dal nobile palermitano Alliata, era annesso alla chiesa dei SS. Gesù e Maria, o del Collegio (oggi S. Maria del Soccorso), il cui prospetto barocco fu rifatto nel 1714 su progetto di Rosario Gagliardi, mentre il Convento, resistendo al terremoto del 1693, determinò la scelta dei Gesuiti e del popolo modicano di non spostare la città sugli altopiani limitrofi. L'intero edificio sorse per volontà della contessa Vittoria Colonna de Cabrera, che si fece promotrice[14] della venuta a Modica dei Gesuiti, e contribuì finanziariamente, insieme al Comune e ai possidenti del tempo, al che nella capitale della Contea si istituissero corsi di studio di livello universitario. Fu dunque sede del Collegio Gesuitico sin dal 1630, del Ginnasio comunale nel 1862, del Regio Istituto Tecnico "Archimede" dal 1866, e attualmente ospita, dal 1878, il Liceo Classico intitolato allo scienziato e filosofo modicano Tommaso Campailla.
Teatro Garibaldi
La prima costruzione fu realizzata fra il 1815 ed il 1820, accorpando un magazzino con la casa di un aristocratico, e fu chiamato Real Teatro Ferdinandeo in onore al regnante dell'epoca. Aveva due file di 24 palchi e la platea. Nel 1844 fu affidato all'ingegner Salvatore Riga il compito di progettare l'ampliamento del teatro, raddoppiando la grandezza della platea, innalzando una terza fila di palchi ed aggiungendo il loggione, riproducendo così lo stile dei teatri lirici all'italiana presenti nelle maggiori città siciliane. Eseguiti i lavori fra il 1852 ed il 1857 sotto la direzione dell'architetto Salvatore Toscano, il teatro, dopo l'Unità d'Italia fu intitolato a Garibaldi. Esso si presenta con la facciata in stile liberty (o neoclassico), con i due piani sormontati da una balaustra che presenta al centro un pannello scultoreo decorato con strumenti musicali. Sopra il pannello fu posto, sorretto da due figure maschili, un orologio, con in cima l'aquila, simbolo della Contea di Modica. Fu inaugurato nel 1857 con la Traviata di Giuseppe Verdi. È un piccolo vero gioiello, che in miniatura riproduce i teatri delle grandi città, con la sua platea, i suoi tre ordini di palchi molto eleganti, il loggione, la volta istoriata di recente (agosto-settembre 1999) con un grandioso dipinto, un olio su tela (diametro m. 4,40) del maestro Piero Guccione e degli altri del Gruppo di Scicli, i pittori Franco Sarnari, Giuseppe Colombo e Piero Roccasalva. Dopo lavori di restauro e di messa in sicurezza, è stato riaperto al pubblico definitivamente nel 2004.
La stagione teatrale
Da qualche anno a questa parte, il Teatro Garibaldi, con i suoi 313 posti complessivi, è ritornato ad essere il luogo di intrattenimento culturale per eccellenza per i modicani, ma anche per gli appassionati di teatro e musica di vario genere dell'intero comprensorio orientale della provincia. Le stagioni di prosa e le stagioni musicali dal 2008/09 in poi sono state curate dall'attore modicano Andrea Tidona, con la collaborazione del concittadino Giorgio Pace, direttore amministrativo del Teatro Massimo di Palermo. Ulteriori manifestazioni vi si tengono a cura dell'assessorato provinciale al turismo. La sezioni locale degli Amici della Musica svolge il suo programma concertistico annuale presso il teatro cittadino, oppure presso l'ampia sala conferenze del Palazzo della Cultura. Infine, la Compagnia del Piccolo Teatro di Modica organizza presso il Teatro Garibaldi una o più rassegne annuali di teatro dialettale. Al fine di valorizzare il Teatro ai massimo livelli, per quanto riguarda la sua funzione culturale, e per la fruizione turistica, nel corso del 2009 è stato approntato lo statuto della Fondazione Teatro Garibaldi[30], istituita ufficialmente il 29 gennaio 2010, e la cui Direzione Artistica è stata affidata ad Andrea Tidona.
Palazzo Grimaldi con Pinacoteca
Palazzo Grimaldi, XVIII-XIX secolo, con l'annesso portale della Chiesetta di S. Cristoforo, cappella privata della famiglia Grimaldi, si incontra lungo il corso principale a poche decine di metri dal Duomo di San Pietro. Rappresenta, forse, con i suoi 14 balconi in due piani, il più bell'esempio di edificio in stile neorinascimentale fra quelli che si affacciano sul centro storico di Modica Bassa. Il terzo piano è stato sovrapposto nel secondo Ottocento ma il progettista ha lavorato nel segno di chi lo aveva preceduto, inserendo le mensole sotto i balconi del terzo piano. Qui, peraltro, il partito centrale ripropone un balcone quasi identico a quello del secondo piano, in cui si nota la presenza ai lati degli scudi araldici di famiglia. Il palazzo è sede della Fondazione Giovan Pietro Grimaldi, creata dall'illustre fisico che fu anche Magnifico Rettore dell'Università di Catania, nonché fratello del celebre agronomo Clemente, ed ospita nei suoi saloni una Pinacoteca, ricca di opere pittoriche dei più noti artisti dell'area iblea dalla seconda metà dell'Ottocento fino ai nostri giorni.
Monumenti e luoghi d'interesse: architetture militari
Castello dei Conti di Modica
In cima ad una rupe, costruito sul pianoro conclusivo di un promontorio roccioso a becco d'aquila, ha rappresentato per tanti secoli la sede del potere politico e amministrativo di quella che fu la Contea di Modica. Era infatti presidio fortificato militare e carcerario, residenza dei Conti prima, del Governatore della contea in nome del Conte, dopo. Carlo I d'Angiò fece redigere due elenchi dei castelli demaniali siciliani: gli Statuta Castrorum Siciliae, emanati nel 1268 e nel 1272. È nel secondo elenco che troviamo citato il castello di Modica. Oltre che nello Statutum Castrorum Siciliae del 1272, il castello di Modica compare inserito in una Bolla datata Anagni 21 agosto 1255, indirizzata a fra Ruffino de' Minori, cappellano e penitenziere del Papa. Fu in questo Castello che il conte Matteo Chiaramonte ospitò nel 1366 il re Federico IV d'Aragona, e nel 1401 il conte Bernardo Cabrera vi accolse il re Martino I. Ivi si amministrava anche la Giustizia, essendo sede, dal 1361, della Gran Corte, cui si aggiunse nel 1392 la Corte delle I e II Appellazioni, per divenire poi dal 1816 Tribunale civile e penale di I grado e Corte d'Assise. La città divenne Capoluogo di Distretto della Intendenza di Siracusa, e la sede di tutti gli uffici rimase nel Castello fino al 1865. Con l'Unità d'Italia, furono cacciati dai loro conventi e monasteri gli Ordini religiosi, ed il Castello dei Conti fu definitivamente abbandonato, andandosi a trasferire il Carcere, il Tribunale e gli Uffici Circondariali pressi i vari conventi resisi disponibili.
Dal punto di vista monumentale, il Castello, o ciò che di esso rimane, nato come fortificazione rupestre che si sovrappone ad un'emergenza funeraria del tipo di Pantalica, viene modificato in varie epoche tra l'VIII e il XIX secolo, e si erge su un promontorio roccioso difficilmente attaccabile, con due lati su tre costituiti da pareti a strapiombo. All'esterno rimane una torre poligonale (XIV sec). Nel cortile interno sono visitabili le carceri medievali, civili e "criminali", una serie di stanze squadrate ricavate dalla roccia, ognuna riservata ad una specifica categoria di carcerati: donne, condannati comuni, galantuomini, persone in attesa di giudizio. Per i briganti più pericolosi c'erano (una è ancor oggi visibile) due grandi fosse profonde circa sette metri, chiuse in alto da una possente grata di ferro, dalla quale entravano la luce e l'aria. Nello stesso cortile poi è presente la recente chiesa della Madonna del Medagliere (sorta nel 1930 sui ruderi della chiesa di San Leonardo, a conforto dei carcerati fino al 1865), inoltre è visibile ciò che resta della chiesetta di San Cataldo, che era la cappella privata del Conte e del Governatore, e infine tre nicchie campanarie oggi murate all'esterno, il suono delle cui campane indicava alla città le ore, ed i momenti che si vivevano all'interno del Castello. Crollate a causa del terremoto del 1693, o demolite perché di intralcio allo sviluppo urbanistico moderno della zona, quasi nulla più resta delle 5 torri, delle 4 porte e della cinta muraria dell'antico maniero. Recentemente è venuto alla luce, e reso fruibile, un suggestivo cunicolo sotterraneo scavato nella roccia, che trapassa lo sperone roccioso su cui sorge il Castello: era un passaggio di ronda militare. Recentissimi scavi archeologici nell'area del castello, che vanno di pari passo coi lavori di un grande progetto per un riuso moderno della parte nuova del castello stesso come centro congressi, stanno portando alla luce suppellettili varie, arredi funerari, ceramiche, monete bronzee, vasellame, pavimentazioni, fondamenta di grosse mura portanti, nascosti sotto carichi secolari di materiali di risulta, e risalenti dal neolitico (con qualche pezzo di malta usato per la copertura di primitive capanne sicule), passando per il periodo ellenistico, quello romano, poi tracce del periodo arabo, per arrivare a coprire tutto il periodo dell'uso amministrativo, militare e carcerario del castello, fino a tutto l'Ottocento.
Torretta dell'Orologio
Sui resti post-terremoto (fine XVII sec.) di una torre medioevale del castello dei Conti, posta a cavaliere delle mura sottostanti, è stato apposto, nel 1725, un orologio meccanico a contrappesi, ancora perfettamente funzionante, i cui complessi meccanismi vengono controllati e riavviati ogni 24 ore circa. Gli ingranaggi, che permettono il funzionamento di quest'orologio esclusivamente in modo meccanico, vengono quotidianamente curati e regolati da un tecnico del Comune. L'interno della torretta - caratterizzato grandi molle metalliche, pesi e contrappesi, grosse funi e catene - è visitabile soltanto in particolari occasioni. Dalla balaustra della torre si può godere di un suggestivo, insolito, panorama sulla parte bassa del centro storico. La torre dell'orologio - imponente testimone secolare della vita cittadina - è sempre stata considerata il "simbolo" dell'antica nobile Città di Modica e insieme alle due chiese maggiori di Modica - dichiarate "patrimonio dell'Umanità" - è il monumento più fotografato della Città.
Altri monumenti e luoghi d'interesse
- Ex chiesa di San Giovanni Battista dei Cavalieri di Malta, il cui prospetto fu demolito nei primi del Novecento onde ricostruirvi, in stile liberty, il Cinema Moderno (1926), chiuso intorno al 1980. Su una parete laterale resiste murata una grande Croce, simbolo della Gran Commenda dell'Ordine di Malta, presente a Modica nella originaria chiesa in questo sito dal 1350, fino al 1862, 25 maggio, Decreto Regio di esproprio di tutti i beni dei religiosi conventuali. Un accurato restauro degli spazi interni, insieme ad un adeguato arredamento, ha trasformato l'ex chiesa in un moderno Auditorium, intitolato al musicista e compositore modicano Pietro Floridia.
- Chiesa di San Paolo (Sei-Settecento), ripresa recentemente, ricca di tele e statue, e con un bel pavimento in ceramiche di Caltagirone, merita una visita.
- Chiesa di San Girolamo (Seicento): minuscola chiesa con un piccolo spiazzale antistante, tra strette scalinate che scendono e salgono fra le case che circondano questa chiesetta di quartiere.
- Palazzo Ascenzo (fine Settecento), di fronte al Palazzo di Città, è caratterizzato da poderosi mensoloni a piede unico, a sostegno dei balconi.
- Palazzo Cannizzaro (ex Manenti) (Settecento), si trova subito dopo il precedente salendo il Corso sul lato sinistro. Incompleto, essendo stato costruito solo il portale centrale e l'ala sinistra, il Palazzo presenta tre bei balconi spagnoleggianti, dei quali i due laterali sostenuti da cinque mensole in cui sono scolpiti vari mascheroni, uno dei quali raffigura il primo proprietario del palazzo.
- Palazzo Salemi (edificato dal 1631 al 1640), con i suoi caratteristici portici (dialetto: Ponti Pulèra), già Palazzo Comunale dalla seconda metà del Seicento al 1869, presenta a piano terra un portico con sei arcate, sormontato al piano superiore da una lunga balconata continua.
- Palazzo Papa, già Grimaldi (secoli XVII-XIX), nei pressi del Duomo di San Giorgio, lungo la strada che porta all'ingresso del Castello.
- Chiesa del Santissimo Salvatore (XV sec., ricostruita nel XVIII), ricca di pregevoli stucchi e di notevoli tele, fra cui una Immacolata (1765) del palermitano Pietro Spinosa, ha un superbo altare maggiore in marmo, con cinque medaglioni raffiguranti altrettanti episodi biblici. Della chiesa originaria del Quattrocento si conservano solo la base del campanile, una croce di pietra scolpita ed una campana datata 1537.
- Chiesa di Sant'Anna (1686) ed ex Convento dei Padri Francescani Riformati (1613), sede della Sezione di Modica dell'Archivio di Stato di Ragusa, in cui è depositato l'importante Archivio della Contea di Modica. In cima all'imponente prospetto barocco dell'ex Convento, che domina sulla parte bassa della città, si trova la bellissima aquila reale in pietra che rappresenta lo stemma della Contea.
- Palazzo Tommasi Rosso/Tedeschi (fine Settecento), si trova lungo il corso Umberto, subito dopo il Duomo di San Pietro, ed è caratterizzato dalla lunga serie di mensole che sorreggono sei dei sette balconi, le quali sono scolpite con mascheroni raffiguranti vecchioni, suonatori di flauto, putti, delfini e pettorute sirene.
- Chiesetta di Santa Lucia (Settecento), incastonata nel cuore del quartiere Francavilla, nel bel mezzo di quel grattacielo orizzontale di case che si accavallano in ordine sparso dalla parte più alta di Corso Umberto, sollevando lo sguardo verso la cima della collina, dominata dal Belvedere del Pizzo.
- Chiesa di San Michele (Seicento), col grazioso campanile che fa compagnia in tante stampe alla maestosa cupola, alta 36 metri, del limitrofo Duomo di San Giorgio.
- Chiesa di San Giuseppe (1613), a pochi metri dall'entrata del Castello, con annesso un piccolo convento (1894) dei Gesuiti. Distrutta e abbandonata dopo il sisma del 1693, fu restaurata e riaperta al culto nel 1894. La chiesetta conserva al suo interno, certamente proveniente dalla preesistente chiesa distrutta dal sisma, una bellissima Natività in marmo, datata 1511, rappresentante un piccolo presepio con tutti i classici personaggi ed ambienti, con ai lati quattro bellissime teste di angeli, che insieme al volto della Madonna sembrano di scuola gaginiana.
- Chiesa dei Santi Nicolò ed Erasmo, con prospetto rifatto in stile neoclassico nell'Ottocento.
- Chiesa di Santa Teresa d'Avila ed ex Monastero delle Carmelitane Scalze.
- Chiesa di San Teodoro (Seicento/Settecento), rifatta intorno alla metà dell'Ottocento dalla famiglia Grimaldi (si veda lo stemma sul prospetto).
- Chiesa di Sant'Antonino (Cinquecento, ricostruita nel Settecento). La cripta sotterranea ingloba la vecchia chiesa del XVI secolo.
- Palazzo Napolino/De Naro Papa (Ottocento), nella parte alta della città, di fronte alla chiesa di San Giovanni Evangelista; presenta una bella loggia, a sostegno di una terrazza, con tre arcate, sormontate da tre mascheroni.
- Chiesa di San Ciro (1856), piccolissima, con buone tele ottocentesche, pregevoli statue nella Cappella del Cristo morto e dell'Addolorata.
- Chiesa di San Martino, settecentesca, ricchissima di stucchi, non visitabile.
- Palazzo Rubino/Trombadore(fine Settecento-primo Ottocento), con notevolissimo prospetto tardo-barocco, dove gli elementi stlistici delle mensole, con mascheroni e decorazioni fogliacee, testimoniano la persistenza del gusto rococò in pieno Ottocento.
- Palazzo ex Convento dei PP. Mercedari, con annesso Museo delle Arti e Tradizioni Popolari.
- Chiesa-eremo di San Giacomo (XIV secolo, non visitabile).
- Chiesa di Sant'Andrea (prospetto rifatto nel Settecento).
- Chiesa di S.Maria della Catena, anche questa ricostruita nel Settecento.
- Chiesa di Santa Margherita, ricostruita nel Settecento.
- Chiesa di San Francesco Saverio (Badia), originaria del Cinquecento, restaurata nel Settecento, ricca di bellissimi stucchi, visitabile nel tardo pomeriggio dei giorni feriali, quando ivi si celebra la SS.Messa per le Suore Carmelitane Missionarie di Santa Teresa del Bambin Gesù.
Siti archeologici
Chiesa rupestre di San Nicolò Inferiore
Presenta dei magnifici affreschi sulla nuda roccia, di stile tardo-bizantino, databili fra il XII ed il XVI secolo (l'anno 1594 si trova dipinto sulla roccia accanto ad una raffigurazione): si tratta di una grotta artificiale, in pieno centro cittadino, nella quale si osservano diversi cicli di affreschi; una chiesa rupestre definita dagli studiosi un unicum nel panorama della Sicilia medievale. L'affresco principale è un bellissimo Cristo Pantocratore posto al centro dell'abside, dove si raffigura un Cristo benedicente racchiuso in una mandorla seduto su un trono fra due coppie di Angeli. Sul lato destro dell'abside si trova un catino battesimale, scavato nella roccia, per il battesimo con rito orientale. Ultimi in ordine di tempo, alcuni lavori di scavo hanno portato alla luce una serie di cripte e di tombe terragne.
Cava Ispica
Cava Ispica (il nome precede quello dell'omonima, vicina città, chiamata Spaccaforno fino al 1936) raccoglie, in tredici chilometri di lunghezza, numerose testimonianze di epoche diverse: dalle grotticelle sicule a forno dell'età del bronzo, alle catacombe cristiane del Basso Impero (IV-V secolo d.C.), dagli affreschi rupestri della "Grotta dei Santi", ai ruderi della chiesetta bizantina di S. Pancrati. Notevole la catacomba della Larderia, un cimitero ipogeico che in circa 500 m2 (secondo in Sicilia per estensione) racchiude ben 464 tombe, suddivise in tre gallerie sotterranee, delle quali la principale è lunga circa trenta metri. Il sito è in effetti una vera e propria città nella roccia, dove nei pressi delle grotte abitate dagli uomini e dagli animali domestici, ce ne erano altre adibite a magazzini, o a luoghi di culto con altari e affreschi sulla nuda roccia. Infine, nascoste dalla vegetazione o protette da una certa difficoltà di accesso, negli anfratti più ripidi della cava, centinaia di grotte ad uso funerario.
La cava, che in alcuni punti è profonda anche cento metri e larga più di 500, presenta una vegetazione rigogliosa, attrazione per varie specie di uccelli, tale da conferire al luogo notevole importanza anche dal punto di vista naturalistico.
Lungo la vallata sono presenti una miriade di grotte naturali o scavate nelle roccia dalla mano dell'uomo, alcune difficili da raggiungere, se non con corde, stretti camminamenti tra i massi o scale. Molte grotte sono contigue, magari su piani sovrapposti comunicanti tra di loro tramite botole artificiali praticate nelle pareti rocciose.
Celebre e di grande interesse storico ed archeologico è il Castello Sicano a cinque piani, interamente incassato nella roccia, vera e propria fortezza scavata in una parete calcarea che scende a picco per trenta metri di altezza. Forse era la residenza del principe del luogo.
Cava Lazzaro
La valle di Cava Lazzaro annuncia quella di Cava Ispica, e rappresenta una fra le più interessanti stazioni archeologiche del paleolitico siciliano. Presenta grotte a forno e ad anticella, oltre a caverne templari ad uso religioso, con escavazioni a mano di pilastri e colonne. Di notevole pregio archeologico è la Tomba Orsi, certamente riservata ad un personaggio importante del luogo, con un prospetto molto esteso in lunghezza e ornato con finti pilastri, sui quali sono scolpiti simboli geometrici; prende il nome da colui che la scoprì, l'archeologo Paolo Orsi. A Cava Lazzaro sono stati rinvenuti strumenti di amigdala, vasellame della civiltà castellucciana, manufatti vari di civiltà presicule comprese nel periodo XXII-XV secolo a.C.(facies di Castelluccio, prima età del bronzo), tutti conservati al Museo Civico di Modica. A Cava Lazzaro è stato trovato pure un cranio assegnato dal Pigorini al tipo di Neanderthal, e che è visibile al Museo Etnografico L. Pigorini di Roma.
Cava dei Servi
Essa alterna pareti rocciose a strapiombo, a zone dall'andamento pianeggiante, a gole profonde invase dall'acqua del torrente (a regime permanente) Tellesimo: morfologia complessa e variegata che attribuisce alla zona particolare bellezza, grazie anche alla ricca vegetazione presente sui versanti e nel fondo valle. Si possono, infatti, ammirare boschi con lecci e querce, e tratti di Gariga[31], tipica formazione discontinua di cespugli e piccoli arbusti, fra i quali predominante è il timo arbustivo (Thymus capitatus), che è quella essenza aromatica, cibo preferito delle api, le quali producono il più famoso miele ibleo, appunto il miele di timo. Infine, presenti larghi tratti di macchia mediterranea. Nella parte iniziale, la Cava dei Servi (di Dio), diventata Parco forestale, si presenta ampia e di facile accesso. Lungo la cava scorre il torrente Tellesimo, un affluente del Tellaro, che forma ad un certo punto del suo corso il Gorgo della campana, un laghetto a forma circolare di cui non si è ancora riusciti a misurare la profondità. Questo torrente è uno dei più singolari della zona iblea: nasce in contrada Bellocozzo all'interno proprio della Cava dei Servi e termina dopo circa 15 km confluendo nel fiume Tellaro, in territorio di Noto. La cava lungo cui scorre il Tellesimo ha pareti a strapiombo traforate da parecchie grotte, e diventa, nella parte terminale, stretta e tortuosa, conservando così, grazie alla sua impervietà, un ecosistema ancora integro. Per quanto riguarda la fauna, oltre ad uccelli come falchi, poiane, beccacce e tortore, si possono incontrare volpi, martore, istrici e gatti selvatici. Cava dei Servi fu abitata dall'uomo fin dalla preistoria. Su una collina chiamata Cozzo Croce si trovano, infatti, alcune necropoli attribuibili all'età del bronzo, con due monumenti funerari (dolmen) realizzati con lastroni infissi nel terreno e disposti circolarmente, oltre ad alcune tombe a grotticella e altre ad enchytrismòs, queste ultime per il ritrovamento in esse di vasi o anfore contenenti tracce di ceneri, in riferimento alla usanza protostorica in questa parte di Sicilia di ricorrere a tale modalità di conservazione dei resti mortali dei defunti. Si chiama "Cava dei Servi" perché si dice che in passato qua venissero i Servi di Dio.
Società
Evoluzione demografica
Data | Popolazione |
---|---|
1366 | 3.700 |
1505 | 6.048 |
1548 | 14.449 |
1569 | 17.999 |
1573 | 18.696 |
1616 | 18.011 |
1647 | 18.912 |
1679 | 19.410 |
1690 | 17.940 |
1693 | 14.653 |
1714 | 18.975 |
1747 | 20.096 |
1798 | 19.702 |
1831 | 25.838 |
1852 | 29.337 |
Abitanti censiti[33]

Etnie
La popolazione straniera ufficialmente[34] residente a Modica al 1º gennaio 2010 è di 1754 persone, 904 maschi, 850 femmine. Questi i numeri delle principali etnie presenti a Modica, secondo i dati ISTAT aggiornati al 31/12/2009, riferiti a immigrati regolari (si tratta di 1754 stranieri[35], di cui 410 minorenni, e provenienti da 62 nazioni diverse):
Marocco 468, Romania 270, Tunisia 189, Albania 183, Polonia 118, Cina 97, Ucraina 85, Venezuela 47, Germania 37, Senegal 28, Eritrea 21, Argentina 20, Bangladesh 15, Belgio 11, India 11, Francia 9, Algeria 9, Regno Unito 7, Perù 7, Somalia 7, Stati Uniti 6, Sudan 6, Brasile 6, Macedonia 6, Madagascar 5, Paraguay 6, Spagna 5, Paesi Bassi 5, Russia 5, Moldavia 5, Israele 5, Nigeria 4, Filippine 4, Bulgaria 4, Cuba 3, Mauritius 3, Giappone 3, Colombia 3, Austria 2, Messico 2, Turchia 2, Libia 2, Togo 2, Pakistan 2, Canada 2, un solo rappresentante infine per Croazia, Rep. Sudafricana, Grecia, Irlanda, Portogallo, Rep. Ceca, Bielorussia, Svizzera, Etiopia, Tanzania, Congo, Siria, Indonesia, Thailandia, Australia, Seychelles e Sri Lanka.
Modica, tra l'altro, è l'unica città in Sicilia ad avere promosso un progetto per rifugiati e richiedenti asilo politico, donne in gravidanza, sole o con minori.
Dei 1754 immigrati presenti, in possesso di regolare permesso di soggiorno, il 51,5% è di sesso maschile e il restante 48,5% di sesso femminile, per un'incidenza, sul totale della popolazione locale, del 3,18%.
Età media, statistiche demografiche
Modica è una Città in cui la vita media è cresciuta in modo sensibile rispetto agli altri comuni della provincia. Questo è il dato che si evince al termine della presentazione della Relazione Sanitaria 2006 resa nota dall'Ausl n° 7.
Nel particolare Modica insieme a Giarratana presenta il dato migliore in termini di vita media.
L'età media dei maschi nel 2002 era di 75,70, quella delle femmine di 79,98; nel 2006 quella dei maschi era di 76,45, quella delle femmine di 82,42 anni
Nel quadro generale, maschi più femmine, l'età media nel 2002 era di 77,84; nel 2006 di 79,80.
Altro dato in ascesa è il rapporto tra nascite e decessi. Nel 2010 si è registrato un saldo attivo di 43 unità. I morti sono stati 511 mentre i nati sono stati 554. In saldo positivo, con un più 165, anche il rapporto tra emigrati ed immigrati. Nel 2010 infatti si sono registrati 794 immigrati e 629 emigrati. Il numero di famiglie in cui è suddivisa la popolazione residente al 31/12/2010, consistente in 55.196 abitanti complessivi[36], è di 21.051, con una cifra media di componenti per nucleo familiare di 2.61, per un totale di 55.023 abitanti in famiglia. Al totale degli abitanti in famiglia tradizionale si debbono aggiungere i 173 residenti non compresi fra le famiglie, ma raggruppati in 34 gruppi di convivenza.
Il totale aggiornato di 55.317 abitanti può essere ulteriormente ripartito[37] in 26.744 maschi e 28.573 femmine.
Lingue e dialetti
Oltre alla lingua ufficiale italiana, a Modica si parla la lingua siciliana nella sua variante metafonetica sud-orientale. La ricchezza di influenze del siciliano, appartenente alla famiglia delle lingue romanze e classificato nel gruppo meridionale estremo, deriva dalla posizione geografica dell'isola, la cui centralità nel mar Mediterraneo ne ha fatto terra di conquista di numerosi popoli gravitanti nell'area mediterranea.
Servizi ed istituzioni
Il tribunale presente a Modica dal 1361
Modica fu scelta nel febbraio del 1361, in quanto capoluogo dell'omonima contea, come sede di un Tribunale di Gran Corte , che aveva gli stessi poteri della Regia Gran Corte di Palermo; il re Federico IV d'Aragona conferì a Federico III Chiaramonte, Conte di Modica, la giurisdizione criminale amplissima tramite la concessione dell'esercizio del merum Imperium seu jurisdictionem criminalem. Poi, Martino I Re di Sicilia e di Spagna, con Diploma di investitura del 20 giugno 1392, concedette a Bernardo Cabrera i tre gradi di giudizio (concedimus merum et mixtum imperium, maximum medium et minimum tam civilem quam criminalem et cum appellationibus quibuscumque[38]), corrispondenti a quelli oggi esercitati dalle Corti di I grado e d' Assise, et cum appellationibus[39], cioè la giurisdizione civile e criminale propria delle Corti di Appello e della Corte di Cassazione. La Corte d'Assise vi rimase fino ai primi del Novecento. Attualmente è rimasto solo il Tribunale civile e penale di I grado, al servizio dei comuni di Modica, Scicli, Ispica e Pozzallo. Alla presenza del Tribunale è associata la storica sede della Casa Circondariale.
L'antico Ospedale della Pietà e il Museo della Medicina
Il primo Ospedale, nel senso stretto del termine, a Modica fu, nel 1600, l'Ospedale della Pietà (o di S. Maria della Pietà)[40], nell'edificio della Commenda Gerosolimitana accanto alla chiesa di San Giovanni Battista, dei Cavalieri di Malta, dove era appunto la loro Sacra Domus Hospitalis, ricovero per i pellegrini, sin dal 1391, come da lettera di Re Martino di Spagna e di Sicilia. Tale Ospedale restò in attività fino agli anni settanta del secolo appena trascorso, essendo assurto nel frattempo a fama nazionale come Sifilocomio Campailla. Le Botti del Campailla curarono i malati di lue celtica (sifilide) ininterrottamente dal 1698 fino all'avvento della penicillina, nel 1943. Negli ultimi decenni di attività di tale ospedale, con il metodo delle Botti del Campailla vennero curate le malattie reumatiche e nevralgiche.
All'interno dell'ex Sifilocomio si conservano ancora[40] le Botti del Campailla nella loro originaria collocazione di fine Seicento, ed in questo locale è stato costituito una sorta di Museo della Medicina, dove sono conservati tanti strumenti medici e chururgici dell'Ottocento e del Novecento. Un'altra porzione di tale Museo si trova nei bassi dello stesso Palazzo Campailla, dove si conserva un prezioso Tavolo Anatomico (Settecento) su cui si esercitavano nelle dissezioni gli allievi della Scuola Medica Modicana[41] (secoli XVII-XIX), famosa in tutta la Sicilia, e che ebbe fra i suoi figli più illustri il fondatore Diego Matarazzo (1642-1702), poi lo stesso Tommaso Campailla, il clinico Gaspare Cannata (1718-1771, docente in medicina pratica all'Università di Palermo), per finire con Giovanni Michele Gallo (1729-1786) e con Pietro Polara (1768-1837), nominato nel 1827 Presidente della Commissione Centrale di vaccinazione di Palermo[42].
L'Ospedale Maggiore
Nel 1774 fu fondato a Modica Alta l'Ospedale degli Onesti, nei locali conventuali attigui alla chiesa di San Martino. Nel 1910, dalla fusione dell'Ospedale degli Onesti con due Opere Pie presenti in città, la denominazione cambiò in quella attuale di Ospedale Maggiore, struttura sanitaria prima Circoscrizionale (serviva il territorio dell'attuale intera provincia), ora comprensoriale, al servizio di una vasta utenza, proveniente, oltre che da Modica, anche da Scicli, Pozzallo, Ispica, e dai limitrofi comuni del siracusano, Rosolini, Pachino e Portopalo.
Modica col suo Ospedale e con i suoi Poliambulatori e Uffici Sanitari, è comune capofila di uno dei 55 Distretti Socio-Sanitari della Regione Siciliana, comprendente i comuni di Scicli, Pozzallo e Ispica.
La recente riforma regionale della rete ospedaliera ha previsto per l'Ospedale Maggiore di Modica 145 posti letto per acuti, di cui 21 in day hospital, suddivisi fra i seguenti reparti: 6 anestesia e rianimazione, 14 cardiologia e terapia intensiva coronarica, 14 chirurgia generale, 16 ginecologia e ostetricia, 12 malattie infettive, 14 nefrologia, 20 ortopedia, 10 pediatria, 5 oftalmologia e otorinolaringoiatria, 34 infine in un maxi reparto comprendente medicina generale, geriatria e malattie apparato respiratorio. Il 20 settembre 2010 è stato aperto il reparto "Hospice", con 10 posti per malati terminali.
Scuole secondarie superiori
- Liceo Classico "Tommaso Campailla"
- Liceo Artistico "Tommaso Campailla"
- Liceo Scientifico "Galileo Galilei"
- Istituto Tecnico Commerciale per Ragionieri "Archimede"
- Istituto Professionale per l'Agricoltura e l'Ambiente "Principi Grimaldi"
- Istituto Professionale per i Servizi Alberghieri e di Ristorazione "Principi Grimaldi"
- Liceo Linguistico "Giovanni Verga",
- Liceo Musicale "Giovanni Verga"[43],
- Liceo delle Scienze Umane "Giovanni Verga",
- Istituto Tecnico per Geometri "Giovanni Verga",
- Istituto Professionale per l'Industria del Mobile e dell'Artigianato (T.I.M.A.) "Giovanni Verga",
Tradizioni e folclore
- Madonna Vasa-Vasa: si svolge nella mattinata di Pasqua. Risalente almeno[44] al 1645, rappresenta l'incontro fra la Madonna ed il Cristo Risorto, reso caratteristico ed emozionante in questa versione modicana dal fatto che il simulacro di Maria, in pratica un burattino in legno sul tipo dei pupi Siciliani, muove le braccia, impartisce benedizioni e si china a baciare il petto del figlio risorto. A mezzogiorno in punto, fra ali di folla acclamanti, spari di bombe e campane a festa, alla Madonna, non appena "scorge" in lontananza Gesù Risorto, viene fatto cadere il manto nero che la ricopre, lasciando così scoperto il suo vestito azzurro; contemporaneamente vengono liberate in volo una decina di colombe bianche, nascoste in precedenza nel basamento del simulacro della Madonna.
- Festa del Patrono San Giorgio, il 23 aprile se cade di domenica, oppure la prima domenica successiva alla data (nel 2011 eccezionalmente i festeggiamenti hanno avuto luogo l'8 di maggio): il simulacro raffigurante il Santo Cavaliere che uccide il drago, viene portato a spalle lungo tutto il centro storico della città, prima a Modica Alta, poi a Modica Bassa, a partire dal primo pomeriggio, per finire con i giri festanti all'interno del Duomo dalle 23.00 circa.
- Eurochocolate - ChocoBarocco: si svolge preferibilmente in primavera ed ha già celebrato sei edizioni. L'evento rappresenta l'occasione giusta per visitare la città partecipando a tour guidati, e per degustare tutte le specialità dolciarie locali. In occasione della Kermesse del cioccolato di Modica si svolgono una serie di convegni ed eventi incentrati sul cacao, sulla tipica cioccolata modicana e sui prodotti dolciari per i quali Modica è rinomata. Il dolce appuntamento per il 2010 si è svolto nei giorni dal 3 all'8 dicembre, (Choco Notte il 4 dicembre), e la versione di quest'anno, così come quella del 2009, non ha più avuto il marchio perugino, ma piuttosto, col nome di ChocoBarocco, è stata un'edizione organizzata in maniera autonoma dai maestri cioccolattieri modicani, riuniti in un Consorzio per la tutela e la promozione del prodotto, ricchi dell'esperienza degli anni passati, ed animati solo dalla passione per la propria arte dolciaria. Già calendarizzata l'edizione del 2011, che si terrà dal 28 ottobre al 1º novembre, ed è stata inserita fra le manifestazioni turistiche di rilevanza nazionale della Regione Siciliana.
- "Nel solco della tradizione": dal 2008, in occasione di ricorrenze tipicamente legate al mondo dei bambini (i Morticini, il Natale, il Carnevale), si organizzano eventi per i più piccoli che coinvolgono scuole e istituzioni di tutta la città. La supervisione delle iniziative è affidata a Marcella Fragapane, direttrice del Festival internazionale delle Ombre di Staggia Senese.
- Settimana Quasimodiana: puntualmente come dal 1996 in poi ogni anno, nella settimana a cavallo del 20 agosto 2011 si terranno le varie rappresentazioni culturali che ricordano, nell'anniversario della sua morte (20 agosto), il poeta Salvatore Quasimodo, che a Modica ebbe i natali. Il programma prevede tutte le sere visite guidate ai Musei ed alla Casa natale, mentre il clou è la Notte della Poesia il 20 agosto. A Modica è stato istituito ed opera un Parco Nazionale Letterario[29], dedicato al Poeta.
- Sagra del carrubo, a Frigintini in settembre o ottobre: si degustano tutte le specialità a base di carrube: lolli (cavatelli cotti in sciroppo di carrube e ricoperti con mandorla tritata abbrustolita), gelo, biscotti e caramelle.
- Presepe Vivente: durante le festività di Natale, un Presepe Vivente viene rappresentato lungo i vicoletti e le scalinate di uno degli antichi quartieri del centro storico della città, oppure, a volte, fuori città, nella zona archeologica di Cava Ispica, nella suggestiva ambientazione delle grotte scavate dall'uomo nel corso dei secoli. L'edizione 2007 è stata ambientata nei bassi e negli anfratti rocciosi su cui poggiano i resti del Castello dei Conti. L'edizione 2009 si è svolta nel caratteristico parco urbano di San Giuseppe Timpuni di recente realizzazione.
- Modica Miete Culture: dal 2011 l'Amministrazione Comunale organizza una serie di eventi culturali[45] "a tema" legati alla valorizzazione del territorio locale come crocevia di culture mediterranee.
Economia
Agricoltura, zootecnia, artigianato, edilizia
L'economia della città trova la sua forza nell'agricoltura, l'artigianato e l'edilizia. Rilevante è la coltivazione del carrubo, dell'ulivo e del grano, da cui una buona presenza di oleifici e mulini, oltreché di mangimifici, questi ultimi legati sia all'attività agricola che agli allevamenti. Il vasto territorio comunale, per quanto riguarda l'ulivo, è suddiviso in 3 (Frigintini, Valle del Tellaro, Valle dell'Irminio) delle 8 sottozone[46] in cui avviene la produzione delle olive che danno origine all'olio DOP Monti Iblei. Discreta anche la produzione della fava cottoia modicana, di miele ibleo e di mais, quest'ultimo per il ciclo locale dell'allevamento. L'estrazione e la lavorazione della pietra (famosa e molto usata in Sicilia la pietra bianca di Modica), il commercio ed il turismo, sono altre voci importanti. Negli ultimi 15 anni ha avuto una grande espansione il Polo Commerciale, nella zona nuova della città, che calamita gli acquisti del vasto territorio di Sud-Est siciliano, comprendente tutta la provincia iblea e la parte più a sud di quella di Siracusa.
Nel campo dell'allevamento riveste particolare importanza il polo avicolo modicano, nato negli anni sessanta, e secondo in Italia solo al polo avicolo romagnolo per produttività e fatturato: il territorio di Modica produce circa un terzo del fabbisogno di uova della Sicilia, 800.000 uova al giorno da parte di un milione di galline ovaiole, e copre un'importante quota del mercato italiano delle carni di pollo, con otto milioni di polli macellati in un anno; tale enorme indotto dà lavoro a circa 2.000 addetti[47]. Notevole anche l'allevamento bovino, che trae prestigio dall'antica razza bovina modicana, di millenaria origine africana[48] (come dimostrano recenti studi genetici), e che alimenta una ricca produzione lattiero-casearia con ricotta, formaggi freschi e caciocavallo. Copre abbondantemente il mercato locale l'allevamento di suini. Per la bontà e la notorietà dei suoi prodotti tipici, oltre ad essere rinomata per la sua caratteristica cioccolata artigianale, con una produzione annua di 20 tonnellate ed esportata in tutto il mondo, Modica fa anche parte delle Associazioni Nazionali delle Città dei Sapori, oltre che delle Città del Pane, dell'Olio e del Gelato. A proposito dell'iscrizione di Modica fra le città del pane, i panificatori modicani sono entrati nel guinness dei primati. Lo scorso 13 giugno hanno messo in fila il pane più lungo del mondo, della lunghezza di 1.103,11 m. Il chilometrico pane, condito con gli ingredienti tipici tradizionali (olio d'oliva, origano, caciocavallo) è stato offerto alla degustazione dei presenti.
Razza bovina modicana
Famosissima è la razza modicana "a manto rosso", caratterizzata[49] dalla bellezza delle forme, dalla incurvatura a lira delle corna, dalla finezza e dalla lucentezza del mantello e dalla vivacità dell'occhio. La razza bovina modicana è la più antica razza autoctona siciliana, di probabilissima origine africana, avendo gli studiosi riscontrato moltissime analogie nel DNA di razze bovine presenti tuttora in Egitto. La presenza nella zona iblea è testimoniata anche dalla raffigurazione, scoperta di recente, di una vacca rossa modicana nei mosaici policromi, risalenti al V secolo d.C., venuti alla luce nella Villa Romana del Tellaro, nelle campagne di Noto (SR), a pochi km da Modica.[50]. Abituata da millenni al pascolo brado, la razza modicana è nota anche per la sua frugalità, per la notevole resistenza fisica e per l'indole socievole. Le sue carni sono apprezzate in tutta la Sicilia, mentre il latte è di ottima qualità, seppure la produzione lattiera per capo è molto inferiore a quella delle razze appositamente selezionate e alimentate a questo scopo. Il mantello della Modicana è di colore uniforme rosso scuro, con sfumature dal nero dei tori al fromentino chiaro delle vacche. Sfumature nere specie nella parte anteriore e sulla fascia esterna delle cosce. Fiocco della coda nero. Il maschio presenta un mantello più scuro. La produzione di latte è di circa 18/22 kg al giorno, con una percentuale di grasso di circa il 4%. Il suo patrimonio genetico è conservato presso varie Università ed Istituti italiani, che ne fanno oggetto di studi, tesi al rilancio del suo allevamento nelle zone climatiche storicamente più consone alle sue caratteristiche, come l'intero territorio siciliano, e nell'ultimo secolo la Sardegna. Proprio in questa regione con un incrocio genetico mirato è stata selezionata la razza Modicano-Sarda, grazie all'iniziativa di due allevatori sardi che nel 1870 trasferirono nella propria regione due tori di razza modicana, che incrociarono con mucche locali, per ottenere una razza ibrida, ma molto conveniente come resa economica, in rapporto ai ridotti costi di allevamento.
Il cioccolato modicano
Tipica produzione della città è la famosa cioccolata, prodotta seguendo un'antica ricetta azteca, da cui deriva la ricetta modicana che, sulla base della documentazione rinvenuta presso l'Archivio di Stato di Modica all'interno dell'Archivio Grimaldi, risale al 1746, quando la Sicilia dipendeva ancora dal Regno di Spagna. La lavorazione è rigorosamente artigianale ed a bassa temperatura, cosa che impedisce la perdita o l'alterazione organolettica delle componenti del cacao. Inoltre la pasta di cacao non arriva a fondersi con lo zucchero (lavorazione a crudo), dando sostanza ad una cioccolata fondente, leggermente granulosa, senza grassi vegetali aggiunti, non soggetta a liquefarsi fra le mani alle temperature estive, ed in cui è possibile al gusto distinguere nettamente i tre elementi che la compongono: cacao, zucchero e spezie (nella ricetta tradizionale, la cannella o la vaniglia). Conquistato dall'originalità e dal gusto della cioccolata modicana, così di essa scriveva Leonardo Sciascia: Altro richiamo, per restare alla gola, è quello del cioccolato di Modica e quello di Alicante (e non so se di altri paesi spagnoli): un cioccolato fondente di due tipi - alla vaniglia, alla cannella - da mangiare in tocchi o da sciogliere in tazza: di inarrivabile sapore, sicché a chi lo gusta sembra di essere arrivato all'Archetipo, all'assoluto, che il cioccolato altrove prodotto - sia pure il più celebrato - ne sia l'adulterazione, la corruzione. Il cioccolato modicano ha in corso la procedura per essere riconosciuto dal Ministero delle Politiche Agricole e dalla competente Commissione Europea come prodotto IGP (Indicazione Geografica Protetta).
Turismo
Il turismo è in forte crescita anche grazie all'inserimento di alcuni importanti monumenti in stile tardo barocco nella Lista dei Beni dell'Umanità da parte dell'UNESCO[51]. L'architettura opulenta dei palazzi e delle chiese. Le decorazioni allegoriche dei balconi e delle facciate. L'urbanistica folle. La città è un'oasi colta e felice che seduce a prima vista, grazie anche allo stile di vita rilassato (tratto dalla rivista "Dove"). La frazione balneare di Marina di Modica è indicata, anche per il 2011, con tre vele nella Guida Blu edita da Legambiente e dal Touring Club Italiano, tre vele anche per la vicina spiaggia di Maganuco[52]. Notevolissimo il contributo per il turismo cosiddetto "culturale" è venuto, oltre che dall'UNESCO e dal caratteristico Cioccolato modicano esportato in tutto il mondo, anche dal fatto che la città è divenuta uno degli scenari preferiti della nota serie televisiva de Il Commissario Montalbano, tratta dai romanzi di Andrea Camilleri, e con attore protagonista Luca Zingaretti. Il trend di crescita del turismo ha avuto una notevole spinta dal successo della manifestazione Eurochocolate che, come detto prima, si svolge ogni anno, e attrae turisti e curiosi provenienti da ogni parte d'Italia e del mondo. La versione modicana, Chocobarocco, della kermesse perugina, è dedicata alle produzioni artigianali del cioccolato, ed ha fatto stabilmente inserire la città di Modica nei circuiti del turismo cosiddetto enogastronomico. Il successo dei percorsi enogastronomici ed il riconoscimento dell'Unesco hanno, inoltre, generato un boom della domanda immobiliare da parte di toscani, campani, romani e milanesi, ma anche di gruppi stranieri, inglesi e francesi, (ma anche scandinavi e russi), che hanno deciso di fare delle coste del modicano, e della zona iblea in generale, le loro coste, e dei bagli delle nostre campagne, le loro masserie o i loro bed & breakfast: a questi modicani d'adozione il Comune dedica un incontro estivo[53] all'interno di Modica Miete Culture per conoscere le necessità e i progetti di chi arriva a Modica per le vacanze o per farne la propria nuova dimora. A Marina di Modica esiste un'aviosuperficie[54] con pista di oltre 600m in terra battuta[55] disponibile per tutti gli amanti del volo.
Amministrazione
Sport
- La Pro Volley Team Modica 1975, ha disputato in passato anche una stagione in serie A2 femminile; ha chiuso la stagione 2011/12 in serie C, conquistando la salvezza.
- L'U.S. Volley Modica maschile milita in serie C, dove ha chiuso la stagione 2011/12 al 1º posto, perdendo poi lo spareggio per la promozione in serie B2.
- Modica Calcio, ha disputato due campionati di serie C2, nel 1981/82 e nel 2005/06; ha chiuso il campionato regionale di Eccellenza siciliana 2011/12 al 12º posto, conquistando la salvezza.
- Il 15 maggio 1999 la 1ª tappa del Giro d'Italia, partendo da Agrigento, si concluse a Modica con la vittoria di Ivan Quaranta.
- Giorgio Avola è il fiorettista modicano, Campione d'Europa under 23 individuale (27 aprile 2010), e campione d'Europa a squadre (21 luglio 2010). Insieme ad Andrea Baldini, Andrea Cassarà e Valerio Aspromonte fa parte del quartetto nazionale che ha vinto tre prove di Coppa del Mondo nel 2012, a Parigi, Seoul e San Pietroburgo. Sempre nel 2011 si è prima laureato Campione d'Europa individuale e poi a squadre agli europei di Sheffield e si è piazzato terzo ai mondiali di Catania. Giorgio Avola si è confermato, per il terzo anno di fila, campione d'Europa di fioretto a squadre nei campionati europei di Legnano, il 19 giugno 2012.
- Nel fioretto maschile la squadra della Scherma Modica composta da Orazio Iozzia, Carlo Cavallo, Walter Polara e Giuseppe Di Martino ha conquistato la seria A1 assicurandosi la partecipazione ai Campionati Italiani 2013.
- Valeria Calabrese, Campione d'Europa (agosto 2010) di boxe femminile, cat. fino a 48 kg, in Ungheria. Ha vinto per quattro volte il titolo mondiale di full contact, sempre nella cat. fino a 48 kg.
- Giuseppe Gerratana, ha conquistato l’argento nei 3000 siepi agli Assoluti 2012 di Atletica Leggera, tenutisi a Bressanone.
Frazioni e località
La città è divisa nei nuclei urbani storici di Modica Alta (intorno al Castello) e Modica Bassa (lungo i torrenti adesso coperti), cui si è aggiunto a partire dagli anni sessanta del secolo scorso il nuovo quartiere residenziale del Sacro Cuore, denominato tradizionalmente Sorda. Tale nome deriva dalla presenza nella zona (quando era ancora aperta campagna e distava circa 3 km. dal centro abitato) di un'osteria, la cui proprietaria era, per l'appunto, sorda. Dal modo di dire in dialetto modicano "Andiamo alla/dalla sorda" per indicare il locale, si è così passati ad indicare il quartiere "Sorda" quando questo si è urbanizzato.
Quartieri cittadini
- Piano Gesù o Carcere
- Consolo
- San Giovanni
- Santa Teresa o Pianta
- Castello
- San Giorgio
- Francavilla o Costa (quartiere storico)
- Porta d'Anselmo (quartiere storico)
- Vignazza o Malvaxia (quartiere storico)
- Sant'Andrea
- Santa Maria
- Fontana
- Casale (quartiere storico)
- Corpo di Terra (quartiere storico)
- Cartellone (quartiere storico)
- San Francesco alla cava
- SS. Salvatore
- S. Anna
- Cappuccini
- Dente (Quartiere d'Oriente)
- Idria
- Madonna delle Grazie
- Fiumara
- Tirella
- Serrameta
- San Giuliano
- Caitina
- Treppiedi
- Rocciola
Frazioni
- Frigintini: frazione rurale dell'altopiano, a 11 km dal centro storico (circa 5000 abitanti).
- Zappulla: frazione rurale, a metà strada fra il centro e la frazione balneare di Marina di Modica
- Marina di Modica: frazione e località balneare, a 20 km circa dal centro storico di Modica.
- Pisciotto: contrada costiera situata a metà tra la frazione di Sampieri del Comune di Scicli, e Marina di Modica.
- Maganuco: frazione e località balneare, in forte sviluppo ed espansione, a metà fra Pozzallo e Marina di Modica.
Contrade
Abremi, Addolorata, Aguglie, Albarcara Badiola, Arena, Aurnia Cella, Balata di Modica, Balatannuzzari, Balatazza, Bancalatella, Barato, Baravitalla, Barco, Baronazzo, Bellamagna, Benarifi, Beneventano, Bibiola, Bosco, Butrano, Brizza, Bugilfezza, Busita, Bussello, Cafeo, Caitina, Calamezzana Cellina, Calamarieri, Calanchi, Calicantone, Calvario, Camardemi, Cammaratini, Campanaro, Campanella, Cannizzara Ciancia, Capitana, Cappuccina, Cappuzzello Donna Raimonda, Carranzonza, Carbonara, Case Giurdanella, Catagirasi, Catanese, Catanzarello, Catanzaro Conca d'Oro, Catinacioppo, Catarrì, Cava Cannamazzone, Cava Fazio, Cava dei Servi, Cava Ispica, Cava Mola, Cava Palombieri, Cavette, Cella, Ciaceri, Cianciò, Ciarciolo, Cinquevie, Cipolluzze, Cisterna Salemi, Costa del Diavolo, Coste dell'Olio, Cottonera, Cozzo Bianco, Cozzo Freddo, Cozzo Lupi, Cozzo Papi, Cozzo Pilato, Cozzo Rose, Cozzo Rotondo, Cozzo Scozzaria, Creta, Crocevie, Crucià, Cucco Pezzettula, Cugni Sant'Antoniuzzo, Daniele, Dente Crocicchia, Donna Tommasa, Famagiurgia, Fargione, Fargionello, Fasana, Favarotta, Fegotto, Femmina Morta, Finocchiara, Fiumara, Fondachello, Fondo Cardone, Fondo Longo, Fondo Marta, Fondo Mosche, Fosso Tantillo, Gabellazza Monica, Gallinara, Ganzeria, Gazzè, Gianforma, Giardinetti, Giarrusso, Giganta, Gisana, Gisanella, Gisira, Gisirella, Gisirotta, Gorgodaino, Graffolongo, Graffetta, Grotticelle, Guardalasini, Idria, Lanzagallo, Liccio, Loreto, Maganuco, Malvagia, Mandra Vecchia, Mangiagesso, Marchesa, Margi, Margione, Martinico, Martorina, Mauto, Mele, Michelica, Miglifulo, Milicucco, Minciucci, Mola, Monserrato, Monte, Montesano, Muraglio Mandorle, Musalli, Musebbi, Nacalino, Nobile, Padre Ignazio, Paio Grosso, Palazzelle, Passo Cane, Passo Gatta, Passo Parrino, Pezza, Piano Ceci, Piano Lauro, Piano Pozzi, Piedigrotta, Pietre Bianche, Pietre Nere, Pirato Cava Gucciardo, Pirato Cava Maria, Pirato Lombardo, Pisciarello, Pisciotto, Pizzilli, Ponte Margi, Porta di ferro, Pozzo Cassero, Povere Donne, Prainito, Punta Regilione, Puntare Scarse, Puntarolo, Quartarella, Raddusa, Rampolo, Rassabbia, Rinelli, Rito, Rocciola, Saitta Martisiello, Sant'Angelo, Sant'Antonio Lo Piano, San Bartolo(meo), San Brancati Catinaccioppo, Sant'Elena, San Filippo, San Giacomo, San Giovanni Pirato, San Giuliano Macallè, San Giuseppe Timpuni, San Giurgiuzzo, Sant'Ippolito, San Marco Mista, Santa Maria Zappulla, Santa Rosalia, San Silvestro, San Vito, San Zagaria, Scale Piane, Scalonazzo, Scardacucco, Scorrione, Scrofani, Serra D'Amenta, Serrafigura, Serrafiori, Serrameta, Serrapero, Serrauccelli, Sirrusco, Spagnuolo, Sparaceto, Streppinosa, Teduschella, Termini, Torre Cannata Olivieri, Torre Chiaula, Torre Napolino, Torre Rodosta, Trebalate, Tre Casucce, Trepizzi, Treppiedi, Trombatore, Ufra, Vaccalina, Vanella Amuri, Vanella Balli, Vasila, Vinciucci, Violicci, Zappulla, Zesira, Zimmardo.
Note
- ^ Dato Istat - Popolazione residente
- ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
- ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
- ^ Dato ISTAT al 30/11/2011
- ^ R. Solarino. La Contea di Modica, vol. I, Libreria Paolino Editrice, Ragusa, 1982, pag. 111.
- ^ Tolomeo (ca. 100-175 d.C.), il geografo greco-alessandrino, nella sua Geografia, descrive la posizione della città e le sorgenti del fiume Mothukanus
- ^ Oreste Badellino. Dizionario della Lingua Latina, Edizione Rosenberg&Sellier, Torino, 1962. Vol. II, Italiano-Latino, p. 1486
- ^ Ferruccio Calonghi. Dizionario della Lingua Latina, Edizione Rosenberg&Sellier, Torino, 1962. Vol. I, Latino-Italiano, p. 1771
- ^ R. Solarino. La Contea di Modica, Libreria Paolino Editrice, ristampa 1982, p. 83
- ^ Giovanni Ragusa. MODICA. Origine e significato del nome Modica, Editore Petralia, Modica, 1993. Pagg. 5-10
- ^ Vedi Giorgio Cavallo. L'Ospedale degli Onesti, pag. 271, nota n. 360
- ^ Vedi G. Coria , Viaggio negli Iblei, Provincia Regionale di Ragusa, Avola 1997, p. 79.
- ^ a b Giorgio Colombo. Collegium Mothycense degli Studi Secondari e Superiori
- ^ a b Giorgio Cavallo. Gli studi universitari a Modica, pag. 19, nota n. 15
- ^ Vincenzo Giardina. La Famiglia Grimaldi, Modica, 1925, pag.22
- ^ Vincenzo Giardina. La Famiglia Grimaldi, Modica, 1925, pag. 7, nota n. 2
- ^ Biografia di Pietro Floridia
- ^ Padre Arcangelo, il cappellano nella lista dei Beati siciliani
- ^ I versi inediti di Quasimodo dedicati a Modica
- ^ La notizia del ritrovamento dei versi di Quasimodo
- ^ Bernardino Nigro da Modica nella Storia dell'arte nell'Italia meridionale: Il Cinquecento, di Francesco Abbate
- ^ Franco Libero Belgiorno. Modica e le sue Chiese
- ^ La Madonna delle Grazie di Giorgio da Milano in Naro(Ag)
- ^ Madonna delle Grazie di Giorgio da Milano in Naro, simile alla Madonna della mazza in Modica
- ^ vedi pp. 59-60 del libro L'ospedale degli Onesti di G. Cavallo, Editore AUSL n. 7 di Ragusa, 2008
- ^ Ne è certo il prof. G. Di Marzo, studioso di Antonello Gagini, come riportato da F. L. Belgiorno in Modica e le sue chiese
- ^ Esiste il documento della confraternita che richiede l'opera nel 1528
- ^ nota pag. 107 della raccolta di saggi a cura di G. Barone, La Contea di Modica (secoli XIV-XVII), vol 1: dalle origini al Cinquecento, Bonanno Editore, 2008
- ^ a b Parco Letterario Salvatore Quasimodo
- ^ Il sito della Fondazione, completo di stagione teatrale
- ^ C.I.R.S. Ragusa. Comune di Modica. La valle del Tellesimo, volume di Speleologia Iblea n. 9, 2002
- ^ Domenico Ligresti in La contea di Modica (secoli XIV-XVII), vol. II, pag. 96
- ^ Dati tratti da:
- Popolazione residente dei comuni. Censimenti dal 1861 al 1991 (PDF), su ebiblio.istat.it, ISTAT.
- Popolazione residente per territorio – serie storica, su esploradati.censimentopopolazione.istat.it.
Nota bene: il dato del 2021 si riferisce al dato del censimento permanente al 31 dicembre di quell'anno.
- ^ Numero stranieri residenti a Modica
- ^ Dati Istat su stranieri residenti a Modica
- ^ Dati ISTAT su popolazione di Modica al 31/12/2010
- ^ Dati ISTAT al 31/07/2011
- ^ Giuseppe Barone in La contea di Modica, dalle origini al Cinquecento, pag. 10
- ^ E. Sipione. Patronato di santi e controversie parrocchiali nella città di Modica, pag. 289, nota n. 21
- ^ a b Giorgio Cavallo. L'Ospedale degli Onesti
- ^ AA.VV.,Tommaso Campailla e la Scuola Medica Modicana, pag.123,Ed. IngegniCulturaModica, Modica, 2010
- ^ A. Belgiorno. Memorie storiche e uomini illustri della Contea di Modica, pag. 144
- ^ La riforma Gelmini ha istituito 34 Licei musicali in tutta Italia, di cui 2 in Sicilia, a Palermo e a Modica)
- ^ Un mastro Pietro Baldanza, il 15/01/1645, chiede alla Corte del Patrimonio della contea l'esazione dalla gabella, in quanto esercente di un'arte rara, essendo architetto e intagliatore di legnami oltre che ogni anno e nella festa della SS.ma Resurrezione nella processione che si suole fare in detto giorno fa una demonstrazione con la figura della Madonna con certo artificio di legnami che pare che la figura fosse viva et induce molta devotione.... G.Raniolo in Introduzione alle consuetudini ed agli istituti della Contea di Modica, pag. 71, vol II
- ^ Il sito della manifestazione con i calendari degli eventi
- ^ Le sottozone modicane dell'Olio DOP Monti Iblei
- ^ Il Consorzio Avicolo Ibleo
- ^ Origini della razza bovina modicana
- ^ Caratteristiche della razza bovina modicana
- ^ Pagina 19 del quotidiano "La Sicilia" di Catania, del 26 ottobre 2007
- ^ Uno dei più importanti siti mondiali per prenotazioni turistiche ha segnalato un incremento delle ricerche per il mese di agosto rispetto all'anno precedente del 461%
- ^ Le vele alle spiagge di Modica
- ^ L'incontro tra modicani vecchi e nuovi del 2011
- ^ Sito Aviazione Leggera On Line
- ^ Sito dell'Ente Nazionale per l'Aviazione Civile
Bibliografia
- Placido Carrafa. Motucae illustratae descriptio, seu delineatio, ed. Bua, Palermo, 1653. Traduzione di Filippo Renda, Ed. La Porta, Modica, 1869, col titolo Prospetto corografico istorico di Modica. Ristampa Nino Petralia editore, Ragusa, 2008
- Raffaele Solarino. La Contea di Modica, ristampa 1982, Libreria Paolino Editrice, Ragusa, 1904
- Giorgio Colombo. Collegium Mothycense degli Studi Secondari e Superiori, Edizioni Ente Liceo Convitto, Modica, 1993
- Giorgio Cavallo. Gli studi universitari a Modica, Ed. Fondazione Giovan Pietro Grimaldi, Modica, 1990
- Franco Libero Belgiorno. Modica e le sue Chiese, Edizioni G. Poidomani, Modica, 1955
- Arnaldo Belgiorno. Memorie storiche e uomini illustri della Contea di Modica, Franco Ruta Editore, Modica, 1985
- Autori Vari. Archivum Historicum Mothycense, Edizioni Ente Liceo Convitto, Modica, 15 volumi annuali, dal 1995 al 2010
- Arturo Belluardo. Alla scoperta di Modica, Edizioni Corriere di Modica, Modica, 1970
- Giorgio Cavallo, Giuseppe Iacono. Modica, città d'arte e di sapori, Edizioni Tomaselli, Ragusa, 2006
- Marco e Giuseppe Iacono. La provincia iblea, Edizioni Tomaselli, Ragusa, 2005
- Salvatore Minardo. Modica Antica, Ricerche Topografiche, Archeologiche, Storiche, Scuola Tip. "Boccone del Povero", Palermo, 1952 (da Manoscritto del 1914)
- Paolo Nifosì. Oro Barocco, Ed. Provincia Regionale di Ragusa, Ragusa, 2006
- Giorgio Cavallo. L'Ospedale degli Onesti, A.U.S.L. N. 7 di Ragusa editore, 2008
- Autori Vari. La Contea di Modica (secoli XIV - XVII), Bonanno Editore, Acireale/Roma, 2008
Voci correlate
- Storia di Modica
- Contea di Modica
- Cioccolato modicano
- Associazione nazionale città del pane
- Associazione nazionale città dell'olio.
- Stazione di Modica
- Deposito Locomotive di Modica
- Duomo di San Giorgio (Modica)
- Vastedda modicana
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Collegamenti esterni