Campionato mondiale di calcio 1990
Il campionato mondiale di calcio 1990 o Coppa del Mondo FIFA del 1990 (noto anche come Italia '90) è stata la quattordicesima edizione del campionato mondiale di calcio per squadre nazionali maggiori maschili organizzato dalla FIFA ogni quattro anni.
Campionato mondiale di calcio 1990 Coppa del mondo FIFA del 1990 | |
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Competizione | Campionato mondiale di calcio |
Sport | ![]() |
Edizione | 14ª |
Date | 8 giugno - 8 luglio 1990 |
Luogo | ![]() (12 città) |
Partecipanti | 24 (106 alle qualificazioni) |
Impianto/i | 12 stadi |
Risultati | |
Vincitore | ![]() (3º titolo) |
Secondo | ![]() |
Terzo | ![]() |
Quarto | ![]() |
Statistiche | |
Miglior giocatore | ![]() |
Miglior marcatore | ![]() |
Incontri disputati | 52 |
Gol segnati | 115 (2,21 per incontro) |
Pubblico | 2 517 348 (48 411 per incontro) |
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Cronologia della competizione | |
Si svolse in Italia dall'8 giugno all'8 luglio 1990. Per i mondiali di Italia '90 fu composta appositamente la canzone Un'estate italiana (nota anche come Notti magiche), scritta da Giorgio Moroder ed interpretata da Gianna Nannini e Edoardo Bennato[1].
Storia
A 56 anni di distanza dal Mondiale organizzato in Italia nel 1934 e vinto dagli azzurri di Vittorio Pozzo, la massima rassegna calcistica planetaria tornò nel Bel Paese, a cui nel 1984 la FIFA assegnò l'organizzazione dei Mondiali del 1990. Nel febbraio 1986, la macchina organizzatrice si mise in moto e partì ufficialmente in novembre dello stesso anno, guidata dal trentanovenne Luca Cordero Di Montezemolo, già manager alla Ferrari.[2][3]
Dalla cittadella televisiva IBC ai Centri e alle Sale Stampa di tutte le 12 città, alle tribune stampa degli stadi, alla carrozza stampa e conferenze delle ferrovie, ovunque furono messe a disposizione tecnologie informatiche e della comunicazione all’avanguardia. La tecnologia al servizio di un grande evento: 52 partite in 31 giorni in 12 città, con oltre 40.000 accreditati e 28 miliardi di contatti televisivi.
Ci fu però da far fronte alla costruzione di nuovi stadi, visto che quelli allora esistenti risultarono essere inadeguati.[4] Furono ampliati e riammodernati il Meazza e gli stadi già esistenti, mentre si iniziò la costruzione di nuovi impianti a Bari (San Nicola) e Torino (il Delle Alpi). I costi furono elevati e in alcuni casi vi furono inchieste[5]. Al termine dei lavori si dovettero contare 12 vittime nei vari cantieri di costruzione e ristrutturazione degli impianti sportivi.[6]
Nelle qualificazioni, Germania Ovest e Brasile rischiarono l'eliminazione; cadde la Francia, reduce da due semifinali consecutive, dalla vittoria nell'Olimpiade e nell'Europeo 1984, superata da Scozia e Jugoslavia, con Henry Michel e Michel Platini che non riuscirono a dare la qualificazione ai transalpini. Fuori anche la Polonia, che, con la fine dell'era-Boniek, si ritrovò eliminata da inglesi e svedesi. La favorita numero uno venne indicata proprio nell'Italia,[7] forte della positiva impressione destata agli Europei del 1988 e, soprattutto, padrona di casa, mentre in seconda fila si ritrovarono l'Argentina di Diego Armando Maradona, fresco campione d'Italia con il Napoli, la Germania del "Kaiser" Franz Beckenbauer e del trio interista Matthäus-Klinsmann-Brehme e l'Olanda del corrispondente trittico rossonero van Basten-Gullit-Rijkaard, che tornava ai Mondiali a dodici anni dalla finale persa in Argentina e forte del titolo europeo conquistato due anni prima.
Canzone ufficiale dell'evento fu To Be Number One, testo di Tom Whitlock e musica di Giorgio Moroder, cantata anche in versione italiana da Gianna Nannini ed Edoardo Bennato, col titolo Un'estate italiana (testo italiano di Edoardo Bennato).
Mascotte ufficiale della manifestazione fu Ciao: la stilizzazione di un calciatore, composto da elementi cubici di colore verde, bianco e rosso, che abbozzava un palleggio e che, scomposto e ricomposto, formava la parola "Italia". Il nome della mascotte venne deciso, in una sorta di referendum settimanale, direttamente dagli scommettitori del Totocalcio tra una rosa di cinque nomi (Amico, Beniamino, Bimbo, Ciao, Dribbly).[8]
Durante la cerimonia di apertura, modelli da tutti i continenti presenti al Mondiale sfilarono con capi disegnati da alcuni grandi stilisti italiani: l'America con Valentino in rosso (il colore preferito dello stilista), l'Africa con Missoni in nero, l'Asia con Mila Schön in giallo, e l'Europa con Gianfranco Ferré in verde. Come musiche, all'inizio della cerimonia Bennato e la Nannini cantarono Un'estate italiana, poi la band Giorgio Moroder Project reinterpretò quattro canzoni sempre abbinate ai continenti (We Are the World di USA for Africa, Pata Pata di Miriam Makeba, Forbidden Colours di Ryuichi Sakamoto e All You Need Is Love dei Beatles) per concludere con To Be Number One. Alla fine della cerimonia, fu mostrato un concerto di un'orchestra diretta da Riccardo Muti.
Squadre partecipanti
UEFA (14 squadre) |
CONMEBOL (4 squadre) CONCACAF (2 squadre) AFC (2 squadre) CAF (2 squadre) |
N.B.: Italia qualificata d'ufficio come Nazione ospitante, Argentina qualificata d'ufficio come Campione del mondo in carica.
Convocazioni
Stadi
Bari | Bologna | Cagliari | Firenze |
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San Nicola | Renato Dall'Ara | Sant'Elia | Comunale |
Capacità: 56 875[9] | Capacità: 37 825[9] | Capacità: 40 117[9] | Capacità: 41 300[9] |
File:Bari - Interno Stadio San Nicola.JPG | |||
Genova | Milano | Napoli | Palermo |
Luigi Ferraris | Giuseppe Meazza | San Paolo | La Favorita |
Capacità: 35 921[9] | Capacità: 76 398[9] | Capacità: 74 090[9] | Capacità: 36 982[9] |
File:Genova-stadio Luigi Ferraris.JPG | File:P080410 11.35.jpg | ||
Roma | Torino | Udine | Verona |
Olimpico | delle Alpi | Friuli | Bentegodi |
Capacità: 80 258[9] | Capacità: 67 411[9] | Capacità: 38 685[9] | Capacità: 40 976[9] |
File:Stadio Olimpico in Rome.jpg |
Le qualificazioni
Le qualificazioni europee iniziarono nell'ottobre 1988, con alcuni anticipi. Passavano le prime di ogni girone, le seconde dei quattro gruppi di cinque squadre e le due migliori seconde dei tre gruppi da quattro squadre. Nel Gruppo 1 la spuntarono i romeni, che sopravanzarono la Danimarca nello scontro diretto all'ultima giornata, vinto in rimonta per 3-1. Solo un mese prima, a Copenaghen, erano stati gli scandinavi a vincere per 3-0. Nel Gruppo 2 vinse la Svezia, davanti all'Inghilterra, penalizzata dal pareggio in Polonia: i britannici, forti di una difesa d'acciaio (neanche un gol subìto), passarono egualmente nel gruppo delle migliori seconde. Nel Gruppo 3 vinse l'URSS, mentre al secondo posto si qualificò anche l'Austria. Nel gruppo 4 rischiò grosso la Germania, arrivata alle spalle dell'Olanda: i tedeschi impattarono due volte contro gli Orange e vennero bloccati a reti bianche in Galles, ma passano ugualmente tra le migliori seconde classificate. Nel gruppo 5 Scozia e Jugoslavia firmarono l'epitaffio della Francia, mentre nel gruppo 6 vinse la Spagna, davanti alla sorpresa Irlanda, capace di battere a Dublino le furie rosse e di arrivare ad un punto da loro. Infine, nel gruppo 7, uscì di scena il Portogallo mentre passarono il turno Belgio e Cecoslovacchia.
In Sudamerica passarono l'Uruguay e il Brasile, vittima di un episodio che ebbe discreta eco: durante la gara contro il Cile, il portiere andino Rojas finse di essere stato colpito da un petardo e si accasciò a terra, provvedendo di nascosto a incidersi il sopracciglio con un minuscolo bisturi. Il sangue fece sospendere la partita, ma la truffa venne a galla e il Cile fu squalificato dai mondiali in Italia e anche da quelli tenuti negli Stati Uniti nel 1994. Successivamente, il 22enne Rojas venne squalificato a vita dalla FIFA.[10] La Colombia dovette aspettare lo spareggio con Israele per la certezza della qualificazione.
In Africa, Egitto e Camerun la spuntarono nelle due finali su Algeria e Tunisia; in America del Nord colpo di fortuna del Costarica, che approfittò della squalifica del Messico per accedere al girone finale, dove, insieme agli Stati Uniti, passò il turno battendo Trinidad & Tobago, Guatemala ed El Salvador. In Asia uscirono vincitori Corea del Sud ed Emirati Arabi Uniti, che misero in fila Qatar, Cina, Arabia Saudita e Corea del Nord.
Il 9 dicembre 1989, al Palazzo dello Sport di Roma, si procedette al sorteggio. Conduttore della serata fu Pippo Baudo, madrina Sophia Loren; al sorteggio, insieme a vari campioni calcistici del passato, partecipò anche Luciano Pavarotti.[11] L'Italia (testa di serie a Roma, le altre gare a Firenze) fu estratta in un girone con Austria, Cecoslovacchia e Stati Uniti; all'Argentina (a Napoli, altre gare a Bari) toccarono in sorte l'Unione Sovietica, finalista dell'Europeo 1988, la Romania e il Camerun; il Brasile (Torino e Genova) trovò Scozia, Svezia e Costa Rica; la Germania (Milano e Bologna) fu estratta con Jugoslavia, Colombia e Emirati Arabi Uniti; il gruppo E (testa di serie a Verona, altre gare a Udine) presentava Spagna, Belgio, Corea del Sud e Uruguay. Infine, il gruppo di Palermo e Cagliari mise l'Inghilterra di fronte a Irlanda, Paesi Bassi (campione d'Europa in carica) ed Egitto.
Fase finale
Fase a gruppi
L'Argentina, al debutto a San Siro, era opposta al Camerun, tornato al Mondiale dopo quello spagnolo. Di quella squadra facevano parte il trentottenne Milla (che però partì come riserva), il portiere N'Kono, il libero Kundé (tutti già presenti in Spagna nel 1982) e altri giocatori poco conosciuti al grande pubblico.
L'Argentina del contestato Maradona apparì nervosa; gli africani restarono in 10 per l'espulsione di André Kana-Biyik. Al 66° di gioco, su un cross in area, François Omam-Biyik colpì di testa il pallone: la conclusione non fu potente, ma l'estremo difensore argentino Pumpido si fece sfuggire il pallone, che terminò in rete. Il Camerun resistette anche in 9 (espulso nel finale Massing per un fallo su Caniggia lanciato a rete) e colse la vittoria.
Il giorno dopo toccò all'Italia, opposta, in un Olimpico gremito, all'Austria. Nel primo tempo gli azzurri colsero solo un palo esterno dalla distanza con Ancelotti; nella ripresa la nazionale azzurra intensificò gli attacchi, impegnando il portiere Lindenberger in almeno due occasioni, con Donadoni e De Agostini. Al 75° Azeglio Vicini sostituì Carnevale con lo juventino Schillaci: passarono appena quattro minuti e su un cross di Gianluca Vialli fu proprio il nuovo entrato a realizzare di testa il decisivo 1-0.
Il giorno dopo i cecoslovacchi risposero con un secco 5-1 agli Stati Uniti. Anche la Germania Ovest si mise particolarmente in mostra vincendo 4-1 sulla quotata Jugoslavia con una rete di Völler, due di Matthäus e una di Klinsmann; il Brasile di Lazaroni batté invece la Svezia per 2-1 con due reti di Careca. L'Olanda pareggiò con l'Egitto: dopo essere passati in vantaggio con Kieft, vennero raggiunti a sette minuti dalla fine da un rigore trasformato da Abdelghani. Anche l'Eire, al debutto ai Mondiali, fermò sul pari i cugini inglesi: al gol di Lineker rispose nella ripresa Sheedy. La Spagna di Luis Suarez chiuse a reti inviolate con l'Uruguay, e Rubén Sosa sbagliò un rigore per i sudamericani.
Il 13 giugno l'Argentina, chiamata a riscattarsi dopo la sconfitta inaugurale, batté al San Paolo l'URSS. Prima del vantaggio argentino, fu negato un rigore ai sovietici per un fallo di mano di Maradona in area, e subito dopo il portiere biancoceleste Pumpido si scontrò accidentalmente con Serrizuela fratturandosi tibia e perone, venendo quindi sostituito da Sergio Goycochea: per l'Argentina sarà la svolta del Mondiale.[12] L'Argentina vinse 2-0, con reti di Troglio e Burruchaga ed i sovietici di Valeri Lobanovski, vicecampioni all'Europeo 1988, già sconfitti dai rumeni, finirono al quarto posto del girone, nonostante l'ultima vittoria contro il già qualificato Camerun.
Il giorno dopo, sempre a Roma, tornò in campo l'Italia, opposta agli statunitensi, già battuti dalla Cecoslovacchia. Dopo 11 minuti di gioco l'Italia passò in vantaggio: su assist di Donadoni, Giannini entrò in area e superò Meola. Al 32° Vialli calciò sul palo un rigore, mentre al 67° furono i nordamericani ad andare vicini al gol su una punizione di Murray deviata da Vermes. Finì 1-0 e la Nazionale azzurra poté considerare archiviato il primo turno, così come la Cecoslovacchia che batté l'Austria. Tuttavia, sarebbe dovuto risultare decisivo battere la Cecoslovacchia, la quale poteva contare su una migliore differenza reti, per concludere il girone al primo posto, piazzamento prezioso per continuare a giocare all'Olimpico ed evitare incroci rischiosi (come ad esempio, l'eventualità di un quarto di finale contro i tedeschi).
Continuò la sua corsa la Germania Ovest: con cinque gol agli Emirati Arabi, la qualificazione fu assicurata. Nel gruppo F si chiusero sullo 0-0 gli incontri tra Inghilterra e Olanda e tra Irlanda ed Egitto, con tutte le squadre ancora a 2 punti con una partita ancora da giocare e in corsa per la qualificazione. Il Brasile, che vinse 1-0 sulla Costa Rica, ed il Camerun, che batté, con una doppietta di Milla, la Romania, vincendo anche il gruppo, ottennero il passaggio agli ottavi; e così anche il Belgio, che superò 3-1 i sudcoreani.
L'Italia batté quindi la Cecoslovacchia nel terzo incontro. All'Olimpico aprì le marcature Schillaci, che deviò in porta un tiro da fuori area di Giannini, e raddoppiò nella ripresa Roberto Baggio dopo una serie di dribbling. Nel gruppo B, oltre al Camerun (primo nonostante la sconfitta subita contro l'URSS), andarono avanti anche Argentina e Romania, che chiusero l'ultima gara con un utile 1-1. Nel gruppo C, a sorpresa, emerse la Costa Rica di Milutinović, che batté in rimonta 2-1 la Svezia a Genova, con reti di Flores e Medford, e decisive parate di Conejo.
Nel gruppo D, insieme ai tedeschi, passarono la Jugoslavia e la Colombia, che agguantò la qualificazione con un gol allo scadere di Rincon contro i tedeschi. Anche la situazione del gruppo E si risolse al 90°: un colpo di testa di Daniel Fonseca eliminò i sudcoreani, consentendo all'Uruguay di passare al turno insieme a Spagna e Belgio. Nell'equilibrato gruppo F, infine, la spuntò l'Inghilterra, che batté 1-0 l'Egitto con un gol di Wright e passò insieme ad Irlanda e Olanda, le cui posizioni in classifica furono stabilite mediante sorteggio, a favore degli irlandesi.
Ottavi di finale
Gli ottavi iniziarono sabato 23 giugno con la vittoria del Camerun per 2-1 sulla Colombia. Dopo 105 minuti di parità, la gara si accese nel secondo tempo supplementare. A Napoli fu ancora Roger Milla a timbrare lo storico accesso di una squadra africana ai quarti, con una doppietta in quattro minuti; il gol della bandiera colombiana lo firmò Redin. In serata, una tripletta di Tomáš Skuhravý e un gol di Luboš Kubík consentirono alla Cecoslovacchia di battere 4-1 la Costa Rica; per i centroamericani andò a segno González.
Domenica 24 giugno si disputarono due gare molto attese: Brasile-Argentina nel pomeriggio, Germania Ovest-Olanda in serata. Buona parte della sfida fra le due superpotenze sudamericane fu caratterizzata da un assedio brasiliano: Careca, dopo due minuti, seminò mezza difesa argentina, ma fu bloccato da Goycochea; al 18° Dunga colpì il palo, al 52° fu Alemão a cogliere il montante, al 64° ancora Careca mancò il vantaggio di testa. Maradona, più volte colpito dalla difesa brasiliana, si accese a dieci minuti dalla fine,[13] e seminando gli avversari, allargò al limite dell'area per Caniggia, che dribblò anche Taffarel per segnare a porta vuota. Vinse l'Argentina per una rete a zero.
A Milano la Germania Ovest superò l'Olanda. Dopo 21 minuti Völler falciò il portiere Hans van Breukelen: dall'episodio nacque un violento battibecco tra l'attaccante tedesco allora in forza alla Roma e il milanista Rijkaard: l'arbitro espulse entrambi, e all'uscita dal campo l'olandese fu colto dalle tv nell'atto di sputare addosso a Völler. Al 52°, su cross di Buchwald, Klinsmann segnò, centrando poi un palo alla mezz'ora della ripresa; all'82° Brehme firmò il raddoppio da fuori area. Un rigore di Koeman all'88° servì solo ad accorciare le distanze.
Il giorno seguente, affermazione ai rigori dell'Irlanda sulla Romania (decisiva la parata di Bonner sul tiro di Timofte); gli irlandesi raggiunsero i quarti di finale senza mai né vincere né perdere entro i tempi regolamentari. In serata toccò all'Italia, impegnata all'Olimpico contro l'Uruguay: la gara si risolse nella ripresa a favore dei padroni di casa, grazie ad un tiro di Schillaci e ad un colpo di testa di Serena su punizione di Giannini.
Gli ottavi terminarono il giorno dopo. A Verona, la Jugoslavia e la Spagna si annullarono fino ad un quarto d'ora dalla fine. Poi Stojković portò in vantaggio gli slavi dopo la torre di Kataneć; gli spagnoli pareggiarono immediatamente con l'attaccante Salinas, ma nei supplementari ancora Stojković fu decisivo su punizione per il 2-1 finale. A Bologna, l'Inghilterra soffrì contro il Belgio. Ma ad un minuto dai rigori, fu Platt, in semirovesciata, a mandare avanti i Leoni.[13]
Quarti di finale
I quarti di finale presentarono sei squadre europee, una sudamericana e un'africana.
A Firenze, l'Argentina fu opposta alla Jugoslavia. Gli slavi restarono in dieci alla mezz'ora, a causa dell'espulsione di Šabanadžović; il risultato rimase però sullo 0-0 per 120 minuti e si procedette ai rigori. Stojković colpì la traversa; Maradona si vide respingere il tiro da Tomislav Ivković. Troglio sembrò condannare la sua squadra, cogliendo il palo. Ma Goycochea, parando i rigori di Brnović e Hadžibegić, guidò i sudamericani in semifinale.[14]
L'Italia, la stessa sera, fu opposta al sorprendente Eire di Jackie Charlton. Vicini riconfermò Baggio e Schillaci in attacco. Dopo trentasette minuti ancora Schillaci, su una respinta successiva a un tiro di Donadoni, appoggiò in rete il pallone dell'uno a zero. Il risultato non cambiò più, nonostante una traversa su punizione ancora di Schillaci.[14] L'Italia passò alle semifinali. Il giorno dopo, la Germania Ovest eliminò la Cecoslovacchia. Lothar Matthäus trasformò al 25° il calcio di rigore che decise la partita, poi fu il difensore Ivan Hašek a salvare per tre volte la propria porta; l'unico pericolo per i tedeschi arrivò da una punizione di Michal Bílek ed i cecoslovacchi, in dieci nel finale per l'espulsione di Ľubomír Moravčík, fecero ritorno in patria.
A Napoli fu quindi il turno del Camerun, opposto agli inglesi. Al 25° Platt schiacciò in rete un cross di Stuart Pearce; la reazione degli africani arrivò con l'ingresso di Milla, tenuto in panchina nel primo tempo, e dopo un fallo in area su di lui al 63° Kunde pareggiò su rigore; cinque minuti dopo fu Eugène Ekéké a portare in vantaggio i suoi grazie ad un assist dello stesso Milla. A nove minuti dalla fine Lineker trasformò però il rigore del pari dopo il fallo di Massing; ai supplementari fece il bis dagli undici metri con il fallo di N'Kono, fissando il risultato sul 3-2.
Semifinali
Si giunse così alle semifinali: Italia-Argentina e Germania Ovest-Inghilterra. L'Italia abbandonò la sede di Roma per scendere a Napoli dove Maradona era un idolo incontrastato. In campo tornò Vialli al fianco di Schillaci. Il gol arrivò al 17° di gioco: su un tiro di Vialli non trattenuto da Goycochea irruppe Schillaci, abile a portare in vantaggio la sua squadra. Nel secondo tempo, al 68°, un cross di Olarticoechea permise a Caniggia di realizzare di testa la rete del pareggio: dopo 518 minuti terminò così l'imbattibilità di Walter Zenga. L'ingresso di Baggio (che nei supplementari sfiorò il gol su punizione) e Serena al posto di Giannini e di Vialli non smossero il punteggio dall'1-1 e si andò ai rigori. L'Argentina li segnò tutti, mentre Goycochea neutralizzò su Donadoni e Serena, sancendo un approdo in finale che ad una sudamericana in Europa mancava da 32 anni (il Brasile in Svezia nel 1958).[14]
Il giorno dopo, nell'altra semifinale, a Torino, si affrontarono Germania Ovest e Inghilterra. Le due reti arrivarono al 60°, quando una punizione di Brehme fu deviata in modo decisivo dall'inglese Paul Parker, e all'80°, quando Lineker approfittò della confusione in area tedesca pareggiando e rinviando il verdetto ai rigori, ai quali si arrivò dopo due pali di Waddle e Buchwald. Dal dischetto sbagliarono gli inglesi Pearce e Waddle. La Germania Ovest avrebbe affrontato a Roma in finale l'Argentina. L'Inghilterra invece avrebbe incontrato a Bari i padroni di casa italiani per la finale che avrebbe stabilito il 3º e il 4º posto.
Finali
Nella finale per il terzo posto a Bari un'Italia rimaneggiata passò in vantaggio con Baggio al 72', calciando la palla sotto la traversa da pochi metri; fu raggiunta da Platt dieci minuti dopo su cross di Dorigo, ma vinse grazie a un rigore causato da un fallo di Parker e trasformato da Schillaci. L'attaccante italiano divenne capocannoniere con 6 reti mentre Shilton, a 41 anni, pose fine alla sua carriera internazionale. L'Italia ottenne il terzo posto in assoluto, mentre l'Inghilterra, al suo miglior risultato mondiale da 24 anni a quella parte, si aggiudicò il premio fair-play e nel dopogara, sia i calciatori in campo che i tifosi italiani e inglesi sugli spalti festeggiarono in maniera molto corretta l'epilogo del Mondiale cinque anni dopo la strage dell'Heysel.
Il giorno dopo, a Roma, furono di scena Argentina e Germania Ovest, per un replay della finale di quattro anni prima in Messico. Il pubblico italiano presente allo stadio Olimpico, condizionato dalla sconfitta in semifinale e per le antipatie che Maradona si era attirato militando nel campionato di calcio italiano con taluni atteggiamenti, fischiò l'esecuzione dell'inno nazionale argentino. L'episodio suscitò la rabbia di Maradona, che consapevole di essere ripreso ripeté due volte hijos de puta ("figli di puttana") all'indirizzo dei tifosi italiani.[15] Sotto il profilo del gioco la partita risultò deludente.[15] A sette minuti dalla termine l'arbitro Edgardo Codesal Méndez non fu particolarmente ispirato nell'ignorare un fallo in area di rigore tedesca subito dall'argentino Dezotti e, nell'immediato capovolgimento di fronte, nel concedere un calcio di rigore ai tedeschi per un intervento di Sensini su Völler apparso quantomeno analogo al fallo subito dagli argentini. Questi episodi e le relative decisioni arbitrali furono oggetto di durissime contestazioni da parte dei giocatori argentini: Maradona venne ammonito e l'Argentina rimase in 9 contro 11 per l'espulsione di Dezotti dovuta alle vibranti proteste (al 65' Monzón era stato espulso per un duro intervento falloso). Dopo una lunga interruzione, Brehme trasformò il calcio di rigore. Vano fu il disperato assalto finale della squadra argentina ridotta in netta inferiorità numerica. Il mondiale italiano terminò, dunque, con la Germania Ovest campione per la terza volta e al suo ultimo atto ufficiale con tale nome; tre mesi dopo avvenne la riunificazione con la Germania Est e da quel momento la squadra (con il titolo sportivo degli occidentali) si chiamò solo Germania.
Le partite
Fase a gruppi
Gruppo A
Classifica
Pos. | Squadra | Pt | G | V | N | P | GF | GS | DR |
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
1. | Italia | 6 | 3 | 3 | 0 | 0 | 4 | 0 | +4 |
2. | Cecoslovacchia | 4 | 3 | 2 | 0 | 1 | 6 | 3 | +3 |
3. | Austria | 2 | 3 | 1 | 0 | 2 | 2 | 3 | -1 |
4. | Stati Uniti | 0 | 3 | 0 | 0 | 3 | 2 | 8 | -6 |
Risultati
Roma 9 giugno 1990, ore 21:00 UTC+1 | Italia | 1 – 0 referto | Austria | Stadio Olimpico (73.303 spett.)
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Firenze 10 giugno 1990, ore 17:00 UTC+1 | Stati Uniti | 1 – 5 referto | Cecoslovacchia | Stadio Artemio Franchi (33.266 spett.)
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Roma 14 giugno 1990, ore 21:00 UTC+1 | Italia | 1 – 0 referto | Stati Uniti | Stadio Olimpico (73.423 spett.)
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Firenze 15 giugno 1990, ore 17:00 UTC+1 | Austria | 0 – 1 referto | Cecoslovacchia | Stadio Artemio Franchi (38.962 spett.)
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Roma 19 giugno 1990, ore 21:00 UTC+1 | Italia | 2 – 0 referto | Cecoslovacchia | Stadio Olimpico (73.303 spett.)
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Firenze 19 giugno 1990, ore 21:00 UTC+1 | Austria | 2 – 1 referto | Stati Uniti | Stadio Artemio Franchi (34.857 spett.)
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Gruppo B
Classifica
Pos. | Squadra | Pt | G | V | N | P | GF | GS | DR |
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
1. | Camerun | 4 | 3 | 2 | 0 | 1 | 3 | 5 | -2 |
2. | Romania | 3 | 3 | 1 | 1 | 1 | 4 | 3 | +1 |
3. | Argentina | 3 | 3 | 1 | 1 | 1 | 3 | 2 | +1 |
4. | Unione Sovietica | 2 | 3 | 1 | 0 | 2 | 4 | 4 | 0 |
Risultati
Milano 8 giugno 1990, ore 18:00 UTC+1 | Argentina | 0 – 1 referto | Camerun | Stadio Giuseppe Meazza (74.500 spett.)
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Bari 9 giugno 1990, ore 17:00 UTC+1 | Unione Sovietica | 0 – 2 referto | Romania | Stadio San Nicola (42.907 spett.)
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Napoli 13 giugno 1990, ore 21:00 UTC+1 | Argentina | 2 – 0 referto | Unione Sovietica | Stadio San Paolo (55.759 spett.)
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Bari 14 giugno 1990, ore 17:00 UTC+1 | Camerun | 2 – 1 referto | Romania | Stadio San Nicola (38.687 spett.)
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Napoli 18 giugno 1990, ore 21:00 UTC+1 | Argentina | 1 – 1 referto | Romania | Stadio San Paolo (52.733 spett.)
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Bari 18 giugno 1990, ore 21:00 UTC+1 | Camerun | 0 – 4 referto | Unione Sovietica | Stadio San Nicola (37.307 spett.)
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Gruppo C
Classifica
Pos. | Squadra | Pt | G | V | N | P | GF | GS | DR |
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
1. | Brasile | 6 | 3 | 3 | 0 | 0 | 4 | 1 | +3 |
2. | Costa Rica | 4 | 3 | 2 | 0 | 1 | 3 | 2 | +1 |
3. | Scozia | 2 | 3 | 1 | 0 | 2 | 2 | 3 | -1 |
4. | Svezia | 0 | 3 | 0 | 0 | 3 | 3 | 6 | -3 |
Risultati
Torino 10 giugno 1990, ore 21:00 UTC+1 | Brasile | 2 – 1 referto | Svezia | Stadio delle Alpi (62.628 spett.)
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Genova 11 giugno 1990, ore 17:00 UTC+1 | Costa Rica | 1 – 0 referto | Scozia | Stadio Luigi Ferraris (30.867 spett.)
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Torino 16 giugno 1990, ore 17:00 UTC+1 | Brasile | 1 – 0 referto | Costa Rica | Stadio delle Alpi (58.007 spett.)
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Genova 16 giugno 1990, ore 21:00 UTC+1 | Svezia | 1 – 2 referto | Scozia | Stadio Luigi Ferraris (31.823 spett.)
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Torino 20 giugno 1990, ore 21:00 UTC+1 | Brasile | 1 – 0 referto | Scozia | Stadio delle Alpi (62.502 spett.)
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Genova 20 giugno 1990, ore 21:00 UTC+1 | Svezia | 1 – 2 referto | Costa Rica | Stadio Luigi Ferraris (30.223 spett.)
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Gruppo D
Classifica
Pos. | Squadra | Pt | G | V | N | P | GF | GS | DR |
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
1. | Germania Ovest | 5 | 3 | 2 | 1 | 0 | 10 | 3 | +7 |
2. | Jugoslavia | 4 | 3 | 2 | 0 | 1 | 6 | 5 | +1 |
3. | Colombia | 3 | 3 | 1 | 1 | 1 | 3 | 2 | +1 |
4. | Emirati Arabi Uniti | 0 | 3 | 0 | 0 | 3 | 2 | 11 | -9 |
Risultati
Bologna 9 giugno 1990, ore 17:00 UTC+1 | Emirati Arabi Uniti | 0 – 2 referto | Colombia | Stadio Renato Dall'Ara (30.791 spett.)
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Milano 10 giugno 1990, ore 21:00 UTC+1 | Germania Ovest | 4 – 1 referto | Jugoslavia | Stadio Giuseppe Meazza (74.765 spett.)
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Bologna 14 giugno 1990, ore 17:00 UTC+1 | Jugoslavia | 1 – 0 referto | Colombia | Stadio Renato Dall'Ara (32.257 spett.)
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Milano 15 giugno 1990, ore 21:00 UTC+1 | Germania Ovest | 5 – 1 referto | Emirati Arabi Uniti | Stadio Giuseppe Meazza (71.169 spett.)
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Milano 19 giugno 1990, ore 17:00 UTC+1 | Germania Ovest | 1 – 1 referto | Colombia | Stadio Giuseppe Meazza (72.510 spett.)
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Bologna 19 giugno 1990, ore 17:00 UTC+1 | Jugoslavia | 4 – 1 referto | Emirati Arabi Uniti | Stadio Renato Dall'Ara (27.833 spett.)
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Gruppo E
Classifica
Pos. | Squadra | Pt | G | V | N | P | GF | GS | DR |
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
1. | Spagna | 5 | 3 | 2 | 1 | 0 | 5 | 2 | +3 |
2. | Belgio | 4 | 3 | 2 | 0 | 1 | 6 | 3 | +3 |
3. | Uruguay | 3 | 3 | 1 | 1 | 1 | 2 | 3 | -1 |
4. | Corea del Sud | 0 | 3 | 0 | 0 | 3 | 1 | 6 | -5 |
Risultati
Verona 12 giugno 1990, ore 17:00 UTC+1 | Belgio | 2 – 0 referto | Corea del Sud | Stadio Marcantonio Bentegodi (32.790 spett.)
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Udine 13 giugno 1990, ore 17:00 UTC+1 | Uruguay | 0 – 0 referto | Spagna | Stadio Friuli (35.713 spett.)
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Verona 17 giugno 1990, ore 21:00 UTC+1 | Belgio | 3 – 1 referto | Uruguay | Stadio Marcantonio Bentegodi (33.759 spett.)
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Udine 17 giugno 1990, ore 21:00 UTC+1 | Corea del Sud | 1 – 3 referto | Spagna | Stadio Friuli (32.733 spett.)
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Verona 21 giugno 1990, ore 17:00 UTC+1 | Belgio | 1 – 2 referto | Spagna | Stadio Marcantonio Bentegodi (35.950 spett.)
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Udine 21 giugno 1990, ore 17:00 UTC+1 | Corea del Sud | 0 – 1 referto | Uruguay | Stadio Friuli (29.039 spett.)
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Gruppo F
Classifica
Pos. | Squadra | Pt | G | V | N | P | GF | GS | DR |
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
1. | Inghilterra | 4 | 3 | 1 | 2 | 0 | 2 | 1 | +1 |
2. | Irlanda[16] | 3 | 3 | 0 | 3 | 0 | 2 | 2 | 0 |
3. | Paesi Bassi[16] | 3 | 3 | 0 | 3 | 0 | 2 | 2 | 0 |
4. | Egitto | 2 | 3 | 0 | 2 | 1 | 1 | 2 | -1 |
Risultati
Cagliari 11 giugno 1990, ore 21:00 UTC+1 | Inghilterra | 1 – 1 referto | Irlanda | Stadio Sant'Elia (35.238 spett.)
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Palermo 12 giugno 1990, ore 21:00 UTC+1 | Paesi Bassi | 1 – 1 referto | Egitto | Stadio La Favorita (23.000 spett.)
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Cagliari 16 giugno 1990, ore 21:00 UTC+1 | Inghilterra | 0 – 0 referto | Paesi Bassi | Stadio Sant'Elia (35.267 spett.)
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Palermo 17 giugno 1990, ore 17:00 UTC+1 | Irlanda | 0 – 0 referto | Egitto | Stadio La Favorita (33.288 spett.)
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Cagliari 21 giugno 1990, ore 21:00 UTC+1 | Inghilterra | 1 – 0 referto | Egitto | Stadio Sant'Elia (34.959 spett.)
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Palermo 21 giugno 1990, ore 21:00 UTC+1 | Irlanda | 1 – 1 referto | Paesi Bassi | Stadio La Favorita (33.288 spett.)
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Raffronto delle terze classificate
Pos. | Squadra | Pt | G | V | N | P | GF | GS | DR |
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
1. | Argentina | 3 | 3 | 1 | 1 | 1 | 3 | 2 | +1 |
2. | Colombia | 3 | 3 | 1 | 1 | 1 | 3 | 2 | +1 |
3. | Paesi Bassi | 3 | 3 | 0 | 3 | 0 | 2 | 2 | 0 |
4. | Uruguay | 3 | 3 | 1 | 1 | 1 | 2 | 3 | -1 |
5. | Austria | 2 | 3 | 1 | 0 | 2 | 2 | 3 | -1 |
6. | Scozia | 2 | 3 | 1 | 0 | 2 | 2 | 3 | -1 |
Fase a eliminazione diretta
Albero della fase a eliminazione diretta
Template:Torneo-ottavi-con-terzo
Ottavi di finale
Napoli 23 giugno 1990, ore 17:00 UTC+1 | Camerun | 2 – 1 (d.t.s.) referto | Colombia | Stadio San Paolo (50.026 spett.)
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Bari 23 giugno 1990, ore 21:00 UTC+1 | Cecoslovacchia | 4 – 1 referto | Costa Rica | Stadio San Nicola (47.673 spett.)
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Torino 24 giugno 1990, ore 17:00 UTC+1 | Brasile | 0 – 1 referto | Argentina | Stadio delle Alpi (61.381 spett.)
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Milano 24 giugno 1990, ore 21:00 UTC+1 | Germania Ovest | 2 – 1 referto | Paesi Bassi | Stadio Giuseppe Meazza (74.559 spett.)
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Genova 25 giugno 1990, ore 17:00 UTC+1 | Irlanda | 0 – 0 (d.t.s.) referto | Romania | Stadio Luigi Ferraris (31.818 spett.)
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Roma 25 giugno 1990, ore 21:00 UTC+1 | Italia | 2 – 0 referto | Uruguay | Stadio Olimpico (73.303 spett.)
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Verona 26 giugno 1990, ore 17:00 UTC+1 | Spagna | 1 – 2 (d.t.s.) referto | Jugoslavia | Stadio Marcantonio Bentegodi (35.500 spett.)
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Bologna 26 giugno 1990, ore 21:00 UTC+1 | Inghilterra | 1 – 0 (d.t.s.) referto | Belgio | Stadio Renato Dall'Ara (34.520 spett.)
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Quarti di finale
Firenze 30 giugno 1990, ore 17:00 UTC+1 | Argentina | 0 – 0 (d.t.s.) referto | Jugoslavia | Stadio Artemio Franchi (38.971 spett.)
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Roma 30 giugno 1990, ore 21:00 UTC+1 | Italia | 1 – 0 referto | Irlanda | Stadio Olimpico (73.303 spett.)
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Milano 1º luglio 1990, ore 17:00 UTC+1 | Germania Ovest | 1 – 0 referto | Cecoslovacchia | Stadio Giuseppe Meazza (73.347 spett.)
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Napoli 1º luglio 1990, ore 21:00 UTC+1 | Inghilterra | 3 – 2 (d.t.s.) referto | Camerun | Stadio San Paolo (55.205 spett.)
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Semifinali
Napoli 3 luglio 1990, ore 20:00 UTC+1 | Italia | 1 – 1 (d.t.s.) referto | Argentina | Stadio San Paolo (59.978 spett.)
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Torino 4 luglio 1990, ore 20:00 UTC+1 | Germania Ovest | 1 – 1 (d.t.s.) referto | Inghilterra | Stadio delle Alpi (62.628 spett.)
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Finale 3º posto
Bari 7 luglio 1990, ore 20:00 UTC+1 | Italia | 2 – 1 referto | Inghilterra | Stadio San Nicola (51.426 spett.)
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Finale
Roma 8 luglio 1990, ore 20:00 UTC+1 | Germania Ovest | 1 – 0 referto | Argentina | Stadio Olimpico (73.603 spett.)
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Vincitore
Campione del mondo 1990 Germania Ovest 3º titolo |
Classifica marcatori
6 reti
5 reti
4 reti
3 reti
2 reti
- Claudio Caniggia
- Careca
- Müller
- Michal Bílek
- Bernardo Redín
- Roberto Baggio
- Davor Jozić
- Darko Pančev
- Dragan Stojković
- Gavril Balint
- Marius Lăcătuş
1 rete
- Jorge Burruchaga
- Pedro Monzón
- Pedro Troglio
- Andreas Ogris
- Gerhard Rodax
- Jan Ceulemans
- Lei Clijsters
- Michel De Wolf
- Marc Degryse
- Vincenzo Scifo
- Patrick Vervoort
- Eugène Ekéké
- Emmanuel Kundé
- François Omam-Biyik
- Ivan Hašek
- Luboš Kubík
- Milan Luhový
- Freddy Rincón
- Carlos Valderrama
- Hwangbo Kwan
- Juan Cayasso
- Róger Flores
- Rónald González
- Hernán Medford
- Magdi Abdelghani
- Khalid Ismaïl
- Ali Thani
- Uwe Bein
- Pierre Littbarski
- Mark Wright
- Niall Quinn
- Kevin Sheedy
- Giuseppe Giannini
- Aldo Serena
- Robert Prosinečki
- Safet Sušić
- Ruud Gullit
- Wim Kieft
- Ronald Koeman
- Mo Johnston
- Stuart McCall
- Alberto Górriz
- Julio Salinas
- Paul Caligiuri
- Bruce Murray
- Tomas Brolin
- Johnny Ekström
- Glenn Strömberg
- Igor' Dobrovol'skij
- Oleh Protasov
- Oleksandr Zavarov
- Andrei Zygmantovič
- Pablo Bengoechea
- Daniel Fonseca
Statistiche
Capocannoniere e miglior giocatore del torneo
- Salvatore Schillaci; 6 reti.
Reti segnate
115 (2,2/per partita)
Gol più veloce
- Safet Sušić (Jugoslavia-Emirati Arabi Uniti; 5°).
Gol più lento
Durante i tempi regolamentari
- Freddy Rincón (Germania Ovest-Colombia; 90°).
- Daniel Fonseca (Corea del Sud-Uruguay; 90°).
Durante i tempi supplementari
- David Platt (Inghilterra-Belgio; 119°).
Triplette
- Tomáš Skuhravý (Cecoslovacchia-Costa Rica)
- Míchel (Spagna-Corea del Sud)
Doppiette
- Careca (Brasile-Svezia)
- Roger Milla (Camerun-Romania e Camerun-Colombia)
- Lothar Matthäus (Germania Ovest-Jugoslavia)
- Rudi Völler (Germania Ovest-Emirati Arabi Uniti)
- Gary Lineker (Inghilterra-Camerun)
- Darko Pančev (Jugoslavia-Emirati Arabi Uniti)
- Dragan Stojković (Spagna-Jugoslavia)
- Marius Lăcătuş (URSS-Romania)
Primo gol
- François Omam-Biyik (Argentina-Camerun, gara inaugurale, 8 giugno, 67°)
Ultimo gol
- Andreas Brehme (Germania Ovest-Argentina, finale 1º e 2º posto, 8 luglio, 84°)
Miglior attacco
- Germania Ovest; 15 reti segnate.
Miglior difesa
Peggior attacco
- Corea del Sud, Egitto; 1 rete segnata.
Peggior difesa
- Emirati Arabi Uniti; 11 reti subite.
Curiosità
- Le rivali dell'Italia ad ospitare l'evento furono l'URSS, la Grecia e l'Inghilterra. Al ballottaggio finale arrivarono però solo l'Italia e l'URSS, dopo che, sia gli ellenici che gli albionici, ritirarono spontaneamente la candidatura per lo scarso appoggio dei rispettivi governi.
- Questa edizione dei mondiali ha avuto la più bassa media di goal a partita.[senza fonte] Sono state realizzate 115 reti, con una media di 2,21 goal a partita, e, considerando anche i supplementari, 4920 minuti di gioco - il che significa 1 goal ogni 42,7 minuti, o anche 2,1 goal soltanto ogni 90 minuti.
- Questa edizione della Coppa del Mondo vide i Tre Tenori esibirsi per la prima volta insieme alla vigilia della finale.
- "World Cup Italia '90" fu il videogioco ufficiale della manifestazione, fu prodotto dalla Olivetti ed era disponibile solo per alcune console SEGA.
- Questa Coppa del Mondo è presente nel film Good Bye Lenin!, Heimat 3 e in Due sulla strada.
- Durante lo svolgimento dei mondiali, al Foro Italico di Roma, per la prima volta in Italia venne presentato come guest sport il Jorkyball.
- Nelle semifinali l'ultimo rigore venne sbagliato da giocatori entrambi mancini di piede: Serena in Argentina-Italia e Waddle in Germania-Inghilterra.
Prime e ultime volte
Prime volte
- Per la prima volta entrambe le semifinali furono decise ai calci di rigore.
- Per la prima volta una squadra africana riesce a raggiungere i quarti di finale della Coppa del Mondo: nel 1990 l'impresa è riuscita al Camerun[17], imitato nel 2002 dal Senegal e nel 2010 dal Ghana
- Per la prima volta si rese necessario un sorteggio per stabilire la posizione finale nella classifica di un girone, dato che l'Irlanda e l'Olanda si classificarono con lo stesso punteggio e le stesse cifre nel gruppo F: l'Irlanda conquistò così il secondo posto mentre l'Olanda fu terza. Entrambe si qualificarono al turno successivo, in quanto l'Olanda fu ammessa come una delle quattro migliori terze.
- È il primo mondiale per Costa Rica, Emirati Arabi Uniti e Irlanda.
- Questa Coppa del Mondo è stata la prima (e, fino ad ora, l'unica) in cui due squadre europee (Scozia e Svezia) furono battute ed eliminate da una formazione centroamericana: il Costarica, che vinse 1-0 contro gli scozzesi e 2-1 contro gli scandinavi.
- "Un'estate italiana" fu la prima canzone ufficiale di un mondiale.
- Nella sola finale molte cose accaddero per la prima volta:
- per la prima volta una nazionale raggiunse tre finali consecutivamente: fu la Germania Ovest, che fu già finalista nel 1982 e nel 1986, uscendone sconfitta. L'impresa fu ripetuta dal Brasile nelle tre edizioni successive (1994, 1998 e 2002), con più fortuna: fu vincitore due volte su tre;
- c'è stata la prima riedizione, tra l'altro consecutiva, di una finale precedente: già nel 1986 Argentina e Germania furono opposte in finale, anche se quella volta la vittoria andò ai sudamericani; l'unica altra volta sarebbe stata nel 1994, quando si confrontarono Brasile ed Italia, come già avvenuto nel 1970 (in entrambi i casi uscì vittorioso il Brasile);
- Pedro Monzón dell'Argentina divenne il primo giocatore espulso in una finale di Coppa del Mondo. Fu poco dopo seguito dal suo compagno di squadra Gustavo Dezotti;
- per la prima volta, la squadra sconfitta non andò a segno: la Germania Ovest vinse grazie ad un rigore, per poco non parato da Sergio Goycochea, trasformato all'84º minuto da Andreas Brehme e assegnato per un fallo su Rudi Völler. Di conseguenza, il tedesco Bodo Illgner divenne il primo portiere a non subire reti in una finale.
- per la prima volta una finale tra una squadra sudamericana e una europea si conclude con la vittoria di quest'ultima; nelle precedenti cinque occasioni infatti la vittoria aveva sempre arriso ai sudamericani (1958-1962-1970: Brasile vittorioso rispettivamente sulla Svezia, sulla Cecoslovacchia e sull'Italia; 1978-1986: Argentina vittoriosa rispettivamente sull'Olanda e sulla Germania Ovest), tale impresa sarà poi ripetuta otto anni dopo dalla Francia vittoriosa in finale contro il Brasile. Per la prima volta l'Italia concluse un mondiale con il terzo posto.
- Per la prima volta in un Mondiale la partita inaugurale e la finale si conclusero con lo stesso punteggio, ovvero 0-1 (Argentina-Camerun e Argentina-Germania Ovest)
Ultime volte
- Questa Coppa del Mondo fu l'ultima in cui fu permesso ai portieri di ricevere tra le mani i retropassaggi dei propri compagni di squadra. La regola del retropassaggio verrà messa in atto in un Campionato del Mondo a partire dall'edizione del 1994, per rendere più difficile alle squadre perdere tempo, anche se in realtà fu introdotta il 1º luglio 1992 e applicata per la prima volta durante il torneo di calcio dei Giochi della XXV Olimpiade, nel 1992 a Barcellona. Probabilmente l'introduzione di questa regola è stata influenzata dalla prestazione dell'Egitto nella partita contro l'Irlanda.
- Questa fu l'ultima coppa del mondo in cui le nazioni di quattro squadre nazionali esistettero come entità politiche: la Cecoslovacchia fu divisa in Repubblica Ceca e Slovacchia nel 1993 (nonostante questo continuarono a giocare come un unico paese quando fallirono la qualificazione ai mondiali del 1994); la Jugoslavia si dissolse nelle nazioni di Croazia, Slovenia, Bosnia ed Erzegovina, Macedonia, Serbia e Montenegro (queste ultime due formavano la Repubblica Federale di Jugoslavia fino al 2002, chiamatosi poi Serbia e Montenegro nel periodo 2003-2006); l'Unione Sovietica si sciolse in Russia ed altri quattordici stati dopo la caduta del regime comunista, anche se undici degli stati che formavano l'URSS crearono una squadra della CSI che giocò agli europei del 1992; la Germania Ovest che nell'ottobre dello stesso anno si riunificherà con la Germania Est, e i due titoli mondiali conquistati nelle edizioni 1954, 1974 e quello, appunto, del mondiale 1990, saranno riconosciuti alla nuova Nazionale di calcio tedesca.
- Questa è stata anche l'ultima edizione dei mondiali in cui una vittoria nel girone eliminatorio valeva due punti. Il gioco poco offensivo spinse la FIFA ad introdurre la regola dei tre punti in occasione dei mondiali del 1994.
- Questa è stata l'ultima coppa del mondo in cui gli arbitri indossavano principalmente la tradizionale casacca nera: a partire dal 1994, gli arbitri possono scegliere altri colori per evitare di confondersi con le squadre in campo. Questa regola viene seguita dal 1994, sebbene il nero sia diventato un'opzione dal 1998. Una casacca rossa di riserva, comunque, esisteva già per i mondiali del 1990, e fu indossata nelle due partite in cui la Scozia indossava le tradizionali casacche color blu scuro per evitare confusione tra colori.
- Per l'ultima volta i giocatori di una Coppa del Mondo ebbero soltanto un numero stampato sul retro delle magliette. Essi avrebbero infatti avuto anche il nome sulla schiena, scritto sopra il numero, e anche il proprio numero riscritto in piccolo sul davanti a partire dal 1994.
- Questa è stata anche l'ultima edizione dei mondiali in cui le nazionali potevano convocare per le partite ufficiali fino ad un massimo di 16 calciatori (11 titolari più 5 riserve), con la conseguenza che 6 calciatori della rosa finivano in tribuna. Dalla successiva edizione dei mondiali, ciascuna squadra poteva convocare per le partite tutta la rosa a disposizione (11 titolari più 11 riserve), inaugurando così il fenomeno della "panchina lunga".
Note
- ^ "Un'estate italiana": Bennato e la Nannini la cantano per "Italia '90"
- ^ «Italia Novanta» di calcio è nata stamane, in Stampa Sera, 13 novembre 1990, p. 1.
- ^ Mondiale, la paura non fa 90, in La Stampa, 1º maggio 1988, p. 25.
- ^ Montezemolo suona l'allarme, in La Stampa, 13 ottobre 1987, p. 26.
- ^ Sull'intreccio fra Mondiali '90, corruzione e Tangentopoli cfr. Christine Obermair (1993): ITALIA ´90 - eine verpasste Chance der Stadtpolitik?. In: Festivalisierung der Stadtpolitik, a cura di Hartmut Häußermann e Walter Siebel, Opladen, pp. 208-229.
- ^ Altro morto negli stadi '90, in Stampa Sera, 9 ottobre 1989, p. 1.
- ^ «L'Italia è la grande favorita per vincere il suo quarto titolo mondiale di calcio nel 1990. Il responso viene da un sondaggio fatto fra giornalisti di tutti i paesi riuniti nei giorni scorsi a Capri [...]». L'Italia favorita nel '90, in Stampa Sera, 19 luglio 1988, p. 17.
- ^ Mascotte 90, ridotti a 5 i nomi scelti, in Stampa Sera, 24 marzo 1989, p. 17.
- ^ a b c d e f g h i j k l Italia 90 (album figurine), Panini, 1990, pp. 2-5.
- ^ (ES) AA.VV., Historia de la Selección Chilena 1910-1998, Santiago, Don Balón, 1998, pp. 68-72.
- ^ Grande show prima dei nomi, in La Stampa, 9 dicembre 1989, p. 17.
- ^ (ES) Julio Macías, Quién es quién en la Selección Argentina. Diccionario sobre los futbolistas internacionales (1902-2010), Buenos Aires, Corregidor, 2011, p. 332, ISBN 978-950-05-1932-8.
- ^ a b Bortolotti, p. 184.
- ^ a b c Bortolotti, p. 185.
- ^ a b Bortolotti, p. 186.
- ^ a b Classifica determinata per sorteggio
- ^ Mondiali di Calcio - ITALIA 1990
Bibliografia
- Adalberto Bortolotti, I campionati mondiali, in AA.VV., Enciclopedia dello Sport - Calcio, Roma, Treccani, 2002.
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