Porto di Napoli
Porto di Napoli | |
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Stato | ![]() |
Regione | ![]() |
Provincia | ![]() |
Comune | Napoli |
Mare | mar Tirreno |
Infrastrutture collegate | Autostrada A1 Autostrada A3 |
Tipo | commerciale |
Gestori | Autorità portuale di Napoli |
Passeggeri | 6.226.078 (2010) |
Traffico merci | 21.923.377 t (2010) |
Profondità fondali | da 5 a 14 m m |
Rifornimento carburante | si |
Coordinate | 40°50′N 14°16′E{{#coordinates:}}: non è possibile avere più di un tag principale per pagina |
Il porto di Napoli è uno dei più importanti porti d'Europa, occupa la insenatura naturale più a nord del Golfo di Napoli e si estende per alcuni chilometri dal centro della città verso la sua parte orientale.
Cenni storici
La fondazione di Napoli e del suo porto è da collocarsi nell'ambito della colonizzazione greca. Dopo la fondazione, nel IX secolo a.C., della colonia greca sull'Acropoli di Pizzofalcone da parte di un gruppo di navigatori di Rodi, nel 470 a.C. gli abitanti di Cuma fondarono Neapolis (Νεἀπολις, città nuova) nella parte orientale della città originaria. Il massimo sviluppo del porto in età greca, si verificò a partire dal 420 a.C., periodo in cui, con il calo dell'influenza ateniese, divenne uno dei più importanti del Mediterraneo, producendo uno sviluppo urbanistico che rimase immutato sino alla metà del I secolo a.C[1].
Da scalo principalmente militare dell’epoca romana, successivamente il Porto di Napoli si aprì sempre più ai traffici marittimi assumendo importanza crescente.
Sotto la dominazione normanna, il porto conobbe un periodo di grande splendore, al punto che Napoli fu l'unica fra le città marittime italiane ad entrare, nel 1164, nella Lega Anseatica. Per Napoli e per il suo porto, il periodo normanno fu contrassegnato da enormi successi tanto in campo marittimo quanto nei traffici. Ma fu con l’avvento degli Angioini, nella seconda metà del XIII secolo, in particolare sotto il regno di Carlo I d'Angiò, che il porto si ampliò, si arricchì di nuovi edifici parallelamente allo sviluppo della città, ormai fra le più grandi e popolose d'Europa. Suo figlio Carlo II fece aprire il nuovo molo presso il Castel nuovo, detto angioino o grande.
La fortificazione del porto e la costruzione di magazzini, di depositi e di fabbriche continuò sotto la dominazione aragonese (XV secolo) e nel periodo del vicereame spagnolo[2].
Sotto il Regno dei Borbone (XVIII secolo) il porto si afferma come uno dei più attrezzati, dei più forti a livello europeo. L’Arsenale diviene un grande cantiere navale e nel 1818, addì 27 settembre, la “Real Ferdinando I”, la prima nave a vapore del Mediterraneo, è varata.
L'Unità d'Italia invece segnò negativamente la storia del porto, che vide diminuire i suoi traffici e ridurre le sue attività sebbene a partire dagli anni 1880 siano stati realizzati i vari moli nonché il collegamento ferroviario con la stazione.
Il declino durò sino ai primi del '900, quando, grazie all'impegno profuso da Francesco Saverio Nitti e dall'Ammiraglio Augusto Witting, avviene finalmente la ripresa.
Nel 1911 nacque il cantiere navale Bacini e Scali Napoletani oggi denominato Cantieri del Mediterraneo.
Il Fascismo puntò su Napoli come porto di collegamento con i possedimenti coloniali, dotandola di nuove infrastrutture e di nuovi edifici come la nuova Stazione Marittima, progettata nel 1932 e completata nel 1936 dall’architetto Cesare Bazzani, che prese il posto dell'antico molo grande e dei suoi prolungamenti verso oriente: il primo realizzato sotto Alfonso I d'Aragona; il secondo sotto Carlo III dal 1740 al 1743 su progetto di Giovanni Bompiede e chiamato molo San Gennaro, perché su di esso tra il 1742 al 1743 vi fu eretto un fortino di difesa dedicato al Patrono di Napoli che sostiuì l'originario seicentesco fortino sempre dedicato a San Gennaro.
La prima stazione marittima della città era stata costruita quasi trent'anni prima della nuova, presso il Ponte Trapezoidale, dove oggi è presente la sede della Capitaneria.
Per i lavori furono abbattuti tra il 1932 e il 1933 i magazzini del deposito franco, costruiti tra il 1878 e il 1887 nonché l'antico faro, la cosiddetta lanterna del molo eretta sotto il regno di Federico I di Napoli, ma ricostruita nel 1626 durante il viceregno del duca d'Alba in seguito ad un incendio, attribuendone l'opera a Pietro De Marino.
Attività principali
Pur avendo negli ultimi dieci anni un andamento poco costante, negli ultimi due anni il dato è sempre stato in crescita, raggiungendo i 6.226.078 di passeggeri transitati nel 2010.
Il traffico merci, invece, è stato per lo stesso anno, di circa 22 milioni di tonnellate con il traffico Roll-on/Roll-off transitato di poco più di 6 milioni di tonnellate.
La maggior parte dei traffici si svolgono nei due moli più importanti e centrali: il Molo Angioino, destinato all'approdo delle navi da crociera, con la famosa Stazione Marittima (la più vasta del globo con i suoi 12 km quadrati di superficie e i 10 approdi per navi di grande e medio tonnellaggio) e il Molo Beverello, dove attraccano i traghetti e gli aliscafi che collegano Napoli con le isole del Golfo (Capri, Ischia, Procida).
Dati sul traffico passeggeri[3]
Anno | Passeggeri | +/- |
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2008 | 9.026.247 | |
2009 | 8.618.000 | |
2010 | 7.365.397 | |
2011 | 7.516.191 |
Organizzazione
L'area complessiva si estende per oltre 200000 m2 (20 km in lunghezza) ed è adibita ad uso multifunzionale (passeggeri, al cabotaggio, alla cantieristica, all'attività commerciale nelle sue componenti di traffico merci, petrolifero, container, traffico crocieristico, industria delle riparazioni navali, traffico commerciale e diportismo) per un totale di 14 moli (La Pietra, Molo Angioino, Molo Beverello, Molosiglio, Calata di Porta di Massa, Mergellina, Darsena Acton, Duca degli Abruzzi, Calata Marinella, molo San Vincenzo, risalente al XV secolo, Darsena di Levante, molo Vittorio Emanuele e Pietrarsa). La gestione ed il coordinamento delle attività con gli altri organi organizzativi (Comitato portuale, della Commissione Consultiva e del Collegio dei revisori dei conti) sono svolte dall'authotity portuale, tra cui anche il porto di Castellammare di Stabia che, con i propri 1060 m2, rappresenta il principale settore cantieristico. Il traffico croceristico, invece, negli ultimi anni ha registrato a Napoli un incremento del 230% per un totale di 1 milione e 200 mila passeggeri[4]. Oltre agli introiti dalle crociere, il porto di Napoli ha visto un incremento anche nel settore dei trasporti locali (Metrò del Mare) per un totale di quasi sei milioni di passeggeri nel 2010[4]. Notevole anche l'attività congressuale grazie alle cinque sale nella Stazione marittima che complessivamente nel 2010 hanno ospitato circa 45 eventi la cui organizzazione è affidata alla società Terminal Napoli Spa. Eccetto le 110 unità occupate presso l'autorità portuale, complessivamente l'indotto portuale impegna circa 160 società per un totale di oltre 1500 posti di lavoro[4].
Area Turistica: Molo Beverello e Molo Angioino
Essendo il porto situato di fronte al centro cittadino, molti luoghi di interesse storico ed artistico sono abbastanza vicini e raggiungibili a piedi: il castello Maschio Angioino, Palazzo Reale, Piazza del Plebiscito con la Basilica, la Galleria Umberto I, le vie dello shopping come Via Toledo e Via Chiaia, il Municipio (Palazzo San Giacomo), il centro degli affari con gran parte degli uffici e molti alberghi cittadini, l'Università, ecc. È inoltre assai vicina la fermata della Funicolare di Piazzetta Augusteo, che consente di arrivare in pochi minuti al Vomero.
Il Museo dell'emigrazione, nato nel 2005 ed in parte posseduto dalla Regione, ha sede all'Immacolatella Vecchia (ex capitaneria di Porto) è in attesa di riapertura.
Terminal crocieristico
- 10 ormeggi
- 7 passerelle mobili
- 12 banchi check-in informatizzati
- sala arrivi e partenze
- nastri bagagli
- negozi
- bar
- centro congressi
Terminal passeggeri e auto
- biglietterie
- sala d'attesa
- nursery
- area d'attesa con 5 pensiline e panchine
- parcheggi
- attrezzature per imbarco mezzi
Area Commerciale
L'area dispone di trenta banchine e calate, con una lunghezza variabile dai 110 ai 400 mt. La recente riorganizzazione logistica ha permesso il collegamento con i principali snodi autostradali (A1 e A3) e ferroviari (Circumvesuviana, Napoli-Salerno, Linea 2).
Terminal Container
- Calata Granili
- Molo Flavio Gioia
- Molo Bausan
Terminal rinfuse solide
- Calata V.Veneto
- Calata villa del Popolo
- Molo Carmine
- Pontile V.Emanuele II
Terminal rinfuse liquide
- Ponte Vigliena
- Calata Petroli
Destinazioni Traghetti e Aliscafi
- Capri tramite SNAV, Caremar
- Ischia tramite SNAV, Caremar, Medmar, Alilauro
- Procida tramite SNAV, Caremar, Medmar
- Sorrento tramite SNAV, Alilauro
- Cagliari tramite Tirrenia
- Catania tramite TTT Lines
- Lipari tramite SNAV
- Palermo tramite Grandi Navi Veloci e Tirrenia
- Panarea tramite SNAV
- Ponza tramite SNAV
- Salina tramite SNAV
- Stromboli tramite SNAV
- Vulcano tramite SNAV
Prospettive sul porto di Napoli
È attualmente in costruzione un collegamento metropolitano che, insieme alla pedonalizzazione della intera area, con la creazione di sottopassi per le auto, permetterà un accesso più sicuro e rapido di quello attuale[5].
Note
- ^ De Seta C. (1981) Napoli: la città nella storia d'Italia, Bari, Laterza, p. 5, ISBN 88-420-1898-8.
- ^ Notizie del bello dell'antico e del curioso della città di Napoli, Volume 4, p. 410.
- ^ a b Traffico passeggeri, su porto.napoli.it. URL consultato il 25 ottobre 2012.
- ^ Metrò, viaggio nelle nuove stazioni in 3D, in Corriere del Mezzogiorno, 17 ottobre 2011.
Bibliografia
- Toma P. Antonio, Storia del porto di Napoli. SAGEP Libri & Comunicazione Editore, 1991 Codice ISBN 8870584097
- Lidio Aramu, La Camera sul porto (il porto di Napoli dall'unità d'Italia al fascismo). Colla Passaggi Editore, 2009 Codice ISBN 9788887501827
- ”Il Corriere del Mezzogiorno”, 28 febbraio 2000, Porto, giù la barriera: c'è la prima piazza a mare.
Altri progetti
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