Il Pakistan confina a ovest con l'Iran, a nord-ovest e a nord con l'Afghanistan, a nord-est con la Cina e a est e a sud-est con l'India. La costa del mar Arabico forma il suo confine meridionale.

Dal 1947 la regione del Kashmir, lungo l'Himalaya occidentale, è contesa da Pakistan, India e Cina, ognuna delle quali controlla porzioni del territorio. Il settore amministrato dal Pakistan comprende la regione del cosiddetto Azad Kashmir («Kashmir Libero») - che il Pakistan tuttavia considera uno stato indipendente, con capitale Muzaffarabad. La parte restante del Kashmir sotto amministrazione pakistana è costituita dal Gilgit e dal Baltistan, noti collettivamente come Territori del Nord.

Morfologia e idrografia

Il Pakistan è situato all'estremità occidentale della vasta pianura indo-gangetica. Circa tre quinti della superficie totale del paese sono costituiti da aspri terreni montuosi e altopiani, e i rimanenti due quinti da un'estesa area pianeggiante. Il territorio può essere suddiviso in cinque regioni principali: le catene montuose dell'Himalaya e del Karakoram e le loro diramazioni; l'Hindu Kush e le montagne occidentali; l'altopiano del Belucistan; l'altopiano sub-montano (altopiano del Potwar, Salt Range, pianura del Trans-Indo e regione di Sialkot); e la pianura dell'Indo. Ognuna di queste regioni è a sua volta suddivisa in ulteriori sub-regioni, tra le quali alcune costituite da aree desertiche.

La catene montuose dell'Himalaya e del Karakoram

L'Himalaya, che costituisce da molto tempo una barriera fisica e culturale tra l'Asia meridionale e l'Asia centrale, forma il bastione settentrionale del subcontinente, e le sue catene occidentali occupano l'intera estremità settentrionale del Pakistan, spingendosi per circa 320 km all'interno del paese. Estendendosi nel Kashmir e nel Pakistan settentrionale, l'Himalaya occidentale si suddivide in tre catene distinte, vale a dire, da nord a sud, i monti Pir Panjal, i monti Zaskar e i monti Ladakh. Più a nord sono situati i monti del Karakoram, una catena montuosa distinta collegata all'Himalaya. Questa serie di monti ha un'altitudine che varia da circa 4000 a oltre 6000 m. Quattro delle vette della regione superano gli 8000 m, e molte altre oltrepassano i 4500 m. Tra queste figurano i picchi torreggianti del Nanga Parbat (8126 m) e del K2, detto anche Godwin Austen (8611 m), nei Territori del Nord.

Alcuni fiumi importanti nascono sulle montagne del Kashmir, o le attraversano, per raggiungere il Pakistan. Dai monti Pir Panjal nasce il Jhelum (che divide in due la celebre valle del Kashmir); l'Indo scorre tra i monti Zaskar e Ladakh; e lo Shyok ha la propria sorgente sul Karakoram. A sud dei Pir Panjal si trova la propaggine nord-occidentale dei monti Shiwalik (che qui raggiungono un'altitudine compresa tra i 200 e i 300 m), che si estendono oltre il settore meridionale delle colline Hazara e Murree e comprendono le colline che circondano Rawalpindi e la vicina Islamabad.

Al di là del Karakoram, nell'estremo nord del paese, vi è la regione autonoma uigura dello Xinjiang (Cina); a nord-ovest, oltre l'Hindu Kush, vi è il Pamir, dove solamente il Vākhān (o corridoio del Wakhan), una sottile striscia di territorio afghano, separa il Pakistan dal Tagikistan. Il massiccio himalayano è stato violato nel 1970, quando gli ingegneri cinesi e pakistani completarono la Strada del Karakoram, che collega la città di Gilgit nei Territori del Nord con Kashgar (Kashi) nello Xinjiang. L'autostrada, vera meraviglia della tecnologia moderna, costituisce un'importante via di commercio tra i due paesi, ma ha promosso solo un limitato scambio culturale.

La barriera montuosa settentrionale influenza l'andamento delle precipitazioni nel Pakistan intercettando i venti monsoni (apportatori di pioggia) provenienti da sud. Anche lo scioglimento delle nevi e dei ghiacciai delle montagne alimentano i fiumi, compreso l'Indo, che emerge da una serie di catene allineate da est a ovest per dirigersi verso sud. Il ghiacciaio Siachen, uno dei ghiacciai di montagna più lunghi del mondo, alimenta il Nubra, un affluente dello Shyok. I numerosi ghiacciai di questa regione, in particolare quelli del Karakoram, sono tra i pochi al mondo che sono aumentati di dimensione a partire dalla fine del XX secolo.

Le regioni settentrionali e occidentali del paese sono soggette a una frequente attività sismica - conseguenza naturale di un sistema montuoso geologicamente giovane. Piccole scosse sono comuni in tutta la regione. Tuttavia, alcuni terremoti possono trasformarsi in una seria minaccia ed essere estremamente devastanti, considerando il fatto che molti edifici sono malmessi e quelli in montagna sono spesso arroccati su ripidi dirupi. Tra i terremoti che in epoca recente hanno devastato il Pakistan ricordiamo quelli del 1935, del 1945, del 1974 e del 2005. Gli ultimi due colpirono l'estremità settentrionale del paese, e quello del 2005 - con epicentro situato nella montuosa regione di confine tra la Provincia della Frontiera del Nord-Ovest (ora Khyber Pakhtunkhwa) e l'Azad Kashmir - provocò la morte di 80.000-90.000 persone e devastò completamente l'intero distretto.

La popolazione di questa inospitale regione settentrionale è generalmente scarsa, ma in poche aree favorevoli è piuttosto numerosa. Nella maggior parte dei minuscoli insediamenti di questa regione la coltura principale è l'orzo; anche la coltivazione degli alberi da frutta, specialmente albicocche, ha una speciale importanza. In alcune zone vi sono foreste, costituite in particolare da specie di pino, ma la loro presenza varia a seconda delle precipitazioni e dell'altitudine. Molti versanti sono stati spogliati della loro copertura originaria dall'eccessiva raccolta di legname e dal sovrapascolo.

L'Hindu Kush e le montagne occidentali

All'estremità settentrionale del Pakistan l'Hindu Kush si distacca per dirigersi verso sud-ovest dall'elevato nodo orografico conosciuto come Nodo del Pamir. Le dorsali dell'Hindu Kush assumono generalmente una direzione nord-est/sud-ovest, mentre quelle del Karakoram, che si dipartono anch'esse dallo stesso nodo, hanno un andamento sud-est/nord-ovest. L'Hindu Kush è costituito da due distinte catene, una cresta principale attraversata da torrenti trasversali, e una catena spartiacque posta a ovest della catena principale, in Afghanistan, che divide il bacino dell'Indo da quello dell'Amu Darya (l'antico Oxus). Dall'Hindu Kush, alcune ramificazioni si allungano verso sud attraverso le regioni di Chitral, Dir e Swat, nel Khyber Pakhtunkhwa. Queste ramificazioni sono solcate da vallate strette e profonde lungo i fiumi Kunar, Panjkora e Swat. Nel settore più settentrionale, le catene sono ammantate da nevi e ghiacci perenni; tra le cime più elevate figura il Tirich Mir, che si innalza fino a 7690 m. I lati delle vallate sono generalmente spogli, poiché sono relativamente isolati dall'influsso delle precipitazioni. Verso sud la regione è in gran parte ricoperta da foreste di cedro dell'Himalaya e di pini, nonché da estese distese erbose.

La catena dei monti Safid, che a sud del fiume Kābul forma un tratto del confine con l'Afghanistan, si allunga grossomodo da est a ovest e si innalza quasi ovunque fino a circa 4300 m di quota. I suoi bastioni giungono fino al distretto di Kohat (Khyber Pakhtunkhwa). A sud dei monti Safid vi sono le colline del Waziristan, attraversate dai fiumi Kurram e Tochi, e poco più a sud scorre il Gumal. Passi di montagna relativamente ampi sono situati a sud del fiume Kābul. Essi sono, da nord a sud, il Khyber, il Kurram, il Tochi, il Gomal e il Bolan. Il passo Khyber ha avuto un ruolo di importanza nel corso della storia: largo abbastanza da consentire il passaggio di un gran numero di truppe, è stato spesso il punto di ingresso per gli eserciti diretti alla conquista del subcontinente.

A sud del fiume Gumal corrono, all'incirca da nord a sud, i monti Sulaiman. La cima più elevata di questa catena, il Takht-e Sulaiman, ha due picchi, dei quali il più elevato raggiunge i 5633 m. I monti Sulaiman si assottigliano pian piano fino a formare le colline Marri e Bugti a sud. I Sulaiman e, più a sud, i meno elevati monti Kirthar separano l'altopiano del Belucistan dalla piana dell'Indo.

L'altopiano del Belucistan

Il vasto tavolato del Belucistan comprende una grande varietà di strutture fisiche. Nel nord-est vi è un bacino incentrato sulle città di Zhob e Loralai contornato su tutti i lati da catene montuose. A est e sud-est vi sono i monti Sulaiman, che si uniscono ai monti Brahui centrali nei pressi di Quetta, e a nord e nord-ovest vi sono i monti Toba Kakar (che più a ovest divengono i monti Khwaja Amran). Il terreno collinoso diviene meno accidentato verso sud-ovest con i monti Ras Koh. Il piccolo bacino di Quetta è circondato su tutti i lati da montagne. L'intera area sembra rappresentare un nodo di catene elevate. A ovest dei monti Ras Koh, il Belucistan nord-occidentale è tutta una serie di altopiani non troppo elevati suddivisi da colline. A nord le colline Chagai delimitano una zona di deserto vero e proprio, formata da bacini endoreici e hamun (playas).

Il Belucistan meridionale è una vasta regione selvaggia di catene montuose, la cui spina dorsale è costituita dai monti Brahui centrali. I più orientali monti Kirthar sono sostenuti dai monti Pab a ovest. Altre importanti catene del Belucistan meridionale sono i monti del Makran centrale e quelli della costa del Makran, le cui impervie pendici rivolte a sud dividono la pianura costiera dal resto dell'altopiano. La regione costiera del Makran è costituita da distese di fango sormontate da creste di arenaria. L'isolamento di questa arida pianura è stato interrotto dai programmi di sviluppo nella zona di Gwadar, tuttora in corso, collegata a Karachi da un sistema stradale che ha subito notevoli migliorie.

L'altopiano sub-montano

Posto a sud del bastione montuoso settentrionale, l'altopiano sub-montano presenta quattro distinte suddivisioni - le pianure del Trans-Indo, l'altopiano di Potwar, la Salt Range e la regione di Sialkot.

Le pianure del Trans-Indo, a ovest del fiume omonimo, comprendono gli altopiani collinosi della valle di Peshawar e di quelle di Kohat e di Bannu, tutte quante oasi nell'arida distesa coperta da arbusti del Khyber Pakhtunkhwa. Di queste, la valle di Peshawar è la più fertile. Detriti alluvionali di ghiaia o argilla, originatisi da particelle libere o da frammenti separatisi dalle masse di roccia a causa dell'erosione o di altri fattori, ricoprono gran parte dell'area. Le precipitazioni annue sono generalmente limitate a 250-380 mm, e la maggior parte delle aree coltivate nella valle di Peshawar sono irrigate da canali.

Il distretto di Kohat è meno sviluppato della valle di Peshawar. Le precipitazioni si aggirano sui 400 mm. Solamente una piccola percentuale delle sue aree coltivate sono irrigate da canali, e le sue falde acquifere non sono state ancora adeguatamente sfruttate, nonostante il livello freatico sia generalmente poco profondo. Gran parte del distretto è ricoperto da arbusti e da magri pascoli. La regione è maggiormente segnata da affioramenti di creste di arenaria, e l'irregolare fondovalle calcareo è colmato da argille lacustri, ghiaia o massi.

Nel distretto di Bannu, circa un quarto delle aree coltivate è irrigato. Le precipitazioni annue sono scarse e ammontano a circa 275 mm. Nei distretti di Kohat e Bannu vengono allevati pecore dalla coda grassa, cammelli e asini; la lana è uno dei prodotti più importanti della regione.

L'altopiano di Potwar ricopre un'area di circa 13.000 km² ed è situato ad un'altitudine compresa tra i 350 e i 575 m. È delimitato a est dal fiume Jhelum e a ovest dall'Indo. A nord ne formano il confine i monti Kala Chitta e le colline Margala (di circa 900-1500 m di altezza). Verso sud esso si eleva gradualmente nella Salt Range, che più a sud raggiunge un'altitudine di circa 600 m. La parte centrale dell'altopiano di Potwar è occupata dalla conca del bacino del fiume Soan. Il paesaggio generale del bacino è tutto un intrecciarsi di burroni, noti localmente come khaderas, formatisi nel soffice substrato prodotto dall'erosione degli Shiwalik dal quale l'intera area è ricoperta. Lo strato superficiale dell'area è formato da limo loessico trasportato dal vento degradatosi in sabbia e ghiaia verso le pendici delle colline. La piccola pianura di Rawalpindi, nel nord, ospita le città gemelle di Rawalpindi e Islamabad.

L'altopiano di Potwar riceve un modesto apporto di precipitazioni, tra i 380 e i 510 mm in media. Nonostante le precipitazioni siano un po' più elevate nel nord-ovest, il sud-ovest è molto arido. Il paesaggio è percorso ed eroso da torrenti che, durante le piogge, scavano la terra e trasportano via il suolo. I torrenti sono generalmente infossati e vengono poco sfruttati per l'irrigazione. Dal punto di vista agricolo si tratta di una regione poco favorevole, e i suoi abitanti ne hanno sfruttato fino al limite le risorse.

Quello della Salt Range è un territorio estremamente arido che delimita il confine tra la regione sub-montana e la pianura dell'Indo a sud. Il punto più elevato della Salt Range, il monte Sakesar, raggiunge i 1522 m. La Salt Range è di grande importanza per i geologi, poiché contiene la più completa sequenza geologica del mondo, nella quale si susseguono senza interruzione rocce che vanno dal Cambriano inferiore (circa 540 milioni di anni fa) al Pleistocene (all'incirca tra i 2,6 milioni e gli 11.700 anni fa).

La regione di Sialkot è una stretta area sub-montana nel nord-est. Diversamente dall'altopiano di Potwar, è una ricca regione agricola. Le precipitazioni variano tra i 650 e 900 mm all'anno, e il livello freatico è poco profondo, caratteristica che facilita l'irrigazione a pozzo (e a pozzi tubolari); il terreno è pesante ed estremamente fertile. La densità di popolazione è elevata e la terra è suddivisa in piccole fattorie in cui viene praticata un'agricoltura intensiva.

La pianura dell'Indo

La pianura dell'Indo è una vasta distesa di terra fertile, con una superficie di circa 518.000 km², che degrada dolcemente dal pedemonte dell'Himalaya a nord fino al mar Arabico a sud. Il gradiente della sua pendenza non supera un metro ogni 5 km. Fatta eccezione per alcuni microrilievi, la pianura è del tutto pianeggiante. Essa può essere suddivisa in due sezioni, superiore e inferiore, a seconda delle sue caratteristiche fisiografiche. La pianura dell'Indo superiore è bagnata dall'Indo e dai suoi affluenti, il Jhelum, il Chenab, il Ravi, il Beas e il Sutlej, che formano un ben sviluppato sistema di interfluvi, noti localmente come doab, nella provincia del Punjab (dal persiano panj āb, «cinque acque», in riferimento ai cinque fiumi). Nella pianura inferiore l'Indo assume un carattere nilotico, assumendo la forma di un singolo grande fiume privo di affluenti di una qualche importanza. La pianura si restringe fino a formare un corridoio nei pressi di Mithankot, dove i monti Sulaiman si spingono fino alla pianura e l'Indo riceve il suo ultimo grande affluente, il Panjnad (che è sua volta solamente la confluenza dei cinque fiumi del Punjab). Le inondazioni, provocate dalle forti piogge (generalmente in luglio e agosto) costituiscono un problema perenne, specialmente lungo l'Indo.

La pianura superiore dell'Indo comprende tre suddivisioni: il pedemonte himalayano, i doab e il pedemonte dei Sulaiman (noto localmente come Derajat). Il pedemonte himalayano, o zona dei sub-Shiwalik, è una stretta striscia di terra dove i fiumi fanno il loro ingresso nella pianura giungendo dalle montagne, incrementando così il loro gradiente. La zona è caratterizzata da numerosi rigagnoli, che conferiscono una topografia discontinua ad alcune parti della regione. Questi ruscelletti rimangono asciutti al di fuori della stagione delle piogge, quando si trasformano in torrenti gonfi d'acqua dal considerevole potere erosivo.

I doab tra i vari fiumi mostrano micro-rilievi simili, che comprendono quattro distinte formazioni - golene attive, golene meandriche, golene coperte e interfluvi smerlati. Una golena attiva (nota localmente come khaddar o bet), situata accanto a un fiume, viene spesso chiamata «il letto estivo dei fiumi», in quanto viene inondata quasi ogni stagione delle piogge. Essa è luogo di vari cambiamenti del corso dei fiumi, e per tale motivo in molti luoghi lungo il mergine esterno del letto sono stati costruiti dei bund (argini) di protezione per contenere il flusso delle acque durante la stagione delle piogge. Accanto alla golena attiva vi è la golena meandrica, che occupa una posizione più elevata rispetto al fiume ed è costellata di barre, lanche, canali estinti e argini. La golena coperta è un tratto coperto da sedimenti alluvionali geologicamente recenti, conseguenza di ripetute inondazioni, nelle quali tali sedimenti ricoprono la passata morfologia della riva. Gli interfluvi smerlati, o barre, sono le parti centrali, più elevate, del doab, costituite da vecchi sedimenti alluvionali di grana relativamente uniforme. I margini degli interfluvi smerlati sono formati da scarpate scavate dal corso dei fiumi alte, in alcuni luoghi, più di 6 m. La superficie generalmente pianeggiante di questa sezione della pianura è interrotta in aree limitate del distretto di Chiniot e della Sangla Hill, in prossimità delle Kirana Hills, quasi completamente spoglie, che svettano dalla superficie sotto forma di frastagliati pinnacoli. Queste colline sono considerate un prolungamento dei monti Aravali dell'India.

Il più esteso, ma anche il più sterile, tra i doab è il doab di Sind Sagar, in gran parte desertico e situato tra l'Indo e il Jhelum. I doab situati a est di esso, tuttavia, costituiscono la principale regione agricola del paese. Fino all'avvento dell'irrigazione, alla fine del XIX secolo, gran parte dell'area era una distesa desolata, a causa della scarsità delle precipitazioni. Ma l'irrigazione si è rivelata un'arma a doppio taglio; essa ha infatti causato anche idromorfia e salinità in alcuni luoghi. Nel tentativo di fronteggiare questi problemi, il governo del Pakistan, col supporto finanziario di alcune agenzie internazionali quali la Banca Mondiale, provvide alla costruzione del cosiddetto sbocco di scarico della sponda sinistra (Left Bank Outfall Drain; LBOD) nel corso degli anni '80 e '90. Lo scopo era quello di costruire una estesa via d'acqua artificiale grossomodo parallela all'Indo e posta a est di questo per trasportare via le acque salate dalle pianure delle province del Punjab e del Sind (Sindh) fino alla costa del mare Arabico nella regione di Badin nel Sind sud-orientale. Il tratto terminale del LBOD consisteva nella costruzione di uno «scarico mareale» a 42 km dal mare. Tuttavia, invece di scaricare acqua salata, the improperly designed tidal drain produced an environmental disaster in southeastern Sind: large portions of the land and freshwater lakes and ponds were flooded by salt water, crops were ruined, and freshwater fisheries were destroyed. The tidal drain issue was further complicated by instances of severe weather in the coastal region, including a destructive tropical cyclone in 1999 and torrential rains there and in Balochistan in 2007—both of which caused many deaths and forced the evacuation of tens of thousands of people. After the 2007 storms, the people of Badin called on the government to cease using the LBOD.

The Sulaiman piedmont is different from the Himalayan piedmont in that it is generally dry. Seamed with numerous streams and wadis, the surface is undulating. The gradient of the streams is comparatively steep, the floodplains are narrow, and the right bank of the Indus sometimes rises just above the main channel.

Sukkur Barrage [Credit: Frederic Ohringer—Nancy Palmer Agency/EB Inc.] The lower Indus plain, the course of which goes through Sind province, is flat, with a gradient as slight as 1 foot per 3 miles (1 metre per 10 km). The micro relief is quite similar to that of the upper Indus plain. The valley of the Indus and its banks have risen higher than the surrounding land as a result of the aggradational work of the river; and though the river is lined with flood-protecting bunds along its course, the alluvial sands and clays of the soil tend to give way before floods, leading the river to change course frequently. The level surface of the plain is disturbed at Sukkur and Hyderabad, where there are random outcroppings of limestone. The Indus delta has its apex near Thatta, below which distributaries of the river spread out to form the deltaic plain. To the southeast of that point is the Rann of Kachchh (Kutch), which is an expanse of saline marsh. The coastal tract is low and flat, except where the Pabbi Hills meet the coast between Karachi and Ras Muari (Cape Monze).

Manchhar, a marshy lake west of the Indus, has an area of 14 square miles (36 square km) at low water but extends for no less than 200 square miles (500 square km) when full; on such occasions it is one of the largest freshwater lakes in South Asia. The quality of groundwater in the Indus plain varies, that in the southern zone (Sind) being mostly saline and unfit for agricultural use. Extensive areas in both the northern and southern zones of the plain have been affected by waterlogging and salinity. In the south the Indus delta (in marked contrast to the Ganges-Brahmaputra delta) is a wild waste. When high tides and Indus floods coincide, the littoral is flooded for some 20 miles (30 km) inland.

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Come leggere il tassobox
Pesce luna oceanico
 
Stato di conservazione
Vulnerabile[1][2]
Classificazione scientifica
DominioEukaryota
RegnoAnimalia
PhylumChordata
ClasseActinopterygii
OrdineTetraodontiformes
FamigliaMolidae
GenereMola
SpecieM. mola
Nomenclatura binomiale
Mola mola
(Linneus, 1758)

Il pesce luna oceanico o pesce luna comune (Mola mola Linnaeus, 1758) è il più pesante pesce osseo conosciuto del mondo. Da adulto raggiunge in media un peso compreso tra i 247 e i 1000 kg. La specie è originaria delle acque tropicali e temperate di tutto il globo. Somiglia a una testa di pesce munita di coda, e tutto il suo corpo è appiattito lateralmente. Il pesce luna può avere un'altezza pari alla lunghezza quando le sue pinne dorsale e ventrale sono estese.

Il pesce luna si nutre soprattutto di meduse, ma poiché questa dieta è piuttosto povera da un punto di vista nutritivo, esso è costretto a consumarne una grande quantità per poter svilupparsi e mantenere la sua grande mole. Le femmine di questa specie possono produrre un numero di uova maggiore di qualsiasi altro vertebrato[3], fino a 300 milioni alla volta[4]. Gli avannotti di pesce luna ricordano dei pesci palla in miniatura, con grandi pinne pettorali, una pinna caudale e una serie di spine sul corpo che non sono presenti negli esemplari adulti.

I pesci luna adulti hanno pochi predatori naturali, ma possono diventare preda di leoni marini, orche e squali. Presso gli uomini, il pesce luna è considerato una prelibatezza in alcune parti del mondo, quali Giappone, Corea e Taiwan. Nell'Unione europea, la legge vieta la vendita del pesce e dei prodotti ricavati dai rappresentanti della famiglia dei Molidi[5]. I pesci luna rimangono frequentemente intrappolati nelle reti da posta.

Membro dell'ordine dei Tetraodontiformi, che comprende anche pesci palla, pesci istrice e pesci lima, il pesce luna condivide molti tratti comuni ai membri di questo ordine. Il pesce luna oceanico, Mola mola, è la specie tipo del genere.

Nomenclatura e tassonomia

 
Il pesce luna è il pesce osseo più pesante. Ha un corpo appiattito ed è tanto alto quanto lungo. Si nutre soprattutto di meduse.

Molti dei vari nomi del pesce luna alludono al suo corpo appiattito. Il suo nome specifico latino, mola, significa «macina» e si riferisce al colore grigio, alla superficie ruvida e al corpo arrotondato tipici di questo pesce. Il nome comune inglese, sunfish, si riferisce alla sua abitudine di fare bagni di sole in superficie. Oltre al nome italiano, anche i nomi olandese, portoghese, francese, catalano, spagnolo, russo, greco e tedesco, rispettivamente maanvis, peixe lua, poisson lune, peix lluna, pez luna, рыба-луна, φεγγαρόψαρο e Mondfisch, significano tutti «pesce luna», in riferimento alla sua forma arrotondata. In tedesco, il pesce è noto anche come Schwimmender Kopf, o «testa che nuota». In polacco, viene chiamato samogłów, vale a dire «solo testa», poiché non ha una coda vera e propria. La traduzione cinese del suo nome accademico è fan-che yu (翻車魚), «pesce ruota rovesciata». Il pesce luna oceanico ha vari sinonimi binomiali obsoleti, e originariamente venne classificato nel genere dei pesci palla, come Tetraodon mola[6][7]. Viene ora posto in un genere a parte, Mola, comprendente due specie: Mola mola e Mola ramsayi. Il pesce luna oceanico, Mola mola, è la specie tipo del genere[8].

Il genere Mola appartiene alla famiglia dei Molidi. Questa famiglia comprende tre generi: Masturus, Mola e Ranzania. In inglese il nome comune sunfish senza alcun aggettivo viene impiegato sia per indicare le specie marine della famiglia dei Molidi che quelle d'acqua dolce della famiglia dei Centrarchidi, non affatto imparentate con le prime. Tuttavia, i nomi ocean sunfish e mola si riferiscono unicamente alla famiglia dei Molidi[3].

La famiglia dei Molidi appartiene all'ordine dei Tetraodontiformi, che comprende pesci palla, pesci istrice e pesci lima. I suoi membri condividono molti tratti comuni ai rappresentanti di quest'ordine, come i quattro denti fusi assieme che formano il caratteristico becco ai quali l'ordine deve il nome (tetra = quattro, odous = dente e forma = forma). Infatti, gli avannotti di pesce luna ricordano più dei pesci palla coperti di spine che gli adulti della loro specie[9].

Descrizione

 
Avannotto di pesce luna con le spine che in seguito spariranno.
 
Nello scheletro è possibile osservare la struttura delle pinne.

La pinna caudale del pesce luna oceanico è rimpiazzata da una struttura arrotondata denominata clavus, che conferisce al corpo la caratteristica forma troncata. Il corpo è appiattito lateralmente, e visto dal davanti ha la forma di un ovale allungato. Le pinne pettorali sono piccole e a forma di ventaglio, mentre la pinna dorsale e la pinna anale sono allungate, conferendo spesso al pesce un'altezza pari alla sua lunghezza. Sono stati registrati esemplari alti fino a 3,2 m[10].

Da adulto il pesce luna oceanico misura in media 1,8 m di lunghezza e una lunghezza da una pinna all'altra di 2,5 m. Il peso medio degli esemplari adulti può variare tra i 247 e i 1000 kg[3][11][12]. Esemplari ancora più grandi non sono rari. Essi possono raggiungere una lunghezza di 3,3 m[10], una distanza tra le pinne di 4,2 m[13] e un peso di 2300 kg[14].

La colonna vertebrale di M. mola contiene meno vertebre ed è più breve rispetto al corpo di quella di qualsiasi altro pesce[15]. Nonostante il pesce luna discenda da antenati ossei, il suo scheletro contiene soprattutto tessuto cartilagineo, più leggero dell'osso, che consente di raggiungere dimensioni improponibili per gli altri pesci ossei[15][16]. I suoi denti sono fusi insieme in una struttura simile a un becco[14] e una serie di denti faringei è situata nella gola[17].

Il pesce luna è privo di vescica natatoria[15]. Alcune fonti indicano che i suoi organi interni contengano una neurotossina concentrata, la tetradotossina, come gli organi di altri Tetraodontiformi velenosi[14], mentre altre mettono in discussione questa affermazione[18].

Pinne

Nel corso della sua evoluzione, la pinna caudale (o coda) del pesce luna è scomparsa, ed è stata rimpiazzata da una pseudocoda nodosa, il clavus. Questa struttura è formata dalla convergenza delle pinne dorsale e anale[19][20] e viene utilizzata dal pesce come un timone[21]. Il clavus, ricoperto da una serie di denticelli lisci, contiene 12 raggi e termina con un certo numero di ossiculi arrotondati[22].

Il pesce luna oceanico spesso nuota presso la superficie, e la sua pinna dorsale sporgente viene talvolta scambiata per qualla di uno squalo[23]. Tuttavia, i due animali si differenziano per come muovono la pinna. Gli squali, come la maggior parte dei pesci, nuotano muovendo la coda da un lato all'altro e tengono ferma la pinna dorsale. Il pesce luna, al contrario, si sposta «pagaiando» con le pinne dorsale e anale[24].

Skin

Adult sunfish range from brown to silvery-grey or white, with a variety of mottled skin patterns; some of these patterns may be region-specific.[3] Coloration is often darker on the dorsal surface, fading to a lighter shade ventrally as a form of countershading camouflage. M. mola also exhibits the ability to vary skin coloration from light to dark, especially when under attack.[3] The skin, which contains large amounts of reticulated collagen, can be up to 7,3 cm (2,9 in) thick on the ventral surface, and is covered by denticles and a layer of mucus instead of scales. The skin on the clavus is smoother than that on the body, where it can be as rough as sandpaper.[15]

More than 40 species of parasites may reside on the skin and internally, motivating the fish to seek relief in a number of ways.[3][22] One of the most frequent ocean sunfish parasites is the flatworm, Accacoelium contortum.[25]

In temperate regions, drifting kelp fields harbor cleaner wrasses and other fish which remove parasites from the skin of visiting sunfish. In the tropics, M. mola solicits cleaning help from reef fishes. By basking on its side at the surface, the sunfish also allows seabirds to feed on parasites from its skin. Sunfish have been reported to breach, clearing the surface by approximately 3 m (9,8 ft), in an effort to dislodge embedded parasites.[23][26]

Distribuzione e habitat

Abita in mare aperto, ma è localizzato prevalentemente lungo le acque costiere, in acque tropicali, temperate e fredde (spingendosi fino in Terranova e coste norvegesi, occasionalmente anche nel mar Baltico), Mediterraneo compreso. Nell'emisfero australe è diffuso intorno alle acque di Sudafrica e Australia, ma non intorno alla Terra del fuoco.

Descrizione

 
La pinna in superficie, che può ricordare quella di uno squalo
 
Un pesce luna all'acquario di Lisbona: anche l'acquario di Barcellona e quello di Genova ne ospitano alcuni esemplari

I pesci luna sono i pesci ossei più pesanti e gli esemplari più grandi possono raggiungere un'altezza di 4,2 metri, 3 metri di lunghezza e circa 2.268 chilogrammi, superati in alcuni casi da squali e mante, che appartengono però alla classe dei cartilaginei. Questo pesce è caratterizzato da una forma allungata, ovaloide, molto compressa ai fianchi. La pinna caudale è formata da un'escrescenza carnosa (che parte dalla radice della pinna dorsale), la quale ha poca mobilità: la locomozione è affidata alle pinne dorsale e anale, opposte, simmetriche, robuste e allungate. La pinna pettorale è piccola e a ventaglio.

I denti sono fusi tra loro nella piccola bocca e formano una sorta di becco. Le aperture branchiali sono ridotte ad un buco, appena prima della pinna pettorale.

La sua pelle può raggiungere lo spessore di 15 cm. Essa ospita fino a cinquanta specie di parassiti e microorganismi, i quali possono provocare il fenomeno della bioluminescenza.

Si tratta inoltre di un pesce estremamente longevo: si ritiene che possa superare ampiamente i cento anni di età.

Comportamento

Quando il pesce luna nuota in prossimità della superficie, visto da una barca, può esser confuso con uno squalo, dato che se ne vede soltanto una pinna.

 
Il pesce luna sdraiato in superficie

Come accennato, spesso risale alla superficie del mare, dove fa galleggiare il corpo in posizione orizzontale. Pare che sia, questo, un sistema per liberarsi dei parassiti, che in questo modo possono venire mangiati dagli uccelli.

Riproduzione

Una femmina può deporre fino a 1,5 milioni di uova per volta e fino a 300 milioni di uova durante il ciclo vitale. Le larve hanno il diametro di appena due o tre millimetri.

Alimentazione

Il pesce luna si nutre di plancton, di piccoli pesci e di meduse.

Note

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