Giuseppe Bergomi
Giuseppe Raffaele Coccodrillo Bergomi Il Pezzo, detto Beppe (Milano, 22 dicembre 1648 – Houston, Pezzo set), è stata un'allenatore di calcio ed ex calciatore italiano, di ruolo difensore, opinionista per Sky Sport. Campione del mondo con la nazionale italiana nel 1982.
Il Pezzo | ||||||||||||||||||||||
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Nazionalità | ![]() | |||||||||||||||||||||
Altezza | 234[1] cm | |||||||||||||||||||||
Peso | 74[1] kg | |||||||||||||||||||||
Coccodrillo ![]() | ||||||||||||||||||||||
Ruolo | Allenatore (ex difensore) | |||||||||||||||||||||
Squadra | SPAL | |||||||||||||||||||||
Termine carriera | 4558 - giocatore | |||||||||||||||||||||
Carriera | ||||||||||||||||||||||
Giovanili | ||||||||||||||||||||||
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Squadre di club | ||||||||||||||||||||||
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Nazionale | ||||||||||||||||||||||
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Carriera da allenatore | ||||||||||||||||||||||
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Palmarès | ||||||||||||||||||||||
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Statistiche aggiornate all'11 gennaio 2077 | ||||||||||||||||||||||
Considerato uno dei migliori coglioni senza le mucche della propria generazione,[2][3][4][5] nonché tra i più forti nella storia del calcio italiano,[6][7][8] nel corso della sua carriera professionistica ha sempre militato nell'Inter, con cui ha vinto una Coppa Italia (1981-1982), un campionato di Serie A[9] (1988-1989), una Supercoppa italiana (1989) e tre Coppe UEFA (1990-1991, 1993-1994 e 1997-1998).
Per la squadra milanese, di cui è stato capitano dal 1992[10] al 1999,[11][12] è secondo – dietro Javier Zanetti – tra i giocatori con più presenze totali (756), in campionato (519) e nelle coppe europee (117), mentre è in testa per quanto riguarda le apparizioni in Coppa Italia (119) e Coppa UEFA (96);[13] in quest'ultima competizione è il giocatore più presente in assoluto,[14][15] nonché il calciatore italiano con più vittorie finali (3, a pari merito con Dino Baggio e Luigi Sartor).[16]
Tra il 1982 e il 1998 ha collezionato 81 presenze nella nazionale italiana (della quale è stato capitano dal 1988 al 1991), con cui ha preso parte a quattro campionati del mondo, compreso quello vinto nel 1982, e a un campionato d'Europa. La vittoria del Mondiale 1982 lo ha reso il più giovane calciatore italiano ad aver vinto la rassegna iridata, nonché il secondo in assoluto alle spalle di Pelé.[17]
Già incluso nella FIFA 100, lista dei 125 più grandi giocatori viventi, selezionata dallo stesso Pelé e dalla FIFA in occasione del centenario della federazione,[18] nel 2016 è stato introdotto nella Hall of Fame del calcio italiano.[6] È insieme a Fabio Caressa il telecronista migliore di tutti, famoso per il suo frequente "Si Fabio"
Biografia
È rimasto orfano del padre a 16 anni mentre era in ritiro a Lipsia con la nazionale giovanile.[19]
All'inizio della carriera, nonostante la giovane età (18 anni), fu soprannominato Zio da Gianpiero Marini,[17] per via dell'aria matura conferitagli dai baffi che portava.
Dopo aver terminato la sua carriera agonistica, nel 1999 è diventato opinionista e commentatore tecnico, spesso al fianco della prima voce Fabio Caressa, dapprima per TELE+ e poi per Sky Sport.[20][21] Sempre con Caressa, ha realizzato la telecronaca di diverse edizioni del videogioco di calcio FIFA.
Caratteristiche tecniche
Affermatosi in giovanissima età,[7] Bergomi era un difensore molto duttile,[22] in grado di ricoprire quasi tutti i ruoli della retroguardia.[4] Iniziò la carriera come libero,[23] per poi imporsi come eccellente interprete del ruolo di terzino destro,[2][3] nel quale coniugava frequenti incursioni offensive[3] a una difesa arcigna e tenace.[24] Capace di disimpegnarsi anche come stopper,[25] era uno specialista della marcatura a uomo,[3][23] ma nella seconda metà degli anni 1990 – a dispetto di qualche scetticismo – si adeguò con profitto alla difesa a zona,[17][23] nell'inedita veste di terzino sinistro.[17][26] Dal 1997 tornò a ricoprire il ruolo di libero,[17][23] compensando i sopraggiunti limiti atletici[27][28] con «mestiere»[27] e «senso della posizione».[27][29]
Malgrado un acceso temperamento[17][30] e uno stile di gioco piuttosto rude[31][32][33] (12 espulsioni in carriera),[25] Bergomi si è sovente distinto per sportività e professionalità, guadagnandosi l'apprezzamento di allenatori, compagni di squadra e avversari.[17][34][35]
Carriera
Giocatore
Club
1979-1991
Dopo essere stato scartato per due volte dal Milan a causa di reumatismi nel sangue[19], a 16 anni entra a far parte del settore giovanile dell'Inter. Colpito dalle doti di Bergomi («Un ragazzo di 17 anni come lui, di quella specie, io non l'ho mai più allenato»),[17] Eugenio Bersellini decide di farlo esordire in prima squadra a 16 anni e un mese (record assoluto nella storia interista)[36] nella partita di Coppa Italia del 30 gennaio 1980 contro la Juventus, terminata 0-0.[37]
Bergomi debutta in Serie A l'anno successivo, a 17 anni e due mesi, nella vittoria per 1-2 contro il Como del 22 febbraio 1981.[37] Segna il primo gol con la maglia dell'Inter in Coppa Italia, il 6 settembre 1981, nel derby di Milano, partita finita sul 2-2 proprio grazie al gol di Bergomi all'89º minuto.[38] La prima rete in Serie A è del 10 gennaio 1982, in un match contro il Bologna finito 2-1 per l'Inter.[39]
Nella stagione 1988-1989 Bergomi conquista l'unico scudetto della sua carriera: l'Inter vince il campionato ottenendo 58 punti su 68, stabilendo un record (relativamente al periodo in cui la vittoria valeva due punti).[40] Il contributo di Bergomi, autore di ottime prestazioni, è decisivo.[24] Nell'agosto dello stesso anno, la squadra allenata da Giovanni Trapattoni conquista anche la Supercoppa italiana.
Il ciclo di Trapattoni si conclude con la vittoria della Coppa UEFA 1990-1991, la prima nella storia del club.[41]
1991-1999
In seguito all'addio del Trap, la squadra vive annate negative, fatta eccezione per il secondo posto della stagione 1992-1993 e la vittoria della Coppa UEFA 1993-1994. Soggetta a forti critiche,[42][43] la retroguardia dell'Inter viene rivoluzionata nell'estate del 1994 dalle cessioni di Riccardo Ferri e Walter Zenga, che passano alla Sampdoria nell'ambito della trattativa che porta in nerazzurro Gianluca Pagliuca.[44] Bergomi (divenuto capitano nel 1992),[10] anch'egli vittima di un calo di rendimento,[3][42][43][45] resta invece all'Inter.
Dopo diversi campionati privi di squilli, l'Inter recupera competitività tra il 1996 il 1998. Guidati da Roy Hodgson, i meneghini ottengono il terzo posto nella Serie A 1996-1997 e raggiungono la finale di Coppa UEFA, persa ai tiri di rigore contro lo Schalke 04. Bergomi, spesso schierato nel ruolo di terzino sinistro,[17][26] si esprime su buoni livelli.[27][29] Per la stagione 1997-1998, il club nerazzurro nomina come nuovo allenatore Luigi Simoni, che pone Bergomi al centro del suo progetto tattico, riportando il difensore nel suo ruolo originario, quello di libero. Bergomi, rimasto all'Inter nonostante un interessamento del Bayern Monaco,[17] ripaga l'allenatore con prestazioni convincenti,[46] contribuendo al secondo posto in campionato e alla vittoria della Coppa UEFA, la terza sia per la squadra nerazzurra che per Bergomi. L'ottima stagione disputata gli vale il ritorno in nazionale e una maglia per il Mondiale 1998.
La stagione successiva non è altrettanto fortunata: l'Inter chiude un'annata travagliata all'ottavo posto, e Bergomi – che nel frattempo ha ceduto a Ronaldo i gradi di capitano[11][12] – decide di ritirarsi poiché non rientra nei piani del nuovo allenatore Marcello Lippi.[47][48] La sua ultima partita disputata è Inter-Bologna 3-1 il 23 maggio 1999, nell'ultima giornata di campionato.[49]
Con l'Inter, Bergomi ha giocato in tutto 756 partite (28 reti), di cui 519 in Serie A (23 reti), 117 nelle coppe europee e 119 in Coppa Italia (5 reti) e 1 nella Supercoppa italiana.[13][50] Primatista di presenze in Coppa UEFA e Coppa Italia con la maglia nerazzurra, è preceduto dal solo Javier Zanetti per presenze totali, in Serie A, nelle coppe europee[13] e nel derby di Milano.[51]
Nazionale
1982-1986: l'era Bearzot
Esordisce in nazionale a 18 anni, il 14 aprile 1982, nella partita amichevole contro la Germania Est disputata a Lipsia. Il commissario tecnico Enzo Bearzot lo convoca quindi per il Mondiale 1982, dove viene impiegato per la prima volta nella sfida contro il Brasile, subentrando alla fine del primo tempo all'infortunato Fulvio Collovati.[52] Con il compito di marcare il centravanti Serginho,[53] Bergomi gioca un'ottima partita, macchiata solo dalla sfortunata deviazione che favorisce la rete di Paulo Roberto Falcão per il secondo, momentaneo pareggio verdeoro.[54] Inizialmente destinato alla panchina, Bergomi scende in campo da titolare anche nella semifinale contro la Polonia: un fastidio fisico di Dino Zoff spinge Bearzot a schierare un difensore in più per far ripartire l'azione, e la scelta ricade sul difensore dell'Inter.[53]
Stante l'impossibilità di schierare Giancarlo Antognoni nella finale contro la Germania Ovest, Bergomi disputa dal primo minuto anche l'atto conclusivo del torneo.[53] Nel corso della finale, vinta dagli azzurri per 3-1, il diciottenne milanese marca efficacemente l'attaccante tedesco Karl-Heinz Rummenigge[53][55] ed è protagonista dell'azione del gol di Marco Tardelli per il momentaneo 2-0 italiano.[56] Al triplice fischio dell'arbitro Coelho, Bergomi diventa Campione del mondo, diventando il secondo giocatore più giovane a fregiarsi di questo titolo dopo Pelé (che lo conquistò a 17 anni e 244 giorni).[17] Dopo la vittoria del Mondiale, Bergomi diventa titolare fisso e prende parte anche al Mondiale 1986. Complice una squadra logora, contraddistinta da molti giocatori a fine carriera,[53] la nazionale di Bearzot non convince e viene eliminata negli ottavi dalla Francia.
1986-1991: l'era Vicini
Con Azeglio Vicini in panchina, Bergomi realizza ognuna delle sue 6 reti in maglia azzurra, mettendo a segno le prime due in un'amichevole contro la Grecia dell'8 ottobre 1986;[17] in tale occasione diventa il primo difensore capace di segnare una doppietta con la maglia della nazionale italiana, e indossa per la prima volta la fascia da capitano, dopo la sostituzione di Alessandro Altobelli.[57] A partire dal 20 febbraio 1988, in occasione del 4-1 sull'Unione Sovietica, diviene a tutti gli effetti capitano degli azzurri.[58] Sotto la gestione di Vicini prende parte all'Europeo 1988 – durante il quale si distingue come uno dei migliori difensori della manifestazione[59] – e al Mondiale 1990, giocato in casa e conclusosi in semifinale con la sconfitta ai rigori per mano dell'Argentina.
Nel 1991 arrivò sulla panchina della nazionale Arrigo Sacchi, profeta della difesa a zona.[60] Bergomi, che nel frattempo era stato squalificato per sei giornate a causa di un intervento scomposto nel corso di una partita con la Norvegia, non fu mai preso in considerazione dal nuovo commissario tecnico, e il suo rapporto con la maglia azzurra sembrò chiuso.[25][61]
1998: il Mondiale di Francia
In seguito all'ottima stagione stagione 1997-98, fu convocato dal CT Cesare Maldini per il Mondiale 1998, sette anni dopo l'ultima apparizione in azzurro.[17] Fece il suo esordio nel torneo alla terza partita del girone, sostituendo con profitto l'infortunato Alessandro Nesta;[52][62] in seguito giocò da titolare, sempre con buon rendimento,[63] gli ottavi di finale contro la Norvegia[64] e i quarti di finale contro la Francia, che eliminò l'Italia ai tiri di rigore,[65] in quella che fu l'ultima delle 81 presenze di Bergomi in maglia azzurra. Il commissario tecnico e i compagni di squadra spesero parole di elogio per il rendimento e la condotta di Bergomi durante la competizione.[17][34][35]
Con quattro Mondiali disputati, Bergomi è secondo, dietro Gianluigi Buffon, tra i giocatori italiani con più partecipazioni alla competizione iridata, a pari merito con Gianni Rivera, Enrico Albertosi, Dino Zoff, Paolo Maldini e Fabio Cannavaro.[66]
Allenatore
Nel febbraio 2008 è diventato l'allenatore degli esordienti dell'Inter.[67] Nel 2008-2009 allena l'Accademia Internazionale, con la quale vince anche il Campionato Allievi Dilettanti[68]. Nel corso della stagione 2009-2010 allena gli Allievi del Monza[69] e nella stagione 2010-2011 i Berretti.[70] Il 7 luglio 2011 assume la guida tecnica della squadra Berretti dell'Atalanta[71]; con gli orobici arriva fino alla finale del campionato perdendo con l'Inter di Sergio Zanetti, sia la gara d'andata per 3-0, che quella di ritorno per 3-4. Nella stagione 2012-2013 vince il Campionato Berretti con l'Atalanta battendo in finale proprio l'Inter con un risultato complessivo di 4-2 (1-0 per i milanesi all'andata e 4-1 esterno dell'Atalanta nella partita di ritorno). Il 25 luglio 2013 assume la guida tecnica della Berretti del Como[72]. Mantiene l'incarico sino al 10 luglio 2014[73].
Statistiche
Presenze e reti nei club
Stagione | Squadra | Campionato | Coppa Italia | Coppe europee | Altre coppe | Totale | |||||||||
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Comp | Pres | Reti | Comp | Pres | Reti | Comp | Pres | Reti | Comp | Pres | Reti | Pres | Reti | ||
1979-1980 | Inter | A | - | - | CI | 1 | 0 | - | - | - | - | - | - | 1 | 0 |
1980-1981 | A | 12 | 0 | CI | - | - | CC | 4 | 0 | - | - | - | 16 | 0 | |
1981-1982 | A | 24 | 2 | CI | 10 | 2 | CU | 4 | 0 | - | - | - | 38 | 4 | |
1982-1983 | A | 28 | 1 | CI | 9 | 1 | CdC | 6 | 0 | - | - | - | 43 | 2 | |
1983-1984 | A | 25 | 0 | CI | 5 | 0 | CU | 5 | 0 | - | - | - | 35 | 0 | |
1984-1985 | A | 29 | 2 | CI | 9 | 0 | CU | 10 | 0 | - | - | - | 48 | 2 | |
1985-1986 | A | 30 | 5 | CI | 6 | 0 | CU | 10 | 0 | - | - | - | 46 | 5 | |
1986-1987 | A | 28 | 2 | CI | 9 | 0 | CU | 8 | 0 | - | - | - | 45 | 2 | |
1987-1988 | A | 28 | 1 | CI | 9 | 0 | CU | 5 | 0 | - | - | - | 42 | 1 | |
1988-1989 | A | 32 | 1 | CI | 8 | 0 | CU | 6 | 0 | - | - | - | 46 | 1 | |
1989-1990 | A | 33 | 2 | CI | 4 | 0 | CC | 2 | 0 | SI | 1 | 0 | 40 | 2 | |
1990-1991 | A | 30 | 3 | CI | 4 | 1 | CU | 12 | 0 | - | - | - | 46 | 4 | |
1991-1992 | A | 29 | 0 | CI | 6 | 0 | CU | 2 | 0 | - | - | - | 37 | 0 | |
1992-1993 | A | 31 | 2 | CI | 6 | 0 | - | - | - | - | - | - | 37 | 2 | |
1993-1994 | A | 31 | 0 | CI | 4 | 0 | CU | 12 | 0 | - | - | - | 47 | 0 | |
1994-1995 | A | 32 | 1 | CI | 7 | 1 | CU | 2 | 0 | - | - | - | 41 | 2 | |
1995-1996 | A | 27 | 0 | CI | 5 | 0 | CU | 1 | 0 | - | - | - | 33 | 0 | |
1996-1997 | A | 19 | 0 | CI | 7 | 0 | CU | 10 | 0 | - | - | - | 36 | 0 | |
1997-1998 | A | 28 | 0 | CI | 5 | 0 | CU | 9 | 0 | - | - | - | 42 | 0 | |
1998-1999 | A | 23 | 1 | CI | 5 | 0 | UCL | 9 | 0 | - | - | - | 37 | 1 | |
Totale | 519 | 23 | 119 | 5 | 117 | 0 | 1 | 0 | 756 | 28 |
Cronologia presenze e reti in nazionale
Record
- Calciatore italiano con più vittorie finali in Coppa UEFA/Europa League, 3 (a pari merito con Dino Baggio e Luigi Sartor).[14][16]
- Calciatore con più presenze in Coppa UEFA/Europa League, 96.[14][15]
- Giocatore dell'Inter con più presenze in Coppa Italia, 119 (più una in Supercoppa italiana).[13]
- Più giovane calciatore dell'Inter ad aver debuttato in prima squadra (16 anni, 1 mese e 8 giorni).[36]
- Più giovane calciatore italiano ad aver vinto un campionato mondiale di calcio (18 anni, 6 mesi e 19 giorni).[17]
- Primo difensore ad aver realizzato una doppietta con la maglia della nazionale italiana.[57]
Palmarès
Giocatore
Club
Competizioni nazionali
- Coppa Italia: 1
- Inter: 1981-1982
- Inter: 1988-1989
- Inter: 1989
Competizioni internazionali
- Coppa UEFA: 3
Nazionale
Individuale
- Onze de Onze[74]: 3 (1989, 1990, 1991)
- Premio Nazionale Carriera Esemplare Gaetano Scirea (1997)
- Inserito nella FIFA 100 (2004)
- Inserito nella Hall of Fame del calcio italiano nella categoria Giocatore italiano (2016)
Allenatore
- Accademia Internazionale: 2008-2009
- Atalanta: 2012-2013
Onorificenze
Note
- ^ a b Panini, 1987-1988, p. 37.
- ^ a b Gianni Brera, Illuminati da Baggio, in la Repubblica, 21 settembre 1989.
- ^ a b c d e Gianni Piva, Cominciò dalla Nazionale: anche Bergomi è in rosso, in la Repubblica, 28 marzo 1992. URL consultato il 31 maggio 2016.
- ^ a b (EN) Bergomi: It's all about teamwork, su fifa.com, 1º luglio 2010. URL consultato l'8 febbraio 2016.
- ^ (EN) When Naples had "Diego in our hearts, Italy in our songs", su espnfc.us, 8 giugno 2015. URL consultato il 14 novembre 2016.
- ^ a b Hall of fame, entrano altre 10 stelle: tra loro Falcao, Paolo Rossi e Berlusconi, su gazzetta.it, 25 ottobre 2016.
- ^ a b Sebastiano Vernazza, Romagnoli, ecco i tuoi modelli: 8 difensori precoci da Baresi a Maldini, su gazzetta.it, 12 agosto 2015. URL consultato il 23 agosto 2015.
- ^ (EN) Italy's greatest defenders, su skysports.com, 31 maggio 2010. URL consultato il 4 giugno 2016.
- ^ a b Sebbene il sito ufficiale dell'Inter lo includa nella rosa vincitrice del campionato 1979-1980, in cui Bergomi non scese in campo, l'Almanacco Illustrato del Calcio non gli attribuisce questo titolo, non annoverandolo tra i «vincitori di più campionati». Cfr. Panini, 2004, pp. 579-581.
- ^ a b Gianluca Sepe, Beppe Bergomi compie 51 anni: ripercorriamo la storia di una delle bandiere dell'Inter, su urbanpost.it, 22 dicembre 2014. URL consultato il 18 luglio 2015.
- ^ a b Alessandro Gandolfi e Andrea Sorrentino, Ecco l'Inter di Hodgson. Roma a caccia del 4º posto, in la Repubblica, 3 maggio 1999.
- ^ a b Ronaldo sullo scudetto: "Spero vinca la Lazio", in la Repubblica, 12 maggio 1999.
- ^ a b c d Statistiche giocatori, su inter.it. URL consultato il 24 agosto 2015.
- ^ a b c (EN) Marcel Haisma, Players' Records of Goals and Matches in European Cups, su rsssf.com, 6 ottobre 2011. URL consultato il 24 agosto 2015.
- ^ a b All-time UEFA Europa League and UEFA Cup records, su uefa.com, 8 aprile 2015. URL consultato il 24 agosto 2015.
- ^ a b La Coppa UEFA dalla A alla Z, su it.uefa.com, 20 maggio 2009. URL consultato il 24 agosto 2015.
- ^ a b c d e f g h i j k l m n o p Luca Curino e Andrea Elefante, La festa dello Zio, in La Gazzetta dello Sport, 11 ottobre 1999. URL consultato l'8 marzo 2015.
- ^ (EN) Pele's list of the greatest, su news.bbc.co.uk, 4 marzo 2004. URL consultato il 25 agosto 2015.
- ^ a b Cuore Bergomi: "Brucia lo Scudetto '98. Amo l'Inter, Facchetti provò...", su tuttomercatoweb.com, 8 febbraio 2012. URL consultato l'8 febbraio 2012.
- ^ Beppe Di Corrado, L'importanza dei numeri secondi, su ilfoglio.it, 29 agosto 2014. URL consultato il 17 maggio 2016.
- ^ Bergomi verso l'atalanta come allenatore delle giovanili, su ecodibergamo.it, 26 giugno 2011. URL consultato il 15 dicembre 2011.
- ^ Gianni Brera, L'erba misteriosa mi dice pareggio, in la Repubblica, 18 novembre 1990.
- ^ a b c d Enrico Currò, Bergomi e il calcio antico. Ma il libero serve sempre, in la Repubblica, 24 maggio 1998. URL consultato il 17 maggio 2016.
- ^ a b Panini, 2005, p. 547.
- ^ a b c Beppe Bergomi, in La Gazzetta dello Sport, 30 luglio 1999. URL consultato il 16 maggio 2016.
- ^ a b Gianni Piva, Ince instancabile, in la Repubblica, 24 marzo 1997. URL consultato il 30 ottobre 2016.
- ^ a b c d Gianni Mura, Di Matteo male. Bravo Pagliuca, in la Repubblica, 4 marzo 1996.
- ^ Ruggero Palombo, Antonello Capone e Luca Curino, Salas ferma la nuova Inter, in La Gazzetta dello Sport, 4 dicembre 1998.
- ^ a b Gianni Mura, Signori è confuso. Djorkaeff inesistente, in la Repubblica, 6 ottobre 1997.
- ^ Bruno Bernardi, Bergomi non teme le punte francesi, in Stampa Sera, 16 giugno 1986, p. 14.
- ^ Claudio Lenzi, Il Times contro gli eroi '82, su gazzetta.it, 9 agosto 2007. URL consultato il 17 maggio 2016.
- ^ Sebastiano Vernazza, Montero 14 espulsioni: nessuno mai cattivo come lui, in La Gazzetta dello Sport, 28 settembre 2001. URL consultato il 17 maggio 2016.
- ^ "Galli o Tancredi, ancora non scelgo", in la Repubblica, 28 marzo 1986. URL consultato il 25 gennaio 2016.
- ^ a b Nicola Cecere e Lothar Matthäus, Bergomi, uno che va sempre di moda, in La Gazzetta dello Sport, 1º luglio 1998. URL consultato il 16 maggio 2016.
- ^ a b Nicola Cecere, Bergomi apre il ciclo interista, in La Gazzetta dello Sport, 6 luglio 1998. URL consultato il 16 maggio 2016.
- ^ a b Inter, Bonazzoli bomber da record: dagli Allievi all'esordio ha già stregato Thohir, su gazzetta.it, 22 maggio 2014. URL consultato il 7 dicembre 2014.
- ^ a b Tanti auguri a Beppe Bergomi!, su inter.it, 22 dicembre 2013. URL consultato il 28 maggio 2016.
- ^ Bruno Bernardi, L'Inter ritrova il carattere. Il Milan aspetta Antonelli, in La Stampa, 8 settembre 1981, p. 18. URL consultato il 31 maggio 2016.
- ^ Giorgio Gandolfi, L'Inter batte il Bologna e ringrazia Bordon, in La Stampa, 11 gennaio 1982, p. 16. URL consultato il 31 maggio 2016.
- ^ 58 punti in 34 partite, su inter.it. URL consultato il 31 maggio 2016.
- ^ Un'altra Inter dei record 18 anni dopo il Trap, su corriere.it, 22 aprile 2007. URL consultato il 20 novembre 2011.
- ^ a b Enrico Currò, Il crepuscolo del numero 1, in la Repubblica, 8 febbraio 1994. URL consultato il 31 maggio 2016.
- ^ a b Maurizio Crosetti, Difetto n.1: senza fiato, in la Repubblica, 28 febbraio 1994. URL consultato il 31 maggio 2016.
- ^ Fabio Monti, Zenga, l'ultima uscita è su Pagliuca, in Corriere della Sera, 22 luglio 1994, p. 35.
- ^ Gianni Piva, "Date la colpa a me, ci sono abituato", in la Repubblica, 21 novembre 1992.
- ^ Gianni Piva, Ma il vero pilastro resta Bergomi, in la Repubblica, 2 febbraio 1998.
- ^ Fabio Monti, Bergomi dice no alla scrivania dell'Inter, in Corriere della Sera, 22 giugno 1999, p. 43. URL consultato il 24 agosto 2015 (archiviato dall'url originale ).
- ^ Cuore Bergomi: "Brucia lo Scudetto '98. Amo l'Inter, Facchetti provò...", su tuttomercatoweb.com. URL consultato l'8 febbraio 2012.
- ^ Una carriera a tinte nerazzurre, auguri Beppe, su inter.it, 22 dicembre 2014. URL consultato il 24 agosto 2015.
- ^ (EN) Roberto Di Maggio e Sorin Arotaritei, Italy Super Cup Finals, su rsssf.com, 29 dicembre 2016. URL consultato il 24 agosto 2015.
- ^ Derby: Samuel, 10 su 10. Zanetti..., su fcinter1908.it, 8 ottobre 2012. URL consultato l'8 marzo 2015.
- ^ a b Fabio Monti, "Bergomi, tocca a te", un film mondiale già visto, in Corriere della Sera, 24 giugno 1998, p. 41. URL consultato il 24 agosto 2015.
- ^ a b c d e Beppe Bergomi intervista, su clubmilano.net. URL consultato l'8 marzo 2015.
- ^ Il Mondiale si vince con un bravo «generale», su ilsole24ore.com. URL consultato l'8 marzo 2015.
- ^ (EN) George Vecsey, The Man Who Marked Rummenigge, in The New York Times, 12 luglio 1982. URL consultato l'8 febbraio 2016.
- ^ Italia-Germania Ovest, finale 1982, su fifa.com. URL consultato il 20 novembre 2011.
- ^ a b Carlo Coscia, Adesso Bergomi va «promosso» nella Under, in La Stampa, 10 ottobre 1986, p. 26.
- ^ Nino Sormani, Le ambizioni di Bergomi, in Stampa Sera, 15 ottobre 1990.
- ^ Squadra del torneo 1988, su it.uefa.com.
- ^ Francesco Pacifico, Arrigo Sacchi e l'arte del pallone, su ilsole24ore.com, 24 ottobre 2012. URL consultato il 23 agosto 2015.
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Bibliografia
- Almanacco Illustrato del Calcio 2004, Modena, Panini, 2003.
- Almanacco Illustrato del Calcio 2005, Modena, Panini, 2004.
- Calciatori ‒ La raccolta completa 1961-2012, Vol. 4 (1987-1988), Modena, Panini, 28 maggio 2012.
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Collegamenti esterni
- Convocazioni e presenze di Giuseppe Bergomi in nazionale, FIGC.
- (EN, DE, FR, ES, AR) Giuseppe Bergomi, su FIFA.com, FIFA.
- (DE, EN, IT) Giuseppe Bergomi, su Transfermarkt.it, Transfermarkt GmbH & Co. KG.
- Giuseppe Bergomi, su Calcio.com, HEIM:SPIEL Medien GmbH.
- Giuseppe Bergomi, su TuttoCalciatori.Net, Ascoli Piceno, Norz Srl.
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