Balistes capriscus

specie di pesce

Il pesce balestra (Balistes capriscus Gmelin, 1789, sinonimo Balistes carolinensis), conosciuto anche come pesce porco, è un pesce osseo marino appartenente alla famiglia Balistidae.

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Pesce balestra
Stato di conservazione
Vulnerabile[1]
Classificazione scientifica
DominioEukaryota
RegnoAnimalia
PhylumChordata
ClasseActinopterygii
SottoclasseAcanthopterygii
OrdineTetraodontiformes
FamigliaBalistidae
GenereBalistes
SpecieB. capriscus
Nomenclatura binomiale
Balistes capriscus
Gmelin, 1789
Sinonimi

Balistes carolinensis

Nomi comuni

Pesce balestra, pesce porco

Individuo giovanile

Distribuzione e habitat

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Questa specie è diffusa nel mar Mediterraneo e su entrambe le sponde dell'Atlantico temperato e tropicale. Si incontra dalla Nuova Scozia all'Argentina, compresi il golfo del Messico e il mar dei Caraibi a ovest, dall'arcipelago britannico (raro) al Sudafrica a est[1].

Popola fondi duri di vario tipo, dai fondali rocciosi alle barriere coralline, comprese le barriere artificiali[1]. Si trova anche nei porti[2]. I giovanili sono spesso associati alla presenza di sargassi[1]. Preferisce zone ricche di vegetazione algale[3]. A volte staziona in superficie all'ombra di oggetti galleggianti[3]. Può incontrarsi da 0 a 100 metri di profondità, ma di solito è costiero e non supera i 55 metri[2].

Descrizione

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L'aspetto del pesce balestra è caratteristico, con corpo alto e molto compresso lateralmente[3], occhi posti molto in alto presso il profilo dorsale della testa e bocca piccola, frontale[4], con labbra carnose[3]. La pelle è dura e ricoperta di scaglie ruvide. L'apertura branchiale è piccola, obliqua, posta appena sopra e più avanti rispetto all'origine delle pinne pettorali. La mascella porta 8 robusti denti frontali seguiti da altri 6 più indietro, la mandibola ha solo 8 denti. La linea laterale è poco visibile e sinuosa, con una profonda incurvatura verso il basso nella parte posteriore del corpo.

Le pinne dorsali sono due: la prima è composta solo da tre raggi spiniformi[5] molto spessi e robusti, soprattutto il primo, che è anche più lungo[4]. La seconda dorsale ha solo raggi molli, in numero di 22-25, ed è opposta e simmetrica alla pinna anale, che ha 22-23 raggi molli[5]; queste due pinne sono piuttosto alte[4]. Le pinne pettorali hanno bordo arrotondato, le pinne ventrali sono ridotte a una robusta spina ventrale. La pinna caudale negli adulti è lunata, con i raggi superiori e inferiori allungati fino a formare due filamenti; nei giovani è tronca o a bordo arrotondato[5].

La sua livrea è piuttosto uniforme: il fondo è grigio-verdastro o azzurrastro[5]; possono essere presenti tre ampie fasce indistinte più scure sul corpo[4]. Possono esserci delle lineette e delle macchiette azzurre su corpo e pinne, che scompaiono quando l'animale muore[3]. Durante le cure parentali la testa diventa biancastra[4].

Raggiunge eccezionalmente la lunghezza di 66 cm; la taglia media giunge fino a 44 cm. Il peso massimo registrato è di 6,2 kg[2].

Biologia

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Comportamento

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Vive solitario o in coppie. Si tratta di una specie curiosa che può essere avvicinata con relativa facilità. Può mordere piuttosto dolorosamente, soprattutto nel periodo riproduttivo o se maneggiato[4]. La prima pinna dorsale ha un meccanismo particolare di blocco del primo raggio, che non può essere facilmente richiuso; l'animale utilizza questa caratteristica per fissarsi all'interno di cavità quando minacciato. Può emettere dei suoni simili al grugnito del maiale, soprattutto quando catturato; da qui il nome comune di "pesce porco". Pare che quando è addormentato sia difficilissimo da svegliare, tanto da poter essere preso con le mani[3].

Riproduzione

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Si riproduce in estate. Le uova sono deposte in una piccola buca sul fondale, che viene scavata dalla femmina e sorvegliata dal maschio[5]. Le larve e i giovanili sono pelagici e si stabiliscono sul fondale dopo 4-7 mesi dalla nascita[1].

Alimentazione

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Si nutre di invertebrati bentonici[6], come crostacei e molluschi a guscio duro, che frantuma con la forte dentatura[5]. Si nutre stando in posizione verticale[3].

Predatori

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Tra i predatori segnalati in letteratura vi sono il tonno pinna gialla, la lampuga e Acanthocybium solandri[7].

B. capriscus viene catturato con reti da posta e reti a strascico, ma sempre piuttosto occasionalmente. Abbocca anche alle lenze. La carne è ottima e molto apprezzata, anche se l'aspetto insolito dell'animale può scoraggiare alcuni consumatori[3]. Al di fuori del Mediterraneo, il suo consumo ha causato avvelenamenti da ciguatera[2].

Acquariofilia

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Vista la grandezza può essere ospitato solamente in grandi acquari pubblici[2].

Conservazione

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La IUCN classifica B. capriscus come "vulnerabile", poiché in ampie parti del suo areale (golfo del Messico, golfo di Guinea e Brasile) la specie è sottoposta a grave sovrapesca e le popolazioni si sono seriamente ridotte[1].

Bibliografia

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  • Francesco Costa, Atlante dei pesci dei mari italiani, Milano, Mursia, 1991, ISBN 8842510033.
  • Patrick Louisy, Guida all'identificazione dei pesci marini d'Europa e del Mediterraneo, a cura di Trainito, Egidio, Milano, Il Castello, 2006, ISBN 888039472X.
  • Tortonese E., Osteichthyes: pesci ossei. Vol. 1, collana Fauna d'Italia, Bologna, Calderini, 1975, ISBN 9788870190977.

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Collegamenti esterni

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