Capitalism
Capitalism è un videogioco gestionale sviluppato dallo studio di Hong Kong Enlight Software, ideato dal game designer Trevor Chan e pubblicato nel 1995 da Interactive Magic per MS-DOS e Macintosh[1]. Viene ricordato come uno dei primi giochi che simulano la gestione di una impresa con molta profondità e per il fatto che cerca di riprodurre in modo molto realistico le logiche del capitalismo[1]. Al gioco originale seguì una versione aggiornata, Capitalism Plus, pubblicata nel 1996, e un vero seguito, Capitalism II, uscito nel 2001 e più tardi espanso con Capitalism Lab a partire dal 2012[2].
Capitalism videogioco | |
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![]() | |
Piattaforma | MS-DOS, macOS |
Data di pubblicazione | MS-DOS:![]() |
Genere | Gestionale |
Origine | Cina |
Sviluppo | Enlight Software |
Pubblicazione | Interactive Magic |
Design | Trevor Chan |
Modalità di gioco | Giocatore singolo, multigiocatore |
Periferiche di input | Mouse, tastiera |
Espansioni | Capitalism Plus |
Serie | Capitalism |
Seguito da | Capitalism II |
Modalità di gioco
modificaIl cuore del gioco è la gestione di una società con l’obiettivo di renderla la più redditizia al mondo e di evitare di fallire o di essere comprati dai concorrenti[2]. Il giocatore ha il ruolo di amministratore delegato e deve affrontare problemi che vanno dall'espansione commerciale alla sopravvivenza in un mercato pieno di rivali. Ogni decisione tocca tutta la catena, dalla coltivazione delle materie prime alla vendita dei prodotti finiti, passando per la produzione, la ricerca scientifica e la pubblicità[1][2]. Il livello di dettaglio è alto, perfino l'organizzazzione dei reparti nelle fabbriche cambia l’efficienza, mentre la costruzione di magazzini o negozi richiede attenzione al posto, ai costi e alle scelte dei consumatori[1][2].
Una delle cose che ha reso famoso Capitalism è che si possono seguire strategie molto diverse. Il giocatore può aprire negozi al dettaglio e puntare sul marchio, oppure occuparsi di tutta la filiera, dalla produzione delle materie prime alla vendita[1][3]. Si possono fare fattorie, sfruttare miniere, estrarre petrolio, aprire centri di ricerca e sviluppo, migliorare i prodotti e anche muoversi nel mercato azionario per crescere più in fretta o per ostacolare altri[1][2][3]. Il modello è duro: basta un errore o una concorrenza più veloce e si può andare in bancarotta o essere comprati[1][3].
Non c’è una trama, ma il gioco ha diversi scenari predefiniti con obiettivi particolari, come dominare un settore in un tempo stabilito o gestire un grande gruppo di attività[2][3]. Questi scenari, di solito più difficili della partita libera, cambiano per condizioni iniziali e livello di competizione, e in certi casi vietano l’uso della borsa per spingere il giocatore a concentrarsi solo sulle operazioni[2].
Accoglienza
modificaTestata | Giudizio |
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Next Generation | [4] |
MacUser | [5] |
Computer Game Review | 87/86/87[6] |
Il gioco, insieme all'espansione Capitalism Plus, ha venduto 150,000 copie nel 2000.[7]
Poco dopo l'uscita di Capitalism ne 1995, una recensione Next Generation ha commentato: "Il gioco è complesso, ma non fatevi ingannare dal manuale grande come un romanzo. Sulle prime sarà pesante, ma questo è uno di quei simulatori che giocherete per ore senza neanche accorgervene." La recensione si è conclusa con un punteggio di 4 stelle su 5.[4] Subito dopo l’uscita, Capitalism ebbe l’attenzione della stampa specializzata che ne mise in luce sia i punti di forza che le difficoltà. La rivista Next Generation disse che il gioco era molto profondo e che poteva tenere impegnati a lungo anche se aveva una curva di apprendimento molto ripida[2]. Computer Gaming World lo mise nel 2000 tra i quindici giochi più difficili mai fatti, dicendo per scherzo che avrebbe dovuto includere un MBA nella scatola[2]. Anche le recensioni di Capitalism Plus ribadirono queste idee: da una parte i contenuti nuovi e l’editor erano visti come passi avanti, dall’altra la natura tecnica lo rendeva poco adatto a chi voleva un gioco semplice o veloce[8][9][10].
Scopi educativi
modificaUn fatto importante della storia del gioco è il suo uso in università e scuole di business. Già a metà degli anni novanta istituti come Harvard e Stanford usarono Capitalism come supporto nei corsi di economia aziendale[1][2]. Il professore Tom Kosnik lo definì un “apprendimento pratico di livello mondiale”, utile per capire non solo come cresce un’impresa ma anche per sviluppare capacità di lavoro di squadra e di leadership[1][2]. Alcuni studenti però dissero di sentirsi a disagio davanti al fatto che prodotti come sigarette o alcolici potessero essere molto redditizi, un esempio dei dilemmi morali che il gioco portava alla luce[1]. Questo legame con l’accademia aiutò a costruire la fama di Capitalism come gioco unico, a metà tra intrattenimento e strumento di insegnamento[1][2].
Capitalism Plus
modificaNel gennaio 1996 uscì una versione aggiornata del titolo, chiamata Capitalism Plus e distribuita per Windows 95 da Brøderbund[2][8] e Windows Vista[11] Non era una riscrittura completa, ma migliorava la grafica, dava mappe più grandi e dettagliate e offriva nuovi scenari ambientati in posti reali o inventati[8][9][10]. Una novità importante era un editor che permetteva di fare mappe e obiettivi personalizzati, scegliendo condizioni di partenza, concorrenti, prodotti e industrie[9][10]. Questo aumentava molto la varietà delle partite e la possibilità di rigiocare più volte[9][10].[12]
Capitalism Plus allargava anche la lista dei prodotti, mettendo un set intero di alimenti e un altro con articoli di consumo e nuove tecnologie, come lenti a conttato o computer da polso[9][10]. Il modello economico fu reso più accurato con una intelligenza artificiale migliorata, prestiti più realistici e anche eventi casuali come disastri, malattie o rivolte, che cambiavano improvvisamente la situazione[9][10]. Alcune recensioni dissero che il gioco sembrava più una lezione di economia che un divertimento, ma anche che restava uno dei migliori simulatori di impresa mai usciti[8][9].
Note
modifica- ^ a b c d e f g h i j k (EN) Phil Salvador, Capitalism Simulation category, su Obscuritory, 25 febbraio 2020. URL consultato il 5 settembre 2025.
- ^ a b c d e f g h i j k l m (EN) Capitalism (video game), su Alchetron, 21 settembre 2024. URL consultato il 5 settembre 2025.
- ^ a b c d (EN) Tim McDonald, Capitalism Review, su GameSpot, 1º maggio 2000. URL consultato il 5 settembre 2025.
- ^ a b Capitalism, in Next Generation, n. 13, Imagine Media, gennaio 1996, pp. 159, 163.
- ^ (EN) Roman Loyola, The Game Room, in MacUser, aprile 1997. URL consultato il 19 novembre 2018 (archiviato dall'url originale il 4 giugno 2000).
- ^ (EN) Frank Snyder, Ted Chapman e Tasos Kaiafas, Supply & Demand, in Computer Game Review. URL consultato il 23 maggio 2019 (archiviato dall'url originale il 21 dicembre 1996).
- ^ Marc Saltzman, Game Design: Secrets of the Sages, Second Edition, Brady Games, 18 maggio 2000, p. 396, ISBN 1-56686-987-0.
- ^ a b c d (EN) Jim Muntone, Capitalism Plus Review, su AllGame, 1996. URL consultato il 5 settembre 2025 (archiviato dall'url originale il 15 novembre 2014).
- ^ a b c d e f g (EN) Tim McDonald, Capitalism Plus Review, su GameSpot, 24 luglio 1997. URL consultato il 5 settembre 2025.
- ^ a b c d e f (EN) Capitalism Plus Review, su Yahoo! Games, 1997. URL consultato il 5 settembre 2025 (archiviato dall'url originale il 17 gennaio 2006).
- ^ Capitalism Plus, su GOG. URL consultato il 16 maggio 2019 (archiviato dall'url originale il 12 marzo 2012).
- ^ (EN) Recensione di Capitalism, su Yahoo! Games (archiviato dall'url originale il 17 gennaio 2006).
Collegamenti esterni
modifica- Sito ufficiale, su retroism.com.
- (EN) Capitalism / Capitalism (altra versione), su MobyGames, Blue Flame Labs.