Papa Urbano VIII morì il 29 luglio 1644, probabilmente di calcolosi renale[1]. Alla notizia della morte il popolo romano insorse violentemente, in odio alla famiglia Barberini che aveva spadroneggiato e si era arricchita enormemente sotto il papato di Urbano, in particolare i nipoti Francesco, Antonio e Taddeo.
Il cardinale Gil Carrillo de Albornoz oppose il veto spagnolo all'elezione di Giulio Cesare Sacchetti, prima scelta della fazione francese, mentre pare che il cardinale Giulio Mazzarino avesse intenzione di porre il veto francese all'elezione di Giovanni Battista Pamphilj, per mezzo del suo ambasciatore, il dispaccio arrivò troppo tardi[2][3]. Le votazioni si susseguirono inconcludenti per settimane, pochissimi riuscirono a ottenere preferenze significative. Il 12 settembre Cenerini ottenne 25 voti con l'accessus, causando l'ira e l'allontanamento temporaneo di Antonio Barberini, che lo osteggiava fortemente, ma i suoi consensi non crebbero ulteriormente. Il 14, Barberini propose infine ad Albornoz il nome di Pamphilj, uomo neutrale e di temperamento moderato, candidato accettabile da tutte le parti. In breve i voti confluirono su di lui, soltanto i francesi mantennero un risoluto rifiuto. Il 15 settembre 1644, dopo 37 giorni di votazioni, Giovanni Battista Pamphilj raggiungeva il quorum, risultando eletto con 48 voti[4]. All'età di 70 anni il Pamphilj ascendeva al soglio pontificio ed assumeva il nome di Innocenzo X, in ossequio a papa Innocenzo VIII.
In occasione della sua incoronazione, avvenuta il 4 ottobre dalle mani del cardinale Carlo de' Medici, protodiacono di San Nicola alle Carceri, per la prima volta venne illuminata la cupola della basilica di San Pietro.
^"Quando il Pontefice hebbe reso lo spirito come fu scritto et che fu aperto il suo corpo, et poi inbalsamato, et collocato nella Cappella di Sisto si disse che li medici, et chirurgi havevano osservato nella diofragma dove si contiene il cuore un osso in forma di meza luna con alcune pietre nella vessica del fiele..." in V. Forcella, Catalogo dei manoscritti relativi alla storia di Roma III (Roma 1881), p. 326, Codex Ottobonianus Latinus no. 3348