Forcipiger longirostris

specie di pesce

Il pesce farfalla pinzetta, o pesce farfalla muso lungo (Forcipiger longirostris), è un pesce osseo marino tropicale appartenente alla famiglia Chaetodontidae, diffuso nelle barriere coralline del Mar Rosso, dell'Oceano Indiano e dell'Oceano Pacifico.

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Pesce farfalla pinzetta
Stato di conservazione
Rischio minimo
Classificazione scientifica
DominioEukaryota
RegnoAnimalia
SottoregnoEumetazoa
PhylumChordata
SubphylumVertebrata
SuperclasseGnathostomata
ClasseActinopterygii
SuperordineAcanthopterygii
OrdinePerciformes
SottordinePercoidei
FamigliaChaetodontidae
GenereForcipiger
SpecieF. longirostris
Nomenclatura binomiale
Forcipiger longirostris
Broussonet, 1782

Specie molto simile al pesce farfalla Forcipiger flavissimus sia per conformazione, livrea ed areale di appartenenza; la precisa tassonomia ha provocato numerose discussioni per decidere se fossero due varianti dello stessa specie oppure due specie differenti; finalmente si è deciso di considerarli come due specie distinte.[1]

Distribuzione e habitat

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Il pesce farfalla pinzetta è diffuso nelle acque costiere tropicali del Mar Rosso, dell'Oceano Indiano e dell'Oceano Pacifico, in acque calde e poco profonde, soprattutto in prossimità delle barriere coralline.

Questo pesce è largamente presente nell'Oceano Indiano e nell'Oceano Pacifico; Mar Rosso, Madagascar settentrionale, Mozambico; Isole Comore, Isole Seychelles, Isole Mauritius, India occidentale, Sri Lanka, Isole Maldive, Filippine, Giappone, Taiwan, Indonesia, Papua Nuova Guinea, Australia (soprattutto nella Grande Barriera Corallina), Isole Salomone, Isole Hawaii.[1]

Descrizione

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Esemplare in una barriera corallina alle Maldive

Presenta un corpo ovoidale, leggermente allungato, molto compresso lateralmente; il peduncolo caudale è piccolo ma ben evidente; la testa è piccola, posta inferiormente nel corpo e raccordata con una fronte fortemente concava; la bocca, piccola, a forma di pinzetta e posta in cima ad un lungo musetto tubolare ricoperto da spesse squame, è dotata di piccoli denti che hanno l'aspetto di spazzolini di setole; la particolare morfologia dell'apparato boccale è un adattamento alimentare che favorisce la cattura delle sue prede.[1]

La pinna dorsale, sorretta da 10 o 11 spine rigide e da 24 / 28 raggi molli, si estende asimmetricamente su tutto il dorso e termina con un lobo posteriore dal margine appena arrotondato; la pinna anale, sorretta a sua volta da 3 spine rigide e da 17 / 20 raggi molli, si estende sulla metà posteriore del ventre e, simmetricamente alla dorsale, termina con un lobo posteriore dal margine molto arrotondato; l'insieme delle due pinne contribuisce a rendere squadrato il posteriore del pesce; le pinne ventrali, dalla forma triangolare, sono relativamente strette e molto allungate; le pinne pettorali sono triangolari con l'apice appuntito; la pinna caudale, dalla forma trapezoidale, ha il margine posteriore dritto o solo leggermente arrotondato. Le prime 10 spine rigide della pinna dorsale non sono unite le une alle altre dalla membrana interradiale e possono essere inarcate a piacere, costituendo la sua unica arma di difesa che può infliggere dolorose punture anche agli esseri umani.[1]

La livrea è molto colorata ed appariscente; la testa è colorata di scuro, grigio scuro o nero, superiormente tutto l'occhio compreso e di bianco inferiormente; la gola, fino alle pinne pettorali è bianca cosparsa da piccoli puntini neri mentre tutto il resto del corpo è di un bel color giallo uovo; la pinna dorsale, la pinna anale e le pinne ventrali sono anch'esse di color giallo uovo, leggermente bordate da un rigo turchese mentre la pinna caudale e le pinne pettorali sono semitrasparenti; una macchia nera è presente sull'apice superiore della pinna anale, nelle vicinanze del peduncolo caudale. Nell'Arcipelago delle Marianne sono stati ritrovati degli esemplari completamente di color marrone scuro, precedentemente classificati come Forcipiger inornatus.[1]

Le differenze con il pesce farfalla Forcipiger flavissimus si notano soprattutto a livello scheletrico; oltre al numero differente di spine il corpo è più allungato e la bocca è posta in cima ad un lungo muso rigido formato dalle due mascelle saldate insieme mentre nel Forcipiger flavissimus il corpo è più rotondo e nella bocca le mascelle sono separate.

Alimentazione

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Esemplare in cerca di cibo in una barriera corallina in Indonesia

Il pesce farfalla pinzetta è un predatore corallivoro, si nutre di invertebrati marini bentonici come coralli, anemoni di mare, briozoi, policheti, ascidie, che cerca attivamente nella barriera corallina. La particolare morfologia 'a pinzetta' dell'apparato boccale è un adattamento evolutivo che consente a questo pesce di catturare i piccoli polipi dei coralli.[1]

Acquariofila

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Pesce relativamente difficile da allevare in acquario, è consigliato per una vasca di un esperto acquariofilo piuttosto che per l'acquario di un neofita.

Pesce molto vivace e pacifico è molto adatto ad una coabitazione con pochi pesci di piccola o media dimensione e rocce vive, che sbocconcella continuamente, tollera gli altri Chaetodontidae ma non può convivere con invertebrati importanti e costosi che finirebbe col danneggiare; necessita di una vasca molto grande, in quanto nuota volentieri nella colonna d'acqua al di sopra della barriera corallina, ma anche con molti rifugi e nascondigli in quanto di notte o in caso di pericolo si rintana nei meandri delle madrepore.

 
Esemplare in acquario

Poco resistente alle malattie, soffre spesso per attacchi di Oodinium, dinoflagellati parassiti dei pesci; per questo motivo, se possibile, conviene allevarlo ad una temperatura più alta della norma: 28°ed anche 30°; molto sensibile anche alle piccole variazioni del pH e per concentrazioni di nitrati e fosfati appena superiori al minimo.

Per il suo ottimale mantenimento in acquario e per mantenere i suoi splendidi colori è indispensabile che l'acquario in cui è ospitato sia dotato di un potente sistema di filtraggio, meglio se realizzato tramite un filtro esterno pressurizzato con la portata oraria di almeno 4 volte la capacità dell'acquario; sono anche molto importanti frequenti ed abbondanti cambi di acqua, preceduti da un'accurata sifonatura del fondo, e regolari aggiunte di oligoelementi e bioelementi.

Insieme all'ottima qualità dell'acqua, ottenuta con l'uso di sali marini sintetici di ottima qualità ed il cui costo superiore verrà ammortizzato in poco tempo, è molto consigliabile che all'interno dell'acquario ci sia un forte flusso d'acqua, meglio se variabile nel tempo e proveniente da diverse direzioni, ottenuto con l'uso delle apposite pompe di movimento e di un programmatore.

Per mantenere questo nostro ospite in perfetta salute è meglio effettuare regolari trattamenti con un ozonizzatore di adeguata portata, meglio se effettuati all'interno di un apposito schiumatoio, che aiuta anche a ridurre la naturale produzione di fosfati e nitrati effettuata dai batteri aerobici del filtro biologico.

Abbastanza difficile da ambientare in quanto i primi giorni è molto timido e pauroso; soffre, inoltre, della presenza di altri pesci voraci che gli rubano il cibo; sarebbe meglio acquistare esemplari già perfettamente acclimatati da un negoziante esperto; una volta ben ambientato è prettamente carnivoro; predilige il mangime surgelato, in particolar modo Chironomus, ma non disdegna Artemia salina e Mysis; disdegna il mangime liofilizzato ed anche i mangime secco, in fiocchi o in granuli; comunque anche se ben ambientato rimane sempre molto lento nell'alimentarsi per cui è consigliabile somministrare il cibo più volte al giorno; a volte è particolarmente ghiotto della polpa di bivalvi freschi, cozze o vongole, presentatagli ancora nelle conchiglie.