Plantaginaceae
Plantaginaceae Juss., 1789 è una famiglia di piante angiosperme in maggioranza erbacee prevalentemente terricole, ma anche acquatiche, con fiori disposti a spiga o a capolino, zigomorfi (tipicamente labiati) o attinomorfi.[1]
Plantaginaceae | |
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Classificazione APG IV | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Plantae |
(clade) | Angiosperme |
(clade) | Mesangiosperme |
(clade) | Eudicotiledoni |
(clade) | Eudicotiledoni centrali |
(clade) | Superasteridi |
(clade) | Asteridi |
(clade) | Euasteridi |
(clade) | Lamiidi |
Ordine | Lamiales |
Famiglia | Plantaginaceae Juss., 1789 |
Classificazione Cronquist | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Plantae |
Sottoregno | Tracheobionta |
Superdivisione | Spermatophyta |
Divisione | Magnoliophyta |
Classe | Magnoliopsida |
Sottoclasse | Asteridae |
Ordine | Plantaginales |
Famiglia | Plantaginaceae |
Generi | |
Etimologia
modificaIl nome della famiglia di queste piante deriva dal genere tipo Plantago L. la cui etimologia deriva dalla parola latina "planta" che significa "pianta del piede" e fa riferimento alle piatte foglie basali di questa pianta simili a "piante di un piede".[2][3]
Il nome scientifico della famiglia è stato definito dal botanico francese Antoine-Laurent de Jussieu (Lione, 12 aprile 1748 – La Plata, 17 settembre 1836) nella pubblicazione Genera Plantarum - 89. 1789 del 1789.[4]
Descrizione
modificaCaratteri distintivi della famiglia
modificaI caratteri morfologici più distintivi per questa famiglia sono:[5]
- portamento di tipo erbaceo o più raramente arbustivo;
- lo stipite dei peli ghiandolari è composto da 2 o più cellule, mentre la testa è più o meno globulare o ellissoide;
- la testa dei peli è priva di divisioni verticali; (1)
- la disposizione delle foglie è alterna, spiralata o opposta;
- stipole assenti;
- sepali in genere 4 o 5 connati;
- petali di solito 5 (oppure 4 per la fusione di 2 petali superiori);
- corolla connata e bilabiata;
- stami usualmente 4 didinami;
- filamenti adnati alla corolla;
- le antere sono biloculari con teche distinte ad apertura longitudinale;
- precoce sviluppo dell'androceo rispetto al gineceo; (1)
- carpelli 2 connati in un ovario supero;
- placentazione assile con placente grandi e indivise;
- ovuli numerosi per loculo;
- frutto a capsula setticida (o poricida o circumscissile).
Portamento
modificaIl portamento delle specie di questa famiglia è sia erbaceo (annuale, bienne o perenne) che arbustivo (come Veronica o Aragoa); sono presenti anche piccoli alberi. Occasionalmente può essere anche acquatico o subemergente (Hippuris, Callitriche), solo le infiorescenze sono fuori dall'acqua. Nelle specie acquatiche la forma biologica prevalente è idrofita natante (I nat), sono piante le cui gemme si trovano sommerse o natanti; non presentano radici ancoranti e galleggiano sulla superficie dell'acqua. In altre specie il portamento è rosulato o suffrutescente oppure pulvinato. I fusti in genere hanno forme da ascendenti o prostrate a erette (anche rampicanti); in alcuni generi gli steli sono quadrangolari a causa della presenza di fasci di collenchima posti nei quattro vertici, mentre le quattro facce sono concave. L'indumento varia da glabro o ghiandolare-pubescente a densamente villoso (in Callitriche i peli sono stellati). Nella tribù Callitricheae alcune specie sono monoiche. In Russelieae sono presenti specie epifite. Non sono presenti specie parassite (o semiparassite).[6][5][7][8][9][10][11]
Foglie
modificaLe foglie sono sia basali (formano una rosetta basale - tribù Plantagineae) che cauline con disposizione opposta (raramente sono a disposizione alternata, spiralata o verticillata). Possono essere sia sessili che picciolate. La forma della lamina è intera, lineare oppure da lanceolato-lineare (o oblungo-lanceolata) a ovoide, orbicolare o reniforme con apice acuminato o ottuso. Sono presenti anche forme astate, sagittate o trifogliate. Raramente i bordi sono dentati o crenati o revoluti. Le foglie subemerse della tribù Callitricheae hanno forme lineari e spesso sono bifide all'apice; quelle galleggianti o aeree sono lineari, ellittiche, oblunghe o spatolate. Le venature in genere sono longitudinali e più o meno parallele (Plantago).
Infiorescenze
modificaLe infiorescenze di tipo tirsoide, solitarie o ascellari, sono delle spighe o teste capitate, oppure sono racemose. In alcuni casi sono sorrette da uno scapo nudo (senza foglie). Le bratteole sono presenti o raramente sono assenti. I fiori, piccoli o grandi e vistosi, sono sessili o distintamente pedicellati. In alcune infiorescenze il portamento dei fiori è unilaterale a seguito della torsione dei pedicelli, ed hanno una posizione pendula per difendere il nettare e il polline dalla pioggia. Nelle specie acquatiche l'infiorescenza consiste in un solo fiore sessile e fertile sotteso da due foglie galleggianti sull'acqua e alcuni fiori cleistogami subemersi al livello delle rosette basali. Le infiorescenze della tribù Callitricheae sono formate da fiori unisessuali. Nelle Globularieae i fiori sono molto piccoli e sono inseriti in un ricettacolo scaglioso.
Fiori
modificaI fiori ermafroditi sono sottesi da alcune brattee (oppure no); sono inoltre tetraciclici (ossia formati da 4 verticilli: calice– corolla – androceo – gineceo), tetrameri (i verticilli del perianzio hanno più o meno 4 elementi ognuno) e possono essere protogini. Se i fiori sono unisessuali allora quelli maschili sono isolati e sorretti da un peduncolo flessuoso, quelli femminili sono sessili alla base di quelli maschili.
- Formula fiorale. Per la famiglia di queste piante viene indicata la seguente formula fiorale:
- X o * K (4-5), [C (4) o (2+3), A 2+2 o 2], G (2), capsula.[5]
- Il calice, tuboloso, campanulato, urceolato o imbutiforme è quasi sempre gamosepalo formato da (3) 4 (5) sepali embricati terminante con dei lobi più o meno uguali (calice attinomorfo); in altre specie il calice si presenta bilabiato (calice zigomorfo). Se i sepali sono 4, allora sono riuniti 2 a 2. I lobi hanno delle forme più o meno lanceolate; in alcune specie sono spinuloso-dentati.
- La corolla, composta da (4) 5 petali, è gamopetala con forme tubolari (da cilindriche a campanulate, ma anche strettamente imbutiformi). Il tubo, che talvolta ha una gibbosità e uno sperone da conico a lineare o filiforme (o anche ridotto ad un sacco) nella parte basale-adassiale, può essere corto o allungato e i lobi più o meno uguali e disposti in modo patente (corolla attinomorfa). Sono presenti anche forme bilabiate con struttura 2/3 (corolla zigomorfa). La parte interna inferiore delle fauci è lanosa oppure glabra a seconda della specie. In alcune specie la forma terminale della corolla è personata. In questo caso il labbro superiore è bilobo ed eretto a volte con la forma di un casco; quello inferiore con tre lobi (quello mediano in genere è più piccolo di quelli laterali), i lobi possono essere riflessi. La corolla può essere subruotata. Il colore della corolla è bianco, blu, rosso, rosa, crema con palato giallo. In Callitricheae la corolla è assente.
- L'androceo è formato da 4 stami didinami (raramente uno o due; fino a 8). Un quinto stame, quello mediano, è ridotto ad un minuto staminoide . I filamenti sonoadanati alla corolla e opposti ai lobi della corolla (epipetali). In alcune specie i filamenti sono genicolati (piegati a ginocchio o simili ad una Z). Le antere (sagittate), sporgenti dalla corolla oppure incluse o poco sporgenti rispetto al tubo corollino, ad inserzione centrale, sono formate da due teche uguali e separate, ma confluenti all'apice. Le teche sono introrse e deiscenti attraverso una fenditura longitudinale. In alcune specie le antere maturano prima dello stigma. La base dei filamenti può essere ricoperta da tricomi nettariferi. L'androceo nei fiori staminali delle Callitricheae è formato da un singolo stame con uno snello filamento terminante in una antera reniforme con due loculi. I granuli pollinici sono tricolporati. Sono presenti specie monoteche.
- Il gineceo è bicarpellare (sincarpico - formato dall'unione di due carpelli connati). L'ovario (biloculare) è supero con forme ovoidi. La placentazione è assile con 2 - 50 ovuli, oppure è basale con un solo ovulo. Gli ovuli hanno un solo tegumento e sono tenuinucellati (con la nocella, stadio primordiale dell'ovulo, ridotta a poche cellule).[12]. Lo stilo è unico ed ha uno stigma bilobo, spesso è piumato (rimpiazzando lo stigma) oppure da clavato a capitato. Il disco nettarifero è distinto e normalmente è presente.
Frutti
modificaI frutti, delle capsule con varie deiscenze (loculicide, setticide o porocide), sono delle nucule monosperme o capsule circumscissili. In alcuni generi i frutti sono indeiscenti con pericarpo legnoso; in altre sono delle bacche. I semi, da numerosi a pochi (almeno uno per loculo), hanno delle forme da ellissoidi a reniformi oppure piatte e possono essere distintamente alati. Le teste dei semi sono reticolato-alveolate oppure crestate o tubercolate o del tutto lisce. Sulla superficie dei semi possono inoltre essere presenti delle coste longitudinali. L'endosperma è abbondante e in genere non è alveolato.
Biologia
modificaLe specie di questo raggruppamento si riproducono per impollinazione tramite insetti quali imenotteri, lepidotteri o ditteri (impollinazione entomogama) ovvero tramite il vento (impollinazione anemogama come Plantago) o l'acqua (Impollinazione idrogama come Hippuris) oppure tramite colibrì (impollinazione ornitogama come Galvezia o Russelia).[6][13].
La dispersione dei semi avviene inizialmente a causa del vento (dispersione anemocora); una volta caduti a terra sono dispersi soprattutto da insetti tipo formiche (mirmecoria).
Diverse specie sono "melittofile" (provviste di nettare particolarmente adatto alle api[12]).
Distribuzione e habitat
modificaPer questa famiglia le varie tribù sono distribuite come indicato dalla tabella sottostante:[6]
Tribù | Distribuzione/habitat |
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Antirrhineae | Distribuzione prevalentemente mediterranea (con un centro di distribuzione secondario nel Nord America) con climi più o meno temperati. |
Cheloneae | Distribuzione relativa all'America del Nord con habitat vari (subtropicali, temperati, alpini e altro). |
Angelonieae | Distribuzione relativa all'America Latina con habitat più o meno tropicali. |
Gratioleae | Distribuzione americana, asiatica e africana, con habitat che variano da quello tropicale a quello temperato. |
Digitalideae | Distribuzione eurasiatica con habitat dei climi più o meno temperati. |
Hemiphragma | Distribuzione dall'Himalaya alla Cina con habitat tipico dei pascoli alpini e delle fessure nelle rocce. |
Sibthorpieae | Distribuzione: America, Africa e Asia orientale con habitat relativi alle aree tropicali (perlopiù a quote alte). |
Veroniceae | Distribuzione cosmopolita (habitat variabili). |
Callitricheae | Distribuzione fondamentalmente cosmopolita con una certa prevalenza nelle zone temperate. |
Globularieae | L'habitat è mediterraneo o subtropicale con una distribuzione dal Sud Europa alla Somalia e Socotra (Poskea). |
Plantagineae | Distribuzione cosmopolita. Nel Sud America (Ande) per le specie di Aragoa e Bougueria. |
Russelieae | Distribuzione soprattutto Centro-Americana con habitat più o meno subtropicali. |
Tassonomia
modificaQuesta famiglia è suddivisa in 12 tribù, 105 generi e oltre 1 800 specie.[1][11][14]
- Tribù Angelonieae
- Angelonia Bonpl. (29 spp.)
- Basistemon Turcz. (8 spp.)
- Melosperma Benth. (1 sp.)
- Monttea Gay (3 spp.)
- Ourisia Comm. (32 spp.)
- Tribù Antirrhineae
- Acanthorrhinum Rothm. (1 sp.)
- Albraunia Speta (3 spp.)
- Anarrhinum Desf. (9 spp.)
- Antirrhinum L. (24 spp.)
- Asarina Mill. (1 sp.)
- Chaenorhinum (DC.) Rchb. (28 spp.)
- Cymbalaria Hill (17 spp.)
- Epixiphium (A. Gray) Munz (1 sp.)
- Gadoria Güemes & Mota (1 sp.)
- Galvezia Dombey ex Juss. (5 spp.)
- Gambelia Nutt. (4 spp.)
- Holmgrenanthe Elisens (1 sp.)
- Holzneria Speta (2 spp.)
- Howelliella Rothm. (1 sp.)
- Kickxia Dumort. (24 spp.)
- Lafuentea Lag. (2 spp,)
- Linaria Mill. (197 spp.)
- Lophospermum D.Don (7 spp.)
- Mabrya Elisens (6 spp.)
- Maurandella (A. Gray) Rothm. (1 sp.)
- Maurandya Ortega (2 spp.)
- Misopates Raf. (8 spp.)
- Mohavea A. Gray (2 spp.)
- Nanorrhinum Betsche (29 spp.)
- Neogaerrhinum Rothm. (2 spp.)
- Pseudomisopates Güemes (1 sp.)
- Pseudorontium (A. Gray) Rothm. (1 sp.)
- Rhodochiton Zucc. ex Otto & Dietrich (3 spp.)
- Sairocarpus D.A. Sutton (10 spp.)
- Schweinfurthia A. Braun (6 spp.)
- Tribù Callitricheae
- Callitriche L. (75 spp.)
- Hippuris L. (4 spp.)
- Tribù Cheloneae
- Chelone L. (6 spp.)
- Chionophila Benth. (2 spp.)
- Collinsia Nutt. (24 spp.)
- Keckiella Straw. (7 spp.)
- Nothochelone (A. Gray) Straw (1 sp.)
- Pennellianthus Crosswh. (1 sp.)
- Penstemon Schmidel (281 spp.)
- Tonella Nutt. ex A. Gray (2 spp.)
- Uroskinnera Lindl. (4 spp.)
- Tribù Digitalideae
- Tribù Globularieae
- Campylanthus Roth (18 spp.)
- Globularia L. (28 spp.)
- Poskea Vatke (2 spp.)
- Tribù Gratioleae
- Adenosma R.Br. (22 spp.)
- Bacopa Aubl. (60 spp.)
- Benjaminia Mart. ex Benj. (1 sp.)
- Boelckea Rossow (1 sp.)
- Bythophyton Hook f. (1 sp.)
- Cheilophyllum Pennell (8 spp.)
- Chodaphyton Minod (1 sp.)
- Darcya B.L.Turner & Cowan (4 spp.)
- Deinostema T.Yamaz. (2 spp.)
- Dintera Stapf (1 sp.)
- Dizygostemon (Benth.) Radlk. ex Wettst. (3 spp.)
- Dopatrium Buch.-Ham. ex Benth. (14 spp.)
- Encopella Pennell (1 sp.)
- Gratiola L. (30 spp.)
- Hydrotriche Zucc. (4 spp.)
- Ildefonsia Gardner (1 sp.)
- Lapaea Scatigna & V.C.Souza (5 spp.)
- Leucospora Nutt. (1 sp.)
- Limnophila R.Br. (45 spp.)
- Matourea Aubl. (9 spp.)
- Mecardonia Ruiz. & Pav. (10 spp.)
- Philcoxia P.Taylor & V.C.Souza (8 spp.)
- Schistophragma Benth. ex Endl. (4 spp.)
- Scoparia L. (11 spp.)
- Stemodia L. (45 spp.)
- Tetraulacium Turcz., 1843 (1 sp.)
- Trapella Oliv. (1 sp.)
- Umbraria Scatigna & V.C.Souza (2 spp.)
- Tribù Hemiphragmeae
- Hemiphragma Wall. (1 sp.)
- Tribù Plantagineae
- Aragoa Kunth (19 spp.)
- Littorella P.J.Bergius (3 spp.)
- Plantago L. (246 spp.)
- Tribù Russelieae
- Tribù Sibthorpieae
- Ellisiophyllum Maxim. (1 sp.)
- Sibthorpia L. (5 spp.)
- Tribù Veroniceae
- Brookea Benth. (6 spp.)
- Kashmiria D.Y.Hong (1 sp.)
- Lagotis Gaertn. (30 spp.)
- Neopicrorhiza D.Y.Hong (2 spp.)
- Paederota L., 1758 (2 spp.)
- Picrorhiza Royle ex Benth., 1835 (2 spp.)
- Scrofella Maxim., 1888 (1 sp.)
- Veronica L. (464 spp.)
- Veronicastrum Heist. ex Fabr. (19 spp.)
- Wulfenia Jacq. (4 spp.)
- Wulfeniopsis D.Y.Hong (2 spp.)
- Plantaginaceae incertae sedis
- Agathelpis Choisy (3 spp.)
- Anamaria V.C.Souza (1 sp.)
- Ancistrostylis T.Yamaz. (1 sp.)
- Fonkia Phil. (1 sp.)
- Geochorda Cham. & Schltdl. (1 sp.)
- Triaenophora Soler. (4 spp.)
- Trungboa Rauschert (1 spp.)
Filogenesi
modificaLa famiglia Plantaginaceae così come ora è circoscritta risulta monofiletica[5] anche se il suo "gruppo fratello" non è stato ancora ben individuato. La conoscenza della struttura filogenetica interna della famiglia non è ancora ben definita. Le tre sottofamiglie come sono attualmente descritte non risultano monofiletiche. Inoltre un gruppo di generi principalmente del Nuovo Mondo è parafiletico rispetto ai cladi dei generi del Vecchio Mondo.[11] Mentre molti gruppi sono stati trasferiti dalla famiglia Scrophulariaceae in questa famiglia, i generi Scrophularia e Verbascun a ragione sono stati esclusi da questi trasferimenti. Le analisi di tipo molecolare sul DNA suggeriscono una forte inclusione di questi due generi nel clado del genere Selago. Scrophularia, Verbascum e Selago condividono logge delle antere confluenti con deiscenza per singola fessura distale, le antere inoltre sono claviformi (non sagittate). Infine la testa dei peli ghiandolari è discoidale, appiattita formata da cellule separate da partizioni verticali. Da questa famiglia sono state inoltre escluse diverse erbe parassite (ora descritte all'interno delle Orobanchaceae). Sono state incluse le famiglie Callitrichaceae e Hippuridaceae formate da erbe acquatiche con fiori ridotti. Il collegamento filogenetico tra il genere Plantago e altri membri entomogami della famiglia è confermato anche dalla chimica per la presenza comune di aucubina, mannitolo, acido linoleico e acido oleico. Altri collegamenti filogenetici si possono individuare tra la corolla tetralobata (per fusione dei due lobi superiori) del genere Plantago con alcune specie di Veronica.[5]
La famiglia Plantaginaceae nell'ambito dell'ordine delle Lamiales occupa, da un punto di vista filogeneico, una posizione abbastanza centrale: prima delle Scrophulariaceae e dopo il gruppo Calceolariaceae e Gesneriaceae. La separazione della famiglia dal nucleo principale delle Lamiales è avvenuta circa 70/60 milioni di anni fa, mentre i cadi interni risultano tutti più giovani di 40 milioni di anni fa.[14] Il cladogramma tratto dallo studio citato[11] mostra una possibile (e provvisoria) configurazione filogenetica della famiglia in base alle attuali conoscenze.
Chiave per i generi della flora italiana
modificaPer meglio comprendere ed individuare i vari generi della famiglia (solamente per i generi delle specie spontanee della flora italiana) l'elenco seguente utilizza in parte il sistema delle chiavi analitiche.[15] Per ogni genere è indicata anche la famiglia di appartenenza nelle precedenti classificazioni . I vari generi sono inoltre raggruppati per tribù secondo le nuove direttive di classificazione[16]. Il primo numero, tra parentesi quadre, indica le specie presenti in tutto il mondo[17], il secondo numero indica le specie spontanee presenti sul territorio italiano).[18]
- Tribù Antirrhineae Dumort., 1827: le piante hanno tutte delle foglie sviluppate e verdi (non sono parassite senza clorofilla); gli stami sono 4 – 5; la corolla è chiaramente bilabiata, mentre nella parte posteriore è presente uno sperone a sacco oppure un ingrossamento a gozzo;
- Genere Misopates Rafin., 1840 [7/2] (dalla famiglia Scrophulariaceae) – Gallinetta: il ciclo biologico di queste piante è annuo; il lobi del calice sono stretti e più lunghi della corolla.
- Genere Antirrhinum L., 1753 [20/3] (dalla famiglia Scrophulariaceae) – Bocca di Leone: il ciclo biologico di queste piante è perenne; il lobi del calice hanno una lunghezza minore della corolla.
- Gruppo 2B : la parte posteriore della corolla termina in uno sperone o sacco;
- Genere Linaria Miller, 1754 [150/23] (dalla famiglia Scrophulariaceae) – Linajola: le foglie sono strettamente lineari e sono prive di picciolo; la capsula è deiscente attraverso delle valve.
- Genere Cymbalaria Hill, 1756 [9/6] (dalla famiglia Scrophulariaceae) – Ciombolino: le foglie sono palmate ed hanno un lungo picciolo; la capsula è deiscente attraverso delle valve.
- Genere Kickxia Dumort., 1827 [9/5] (dalla famiglia Scrophulariaceae) – Cencio: le foglie hanno una forma ovata con breve picciolo; la capsula è del tipo porocida.
- Gruppo 1B : le fauci della corolla sono libere ed aperte;
- Genere Anarrhinum Desf., 1798 [8/1] (da Scrophulariaceae) – Muffolaria: le foglie inferiori formano una rosetta basale; l'infiorescenza è composta da racemi apicali con fiori sub-sessili; il frutto è più grande dei denti del calice; i semi sono tubercolati.
- Genere Chaenorhinum (DC.) Rchb., 1828 [21/3] (dalla famiglia Scrophulariaceae) – Linajola: non c'è distinzione fra foglie basali e cauline; l'infiorescenza è formata da fiori disposti all'ascella delle foglie superiori; la superficie dei semi è liscia.
- Tribù Callitricheae (Dumort.) Dumort., 1827: i fiori sono molto piccoli con perianzio ridotto o quasi nullo.
- Genere Callitriche L., 1748 [50/12] (dalla famiglia Callitrichaceae) – Gamberaja: sono piante acquatiche; le foglie sono a disposizione opposta senza stipole; i fiori sono isolati, unisessuali e sono molto piccoli (i maschili sono ridotti ad uno stame, quelli femminili ad un ovario supero con 2 stili e 2 stimmi); la fecondazione avviene per idrogamia.
- Genere Hippuris L., 1735 [1/1] (dalla famiglia Hippuridaceae) – Coda di Cavallo: i fiori sono poligami (ossia le piante possono avere sia fiori ermafroditi sia maschili che femminili); hanno uno stame e un ovario infero uniloculare con uno stilo; i frutti sono del tipo a nucula.
- Tribù Digitalideae (Dumort.) Dumort., 1829: il ciclo biologico di queste piante normalmente è perenne; i fusti sono parecchio fogliosi; i fiori hanno grandi corolle attinomorfe (non bilabiate); gli stami sono 4 didinami; lo stilo è terminante in due lobi.
- Genere Digitalis L., 1753 [23/5] (dalla famiglia Scrophulariaceae) – Digitale: i fusti sono semplici o ramificati alla base; il margine delle foglie è intero o dentato; la corolla è lunga da 9 a 40 mm e termina a campana con lobi embricati; le fauci sono oblique rispetto al tubo corollino.
- Genere Erinus L., 1753 [2/1] (dalla famiglia Scrophulariaceae) – Erinus: il tubo della corolla è cilindrico e terminante con 5 lobi lunghi quanto il tubo stesso.
- Tribù Globularieae Rchb., 1837
- Genere Globularia L., 1753 [23/8] (dalla famiglia Globulariaceae) – Vedovelle: le foglie sono spiralate; l'infiorescenza è del tipo a capolino; i fiori sono ermafroditi, zigomorfi, tetraciclici (composti da quattro parti: calice – corolla – androceo - gineceo) e pentameri (calice e corolla divisi in 5 parti); il calice ha 5 denti; la corolla ha 5 lacinie; gli stami sono 4; l'ovario è supero formato da 2 carpelli con uno stilo a stimma bilobo.
- Tribù Gratioleae Benth., 1835: piante con fiori a 4 stami.
- Genere Gratiola L., 1753 [20/1] (dalla famiglia Scrophulariaceae) – Graziella: il ciclo biologico delle piante di questo genere è perenne; le foglie sono disposte in modo opposto; l'infiorescenza è formata da fiori solitari disposti all'ascella delle foglie; il calice è pentamero e possiede due bratteole alla sua base; la corolla è bilabiata con labbra più o meno uguali.
- Genere Limnophila R. Br., 1810 [36/1] (dalla famiglia Scrophulariaceae) – Limnofila: le piante di questo genere sono acquatiche con foglie ridotte a lacinie filiformi; la corolla è bilabiata e comunque senza sperone o sacco posteriore.
- Tribù Plantagineae Barthélemy Charles Joseph Dumortier, 1829: (è l'unica tribù con i generi originari della famiglia) i fiori sono attinomorfi, pentameri, con corolla membranosa e tubo allungato in 4 lobi patenti; gli stami sono 4; l'ovario è supero formato da 2 carpelli con uno stilo.
- Genere Plantago L., 1753 [274/27] - Piantaggine: l'infiorescenza è formata da spighe con molti fiori tutti ermafroditi; il peduncolo (ossia lo scapo) è molto robusto; i frutti sono del tipo a capsula.
- Genere Littorella P.J.Bergius, 1768 [3/1] – Littorella: (secondo le ultime direttive di classificazione questo genere dovrebbe essere incluso nel genere Plantago) le piante di questo genere sono acquatiche; i fiori sono unisessuali e quelli maschili sono isolati su un peduncolo flessibile; i fiori femminili sono sessili; il frutto è un achenio.
- Tribù Veroniceae Duby, 1828: le piante hanno tutte delle foglie sviluppate e verdi (non sono parassite senza clorofilla); gli stami sono 2;
- Gruppo 1A : la corolla è formata da 4 lobi tutti uguali; il tubo corollino è più largo che lungo; le piante sono legnose alla base;
- Genere Veronica L., 1753 [250/30] (dalla famiglia Scrophulariaceae) – Veronica: le piante di questo genere sono aromatiche; la corolla (pentamera) apparentemente si presenta a 4 lobi in quanto i due petali superiori sono fusi insieme; gli stami sono 2 adnati (ossia saldati alla corolla); lo stilo è persistente; la capsula è compressa lateralmente e contiene da 2 a 50 semi.
- Genere Pseudolysimachion Opiz., 1852 [15/4] (dalla famiglia Scrophulariaceae) – Veronica: il portamento è erbaceo; il ciclo biologico di queste piante è perenne; la corolla è ruotata e debolmente bilabiata con un tubo lungo quanto largo; i fiori sono raccolti in racemi apicali allungati molto densi.
- Gruppo 1B : la corolla è distintamente bilabiata ma con labbra più o meno uguali; il calice è pentamero;
- Genere Paederota L., 1758 [2/2] (dalla famiglia Scrophulariaceae) – Bonarota: le foglie lungo il fusto sono disposte in modo opposto; l'infiorescenza è formata da racemi apicali densi.
- Genere Wulfenia Jacq., 1781 [4/1] (dalla famiglia Scrophulariaceae) – Wulfenia: le foglie inferiori formano una rosetta basale; le foglie cauline sono disposte lungo il fusto in modo alterno.
Usi medici
modificaL'interesse di questa famiglia nell'economia umana è molto limitato se ci eccettua qualche specie ornamentale e qualche altra usata nella farmacopea popolare. Altre specie (come quelle del genere Plantago) a volte sono addirittura infestanti. Di un certo interesse sono alcune specie che producono i cosiddetti “semi di psillio” (Plantago afra e Plantago indica), semi che vengono usati nella medicina naturale in quanto contengono delle mucillagini che favoriscono l'evacuazione intestinale.[19]
Più importanti sono le piante del genere Digitalis. Contengono delle sostanze (glicosidi) che hanno un potente effetto sul cuore, quali la digitossina e il lanatoside C, che sono digitalici naturali[20]. Pertanto risulta molto utile nella terapia dell'insufficienza cardiaca, come cardiotonico e nello scompenso cardiaco congestizio[20]; tuttavia le stesse sostanze, se assorbite in dosi eccessive, la rendono una pianta notevolmente velenosa o addirittura mortale. In erboristeria vengono usate le foglie, i fiori e i semi.
Alcune specie
modificaTribù Antirrhineae
modificaTribù Cheloneae
modificaTribù Digitalideae
modificaTribù Sibthorpieae
modificaTribù Veronicineae
modificaTribù Angelonieae
modificaTribù Gratioleae
modificaTribù Callitricheae
modificaTribù Globularieae
modificaTribù Plantagineae
modificaTribù Russelieae
modificaNote
modifica- ^ a b (EN) Plantaginaceae, su Plants of the World Online, Royal Botanic Gardens, Kew. URL consultato il 29/07/2025.
- ^ Botanical names, su calflora.net. URL consultato il 26 dicembre 2015.
- ^ David Gledhill 2008, pag. 305.
- ^ The International Plant Names Index, su ipni.org. URL consultato il 17 ottobre 2017.
- ^ a b c d e Judd et al 2007, pag. 493.
- ^ a b c Kadereit 2004, pag. 327.
- ^ Strasburger 2007, pag. 852.
- ^ Motta 1960, Vol. 3 - pag. 359.
- ^ Pignatti 1982, Vol. 2 - pag. 627.
- ^ Pasqua et al 2015, pag. 458.
- ^ a b c d Albach et al 2005.
- ^ a b Musmarra 1996.
- ^ Pignatti 1982, Vol. 2 - pag. 522.
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Bibliografia
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Altri progetti
modifica- Wikizionario contiene il lemma di dizionario «Plantaginaceae»
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Collegamenti esterni
modifica- Plantaginaceae IPNI Database
- Plantaginaceae The Plant List - Checklist Database
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