Tonalanthus megacephalus

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Tonalanthus megacephalus (B.L.Rob. & Greenm.) Pruski, 2023 è una specie di piante angiosperme dicotiledoni della famiglia delle Asteraceae, sottofamiglia Asteroideae, tribù Neurolaeneae e sottotribù Neurolaeninae. Tonalanthus megacephalus è anche l'unica specie del genere Tonalanthus Brandegee, 1914.[1][2][3]

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Tonalanthus megacephalus
Immagine di Tonalanthus megacephalus mancante
Classificazione APG IV
DominioEukaryota
RegnoPlantae
(clade)Angiosperme
(clade)Mesangiosperme
(clade)Eudicotiledoni
(clade)Eudicotiledoni centrali
(clade)Superasteridi
(clade)Asteridi
(clade)Euasteridi
(clade)Campanulidi
OrdineAsterales
FamigliaAsteraceae
SottofamigliaAsteroideae
TribùNeurolaeneae
SottotribùNeurolaeninae
Genere Tonalanthus
Brandegee, 1914
Specie T. megacephalus
Classificazione Cronquist
taxon non contemplato
Nomenclatura binomiale
Tonalanthus megacephalus
(B.L.Rob. & Greenm.) Pruski, 2023

Etimologia

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Il nome scientifico della specie è stato definito dai botanici Benjamin Lincoln Robinson (1864-1935), Jesse More Greenman (1867-1951) e John Francis Pruski (1955-) nella pubblicazione " Phytoneuron. Digital Publications in Plant Biology" ( Phytoneuron 2023-42: 154) del 2023.[4] Il nome scientifico del genere è stato definito dal botanico Townshend Stith Brandegee (1843-1925) nella pubblicazione. "University of California Publications in Botany. Berkeley, CA" (Univ. Calif. Publ. Bot. 6: 75 ) del 1914.[5]

Descrizione

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Portamento. L'habitus della specie di questa voce è erbaceo (annuale o perenne) o arbustivo; sono presenti anche piccoli alberi.[6][7][8][9][10] [3]

Fusto e radici. La parte aerea in genere è eretta, semplice o ramosa. Le radici possono essere legnose di tipo xilopodiaceo o tuberose.

Foglie. La disposizione delle foglie lungo il caule è opposta; raramente alternata o verticillata. La lamina varia da lineare a ovata con bordi più o meno dentati/seghettati. La pagina inferiore è pubescente, spesso con macchie resinose.

Infiorescenza. Le sinflorescenze sono formate da capolini solitari o in formazioni panicolate, corimbose o tirsoidi. I capolini, eterogami di tipo radiato, sono formati da un involucro, con forme da cilindriche a emisferiche o campanulate, composto da diverse brattee, al cui interno un ricettacolo fa da base ai fiori di due tipi: fiori del raggio e fiori del disco. Le brattee, striate, piatte e a consistenza erbacea, dimorfiche, sono disposte in modo più o meno embricato e scalato su alcune serie. Il ricettacolo in genere è provvisto di pagliette a protezione della base dei fiori; la forma è piatta o conica.

Fiori. I fiori sono tetra-ciclici (formati cioè da 4 verticilli: calicecorollaandroceogineceo) e pentameri (calice e corolla formati da 5 elementi). Si distinguono in:

  • fiori del raggio (esterni): sono femminili, fertili e sono disposti su una o più serie; la forma è ligulata (zigomorfa);
  • fiori del disco (centrali): sono più numerosi con forme brevemente tubulose (attinomorfe); sono ermafroditi (o funzionalmente maschili).
*/x K  , [C (5), A (5)], G 2 (infero), achenio [11]
  • fiori del raggio: la forma della corolla alla base è più o meno tubulosa-imbutiforme, mentre all'apice è ligulata; la ligula può terminare con alcuni denti; le ligule sono in evidenza oppure sono appena sporgenti oltre le pagliette del ricettacolo; i colori variano dal giallo al bianco;
  • fiori del disco: la forma è tubulare bruscamente divaricata in 5 lobi; i lobi, patenti o eretti, hanno una forma deltata o più o meno lanceolata; i colori sono bianco o porpora; la superficie della corolla è percorsa da evidenti canali resinosi di colore rosso o arancio.
  • Androceo: L'androceo è formato da 5 stami con filamenti liberi e antere saldate in un manicotto circondante lo stilo. Le antere sono sporgenti e gialle con forme leggermente sagittate; la parte abassiale è ricoperta da ghiandole. Le appendici apicali sono acute. L'endotecio è formato fa 1 - 3 ispessimenti polari. Il polline è sferico con un diametro medio di circa 25 micron; è tricolporato (con tre aperture sia di tipo a fessura che tipo isodiametrica o poro) ed è echinato (con punte sporgenti).
  • Gineceo: l'ovario è infero uniloculare formato da 2 carpelli. Lo stilo è unico e con due stigmi nella parte apicale. I rami dello stilo sono ascendenti e sottil. Gli stigmi dello stilo sono provvisti di aree stigmatiche parallele (che non confluiscono); gli apici sono acuti o subtrocati.

Frutti. I frutti sono degli acheni con pappo. Gli acheni hanno forme biconvesse compresse, colorati di nero e striati con superfici glabre o densamente pubescenti, talvolta ghiandolose. All’apice degli acheni sono presenti dei tricomi gemelli brevi, larghi e irregolarmente sviluppati. Il pappo è persistente ed è formato da 8-25 setole o scaglie scariose lineari-lanceolate di dimensioni uguali o diseguali (corte o lunghe) e libere; raramente è presente una coroncina apicale.

Biologia

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Impollinazione: l'impollinazione avviene tramite insetti (impollinazione entomogama tramite farfalle diurne e notturne).[7][8]
Riproduzione: la fecondazione avviene fondamentalmente tramite l'impollinazione dei fiori (vedi sopra).
Dispersione: i semi (gli acheni) cadendo a terra sono successivamente dispersi soprattutto da insetti tipo formiche (disseminazione mirmecoria). In questo tipo di piante avviene anche un altro tipo di dispersione: zoocoria. Infatti gli uncini delle brattee dell'involucro (se presenti) si agganciano ai peli degli animali di passaggio disperdendo così anche su lunghe distanze i semi della pianta. Inoltre per merito del pappo (se presente) il vento può trasportare i semi anche a distanza di alcuni chilometri (disseminazione anemocora).

Distribuzione e habitat

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La specie di questa voce è distribuita in America centrale.[2] In particolare è endemico negli stati di Chiapas e Oaxaca. Cresce in ambienti montani subtropicali, spesso su suoli rocciosi.[3]

Sistematica

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La famiglia di appartenenza di questa voce (Asteraceae o Compositae, nomen conservandum) probabilmente originaria del Sud America, è la più numerosa del mondo vegetale, comprende oltre 23.000 specie distribuite su 1.535 generi[12], oppure 22.750 specie e 1.530 generi secondo altre fonti[13] (una delle checklist più aggiornata elenca fino a 1.679 generi)[14]. La famiglia attualmente (2021) è divisa in 16 sottofamiglie; la sottofamiglia Asteroideae è una di queste e rappresenta l'evoluzione più recente di tutta la famiglia.[1][9][10]

Filogenesi

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Il genere di questa voce è descritto nella sottotribù Neurolaeninae caratterizzata da fiori del disco ermafroditi; da stigmi dello stilo da sparsamente a moderatamente papillosi, con papille affusolate e confinate nella metà distale della faccia abassiale; da capolini terminali, solitari o raggruppati in forme tirsoidi, corimbose o panicolate.[10]

In trattazioni precedenti la specie di questa voce era descritta nel genere Calea.[3]

I caratteri distintivi della specie sono:[3]

  • i capolini sono solo radiati;
  • i rami dello stilo sono ascendenti e sottili;
  • gli acheni hanno forme biconvesse compresse.

Sinonimi

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Sono elencati alcuni sinonimi per questa entità:[2]

  • Calea megacephala B.L.Rob. & Greenm.
  • Calea megacephala var. pachutlana B.L.Turner
  • Tonalanthus aurantiacus Brandegee
  1. ^ a b (EN) The Angiosperm Phylogeny Group, An update of the Angiosperm Phylogeny Group classification for the ordines and families of flowering plants: APG IV, in Botanical Journal of the Linnean Society, vol. 181, n. 1, 2016, pp. 1–20.
  2. ^ a b c World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 10 settembre 2025.
  3. ^ a b c d e Pruski 2023
  4. ^ The International Plant Names Index, su ipni.org. URL consultato il 10 settembre 2025.
  5. ^ The International Plant Names Index, su ipni.org. URL consultato il 10 settembre 2025.
  6. ^ Pignatti 1982, vol.3 pag.1
  7. ^ a b Strasburger 2007, pag. 860
  8. ^ a b Judd 2007, pag.517
  9. ^ a b Funk & Susanna 2009, p. 705.
  10. ^ a b c Kadereit & Jeffrey 2007, p. 419.
  11. ^ Judd-Campbell-Kellogg-Stevens-Donoghue, Botanica Sistematica - Un approccio filogenetico, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2007, p. 520, ISBN 978-88-299-1824-9.
  12. ^ Judd 2007, pag. 520.
  13. ^ Strasburger 2007, pag. 858.
  14. ^ World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 18 aprile 2021.

Bibliografia

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Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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