Calcio Padova
Il Calcio Padova[3], meglio conosciuto come Padova, è una società calcistica italiana di Padova. Il sodalizio è nato il 24 luglio 2014 come Biancoscudati Padova, dopo la non iscrizione ai campionati del precedente club cittadino fondato nel 1910, e della cui tradizione calcistica cittadina si fa portatore. Milita in Lega Pro.
| Calcio Padova Calcio | |
|---|---|
| Biancoscudati, Patavini, Biancorossi | |
| Segni distintivi | |
| Uniformi di gara | |
| Colori sociali | |
| Inno | Ma quando torno a Padova Mannaz[1] |
| Dati societari | |
| Città | Padova |
| Nazione | |
| Confederazione | UEFA |
| Federazione | |
| Campionato | Lega Pro |
| Fondazione | 1910 |
| Rifondazione | 2014 |
| Proprietario | |
| Presidente | |
| Allenatore | carica vacante |
| Stadio | Euganeo (19 740 posti) |
| Sito web | www.padovacalcio.it |
| Palmarès | |
| Titoli nazionali | 1 Campionato di Serie B |
| Trofei nazionali | 1 Coppe Italia Serie C/Lega Pro |
| Si invita a seguire il modello di voce | |
Fra i migliori risultati della formazione veneta figurano il terzo posto nel campionato di Serie A 1957-1958, la finale di Coppa Italia 1966-1967, la vittoria della Coppa Italia Semiprofessionisti 1979-1980, le finali di Coppa Rappan 1962-1963 e della Coppa Anglo-Italiana 1983 e, in ambito giovanile, il successo nel Campionato Primavera 1965-1966 riservato ai cadetti. Occupa il 22º posto nella tradizione sportiva dei club che hanno giocato in A e il 23º posto nella classifica perpetua, vantando 16 presenze nella massima serie italiana da quando esiste il girone unico, l'ultima nel 1996.
La classica maglia della formazione padovana è bianca con dettagli rossi; sul petto reca lo scudo cittadino, una croce rossa su sfondo bianco, da cui il soprannome di Biancoscudati dei suoi giocatori.
Storia
Dagli albori agli anni cinquanta
L'Associazione Calcio Padova viene fondata il 29 gennaio 1910 nella sede della Rari Nantes Patavium, in piazzetta delle Garzerie, e sceglie subito il bianco e il rosso come propri colori sociali. Dopo l'approvazione dello Statuto, i cinquanta soci eleggono il direttivo. Presidente è nominato il barone Giorgio Treves de'Bonfili, vicepresidente il marchese Giuseppe Corradi. Il 20 febbraio la formazione biancoscudati esordisce in amichevole contro l'Hellas Verona e pareggia a reti bianche al campo “Giovan Battista Belzoni”, l'odierno Walter Petron.
Nella stagione 1913-1914 il Padova vince il campionato veneto-emiliano di promozione e passa al campionato di Prima Categoria dell'Italia Settentrionale, la massima serie dell'epoca; la stagione di esordio in massima serie si risolve con il quarto posto nel girone eliminatorio alle spalle di Vicenza, Hellas Verona e Venezia, con conseguente retrocessione sanata solo dallo scoppio del conflitto.[4] Silvio Appiani, non ancora ventenne, mette a segno 17 reti in 14 partite. Il 20 ottobre 1915 il giovane soldato volontario Appiani muore sul Carso. Il 19 ottobre 1924 viene inaugurato lo stadio di via Carducci che ancora porta il suo nome.
Nei primi anni del primo dopoguerra, il Padova si trasformò in una delle migliori squadre del Veneto, qualificandosi regolarmente alle semifinali dell'Alta Italia, nelle quali non brillò mai particolarmente, concludendo sempre nelle ultime posizioni. Nel 1921-22 fu tra le secessioniste che si staccarono dalla FIGC fondando una federazione e un campionato indipendenti (CCI): il Padova concluse al 5º posto nel girone B di Prima Divisione CCI, qualificandosi senza problemi al torneo successivo di massima serie nonostante la riconciliazione tra FIGC e secessioniste e conseguente riduzione dei quadri. Nella stagione 1922-23 il Padova riuscì nell'impresa di vincere il girone C di Prima Divisione qualificandosi al girone a tre di semifinale per lo scudetto con Genoa e Pro Vercelli, nel quale terminò però solo terza. Nella stagione 1923-24 disputò un altro ottimo torneo sfiorando l'accesso alla finale con un 2º posto nel girone A[5]. Negli anni successivi il Padova riuscì sempre a salvarsi rimanendo in massima serie (che da Prima Divisione cambiò prima denominazione in Divisione Nazionale nel 1926 e poi nel 1929 in Serie A). Nel 1928-29, con un 8º posto nel girone A di Divisione Nazionale, riuscì a qualificarsi, seppur in extremis, al primo campionato di Serie A a girone unico. La stagione del debutto in A fu tuttavia infausta per i padovani: terminando il torneo al penultimo posto[6], precipitò per la prima volta in Serie B.
Nell'estate del 1931, con il Padova in Serie B, diventa presidente l'ingegner Ferruccio Hellmann, che contribuisce all'acquisto di importanti calciatori. Il bomber Gastone Prendato va alla Fiorentina ma arrivano alcuni giovani di grande avvenire fra i quali Annibale Frossi o Alfredo Foni, che diventerà terzino nella Juventus nonché uno dei grandi del calcio del quinquennio (campione olimpico 1936 e del mondo nel 1938). Il posto di Prendato viene preso da Mario Perazzolo che con le sue 17 reti porta la squadra verso il secondo posto che vale la promozione in Serie A, dove la squadra rimarrà per due campionati prima di tornare in Serie B. Dopo una breve parentesi in Serie C, nel 1937 il Padova riconquista la serie cadetta contemporaneamente all'arrivo alla presidenza di Bruno Pollazzi. Diventa presidente nell'estate del 1937 e la squadra ottiene un ottimo quarto posto a soli 3 punti dalla vetta.
Nell'estate successiva giunge in biancoscudato Gino Cappello, attaccante diciottenne poi al Bologna, che si presenta alla prima stagione segnando dieci gol mentre al suo secondo campionato con i biancoscudati metterà in rete 29 gol in 28 partite. Nel campionato 1940-1941, concluso col quinto posto, viene ingaggiato Nereo Rocco, mezz'ala ventottenne che ha già vestito la maglia della nazionale e quella di club importanti come Triestina e Napoli e in seguito allenatore sempre del Padova. Adcock e Giancarlo Vitali sono i due centravanti (rispettivamente 17 e 18 centri) alla guida di un attacco che chiude con un bottino di 71 reti.
Gli anni cinquanta
Nell'estate del 1951 la dirigenza si sforza di modificare profondamente i connotati di questo Padova e a novembre, sotto la spinta di una classifica preoccupante, si corre ancora ai ripari ingaggiando il norvegese Knut Andersen. Ciononostante, la squadra alla fine retrocede.
Nel campionato 1953-1954 la squadra stenta e il presidente Pollazzi decide di sostituire il tecnico Rava con un allenatore che è appena stato esonerato dalla Triestina e sta meditando di lasciare il calcio per dedicarsi all'azienda di famiglia[7]. È Nereo Rocco, che traghetta i biancoscudati verso la salvezza. Il paròn viene riconfermato anche per la stagione successiva, che vede il dominio del Lanerossi Vicenza, ma il Padova lotta alla grande e nell'ultimo turno supera il Legnano e conquista col secondo posto un'insperata promozione. La città è in festa; Rocco ha ottenuto il meglio dai suoi e ha riportato il Padova in Serie A.
L'era del paròn
Nel 1955-1956, dopo un avvio disastroso (1-2 dalla Lazio all'Appiani, 0-1 dalla Fiorentina in trasferta e un pesante 1-5 dal Milan ancora in casa), il Padova si afferma come la sorpresa del torneo. È iniziata la cosiddetta "era Rocco". La squadra punta le proprie possibilità su un dispositivo difensivo potenziato: una casa solida, ama dire il tecnico triestino, comincia dalle fondamenta. Il suo catenaccio diventa una vera filosofia calcistica, capace di influenzare tutto il calcio italiano, e la piccola provinciale biancoscudata si piazza addirittura ottava. Nel campionato 1956-1957 la squadra ottiene la salvezza, terminando il torneo all'undicesimo posto, ma il vero exploit è quello del torneo 1957-1958, chiuso dai patavini al terzo posto della graduatoria – miglior risultato di sempre in massima divisione – grazie a una formazione composta da Pin, Blason, Scagnellato, Pison, Azzini, Moro, Hamrin, Rosa, Brighenti, Mari (talvolta sostituito da Chiumento) e Boscolo. Nel corso della stagione lo stadio Appiani è un fortino quasi inespugnabile: cadono, tra le altre, Fiorentina, Milan, Napoli, Roma, Lazio, Torino e Bologna, per un totale di 13 vittorie a fronte di una sola sconfitta[8]. .
Il 1958-59 vede il Padova privato di Hamrin, che prende la via di Firenze, ma Rocco costruisce un altro capolavoro guidando la squadra al settimo posto in campionato e portando la coppia d'attacco Brighenti-Mariani in Nazionale per un'amichevole a Wembley con l'Inghilterra (2-2 proprio con gol della coppia patavina[9]). Il Padova è ormai acquartierato nelle zone nobili della classifica e l'Appiani (violato solo da Milan e Juventus) è un campo che fa paura a tutti. Ma il sogno termina l'estate del 1961 quando, dopo aver resistito più di una volta, il paròn cede alle sirene di un grande club: lo chiama il Milan di Gipo Viani e l'appuntamento con gli obiettivi di vertice, nazionali e internazionali, non può più essere rimandato. Rocco se ne va e con lui il pezzo più glorioso della storia della società biancoscudata.
Gli anni sessanta
Gli anni sessanta si rivelano avari di soddisfazioni calcistiche. Nel 1961-62, orfano di Rocco e alle prese con una rosa da rinnovare, il Padova retrocede in B dopo sei anni nella massima serie. Dal 1962 la squadra disputa sette stagioni consecutive in cadetteria, sfiorando la promozione in serie A soltanto nella stagione 1963-64 ad un punto dalla terza classificata Foggia & Incedit.
Nel 1961 il Padova prende parte alla terza edizione della "Coppa dell'Amicizia" italo-francese nella selezione rappresentante l'Italia composta anche da SPAL, Lanerossi Vicenza, Atalanta, Milan, Venezia, Prato, Ozo Mantova, Como e Genoa. Gli italiani batterono la selezione francese per 22 punti a 18[10].
L'anno seguente la squadra partecipa alla Coppa Piano Karl Rappan, torneo ufficiale tra le Nazioni della Mitteleuropa[11]. In questa edizione i biancoscudati vincono il loro girone battendo il Dorogi Bányász SE, l'FC La Chaux-de-Fonds e lo Spartak Plzen. Ai quarti di finale superano 7-1 gli jugoslavi dell'OFK Belgrado con un 7-1 all'andata e una sconfitta per 4-3 al ritorno; vincono anche in semifinale con gli ungheresi del Pécsi Dózsa FC con un 3-4 e una vittoria per al ritorno per 3-0. La finale del 3 aprile 1963 in casa a Padova viene però persa con lo Slovnaft Bratislava della Cecoslovacchia per 1-0.
È nell'anno 1967, invece, una delle migliori prestazioni di sempre nella storia del club biancoscudato, all'epoca allenato da Humberto Rosa e relegato in Serie B. Dopo aver sconfitto ai quarti di finale il Napoli per 2-1 e in semifinale l'Inter per 3-2, il Padova gioca la finale di Coppa Italia contro il Milan di Trapattoni e Rivera, perdendola per 1-0[12].
Nel 1968-69, invece, il Padova chiude la stagione all'ultimo posto in classifica e viene retrocesso in serie C.
Gli anni settanta e ottanta
Per tutti gli anni settanta la squadra naviga in terza serie, senza alcun risultato di rilievo. Il decennio si conclude con la retrocessione in serie C2 nella stagione 1978-79 durante la proprietà di Giussy Farina e la presidenza Pastorello: si tratta del punto più basso della storia del club. La prima stagione in C2 si conclude con l'amaro epilogo della sconfitta ai calci di rigore con il Trento nello spareggio promozione di Verona, davanti a ben ventimila tifosi biancoscudati[13]. L'anno seguente la squadra centra il ritorno in serie C1 dominando il proprio girone[14] e si aggiudica la Coppa Italia Semiprofessionisti battendo nella doppia finale la Salernitana. Al termine della stagione 1982-83, alla guida di Bruno Giorgi, il Padova riesce infine a fare ritorno in serie B[15], categoria lasciata nel 1969.
Nel 1983 il Padova perde la finale della Coppa Anglo-Italiana col Cosenza. In una tre giorni disputata tra il 23 e il 25 aprile a Cosenza, i biancoscudati si impongono in semifinale per 4-2 contro il Chelmsford. Nella finale del 25 aprile i padroni di casa si assicurano il titolo battendo il Padova di Bruno Giorgi per 2-0. Il Padova partecipa alla competizione anche nel 1993-94 affrontando Portsmouth, West Bromwich Albion, Stoke City e Southend United.
Una vicenda di illecito sportivo (Caso Padova) fa precipitare nuovamente la squadra in terza serie. Questa volta, però, il purgatorio ha breve durata: dopo una stagione anonima chiusa al settimo posto, il Padova guidato da mister Adriano Buffoni torna in Serie B al termine del campionato 1986-87, concluso al secondo posto dietro al Piacenza. Seguono tre stagioni tra i cadetti che si concludono in posizioni di metà classifica.
Gli anni novanta
Nel corso della stagione 1990-91, alla guida di Mario Colautti, il Padova sfiora il ritorno in massima serie, concludendo al quinto posto a un punto dall'Ascoli: fatale, per una squadra che vede protagonisti futuri punti fermi della Nazionale italiana quali Angelo Di Livio, Antonio Benarrivo e Demetrio Albertini, è la sconfitta per 2-1 contro la Lucchese all'ultima giornata[16]. La stagione successiva riesce, sempre all'ultima giornata, a conquistare il punto decisivo che consente di ottenere la salvezza (1-1 a Pescara), senza rientrare nel gruppo di squadre con 35 punti coinvolte nella classifica avulsa.
Anche nella stagione 1992-93, con in panchina Mauro Sandreani e la presenza in rosa del giovanissimo attaccante Alessandro Del Piero, cresciuto negli Allievi della società, la promozione svanisce di un soffio. Durante il girone di ritorno i veneti compiono una rincorsa che riesce a far raggiungere alla terzultima giornata il quarto posto, dopo aver battuto 2-0 il già retrocesso Taranto, e agganciando il Lecce (fermato in casa sul pari dalla SPAL) e l'Ascoli (1-1 ad Andria), mentre il Piacenza allunga; la domenica successiva avviene la beffa: i biancoscudati pareggiano 1-1 a Lucca, mentre i salentini espugnano per 3-2 il Dall'Ara (spedendo il Bologna in C1) e si riportano a un punto di vantaggio insieme all'Ascoli, che supera agevolmente il Cesena (3-0). Unico spiraglio viene dal pareggio casalingo degli emiliani, fermati 0-0 in casa dalla Fidelis Andria. All'ultima giornata, nello scontro diretto dell'Appiani, i marchigiani vengono sconfitti per 3-2, ma le contemporanee vittorie del Lecce sulla Lucchese (2-1) e del Piacenza a Cosenza (1-0), vanificano tutto[17].
Per il ritorno dei biancoscudati in serie A occorre attendere il campionato 1993-94. Al termine della stagione, sotto la presidenza del commendator Marino Puggina, uno spareggio vinto 2-1 contro il Cesena il 15 giugno sul neutro di Cremona[18] permette alla squadra veneta di risalire in massima serie dopo 32 anni di assenza.
Il Padova resiste due stagioni tra le grandi della Serie A, guidato dal nuovo presidente Sergio Giordani e dal tecnico Mauro Sandreani. Le gare in casa si disputano nel nuovo stadio Euganeo, inaugurato nel settembre 1994. Dopo un campionato caratterizzato da risultati importanti contro le "grandi" (vittorie in casa con Milan, Inter e un prestigioso successo al Delle Alpi di Torino ai danni della Juventus[19]) ma modesti contro le piccole, il Padova si salva grazie allo spareggio con il Genoa, giocato a Firenze e deciso ai calci di rigore. Tra i giocatori di quell'anno c'è il difensore statunitense Alexi Lalas: anche grazie alla sua altezza (191 cm) la difesa subisce pochissimi goal di testa. Nel 1996 la squadra non riesce a bissare l'impresa, nonostante la prolifica coppia gol Goran Vlaović-Nicola Amoruso, e retrocede in serie B.
La società passa in mano all'imprenditore brianzolo Cesare Viganò che affida la panchina a Giuseppe Materazzi, ma nonostante una ricca campagna acquisti (arrivano, tra gli altri, Walter Zenga, Massimiliano Allegri e Cristiano Lucarelli), la squadra chiude ad un deludente 11º posto in serie B. L'anno seguente si conclude ancora peggio, quando il Padova termina la stagione al 19º posto ed è retrocesso in serie C1.
Per i biancoscudati la discesa sembra inarrestabile: alla prima stagione in serie C1 la squadra allenata da Adriano Fedele perde lo spareggio play-out contro il Lecco e retrocede in quarta serie[20]. In soli quattro anni di presidenza Viganò il Padova è riuscito a precipitare dalla serie A alla serie C2.
Gli anni duemila
Nel gennaio 2000 la società viene ceduta ad Alberto Mazzocco, e nel 2001 la squadra, guidata da Franco Varrella e trascinata da Felice Centofanti, vince il campionato e risale in C1. Nella stagione 2002-2003, guidata da Pierluigi Frosio, sfiora invece la promozione in Serie B perdendo con l'Albinoleffe in semifinale di play-off. Il 18 ottobre del 2004 il cavalier Marcello Cestaro diventa ufficialmente presidente della Società. I biancoscudati sfiorano i play-off con Renzo Ulivieri nel 2004-05, ma al termine della stagione il tecnico toscano si dimette e la squadra passa sotto la direzione di Maurizio Pellegrino. Nella stagione 2006-07 i patavini non partono benissimo per poi riprendersi nel girone di ritorno con l'arrivo alla guida di Andrea Mandorlini, subentrato a Maurizio Pellegrino. La squadra, però, conclude la stagione al settimo posto, ancora una volta fuori dalla zona play-off.
Il 18 marzo 2008 Ezio Rossi viene esonerato a causa degli scarsi risultati. Viene chiamato il tecnico della Berretti, Carlo Sabatini. A fine stagione 2007-08 il Padova si classifica sesto a un solo punto dal Foggia e dai play-off pur avendo il miglior attacco di tutta la Serie C1 con 57 gol realizzati.
Nella stagione 2008-09 il Padova gioca il suo undicesimo campionato di Lega Pro (ex Serie C) – di cui 9 in Prima Divisione (l'ottavo consecutivo in Prima Divisione dalla stagione 2001-2002) e 2 in Seconda Divisione – e prende parte insieme ad altre squadre di Lega Pro e Serie D alla Coppa Italia con le squadre di Serie A e B (come nell'edizione 2005-06).
Il 12 gennaio 2009, dopo il pareggio per 0-0 contro il Legnano seguito da una contestazione dei tifosi nel fine partita, la società decide per l'esonero del direttore sportivo Mauro Meluso e dell'allenatore Carlo Sabatini. Al loro posto vengo chiamati Doriano Tosi (nuovo direttore sportivo) e Attilio Tesser (nuovo allenatore). Tuttavia il 22 febbraio dopo aver raccolto solo 4 punti in 5 partite, Tesser viene esonerato. Al suo posto viene richiamato Carlo Sabatini[21]. Il ritorno di Sabatini sembra risvegliare la squadra, che da quel momento ricomincia a risalire la china. Un filotto di cinque vittorie consecutive permette ai biancoscudati di raggiungere i play-off di Prima Divisione al quarto posto in classifica finale.
Il 17 maggio il Padova affronta nella semifinale play-off il Ravenna, pareggiando 1-1 all'Euganeo e vincendo per 2-1 fuori casa con i gol di Pătraşcu e Falsini. Nella finale d'andata arriva il pareggio interno per 0-0 contro la Pro Patria, dove i veneti sbagliano anche un rigore con Rabito. Alla fine della gara di ritorno, grazie alla vittoria per 2-1 con doppietta di Antonio Di Nardo, il Padova torna in Serie B dopo undici anni di assenza[22].
La squadra inizia bene la sua avventura nel campionato cadetto, rimanendo imbattuta fino all'ottava giornata, quando perde per 1-2 a Crotone, e dopo nove giornate è al 2º posto, in zona play-off, insieme al Cesena, altra rivelazione del torneo. In seguito arrivano le prime sconfitte, che progressivamente fanno scivolare il Padova in zona play-out. L'8 febbraio 2010, in seguito alla sconfitta con il Piacenza per 1-0 (undicesima sconfitta), viene esonerato il tecnico Carlo Sabatini[23]. Il 9 febbraio il suo posto viene preso da Nello Di Costanzo[24]. Dopo due mesi Sabatini torna alla guida della squadra. Il 30 maggio 2010 dopo la vittoria per 2-1 in casa contro il Brescia il Padova si trova a disputare i play-out contro la Triestina in due sfide che si tengono il 4 giugno e il 12 giugno. La gara di andata giocata in casa termina senza reti e dunque occorre una vittoria per salvarsi: il 12 giugno i biancoscudati restano in Serie B grazie a un secco 3-0, con le reti di Vantaggiato, Cuffa e Bonaventura[25].
Gli anni duemiladieci
Nella stagione 2010-2011 dopo il cambio di allenatore e con un nuovo direttore sportivo, il Padova parte bene trascinato dalla coppia d'attacco Succi-Vantaggiato e dal trequartista Davide Di Gennaro che, grazie ai punti ottenuti soprattutto in casa, portano la squadra a ridosso della zona play-off. Tuttavia i numerosi infortuni occorsi durante la stagione fanno ripiombare la squadra nella zona di centro classifica. Il 15 marzo 2011 dopo la sconfitta nel derby contro il Cittadella l'allenatore Alessandro Calori viene esonerato. Lo stesso giorno la guida della squadra viene affidata al tecnico della Primavera, Alessandro Dal Canto, che al suo debutto in panchina il 19 marzo vince per (2-0) contro il Pescara. Nell'ultimo turno di campionato del 29 maggio la squadra di Dal Canto, trascinata nella fase finale del torneo da Stephan El Shaarawy, batte il Torino 2-0 in trasferta e conquista così un posto nei play-off. Dal 15 marzo al 29 maggio la squadra non ha mai perso. Alle semifinali dei play-off, il Padova supera il Varese con una vittoria in casa per 1-0 seguita da un pareggio per 3-3 fuori casa. La finale per la serie A vede il Padova affrontare il Novara. Dopo un pareggio per 0-0 in casa, il 12 giugno la squadra veneta perde la finale di ritorno per 2-0, vedendo così svanire il sogno di un ritorno in massima serie.
La stagione inizia con la conferma del duo Foschi-Dal Canto, che dopo l'ottima stagione appena conclusa, rinforzano la squadra portando all'ombra del Santo giocatori come Omar Milanetto, Ivan Pelizzoli, Michele Marcolini, Daniele Cacia e il giovane portiere Mattia Perin. Dopo un buon inizio dove nelle prime sette giornate la squadra totalizza 17 punti su 21, senza mai perdere, i biancoscudati iniziano a inanellare una serie di risultati insoddisfacenti (4 vittorie, 4 sconfitte e 2 pareggi tra l'8ª giornata e la 17ª giornata) che culmineranno nella famigerata partita della 18ª giornata contro il Torino sospesa al 76' per un guasto all'impianto di illuminazione sul risultato di 1-0 in favore dei biancoscudati. Dopo il recupero del 14 dicembre che sancisce il risultato di 1-0, si susseguiranno una serie di ricorsi e controricorsi, che determinano dapprima un 3-0 in favore del Torino, poi nell'1-0 in favore del Padova. Successivamente, dopo un mercato invernale sterile in cui l'unico rinforzo è Simone Bentivoglio e dove viene assunto Luca Baraldi come collaboratore del presidente, la stagione del Padova è un continuo calare, che conosce il suo punto più basso nella sconfitta in casa per 0-6 contro il Pescara di Zeman. I biancoscudati dicono addio al sogno della Serie A il 20 maggio 2012 dopo aver perso 3-0 fuori casa contro la Nocerina e concludono la stagione al settimo posto.
Il quarto campionato di fila in serie cadetta inizia con Fabrizio Salvatori come direttore sportivo[26] e Fulvio Pea in panchina[27]. Anche la squadra è fortemente rinnovata, con l'innesto di diversi giovani e la riduzione complessiva del budget di mercato. Con il coinvolgimento nello scandalo scommesse del 2011 della società, riconosciuta colpevole di responsabilità oggettiva per le violazioni di un suo tesserato, la squadra deve iniziare la stagione con 2 punti di penalità,[28] provvedimento revocato durante la stagione. Il 17 dicembre, a seguito della sconfitta casalinga per 1-3 contro la capolista Sassuolo, Fulvio Pea viene esonerato e al suo posto subentra Franco Colomba. Il 20 marzo 2013, dopo la sconfitta per 3-0 subita in trasferta contro il Bari, Franco Colomba viene sollevato dall'incarico e rientra Fulvio Pea[29], che traghetta la formazione biancoscudata a una tranquilla salvezza.
La stagione 2013-2014 inizia con la vendita del club da parte di Marcello Cestaro a Diego Penocchio, proprietario del gruppo Ormis. Il nuovo presidente conferisce un nuovo assetto alla società nominando Andrea Valentini amministratore delegato, Alessio Secco direttore sportivo e Dario Marcolin allenatore. Dopo un avvio di campionato in cui i biancoscudati hanno collezionato un solo punto in sei partite, il 28 settembre l'allenatore Marcolin è sollevato dall'incarico.[30] Al suo posto subentra Bortolo Mutti. Il 29 dicembre, il Padova chiude il girone di andata terzultimo con quattro vittorie, sei pareggi, dieci sconfitte, 16 gol segnati e 27 subiti all'attivo. Il 2014 si apre con la cessione del restante 52% del pacchetto azionario da parte di Marcello Cestaro a Diego Penocchio, che diventa così proprietario unico della S.p.A. biancoscudata.[31][32] Il 2 febbraio, dopo aver collezionato un solo punto nelle ultime cinque partite, l'allenatore Bortolo Mutti è sollevato dall'incarico.[33] Al suo posto subentra Michele Serena.[34] Il 25 maggio 2014, la sconfitta per 2-0 a Siena sancisce, con una giornata di anticipo, la matematica retrocessione del Padova in Lega Pro, dopo cinque consecutivi campionati in Serie B.[35]
Dalla scomparsa alla rinascita
La stagione 2014-2015 del Padova si apre con la presentazione della domanda di iscrizione al campionato di Lega Pro, incompleta.[36] Il 15 luglio 2014, a causa della mancata presentazione del ricorso alla Covisoc, il Padova non viene iscritto al campionato di Lega Pro. Successivamente la proprietà comunica in un primo momento che il Calcio Padova proseguirà l'attività sportiva concentrandosi sul settore giovanile[37] e in un secondo momento che la squadra ha ufficialmente e formalmente richiesto l'ammissione al campionato di Serie D.[38] Nei giorni successivi la domanda non viene accolta in seguito alle indicazione ricevute dalla FIGC da parte del sindaco di Padova Massimo Bitonci su quale debba essere la squadra autorizzata a chiedere l'ammissione in Serie D.[39]
A seguito dell'esclusione del Calcio Padova dai campionati nazionali, il 24 luglio 2014 viene iscritta al girone C della Serie D la nuova Società Sportiva Dilettantistica Biancoscudati Padova, nata per dare continuità sportiva alla storica società cittadina. Il sodalizio, fondato dagli imprenditori padovani Giuseppe Bergamin e Roberto Bonetto, debutta ufficialmente, sotto la guida tecnica di Carmine Parlato, il 24 agosto nella sfida di Coppa Italia Serie D contro la Castellana, vinta 2-0. Il 19 aprile 2015, in virtù del successo 2-1 sul campo del Legnago, la squadra veneta raggiunge la matematica promozione in Lega Pro. Chiude il campionato a 85 punti e 27 vittorie, andando a battere il record precedente di successi (21 vittorie nella stagione 1947-1948).
Il 6 luglio 2015, in vista del ritorno tra i professionisti, la società assume nuovamente la denominazione "Calcio Padova".[3] L'avvio del campionato di Lega Pro - girone A comincia con il Padova tra le prime in classifica, ma una serie di risultati negativi portano a fine novembre 2015 all'esonero di mister Parlato[40], avvicendato in panchina da Giuseppe Pillon. Nonostante un buon girone di ritorno la squadra conclude la stagione al quinto posto, fuori dalla qualificazione ai play-off.
Cronistoria
| Cronistoria del Calcio Padova | |
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Colori e simboli
Colori
Nella storia della società padovana, due sono state le colorazioni principali della maglia del club: il nero e il bianco, utilizzato nelle prime partite, ed il rosso e bianco con lo scudo, tuttora in uso.
Simboli ufficiali
Stemma
Lo stemma storico della società padovana rappresenta uno scudo diviso in due parti. Il lato sinistro è occupato da una croce rossa su sfondo bianco, mentre nel lato destro trova posto la scritta rossa "Calcio Padova 1910", o l'acronimo "A.C.P.", all'interno di un piccolo rettangolo bianco a sua volta su uno sfondo rosso, o ancora la scritta "Padova".
Per un certo periodo, dalla fine degli anni ottanta all'inizio degli anni duemila, il vecchio scudo fece posto ad uno più moderno, di forma squadrettata, sempre con la croce nel lato sinistro, ma nel destro fece la sua comparsa una variante del monumento equestre al Gattamelata, con una palla sotto uno zoccolo del cavallo.
Con l'arrivo di Alberto Mazzocco alla presidenza il Padova indisse, tramite le pagine del Mattino di Padova, un sondaggio d'opinione tra tutti i tifosi: tornare al vecchio stemma o tenere quello in uso da ormai più di 10 anni? I tifosi biancoscudati espressero la loro preferenza, decretando il ritorno sul petto del vecchio, storico scudo che aveva fatto la storia del Padova nel secolo precedente.
Nella stagione 2009-2010, anno del centenario, allo storico scudo viene aggiunto un cerchio rosso celebrativo riportante nella parte alta le date "1910-2010" e nella parte bassa la scritta "Calcio Padova", in corsivo. Nella stagione 2010-2011 il Padova ha deciso di adottarlo anche per le stagioni a venire, modificandolo parzialmente togliendo il riferimento al centenario[45]. La decisione ha sollevato le proteste di molti tifosi, che hanno rifiutato questa soluzione[46]. Dalla stagione 2011-2012 è così ritornato lo storico scudo sulle maglie della squadra[47].
Mascotte
La mascotte del Padova è invece la famosa gallina padovana, che proprio come il Padova ha i colori bianco e rosso.
Strutture
Stadio
Il Padova, durante la sua storia, ha giocato le partite interne di campionato su quattro diversi campi. Il primo fu il "Campo di Via Belzoni" (oggi "Walter Petron") dove il 29 gennaio 1910 il Padova giocò la sua prima partita in assoluto contro il Verona.
Il secondo fu il "Campo Giovanni Monti" (ex stadio comunale) intitolato al giocatore Giovanni Monti e costruito al interno dell'omonimo velodromo inaugurato il 12 febbraio 1916 con la partita Padova-Verona finita (4-0). Il Padova vi giocherà fino al campionato 1922-1923.
Il 19 ottobre 1924 adiacente al vecchio campo da gioco venne inaugurato il terzo stadio del Padova, l'Appiani, dedicato al ex giocatore del Padova Silvio Appiani. In questo stadio, una sorta di "catino" nel centro città[48], la squadra giocherà dal 1924 al 24 maggio 1994.
Nel 1994 infine viene inaugurato il quarto e, al momento, ultimo stadio di Padova, l'Euganeo, costruito per il ritorno in Serie A, che nei suoi primi anni di utilizzo era privo della curva Sud riservata ai tifosi locali (fu terminata nel 1999). In questo stadio si è consumata, fra le altre, la retrocessione nell'arco di cinque anni dalla Serie A alla Serie C2.
Centro di allenamento
Dal 1991 al 2014 il Padova e le squadre giovanili si sono allenate al "Centro Sportivo Euganeo" situato a Teolo ai piedi dei Colli Euganei in frazione Bresseo. Dal 2014 si allena al Centro Sportivo Memo Geremia di Padova, struttura di proprietà del Petrarca Rugby, e allo Stadio Silvio Appiani.
Società
Organigramma societario
Organigramma del Padova.[49]
- Giuseppe Bergamin - Presidente
- Edoardo Bonetto - Vice Presidente
- Roberto Bonetto - Consigliere e Amministratore Delegato
- Massimo Poliero - Consigliere e Presidente del settore giovanile
- Moreno Beccaro - Consigliere
- Marco Bergamin - Consigliere
- Giampaolo Salot - Consigliere
- Walter Tosetto - Consigliere
- Sandro Vecchiato - Consigliere
- Roberto Vitulo - Consigliere
Sponsor
- 1981-1985 Bata
- 1985-1987 Master Photo
- 1987-1989 Coelsanus
- 1989-1991 Tutto Pannocarta
- 1991-1996 Acqua Vera
- 1996-1997 Millionaire Market
- 1997-2004 Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo
- 2004-2006 Famila, Almondy
- 2006-2008 Famila, Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo
- 2008-2012 Famila, Cassa di Risparmio del Veneto
- 2012-2013 Famila
- 2013-2014 Famila, Birra Antoniana
- 2014-oggi L'Arte di Abitare, Dermomed, Tiemme Costruzioni
Impegno nel sociale
Il Padova in collaborazione con lo sponsor della Scuola Calcio Bernardinello Engeneering, sostiene il progetto "Stanza dei Sogni", promosso dalla Fondazione Salus Pueri che sostiene la Pediatria di Padova.
Settore giovanile
Il settore giovanile del Padova è formato da squadre che giocano nei campionati Berretti, Allievi Nazionali e Elite, Giovanissimi Nazionali e Regionali, Esordienti Regionali, Provinciali e a 9 e Pulcini a 7.
Nel 1965-1966 la squadra Primavera, il cui campionato all'epoca si disputava diviso tra squadre di Serie A e squadre di Serie B, vince il massimo trofeo nazionale.
Il Padova nella cultura di massa
Il Padova, assieme al Monza, è stato protagonista del primo anticipo televisivo in assoluto nella storia del calcio italiano, disputato il 28 agosto 1993 alle 20:30 e valevole per la prima giornata del campionato di Serie B.[50]
Allenatori e presidenti
- 1910-1911 Giorgio Treves de' Bonfili
- 1913-1914 Guido Festa, Mario Pedrina, Silvio Appiani
- 1914-1915 Mario Pedrina
- 1919-1922 Ernesto Peyer
- 1922-1926 Herbert Burgess
- 1926 Ernesto Peyer
- 1926-1927 Aldo Fagiuoli
- 1927-1928 Charles Oliver Bell
- 1928-1930 Herbert Burgess
- 1930-1932 Lajos Nems Kovács
- 1932-1935 Jànos Vanicsek
- 1935 Pietro Colombati
- 1935-1936 Elemér Kovács
- 1936-1938 Wilmas Wilhelm o Guglielmo Wilhelm
- 1938-1939 József Wereb o Giuseppe Vereb
- 1939 Mariano Tansini
- 1939-1940 György Kőszegy
- 1940-1941 Stanislao Klein
- 1941-1942 József Bánás o Giuseppe Banas
- 1942-1943 Italo Zamberletti
- 1943-1944 Mariano Tansini
- 1945-1946 Bruno Dentelli
- 1946 Mariano Tansini
- 1946 Mario Varglien
- 1946 Feliciano Monti
- 1946-1947 Pietro Serantoni
- 1947-1948 Wilmas Wilhelm o Guglielmo Wilhelm
- 1948-1949 Pietro Serantoni
- 1949-1950 Béla Guttman
- 1950 Pietro Serantoni
- 1950-1951 Antonio Blasevich
- 1951 Giovanni Ferrari
- 1951-1952 Frank Soo
- 1952 Gastone Prendato
- 1952 Pietro Pasinati
- 1952-1953 Pietro Rava
- 1953 Lajos Czeizler
- 1953 Mariano Tansini
- 1953-1954 Pietro Rava
- 1954-1961 Nereo Rocco
- 1961-1962 Giacomo Mari
- 1962 Pietro Serantoni
- 1962-1963 Luigi Del Grosso
- 1963 Elvio Matè
- 1963-1964 Oscar Montez
- 1964 Elvio Matè
- 1964-1966 Serafino Montanari
- 1966-1969 Humberto Rosa
- 1969-1972 Elvio Matè
- 1972 Giorgio Bolognesi
- 1972 Mario Perazzolo
- 1972 Giorgio Bolognesi
- 1972-1973 Mauro Gatti
- 1973-1974 Giorgio Bolognesi
- 1974-1975 Piero Trapanelli
- 1975 Sergio Cappello
- 1975-1976 Eros Beraldo
- 1976 Marino Bergamasco
- 1976-1977 Antonio Pin
- 1977 Romano Mattè
- 1977 Flavio Foscarini e Tiziano Longhin (D.T.)
- 1977-1979 Gino Pivatelli
- 1979 Elvio Matè
- 1979-1980 Guido Mammi
- 1980-1982 Mario Caciagli
- 1982-1983 Bruno Giorgi
- 1983 Giorgio Sereni
- 1983-1984 Aldo Agroppi
- 1984 Gennaro Rambone
- 1984-1985 Gianni Di Marzio
- 1985-1986 Marino Perani
- 1986 Guido Mammi
- 1986-1989 Adriano Buffoni
- 1989 Enzo Ferrari
- 1989-1991 Mario Colautti
- 1991-1992 Bruno Mazzia
- 1992-1996 Mauro Sandreani
- 1996-1997 Giuseppe Materazzi
- 1997 Adriano Fedele
- 1997-1998 Giuseppe Pillon
- 1998-1999 Adriano Fedele→1999 Claudio Ottoni
- 1999-2000 Paolo Beruatto
- 2000-2001 Franco Varrella
- 2001-2003 Pierluigi Frosio
- 2003-2004 Ezio Glerean
- 2004-2005 Renzo Ulivieri
- 2005-2006 Maurizio Pellegrino
- 2006-2007 Andrea Mandorlini
- 2007-2008 Ezio Rossi
- 2008-2009 Carlo Sabatini→2009 Attilio Tesser
- 2009-2010 Carlo Sabatini
- 2010 Nello Di Costanzo
- 2010 Carlo Sabatini
- 2010-2011 Alessandro Calori
- 2011-2012 Alessandro Dal Canto
- 2012 Fulvio Pea→ 2012-2013 Franco Colomba→ Fulvio Pea
- 2013 Dario Marcolin→ Bortolo Mutti→ 2014 Michele Serena
- 2014-2015 Carmine Parlato→ 2015-2016 Giuseppe Pillon
- 1910-1911 Giorgio Treves de'Bonfili
- 1912-1913 Gastone Rossi
- 1913 Giuseppe Valenzini
- 1914-1919 Eugenio Vianello
- 1919-1921 Raimondo Flores
- 1921-1923 Michele Maluta
- 1923-1925 Carlo Carli
- 1925-1927 Giovanni Mingatti
- 1927-1928 Augusto Calore
- 1928-1929 Silvio Barbieri
- 1929-1930 Federico Bevilacqua
- 1930-1931 Lodovico Szathvary
- 1931-1934 Ferruccio Hellmann
- 1934-1935 Giovanni Mazzuccato
- 1935-1936 Pietro Colombati
- 1936-1937 Guelfo Ferrari
- 1937-1940 Bruno Pollazzi
- 1940-1943 Erminio Santiello
- 1943-1945 Francesco Camilotti
- 1945-1946 Giovanni Mazzuccato
- 1946-1952 Valentino Cesarin
- 1952-1963 Bruno Pollazzi
- 1963-1967 Gino Vescovi
- 1967-1971 Giovanni Lovato
- 1971-1975 Marino Boldrin
- 1975-1977 Giancarlo Dalla Grana
- 1977-1979 Giambattista Pastorello
- 1979-1985 Ivo Antonino Pilotto
- 1985-1986 Nicolò Voltan
- 1986-1994 Marino Puggina
- 1994-1996 Sergio Giordani - Marino Puggina (Onorario)
- 1996-2000 Cesare Viganò
- 2000-2004 Alberto Mazzocco
- 2004-2013 Marcello Cestaro
- 2013-2014 Diego Penocchio[51]
- 2014-oggi Giuseppe Bergamin
Calciatori
Palmarès
Competizioni nazionali
- Serie B: 1
- Serie C: 1
- Serie C2: 2
Competizioni giovanili
- 1972-1973, 1974-1975
- 1965-1966
- 1960-1961
- 1989-1990
Altri piazzamenti
- Terzo posto: 1922-1923
- Terzo posto: 1957-1958
- Finale: 1966-1967
- Finale: 1963
- Finale: 1983
Statistiche e record
Partecipazione ai campionati
| Livello | Categoria | Partecipazioni | Debutto | Ultima stagione | Totale |
|---|---|---|---|---|---|
| 1º | Serie A | 16 | 1929-1930 | 1995-1996 | 26 |
| Prima Categoria | 2 | 1919-1920 | 1920-1921 | ||
| Prima Divisione | 5 | 1920-1921 | 1925-1926 | ||
| Divisione Nazionale | 3 | 1926-1927 | 1928-1929 | ||
| 2º | Serie B | 37 | 1930-1931 | 2013-2014 | 38 |
| B-C Alta Italia | 1 | 1945-1946 | |||
| 3º | Serie C | 11 | 1935-1936 | 1977-1978 | 26 |
| Serie C1 | 14 | 1978-1979 | 2008-2009 | ||
| Lega Pro | 1 | 2015-2016 | |||
| 4º | Serie C2 | 4 | 1979-1980 | 2000-2001 | 5 |
| Serie D | 1 | 2014-2015 | |||
Il Padova ha partecipato a 95 campionati nazionali della FIGC a partire dal debutto dopo la conclusione della Prima guerra mondiale. In precedenza ha disputato sei tornei del Comitato Regionale Veneto.
Statistiche di squadra
Di seguito le statistiche e i principali record relativi ai campionati di Serie A disputati dai patavini:
- Vittoria interna più larga: Padova-Pro Patria 7-0 (1929-1930)
- Vittoria esterna più larga: Venezia-Padova 0-8 (1949-1950)
- Sconfitta interna più pesante: Padova-Juventus 0-5 (1995-1996)
- Sconfitta esterna più pesante: Genoa-Padova 8-0, Roma-Padova 8-0 (1929-1930), Triestina-Padova 9-1 (1948-1949)
- Maggior numero di vittorie in un Campionato: 16 (1957-1958)
- Maggior numero di vittorie consecutive: 4 (1929-1930, 1957-1958, 1959-1960)
- Maggior numero di gare utili consecutive: 11 (1957-1958)
- Minor numero di sconfitte: 8 (1957-1958)
- Maggior numero di pareggi: 16 (1957-1958)
- Minor numero di vittorie: 7 (1961-1962, 1995-1996)
- Maggior numero di sconfitte: 24 (1995-1996)
- Maggior numero di sconfitte consecutive: 11 (1995-1996)
- Minor numero di gol segnati: 29 (1961-1962)
- Maggior numero di gol subiti: 78 (1929-1930)
- Minor numero di gol subiti: 39 (1956-1957)
- Il Padova detiene il record della vittoria in trasferta più larga in Serie A, appunto in Venezia-Padova 0-8[52].
Statistiche individuali
- 364 Aurelio Scagnellato
- 295 Pietro Sforzin
- 280 Emilio Da Re
- 270 Gastone Zanon
- 265 Damiano Longhi
- 261 Celestino Celio
- 241 Cristiano Cervato
- 240 Giorgio Barbolini
- 238 Ferdinando Ruffini
- 230 Elvio Matè
- 86 Giovanni Vecchina
- 58 Giovanni Monti
- 54 Antonio Busini
- 53 Franco Pezzato
- 50 Sergio Brighenti
- 50 Giuseppe Galderisi
- 49 Gastone Prendato
- 44 Gino Cappello
- 42 Italo Carminati
- 42 Giancarlo Vitali
Tifoseria
Storia
Il primo gruppo organizzato di tifosi al seguito del Padova nacque nel 1970 nacque per opera di Francesco Zambolin (a tutti i tifosi padovani noto come "Sivori"), il club "Magico Padova".[53] Successivamente venne costituito il primo gruppo ultras, i "Leoni della Nord".[53] In seguito vennero fondati gli "ACP 1910 - Ultras Padova", la "Juventude PD" ed il "Fronte Opposto", questi ultimi schierati politicamente ad estrema destra.
In passato sono esistiti molti altri gruppi, tra i quali lo storico gruppo degli "HAG - Hell's Angels Ghetto", che per vari motivi oggi non esistono più o si sono fusi dando vita ad altri gruppi.
Il Padova ha potuto vantare al seguito un gruppo composto esclusivamente da militanti donne, le "Galline Padovane".[54]
Gemellaggi e rivalità
I primi esempi di amicizia si hanno tra il 1977 e 1979 con il Vicenza quando militava in Serie A.[53] I tifosi del Padova (non ancora però effettivamente legati a qualche gruppo organizzato) si recavano allo Stadio Menti per assistere alle partite della massima serie in compagnia dei tifosi del Lanerossi Vicenza, con i quali avevano instaurato un buon rapporto d'amicizia.[53] Il 6 maggio 1979 però, in occasione di Vicenza-Juventus, alcuni tifosi del Padova, si unirono in curva ospiti, ai tifosi della Juventus.[53] I tifosi del Vicenza, per ripicca, la stagione successiva si presentarono all'Appiani a fianco dei tifosi del Venezia.[53]
Il 17 gennaio 1982 nacque il sodalizio tra i "Leoni della Nord" e i tifosi del Modena.[53] Questo rapporto, tuttavia, non resistette a lungo, poiché nel 1984 il Padova si gemellò con il Bologna, acerrimo rivale dei canarini. In risposta i modenesi si schierarono con i veneziani.[53]
In quegli stessi anni poi, alcuni ultras biancoscudati si recarono varie volte allo Stadio Bentegodi di Verona per assistere alle partite di Serie A dell'Hellas.[53] Ne nacque presto un'amicizia (tuttavia mai trasformatasi in gemellaggio ufficiale) favorita dall'odio sportivo verso il Vicenza e anche dal comune sentire politico di molti esponenti delle due curve, vicino a posizioni di estrema destra.[53] Il 31 dicembre 1984 tuttavia, in seguito ad un'amichevole giocatasi all'Appiani che vide i biancoscudati prevalere sugli scaligeri per 5-0, scoppiò una grossa rissa tra le due tifoserie, originata dai cori di scherno rivolti dai supporters biancoscudati ai tifosi veronesi.[53]
Nel 1984 in nome della comune rivalità con il Vicenza, i tifosi del Padova si gemellarono con il gruppo "Costa" del Bologna.[53] Sul finire degli anni '80 però, in entrambe le curve avvenne un notevole cambio generazionale.[53] Per questi motivi l'amicizia iniziò a scricchiolare sempre di più sino alla stagione 1991-1992, quando il sodalizio di comune accordo non venne più rinnovato.[53]
I tifosi del Palermo, sono gli unici gemellati con quelli del Padova; questo gemellaggio nasce nella stagione 1983-1984 ed ha resistito a tutti i ricambi generazionali delle due tifoserie.[55]
Tutto nacque nei primi anni '80, quando cinque tifosi della curva nord dell'Appiani si recarono in vacanza al mare, in Sicilia, dove conobbero alcuni ultras della squadra rosanero, membri dei "Commandos Aquile".[53] Memori di questo incontro estivo, in occasione di Padova-Palermo il 20 novembre 1983, le due tifoserie strinsero amicizia, un'amicizia che venne “ripescata” dai giovani di Piazza Cavour nella stagione 1991-1992, quando le due squadre tornarono ad affrontarsi dopo sette stagioni, durante le quali il rapporto si era un po' affievolito.[53] In quell'anno però, complice il ritorno del Palermo in Serie B, i tifosi del Padova ricominciarono a coltivare l'amicizia con i siciliani, accomunati dalle medesime posizioni politiche. L'8 dicembre 1991 nasce dunque ufficialmente, il secondo, vero gemellaggio della storia del Calcio Padova.[53]
Altri rapporti di amicizia non ufficiali ci sono poi con le tifoserie della Torres e del Varese. In passato ha avuto rapporti di amicizia con le tifoserie della Civitanovese (negli anni '70) e del Campobasso (negli anni '80).[55]
- Gemellaggi
- Rivalità
Organico
Rosa
Rosa e numerazione, tratte dal sito ufficiale del Padova,[59] sono aggiornate al 1º febbraio 2016.
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Staff tecnico
Dal sito web ufficiale della società.[60]
- Giuseppe Pillon - Allenatore
- Rino Lavezzini - Vice allenatore
- Adriano Zancopè - Allenatore dei portieri
- Giacomo Tafuro - Preparatore atletico
- Jacopo Pillon - Preparatore atletico
- Paolo Tassetto - Strength coach
Attività polisportiva
Polisportiva Associazione Fascista Calcio Padova
Nel 1930 Ferruccio Hellmann, presidente dell'Associazione Calcio Padova, cambia denominazione sociale in Associazione Fascista Calcio Padova. Proprio in questo periodo, il Padova divenne una società polisportiva, con squadre iscritte ai campionati nazionali di calcio, rugby a 15 e atletica. Allenatore della sezione rugby fu Renzo Maffioli mentre il responsabile della sezione fu Alessandro Pacchioni. La formazione di rugby vince la Coppa Federale nel 1933. Nella stagione 1933-1934 milita in massima serie. Con l'abbandono di Hellmann, la sezione rugby del Calcio Padova tramonta definitivamente nel 1935 dopo una seconda stagione in massima serie chiusa mestamente a 0 punti.[61]
Polisportiva Calcio Padova
Il 3 giugno 2015 dalla collaborazione tra Padova e S.S.D. Vertigo, nasce l'S.S.D. Calcio Padova C5.[62] Successivamente viene costituita anche una società di calcio femminile del Padova, ovvero il Calcio Padova Femminile, grazie alla collaborazione con il Zensky-Padova Femminile.[63]
Note
- ^ Scritta da Licia Oliosi e interpretata da Umberto Marcato, l'attuale versione che viene trasmessa allo Stadio Euganeo è una cover del gruppo punk padovano dei Mannaz.
- ^ a b c d e f Presentato nuovo organigramma societario e logo a Palazzo Moroni, su padovacalcio.it. URL consultato il 1º dicembre 2015.
- ^ a b c Ora è davvero ufficiale, torniamo a chiamarci CALCIO PADOVA, su biancoscudatipadova.com. URL consultato il 7 luglio 2015.
- ^ 1914 e 1915: i primi successi biancoscudati, in Padovasport.tv, 9 dicembre 2013. URL consultato il 22 marzo 2015.
- ^ 1922-1923: il Padova contende lo scudetto alle corazzate Genoa e Pro Vercelli, in Padovasport.tv, 27 gennaio 2014. URL consultato il 22 marzo 2015.
- ^ 1929-1930: il Padova retrocede nel primo campionato di Serie A a girone unico della storia del calcio italiano, in Padovasport.tv, 6 ottobre 2014. URL consultato il 22 marzo 2015.
- ^ Il Padova di Nereo Rocco: la leggenda del santo catenaccio, storiedicalcio.it
- ^ 1957-1958: la stagione dei record. Cronaca di un sogno tricolore tutto biancoscudato, in Padovasport.tv, 22 dicembre 2014. URL consultato il 22 marzo 2015.
- ^ 6 maggio 1959: Inghilterra-Italia 2-2. I biancoscudati Brighenti e Mariani scrivono la storia della Nazionale, in Padovasport.tv, 26 maggio 2014. URL consultato il 22 marzo 2015.
- ^ La Coppa dell'Amicizia 1961: unico successo internazionale biancoscudato, in Padovasport.tv, 9 febbraio 2015. URL consultato il 3 luglio 2015.
- ^ Coppa Rappan 1963, quando il Padova sfiorò il trionfo internazionale, in Padovasport.tv, 11 novembre 2013. URL consultato il 22 marzo 2015.
- ^ Il Milan conquista la Coppa Italia superando in finale il Padova: 1 a 0, in La Stampa, 15 giugno 1967, p. 8. URL consultato il 10 aprile 2011.
- ^ Lazzaro, p. 164
- ^ "Il cuore dei tifosi conta più della categoria": la promozione in Serie C1 della stagione '80-'81, in padovasport.tv, 27 ottobre 2014. URL consultato il 22 marzo 2015.
- ^ 1982-1983: il Padova di Bruno Giorgi torna in Serie B, in padovasport.tv, 29 dicembre 2014. URL consultato il 22 marzo 2015.
- ^ L'emozionante epilogo della stagione '90-'91, quando il Padova sfiorò la Serie A, in padovasport.tv, 7 aprile 2014. URL consultato il 7 aprile 2014.
- ^ Padova e Ascoli tutti scontenti (PDF), in L'Unità, 11 giugno 1993, p. 22. URL consultato il 17 maggio 2014.
- ^ Enzo Sasso, Il Padova sale sull'ultimo treno: i veneti rimontano e battono il Cesena, in Corriere della Sera, 16 giugno 1994, p. 42. URL consultato il 10 aprile 2011 (archiviato dall'url originale).
- ^ Fabio Vergnano, La Juve si dimentica di essere Juve, in La Stampa, 24 aprile 1995, p. 31. URL consultato il 10 aprile 2011.
- ^ 1998-1999: quella fatale sostituzione che fece precipitare il Padova in Serie C2, in padovasport.tv, 23 febbraio 2015. URL consultato il 21 maggio 2015.
- ^ Carlo Sabatini torna a sedere sulla panchina del Padova, in padovacalcio.it, 22 febbraio 2009. URL consultato il 10 aprile 2011.
- ^ Un'impresa leggendaria, fuori casa e in dieci Totò schianta i bustocchi, in Il Mattino di Padova, 22 giugno 2009. URL consultato il 6 settembre 2012.
- ^ Carlo Sabatini non è più l'allenatore del Calcio Padova, in padovacalcio.it, 8 febbraio 2010. URL consultato il 10 aprile 2011.
- ^ Di Costanzo è il nuovo allenatore del Calcio Padova, in padovacalcio.it, 9 febbraio 2010. URL consultato il 10 aprile 2011.
- ^ Triestina-Padova 0-3: incubo alabardato, i patavini restano in Serie B!, in goal.com, 12 giugno 2010.
- ^ Padova calcio via al nuovo corso: addio Foschi, arriva Salvatori, in PadovaOggi, 7 giugno 2012.
- ^ Nuovo corso a Padova: è ufficialmente Fulvio Pea, ex-Sassuolo, il nuovo allenatore, in goal.com, 10 giugno 2012.
- ^ Provvedimenti della Corte di Giustizia Federale del 6 luglio 2012, a pag. 9 del documento PDF sul sito della FIGC
- ^ Sollevato dall'incarico mister Franco Colomba, da domani panchina affidata a Fulvio Pea, padovacalcio.it, 20 marzo 2013.
- ^ "Comunicato Ufficiale: sollevato dall'incarico Dario Marcolin, guida tecnica affidata a Bortolo Mutti", su padovacalcio.it, 28 agosto 2013. URL consultato il 28 agosto 2013.
- ^ "Comunicato Ufficiale", su padovacalcio.it, 15 gennaio 2014. URL consultato il 15 gennaio 2014.
- ^ "Cestaro esce di scena: 'Un abbraccio ai tifosi'", su tgbiancoscudato.it, 31 dicembre 2013. URL consultato il 2 gennaio 2014.
- ^ Interrotto il rapporto di collaborazione con mister Mutti, su padovacalcio.it, 2 febbraio 2014. URL consultato il 2 febbraio 2014.
- ^ Michele Serena è il nuovo allenatore del Calcio Padova, su padovacalcio.it, 2 febbraio 2014. URL consultato il 2 febbraio 2014.
- ^ Padova in Lega Pro, su mattinopadova.gelocal.it, 25 maggio 2014. URL consultato il 26 maggio 2014.
- ^ Lega Pro: Consiglio direttivo, su lega-pro.com, 1º luglio 2014. URL consultato il 3 luglio 2014.
- ^ Lega Pro: Consiglio direttivo, su padovacalcio.it, lega-pro.com, 15 luglio 2014. URL consultato il 15 luglio 2014.
- ^ COMUNICATO UFFICIALE DEL PRESIDENTE DIEGO PENOCCHIO, su padovacalcio.it, 22 luglio 2014. URL consultato il 9 agosto 2014.
- ^ Avv. Chiacchio: "Non solo l'ACP1910 ha fatto richiesta di ammissione alla D, ma è arrivata anche la risposta. Padova caso clamoroso, poteva essere in B", su padovasport.tv, 6 agosto 2014. URL consultato il 9 agosto 2014.
- ^ Lega Pro Padova, esonerato l'allenatore Parlato, su tuttosport.com, Tuttosport, 29 novembre 2015. URL consultato il 10 dicembre 2015.
- ^ Almanacco illustrato del calcio 1968 pag. 217.
- ^ Almanacco illustrato del calcio 1978 pag. 291.
- ^ Avv. Chiacchio: "Non solo l'ACP1910 ha fatto richiesta di ammissione alla D, ma è arrivata anche la risposta. Padova caso clamoroso, poteva essere in B", su padovasport.tv, 6 agosto 2014. URL consultato il 9 agosto 2014.
- ^ Definito il cambio di ragione sociale in Biancoscudati Padova Spa, su biancoscudatipadova.com, 5 giugno 2015. URL consultato il 2 luglio 2015.
- ^ È finito l'anno del Centenario, ecco il logo rinnovato, in padovacalcio.it, 1º luglio 2010. URL consultato il 10 aprile 2011.
- ^ Nuovo logo, tifosi divisi: vota il nostro sondaggio, in tgpadova.it, 6 luglio 2010. URL consultato il 10 aprile 2011.
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Bibliografia
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- Fantino Cocco, 77 volte Padova, 1910-1987, Edizioni Pragmark, Padova 1987.
- Lino Cascioli, Storia fotografica del calcio italiano, Edizioni Newton, 1982
- Angelo Gardellin, Documenti storici sul gioco del calcio dalle origini all'antichità al Medio evo ai 50 anni di vita dell'A.C. Padova 1910-1960, Tipografia STEDIV, 1960
- Gianadolfo Trivellato, Guida del calcio padovano nuovo almanacco del calcio veneto 1, 1986
- Fantino Cocco e Paolo Donà, Quartostadio il Calcio Padova giorno dopo giorno, Eurograf, 1992
- Calcio Padova 1910 - 2010, a cura di Toni Grossi, 2009, Finegil editoriale.
- Biancoscudo, cent'anni di Calcio Padova, a cura di Massimo Candotti e Carlo Della Mea (contributi di Paolo Donà, Gabriele Fusar Poli, Andrea Pistore, Marco Lorenzi e Massimo Zilio), EditVallardi 2009.
Voci correlate
Altri progetti
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Collegamenti esterni
- Sito ufficiale, su padovacalcio.it.
- Calcio Padova Museum, su 100anni.padovacalcio.it.
- (DE, EN, IT) Calcio Padova, su Transfermarkt.it, Transfermarkt GmbH & Co. KG.
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