Cadro è un quartiere di 2 678 abitanti del comune svizzero di Lugano, nel Canton Ticino (distretto di Lugano).

Cadro
quartiere
Cadro – Stemma
Cadro – Veduta
Cadro – Veduta
Localizzazione
StatoSvizzera (bandiera) Svizzera
Cantone Ticino
DistrettoLugano
Comune Lugano
Territorio
Coordinate46°02′46″N 8°59′12″E
Altitudine475 m s.l.m.
Superficie4,56 km²
Abitanti2 678 (2019)
Densità587,28 ab./km²
Altre informazioni
Cod. postale6965
Prefisso091
Fuso orarioUTC+1
Codice OFS5163
TargaTI
Cartografia
Mappa di localizzazione: Svizzera
Cadro
Cadro
Cadro – Mappa
Cadro – Mappa
Localizzazione del quartiere di Cadro nel territorio comunale di Lugano
Sito istituzionale

Geografia fisica

Il quartiere di Cadro occupa il versante occidentale del Monte Boglia e il fondovalle del medio corso del fiume Cassarate, nella parte nord-orientale del territorio comunale di Lugano. L'altitudine varia dai circa 330 m s.l.m. del fondovalle fino a oltre 600 m sui pendii boscati ai piedi del Boglia; la superficie è pari a circa 4,45 km², con un territorio composto da nucleo storico compatto, aree residenziali recenti e ampi tratti di bosco ceduo e castagneti che risalgono i versanti verso l'Alpe Bolla.[1]

Il paesaggio è segnato dall'incisione valliva del Cassarate e da una fitta rete di riali laterali stagionali che scendono dal Boglia e dalla balconata di Brè-Aldesago, generando conoidi e terrazzi alluvionali utilizzati storicamente per prati e coltivi. Il nucleo si sviluppa su un lieve terrazzo morfologico sopra l'alveo attuale, con tessuto edilizio in pietra a corti, portici e vicoli stretti, affiancato da espansioni residenziali novecentesche verso la piana di Pregassona e lungo l'asse viario per Valcolla.[2]

La posizione alle falde del Boglia conferisce al quartiere un microclima leggermente più fresco rispetto al centro lacustre, con inversioni termiche invernali nel fondovalle e buona ventilazione estiva lungo i versanti. La copertura forestale continua del pendio, interrotta da radure e antichi terrazzamenti, svolge un ruolo di protezione idrogeologica e di corridoio ecologico fra il massiccio del Boglia, i Denti della Vecchia e la conca del Ceresio. Sentieri segnalati collegano il nucleo con l'Alpe Bolla e le creste del Boglia, costituendo l'accesso più diretto alle dorsali di confine fra Ticino e Lombardia.[3]

Sotto il profilo amministrativo e infrastrutturale, Cadro è connesso al resto della città dall'asse di valle del Cassarate e dalla rete dei Trasporti Pubblici Luganesi; il limite territoriale verso nord e nord-est risale la linea di cresta del Boglia, mentre a sud-ovest il confine segue per tratti l'alveo del Cassarate in direzione di Viganello e Pregassona. La struttura insediativa a ventaglio sul versante e sul piede di pendio riflette l'adattamento storico agli spazi morfologicamente più favorevoli e alla disponibilità idrica garantita da sorgenti e rogge di versante.[4]

Storia

Cadro è citato per la prima volta in epoca longobarda. Prima del 1599, Cadro dipendeva dalla parrocchia di Sonvico. Nel 1911 la ferrovia Lugano-Cadro-Dino rese più facili e rapidi i collegati con il centro della città, rafforzando i legami con Lugano[5].

 
Il territorio del comune di Cadro prima degli accorpamenti comunali del 2013

Già comune autonomo, dal quale nel 1801 furono scorporate le frazioni unite di Davesco-Soragno, divenute anch'esse comune autonomo[5], e che si estendeva per 4,45 km², il 14 aprile 2013 è stato incorporato a Lugano assieme agli altri comuni soppressi di Bogno, Carona, Certara, Cimadera, Sonvico e Valcolla.[6] L'incorporazione è stata decisa con votazione popolare nel 2012.[7][8]

Simboli

Lo stemma dell'ex comune di Cadro, adottato nel 1953, è blasonato come segue: d'azzurro, al castello d'argento aperto e finestrato di nero, fondato su un monte di verde e sormontato da una croce latina d'oro.

La torre rappresenta un presidio medievale ricordato dalla tradizione locale; il monte verde richiama la collocazione geografica ai piedi del Monte Boglia, mentre la croce dorata allude alla tradizione cristiana e ai legami storici con la diocesi di Como. I colori araldici, azzurro e argento, sono frequentemente associati agli emblemi dei centri dell'area luganese.[9][10][11]

Monumenti e luoghi d'interesse

Società

Evoluzione demografica

L'evoluzione demografica è riportata nella seguente tabella[5]:

Abitanti censiti[15]

Infrastrutture e trasporti

  Lo stesso argomento in dettaglio: Stazione di Cadro.

Il quartiere fu servito dalla ferrovia Lugano-Cadro-Dino fino agli anni 70, ad oggi gode di collegamenti tramite bus forniti dalle Autolinee Regionali Luganesi (ARL).

Amministrazione

Ogni famiglia originaria del luogo fa parte del cosiddetto comune patriziale e ha la responsabilità della manutenzione di ogni bene ricadente all'interno dei confini del quartiere. L'ufficio patriziale, rieletto il 26 aprile 2009, è presieduto da Tiziano Frigerio. Il patriziato Ferré era una vecchia comunanza sciolta con rogito del 2 aprile 1835.[16][17]

Sport

A Cadro lo skater-hockey è praticato presso il Centro Cadro Panoramica, dotato di pista e infrastrutture per il pattinaggio in linea e per le discipline affini; l'impianto ospita regolarmente allenamenti e tornei a carattere regionale, in particolare nel periodo di avvio della stagione primaverile.[18][19]

Note

  1. ^ Cadro – voce del Dizionario storico della Svizzera, su hls-dhs-dss.ch. URL consultato il 13 ottobre 2025.
  2. ^ Cadro – profilo storico e territoriale, su Patrimonio culturale della Città di Lugano. URL consultato il 13 ottobre 2025.
  3. ^ map.geo.admin.ch – cartografia federale: orografia, idrografia e rete sentieristica nell'area Cadro–Monte Boglia, su Ufficio federale di topografia swisstopo. URL consultato il 13 ottobre 2025.
  4. ^ Quartiere di Cadro – profilo e servizi, su lugano.ch. URL consultato il 13 ottobre 2025.
  5. ^ a b c d Antonio Gili, Cadro, in Dizionario storico della Svizzera, 17 gennaio 2017. URL consultato il 22 ottobre 2017.
  6. ^ Notifiche di mutazioni, su agvchapp.bfs.admin.ch. URL consultato l'8 agosto 2025.
  7. ^ Aggregazioni 2004–2008–2013: verso una città di quartieri, su lugano.ch. URL consultato l'11 ottobre 2025 (archiviato dall'url originale il 16 marzo 2016).
  8. ^ Luciano Vaccaro, Storia del Canton Ticino, Locarno, Armando Dadò Editore, 2000, p. 412.
  9. ^ Gastone Cambin, Armoriale dei Comuni ticinesi, Lugano, Istituto Araldico e Genealogico di Lugano, 1956, p. 68.
  10. ^ Cadro – Storia e simboli, su Città di Lugano. URL consultato il 14 ottobre 2025 (archiviato dall'url originale il 1º febbraio 2024).
  11. ^ Divisione della Cultura e degli Archivi del Cantone Ticino, Inventario degli stemmi comunali ticinesi, Repubblica e Cantone Ticino, Bellinzona, 2014.
  12. ^ Cadro – Luoghi di culto, su sito istituzionale del comune di Lugano, 20 settembre 2016. URL consultato il 22 ottobre 2017 (archiviato dall'url originale il 22 ottobre 2017).
  13. ^ Oratorio di San Rocco – scheda storica e artistica, su Patrimonio culturale della Città di Lugano. URL consultato l'11 ottobre 2025.
  14. ^ Virgilio Chiesa, Storia di Lugano, Lugano, Società dei Commercianti di Lugano, 1975, p. 241.
  15. ^ Dizionario storico della Svizzera, Ufficio cantonale di statistica di Bellinzona
  16. ^ Elenco ufficiale dei patriziati del Canton Ticino, su Repubblica e Cantone Ticino – Dipartimento delle istituzioni. URL consultato l'11 ottobre 2025.
  17. ^ Luciano Vaccaro, Storia del Canton Ticino, Locarno, Armando Dadò Editore, 2000, p. 297.
  18. ^ Centro Cadro Panoramica – Sport e tempo libero, su cadro-panoramica.ch. URL consultato il 12 ottobre 2025.
  19. ^ Federazione Svizzera Inline Hockey – informazioni su campionati e calendario, su fsih.ch. URL consultato il 12 ottobre 2025.

Bibliografia

  • Luciano Moroni Stampa (a cura di), Codex paleographicus Helvetiae subalpinae, riproduzione e trascrizione diplomatica delle carte anteriori all'anno MC pertinenti alla storia delle terre costituenti la Svizzera italiana, Lugano 1951/1958.
  • Virgilio Gilardoni, Il Romanico. Catalogo dei monumenti nella Repubblica e Cantone del Ticino, La Vesconta, Casagrande S.A., Bellinzona 1967, 93, 252-253.
  • Bernhard Anderes, Guida d'Arte della Svizzera Italiana, Edizioni Trelingue, Porza-Lugano 1980, 275-276.
  • Ilario Borelli, Cadro con Stampa e Dassone "comuni" scomparsi, Tipografia Gaggini-Bizzozero SA, Lugano 1987.
  • Emilio Motta, Effemeridi ticinesi, ristampa, Edizioni Metà Luna, Giubiasco 1991.
  • Flavio Maggi, Patriziati e patrizi ticinesi, Pramo Edizioni, Viganello 1997.
  • AA. VV., Guida d'arte della Svizzera italiana, Edizioni Casagrande, Bellinzona 2007, 326-327.

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Collegamenti esterni

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