Val Colla
La Val Colla è una valle e quartiere del comune svizzero di Lugano, nel Canton Ticino (distretto di Lugano).
Val Colla quartiere | |
---|---|
![]() | |
Localizzazione | |
Stato | ![]() |
Cantone | ![]() |
Distretto | Lugano |
Comune | ![]() |
Territorio | |
Coordinate | 46°05′35″N 9°03′00″E |
Altitudine | 700 - 2'116 m s.l.m. |
Superficie | 21,75 km² |
Abitanti | 1 373 (2016) |
Densità | 63,13 ab./km² |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 6951 e 6959 |
Fuso orario | UTC+1 |
Cartografia | |
![]() | |
Geografia fisica
modificaIl quartiere della Val Colla è situato nella parte nord-orientale della città di Lugano e rappresenta una delle aree più estese, elevate e naturalisticamente ricche del territorio comunale. Con una superficie di circa 21,7 km² e una popolazione di poco superiore ai 1.200 abitanti, la Val Colla occupa l'intero bacino superiore del fiume Cassarate, delimitato a nord dal Monte Gazzirola (2.116 m s.l.m.) e a sud dal Monte Caval Drossa (1.634 m). Si estende fino al confine italo-svizzero, dove si trova il Passo di San Lucio, importante valico alpino che collega la valle con la Val Rezzo in Lombardia.[1]
Il paesaggio della Val Colla è dominato da un ambiente alpino e prealpino di notevole valore ecologico. La valle è attraversata da una fitta rete di corsi d’acqua che alimentano il Cassarate e ospita numerose sorgenti e torbiere di alta quota. Le aree forestali coprono oltre i due terzi del territorio e sono costituite principalmente da faggete, betuleti e boschi misti di abete e larice. Al di sopra dei 1.500 metri si trovano ampi pascoli d’alpe, un tempo utilizzati per la transumanza stagionale e oggi in parte recuperati per la produzione di formaggi d’alpe.[2]
Dal punto di vista geologico, la valle appartiene al settore sudalpino delle Prealpi Luganesi e presenta affioramenti di dolomia, calcari compatti e marne, alternati a depositi glaciali e morenici di origine quaternaria. Queste formazioni testimoniano la modellazione del paesaggio da parte dei ghiacciai del Cassarate, attivi fino a circa 15.000 anni fa. La Val Colla è oggi riconosciuta come un’area di interesse geomorfologico e naturalistico cantonale, inserita nella rete di protezione dei paesaggi naturali del Canton Ticino.[3]
La valle è popolata da una ricca fauna alpina: nei boschi vivono cervi, caprioli, cinghiali, volpi e tassi, mentre le zone di alta quota ospitano camosci, marmotte e una varietà di rapaci come l’aquila reale e il gipeto. Particolarmente interessante è la presenza di anfibi e rettili protetti, tra cui la salamandra pezzata e il ramarro occidentale. La varietà floristica comprende oltre 700 specie censite, tra cui orchidee spontanee e piante rare come la pinguicola alpina e la genziana blu.[4]
Il tessuto insediativo del quartiere è formato da piccoli nuclei rurali – Bogno, Certara, Cimadera, Colla, Insone, Piandera, Scareglia e Signôra – che sorgono lungo i versanti della valle o su terrazze panoramiche. Questi villaggi, sorti nel Medioevo come comunità agricole e pastorali, mantengono ancora oggi una forte identità territoriale e linguistica. La tradizionale architettura in pietra, con tetti in piode e portali scolpiti, è affiancata da edifici restaurati e abitazioni di villeggiatura, segno di un rinnovato interesse per la valle da parte del turismo escursionistico e residenziale.[5]
La Val Colla offre un'estesa rete di sentieri escursionistici che collegano i vari villaggi e conducono alle cime circostanti, come il Monte Bar, il Monte Boglia e il Monte Gazzirola. Il percorso più noto è quello che conduce al Passo di San Lucio, dove sorge la Chiesa di San Lucio del XVI secolo, tradizionale meta di pellegrinaggi da entrambe le valli. Ogni anno vi si tiene la celebrazione della "Festa di San Lucio", durante la quale allevatori e pastori italiani e ticinesi si incontrano per rinnovare l’antico voto di fratellanza alpina.[6]
Dal punto di vista ecologico e turistico, la Val Colla rappresenta oggi un importante corridoio naturale e culturale per il territorio luganese. I suoi paesaggi protetti, la biodiversità e la rete di rifugi alpini come la Capanna Pairolo e la Capanna Monte Bar la rendono una delle mete escursionistiche più apprezzate del Canton Ticino.[7]
Storia
modificaLa Val Colla, oggi quartiere della Città di Lugano, occupa l'alta valle del Cassarate, tra i versanti del Monte Bar e del Monte Boglia, fino al confine con l'Italia. La presenza umana nel territorio è attestata fin dal Medioevo, con piccoli nuclei agricoli dediti all'allevamento, alla pastorizia e alla coltivazione dei castagneti. L'area fece parte del baliaggio di Lugano sotto la Confederazione svizzera dal XVI secolo fino al 1798, mantenendo una struttura comunitaria basata su vicinanze e consorterie rurali.[8][9]
Nel XIX secolo la valle contava numerosi comuni autonomi, tra cui Colla, Insone, Piandera, Scareglia, Signôra, Cimadera, Certara e Bogno. L'economia, ancora basata sull'agricoltura di montagna, era integrata dall'emigrazione stagionale verso la Lombardia, la Francia e l'America Latina, fenomeno che contribuì al progressivo spopolamento dei villaggi.[10]
Nel 1956 il Cantone Ticino promosse una prima riorganizzazione amministrativa, fondendo i comuni di Colla, Insone, Curtina, Cozzo, Piandera, Scareglia e Signôra nel nuovo Comune di Valcolla, con sede a Colla. L'aggregazione mirava a garantire una migliore gestione delle risorse e dei servizi pubblici, mantenendo tuttavia un forte radicamento territoriale. Bogno, Cimadera e Certara rimasero autonomi fino al 2013.[11]
Il 20 novembre 2011 la popolazione locale approvò in votazione popolare la fusione con Lugano, poi ratificata dal Consiglio di Stato e divenuta effettiva il 14 aprile 2013. In quella data i comuni di Valcolla, Bogno, Cimadera e Certara furono integrati nella Città di Lugano, formando l'attuale quartiere di Val Colla.[12][13]
Dopo l'aggregazione, la valle è divenuta una delle aree di maggiore estensione territoriale del Comune di Lugano, con un paesaggio prevalentemente montano, boschi di castagno e una rete di insediamenti diffusi. Il quartiere conserva una forte identità rurale e un patrimonio culturale legato all'architettura in pietra, alle cappelle votive e agli antichi alpeggi. Oggi la Val Colla è valorizzata per il suo ruolo naturalistico e turistico, con numerosi itinerari escursionistici verso il Monte Bar, il Passo San Lucio e il Monte Gazzirola.[14][15]
Simboli
modificaLo stemma del soppresso Comune di Valcolla, approvato nel 1957, è blasonato come d'azzurro, alla fascia ondata d'argento, accompagnata in capo da tre stelle d'oro ordinate in fascia e in punta da un monte di tre cime di verde. La fascia ondata rappresenta il fiume Cassarate, che percorre l'intera valle, mentre le tre stelle simboleggiano i principali villaggi storici di Colla, Scareglia e Piandera. Il monte tripartito evoca l'ambiente alpestre e la conformazione geografica del territorio.
Dopo l'aggregazione del 2013, lo stemma non ha più valore ufficiale, ma continua a essere utilizzato come simbolo identitario e storico del quartiere. Gli emblemi dei comuni antecedenti alla fusione – Colla, Bogno, Certara, Cimadera e altri – sono conservati e documentati presso l'Archivio di Stato del Cantone Ticino e negli archivi comunali della Città di Lugano.[16][17]
Monumenti e luoghi d'interesse
modificaArchitetture religiose
modifica- Chiesa parrocchiale di San Pietro a Colla, attestata nel XIII secolo e ampliata nel XVII secolo, con affreschi rinascimentali e decorazioni barocche. Il campanile, in stile romanico lombardo, è tra i più antichi del distretto di Lugano.[18][19]
- Chiesa di Sant’Ambrogio a Bogno, citata nel XV secolo, con decorazioni tardo-barocche e altari lignei dorati del XVIII secolo.[20]
- Chiesa di San Giovanni Battista a Scareglia, costruita nel XV secolo e ristrutturata nel XVIII secolo, con affreschi di scuola lombarda.[21]
- Oratorio di San Bernardino a Piandera, risalente al XVII secolo, posto su un’altura panoramica lungo l’antico sentiero di collegamento tra Certara e Insone.[22]
Architetture civili e rurali
modifica- Nuclei storici dei villaggi della Val Colla, tra cui Bogno, Certara, Cimadera, Piandera e Insone, caratterizzati da edifici in pietra locale, portali scolpiti e tetti in piode; rappresentano esempi ben conservati di architettura alpina tradizionale ticinese.[23]
- Antichi torchi comunitari e lavatoi in pietra, risalenti tra Settecento e Ottocento, restaurati tra il 1998 e il 2010 nell’ambito dei programmi di tutela del patrimonio etnografico locale.[24]
- Mulini di Scareglia e Signôra, oggi non più attivi, documentati dal XVII secolo e alimentati dalle acque del torrente Cassinella.[25]
Architetture militari e storiche
modifica- Resti della torre medievale di Signôra, datata al XIII secolo, antica postazione di controllo del passo tra la Val Colla e la Val Cavargna.[26]
- Percorso delle fortificazioni di confine della Prima guerra mondiale, costruite tra il 1914 e il 1918 lungo i crinali della Cima di Fojorina e del Monte Bar, visitabili attraverso itinerari segnalati.[27]
Aree naturali
modifica- Monte Bar, una delle principali mete escursionistiche del Canton Ticino, alto 1.816 m s.l.m., con rifugio alpino e rete di sentieri che collegano Cimadera, Corticiasca e Bidogno.[28]
- Passo di San Lucio, valico alpino a 1.541 m s.l.m., sede dell’Oratorio di San Lucio e di un rifugio escursionistico; offre un punto panoramico tra Canton Ticino e Provincia di Como.[29]
- Riserva forestale del Monte Bar e della Val Colla, area protetta dal 2008, che tutela oltre 600 ettari di boschi, alpeggi e torbiere di alta quota, con flora e fauna tipiche dell’arco alpino meridionale.[30]
Società
modificaEvoluzione demografica
modificaL'evoluzione demografica è riportata nella seguente tabella[5]:
Abitanti censiti[31]

Lingue e dialetti
modificaIn tutta la valle si parla prevalentemente il dialetto ticinese e la lingua ufficiale è l'italiano. Un tempo i magnani della valle avevano sviluppato un proprio gergo, il rügin[5], basato grammaticalmente sul locale dialetto ma con dei termini incomprensibili per chi non era del posto (per esempio ra rebáiza significava "la polenta"). L'esprimersi in questo gergo permetteva loro di custodire e trasmettere i segreti dell'attività solo ai propri concittadini. Nel passato il magnano era la principale attività degli abitanti della valle e i magnani della Val Colla si spostavano in tutto il Nord Italia per svolgere la loro attività di ramai, stagnini e riparatori di pentole[5].
Cultura
modificaL'Archivio audiovisivo di Capriasca e Val Colla, che ha sede a Roveredo, conserva immagini e filmati della zona.
Economia
modificaLa popolazione è composta in gran parte lavoratori pendolari verso il centro della città; in loco ci sono attività legate all'allevamento del bestiame.[5]
Amministrazione
modificaOgni famiglia originaria del luogo fa parte del cosiddetto comune patriziale e ha la responsabilità della manutenzione di ogni bene ricadente all'interno dei confini del quartiere. L'ufficio patriziale, rieletto il 26 aprile 2009, è presieduto da Joseph Moresi.
L'antica comunanza Corticiasca-Valcolla è confluita nella comunanza Capriasca-Lugano dal 14 aprile 2013.
Sport
modificaNel quartiere è attiva una squadra amatoriale di unihockey ed è possibile praticare sci di fondo, mountain bike ed escursionismo.
Note
modifica- ^ Quartiere di Val Colla – profilo territoriale e storico, su lugano.ch. URL consultato il 19 ottobre 2025.
- ^ Paolo Crivelli, Il paesaggio del Ceresio e delle sue valli, Bellinzona, Casagrande, 2001, p. 142.
- ^ Inventario dei paesaggi naturali e delle foreste del Canton Ticino, su ti.ch. URL consultato il 19 ottobre 2025.
- ^ Giovanni Bernasconi, Flora e fauna del Luganese, Lugano, Edizioni Museo cantonale di storia naturale, 1998, p. 201.
- ^ a b c d e Maurizio Cattaneo, Alberto Gandolla, Valcolla, in Dizionario storico della Svizzera, 18 gennaio 2017. URL consultato il 27 ottobre 2017.
- ^ Festa di San Lucio – evento tradizionale della Val Colla, su ticino.ch. URL consultato il 19 ottobre 2025.
- ^ Val Colla – contesto territoriale e culturale, su Patrimonio culturale della Città di Lugano. URL consultato il 19 ottobre 2025.
- ^ Virgilio Chiesa, Storia di Lugano, Lugano, Società dei Commercianti di Lugano, 1975, pp. 220-225.
- ^ Colla – Dizionario storico della Svizzera, su hls-dhs-dss.ch. URL consultato il 12 ottobre 2025.
- ^ Gianfranco Bianchi, Il Ticino contemporaneo. Economia, società, istituzioni, Bellinzona, Casagrande, 2003, pp. 148-150.
- ^ Profilo comunale di Valcolla (stato 2013) (PDF), su Ufficio di statistica del Cantone Ticino. URL consultato il 12 ottobre 2025.
- ^ Consultazioni popolari del 20.11.2011 – Risultati delle aggregazioni comunali, su Cantone Ticino, Sezione enti locali. URL consultato il 12 ottobre 2025.
- ^ Bollettino ufficiale del Cantone Ticino n. 14/2013 – Decreti esecutivi di aggregazione al Comune di Lugano (PDF), su Cantone Ticino. URL consultato il 12 ottobre 2025.
- ^ Val Colla – storia e territorio, su Città di Lugano. URL consultato il 12 ottobre 2025.
- ^ Rete escursionistica cantonale – itinerari nel Luganese e in Val Colla, su Cantone Ticino. URL consultato il 12 ottobre 2025.
- ^ Gastone Cambin, Armoriale dei Comuni ticinesi, Lugano, Istituto Araldico e Genealogico di Lugano, 1953.
- ^ Inventario dei beni culturali comunali del Canton Ticino, su ti.ch. URL consultato il 12 ottobre 2025.
- ^ Antonio Gili, Colla, in Dizionario storico della Svizzera, 17 gennaio 2017. URL consultato il 12 ottobre 2025.
- ^ Chiesa di San Pietro – scheda storico-artistica, su Patrimonio culturale della Città di Lugano. URL consultato il 12 ottobre 2025.
- ^ Val Colla – Luoghi di culto, su Città di Lugano. URL consultato il 12 ottobre 2025 (archiviato dall'url originale il 1º marzo 2024).
- ^ Ufficio dei beni culturali del Canton Ticino, Inventario dei beni religiosi minori del Luganese, Bellinzona, Repubblica e Cantone Ticino, 2019.
- ^ Sentiero della Val Colla – itinerari e patrimonio religioso, su Lugano Region. URL consultato il 12 ottobre 2025.
- ^ Divisione Cultura della Città di Lugano, Inventario del patrimonio edilizio e artistico dei quartieri di Lugano, Lugano, Città di Lugano, 2021.
- ^ Val Colla – patrimonio etnografico e rurale, su Patrimonio culturale della Città di Lugano. URL consultato il 12 ottobre 2025.
- ^ Ecomuseo della Val Colla, I mulini della Val Colla, Lugano, Comune di Lugano, 2015.
- ^ La torre di Signôra – itinerario storico, su Lugano Region. URL consultato il 12 ottobre 2025.
- ^ Repubblica e Cantone Ticino – Dipartimento del Territorio, Le fortificazioni storiche della Val Colla, Bellinzona, Ufficio della natura e del paesaggio, 2020.
- ^ Monte Bar – escursioni e rifugio alpino, su Lugano Region. URL consultato il 12 ottobre 2025.
- ^ Oratorio di San Lucio – scheda storico-artistica, su Patrimonio culturale della Città di Lugano. URL consultato il 12 ottobre 2025.
- ^ Repubblica e Cantone Ticino – Ufficio della Natura e del Paesaggio, Riserva forestale del Monte Bar – Piano di gestione, Bellinzona, Dipartimento del Territorio, 2022.
- ^ Dizionario storico della Svizzera
Bibliografia
modifica- Virgilio Gilardoni, Il Romanico. Catalogo dei monumenti nella Repubblica e Cantone del Ticino, La Vesconta, Casagrande S.A., Bellinzona 1967, 579.
- Bernhard Anderes, Guida d'Arte della Svizzera Italiana, Edizioni Trelingue, Porza-Lugano 1980, 296-297.
- AA.VV., Guida d'arte della Svizzera italiana, Edizioni Casagrande, Bellinzona 2007, 382-383.
Altri progetti
modifica- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Val Colla
Collegamenti esterni
modifica- Val Colla, su sito istituzionale del comune di Lugano. URL consultato il 27 ottobre 2017.
- Maurizio Cattaneo, Alberto Gandolla, Valcolla, in Dizionario storico della Svizzera, 18 gennaio 2017. URL consultato il 27 ottobre 2017.
- Archivio audiovisivo di Capriasca e Val Colla, su acvc.ch. URL consultato il 27 ottobre 2017.