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A.C. Milan
Calcio
Badge of Honour UEFA
File:Milanstemma.png
i Rossoneri, il Diavolo, i Casciavìt ("i Cacciaviti", in milanese)[1][2]
Segni distintivi
Uniformi di gara
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Pantaloncini
Calzettoni
Casa
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Pantaloncini
Calzettoni
Trasferta
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Pantaloncini
Calzettoni
Terza divisa
Colori sociali Rosso - Nero
SimboliDiavolo
InnoMilan, Milan!
Tony Renis
Dati societari
CittàFile:Milano-Stemma.png Milano
NazioneItalia (bandiera) Italia
ConfederazioneUEFA
Federazione FIGC
CampionatoSerie A
Fondazione1899
PresidenteCarica vacante[3][4]
AllenatoreBrasile (bandiera) Leonardo
StadioGiuseppe Meazza (San Siro)
(80.074[5] posti)
Sito webwww.acmilan.com
Palmarès
10 scudettiScudettoScudettoScudettoScudettoScudettoScudettoScudetto Coppa ItaliaCoppa ItaliaCoppa ItaliaCoppa ItaliaCoppa Italia Supercoppa italianaSupercoppa italianaSupercoppa italianaSupercoppa italianaSupercoppa italiana Coppa dei CampioniCoppa dei CampioniCoppa dei CampioniCoppa dei CampioniCoppa dei CampioniCoppa dei CampioniCoppa dei Campioni Coppa delle CoppeCoppa delle Coppe Supercoppa europeaSupercoppa europeaSupercoppa europeaSupercoppa europeaSupercoppa europea
Scudetti17
Trofei nazionali5 Coppe Italia
5 Supercoppe italiane
Trofei internazionali7 Coppe dei Campioni/Champions League
2 Coppe delle Coppe
5 Supercoppe UEFA
3 Coppe Intercontinentali
Si invita a seguire il modello di voce
«Saremo una squadra di diavoli. I nostri colori saranno il rosso come il fuoco e il nero come la paura che incuteremo agli avversari![6]»

L'Associazione Calcio Milan S.p.A., nota semplicemente come Milan,[7] è una società calcistica di Milano, dove fu fondata il 16 dicembre 1899. Attualmente milita nella Serie A del campionato italiano di calcio e figura al quinto posto (prima italiana) della graduatoria continentale dell'UEFA, stilata sulla base dei risultati ottenuti nelle coppe europee nell'ultimo quinquennio.[8]

È la prima squadra al mondo per numero di titoli internazionali conquistati (18, a pari merito con il Boca Juniors),[9] tra cui 4 Coppe Intercontinentali/Coppe del Mondo per club (primato mondiale), 5 Supercoppe europee (primato europeo), 7 Coppe dei Campioni/Champions League, 2 Coppe delle Coppe (entrambi primati italiani).[10]

Se in ambito internazionale è la squadra italiana con più successi e la prima ad aver vinto la Coppa dei Campioni (nel 1962-1963), in ambito italiano il Milan è il secondo club più titolato dopo la Juventus, avendo vinto 17 scudetti, 5 Coppe Italia e 5 Supercoppe italiane (quest'ultimo record italiano). Nella sua storia è retrocesso due volte in Serie B, nel 1980 e nel 1982. La prima retrocessione fu decretata dalla giustizia sportiva per lo scandalo denominato Totonero, mentre la seconda avvenne sul campo, al termine di un rocambolesco finale di campionato.

Il Milan è l'unica squadra ad aver piazzato tre suoi giocatori ai primi tre posti nella classifica del Pallone d'oro: avvenne nel 1989, quando sul podio del premio furono nominati Marco van Basten, Franco Baresi e Frank Rijkaard. Un sondaggio del 2007 a cura della rivista sportiva World Soccer ha incoronato il Milan degli olandesi, guidato da Arrigo Sacchi, la più forte squadra di club di tutti i tempi e la quarta nella speciale classifica, dov'è preceduta solo da Nazionali (Brasile 1970, Paesi Bassi 1974 e Ungheria 1953-1954).[11]

Secondo un sondaggio commissionato dal quotidiano la Repubblica e pubblicato il 20 agosto 2008,[12] il Milan risulta avere il 13,6% del tifo nazionale, dietro alla Juventus (32,5%) e all'Inter (14%).[13] A livello europeo quella rossonera risulta la quinta squadra con più tifosi, la prima italiana con più sostenitori in Europa, come emerso da uno studio pubblicato dalla società tedesca Sport+Markt nel 2008.[14]

L'Associazione Calcio Milan è una società del Gruppo Fininvest dal 1986. La carica di presidente del club è vacante dall'8 maggio 2008,[4] in quanto l'assunzione dell'incarico di presidente del Consiglio dei Ministri da parte di Silvio Berlusconi ha determinato la sua dimissione dalla massima carica sociale del Milan.[15][16] Il vice presidente vicario e amministratore delegato della società è Adriano Galliani.[17]

Storia

  Lo stesso argomento in dettaglio: Storia dell'Associazione Calcio Milan.

Dagli esordi al secondo dopoguerra

 
Herbert Kilpin, primo allenatore e primo capitano del Milan.

Il 16 dicembre 1899, grazie all'iniziativa di un gruppo di inglesi e italiani animati dalla passione per il football nacque il Milan Foot-Ball and Cricket Club. La fondazione del club, che vide come primo presidente Alfred Edwards e fra i soci fondatori Barnett, Allison, Nathan, Davies e Herbert Kilpin, fu resa pubblica due giorni più tardi, lunedì 18 dicembre, da La Gazzetta dello Sport.[18]

Nel gennaio 1900 il club fu affiliato alla Federazione Italiana Football e in aprile la squadra fece il suo esordio ufficiale contro l'FC Torinese nelle semifinali del campionato 1900.[19] Il 27 maggio dello stesso anno vinse la Medaglia del Re grazie al 2-0 ottenuto contro la Juventus.

L'anno seguente il Milan fu subito campione d'Italia, interrompendo la serie di vittorie consecutive del Genoa sconfitto in finale per 3-0. Per il bis occorse aspettare il 1906, quando ad essere sconfitta fu la Juventus al termine di una contestata finale. Nel 1907 arrivò il terzo successo, grazie al primo posto nel Girone Finale a cui parteciparono Torino e Andrea Doria.

Nonostante i successi, nel 1908 nacque un dissidio interno alla società riguardo l'opportunità di tesserare giocatori stranieri e un gruppo di soci lasciò i rossoneri per fondare un nuovo sodalizio, il Football Club Internazionale Milano.[20] Dopo la separazione il Milan sfiorò lo scudetto nel 1911 e nel 1912, mentre nel 1916 i rossoneri misero in bacheca la Coppa Federale. Nelle stagioni seguenti la squadra vinse due volte i campionati regionali ma non riuscì ad ottenere successi nelle fasi nazionali.

Nel 1919 la denominazione originale di Milan Foot-Ball and Cricket Club fu mutata in Milan Football Club.[21] Il nuovo nome fece da preludio a un lungo periodo buio, durante il quale i diavoli pur rimanendo sempre in massima serie ottennero solo piazzamenti a metà classifica non andando mai oltre il terzo posto, ottenuto nel 1937-1938 (a tre punti dall'Inter campione) e nel 1940-1941 (a cinque punti dal Bologna vincitore). Le stelle di quest'epoca furono Aldo Boffi e Giuseppe Meazza.

Nel 1926 si inaugurò lo stadio di San Siro, costruito dal presidente Piero Pirelli e che, fino al 1948, ospitò solo il Milan, dato che l'Inter avrebbe giocato all'Arena Civica.[22]

Nel 1936 la società mutò la denomiazione in Milan Associazione Sportiva,[23] mentre nel 1939 le autorità fasciste imposero l'italianizzazione del nome in Associazione Calcio Milano.[24] Dopo la seconda guerra mondiale la squadra tornò alla vecchia denominazione. Nacque così, nel 1945, l'Associazione Calcio Milan.[25]

Gli anni cinquanta e sessanta

 
Gren, Nordahl e Liedholm: il Gre-No-Li.

Nell'immediato dopoguerra la squadra rossonera ripartì con il quarto posto del 1946-1947 a cui la stagione successiva seguì per la prima volta il titolo simbolico di "campione d'inverno".[26] Lo scudetto arrivò, invece, nel 1950-1951 dopo 44 anni di attesa[27] insieme alla prestigiosa Coppa Latina del 1951, grazie ai gol del celebre trio d'attacco svedese Gre-No-Li, alle parate di Buffon e alla guida tecnica dell'ungherese Lajos Czeizler. Negli anni seguenti si unirono alla squadra altri campioni come Schiaffino, Bagnoli, Radice e Cesare Maldini, che furono fra i protagonisti delle vittorie nella Coppa Latina 1956 e di altri 3 campionati (1954-1955, 1956-1957 e 1958-1959), guidati dal capitano Nils Liedholm. Nel 1958 il Milan raggiunse per la prima volta la finale di Coppa dei Campioni, perdendo però per 3-2 ai supplementari contro il grande Real Madrid,[28] vincitore delle prime cinque edizioni consecutive del trofeo.

Per vedere il primo successo continentale dei rossoneri occorse aspettare il 1963. L'anno precedente il Milan aveva vinto il suo ottavo titolo nel 1961-1962 con Nereo Rocco in panchina, il capocannoniere José Altafini in attacco e un giovane Gianni Rivera in campo. E furono le reti di Altafini a spingere il Milan sino alla vittoria per 2-1 nella finale contro il Benfica nello stadio di Wembley.[28] Fu il capitano Cesare Maldini a sollevare la prima Coppa dei Campioni vinta da una squadra italiana.[29]

Nel 1964 i rossoneri, con Viani in panchina dopo il passaggio di Rocco al Torino, persero per 1-0 la Coppa Intercontinentale al termine della partita decisiva giocata al Maracanã contro il Santos di Pelé.[29] Questa fu l'ultima stagione sotto la presidenza di Andrea Rizzoli, che si dimise dopo nove anni al timone del club in cui vinse 4 scudetti, una Coppa Latina, una Coppa dei Campioni ed edificò il centro sportivo di Milanello.[30]

All'abbandono di Rizzoli seguirono alcune stagioni opache, che videro come unico successo la Coppa Italia 1966-1967. Fu, questo, un intervallo reso ancora più amaro dalle contemporanee vittorie dei cugini dell'Inter, guidati dal mago Herrera. Fu il ritorno in panchina di Rocco ad interrompere il periodo di insuccessi: nel 1967-1968 i rossoneri conquistarono il nono scudetto, oltre alla Coppa delle Coppe 1967-1968, messa in bacheca battendo nella finale di Rotterdam l'Amburgo grazie ad una doppietta di Kurt Hamrin.[31] Nel campionato successivo, quello del 1968-1969, il Milan giunse secondo in campionato alle spalle della Fiorentina, ma vinse la seconda Coppa dei Campioni della sua storia battendo per 4-1 nella finale di Madrid l'Ajax di Rinus Michels.[28] Nel 1970 il Milan si aggiudicò l'Intercontinentale, in virtù del successo nella doppia finale contro gli argentini dell'Estudiantes (3-0; 1-2).[32] A questi allori di squadra si aggiunse anche la vittoria di Rivera nel Pallone d'oro 1969, primo italiano a riuscirvi.[33]

Gli anni settanta e ottanta

File:Milan 1972-1973.jpg
Il Milan 1972-1973, con la Coppa delle Coppe e la Coppa Italia.

Gli anni settanta si aprirono con tre secondi posti consecutivi in campionato, tutti ottenuti dopo aver subito brucianti rimonte da parte di Inter (1970-1971) e Juventus (1971-1972, 1972-1973). In particolare nel 1972-1973 i rossoneri persero un campionato che sembrava già vinto a causa di un'amara sconfitta nella "Fatal Verona".[34] I secondi posti in campionato furono però compensati dalla vittoria di 2 Coppe Italia (1971-1972, 1972-1973) e della seconda Coppa delle Coppe.

In questo periodo si stabilirono nei vari settori della curva sud dello Stadio di San Siro i primi nuclei di tifo organizzato a supporto della squadra rossonera: fra i principali si ricordano la Fossa dei Leoni (nato nel 1968 e scioltosi nel 2005),[35] Commandos Tigre (1967) e Brigate Rossonere (1975).[36]

Il caos societario che vide alternarsi al vertice della società ben 7 presidenti in poco più di 10 anni non aiutò la squadra a mantenere una certa continuità di risultati. Il Milan, fra il 1973 e il 1978, attraversò una serie di stagioni non esaltanti durante le quali si mantenne sempre nelle posizioni di bassa classifica. L'arrivo di Nils Liedholm in panchina e il 4° posto nel torneo 1977-1978, stagione di debutto di Franco Baresi, fecero da preambolo alla vittoria del decimo titolo nel 1978-1979. La squadra, guidata in campo da un Rivera alla sua ultima stagione da calciatore, vinse la concorrenza dell'ostico Perugia di Castagner e mise finalmente in bacheca l'agognato "scudetto della stella".[37]

Gli anni ottanta si aprirono, invece, con la prima retrocessione in Serie B a seguito dello scandalo del calcio scommesse,[38] malgrado il terzo posto finale a cinque punti dall'Inter campione. Il pronto ritorno nella massima serie vincendo il campionato di Serie B 1980-1981 fu solo momentaneo, poiché nel campionato 1981-1982 i rossoneri retrocessero nuovamente, questa volta sul campo, a seguito di una stagione fallimentare (24 punti in 30 partite).[39] Ancora una volta il ritorno in A fu immediato. Il Milan tornò ad assestarsi stabilmente nella massima serie, senza però più riuscire ad inserirsi nelle posizioni di vertice. Il 20 gennaio 1985 esordì in massima serie il sedicenne Paolo Maldini, che si sarebbe affermato come titolare della difesa rossonera già dalla stagione successiva.

Al termine della stagione 1985-1986 la situazione precipitò nuovamente: a seguito di alcune ispezioni della Guardia di Finanza la società risultò fortemente indebitata e a rischio fallimento. Fu l'imprenditore milanese Silvio Berlusconi a rilevare la squadra dal presidente Farina il 20 febbraio 1986 e a ripianianare il deficit economico.[40] Le ambizioni di successo del nuovo presidente furono confermate da una campagna acquisti finalmente all'altezza del blasone rossonero: arrivarono Donadoni, Massaro, Galli e Galderisi. Dopo una prima stagione di transizione che vide l'esonero di Nils Liedholm e il quinto posto finale, nel 1987 il Milan scelse di puntare sul giovane tecnico Arrigo Sacchi. Ai campioni già presenti in rosa si aggiunsero i due fuoriclasse olandesi Marco van Basten e Ruud Gullit (Pallone d'oro 1987). Sacchi, dopo un inizio difficile, guidò la squadra ad una esaltante rimonta sul Napoli sino alla vittoria finale. Il successo in campionato fu il preludio ad un triennio d'oro in cui i rossoneri si aggiudicarono due Coppe dei Campioni (1989, 1990), due Supercoppe europee (1990, 1991), due Coppe Intercontinentali (1990, 1991) e una Supercoppa italiana (1989).[41] Il Milan di Sacchi, ispirato al calcio totale, rivoluzionò la pratica e la mentalità calcistica.

Gli anni novanta e duemila

 
Fabio Capello vinse quattro scudetti in cinque anni sulla panchina rossonera.

La serie di successi in Europa si interruppe il 20 marzo 1991, nella partita di ritorno dei quarti di finale di Coppa dei Campioni, giocata contro l'Olympique Marsiglia. Il Milan, in svantaggio per 1-0, uscì dal campo dopo lo spegnimento di uno dei riflettori dello stadio su richiesta di Adriano Galliani che riteneva impossibile continuare a giocare per via della scarsa visibilità. La funzionalità del riflettore venne ripristinata ma il Milan non tornò in campo, venendo penalizzata con una sconfitta a tavolino e con la squalifica per un anno dalle coppe europee per comportamento antisportivo.[42] Si chiuse così il ciclo di Sacchi che a fine stagione lasciò la panchina a Fabio Capello per diventare commissario tecnico della Nazionale italiana.

 

Fuori dalle competizioni europee, il Milan poté concentrarsi completamente sul campionato 1991-1992, che vinse con largo anticipo e, prima squadra italiana a riuscire in questa impresa, senza subire nemmeno una sconfitta.[43] L'anno successivo il ritorno nella Coppa dei Campioni, con il nuovo nome di UEFA Champions League, vide il Milan sconfitto in finale ancora dall'Olympique Marsiglia,[28] mentre in campo nazionale si aggiudicò il secondo scudetto di fila e la Supercoppa italiana. Il 1993-1994 fu, invece, un'annata memorabile, impreziosita dal double scudetto-Champions League (storico il 4-0 in finale contro il Barcellona) e coronato dalla Supercoppa italiana. Perse invece contro il Parma la Supercoppa UEFA e contro il San Paolo la Coppa Intercontinentale, competizioni disputate al posto dell'Olympique Marsiglia, detentrice della Champions League ma squalificata a seguito dell'"Affaire VA-OM". L'anno seguente il Milan raggiunse per il terzo anno di fila la finale della massima competizione europea, ma fu sconfitto dal giovane Ajax di Louis van Gaal.[28] Anche la Coppa Intercontinentale sfuggì dalle mani dei rossoneri per andare agli argentini del Vélez Sársfield, vittoriosi per 2-0 nella finale di Tokyo.[44] A salvare il bilancio della stagione fu la doppietta di vittorie nelle Supercoppe europea e italiana. Al termine della stagione 1995-1996, conclusa con la vittoria del quarto scudetto in cinque anni, Capello lasciò la panchina della squadra rossonera all'uruguaiano Oscar Tabárez.

L'arrivo di Tabárez aprì un biennio di crisi, durante il quale si alternarono senza successo sulla panchina del Milan anche i rientranti Sacchi e Capello. A riportare in via Turati il tricolore fu Alberto Zaccheroni, che nel 1998-1999 completò alla penultima giornata un'inopinata rimonta sulla Lazio, grazie a sette vittorie consecutive negli ultimi sette turni.[45] Il terzo posto nel campionato successivo e le due eliminazioni consecutive in Champions League portarono, però, all'esonero del tecnico romagnolo, che fu sostituito da Cesare Maldini e Mauro Tassotti a due mesi dal termine della stagione 2000-2001.[46] Nel 2001-2002, dopo la breve e sfortunata parentesi del turco Fatih Terim, arrivò sulla panchina del Milan l'ex calciatore rossonero Carlo Ancelotti, che l'anno seguente inaugurò un nuovo ciclo di vittorie riportando nella bacheca rossonera la UEFA Champions League che mancava da quasi dieci anni e la prima Coppa Italia dell'era Berlusconi.

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Carlo Ancelotti ha vinto la Champions League da giocatore e da allenatore del Milan

Alla vittoria in Champions seguirono nel 2003-2004 il diciassettesimo scudetto e la quarta Supercoppa europea. Sono del 2004-2005 la vittoria della Supercoppa italiana, il secondo posto in campionato e la sconfitta-beffa nella finale di Champions League contro il Liverpool, che nel secondo tempo rimontò dallo 0-3 e vinse ai rigori.[47] Al termine del campionato 2005-2006, concluso al secondo posto, il Milan fu coinvolto nello "scandalo Calciopoli". Subì una penalizzazione di trenta punti che lo relegò al terzo posto e un'ulteriore penalizzazione di 8 punti da scontare nel campionato successivo.[48] Il 2006-2007 vide quindi il Milan subito fuori dalla lotta scudetto ma protagonista in Europa, dove giunse nuovamente in finale contro gli inglesi del Liverpool. La doppietta di Inzaghi valse ai rossoneri la conquista del massimo trofeo continentale per la settima volta.[49] Nel 2007-2008 il Milan ha vinto la Supercoppa europea per la quinta volta nella sua storia e la Coppa del Mondo per club, laureandosi Campione del mondo, ma è stato eliminato agli ottavi di finale in Champions League e in campionato non è riuscito ad andare oltre il quinto posto, mancando quindi la qualificazione per il massimo torneo continentale.[50] La stagione seguente, che ha segnato il ritiro di Paolo Maldini e ha visto il Milan giocare in Coppa UEFA, dove è stato eliminato ai sedicesimi di finale per mano del Werder Brema, e concludere al terzo posto in Serie A, è stata l'ultima con Ancelotti e Kaká. Dal 1° giugno 2009 il tecnico è Leonardo.

Cronistoria

Cronistoria dell'Associazione Calcio Milan

  • 1900 - Eliminato nella semifinale del Campionato - Vince la Medaglia del Re (1° titolo).
  • 1901 -   Campione d'Italia (1° titolo) - Vince la Medaglia del Re (2° titolo).
  • 1902 - Perde la finale del Campionato contro il Genoa - Vince la Medaglia del Re (3° titolo).
  • 1903 - Eliminato nella semifinale del Campionato.
  • 1904 - Eliminato nella semifinale del Campionato - Vince la Coppa della Federazione Ginnastica Italiana.
  • 1905 - 2° nel Girone Eliminatorio Lombardo - Vince la Palla Dapples.
  • 1906 -   Campione d'Italia (2° titolo) - Vince la Palla Dapples.
  • 1907 -   Campione d'Italia (3° titolo) - Vince la Palla Dapples.
  • 1908 - Non prende parte al campionato - Vince la Palla Dapples e la Coppa Spensley.
  • 1909 - 2° nel Girone Eliminatorio Lombardo.

  • 1909-10 - 6° nel Campionato a Girone Unico.
  • 1910-11 - 2° nel Campionato Ligure-Lombardo-Piemontese.
  • 1911-12 - 2° nel Campionato Ligure-Lombardo-Piemontese - Vince la Scarpa Radice.
  • 1912-13 - 3° nel Girone Finale del Campionato del Nord Italia.
  • 1913-14 - 3° nel Girone Eliminatorio Lombardo.
  • 1914-15 - 4° nel Girone Finale del Campionato del Nord Italia - Vince la Scarpa Radice.
  • 1915-16 - Vince la Coppa Federale (1° titolo).
  • 1917 - Vince la Coppa Regionale Lombarda, trofeo mai consegnato.
  • 1918 - Vince la Coppa Mauro, campionato lombardo.
  • 1919 - Secondo classificato nella Coppa Mauro - A fine guerra cambia denominazione in Milan Football Club.

  • 1919-20 - 4° nel Gruppo A del Girone Semifinale Nazionale.
  • 1920-21 - 4° nel Gruppo A del Girone Semifinale Nazionale.
  • 1921-22 - 9° nel Girone A di Prima Divisione CCI - Vince la Scarpa Radice.
  • 1922-23 - 4° nel Girone B di Prima Divisione.
  • 1923-24 - 8° nel Girone B di Prima Divisione.
  • 1924-25 - 8° nel Girone B di Prima Divisione.
  • 1925-26 - 7° nel Girone B di Prima Divisione.
  • 1926-27 - 6° nel Girone Finale di Divisione Nazionale - Partecipa alla Coppa Italia (interrotta al quarto turno).
  • 1927-28 - 6° nel Girone Finale di Divisione Nazionale.
  • 1928-29 - 2° nel Girone A di Divisione Nazionale - Battuto al sorteggio dal Genoa negli spareggi di qualificazione alla Coppa Europa Centrale.

  • 1929-30 - 11° in Serie A.
  • 1930-31 - 12° in Serie A.
  • 1931-32 - 4° in Serie A.
  • 1932-33 - 11° in Serie A.
  • 1933-34 - 9° in Serie A.
  • 1934-35 - 10° in Serie A.
  • 1935-36 - 8° in Serie A - Semifinalista di Coppa Italia - Cambia denominazione in Milan Associazione Sportiva.
  • 1936-37 - 4° in Serie A - Semifinalista di Coppa Italia.
  • 1937-38 - 3° in Serie A - Semifinalista di Coppa Italia - Eliminato negli ottavi di finale della Coppa Europa Centrale.
  • 1938-39 - 9° in Serie A - Semifinalista di Coppa Italia - Cambia denominazione in Associazione Calcio Milano.

  • 1939-40 - 8° in Serie A - Eliminato negli ottavi di finale di Coppa Italia.
  • 1940-41 - 3° in Serie A - Eliminato negli ottavi di finale di Coppa Italia.
  • 1941-42 - 9° in Serie A - Perde la finale di Coppa Italia contro la Juventus.
  • 1942-43 - 6° in Serie A - Eliminato nei quarti di finale di Coppa Italia.
  • 1944 - 5° nel Campionato di Guerra Lombardo.
  • 1945 - 6° nel torneo Benefico Lombardo - A fine guerra cambia denominazione in Associazione Calcio Milan.
  • 1945-46 - 3° nel Girone Finale di Divisione Nazionale.
  • 1946-47 - 4° in Serie A.
  • 1947-48 - 2° in Serie A.
  • 1948-49 - 3° in Serie A.

  • 1949-50 - 2° in Serie A.
  • 1950-51 -   Campione d'Italia (4° titolo) - Vince la Coppa Latina (1° titolo).
 
  • 1951-52 - 2° in Serie A.
  • 1952-53 - 3° in Serie A - Perde la finale di Coppa Latina contro lo Stade Reims.
  • 1953-54 - 3° in Serie A.
  • 1954-55 -   Campione d'Italia (5° titolo) - Terzo classificato in Coppa Latina.
  • 1955-56 - 2° in Serie A - Vince la Coppa Latina (2° titolo) - Semifinalista di Coppa dei Campioni.
  • 1956-57 -   Campione d'Italia (6° titolo) - Terzo classificato in Coppa Latina.
  • 1957-58 - 9° in Serie A - Perde la finale di Coppa dei Campioni contro il Real Madrid - Eliminato nei quarti di finale di Coppa Italia.
  • 1958-59 -   Campione d'Italia (7° titolo) - Eliminato negli ottavi di finale di Coppa Italia.

  • 1959-60 - 3° in Serie A - Eliminato negli ottavi di finale di Coppa dei Campioni e al secondo turno di Coppa Italia.
  • 1960-61 - 2° in Serie A - Eliminato negli ottavi di finale di Coppa Italia.
  • 1961-62 -   Campione d'Italia (8° titolo) - Eliminato al secondo turno di Coppa Italia e nei sedicesimi di finale di Coppa delle Fiere.
  • 1962-63 - File:UEFA - Champions League.svg Campione d'Europa (1° titolo) - 3° in Serie A - Eliminato negli ottavi di finale di Coppa Italia - Perde la finale di Coppa dell'Amicizia contro il Genoa - Cambia denominazione in Milan Associazione Calcio.
  • 1963-64 - 3° in Serie A - Eliminato nei quarti di finale di Coppa Italia e di Coppa dei Campioni - Perde la Coppa Intercontinentale contro il Santos allo spareggio.
  • 1964-65 - 2° in Serie A - Eliminato al primo turno di Coppa Italia e di Coppa delle Fiere.
  • 1965-66 - 7° in Serie A - Eliminato nei quarti di finale di Coppa Italia e negli ottavi di finale di Coppa delle Fiere, dopo sorteggio.
  • 1966-67 - 8° in Serie A - Vince la   Coppa Italia (1° titolo) - Eliminato negli ottavi di finale di Coppa Mitropa.
  • 1967-68 -   Campione d'Italia (9° titolo) - Vince la   Coppa delle Coppe (1° titolo) - 2° nel girone finale di Coppa Italia.
  • 1968-69 - File:UEFA - Champions League.svg Campione d'Europa (2° titolo) - 2° in Serie A - Eliminato nei quarti di finale di Coppa Italia.

  • 1969-70 - File:Coppaintercontinentale.png Campione del Mondo (1° titolo) - 4° in Serie A - Eliminato nel girone eliminatorio di Coppa Italia e negli ottavi di finale di Coppa dei Campioni.
  • 1970-71 - 2° in Serie A - Perde la finale di Coppa Italia contro il Torino.
  • 1971-72 - 2° in Serie A - Vince la   Coppa Italia (2° titolo) - Semifinalista di Coppa UEFA.
  • 1972-73 - 2° in Serie A - Vince la   Coppa delle Coppe (2° titolo) e la   Coppa Italia (3° titolo).
  • 1973-74 - 7° in Serie A - Eliminato nel girone del secondo turno di Coppa Italia - Perde la finale di Supercoppa europea contro l'Ajax e la finale di Coppa delle Coppe contro il Magdeburgo.
  • 1974-75 - 5° in Serie A - Perde la finale di Coppa Italia contro la Fiorentina.
  • 1975-76 - 3° in Serie A - Eliminato nel girone del secondo turno di Coppa Italia e nei quarti di finale di Coppa UEFA.
  • 1976-77 - 10° in Serie A - Vince la   Coppa Italia (4° titolo) - Eliminato negli ottavi di finale di Coppa UEFA.
  • 1977-78 - 4° in Serie A - Eliminato nel girone del secondo turno di Coppa Italia e nei sedicesimi di finale di Coppa delle Coppe.
  • 1978-79 -     Campione d'Italia (10° titolo) - Eliminato nel girone del primo turno di Coppa Italia e negli ottavi di finale di Coppa UEFA.

  • 1979-80 - 3° in Serie A, retrocesso in Serie B per illecito - Eliminato nei quarti di finale di Coppa Italia e nei sedicesimi di finale di Coppa dei Campioni.
  • 1980-81 - 1° in Serie B, promosso in Serie A - Eliminato nel girone del primo turno di Coppa Italia.
  • 1981-82 - 14° in Serie A, retrocesso in Serie B - Vince la Coppa Mitropa (1° titolo) - Eliminato nel girone del primo turno di Coppa Italia.
  • 1982-83 - 1° in Serie B, promosso in Serie A - Eliminato nei quarti di finale di Coppa Italia.
  • 1983-84 - 6° in Serie A - Eliminato nei quarti di finale di Coppa Italia.
  • 1984-85 - 5° in Serie A - Perde la finale di Coppa Italia contro la Sampdoria.
  • 1985-86 - 7° in Serie A - Eliminato negli ottavi di finale di Coppa Italia e di Coppa UEFA.
  • 1986-87 - 5° in Serie A - Eliminato negli ottavi di finale di Coppa Italia.
 
  • 1987-88 -   Campione d'Italia (11° titolo) - Eliminato negli ottavi di finale di Coppa Italia e nei sedicesimi di finale di Coppa UEFA.
  • 1988-89 - File:UEFA - Champions League.svg Campione d'Europa (3° titolo) - 3° in Serie A - Vince la   Supercoppa italiana (1° titolo) - Eliminato nel girone del secondo turno di Coppa Italia.

  • 1989-90 - File:UEFA - Champions League.svg Campione d'Europa (4° titolo) e File:Coppaintercontinentale.png Campione del Mondo (2° titolo) - 2° in Serie A - Vince la File:UEFA - Super Cup.svg Supercoppa europea (1° titolo) - Perde la finale di Coppa Italia contro la Juventus.
  • 1990-91 - 2° in Serie A - File:Coppaintercontinentale.png Campione del Mondo (3° titolo) - Vince la File:UEFA - Super Cup.svg Supercoppa europea (2° titolo) - Semifinalista di Coppa Italia - Eliminato nei quarti di finale di Coppa dei Campioni.
  • 1991-92 -   Campione d'Italia (12° titolo) - Semifinalista di Coppa Italia.
  • 1992-93 -   Campione d'Italia (13° titolo) - Vince la   Supercoppa italiana (2° titolo) - Semifinalista di Coppa Italia - Perde la finale di Champions League contro l'Olympique Marsiglia.
  • 1993-94 -   Campione d'Italia (14° titolo) e File:UEFA - Champions League.svg Campione d'Europa (5° titolo) - Vince la   Supercoppa italiana (3° titolo) - Eliminato negli ottavi di finale di Coppa Italia - Perde la finale di Supercoppa europea contro il Parma - Perde la finale di Coppa Intercontinentale contro il San Paolo.
  • 1994-95 - 4° in Serie A - Vince la File:UEFA - Super Cup.svg Supercoppa europea (3° titolo) - Vince la   Supercoppa italiana (4° titolo) - Eliminato negli ottavi di finale di Coppa Italia - Perde la finale di Coppa Intercontinentale contro il Vélez Sársfield - Perde la finale di Champions League contro l'Ajax.
  • 1995-96 -   Campione d'Italia (15° titolo) - Eliminato nei quarti di finale di Coppa Italia e di Coppa UEFA .
  • 1996-97 - 11° in Serie A - Perde la finale di Supercoppa italiana contro la Fiorentina - Eliminato nei quarti di finale di Coppa Italia e nella fase a gironi di Champions League.
  • 1997-98 - 10° in Serie A - Perde la finale di Coppa Italia contro la Lazio.
  • 1998-99 -   Campione d'Italia (16° titolo) - Eliminato negli ottavi di finale di Coppa Italia - Centenario del club (Il CentoMilan).

  • 1999-2000 - 3° in Serie A - Perde la finale di Supercoppa italiana contro il Parma - Eliminato nei quarti di finale di Coppa Italia e nella prima fase a gironi di Champions League.
  • 2000-01 - 6° in Serie A - Semifinalista di Coppa Italia - Eliminato nella seconda fase a gironi di Champions League.
  • 2001-02 - 4° in Serie A - Semifinalista di Coppa Italia e di Coppa UEFA.
  • 2002-03 - File:UEFA - Champions League.svg Campione d'Europa (6° titolo) - 3° in Serie A - Vince la   Coppa Italia (5° titolo).
  • 2003-04 -   Campione d'Italia (17° titolo) - Vince la File:UEFA - Super Cup.svg Supercoppa europea (4° titolo) - Perde la finale di Supercoppa italiana contro la Juventus - Semifinalista di Coppa Italia - Perde la finale di Coppa Intercontinentale contro il Boca Juniors - Eliminato nei quarti di finale di Champions League. - Cambia denominazione in Associazione Calcio Milan.
  • 2004-05 - 2° in Serie A - Vince la   Supercoppa italiana (5° titolo) - Eliminato nei quarti di finale di Coppa Italia - Perde la finale di Champions League contro il Liverpool.
  • 2005-06 - 3° in Serie A su delibera della CAF per responsabilità oggettiva declassandolo dal 2° posto ottenuto sul campo - Eliminato nei quarti di finale di Coppa Italia - Semifinalista di Champions League.
  • 2006-07 - File:UEFA - Champions League.svg Campione d'Europa (7° titolo) - 4° in Serie A - Semifinalista di Coppa Italia.
  • 2007-08 - 5° in Serie A - File:FIFA Club World Cup.svg Campione del Mondo (4° titolo) - Vince la File:UEFA - Super Cup.svg Supercoppa europea (5° titolo) - Eliminato negli ottavi di finale di Coppa Italia e di Champions League.
  • 2008-09 - 3° in Serie A - Eliminato negli ottavi di finale di Coppa Italia e nei sedicesimi di finale di Coppa UEFA.

  • 2009-10 - Partecipa alla Serie A - Partecipa alla Coppa Italia - Partecipa alla Champions League.

Colori e simbolo

La maglia del centenario, simile a quella usata all'inizio del XX secolo.

Durante tutta la sua storia il Milan ha avuto come colori distintivi il rosso e il nero. Tali colori furono scelti, come disse Kilpin, per rappresentare il fuoco dei diavoli milanisti (rosso) e la paura degli avversari nell'affrontarli (nero).[6]

I giocatori indossano una maglia a strisce rosse e nere, motivo per il quale fu dato loro il soprannome di rossoneri, pantaloncini bianchi e calzettoni neri. La divisa di trasferta è sempre stata di colore bianco. Tale divisa è considerata dai tifosi milanisti portafortuna nelle finali di Coppa dei Campioni/Champions League, avendo il Milan vinto 6 finali su 8 con il completo bianco (perse solo contro l'Ajax nel 1995 e contro il Liverpool nel 2005) e solo una su 3 con la maglia rossonera. La terza maglia, invece, cambia ogni anno ma viene usata raramente. In questa stagione è di colore nero.

 
La bandiera di Milano.

Per diversi anni il logo del Milan fu semplicemente la bandiera di Milano.[51] Un altro soprannome che deriva dai colori della società è Il Diavolo e di conseguenza come logo della società fu usata anche l'immagine di un diavolo rosso alla destra di una stella,[51] riconoscimento della vittoria di 10 scudetti. Attualmente lo stemma riporta i colori sociali rosso e nero a sinistra e la bandiera del Comune di Milano (una croce rossa su sfondo bianco) sulla destra, con l'acronimo ACM sopra e l'anno della fondazione (1899) sotto.[51]

Dal 16 febbraio 2006 il Milan ha una mascotte ufficiale, disegnata dalla Warner Bros.: Milanello, un diavolo rosso con la divisa rossonera e un pallone da calcio.[52]

Stadio

  Lo stesso argomento in dettaglio: Stadio Giuseppe Meazza.
File:San Siro3.JPG
L'esterno dello Stadio Giuseppe Meazza.

Nei primi anni dopo la sua nascita il Milan giocò le partite casalinghe in diversi campi. Dal 1900 al 1903 il Trotter (oggi Stazione Centrale), dal 1903 al 1905 l'Acquabella (oggi Piazzale Susa), inaugurato il 15 marzo 1903 con l'amichevole Milan-Genoa 0-0, dal 1906 al 1914 il Campo Milan di Porta Monforte (poi Campo di Via Fratelli Bronzetti, dopo il cambio dell'ingresso da via Sottocorno a via Fratelli Bronzetti), dal 1914 al 1920 il Velodromo Sempione, da settembre a novembre 1919 il Campo Pirelli (zona Bicocca) e dal 1920 al 1926 il campo in Viale Lombardia (attuale Viale Campania). Il Milan giocò anche all'Arena Civica, campo dell'Ambrosiana-Inter, saltuariamente tra il 1908 e il 1914 e poi dal 1941 al 1949.[53]

Attualmente il Milan gioca le partite casalinghe nello Stadio Giuseppe Meazza, noto soprattutto come San Siro, dal nome del quartiere di Milano in cui sorge.

 
Interno dello spogliatoio del Milan presso lo stadio Giuseppe Meazza.

La costruzione dello stadio iniziò nel dicembre 1925 per volere di Piero Pirelli, allora presidente rossonero, e il nuovo impianto fu ufficialmente inaugurato il 19 settembre dell'anno seguente con una partita tra Milan e Inter (6-3 per i nerazzurri). Dal 1935 è di proprietà del Comune di Milano e nel 1980 fu intitolato a Giuseppe Meazza, ex calciatore di entrambe le società milanesi nonché della Nazionale italiana.[54]

L'impianto viene usato dal 1948 insieme all'Inter.[22] Ha una capienza di 80.074 posti[5] e viene classificato dalla UEFA tra gli stadi élite.[55]

Il campo di allenanamento del Milan, invece, è il centro sportivo di Milanello, in provincia di Varese, inaugurato nel 1963.[54]

Rosa 2009-2010

Rosa e numerazione, tratti dal sito ufficiale del Milan, sono aggiornati al 18 agosto 2009.[56]

N. Ruolo Calciatore
  P Dida
  D Kakhaber Kaladze
  D Oguchi Onyewu
  A Alexandre Pato
  C Gennaro Gattuso (vice capitano)
  A Filippo Inzaghi
  C Clarence Seedorf
  A Klaas-Jan Huntelaar
  P Christian Abbiati
  D Alessandro Nesta
  D Gianluca Zambrotta
  C Mathieu Flamini
  A Gianmarco Zigoni
  D Marek Jankulovski
  D Giuseppe Favalli
N. Ruolo Calciatore
  C Ignazio Abate
  C Andrea Pirlo
  A Marco Borriello
  C Massimo Ambrosini (capitano)
  D Daniele Bonera
  P Marco Storari
  P Flavio Roma
  D Thiago Silva
  D Massimo Oddo
  A Davide Di Gennaro
  D Luca Antonini
  A Ronaldinho
  C Mathías Cardacio
  A Tabaré Viudez

Staff tecnico

Dal sito internet ufficiale della società.[57]

Allenatore:   Leonardo
Vice allenatore:   Mauro Tassotti
Assistente tecnico:   Angelo Castellazzi
Assistente tecnico:   Andrea Maldera
Allenatore dei portieri:   Villiam Vecchi (responsabile)
Allenatore dei portieri:   Valerio Fiori

Stagioni passate

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Giocatori celebri

  Lo stesso argomento in dettaglio: (usare il Template:Vedi categoria).

Hall of fame

Di seguito l'elenco dei 48 calciatori[58] inseriti nella Hall of fame sul sito ufficiale del Milan:[59]

I capitani

Di seguito l'elenco dei 38 capitani[60] del Milan dall'anno di fondazione a oggi, con il periodo in cui hanno portato la fascia:[61]

File:Franco Baresi.jpg
Franco Baresi, per 15 stagioni capitano del Milan.

Calciatori campioni del mondo

Di seguito l'elenco dei giocatori che hanno vinto il campionato mondiale di calcio durante il periodo di militanza nel Milan:

Calciatori campioni continentali

Europa

Di seguito l'elenco dei giocatori che hanno vinto il campionato europeo di calcio durante il periodo di militanza nel Milan:

Sud America

Di seguito l'elenco dei giocatori che hanno vinto la Coppa America durante il periodo di militanza nel Milan:

Calciatori vincitori della Confederations Cup

Di seguito l'elenco dei giocatori che hanno vinto la Confederations Cup durante il periodo di militanza nel Milan:

Maglie ritirate

Allenatori e presidenti

Di seguito l'elenco di allenatori, direttori tecnici[65] e presidenti del Milan[66] dall'anno della fondazione fino a oggi.[61]

File:Milanstemma.png
Gli allenatori e i DT del Milan
File:Milanstemma.png
I presidenti del Milan

Palmarès

  Lo stesso argomento in dettaglio: Palmarès dell'Associazione Calcio Milan.

Trofei ufficiali

Nazionali

27 trofei

1901, 1906, 1907, 1950-1951, 1954-1955, 1956-1957, 1958-1959, 1961-1962, 1967-1968, 1978-1979  
1987-1988, 1991-1992, 1992-1993, 1993-1994, 1995-1996, 1998-1999, 2003-2004
1966-1967, 1971-1972, 1972-1973, 1976-1977, 2002-2003
1988, 1992, 1993, 1994, 2004

Internazionali

18 trofei (record mondiale a pari merito con il Boca Juniors[9])

1962-1963, 1968-1969, 1988-1989, 1989-1990, 1993-1994, 2002-2003, 2006-2007
1967-1968, 1972-1973
1989, 1990, 1994, 2003, 2007
1969, 1989, 1990, 2007

Trofei minori

Nazionali

1900, 1901, 1902
1915-1916

Internazionali

1951, 1956
1981-1982

Trofei giovanili

Nazionali

1964-1965
1984-1985

Internazionali

1949, 1952, 1953, 1957, 1959, 1960, 1999, 2001

Record e statistiche

  Lo stesso argomento in dettaglio: Statistiche e record dell'Associazione Calcio Milan.
 
La Juventus è uno degli avversari classici del Milan: 201 le partite disputate con 61 vittorie rossonere, 70 pareggi e 70 sconfitte.[75]

In 103 stagioni sportive a partire dall'esordio a livello nazionale il 15 aprile 1900, il Milan ha disputato 98 campionati di massima serie (75 campionati di Serie A, 14 di Prima Categoria Nazionale, 5 di Prima Divisione e 4 di Divisione Nazionale) e 2 di Serie B, mentre per 3 volte non superò le eliminatorie regionali lombarde (1905, 1909 e 1913-1914). I rossoneri hanno vinto il campionato per 17 volte, in 15 casi si son classificati secondi e 21 volte terzi; in 103 stagioni sportive, la società è arrivata dunque sul podio nel 51% dei casi.

Nel corso delle partite ufficiali finora disputate, la miglior vittoria del Milan in casa è il 13-0 del 4 ottobre 1914 contro l'Audax Modena (Prima Categoria 1914-1915), mentre in trasferta è il 10-0 del 21 ottobre 1919 contro l'Ausonia (Prima Categoria 1919-1920). La peggiore sconfitta casalinga, invece, è lo 0-8 subito contro il Bologna il 5 novembre 1922 (Prima Divisione 1922-1923) mentre fuori casa per tre volte il Milan perse con sei reti di scarto: un 2-8 contro la Juventus (10 luglio 1927, Divisione Nazionale 1926-1927) e due 0-6, uno sempre contro i bianconeri (25 ottobre 1925, Prima Divisione 1925-1926) e l'altro contro l'Ajax (16 gennaio 1974, Supercoppa UEFA).[76]

 
Paolo Maldini, detentore del record di presenze in maglia rossonera con 902 partite ufficiali disputate.

L'avversario affrontato più volte dal Milan in gare ufficiali è la Juventus (201 volte),[75] seguita dall'Inter (199 incontri)[77] e dal Torino (188 incontri).[78] I bianconeri sono i più classici sfidanti dei rossoneri nella massima serie nazionale: 180 sfide[79] a partire dalla prima partita disputata in semifinale il 28 aprile 1901 a Torino.[80] Negli scontri diretti in gare ufficiali il Milan è in vantaggio contro tutti gli avversari italiani con tre uniche eccezioni: la Juventus (61 vittorie e 70 sconfitte),[75] l'Alessandria (15 vittorie e 16 sconfitte)[81] e la Pro Vercelli (13 vittorie e 14 sconfitte).[82] I campi dove non ha vinto nella Serie A a girone unico sono due: Avellino (8 partite disputate, con 3 pareggi e 5 sconfitte)[83] e Lecco (3 partite disputate, con altrettanti pareggi).[84]

A livello nazionale i rossoneri detengono numerosi record, fra cui quello per la più lunga serie di gare senza sconfitte nel campionato di Serie A (58 partite),[85] per la più lunga permanenza in vetta al massimo campionato italiano (72 giornate, dal 6 ottobre 1991 al 31 ottobre 1993), per la vittoria in trasferta più larga in Serie A (Genoa-Milan 0-8 nel 1954-1955 a parimerito con Venezia-Padova 0-8 del campionato 1949-1950), quello di vittorie nella classifica marcatori della Serie A a girone unico (16 volte)[86] e di imbattibilità del portiere, stabilito da Sebastiano Rossi nel campionato di Serie A 1993-1994 (929 minuti).[87]

Il Milan è inoltre l'unica squadra italiana ad aver vinto un campionato di Serie A senza subire una sola sconfitta. Accadde nella stagione 1991-1992,[85] la prima con Fabio Capello come allenatore, conclusa con 22 vittorie e 12 pareggi in 34 partite, segnando 74 reti e subendone solamente 21.[88] In precedenza solo il Perugia, nella stagione 1978-1979, era riuscito a concludere il campionato italiano di massima divisione senza sconfitte, ma arrivando secondo,[85] proprio dietro il Milan.[89]

A livello di coppe nazionali il Milan ha disputato 12 tra finali e gironi finali di Coppa Italia (con 5 vittorie)[90] e 8 finali di Supercoppa italiana (5 vittorie)[91] per un totale di 20 finali. Solo la Juventus ha fatto altrettanto, avendo disputato 13 finali di Coppa Italia[90] e 7 finali di Supercoppa italiana,[91] per un totale di 20.

File:Champions League trophy.jpg
Il Milan ha vinto sette Coppe dei Campioni/Champions League, record italiano e secondo posto europeo dietro il Real Madrid.

Il Milan è al primo posto nella classifica dei club vincitori di trofei internazionali: 18 (7 Coppe dei Campioni/Champions League, 2 Coppe delle Coppe, 5 Supercoppe europee, 3 Coppe Intercontinentali, 1 Coppa del Mondo per club),[10] a parimerito con il Boca Juniors.[9] La squadra ha disputato 29 finali nelle principali competizioni internazionali, un record: 11 in Coppa dei Campioni/Champions League (7 vittorie),[92] 3 in Coppa delle Coppe (2 vittorie),[93] 7 in Supercoppa europea (5 vittorie),[94] 8 in Coppa Intercontinentale/Coppa del Mondo per club (4 vittorie).[95][96] Nella stagione 1993-1994 la squadra rossonera ha giocato le finali della Supercoppa europea (contro il Parma) e della Coppa Intercontinentale (contro il San Paolo) per delibera della UEFA in seguito all'esclusione per illecito dell'Olympique Marsiglia, campione d'Europa 1992-1993.[97]

In ambito internazionale, gli avversari più classici sono il Real Madrid[98] e il Barcellona (11 incontri),[99] seguiti dall'Ajax[100] e dal Bayern Monaco (10 incontri)[101] e dal Porto (9 incontri).[102] I rossoneri non hanno mai vinto al Bernabéu, così come i madrileni non si sono mai imposti a San Siro.[98]

A livello individuale, il giocatore con il maggior numero di presenze in rossonero è Paolo Maldini, con 902 partite disputate in 25 stagioni dal 1984 al 2009. Seguono Franco Baresi (719 presenze, 20 stagioni), Alessandro Costacurta (663 presenze, 21 stagioni), Gianni Rivera (658 presenze, 19 stagioni) e Mauro Tassotti (583 presenze, 17 stagioni). Il capocannoniere di tutti i tempi è invece lo svedese Gunnar Nordahl con 221 gol segnati in 8 stagioni. Alle sue spalle Andriy Shevchenko (175 gol in 8 stagioni), Gianni Rivera (164 in 19 stagioni), José Altafini (161 in 7 stagioni) e Aldo Boffi (136 in 9 stagioni).[76]

Campionati nazionali

Categoria Partecipazioni Debutto Ultima stagione

A

99 1899-1900 2009-2010

B

2 1980-1981 1982-1983

Nelle 101 stagioni sportive della società rossonera sono inclusi 23 campionati di Prima Categoria Nazionale, Prima Divisione e Divisione Nazionale (A). Sono invece escluse le stagioni 1904-1905, 1908-1909 e 1913-1914, nelle quali il Milan non superò le eliminatorie regionali, l'annata 1907-1908, in cui boicottò il campionato, la Coppa Federale 1915-1916 e il Campionato Alta Italia 1944.

Tifosi

  Lo stesso argomento in dettaglio: Tifoseria dell'Associazione Calcio Milan.
File:Milan - Chievo 04-2006 1.jpg
La Curva Sud durante Milan-Chievo del 9 aprile 2006.

Secondo un sondaggio effettuato dalla società demoscopica Demos, commissionato dal quotidiano la Repubblica e pubblicato il 20 agosto 2008,[12] il Milan risulta avere il 13,6% del tifo nazionale, dietro alla Juventus (32,5%) e all'Inter (14%).[13] In un sondaggio sul tifo calcistico del luglio 2007 ad opera dell'istituto giudato da Renato Mannheimer (Ispo), pubblicato da La Gazzetta dello Sport, il Milan ha il 12,4% delle preferenze del campione, dietro la Juventus (17,4%), davanti all'Inter (11%), e con il primato (20,3%) nella fascia Under-24, la quota più importante del mercato del tifo calcistico. A livello europeo quella rossonera risulta la quinta squadra con più tifosi, la prima italiana con più sostenitori in Europa, come emerso da uno studio pubblicato dalla società tedesca Sport+Markt nel 2008.[14]

Il tipico tifoso del Milan per lunghi decenni del XX secolo apparteneva alla classe popolare e operaia, spesso immigrato dal Mezzogiorno o dal Triveneto. I tifosi rivali dell'Inter li soprannominavano "Casciavìt", che in milanese significa "cacciaviti", proprio per indicare l'origine proletaria e operaia di larga parte dei tifosi rossoneri. A loro volta i tifosi milanisti chiamavano i cugini nerazzurri "baùscia", termine milanese che significa "gradasso", per indicare uno degli stereotipi classici dei milanesi, essendo allora la tifoseria neroazzurra composta perlopiù dalle classi medie e altolocate, di origine prettamente meneghina.[103][104][105] Questo divario andò appianandosi già negli anni sessanta del secolo passato e oggi i due soprannomi appaiono anacronistici e quasi desueti.

Il gruppo ultras più antico del calcio italiano, la Fossa dei Leoni, nacque a Milano nel 1968. Dopo il suo scioglimento nel 2005 il più grande gruppo ultras milanista sono le Brigate Rossonere, fondate nella metà degli anni settanta. Politicamente gli ultras del Milan non hanno mai espresso una preferenza marcata,[106][107] anche se tradizionalmente i media li associavano alla sinistra, fino in tempi più recenti quando, sotto la presidenza di Silvio Berlusconi, sono stati avvicinati alla destra.[108]

Gemellaggi

I tifosi del Brescia,[109] della Reggina[106] e del Siviglia sono gli unici gemellati con quelli del Milan.

Il gemellaggio con il Siviglia è nato durante la partita di Supercoppa UEFA del 2007.[110] In quella gara è stato osservato un minuto di raccoglimento in memoria di Antonio Puerta, difensore degli spagnoli scomparso tragicamente nei giorni precedenti. Per ricordarlo tutti i giocatori di entrambe le squadre hanno indossato una maglia che, sotto il proprio numero, riportava il suo nome e in tribuna vi erano numerosi striscioni dedicati al difensore. Inoltre, durante l'intervallo, due ultras del Milan hanno portato sotto la curva del Siviglia uno striscione recante la scritta "Onore a Puerta",[111] con i tifosi spagnoli che hanno ringraziato quelli rossoneri con il coro "Milan, Milan".[110]

Precedentemente vi furono anche gemellaggi con Bologna e Como,[107] finito dopo che, tra le altre cose, si sciolse la Fossa Lariana, gruppo di tifosi comaschi.[106]

Il settore giovanile, invece, ha numerose società dilettantistiche gemellate con cui ha rapporti di collaborazione tecnica per la formazione dei giovani.[112] Attualmente sono 42, di cui 13 si trovano al di fuori del territorio lombardo.[113] Le più note sono il Cantù, la Caratese e il Derthona.

Rivalità

  Lo stesso argomento in dettaglio: Derby di Milano.
File:1908 commedia.jpg
Striscione dei tifosi milanisti "dedicato" all'Inter che recita "Dal 1908... Siete voi la vera commedia" con la caricatura di Dante.

La più grande rivale del Milan è l'altra squadra milanese, l'Inter. Il derby tra le due squadre milanesi viene detto Derby della Madonnina per la statua della Madonna (appunto Madonnina) in cima al Duomo di Milano.

Anche con la Juventus, nonostante alcuni accordi passati stipulati a livello di società, vi è da sempre una rivalità molto accesa:[114][115] le due squadre sono le più titolate in Italia[116] e si sono affrontate svariate volte per il conseguimento del titolo di campione d'Italia, oltre che nella finale di Champions League 2002-2003 del 28 maggio 2003 a Manchester, vinta dai rossoneri.

Anche i tifosi del Genoa considerano acerrimi rivali quelli del Milan. Inizialmente le due tifoserie erano gemellate ma a seguito di uno scontro-salvezza vinto dal Milan a Marassi nel 1982 il gemellaggio si trasformò in una rivalità,[106] acuita poi dall'accoltellamento di Vincenzo Spagnolo, tifoso genoano, da parte di un tifoso milanista.[117][118]

Inoltre vi sono anche rivalità minori con altri club, più o meno accese a seconda dei periodi: il Napoli, gemellato fino agli anni ottanta quando il Milan vinse un campionato proprio battendo in casa i partenopei, il Verona (gemellato fino ai primi anni settanta), contro cui il Milan perse due scudetti a vantaggio di Juventus e Napoli (la Fatal Verona), la Lazio, gemellata con l'Inter, che perse uno scudetto nel 1999 dopo la rimonta rossonera,[119] l'Atalanta, rivale storica del Brescia, la Roma dopo la morte del tifoso romanista Antonio De Falchi avvenuta a Milano nel 1989,[118] la Fiorentina, la Sampdoria e il Cagliari.[109][106]

File:Milanstemma.png
Sponsor ufficiale[120]
File:Milanstemma.png
Abbigliamento tecnico[120]
  • 1978-1979: Adidas
  • 1979-1980: Adidas - Linea Milan
  • 1980-1982: Linea Milan
  • 1982-1984: NR
  • 1984-1985: Rolly Go
  • 1985-1986: Gianni Rivera
  • 1986-1990: Kappa
  • 1990-1993: Adidas
  • 1993-1998: Lotto
  • 1998-2017: Adidas[121]

Settore giovanile

Il settore giovanile del Milan è formato da squadre che giocano nei campionati Primavera, Campionato Berretti, Allievi Nazionali e Regionali, Giovanissimi Nazionali, Regionali e categoria C, Esordienti e Pulcini. Esistono anche 5 Scuole Calcio a Milano e diverse società gemellate con cui vi sono rapporti di collaborazione tecnica per la formazione dei giovani.[112]

Le attività delle giovanili si svolgono al centro sportivo Vismara nel quartiere Gratosoglio di Milano, dove si allenano tutte le squadre del settore giovanile ad eccezione della Primavera che si allena con la prima squadra a Milanello.[122]

Secondo una ricerca svolta nel 2005 dal Centro studi e ricerche del Settore Tecnico della FIGC sulle squadre dei sei principali campionati calcistici europei (Francia, Germania, Inghilterra, Italia, Paesi Bassi e Spagna) è emerso che il Milan è la società italiana che privilegia maggiormente l'ingresso in prima squadra dei giocatori cresciuti nel proprio vivaio dopo l'Atalanta e settima in assoluto.[123] Nonostante questo dato e i numerosi campioni cresciuti nel vivaio rossonero (da Lodetti a Baresi e Maldini), il Milan ha al suo attivo una sola vittoria nel Campionato Primavera (1964-1965)[124] e una in Coppa Italia Primavera (1984-1985).[125] Sono invece 8 i successi nel Torneo di Viareggio (record condiviso con la Fiorentina).[74]

Impegno nel sociale

Il Milan è una società attiva nel campo sociale e degli aiuti umanitari.

Con Fondazione Milan Onlus, che agisce sia in Italia che all'estero, il Milan s'impegna a soddisfare il più possibile i bisogni primari delle persone meno fortunate nei settori dell'assistenza sociale, dell'istruzione e dall'avviamento allo sport.[126]

Inoltre, assieme alla Fundação Gol de Letra (in Italia Associazione Gol de Letra Italia), fondata dall'ex calciatore brasiliano Leonardo, s'impegna attivamente a risolvere le problematiche vissute dai bambini brasiliani, sempre più spesso vittime innocenti dei narcotrafficanti.[127][128]

Superleague Formula

 
Il pilota Giorgio Pantano.

Dal 2008 il Milan è impegnato in una nuova competizione automobilistica, la Superleague Formula.[129] Insieme alla Roma, il Milan è l'unica squadra italiana a parteciparvi.[130]

Il Milan, come il Galatasaray, appoggia finanziariamente la Scuderia Playteam, incaricata di elaborare la vettura negli assetti tecnici.[131] Nel 2008 il pilota per la squadra rossonera è stato Robert Doornbos,[132] dal 2009 invece è Giorgio Pantano.[133]

Nella stagione 2008 il team del Milan ha conquistato una pole position al Nürburgring e due vittorie, al Nürburgring e a Jerez.[134][135]

Società

Il capitale sociale dell'Associazione Calcio Milan S.p.A. è diviso in 48 milioni di azioni del valore nominale di 52 centesimi di euro ed è controllata al 99,92973% da Fininvest Spa,[136] la holding della famiglia Berlusconi, e come tale rientra nel perimetro di consolidamento della società.[137] Infatti le attività e le passività del Milan alla fine dell'anno sono sommate a quelle delle altre società del gruppo Fininvest nel bilancio consolidato, in questo modo le eventuali perdite del Milan possono essere ripianate grazie agli utili di società in attivo come la Arnoldo Mondadori Editore.

Consiglio di amministrazione

 
Adriano Galliani, vicepresidente e amministratore delegato del Milan.

Organigramma del Consiglio di amministrazione del Milan:[17]

Bilancio

Il bilancio d'esercizio del 2008 è stato chiuso con fatturato di 237,9 milioni di euro e una perdita di 66,8 milioni di euro.[138] Anche l'anno precedente il bilancio segnava una perdita di quasi 32 milioni di euro,[136] a differenza del 2006, chiuso con un utile di 2,5 milioni di euro[139] grazie alla plusvalenza di 42 milioni dovuta alla cessione al Chelsea di Andriy Shevchenko.[140]

Nel bilancio 2007 sono stati imputati 95.677.000 euro tra le immobilizzazioni immateriali per diritti pluriennali alle prestazioni dei calciatori,[136][141] questo è in sintesi il valore di bilancio riconosciuto ai calciatori della prima squadra. Erano stati 70.678.162 euro nel 2006 e 72.946.400 nel 2005.[139][142]

Il valore dei ricavi nel 2007 è stato pari a 275.442.000 di euro, di cui il 56,5% per diritti televisivi (circa 155 milioni, di cui 73,8 da SKY Italia Srl, 27,5 da R.T.I. Spa e 48,3 da UEFA e FIFA), 12,2% sponsorizzazioni (33,7 milioni, di cui 14,2 BETandWIN.com Interactive Entertainment AG e 14 Adidas Italia Srl), 10,7% ricavi da gare, 9,5% royalty e proventi commerciali e 5,7% plusvalenze.[141]

I bilanci degli anni 2004, 2005, 2006 e 2007 sono stati revisionati da Deloitte & Touche Spa.[143] Per i bilanci dal 2008 al 2016 è stata scelta Reconta Ernst & Young Spa.[136]

Gruppo Milan

L'Associazione Calcio Milan Spa controlla il 100% di Milan Entertainment Srl, Milan Real Estate Spa e Fondazione Milan Onlus. Inoltre possiede il 50% di Consorzio San Siro Duemila, il 45% di ASanSiro e una quota nella Pallacanestro Olimpia Milano S.Srl acquistata nel 2004 per risollevare la squadra dalle difficoltà economiche.

  • Milan Real Estate Spa è la società alla quale sono intestati gli immobili della sede di via Turati 3 e il centro sportivo Milanello.
  • Milan Entertainment Srl è la società nata nel 2005 come Servizi Milan Srl, alla quale AC Milan Spa ha ceduto i diritti di sfruttamento ventennale del marchio tramite conferimento di ramo d'azienda valutato da una perizia del Prof. Paolo Jovenitti pari a 183 milioni di euro.
  • ASanSiro è un'agenzia di sviluppo locale, per il quartiere San Siro, partecipata da Milan (45%), Inter (45%) e la Fondazione ChiamaMilano (10%).

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  • Sergio Barbero, Nel nome del diavolo, Graphot, 1992, ISBN 9788886906883.
  • Fabrizio Calzia, Francesco Caremani, Il diavolo e i suoi profeti, Bradipolibri, 2003, ISBN 9788888329291.

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