Javier Zanetti
Javier Adelmar Zanetti ([xaˈβje̞ɾ ade̞lˈmar saˈne̞ti]; Buenos Aires, 10 agosto 1973) è un dirigente sportivo ed ex calciatore argentino, di ruolo difensore o centrocampista, oggi vicepresidente dell'Inter. Ha iniziato la sua carriera in Argentina, prima al Talleres e poi al Banfield. Dal 1995 al 2014 ha militato nell'Inter, squadra di cui, dopo l'addio di Giuseppe Bergomi,[6] è stato capitano dal 1999 fino al giorno del suo ritiro, avvenuto il 18 maggio 2014.[7]
Javier Zanetti | ||||||||||||||||||||||||||||||||||
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Nazionalità | ![]() | |||||||||||||||||||||||||||||||||
Altezza | 178[1] cm | |||||||||||||||||||||||||||||||||
Peso | 75[2] kg | |||||||||||||||||||||||||||||||||
Calcio ![]() | ||||||||||||||||||||||||||||||||||
Ruolo | Difensore, centrocampista | |||||||||||||||||||||||||||||||||
Termine carriera | 18 maggio 2014 | |||||||||||||||||||||||||||||||||
Carriera | ||||||||||||||||||||||||||||||||||
Squadre di club1 | ||||||||||||||||||||||||||||||||||
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Palmarès | ||||||||||||||||||||||||||||||||||
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1 I due numeri indicano le presenze e le reti segnate, per le sole partite di campionato. Il simbolo → indica un trasferimento in prestito. | ||||||||||||||||||||||||||||||||||
Statistiche aggiornate al 18 maggio 2014 | ||||||||||||||||||||||||||||||||||
È lo straniero con più presenze in Serie A, 615 più 3 spareggi, e il secondo giocatore in assoluto per partite disputate nella suddetta competizione alle spalle del solo Paolo Maldini. È anche il calciatore con più presenze nella storia dell'Inter (858)[8][9] e con più presenze da capitano in Champions League, 82. È inoltre il recordman di incontri disputati consecutivamente in Serie A con la maglia nerazzurra, 137,[10][11] squadra di cui è il giocatore più vincente della storia con sedici trofei: cinque scudetti, quattro Coppe Italia, quattro Supercoppe italiane, una Coppa UEFA, una Champions League e una Coppa del mondo per club FIFA.[12] A un anno dal termine della sua carriera, il 4 maggio 2015 l'Inter ha ritirato la sua maglia n. 4.[13]
Con la Nazionale argentina ha disputato 145 partite, cifra che lo rende il giocatore con il maggior numero di presenze nella storia della Selección Albiceleste, avendo superato nel novembre del 2007 il precedente record di Roberto Ayala di 115 incontri giocati.[14] Con l'Argentina è arrivato in finale di Copa América nel 2004 e nel 2007, e di Confederations Cup nel 1995 e nel 2005.[15]
Nel marzo del 2004 venne inserito da Pelé nella FIFA 100,[16] la lista dei 125 migliori calciatori viventi redatta in occasione del centenario della FIFA, mentre nel maggio 2011 divenne uno dei calciatori ad aver disputato più di 1000 presenze in carriera.[17] Pochi mesi più tardi, nell'ottobre dello stesso anno, durante la consegna del Golden Foot, gli venne assegnato il premio alla carriera come leggenda del calcio mondiale, lasciando la propria impronta e il proprio autografo sulla Champions Promenade.[18]
Biografia
Javier Zanetti è nato a Buenos Aires il 10 agosto del 1973, da Rodolfo Ignacio Zanetti e Violeta Bonazzola,[19] ma è in provincia che crebbe, nel sobborgo portuale del Partido di Avellaneda, Dock Sud.[20] Prese il secondo nome Adelmar da un medico che gli salvò la vita da neonato, quando aveva dei problemi di respirazione.[21]
È il fratello minore di Sergio,[19] anch'egli calciatore, e poi allenatore dell'Inter Juniores Berretti e successivamente del Lecco.[22]
È di origini friulane, essendo il bisnonno, Paolo Zanetti,[23] originario di Sacile in provincia di Pordenone.[24][25]
Si appassionò al calcio da bambino, quando l'Argentina di Kempes e Passarella vinse in casa il campionato mondiale di calcio 1978.[20] Abitando nel dipartimento di Avellaneda, Zanetti incominciò a tifare per una delle squadre di casa, l'Independiente, che tra l'altro durante gli anni settanta aveva dominato la scena nazionale e internazionale, vincendo 2 Tornei Nacional, 2 Tornei Metropolitano, 4 Libertadores, 3 Interamericane e 1 Intercontinentale.[26]
Durante un anno di inattività, causato dal suo gracile fisico,[27] aiutò suo padre muratore a lavorare nei cantieri, ed è anche grazie a questo lavoro che Zanetti riuscì ad aumentare la propria massa muscolare e l'altezza.[28] In particolare, a 14 anni pesava 35 chili ed era alto 145 centimetri, allora il medico dell'Independiente gli suggerì una dieta a base di proteine, soprattutto ceci, latte e lenticchie.[23] Tornato a giocare a calcio, nel Talleres, dove però non aveva un contratto professionistico, per aiutare economicamente la famiglia divenne prima un postino, aiutando suo fratello Sergio, poi "ragazzo del latte" insieme a suo cugino Carlo, lavorando dalle quattro alle otto di mattina.[17][29] Dato che la situazione per il giovane era divenuta insostenibile, la dirigenza del Talleres gli fece firmare il suo primo contratto da professionista.[30]
Nel 1991, mentre militava ancora tra le file del Talleres, conobbe Paula de La Fuente,[31] figlia di un docente universitario, che poi avrebbe sposato nel 1999.[32] La coppia ha tre figli: Sol (nata l'11 giugno 2005),[33] Ignacio (nato il 27 luglio 2008),[34] e Tomas (nato il 9 maggio 2012).[35]
Durante la sua permanenza a Remedios de Escalada prese il vezzeggiativo Pupi del fratello Sergio appena ceduto, necessario in quanto in squadra oltre a lui, c'erano ben cinque Javier.[30] Invece fu Víctor Hugo Morales a soprannominarlo El Tractor, in italiano il trattore,[36] grazie alle sue gambe possenti e alle sue corse sulle fasce.[37]
Nel 2009, è uscita la sua autobiografia Capitano e gentiluomo, edita da Rizzoli,[38] mentre nel novembre del 2011 è stato pubblicato 757 Record di fedeltà - I giorni di Zanetti, libro edito da Skira che ripercorre tutta la sua carriera in nerazzurro dall'arrivo nel 1995 al record delle 757 presenze.[39]
Il 30 maggio 2011, poche ore dopo la conquista nerazzurra della Coppa Italia, la madre di Zanetti, Violeta, venne a mancare a Buenos Aires a causa di un infarto.[40]
Nell'aprile del 2012 ha aperto nel quartiere Brera di Milano un ristorante insieme a Esteban Cambiasso, il Botinero.[41]
Nell'ottobre 2013 è uscita la sua seconda autobiografia, scritta in collaborazione con il giornalista Gianni Riotta, Giocare da uomo.[42], mentre un anno dopo ha presentato il suo libro È tutto scritto, dove l'argentino ha raccolto le più significative fasce da capitano con le quali è sceso in campo.[43]
Vive sul lago di Como, a Moltrasio[44]
Aveva buoni rapporti con Giacinto Facchetti[45] e con l'avvocato Peppino Prisco.[46]
La fede religiosa
Di fede cattolica, Zanetti è molto religioso, e per testimoniare questo vi sono i suoi impegni sociali, come la sua organizzazione benefica, la Fundación P.U.P.I..[47] Inoltre, prima di entrare sul campo fa sempre un segno della croce.[2] Grazie a una sua mediazione, il suo ex-compagno di squadra Wesley Sneijder è riuscito a convertirsi al cattolicesimo tramite il battesimo con largo anticipo.[47][48][49]
L'impegno sociale
Appena arrivato all'Inter, Zanetti è stato coinvolto da Bergomi in un'associazione chiamata Gruppo Sportivo I Bindun, nata avendo come obiettivo costruire case per i ragazzi più disagiati.[50][51]
È grazie a questa esperienza che nel 2002, insieme alla moglie Paula, ha creato la Fundación P.U.P.I., organizzazione non-profit che si occupa di fornire il necessario sostegno economico ai bambini disagiati, e alle loro famiglie, nella zona di Buenos Aires.[50][52] Proprio per l'impegno profuso nella sua Fundación, nel 2005 l'ufficio di presidenza del consiglio comunale di Milano gli ha conferito l'Ambrogino d'oro,[53] mentre il 6 gennaio 2012, si aggiudica il premio "I piedi buoni del calcio - Lo sportivo esemplare", assegnato tramite sondaggio sui siti di Gazzetta dello Sport e Lega Serie A al giocatore che nel corso dell'ultimo anno si è distinto maggiormente in attività sociali e di beneficenza con un comportamento ammirevole, sia dentro, sia fuori dal rettangolo di gioco.[54][55] Oltre alla Fondazione P.U.P.I., Zanetti partecipa assieme a Cambiasso a un'altra associazione, i Leoni di Potrero.[56]
L'argentino inoltre, dal 2006 è ambasciatore di SOS Villaggi dei Bambini, associazione ONLUS per i diritti dell'infanzia.[57]
Oltre al resto, il capitano nerazzurro è stato scelto nel 2009 come testimonial per Special Olympics, l'associazione che organizza con cadenza quadriennale,[58] i Giochi Olimpici Speciali.[59][60]
Nell'ottobre del 2011 ha partecipato all'iniziativa Il gol per la ricerca dell'Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro insieme ad Alessandro Del Piero e Pato,[61] e ha partecipato alla stessa iniziativa anche nel novembre del 2012.[62]
Con l'Inter Zanetti supporta Emergency, un'organizzazione che ha costruito e gestisce ospedali per i feriti di guerra e per emergenze chirurgiche, centri per la riabilitazione fisica e sociale delle vittime di mine antiuomo e altri traumi di guerra, un centro per la maternità, posti di primo soccorso per il trattamento immediato dei feriti, centri sanitari per l'assistenza medica di base.[59] Inoltre i nerazzurri nel 2004 appoggiarono la causa del Subcomandante Marcos, portavoce dell'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale, cercando di dare un aiuto alle popolazioni precolombiane facenti parte del Messico.[63][64]
Il 26 marzo 2015 lancia l'iniziativa #PUPIChallenge per sensibilizzare sul tema della nutrizione mangiando un peperoncino come sfida contro Gianluigi Buffon, Carles Puyol, Xherdan Shaqiri e il presentatore di Sky Alessandro Cattelan.[65]
Attività artistiche
Attività musicali
La prima partecipazione canora dell'argentino, insieme ad altri giocatori nerazzurri, è stata nella canzone Pazza Inter, registrata il 22 agosto 2003,[66] e divenuta talmente nota da sostituire l'inno ufficiale della squadra milanese nelle occasioni pubbliche.[67]
Nel 2007 Zanetti ha duettato insieme a Mina nel brano Parole parole, contenuto nell'album Todavia dell'artista italiana, venendo preferito ad Antonio Banderas.[67]
Nel marzo del 2011, il calciatore ha inciso con i Rezophonic la famosa canzone di Sergio Endrigo "Ci vuole un fiore", rivisitata in chiave moderna, per raccogliere denaro per la Fondazione Pupi e per la costruzione di pozzi d'acqua in Africa.[68]
Il 25 maggio 2012, durante una tournée dell'Inter in Indonesia, si è esibito durante una puntata in diretta di Indonesian Idol, cantando la canzone Più bella cosa di Eros Ramazzotti.[69]
Attività cinematografiche
Zanetti ha partecipato come attore al documentario del regista Piergiorgio Gay Niente paura, uscito nelle sale cinematografiche il 10 settembre 2010.[70] Al film hanno partecipato, oltre al calciatore dell'Inter, altri personaggi celebri[71][72]
Zanetti è stato protagonista del documentario Zanetti Story, diretto da Carlo Sigon e Simone Scafidi, uscito nelle sale cinematografiche il 27 febbraio del 2015.[73] È stato presentato e trasmesso all'Auditorium Pirelli di Milano e distribuito da Nexo Digital in 250 sale cinematografiche italiane.[74]. Il film si è piazzato ai primi posti al botteghino con un incasso di circa 500.000 euro.[75]
Caratteristiche tecniche
Puntuale nel recupero di palloni e nell'impostazione del gioco, Zanetti era dotato di eccellenti doti fisiche, tra cui resistenza allo sforzo prolungato e velocità, oltre che di un buon bagaglio tecnico.[76][77]
Nato nelle giovanili dell'Independiente come attaccante esterno,[29] è al Talleres che Zanetti arretra la sua posizione, riuscendo poi a giocare in quasi tutti i ruoli del reparto mediano e arretrato.[76] Infatti in Argentina scende in campo nella maggior parte delle partite da centrocampista, sia di fascia che centrale, e alcune volte anche da terzino, ruolo che successivamente lo consacrò nella sua prima stagione da professionista.[29]
Appena arrivato all'Inter, Bianchi lo schierò come laterale destro in un 5-3-2,[78] per poi passare come interno destro in un modulo a rombo sotto la gestione di Hodgson.[79] Con Simoni il giocatore nerazzurro venne spostato come laterale sinistro di centrocampo,[80] mentre poi con Lucescu giocò addirittura da seconda punta, seppur in un'amichevole con il Lugano.[81] Sotto la guida di Lippi ritornò a giocare a destra nel centrocampo, come tornante nel 4-4-2,[82] invece fu Cúper a fargli ricoprire nuovamente la posizione di terzino destro, lo stesso ruolo che ebbe durante i suoi anni in Argentina.[83] Si consolidò anche come centrocampista centrale prima con Mancini e poi con Mourinho,[84] mentre per poco tempo ha giocato anche come difensore centrale nel 3-4-3 di Gasperini,[85] per poi tornare a centrocampo con Ranieri,[86] e Stramaccioni.[87]
La sua costanza durante l'intera carriera ha fatto di lui uno dei punti cardine dell'Inter e della Nazionale argentina.[88] Particolare fu l'episodio avvenuto il giorno del suo matrimonio, quando Zanetti, pochi minuti prima di sposarsi, andò ad allenarsi da solo.[89]
La corsa palla al piede
Una delle azioni tipiche di Zanetti era la corsa palla al piede, svolta sulla fascia superando gli avversari sullo slancio,[90] per tentare il cross dal fondo.[91] Grazie alla sensibilità dei piedi, una tecnica allenata sin da bambino e alla corsa, oltre che alla forza e alla resistenza delle gambe, Zanetti riusciva a correre sulle fasce per tutta la partita.[92]
La corsa palla al piede si divideva in quattro fasi: il controllo di palla, effettuato con precisione sia col piede destro che col sinistro,[91] la progressione, durante la quale Zanetti sfruttava la propria accelerazione,[92] il raddoppio, che avveniva quando il giocatore superava un suo compagno e quando un altro correva in suo aiuto,[93] e infine il cross oppure il tiro che venivano effettuati dopo aver superato l'ultimo avversario.[94]
Carriera
Club
Gli esordi in Argentina
« L'avversario più difficile che abbia mai incontrato è stato Javier Zanetti. Lo incontrai per la prima volta nel '99, ai quarti di Champions. Lui terzino destro, io ala sinistra. M'impressionò per le sue qualità: rapido, potente, intelligente, esperto. Ci ho giocato contro altre due volte. È stato l'avversario più duro in assoluto. Un campione completo.[95][96] » (Ryan Giggs, calciatore del Manchester United, marzo 2012) |
Javier Zanetti crebbe durante il periodo della guerra sporca, e nel suo quartiere, Dock Sud, non esisteva nessun campo da calcio.[97] Sarà suo padre, il muratore Rodolfo Ignacio, assieme ad altri genitori di ragazzi del posto a creare un nuovo campetto in erba e sabbia, ed è lì che l'argentino inizierà a tirare i suoi primi calci a un pallone, nella formazione della Disneyland.[98] La settimana prima della finale del torneo locale, Zanetti a furia di giocare distrusse le scarpette da calcio, e la sua famiglia non aveva abbastanza soldi per comprarne un paio nuovo.[99] Fu così che suo padre, compiendo un grande sacrificio, le ricucì perfettamente, permettendo al figlio di giocare la finale del torneo, che poi vinse.[99]
Dopo poco tempo, nel 1982, un dirigente dell'Independiente gli offrì l'opportunità di giocare nella sua squadra, e Zanetti accettò immediatamente l'offerta, dato che era un tifoso dei Diablos Rojos.[26][99] Pochi mesi più tardi, il 24 aprile 1984, Zanetti visitò per la prima volta la Doble Visera, vedendo da spettatore la vittoria per 3-2 dell'Independiente in Copa Libertadores contro i paraguaiani dell'Olimpia,[100] ottenuta grazie a una grande prestazione di Ricardo Bochini, idolo di Zanetti.[27] Dopo esser sceso in campo per sette anni tra le file dell'Independiente,[99] i dirigenti e i tecnici della squadra decisero di tagliarlo fuori dalla squadra, perché sotto l'aspetto fisico era troppo piccolo e debole.[27]
Per più di un anno Zanetti smise di giocare a calcio, pensando solamente allo studio e al lavoro,[27] dove l'argentino aiutava suo padre nei cantieri, e questo sostegno che offrì al genitore fu molto importante dal punto di vista fisico del giocatore, in quanto acquisì centimetri e muscoli.[28] Successivamente fu ancora suo padre a intervenire nella carriera del giocatore, convincendolo a cercare un'altra squadra,[101] e l'opportunità gliela offrì il fratello Sergio, che militava nel Talleres.[28] Javier ha aspettato che suo fratello Sergio si trasferisse, perché non voleva passare per raccomandato, e infine ha fatto un provino dove è stato promosso.[102]
Nelle giovanili del Talleres giocò da centrocampista in quarta divisione, e le ottime prestazioni lo fecero promuovere in prima squadra.[29] Inoltre il club di Remedios de Escalada gli offrì un contratto da professionista, in quanto Zanetti per guadagnare e aiutare economicamente la famiglia era costretto a lavorare la mattina vendendo il latte.[103]
Talleres e Banfield
Esordì nel mondo del calcio professionistico il 22 agosto 1992, nel corso della terza giornata di Primera B Nacional, quando subentrò all'80' al posto di Miguel Ángel Fretes, vincendo 2-1 contro l'Instituto Atlético Central Córdoba.[104] Il suo debutto da titolare con i bianco-rossi è avvenuto tre giornate più tardi, quando il 12 settembre il Talleres pareggiò 0-0 in casa dell'Ituzaingó.[104] Ha segnato il suo primo gol in carriera, che tra l'altro è stato anche il primo e l'unico con la maglia del Talleres, il 20 marzo 1993, in occasione di Talleres-Arsenal de Sarandí, finita 1-1.[105] In totale, con la maglia del Talleres, scese in campo 33 volte, venendo schierato per lo più come terzino.[30] A fine campionato venne definito come uno tra i migliori giovani del torneo.[30]
Nell'estate del 1993, a vent'anni, approdò nella massima serie, la Primera División, venendo acquistato dal Banfield per 160.000 dollari, pagati a proprie spese da dieci soci della squadra.[106][107] I due allenatori, Oscar López e Oscar Cavallero gli fecero vestire la maglia numero 4, che non abbandonò più.[108] Esordì con i biancoverdi il 12 settembre 1993 contro il River Plate, in una partita finita 0-0.[108] Zanetti chiuse la stagione con 37 presenze segnando un gol,[108] il suo primo con la maglia del Banfield, il 29 settembre 1993 nel pareggio per 1-1 in casa del Newell's Old Boys.[109] Titolare anche nel campionato successivo, le sue prestazioni gli valsero la convocazione nella Nazionale argentina di Daniel Passarella.[108] Le 29 partite condite da tre reti (la prima il 23 ottobre 1994 nella vittoria per 3-0 contro l'Independiente, la seconda il 29 novembre successivo nell'1-1 interno con il Deportivo Textil Mandiyú,[110] e la terza il 2 aprile 1995 nella vittoria esterna per 4-1 contro l'Argentinos Juniors[111]) lo fecero diventare uno dei giocatori più forti della sua nazione e Zanetti entrò stabilmente nel giro della Nazionale.[112]
Durante una tournée della Nazionale in Sudafrica valida per la Mandela Cup, Zanetti ricevette da Passarella la notizia secondo cui l'Inter di Milano sarebbe stata interessata al suo acquisto.[113] A segnalarlo fu uno degli osservatori dei nerazzurri, Antonio Angelillo,[114] che era in Argentina alla ricerca di giocatori "originali", come Ariel Ortega.[113] Successivamente fu voluto fortemente anche dal presidente Massimo Moratti, che dopo averlo visionato in una videocassetta mentre giocava nella Nazionale olimpica, rimase impressionato dal suo dribbling e dalle sue qualità fisiche,[115] e ne fece di lui il suo primo acquisto,[116][117] il 13 maggio 1995.[118][119]
Inter
L'arrivo a Milano e gli esordi in nerazzurro (1995-1996)
Subito dopo Zanetti, vennero acquistati altri calciatori stranieri e, non essendo ancora in vigore la legge Bosman, ogni squadra poteva far giocare in campo soltanto tre stranieri, e quindi una cessione in prestito per l'argentino non era improbabile.[121] La società non aveva comunque alcuna intenzione di girare in prestito Zanetti, che tra l'altro Diego Armando Maradona definì «il miglior acquisto dell'anno».[122] Fu presentato, insieme al connazionale Sebastián Rambert, alla Terrazza Martini il 5 giugno 1995, venendo sommersi dai tifosi.[123]
Nonostante ci fossero quattro stranieri all'Inter (gli altri erano Roberto Carlos e Paul Ince), che tra l'altro inizialmente erano anche malvisti,[124] l'allenatore Ottavio Bianchi decise di puntare su Zanetti.[125]
L'argentino esordì ufficialmente in maglia nerazzurra allo Stadio Giuseppe Meazza il 27 agosto 1995, a 22 anni, in occasione di una partita di Serie A contro il Vicenza, vinta dalla sua nuova squadra per 1-0, con una rete di Roberto Carlos, anch'egli al debutto.[126][127] Invece il suo esordio nelle coppe europee avvenne pochi giorni più tardi, il 12 settembre in casa del Lugano, dove la sua squadra pareggiò 1-1.[128] Bianchi fu sostituito a fine settembre da Luis Suárez,[129] che a sua volta verrà poi rimpiazzato dall'inglese Roy Hodgson; anche gli altri due allenatori di stagione ebbero fiducia nell'argentino.[129] Sotto la gestione Hodgson, Zanetti segnò il suo primo gol con la maglia dell'Inter, il 3 dicembre 1995 in casa contro la Cremonese, e il giorno dopo venne premiato con un 8 in pagella da La Gazzetta dello Sport.[79] Alla fine del campionato l'Inter si piazzò al settimo posto in classifica, un risultato deludente per il presidente Moratti all'esordio.[130]
Le due finali di Coppa UEFA (1996-1998)
Le 32 partite disputate e i due gol segnati nella stagione 1995-1996, lo portarono a essere un titolare dei nerazzurri.[79] L'argentino con il passare dei mesi iniziò ad ambientarsi, conquistando pian piano la tifoseria nerazzurra, grazie alla sua grinta, alla sua abnegazione e alla sua costanza, oltreché alle sue corse palla al piede.[79] Neanche la stagione successiva arrivò lo scudetto,[130] ma in Coppa UEFA, la squadra approdò in finale (di andata e ritorno) contro lo Schalke 04:[130] dopo aver perso a Gelsenkirchen per 1-0, al termine dei minuti regolamentari e supplementari del ritorno il punteggio era lo stesso, ma a favore dell'Inter;[130] durante gli ultimi minuti del secondo tempo supplementare Hodgson sostituì Zanetti per fare entrare un attaccante in vista dei calci di rigore, che poi l'Inter perse.[131]
Diversamente andò l'anno dopo: in Coppa UEFA, i nerazzurri approdarono nuovamente in finale, contro la Lazio; la partita fu disputata il 6 maggio 1998 al Parc des Princes di Parigi,[132] e fu vinta dall'Inter per 3-0: Zanetti realizzò la rete del parziale 2-0:[133] per Zanetti la Coppa UEFA fu il primo trofeo in nerazzurro, dopo tre anni in Italia.[134] In campionato invece, gli uomini del nuovo allenatore Simoni dopo aver condotto al primo posto larga parte del torneo,[135] dovettero arrendersi nelle giornate finali a causa dello scontro diretto con la Juventus, classificandosi così al secondo posto.[136]
Le prime stagioni da capitano (1998-2001)
La stagione 1998-1999 partì con una serie di acquisti, come ad esempio Roberto Baggio, che divenne uno dei giocatori a cui Zanetti si affezionò di più,[137] infatti l'ex attaccante regalò all'argentino un suo labrador da caccia, Simba.[138] In questa stagione Zanetti, il 28 ottobre 1998, nella gara di andata degli ottavi di finale di Coppa Italia contro il Castel di Sangro, disputò il suo primo match in nerazzurro con la fascia da capitano al braccio.[139] L'argentino fu guidato prima da Simoni, poi dal subentrante Mircea Lucescu, quindi da Castellini a seguito dell'esonero del rumeno dopo l'eliminazione dalla Champions da parte del Manchester United e la sconfitta esterna per 4-0 con la Sampdoria[81][140] e infine dal richiamato Hodgson, che guidò i nerazzurri fino all'ottavo posto in campionato, senza peraltro qualificarsi alle coppe europee dell'anno successivo, infatti l'Inter perse gli spareggi UEFA con il Bologna.[81]
Dopo Hodgson, il presidente Moratti come allenatore ingaggiò Marcello Lippi.[141] Sotto la gestione del tecnico viareggino si ritirò il capitano dell'Inter di allora, Giuseppe Bergomi; oltre a Bergomi andò via anche Gianluca Pagliuca, che in quel momento ricopriva il ruolo di vice capitano della squadra, e fu Zanetti, a ventisei anni, a vedersi affidata la fascia, giacché la rosa aveva un'età media molto giovane e lui era il giocatore con più stagioni in nerazzurro.[141][142] Il debutto di Zanetti da capitano coincise con Inter-Hellas Verona (3-0) del 29 agosto 1999.[8] La squadra chiuse il campionato al quarto posto a pari punti con il Parma, vincendo lo spareggio per l'accesso ai preliminari di Champions League proprio contro gli emiliani;[143] la squadra arrivò inoltre in finale di Coppa Italia contro la Lazio, perdendola.[144]
La stagione 2000-2001 cominciò male per Zanetti, che durante la preparazione estiva ebbe una lesione muscolare all'adduttore sinistro che gli fece saltare le prime partite.[145] Durante la sua assenza, l'Inter venne eliminata nel turno preliminare di Champions League dagli svedesi dell'Helsingborgs e perde la Supercoppa italiana contro la Lazio; Lippi, dimessosi dall'incarico di allenatore,[146] venne sostituito da Marco Tardelli, che condusse la squadra al quinto posto in campionato, qualificandosi in Coppa UEFA.[147]
Lo scudetto perso all'ultima giornata e le stagioni di transizione (2001-2004)
Sotto la nuova guida tecnica di Héctor Cúper,[148] connazionale di Zanetti, il calciatore fu ritenuto un elemento fondamentale nel progetto della squadra che sarebbe stata costruita.[147]
In Coppa UEFA i nerazzurri vennero eliminati in semifinale dal Feyenoord, e in campionato furono a lungo al vertice della classifica.[83] L'epilogo si ebbe il 5 maggio, in cui l'Inter venne sconfitta per 4-2 dalla Lazio all'Olimpico, mentre Roma e Juventus vinsero le rispettive partite scavalcando i nerazzurri, che terminarono così il campionato al terzo posto, perdendo quindi lo scudetto all'ultima giornata.[149]
Il 24 aprile Zanetti ricevette il Pallone d'argento, un riconoscimento assegnato annualmente dalla Giunta di Presidenza dell'Unione Stampa Sportiva d'Italia in base sia ai meriti sportivi sia per le qualità morali mostrate nell'arco di una stagione sportiva.[150] La motivazione data dall'Unione per l'argentino, è stata quella di essere stato «protagonista nel corso del campionato di un comportamento di alta sportività nei confronti degli avversari e degli arbitri e altresì protagonista nella vita di slanci verso i più deboli».[150]
Nel 2002-2003 i nerazzurri terminarono il campionato al secondo posto, alle spalle della Juventus, vincitrice dello scontro diretto nel girone di ritorno al Delle Alpi.[151] Invece, in Champions League i nerazzurri dopo ventidue anni si qualificarono alle semifinali del torneo, uscendo dalla competizione per mano del Milan con un doppio pareggio.[152]
Nella stagione 2003-2004 Zanetti fu guidato da Cúper, che dopo una serie di prestazioni altanenanti venne sostituito dal subentrante Alberto Zaccheroni,[153] il quale concluse il campionato alle spalle di Milan, Roma e Juventus, centrando il quarto posto.[154]
In Champions League la squadra chiuse la fase a gironi al terzo posto accedendo in Coppa UEFA, fermandosi ai quarti di finale contro l'Olympique Marsiglia.[155]
Le vittorie in Coppa Italia e lo scudetto dopo Calciopoli (2004-2006)
Sotto la guida del nuovo allenatore Roberto Mancini, che da calciatore giocò contro Zanetti molte volte, come in finale di Coppa UEFA nel 1998,[156] la squadra venne completamente rivoluzionata dall'allenatore di Jesi, soprattutto dal punto di vista tattico.[156] L'Inter, chiuse il campionato al terzo posto, prima stagione in cui fu incentrato lo scandalo Calciopoli, venuto alla luce solo dopo un anno.[157] In Champions League i nerazzurri vennero eliminati dalla massima competizione continentale ai quarti di finale, ancora dal Milan.[156][158]
Mancini riuscì a riportare un trofeo in bacheca dopo sette anni, vincendo la Coppa Italia nella doppia finale contro la Roma,[156] il 15 giugno 2005, dopo essersi imposto sia all'andata che al ritorno.[159] La Coppa Italia 2004-2005 fu il primo trofeo di Zanetti conquistato da capitano, anche se ha lasciato alzare il trofeo al vice-capitano Córdoba il giorno della premiazione, in quanto l'argentino era impegnato con la sua Nazionale.[160]
La stagione 2005-2006 cominciò bene per l'Inter, che il 20 agosto, battendo la Juventus al Delle Alpi, conquistò la sua seconda supercoppa italiana della storia, la prima per Zanetti.[161] In campionato l'Inter stette dietro la Juventus fino ad arrivare a 11 punti di distacco, terminando il campionato al terzo posto.[162] Tuttavia, in quei giorni emersero i primi dettagli sullo scandalo Calciopoli, i cui effetti si materializzarono con l'assegnazione dello scudetto all'Inter data anche la penalizzazione dal Milan: il 26 luglio 2006 la FIGC assegnò all'Inter il quattordicesimo scudetto della sua storia, il primo per Zanetti.[163][164][165]
In Champions League i nerazzurri uscirono ai quarti di finale battuti dal Villarreal.[166]
La stagione meneghina si completò, così, ancora una volta con la Coppa Italia, che i nerazzurri vinsero per la seconda volta consecutiva contro la Roma.[167][168] Dopo il pareggio all'Olimpico (1-1), al ritorno la formazione milanese prevalse per 3-1, conquistando il trofeo per la quinta volta nella sua storia.[167]
Lo scudetto dei record (2006-2007)
La stagione 2006-2007 iniziò come la precedente, infatti l'Inter conquistò la sua terza supercoppa italiana, contro la Roma, battuta in rimonta per 4-3, dopo i tempi supplementari.[169][170]
In campionato i nerazzurri vinsero lo scudetto[171] all'Artemio Franchi, battendo per 2-1 il Siena.[172] Il torneo venne conquistato dopo aver totalizzato 97 punti, ottenendo dalla stampa il nome "Inter dei record".[173]
In Champions League la squadra venne eliminata dal Valencia agli ottavi di finale dopo un doppio pareggio (2-2 nell'andata al Meazza e 0-0 nel ritorno al Mestalla).[174]
In Coppa Italia l'Inter raggiunse ancora una volta la finale e sempre contro la Roma, che questa volta vinse il torneo.[175]
Il 15 maggio 2007 Zanetti ha ricevuto premio Prisco per la sua lealtà, la sua correttezza e la sua simpatia sportiva.[176]
Lo scudetto del centenario (2007-2008)
Nella stagione del centenario nerazzurro, i milanesi perdono la Supercoppa contro la Roma (1-0),[177][178] ma vincono il campionato. Lo scontro diretto tra Inter e Roma, che successivamente si rivelò decisivo ai fini dell'assegnazione dello scudetto, arrivò il 27 febbraio a Milano: Zanetti, con un destro dal limite dell'area, pareggiò il vantaggio giallorosso.[179] A fine stagione Zanetti alzò al cielo il suo terzo scudetto, il sedicesimo della storia nerazzurra.[180]
In Champions League i nerazzurri vennero eliminati dal Liverpool, che agli ottavi di finale vinse sia l'incontro di andata ad Anfield, nonostante Zanetti fosse stato uno dei migliori in campo,[181] che quello di ritorno a Milano,[182] non riuscendo a ripetere la rimonta che nel 1965 l'Inter riuscì a compiere proprio sul Liverpool, e che uno dei protagonisti di quella partita, Giacinto Facchetti, raccontò proprio all'argentino diverse volte.[183]
In Coppa Italia invece, l'Inter raggiunse la finale per la quarta volta consecutiva, ancora contro la Roma, poi vincitrice.[184]
Le prime vittorie con Mourinho (2008-2009)
La stagione 2008-2009 cominciò il 24 agosto, quando l'Inter vinse ai tiri di rigore la supercoppa italiana contro la Roma, dopo che i tempi regolamentari si conclusero sul 2-2.[185] Il rigore decisivo all'assegnazione del trofeo lo calciò proprio Zanetti (tra l'altro questo fu il primo e unico rigore battuto dall'argentino).[186] Fu la prima vittoria sotto la guida del nuovo tecnico José Mourinho.[187]
In campionato i nerazzurri riuscirono a vincere lo scudetto con tre giornate d'anticipo, il 16 maggio 2009, dopo la sconfitta del Milan al Friuli.[188] Questo fu il quarto scudetto consecutivo dei nerazzurri, e venne festeggiato il giorno dopo, quando l'Inter vinse contro il Siena per 3-0.[189]
In Champions League l'Inter uscì agli ottavi di finale a opera del Manchester United.[190]
In Coppa Italia la squadra fu eliminata in semifinale dalla Sampdoria.[191]
Il 22 gennaio Zanetti vinse il premio Campione della gente, la cui giuria era composta da quattordici testate giornalistiche nazionali, grazie alle sue attività benefiche a favore dei bimbi argentini.[192]
Il triplete (2009-2010)
La stagione 2009-2010 si aprì a Pechino con la sconfitta nel primo trofeo della stagione, contro la Lazio per 2-1.[194][195]
Per essersi distinto nel corso della carriera per aver mantenuto comportamenti in linea con i più autentici principi panathletici nel rispetto delle regole e degli avversari di gioco, il 9 marzo gli venne consegnato a Bergamo il Premio Senatore Daniele Turani, trent'anni dopo Giacinto Facchetti.[196]
In Coppa Italia i nerazzurri batterono la Roma in finale, disputata il 5 maggio allo stadio Olimpico.[197]
In campionato l'Inter ebbe come principale rivale ancora una volta i giallorossi: il 16 maggio, durante l'ultima giornata l'Inter, vincendo 1-0 a Siena, con un gol di Milito arrivato proprio grazie ad un assist di Zanetti, si laureò campione d'Italia per la diciottesima volta, la quinta consecutiva.[198]
Al termine del campionato 2009-2010 con 502 presenze in Serie A Zanetti risultò primo fra i giocatori non nati in Italia (decimo in assoluto e primo in attività) e primo fra quelli che non hanno militato nella Nazionale italiana; inoltre l'argentino contava 132 presenze nelle competizioni UEFA per club, 59 in Coppa Italia, 5 in Supercoppa italiana e 3 negli spareggi UEFA contro Bologna e Parma al termine delle stagioni 1998-1999 e 1999-2000.[76][199]
In Champions League l'Inter, dopo aver eliminato i campioni in carica del Barcellona in semifinale, arrivò all'ultimo atto della manifestazione.[200] Il 22 maggio al Santiago Bernabéu di Madrid gli avversari erano i tedeschi del Bayern Monaco: i nerazzurri vinsero per 2-0, grazie a una doppietta di Diego Milito, e Zanetti, alla sua 700ª gara in nerazzurro, alzò per la prima volta la Champions League, così l'Inter riuscì a conquistare una storica tripletta, diventando la prima e unica squadra italiana a realizzare tale obiettivo.[201][202]
La quarta Supercoppa, il Mondiale per club e la Coppa Italia (2010-2011)
Sotto la guida del nuovo allenatore Rafael Benítez, l'Inter esordì in supercoppa italiana il 21 agosto, nuovamente contro la Roma, partita vinta per 3-1.[203] I nerazzurri così conquistarono il loro primo trofeo della stagione, il quarto titolo nell'intero anno 2010.[203]
Sei giorni dopo, in supercoppa europea, l'Inter affrontò allo Stadio Louis II la squadra vincitrice dell'Europa League, l'Atlético Madrid:[204] i Colchoneros riuscirono a battere l'Inter per 2-0, impedendo ai nerazzurri di centrare il sextuple, compiuto dal Barcellona, con la vittoria di tutti e sei i trofei a disposizione nell'anno solare.[205]
Il 28 agosto, a Cinisello Balsamo, per i risultati ottenuti nell'ultima stagione sportiva, Zanetti è stato insignito del premio Gaetano Scirea alla carriera.[206] L'argentino divenne il primo straniero a ottenere tale riconoscimento.
Il 20 ottobre Zanetti, a 37 anni e 71 giorni, segnando la rete del provvisorio 1-0 in Inter-Tottenham (finirà 4-3 per i nerazzurri), divenne il calciatore più anziano ad aver mai segnato in Champions League.[207] Il 3 novembre il suo record fu battuto da Filippo Inzaghi in Milan-Real Madrid.
Il 15 dicembre l'Inter disputò la Coppa del mondo per club FIFA. In semifinale i nerazzurri batterono i campioni asiatici del Seongnam per 3-0, e la seconda marcatura venne realizzata proprio da capitan Zanetti.[208] Il 18 dicembre l'Inter, in finale con il Mazembe, si laureò campione del mondo per la terza volta, vincendo per 3-0, conquistando così il quinto trofeo dell'anno.[209][210]
Il 15 gennaio 2011, nella partita contro il Bologna vinta 4-1 sotto la guida del nuovo allenatore Leonardo, Zanetti superò il record di presenze di Bergomi in Serie A, 519 gare.[211]
L'Inter chiuse il campionato al secondo posto dietro il Milan, conquistando per la decima volta consecutiva l'accesso alla Champions League (nessun'altra squadra italiana è mai riuscita a ottenere, nella storia della competizione, una striscia così lunga di partecipazioni consecutive).[212]
In Champions League i nerazzurri, campioni in carica, vennero eliminati ai quarti di finale a opera dello Schalke 04, a seguito di una sconfitta interna nell'incontro d'andata per 5-2,[213] e di una esterna alla Veltins Arena, per 2-1.[214]
In Coppa Italia, nella gara di ritorno della semifinale, contro la Roma, disputatasi l'11 maggio 2011 (1-1), Zanetti giocò la sua partita numero 1000 in carriera tra campionati (633), coppe nazionali (63), coppe continentali (143), altre coppe (9), Under-23 (12) e Nazionale argentina (145).[17][215][216] Il capitano nerazzurro entrò così anche a far parte dei calciatori con almeno 1000 presenze in carriera.[17][217][218] Pochi giorni più tardi, il 29 maggio 2011, i nerazzurri conquistarono la loro settima Coppa Italia, battendo il Palermo per 3-1, e si aggiudicarono contestualmente anche la Coppa del 150º anniversario dell'Unità d'Italia, trofeo assegnato unicamente in questa edizione, e sollevato al cielo durante la premiazione finale da Materazzi.[219]
Tra Gasperini, Ranieri e Stramaccioni (2011-2012)
Sotto la guida del nuovo tecnico Gian Piero Gasperini, la stagione nerazzurra si aprì con una sconfitta in supercoppa italiana contro il Milan per 2-1, reti di Sneijder su punizione, Ibrahimovic e Boateng.[220]
In campionato, alla quarta partita ufficiale, il 17 settembre 2011, in Inter-Roma, Zanetti raggiunse Bergomi a quota 756 presenze con la maglia dell'Inter.[221] L'argentino insieme a Bergomi ha disputato in totale 134 partite e ha inoltre vinto la Coppa UEFA 1997-1998.[222] Zanetti è stato titolare in 722 gare rispetto alle 741 di Bergomi, ha giocato la metà in Coppa Italia (64 contro 119) ma quasi sette volte di più in Champions League (98 contro 15) e ha segnato di meno (21 gol contro 28).[223] Di conseguenza, nella partita successiva, quella del 20 settembre contro il Novara, finita 3-1 per i piemontesi, Zanetti superò il record di Bergomi con 757 presenze.[8]
Il 28 settembre Zanetti festeggiò il suo record di presenze con l'Inter con una festa alla Terrazza Martini di Milano dove fu presentato nel 1995.[224][225][226][227] Inoltre il presidente Moratti conferì a Zanetti un incorniciato d'argento del primo documento ufficiale che sanciva l'autorizzazione della FIGC al suo tesseramento, riportante la data del 18 luglio 1995.[224]
Il 10 ottobre, durante la cerimonia di consegna del Golden Foot 2011 nel Principato di Monaco, vinto da Ryan Giggs, venne assegnato all'argentino il premio alla carriera come leggenda del calcio mondiale, con l'onore di lasciare l'impronta dei propri piedi e il suo autografo sulla Champions Promenade.[18]
Il 3 dicembre in Inter-Udinese (0-1), gli viene comminata la sua prima espulsione in Serie A da parte dell'arbitro Andrea Gervasoni per somma di ammonizioni.[228] L'ultima e unica espulsione di Zanetti con la maglia dell'Inter risaliva al 17 febbraio 1999 quando, nella sconfitta interna per 0-2 contro il Parma in semifinale di Coppa Italia,[229] l'arbitro Stefano Braschi, lo espulse al 78'.[230]
Il 6 febbraio venne assegnato a Zanetti dalla Gazzetta dello Sport il premio "I piedi buoni del calcio - Lo sportivo esemplare", come giocatore che si è distinto maggiormente in attività sociali e di beneficenza.[231]
Zanetti giocò anche sotto la guida dei successivi due allenatori stagionali, Claudio Ranieri e Andrea Stramaccioni, e l'11 aprile in occasione di Inter-Siena (2-1), il capitano nerazzurro raggiunse Dino Zoff a quota 570 nella classifica di presenze in Serie A piazzandosi al 3º posto, dietro a Gianluca Pagliuca (592).[232] La squadra chiuse il campionato al sesto posto, qualificandosi per il terzo turno preliminare di Europa League.[233]
In Champions League, il 27 settembre in CSKA Mosca-Inter (2-3), Zanetti stabilì il record di 78 presenze nella competizione con la fascia di capitano, superando Paolo Maldini (77 presenze),[234] mentre il 18 ottobre raggiunse la sua presenza numero 100 in Champions League in occasione di Lille-Inter (0-1).[235] La squadra uscì agli ottavi di finale per mano dell'Olympique de Marseille, qualificatasi in virtù dei gol in trasferta.[236][237]
In Coppa Italia l'Inter, il 25 gennaio allo Stadio San Paolo, venne eliminata dal Napoli dopo una partita finita 2-0.[238]
Le 800 presenze con la maglia dell'Inter e l'infortunio (2012-2013)
Il 23 agosto 2012, nella sfida dei play-off d'Europa League contro il Vaslui, Zanetti giocò la sua partita numero 800 con la maglia dell'Inter tra Serie A (570), Coppa Italia (66), coppe europee (151) e altre competizioni (13).[239][240] Il 7 ottobre 2012 nel derby contro il Milan, vinto per 1-0, disputò la sua 45º stracittadina, superando Bergomi (a quota 44) e diventando così il nerazzurro con più presenze nel derby cittadino.[241] Qualche settimana più tardi, il 3 novembre, nel suo 38º derby d'Italia contro la Juventus, vinto dall'Inter per 3-1 a Torino, Zanetti ha disputato una delle sue migliori partite, venendo indicato tra i migliori in campo.[242] Il 12 novembre la Gazzetta dello Sport gli ha conferito il premio Giacinto Facchetti, per il suo impegno nel sociale e per la sua storia d'atleta,[243] mentre il 28 gennaio l'Associazione Italiana Calciatori gli ha conferito il Premio fedeltà e della critica.[244] Il 3 febbraio 2013, nella partita esterna contro il Siena persa dall'Inter per 3-1, raggiunge Pagliuca al secondo posto per numero di partite in Serie A (592) e la domenica successiva lo supera.[245] Il 10 marzo, nella partita interna persa 1-0 contro il Bologna, conteggiando anche tre spareggi, raggiunge le 600 presenze in massima serie; è l'unico assieme a Paolo Maldini a tagliare questo traguardo.[246]
Il 21 aprile, nella partita interna contro il Parma, giocò la sua 1100ª presenza in totale, consolidando la sua quarta posizione tra i giocatori con più presenze in assoluto.[247]
Il 28 aprile 2013, nella partita di campionato persa per 1-0 contro il Palermo, si è procurato la rottura del tendine di Achille del piede sinistro.[248] È risultato essere perfettamente riuscito l'intervento a cui Zanetti è stato sottoposto il 30 aprile al Policlinico San Matteo di Pavia per mano dell'équipe del professor Franco Benazzo con la supervisione di Franco Combi, dottore dell'Inter; con il recupero del giocatore previsto entro 6 mesi.[249][250] Nonostante questo infortunio lo tenga distante dai campi per un certo periodo, gli è stato rinnovato il contratto di un altro anno.[251]
Il ritorno in campo con Mazzarri e il ritiro (2013-2014)
Nonostante la gravità dell'infortunio a trentanove anni,[253] che ha messo in dubbio la prosecuzione della sua carriera calcistica,[254] Zanetti decide di iniziare la stagione 2013-2014. Il 16 ottobre, circa cinque mesi dopo l'infortunio, Zanetti è tornato a lavorare ad aggregarsi al gruppo durante i consueti allenamenti ad Appiano Gentile.[255][256][257]
Ripresosi totalmente dall'infortunio, il 9 novembre, in occasione della partita contro il Livorno (2-0), torna in campo 195 giorni dopo l'incidente, subentrando all'82' al posto di Saphir Taider.[254][258] Scendendo in campo a 40 anni e 91 giorni, è diventato il dodicesimo giocatore più anziano di tutti i tempi in Serie A."[258] Pochi giorni più tardi, il 20 novembre, l'argentino ha ricevuto al Teatro Regio di Parma il Premio Sport e Solidarietà, organizzato dall'Unione Veterani dello Sport, per il suo impegno solidale nella Fundación P.U.P.I.[259]
Il 1º dicembre Zanetti è sceso in campo da titolare per la prima volta dopo l'infortunio, con una fascia da capitano recante la scritta "Back to the future".[260] Questa partita coincise con la prima in tribuna per Erick Thohir nelle vesti di presidente dell'Inter.[261] Scendendo in campo a 40 anni e 113 giorni, Zanetti diventa il decimo giocatore più anziano di tutti i tempi in Serie A: supera infatti l'ex compagno di squadra Gianluca Pagliuca e l'ex portiere della nazionale Enrico Albertosi.
In un'intervista al quotidiano argentino La Nación, il 6 maggio 2014 ha annunciato l'intenzione di ritirarsi al termine della stagione 2013-2014.[262][263]
Il 10 maggio ha giocato l'ultima partita a San Siro nella partita vinta 4-1 contro la Lazio lasciando così l'Inter che ritorna in Europa League.[264]
Il 18 maggio prima dell'inizio della sua ultima apparizione da calciatore è stato omaggiato dal presidente del Chievo Verona Luca Campedelli, che ha voluto salutare il capitano nerazzurro con una targa ricordo. Ha disputato, per tutti e 90 i minuti, l’ultimo incontro della carriera in maglia nerazzurra sul campo dei clivensi, che si sono aggiudicati il match per 2-1.[265]
Javier Zanetti si è così ritirato dal calcio giocato, dopo ventidue anni di carriera, diciannove dei quali trascorsi all'Inter: in maglia nerazzurra Zanetti è sceso in campo 857 volte, in 813 occasioni è partito da titolare (venendo sostituito solamente in 42 partite), giocando per un totale di 73.284 minuti e segnando 21 reti.[266]
Nazionale
Nazionale maggiore
Il debutto e i primi tempi: dalla finale di Coppa re Fahd al Mondiale francese (1994-1999)
Dopo la Mondiale americano, la Nazionale argentina doveva essere completamente ricostruita.[267] Nel novembre del 1994, a seguito delle buone prestazioni con la maglia del Banfield, l'allora commissario tecnico della nazionale argentina, Daniel Passarella, inserì per la prima volta il nome di Zanetti nella lista dei convocati della Selección.[108]
Debuttò con la Nazionale maggiore a Santiago del Cile il 16 novembre 1994, a 21 anni, in una partita amichevole contro il Cile finita 3-0 per l'Argentina.[267]
Nel gennaio del 1995 venne convocato per la Coppa re Fahd, la seconda edizione del torneo amichevole intitolato all'allora re dell'Arabia Saudita, e che venne poi ulteriormente assorbita dalla FIFA nell'ambito della Confederations Cup.[268] L'Argentina perse in finale per 2-0 contro la Danimarca.[269]
Nell'estate del 1995 Zanetti venne anche convocato per la Copa América in Uruguay.[270] La Nazionale argentina uscì ai quarti di finale contro il Brasile, dopo aver perso ai calci di rigore.[271]
Tre anni più tardi, Zanetti prese parte ai Mondiali 1998 in Francia, debuttando per la prima volta nella competizione mondiale il 14 giugno a Tolosa, contro il Giappone (vittoria per 1-0).[272] Agli ottavi di finale la Nazionale argentina incontrò l'Inghilterra, e in questa partita Zanetti segnò il gol del decisivo 2-2, grazie a una punizione che Verón, al posto di calciare in porta, servì a lui che, posizionato davanti alla barriera inglese, riuscì a finalizzare.[273] Nei quarti di finale la Nazionale albiceleste venne eliminata dai Paesi Bassi, che prevalse sui sudamericani per 2-1.[274] Al termine del mondiale francese Zanetti giocò da titolare tutte le sei partite della nazionale argentina,[275] venendo sostituito soltanto durante Argentina-Croazia per precauzione, poiché giocava con un'infiltrazione.[276]
Nel 1999, nonostante il nuovo commissario tecnico Marcelo Bielsa avesse completamente rinnovato il gruppo della Nazionale argentina, Zanetti venne convocato per la Copa América in Paraguay, debuttando il 1º luglio contro l'Ecuador.[277] La partita finì 3-1 per l'Argentina.[278] L'Argentina uscì dalla competizione nella fase a eliminazione diretta per mano del Brasile.[279][280]
L'affermazione: il mondiale nippo-coreano e le finali di Copa América e di Confederations Cup (2000-2006)
Tra il 2000 e il 2001 l'Argentina vinse il girone di qualificazione sudamericano per il mondiale 2002, con 43 punti accumulati in 18 partite.[281] Zanetti di quelle diciotto gare ne saltò solamente quattro, per giunta consecutive, tra l'agosto e il novembre del 2000, a causa di un infortunio all'adduttore sinistro.[145][282] Venne convocato da Bielsa anche per il Mondiale 2002, disputatosi in Corea del Sud e Giappone.[283]
Inserita in un girone con Nigeria, Svezia e Inghilterra, con Bielsa che rivoluzionò quasi interamente tutta la squadra lasciando tuttavia in campo Zanetti,[284] l'Argentina venne eliminata dal campionato mondiale.[285]
Bielsa continuò a far giocare Zanetti, facendogli indossare ufficialmente per la prima volta la fascia di capitano della Nazionale il 7 giugno 2003, in una partita di Kirin Cup contro il Giappone, dove segnò anche una rete.[286]
Zanetti venne convocato da Bielsa anche per la Copa América 2004 in Perù.[287][288] La nazionale celeste perse la competizione in finale contro il Brasile, ai tiri di rigore (4-2 il finale).[289]
Nonostante Zanetti con Pekerman avesse giocato quasi tutte le gare di qualificazione al campionato mondiale 2006 e tutte quelle di Confederations Cup, venne escluso a sorpresa dall'elenco dei 23 convocati per il campionato mondiale in Germania.[290] L'Argentina uscì ai quarti contro la Germania dopo i tiri dal dischetto[291] e subito dopo quella partita Pekerman rassegnò le dimissioni, finendo così il suo ciclo.[292]
Il ritorno: un'altra finale di Copa América e il fallimento casalingo (2006-2011)
Sotto la guida di Alfio Basile, l'argentino tornò nel giro della Nazionale partecipando alla Copa América in Venezuela. La Selección venne eliminata in finale, a Maracaibo, ancora dal Brasile, che s'impose per 2-1.[293]
Subito dopo la finale con il Brasile, il capitano dell'Argentina Ayala annunciò il ritiro dalla Nazionale.[294] La fascia di capitano, così, venne ereditata da Zanetti.[295] Il 17 novembre 2007, scendendo in campo nella partita contro la Bolivia valida per le qualificazioni al mondiale 2010, Zanetti timbrò la sua 116ª presenza con la maglia dell'Argentina, superando il record di partite giocate per la Nazionale albiceleste appartenuto fino ad allora proprio ad Ayala.[14]
Già fin dalla prima partita sotto la guida di Maradona, il 19 novembre 2008 in occasione della partita Scozia-Argentina, finita 1-0 per i sudamericani, Zanetti cedette la fascia di capitano a Javier Mascherano, in quanto Maradona lo riteneva più vicino al suo ideale di Nazionale.[296]
Nonostante il buon rapporto di Zanetti con Maradona,[297] a distanza di quattro anni, venne ancora escluso dall'elenco dei 23 convocati per il campionato mondiale 2010 in Sudafrica. L'Argentina di Maradona venne eliminata ai quarti di finale con un 4-0 dalla Germania.[298]
Il nuovo CT Sergio Batista riconvocò Zanetti, che il 1° giugno 2011 lo inserì nella lista dei 23 giocatori,[299] partecipando così alla sua quarta Copa América.[300] La squadra venne eliminata nei quarti di rigore dall'Uruguay, dopo il pareggio per 1-1.[301] Zanetti in quell'occasione disputò la 22ª presenza in Copa América, diventando il calciatore argentino con più presenze nella competizione sudamericana, staccando i connazionali José Salomón e Oscar Ruggeri.[302]
Dopo l'eliminazione con l'Uruguay, Batista venne sostituito da Alejandro Sabella come ct della Nazionale argentina,[303] che ha successivamente definito Zanetti come un "simbolo nel mondo"[304] e infine come un "orgoglio nazionale".[305]
In maglia albiceleste Zanetti è sceso in campo per 145 partite, 138 delle quali da titolare e venendo sostituito per otto volte: in totale ha giocato 12.329 minuti, segnando cinque reti.[266]
Nazionale olimpica
Tra il 1995 e il 1996, Zanetti, oltreché giocare partite con la Nazionale maggiore, ne disputò qualcuna anche con la selezione olimpica, ovvero la Nazionale Under-23.[306]
Nel 2004 ebbe l'occasione di giocare nuovamente il torneo olimpico, che poi l'Argentina vinse, ma rifiutò la convocazione per allenarsi con l'Inter.[307]
Nel marzo del 1995, a Mar del Plata, in Argentina, si disputò la XII edizione dei Giochi panamericani, i giochi che vedono in competizione atleti dei paesi del continente americano.[308] Nel calcio, la Nazionale olimpica argentina arrivò fino alla finale contro il Messico, vincendo ai rigori.[309] L'Argentina conquistò per la quarta volta l'oro panamericano, con Zanetti che disputò tutte le partite della competizione.[309]
Tra il luglio e l'agosto del 1996 ad Atlanta si svolse la XXVI edizione dei Giochi olimpici, e venne disputato il ventiduesimo torneo olimpico di calcio.[306] La Nazionale olimpica argentina, sempre guidata dal commissario tecnico della Nazionale maggiore Passarella, fu formata da calciatori giovani, ma con esperienza, e che poi diventeranno titolari della Nazionale maggiore negli anni successivi, come ad esempio Zanetti.[306] Il 3 agosto, ad Athens, si disputò la finale del XXVI torneo olimpico fra Argentina e Nigeria, vinta dagli africani per 3-2.[310] La Nazionale argentina conquistò quindi la medaglia d'argento, la prima dopo quella ad Amsterdam del 1928.[306]
In totale, con la maglia della nazionale olimpica, Zanetti ha giocato 1.080 minuti in 12 partite, tutte da titolare e senza mai essere sostituito.[266]
Dopo il ritiro
Dopo aver appeso gli scarpini al chiodo, Zanetti ha partecipato a varie iniziative sociali dell'Inter in giro per il mondo come le partite di Inter Forever insieme a Francesco Toldo e altri ex interisti.[311]
Il 1º settembre con la collaborazione di Papa Francesco ha organizzato la Partita per la Pace allo stadio Olimpico, tra le squadre Scholas e Team Pupi e finita 6-3 per quest'ultima.[312]
Nel frattempo il presidente dell'Inter Erick Thohir lo ha nominato vice presidente del club nerazzurro,[313] con un contratto fino al 2016.[314] Ha mantenuto l'incarico nonostante l'improvviso addio societario della famiglia Moratti a ottobre.[315]
Il 12 gennaio 2015 ha partecipato al Gala del Pallone d'oro a Zurigo[316][317] e due giorni dopo è stato nominato "Ambassador" per Expo Milano 2015.[318] L'11 febbraio è stato ospite durante la seconda serata del 65º Festival di Sanremo condotto da Carlo Conti per parlare appunto dell'Expo e della partita benefica Zanetti and Friends Match for Expo Milano 2015.[319]
Statistiche
Presenze e reti nei club
Statistiche aggiornate al 18 maggio 2014.
Stagione | Squadra | Campionato | Coppe nazionali | Coppe continentali | Altre coppe | Totale | |||||||||
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
Comp | Pres | Reti | Comp | Pres | Reti | Comp | Pres | Reti | Comp | Pres | Reti | Pres | Reti | ||
1992-1993 | Talleres | PB | 33 | 1 | - | - | - | - | - | - | - | - | - | 33 | 1 |
Totale Talleres[320] | 33 | 1 | - | - | - | - | - | - | 33 | 1 | |||||
1993-1994 | Banfield | A+C | 19+18 | 1+0 | - | - | - | - | - | - | - | - | - | 37 | 1 |
1994-1995 | A+C | 19+10 | 2+1 | - | - | - | - | - | - | - | - | - | 29 | 3 | |
Totale Banfield[320] | 66 | 4 | - | - | - | - | - | - | 66 | 4 | |||||
1995-1996 | Inter | A | 32 | 2 | CI | 5 | 0 | CU | 2 | 0 | - | - | - | 39 | 2 |
1996-1997 | A | 33 | 3 | CI | 5 | 1 | CU | 12 | 0 | - | - | - | 50 | 4 | |
1997-1998 | A | 28 | 0 | CI | 4 | 0 | CU | 9 | 2 | - | - | - | 41 | 2 | |
1998-1999 | A | 34+2[321] | 3+0 | CI | 5 | 0 | UCL | 9 | 1 | - | - | - | 50 | 4 | |
1999-2000 | A | 34+1[322] | 1+0 | CI | 8 | 1 | - | - | - | - | - | - | 43 | 2 | |
2000-2001 | A | 29 | 0 | CI | 1 | 0 | CU | 4 | 0 | - | - | - | 34 | 0 | |
2001-2002 | A | 33 | 0 | CI | 1 | 1 | CU | 10 | 1 | - | - | - | 44 | 2 | |
2002-2003 | A | 34 | 1 | CI | 1 | 0 | UCL | 18 | 0 | - | - | - | 53 | 1 | |
2003-2004 | A | 34 | 0 | CI | 5 | 0 | UCL+CU | 6+6 | 0 | - | - | - | 51 | 0 | |
2004-2005 | A | 35 | 0 | CI | 3 | 0 | UCL | 11 | 0 | - | - | - | 49 | 0 | |
2005-2006 | A | 25 | 0 | CI | 5 | 0 | UCL | 8 | 0 | SI | 1 | 0 | 39 | 0 | |
2006-2007 | A | 37 | 1 | CI | 4 | 0 | UCL | 8 | 0 | SI | 1 | 0 | 50 | 1 | |
2007-2008 | A | 38 | 1 | CI | 4 | 0 | UCL | 8 | 0 | SI | 1 | 0 | 51 | 1 | |
2008-2009 | A | 38 | 0 | CI | 4 | 0 | UCL | 8 | 0 | SI | 1 | 0 | 51 | 0 | |
2009-2010 | A | 37 | 0 | CI | 4 | 0 | UCL | 13 | 0 | SI | 1 | 0 | 55 | 0 | |
2010-2011 | A | 35 | 0 | CI | 5 | 0 | UCL | 8 | 1 | SI+SU+Cmc | 1+1+2 | 0+0+1 | 52 | 2 | |
2011-2012 | A | 34 | 0 | CI | 2 | 0 | UCL | 8 | 0 | SI | 1 | 0 | 45 | 0 | |
2012-2013 | A | 33 | 0 | CI | 4 | 0 | UEL | 11[323] | 0 | - | - | - | 48 | 0 | |
2013-2014 | A | 12 | 0 | CI | 1 | 0 | - | - | - | - | - | - | 13 | 0 | |
Totale Inter | 615+3 | 12 | 71 | 3 | 159 | 5 | 10 | 1 | 858 | 21 | |||||
Totale carriera | 714+3 | 17 | 71 | 3 | 159 | 5 | 10 | 1 | 957 | 26 |
Cronologia presenze e reti in Nazionale
Vanta 145 presenze in Nazionale, di cui 25 da capitano.[15] Ha segnato 5 reti: 2 in amichevole, una in Kirin Cup, una ai Mondiali e una alle qualificazioni ai Mondiali.[15]
A ciò vanno aggiunte 12 presenze nell'Argentina Olimpica.[15]
Cronologia completa delle presenze e delle reti in nazionale (partite non ufficiali) ― Argentina | |||||||
---|---|---|---|---|---|---|---|
Data | Città | In casa | Risultato | Ospiti | Competizione | Reti | Note |
14-11-1999 | Barcellona | Espanyol | 2 – 0 | Argentina | Amichevole[334] | - | 61’ |
10-11-2001 | Buenos Aires | Argentina | 6 – 3 | Resto del Mondo | Amichevole[335] | - | 46’ |
23-5-2002 | Naraha | Kashima Antlers | 1 – 5 | Argentina | Amichevole[336] | - | cap. 46’ |
Totale | Presenze | 3 | Reti | 0 |
Cronologia completa delle presenze e delle reti in nazionale (partite non ufficiali) ― Argentina Olimpica | |||||||
---|---|---|---|---|---|---|---|
Data | Città | In casa | Risultato | Ospiti | Competizione | Reti | Note |
2-3-1995 | Mar del Plata | Argentina olimpica | 3 – 0 | Paraguay olimpica | Copa Mercosur - Semifinale[337][338] | - | |
Totale | Presenze | 1 | Reti | 0 |
Record
Durante la sua carriera Zanetti è riuscito a battere diversi record:
- Giocatore straniero con più presenze in Serie A, 615.[339][340]
- Giocatore extra europeo con più presenze nelle competizioni UEFA per club, 160[341].
- Giocatore con più presenze in Champions League da capitano, 82.[234][342]
- Giocatore con più presenze in Supercoppa italiana, 7.[343]
- Marcatore più anziano della UEFA Champions League, in Inter-Tottenham 4-3, a 37 anni e 71 giorni[207][344] fino al gol di Inzaghi contro il Real Madrid.
- Marcatore più anziano della Coppa del mondo per club FIFA, in Seongnam-Inter 0-3, a 37 anni e 127 giorni.[345]
- Giocatore straniero più anziano ad aver giocato una partita di Serie A: in Chievo Verona-Inter del 18 maggio 2014 è sceso in campo a 40 anni e 282 giorni.[346]
Nell'Inter
- Giocatore con più presenze, 858.[347]
- Giocatore con più minuti giocati, 73.284.[266]
- Giocatore con più presenze in Serie A, 615, più 3 spareggi.[347]
- Giocatore con più presenze in Supercoppa italiana, 7.[347]
- Giocatore con più presenze nelle competizioni UEFA per club, 160.[347][348]
- Giocatore con più presenze in UEFA Champions League, 97 più 8 nei preliminari.
- Giocatore di movimento e secondo in assoluto con più presenze consecutive in Serie A, 137 gare da Milan-Inter 3-4 del 28 ottobre 2006 a Roma-Inter 2-1 del 28 marzo 2010, secondo solo a Gianluca Pagliuca che ne collezionò 162 tra il 1994 e il 1999.[11][349]
- Giocatore con più presenze consecutive tra Serie A e Champions League,167 gare da Milan-Inter 3-4 del 28 ottobre 2006 ad Inter-Cska Mosca del 31 marzo 2010.[350]
- Giocatore con più presenze nei derby di Milano, 47.[241]
- Marcatore più anziano della UEFA Champions League, in Inter-Tottenham 4-3, a 37 anni e 71 giorni.[344]
- Marcatore più anziano della Coppa del mondo per club FIFA, in Seongnam-Inter 0-3, a 37 anni e 127 giorni.[345]
- Giocatore con più stagioni da capitano, 15.[351]
- Giocatore e capitano più vincente della storia dell'Inter, con 16 trofei conquistati: 5 Campionati italiani, 4 Coppe Italia, 4 Supercoppe italiane, 1 Champions League, 1 Coppa UEFA e 1 Coppa del mondo per club.[352]
Nella nazionale argentina
Palmarès
Club
Competizioni nazionali
- Coppa Italia: 4
Competizioni internazionali
- Coppa UEFA: 1
- Inter: 1997-1998
- Inter: 2009-2010
- Inter: 2010
Nazionale
Nazionale olimpica
Individuale
- FIFA 100[16]
- Candidato nella Squadra dell'anno UEFA (2003, 2007, 2008, 2009, 2010)[354]
- Candidato nella FIFPro World XI (2010)[355]
- Pallone d'argento:
- Premio Nazionale Carriera Esemplare Gaetano Scirea (2010)[206]
- Inserito nelle "Leggende del calcio" del Golden Foot (2011)[18]
- Premio Facchetti (2012)[243]
- Premio fedeltà e della critica AIC (2012)[356]
- Premio Gentleman fair play di platino alla carriera (2014)
Note
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- ^ 618 (12) se si comprendono gli spareggi delle stagioni 1998-1999 e 1999-2000.
- ^ 13 (0) se si comprendono le amichevoli non ufficiali con la Nazionale Olimpica argentina.
- ^ 148 (5) se si comprendono le amichevoli non ufficiali con la Nazionale argentina.
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- ^ a b UEFA Champions League - Stagione 2011/12 - Statistiche Giornata (PDF), su it.uefa.com, Uefa.com.
- ^ a b (EN) Zanetti, Milito laud focused Inter, in Fifa.com, 16 dicembre 2010. URL consultato il 13 maggio 2012.
- ^ Zanetti si ritira: i 10 record di un mito, Eurosport.com, 6 maggio 2014. URL consultato il 1º luglio 2015.
- ^ a b c d Inter.it - Archivio: I primatisti, su archivio.inter.it, Inter.it. URL consultato il 21 maggio 2012.
- ^ FC Internazionale Milano, su it.uefa.com, Uefa.com. URL consultato il 2 maggio 2012.
- ^ Raro stop per Zanetti, in Uefa.com, 21 settembre 2010. URL consultato il 21 maggio 2012.
- ^ Dati sulla partita: Chelsea-Inter, in Uefa.com, 13 marzo 2010. URL consultato il 21 maggio 2012.
- ^ (ES) Martín Mazur, Zanetti 100x100, in El Gráfico, 11 febbraio 2011, p. 35.
- ^ Stefano Arcangeli, Javier Adelmar Zanetti: Immenso Capitano in campo, vero Gentiluomo nella vita., in Ilnerazzurro.it, 24 marzo 2012. URL consultato il 21 maggio 2012.
- ^ a b Calcio, Argentina: Zanetti record, con Uruguay 145 presenze, in Repubblica.it, Santa Fè, 15 luglio 2011. URL consultato il 21 maggio 2012.
- ^ Javier Zanetti, su it.uefa.com, Uefa.com.
- ^ (EN) 55 players shortlisted for FIFA FIFPro World XI 2010, in Fifpro.org, 25 novembre 2010. URL consultato il 31 ottobre 2012.
- ^ Assegnato a Javier Zanetti il Premio fedeltà dell'Aic, in Tuttomercatoweb.com, 28 gennaio 2013. URL consultato il 28 gennaio 2013.
Bibliografia
Opere
- Germano Bovolenta, Sergio Gavardi; Umberto Zapelloni, Campionato io ti amo - Anni '90, Milano, La Gazzetta dello Sport, 2011, p. 241, ISSN 1974-8590.
- Germano Bovolenta, Sergio Gavardi; Umberto Zapelloni, Campionato io ti amo - Anni 2000, Milano, La Gazzetta dello Sport, 2011, p. 241, ISSN 1974-8590.
- Nicola Cecere, Il calcio di Javier Zanetti ai raggi X, Milano, La Gazzetta dello Sport, 2011, p. 98, ISSN 2239-2912.
- Andrea Monti, Sergio Gavardi; Umberto Zapelloni, Javier Zanetti: c'è solo un capitano, Milano, La Gazzetta dello Sport, 2014, p. 160, ISSN 2039-7577.
Libri
- Enzo Catania, C'è solo l'Inter: cento anni di tormento ed estasi, Casale Monferrato, Piemme, 2008, p. 396, ISBN 978-88-384-8629-6.
- John Foot, Calcio: 1898-2010. Storia dello sport che ha fatto l'Italia, Milano, Rizzoli, 2010, p. 651, ISBN 978-88-17-04133-1.
- Javier Zanetti, Capitano e gentiluomo, Milano, Rizzoli, 2009, p. 220, ISBN 978-88-17-03299-5.
- Javier Zanetti, Gianni Riotta, Giocare da uomo, Milano, Mondadori, 2013, p. 292, ISBN 978-88-04-63351-8.
- Federico Pistone, Inter 1908-2008: un secolo di passione nerazzurra, Milano, Diemme, 2008, p. 779.
- Oliviero Toscani, Inter! 100 anni di emozioni 1908-2008, Milano, Skira, 2008, p. 589, ISBN 88-6130-622-5.
- Filippo Grassia, Gianpiero Lotito, Inter. Il calcio siamo noi, Milano, Sperling & Kupfer, 2010, p. 389, ISBN 978-88-200-4967-6.
- Susana Wermelinger, Zanetti 757 - Record di fedeltà, Milano, Skira, 2011, p. 128, ISBN 978-88-572-1306-4.
- Javier Zanetti, È tutto scritto. La mia storia in 120 fasce da capitano, Milano, Mondadori, 2014, p. 237, ISBN 8804646489.
Riviste
- Javier Zanetti, La posta del capitano, in Inter Football Club, maggio 2005.
- Rudi Ghedini, Interregno, in Guerin Sportivo, agosto 2011.
- Gianfelice Facchetti, Zanetti per tutti, in Sportweek, novembre 2012.
Videografia
- I signori del calcio: Javier Zanetti, Sky Sport, 19 marzo 2009, a 55 min 42 s.
- José Mourinho: il miglior allenatore del mondo, ESPN Classic, 20 aprile 2012, a 1 h 5 min.
- Niente paura, Cult, 19 luglio 2012, a 1 h 28 min.
- Zanetti Story, 27 gennaio 2015, a 1 h 20 min.
Voci correlate
- Football Club Internazionale Milano
- Nazionale di calcio dell'Argentina
- Classifica di presenze in Serie A
- Classifica di presenze in UEFA Champions League
- Statistiche delle competizioni UEFA per club
- Calciatori con almeno 100 presenze in Nazionale
- Calciatori con almeno 1000 presenze in carriera
- FIFA 100
- Numeri di maglia ritirati nel calcio
Altri progetti
- Wikiquote contiene citazioni di o su Javier Zanetti
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Javier Zanetti
Collegamenti esterni
- Sito ufficiale
- Speciale sul record di presenze in campionato di Zanetti
- (EN, ES, IT) Sito ufficiale della fondazione Pupi
(DE, EN, IT) Javier Zanetti, su Transfermarkt.it, Transfermarkt GmbH & Co. KG.
- (EN, DE, FR, ES, AR) Javier Zanetti, su FIFA.com, FIFA.
- Javier Zanetti, su UEFA.com, UEFA.
- Javier Zanetti, su aic.football.it, Associazione Italiana Calciatori.
- Profilo su Inter.it
- (EN) Javier Zanetti, su National-football-teams.com, National Football Teams.
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