Vercurago

comune italiano
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Vercurago (IPA: /verkuˈraɡo/[6]; Vercürach in dialetto bergamasco e lecchese[7]) è un comune italiano di 2 835 abitanti[3] della provincia di Lecco in Lombardia. Il paese è situato nel nord-ovest della Valle San Martino e confina con Lecco, dal cui centro dista circa Errore in {{M}}: parametro 2 non è un numero valido.[8]. Il comune è bagnato dal lago di Garlate ed è compreso tra il versante meridionale del monte Mudarga e il torrente Gallavesa[9].

Vercurago
comune
Vercurago – Veduta
Vercurago – Veduta
Vista dalla Valletta di Somasca
Localizzazione
StatoItalia (bandiera) Italia
Regione Lombardia
Provincia Lecco
Amministrazione
SindacoCarlo Greppi (lista civica di centro-sinistra Ancora insieme[1]) dal 12-6-2004 (3º mandato dal 9-6-2014)
Territorio
Coordinate45°48′37.74″N 9°25′26.93″E
Altitudine225 m s.l.m.
Superficie2,12[2] km²
Abitanti2 835[3] (30-6-2018)
Densità1 337,26 ab./km²
FrazioniSomasca
Comuni confinantiCalolziocorte, Erve, Garlate, Lecco, Olginate
Altre informazioni
Cod. postale23808
Prefisso0341
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT097086
Cod. catastaleL751
TargaLC
Cl. sismicazona 3 (sismicità bassa)[4]
Cl. climaticazona E, 2 389 GG[5]
Nome abitantivercuraghesi
PatronoSan Girolamo Emiliani, santi Gervasio e Protasio
Giorno festivo8 febbraio
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Vercurago
Vercurago
Vercurago – Mappa
Vercurago – Mappa
Posizione del comune di Vercurago nella provincia di Lecco
Sito istituzionale

Vercurago fu menzionata per la prima volta in un documento redatto nell'814, mentre il suo territorio è abitato sin dalla prima età del ferro. Il paese è sovrastato dal castello dell'Innominato che segnò il confine tra la Repubblica di Venezia e il Ducato di Milano e nel quale si presume che il Manzoni ambientò la figura dell'Innominato nel romanzo I promessi sposi. Nel XVI secolo la frazione di Somasca diventò meta di pellegrinaggi dopo l'arrivo di san Girolamo Emiliani e nel XX secolo si avviarono le industrie e le prime imprese commerciali[10].

Geografia fisica

 
Il torrente Gallavesa dopo una pioggia primaverile

Territorio

Secondo la Suddivisione Orografica Internazionale Unificata del Sistema Alpino il territorio di Vercurago appartiene al supergruppo alpino delle Prealpi Bergamasche Occidentali, il comune infatti contiene parte del monte Mudarga, localmente chiamato corna rossa a causa della forma e dei filoni di marne rosse visibili sulle pareti della montagna[11]. La casa comunale è situata a 225 s.l.m., mentre le quote dei punti più basso e più alto sono rispettivamente 197 s.l.m. sul lago di Garlate e 640 s.l.m. sul Mudarga. Il territorio della frazione di Somasca e della fascia montana è in gran parte caratterizzato da diverse tipologie di rocce sedimentarie: maiolica, peliti, sass de la luna, marne bianche grige e rosse, mentre il suolo dell'abitato di Vercurago è prevalentemente composto da depositi fluviali e glaciali che contengono le rocce tipiche del flysch lombardo[12]. La frazione di Somasca è coperta da boschi di latifoglie non molto fitti in cui le specie arboree più caratterizzanti sono il carpino nero, il frassino e la roverella[13]. I terremoti sono rari e l'ultimo avvertito dalla popolazione fu quello di Soncino del 1802 che a Somasca si ipotizza abbia raggiunto intensità cinque della Scala macrosismica europea[14].

Idrografia

Il comune si affaccia sulla sponda idrografica sinistra del lago di Garlate, la quale è in parte coperta da canneti che permettono lo sviluppo della fauna lacustre[13]. Il comune è attraversato dal torrente Gallavesa che nasce a circa 1700 s.l.m. nel comune di Erve si snoda per circa Errore in {{M}}: parametro 2 non è un numero valido. tra Calolziocorte e Vercurago dove poi sfocia nel lago. Nel 1987, a causa delle forti precipitazioni, il lago esondò allagando la strada e raggiungendo le case vicine; nel 2002 si verificò un episodio analogo, ma di entità maggiore. A causa della composizione carbonatica del suolo montano il territorio è caratterizzato dal carsismo, che a Somasca determina la presenza di due ruscelli stagionali affluenti del Gallavesa. I due ruscelli, scorrendo liberamente, sono soliti esondare durante i periodi di forti piogge: nel 1953 una di queste esondazioni causò danni ingenti alle abitazioni limitrofe[16].

Clima

  Lo stesso argomento in dettaglio: Stazione meteorologica di Bergamo Orio al Serio.
 
La foce del torrente Gallavesa innevata e il lago di Garlate

Secondo la classificazione climatica dei comuni italiani il centro abitato è situato in "zona E", GG 2 389[2].

Il clima di Vercurago è caratterizzato da inverni freddi ed estati calde e afose che risentono dell'azione mitigatrice del lago.

Secondo i dati delle vicine stazioni meteorologiche di Calolziocorte e Lecco, le temperature medie dei mesi invernali sono comprese tra i Errore in {{M}}: parametro 3 non è un numero valido. e i Errore in {{M}}: parametro 3 non è un numero valido., mentre quelle estive sono comprese tra i Errore in {{M}}: parametro 3 non è un numero valido. e i Errore in {{M}}: parametro 3 non è un numero valido.. I venti hanno una velocità media di circa Errore in {{M}}: parametro 3 non è un numero valido. e raramente raggiungono punte massime di Errore in {{M}}: parametro 3 non è un numero valido.. Le precipitazioni sono frequenti e ogni anno mediamente cadono circa Errore in {{M}}: parametro 2 non è un numero valido. di pioggia[17]. Secondo l'Organizzazione meteorologica mondiale Vercurago, appartenendo all'area prealpina bergamasca, fa riferimento alla stazione meteorologica di Bergamo Orio al Serio[18], situata a circa di Errore in {{M}}: parametro 2 non è un numero valido. in linea d'aria dal centro del paese[19].

BERGAMO ORIO AL SERIO
(1971-2000)
Mesi Stagioni Anno
Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic InvPriEst Aut
T. max. media (°C) 6,68,613,016,421,425,328,327,823,417,611,17,27,516,927,117,417,2
T. min. media (°C) −1,10,13,36,311,014,517,317,313,89,03,4−0,3−0,46,916,48,77,9
Precipitazioni (mm) 66,154,071,587,4122,5121,291,9100,3114,3121,587,564,4184,5281,4313,4323,31 102,6
Giorni di pioggia 75791196778771927222290
Umidità relativa media (%) 75716769686868687075777874,768687471,2

Origini del nome

 
il toponimo Vercurag dipinto nella galleria delle carte geografiche dei palazzi Vaticani

Nel testamento di Rotprando dell'814 è riportato il toponimo Vercoriaco, che si è trasformato nel XIII secolo in Vergurago e Vercurate e che è diventato Vercuarg nel XVI secolo[20]. A parere degli etimologi Flechia e Olivieri il toponimo potrebbe derivare da un prediale, latifondo romano di epoca imperiale, appartenuto ad un certo Vercorius. Il nome del latifondista dovrebbe avere origine celtica in quanto composto dagli elementi gallici ver, "sopra", e corius, "esercito" o "truppa". Il latifondista si sarebbe potuto chiamare anche Vercobius, dove cobio significa "vittoria", o Verconius, dove coni significa "cane" o "lupo". L'etimologo Delamarre invece propone il nome Vercuriacon che attesterebbe a Vercorius la proprietà sul terreno[21].

La tradizione però vuole che in questo territorio si trovasse un tempio dedicato a Mercurio o forse anche ad una divinità precedente di origine celtica o germanica e che dal nome della divinità sarebbe poi nato il toponimo Mercuriacus il quale con la trasformazione della -m- in -v- sarebbe diventato Vercuriacus[22].

Storia

  Lo stesso argomento in dettaglio: Storia di Vercurago.

Dalla Preistoria all'Alto Medioevo carolingio

I primi frequentatori del territorio di Vercurago probabilmente appartennero alla cultura di Polada che si sviluppò nell'Italia settentrionale tra il XXII secolo a.C. e il XVII secolo a.C.[23]; infatti nella vicina Calolziocorte sono stati rinvenuti i resti dei pali delle palafitte costruite da questa popolazione lungo le sponde dell'Adda[24]. Il primo insediamento stabile risale alla prima età del ferro, fu costruito da alcuni membri della cultura di Golasecca, una popolazione celtica che si sviluppò tra il IX secolo a.C. e il V secolo a.C. L'insediamento ed i reperti edilizi e ceramici contenuti vennero rinvenuti tra il 1986 e il 1988 in prossimità del castello dell'Innominato[25]. Dall'abitato era possibile controllare il lago, i collegamenti verso le valli e la via che ancora oggi collega Bergamo a Como[26], la quale venne migliorata in epoca romana[27] e che nel III secolo fu dotata di un ponte stabile per attraversare l'Adda. Durante l'amministrazione romana il territorio vercuraghese entrò a far parte del circondario di Bergamo che fino al I secolo a.C. appartenne alla Regio XI Transpadana, per poi passare alla Regio X Venetia et Histria nel I secolo d.C.[28]

Nel 476, con la caduta dell'Impero romano d'Occidente, le popolazioni barbariche iniziarono una serie di battaglie per la conquista dell'Italia e nel 490 una di queste scoppiò tra gli Eruli comandati da Odoacre e i Goti. La battaglia si svolse nei pressi del ponte romano sull'Adda e durante lo scontro morì il comes domesticorum erule Pierius. Ad ottenere il dominio completo sull'Italia però furono i Longobardi che nel 570 estesero il Ducato di Bergamo fino all'Adda; regnarono fino al 774 quando furono sconfitti da Carlo Magno che nell'800 fondò il Sacro Romano Impero[29]. Le prime notizie dell'esistenza del villaggio di Vercurago si trovano nel testamento di Rotprando che venne redatto dal notaio Nannone il 3 marzo 814 dopo la morte del nobile di origine longobarda Rotprando de Watingo. Rotprando trovandosi senza eredi lasciò la gran parte dei suoi beni alla basilica di Sant'Ambrogio e permise ad un certo Punno di comprare alcuni dei suoi terreni tra i quali il villaggio di Vercoriaco e l'oratorio dedicato a san Protasio[10][30]. Da un estratto del documento si legge:

(latino)
«Et si forsitans Punno ipse suprascripte tres locas emmere noluerit tunc post diae obedi mei deveniat in potestate et jura Sancti Petri pro missa et luminaria mea vel parentorum meorum vel abere oratorio Sacti Prodaci in Vercoriaco post diae obedi mei territoria juris mei in ipso vico Vercoriaco mea portione ex integro.»
(italiano)
«Se poi, al contrario, Punno preferisse non acquistare i suddetti tre fondi, essi, al mio decesso, entrino nei poteri della chiesa di San Pietro, per alimentare esequie e celebrazioni a mio suffragio così come voglio che all'oratorio di San Protaso di Vercurago vadano le porzioni di beni a me spettanti nel luogo di Vercurago[31]

Nell'887 si citò per prima volta la località di Cremellina che scomparve durante le lotte tra guelfi e ghibellini e che dovrebbe corrispondere al territorio di confine tra Vercurago e Pascolo, frazione di Calolziocorte[29][32].

Il Basso Medioevo milanese

 
La facciata della cappella di Sant'Ambrogio e l'ingresso del castello dell'Innominato.

Con il feudalesimo Vercurago entrò nella sfera di influenza dei Benaglio, la famiglia che possedette il castello dell'Innominato il quale veniva già usato nel 1158[33]. Nel 1250 Filippo Benaglio ricevette la cittadinanza bergamasca[10] e i suoi possedimenti, tra i quali Vercurago, furono inclusi nello statuto del comune di Bergamo del 1263[34]. Nel 1264 la chiesa locale dei santi Gervasio e Protasio ottenne una curazia stabile all'interno della pieve di Garlate. Nel 1274 il guelfo Napoleone della Torre, signore di Milano, conquistò la Valle San Martino e nel 1282 designò Filippo Benaglio signore di Calolzio e Vercurago. Con l'arrivo della famiglia ghibellina dei Visconti, nel 1262 iniziò la guerra per il predominio sulla Signoria di Milano[35]. Il 30 marzo 1297 Lecco e i territori circostanti tra cui Vercurago vennero messi a ferro e fuoco da Matteo Visconti che riuscì a catturare Filippo Benaglio[36]. Nel 1299 si cita nel Liber notitiae Sanctorun Mediolani la prima volta la chiesa di Sumasca San Bartolomeo. La guerra si concluse nel 1311 con la vittoria di Matteo Visconti su Guido della Torre[37] che nel 1312 possedeva ancora il castello dell'Innominato anche se già nel 1320 Azzone Visconti conquistò Vercurago e la Valle San Martino[28]. Per controllare totalmente la Signoria Bernabò Visconti iniziò una guerra contro la Valle San Martino dove nel 1363 permise ai ghibellini di uccidere i guelfi. Nel 1373, dopo l'uccisione di Ambrogio Visconti a Caprino Bergamasco, Vercurago venne nuovamente devastata e nel 1376 dopo una rivolta Bernabò radunò diversi banditi che devastarono la valle[38]. Iniziarono poi le battaglie tra i guelfi di Calolzio e Vercurago e i ghibellini di Olginate e Garlate che vinsero quella dell'8 settembre 1383 in cui venne cacciata la famiglia Benaglio[39] e quella dell'estate 1393[40] , mentre il 27 maggio 1398 ne venne combattuta un'altra[28].

Il 3 marzo 1426 la Repubblica di Venezia dichiarò guerra al Ducato di Milano conquistando Vercurago fino alla pace di Ferrara quando Vercurago ritornò nel Ducato per poi tornare veneta tra il gennaio 1431 e il 1433 diventando zona di confine. Nel 1435 venne promulgato lo Statuta Municipalia Vallis Sancti Martini e Vercurago ritornò veneziana con la pace di Cremona che venne infranta e nel 1443. Il 16 maggio 1452 il Ducato di Milano decise di espandersi, ma perse la guerra con Venezia che l'11 aprile 1454 con la pace di Lodi ottenne Vercurago[41]. Una volta stabilizzati i confini a Vercurago si decise di costruire una dogana i cui muri partivano dal castello dell'Innominato per poi gettarsi nell'Adda[42]. Il 9 settembre 1455 il paese venne visitato dall'arcivescovo di Milano Gabriele Sforza e nello stesso anno la parrocchia si distaccò per un breve periodo dalla pieve di Garlate[43] dopo che già lo aveva fatto quella di Somasca. Durante la guerra tra i due stati Vercurago e la valle vennero saccheggiati molto spesso e quindi il governo veneto decise di esentarli dalle tasse in alcune annate tra il 1431 e il 1489[44]. Il 18 ottobre 1499 la famiglia Sforza venne spodestata dal Ducato di Milano da Luigi XII di Francia e la guerra riprese[45].

La Repubblica di Venezia dal XVI al XVIII secolo

 
Disegno della chiusa di Vercurago

Dopo essersi unito alla Lega di Cambrai[46] il governatore milanese Carlo II d'Ambois conquistò Vercurago nel 1509 distruggendo il castello dell'Innominato[10] e da quel momento il paese venne conteso tra Milano e Venezia fino alla firma del trattato di Noyon. Con la Seconda guerra di Musso, combattuta dal conte Gian Giacomo Medici fino al 1532, Vercurago venne saccheggiata molte volte e l'intenzione del fratello del Medici di ricostruire il castello non si compì[47]. Nel 1533 Girolamo Emiliani stabilì la sua Congregazione dei servi dei poveri a Somasca che si spostò al castello dopo averlo restaurato. Nel 1534 l'Emiliani iniziò la costruzione della Valletta dove fece scaturire dell'acqua dalla roccia miracolosamente; nel 1536 iniziò a vivere in un eremo vicino alla Valletta e l'8 febbraio 1537 morì[48][29]. Intanto le dispute causate dal muro della chiusa iniziarono a provocare i primi morti[49] e i primi problemi per la difesa del castello[50]. Nel 1566 il cardinale Carlo Borromeo visitò Vercurago e decise di separare la parrocchia di Somasca da quella di Calolzio[51], fondare il primo seminario foraneo della diocesi milanese[52] e spostare i somaschi dal castello a Somasca. Durante la visita Vercurago era una delle sei curae della pieve di Garlate e passò a quella di Olginate nel 1574[43]. Nel 1576 scoppiò la peste di San Carlo[53] ed è in questi anni che Vercurago si dotò di un vero e proprio governo[34].

A fine secolo i traffici commerciali tra Venezia e la Repubblica delle Tre Leghe si intensificarono e il porticciolo di Vercurago divenne un importante luogo di scambio commerciale. Proprio a Vercurago nel 1589 Gian Gerolamo Grumelli iniziò le negoziazioni per un'alleanza tra i due stati[54] che si concluse nel 1603[10]. Grazie ai nuovi commerci il governo veneto investì nella ricostruzione della strada che congiungeva Vercurago a Bergamo[55]. Nel Seicento i morti lungo il confine con Chiuso superarono la decina[56] e alla violenza nel 1630 si sommò la peste. Nel corso del secolo i nobili, grazie ai loro bravi, potevano commettere omicidi senza essere segnalati dalla legge[57]. A Vercurago c'era il divieto di pesca sulle rive dell'Adda che con la pace di Lodi era diventato di proprietà milanese e questo causò diversi problemi ai pescatori vercuraghesi che erano obbligati ad uscire di notte[58][59].

Nel 1723 iniziarono i lavori di costruzione della via delle cappelle che si concluse dopo oltre un secolo[60][61]. Nel 1750 a Vercurago si costruì la cappella di San Mauro[62] e venne rinnovata la chiesa da Carlo Giuseppe Merlo[63]. Nel 1767 beato Girolamo Emiliani fu proclamato santo e la costruzione della via poté continuare nel 1787 grazie alle donazioni del senatore veneto Giacomo Emiliani[61]. Con la campagna d'Italia portata avanti dal generale Napoleone Bonaparte Vercurago entrò nella Repubblica Cisalpina e il 24 aprile 1798 entrò nel dipartimento della montagna all'interno del distretto del Caldone per poi passare al dipartimento del Serio[64]. Nel 1799 durante la campagna italiana di Suvorov le truppe del generale russo transitarono per Vercurago in direzione Lecco distruggendo a cannonate il castello dell'Innominato[10].

Il XIX secolo, la Francia, l'Austria e l'Italia

 
L'Istituto per frenastenici fondato da Gonelli-Cioni

Nonostante la battaglia di Lecco Vercurago rimase nella Repubblica Cisalpina e il 13 maggio del 1801 entrò a far parte del dipartimento del Serio nel quale rimase anche dopo l'istituzione del Regno d'Italia[64]. La maggior parte degli intellettuali lombardi era favorevole alla dominazione francese e tra questi vi era Samuele Biava, nato a Vercurago nel 1792, che scrisse poesie classiche ed encomiastiche[65]. Dopo la sconfitta di Napoleone e il Congresso di Vienna del 1815 la Lombardia e il Veneto vennero annessi all'Impero austriaco che procedette con la creazione del Regno Lombardo-Veneto che il 12 febbraio 1816 incluse il comune di Vercurago nel distretto VII di Caprino[66]. Gli intellettuali lombardi si opposero al governo reazionario austriaco e tra questi lo stesso Biava, che coi suoi testi ambientati nel Medioevo e dai toni risorgimentali attirò l'attenzione della Biblioteca Italiana, la quale chiese la sospensione dal suo lavoro di insegnante[65]. La restaurazione austriaca ricostituì il potere delle istituzioni religiose e quindi i padri somaschi poterono riprendere i lavori per la costruzione degli edifici religiosi come la via delle cappelle e la chiesa della Resurrezione[60]. Nel 1829 Caterina Cittadini e la sorella Giuditta iniziarono ad accogliere in una casa di Somasca alcune orfane fondando l'istituto delle Suore orsoline di San Girolamo[67]. Nel 1836 esplose un epidemia di colera nella vicina Calolzio che si diffuse anche a Vercurago a causa delle sue rive paludose[28]. Il 20 settembre 1857 la chiesa di Vercurago venne consacrata e il 14 dicembre dello stesso anno la Congregazione delle sorelle Cittadini venne canonicamente eretta[67].

Nel 1859 scoppiò la seconda guerra d'indipendenza e il Regno di Sardegna con Francia iniziò la conquista del Regno Lombardo-Veneto[68] con la quale il 23 ottobre 1859, il comune di Vercurago fu incluso nel circondario di Bergamo[69]. Nel 1862 iniziò la costruzione della ferrovia Lecco-Bergamo che si concluse nel 1863[29] interessò il territorio di Vercurago dove venne aperta la Stazione di Vercurago-San Girolamo che portò una ventata di modernità all'interno di una società ancora prevalentemente contadina e costellata da piccoli commercianti che operavano via lago [70]. Nel 1865 in base alla legge sull'ordinamento comunale la reggenza del comune venne affidata a un sindaco, una giunta e un consiglio mentre durante il dominio austriaco questa era affidata a un consiglio di quindici membri e a una giunta di due[69]. Il 27 dicembre 1873 si inaugurò la tratta ferroviaria Calolziocorte-Monza[29]. Dopo la costruzione delle ferrovie la produzione manifatturiera iniziò a svilupparsi; in questi anni infatti la famiglia Scola costruì due filande attive sul torrente Gallavesa[71] e nel 1889 si annotano diverse attività artigianali[72]. Nel 1891 la casa padronale degli Scola venne convertita dal pedagogista Antonio Gonelli-Cioni in un centro di riabilitazione per bambini affetti da malattie psichiche, il primo di questo tipo in Italia[73].

Il XX e il XXI secolo

Nel 1902 con l'inizio del secolo la via delle cappelle venne conclusa con la costruzione dell'XI cappella[60]. Nel 1917 l'industrializzazione toccò anche Vercurago grazie alla costruzione di uno stabilimento chimico della Pirelli[74]. Negli anni venti con l'ascesa del fascismo cambiò anche la struttura amministrativa del comune; infatti nel 1926 Arturo Borgomanero venne nominato podestà[75] e nello stesso anno decise la costruzione del monumento ai caduti[76]. Nel 1928 a Somasca si tennero i festeggiamenti per i quattrocento anni dalla fondazione dei Chierici regolari di Somasca e l’urna d’argento contenente le reliquie di san Girolamo fu portata processionalmente per la Valle San Martino il 21 luglio il patriarca di Venezia Pietro La Fontaine celebrò una messa alla Valletta[60]. Nel 1939 scoppiò la Seconda guerra mondiale e nel settembre del 1943 il Nord Italia fu governato dallo stato fantoccio della Repubblica Sociale Italiana. In questo periodo le rappresaglie contro i partigiani aumentarono e nella notte tra il 16 e il 17 ottobre i militari tedeschi disposero diversi obici 152/13 tra Vercurago e Calolziocorte in modo da accerchiare ed annientare le forze partigiane dislocate tra la bassa Valtellina e la bergamasca. L'azione di rastrellamento si protrasse per tre giorni e provocò numerose perdite fra i tedeschi, i quali a seguito della disfatta devastarono e bruciarono i paesi della valle[77]. A seguito del maggiore potere delle forze naziste anche a Vercurago le leggi razziali vennero applicate come in Germania, infatti si ha conoscenza di una famiglia di origine ebraica residente a Somasca che nel 1944 riuscì a fuggire in Svizzera prima di essere scoperta dai repubblichini[78]. Nell'aprile del 1945 dopo la fine della guerra il Comitato di Liberazione Nazionale istituì nuovamente la carica di sindaco e nominò primo cittadino di Vercurago Giovanni Battista Valsecchi[75].

Con la fine della guerra iniziò il boom economico: la fabbrica della Pirelli diede lavoro a centocinquanta operai[74] e nel paese aprirono molte piccole attività commerciali[10]. Il 26 settembre 1953 il patriarca di Venezia, futuro Papa Giovanni XXIII, consacrò la chiesa della Mater orphanorum[79] e il 10 dicembre 1958, una volta eletto papa, elevò la chiesa di Somasca a basilica minore[61]. Nel 1967 in occasione del duecentesimo anniversario della canonizzazione di san Girolamo Emiliani i padri somaschi fondarono la comunità "Casa San Girolamo" che grazie a psicologi ed educatori accudisce ragazzi e ragazze con problemi familiari[80]. Negli anni sessanta Vercurago subì una forte espansione urbanistica e si diede avvio avvio alla costruzione di diverse palazzine[81]. Nel 1967 lo stabilimento della Pirelli fu ceduto a un'azienda chimica[74]. Il 3 dicembre 1970 vennero concessi al paese lo stemma comunale e il gonfalone[10]. Nel 1972 fu istituita la biblioteca[82] e il 17 settembre venne inaugurata a Somasca la cappella degli alpini[83]. Nel 1987 chiuse definitivamente l'ex stabilimento Pirelli, che in quel momento apparteneva alla Safilo Saldature[74]. Con l'avvento degli anni novanta si completò la costruzione del palasport, dello stadio comunale[84], della biblioteca[82] e nel 1992 Vercurago entrò a far parte della provincia di Lecco, dopo oltre un millennio di storia con Bergamo[69].

Nel 2000 a Somasca viene aperta la casa museale “Le sorgenti”, unico museo del comune[85]. Nel 2005 venne posata la statua in marmo commissionata dal sindaco allo scultore Antonio Guerra[86]. Nel dicembre 2012 per far fronte al traffico intenso che attraversa il paese si inizia la costruzione, non ancora conclusa al 2018[87], di un bypass scavato al di sotto della frazione di Somasca[88]. Nel 2015 è stata inaugurata la pista ciclabile panoramica che permette di collegare Trezzo sull'Adda a Lecco[89]. Nel duemila è aumentato anche il flusso turistico storico e religioso, grazie al legame che il paese ha con I promessi sposi e con san Girolamo[90].

Simboli

 
Stemma Civico
File:Vercurago-Gonfalone.png
Gonfalone Civico

Stemma

«STEMMA: tagliato, nel primo d'azzurro alla «Montagna della Croce» al naturale; nel secondo di rosso alla freccia e alla lancia d'argento poste in croce di S. Andrea e a due palle astate, pure d'argento, poggiate con le aste sulla freccia. Ornamenti esteriori da Comune.»

Il 4 ottobre 1969 la giunta comunale incaricò il professore milanese Giuseppe Bonfanti di realizzare lo stemma ed il gonfalone di Vercurago, che all'epoca ancora non esistevano. Nello stemma, disegnato dal pittore vercuraghese Giovanni Secomandi, sono richiamati il ricordo della lotta per la libertà contro il potere visconteo e la figura di san Girolamo Emiliani. Nella metà sinistra spicca il castello dell'Innominato, simbolo di Vercurago e in particolare della frazione Somasca dove san Girolamo trascorse l'ultima parte della sua vita. Il cielo azzurro che fa da sfondo al castello richiama la fazione guelfa alla quale Vercurago apparteneva e a causa della quale Bernabò Visconti devastò il paese nel 1373. Nella seconda metà, sono presenti una freccia e una lancia d'argento poste in croce di sant'Andrea e due palle astate d'argento, appoggiate sulla freccia con le aste. In questa metà lo sfondo rosso rappresenta la fazione ghibellina, in particolare i Visconti, contro il quale il paese ha dovuto battersi lungo il corso del Medioevo. Sulla sommità dello stemma è presente la corona comunale ed è contornato da fronde di quercia, simbolo di forza e d'alloro, simbolo di pace, propri degli stemmi comunali. Lo stemma venne approvato il 3 dicembre 1970 dal presidente della repubblica Giuseppe Saragat e dal presidente del consiglio Emilio Colombo.

Gonfalone

«GONFALONE: drappo tagliato, di rosso e d'azzurro, riccamente ornato di ricami d'argento e caricato dello stemma sopra descritto con la iscrizione centrata in argento: «Comune di Vercurago».»

Il gonfalone è composto da un drappo posto su un'asta verticale ricoperta da velluto rosso e azzurro alternato e fissato con bullette argentate poste a spirale. Le parti metalliche e i cordoni sono d'argento e nella freccia che sormonta l'asta è scritto lo stemma comunale mentre nel gambo il nome del comune. Nella parte superiore sono presenti delle cravatte e nastri tricolori sempre frangiati d'argento[10].

Monumenti e luoghi d'interesse

Architetture religiose

 
Chiesa dei Santi Gervasio e Protasio
 
Basilica di San Bartolomeo e San Girolamo Emiliani
 
Chiesa della Resurrezione alla Valletta
 
Cappella degli Alpini
 
Cappella di San Mauro
Chiesa dei Santi Gervasio e Protasio
Situata nel centro storico del paese, venne menzionata per la prima volta nel 814 all'interno del testamento di Rotprando, si tratta quindi della chiesa più antica della provincia di Lecco[92]. Ricostruita e consacrata nel 1550 in stile tardo-gotico, venne nuovamente rifabbricata a navata unica in stile rococò a partire dal 1750 da Carlo Giuseppe Merlo[10]. Nel XIX secolo alla chiesa parrocchiale vennero aggiunti diversi elementi decorativi come il protiro in stile neoclassico, l'organo Serassi e nel 1973 venne rinnovato l'altare e l'ultimo restauro venne effettuato nel 2013. Sulla parte sinistra della chiesa è stata costruita una cappella dai disciplinati.
Cappella della Madonna di Lourdes[63]
Basilica di San Bartolomeo e San Girolamo Emiliani
Edificata sulla precedente chiesa di San Bartolomeo a partire dal 1544 dai chierici regolari di Somasca è la chiesa parrocchiale della frazione di Somasca. Divenne di proprietà dei padri somaschi nel 1592[93] che nel corso del XVII e del XVIIII secolo la ampliarono più volte e nel 1958 papa Giovanni XXIII elevò la chiesa a basilica minore. La chiesa venne poi rimaneggiata nel XX secolo con la costruzione di alcune arcate frontali e poi restaurata più volte fino al 2013. L'edificio in stile barocco ha pianta basilicale rettangolare e si costituisce di tre navate[61].
Chiesa della Mater Orphanorum
Situata vicino alla Basilica di San Bartolomeo e San Girolamo Emiliani è una piccola chiesa dedicata a Maria madre degli orfani. Venne ricavata in quella che era la casa di san Girolamo Emiliani ed è stata consacrata nel 1953 dal patriarca di Venezia, che diventerà poi Papa Giovanni XXIII. L'interno della chiesa, ad un'unica navata, termina nell'abside con una scultura lignea avente per soggetti san Girolamo Emiliani e tre orfanelli inginocchiati d'innanzi alla Madonna. Sulla parete destra della chiesa è presente una stanza in cui si trova la croce rossa che san Girolamo tracciò poco prima di morire[94].
Via delle Cappelle di Somasca
Realizzata a partire dal 1723 permette il collegamento tra il centro abitato di Somasca e la zona della Valletta. Sulla strada pavimentata e ciottolata si affacciano nove cappelle, la decima è nella Valletta, mentre l'undicesima è locata in una torre del castello dell'Innominato. Le cappelle vennero realizzate a partire dal 1837 e riproducono i momenti significativi della vita di san Girolamo attraverso delle statue. Sulla via delle cappelle si trova anche una scala santa di 101 gradini aperta nel 1828 che porta all'eremo dove san Girolamo Emiliani era solito raccogliersi in preghiera nel quale venne costruita una cappella nel 1837[60].
Valletta di Somasca
Fu fondata da san Girolamo Emiliani come oratorio nel quale educare gli orfani e poi ampliata maggiormente nel XIX secolo con la costruzione di diversi edifici[60]. Posta al termine della via delle cappelle si compone di due piazzole nelle quali sono presenti il cimitero dei padri somaschi, la X cappella, la sala della fonte miracolosa e l'antico orfanotrofio oggi adibito ad archivio, sono presenti anche due edifici religiosi:
Chiesa della Valletta
Chiesa della Resurrezione[95]

Cappelle ed edicole votive

Nel comune di Vercurago ci sono diverse edicole votive a tema religioso che spesso raffigurano la Madonna o san Girolamo Emiliani. Inoltre su tutto il territorio comunale sono state costruite alcune cappelle, oltre a quelle presenti sulla via che porta alla Valletta e a quella dedicata alla Madonna di Lourdes. Queste cappelle sono:

Cappella di Sant'Ambrogio
Della cappella si ha prima notizia scritta nel 1339[29] e probabilmente venne edificata per commemorare la vittoria del Ducato di Milano nella Battaglia di Parabiago, nella quale si credeva fosse apparso sant'Ambrogio. La cappella era già frequentata nel XV secolo, ma dopo le guerre tra guelfi e ghibellini finirono le processioni dirette alla cappella e nel 1533 san Girolamo Emiliani restaurò la cappella costruendo sotto il pavimento una cisterna[96]. Nel 1894 iniziarono i nuovi lavori di restauro che culminarono l'anno successivo[97] e negli anni settanta vennero fatte le ultime sistemazioni[60].
Cappella degli Alpini
Dedicata al centenario della formazione del corpo militare degli alpini, la cappella è stata aperta il 17 settembre 1972. La struttura è a pianta quadrata, la muratura è in pietra e sull'ingresso è stato dipinto un affresco a tema alpino. Ogni anno il 23 dicembre si svolge una fiaccolata che termina alla Cappella degli Alpini e che viene organizzata dal Gruppo Escursionisti Vercuraghesi[98].
Cappella padronale
Posta al confine con Calolziocorte in località Galavesa era la cappella della casa padronale degli Scola, oggi la struttura versa in stato di abbandono[99].
Cappella di San Mauro
Edificata nel 1750 è a pianta esagonale e in stile neoclassico. La cappella di San Mauro è circondata su tre lati da un breve appezzamento di terreno ad erba protetto da basso muro e ringhiera in ferro. Sulle pareti esterne è presente una zoccolatura alta interrotta nella parte centrale dove due lesene poste alle estremità alle estremità sorreggono un timpano triangolare posizionato su un cornicione che percorre il perimetro dell’edificio. Al centro è posto l’ingresso ad arco rialzato di un gradino e protetto da una cancellata in ferro.Il tetto coperto di tegole è a a sei falde. Sulle pareti interne sono contenuti degli affreschi riguardanti la vita del santo risalenti al 1961 e un altare in muratura centrale[62]. Sulla parete sinistra si trova un mosaico che rappresenta una croce realizzato nel 1981[100].

Architetture civili

Villa Borgomanero
Nel centro storico cittadino vicino al municipio è presente Villa Borgomanero, una villa con giardino in stile liberty costruita dalla famiglia di impresari edili Secomandi nei primi anni del Novecento. Dal 2002 è protetta dalla Soprintendenza Regionale per i Beni e le Attività Culturali di Milano dato che si tratta di un significativo esempio di villa dei primi anni del XX secolo[101].

Architetture militari

 
Interno del castello dell'Innominato
Castello dell'Innominato
Situato al di sopra della frazione di Somasca prende il nome dall'Innominato, personaggio de I promessi sposi, in quanto la tradizione vuole che per la descrizione del castello nel romanzo il Manzoni abbia fatto riferimento proprio a questo edificio. In origine il castello era una torre di segnalazione di un sistema di fortificazione Carolingio e se ne ha prima menzione nel 1158. Il castello venne utilizzato durante le lotte tra guelfi e ghibellini iniziate dalla faida tra i Visconti e i Della Torre per poi diventare definitamente di proprietà della Repubblica di Venezia nel 1454. A seguito della guerra scoppiata tra la Francia e Venezia l'8 settembre 1509 i francesi smantellarono il castello che venne poi restaurato e abitato da san Girolamo Emiliani nel 1534[102]. Il castello venne definitivamente distrutto dai cannoni Russi nel 1799 durante lo scontro tra i Francesi e gli Austro-Russi per la conquista di Lecco[10].

Altro

 
Monumento ai caduti delle due guerre mondiali
 
Monumento agli Alpini
Monumento ai caduti delle due guerre mondiali
Situato in un'aiuola del centro storico il monumento si compone di una statua posta su un basamento. La statua, raffigurante un soldato che regge il tricolore e che abbraccia un bambino, venne scolpita nel bronzo dallo scultore Angelo Montegani nel 1926. Il basamento granitico su cui poggia è ornato dalla scritta bronzea a caratteri maiuscoli «Vercurago nel culto degli eroi ritempra la fede nella patria»; inoltre sono poste lapidi bronzee con i nomi dei caduti vercuraghesi della prima e della seconda guerra mondiale, mentre sul lato sono scritti i nomi dei dispersi su una targa marmorea[76]. Ogni 25 aprile in questo luogo si celebrano i festeggiamenti dell'anniversario della liberazione d'Italia[103].
Monumento ai caduti di Somasca
Posto vicino alla Basilica di San Bartolomeo e San Girolamo Emiliani, è composto da una lapide con i nomi dei 17 giovani morti nel corso delle due Guerre sormontata da una nicchia contenente un affresco inaugurato con una messa il 15 luglio 2018. L'affresco, dipinto da Rosalba Citera, raffigura nel centro la Madonna incoronata con due angeli che le sorreggono il mantello aperto così come le braccia che proteggono il giovane che ha donato la sua vita[104].
Monumento a tutti gli Alpini
Posto in prossimità della cappella dedicata al centenario della formazione del corpo militare degli Alpini è un monumento bronzeo dedicato a tutti gli Alpini. La scultura è composta da tre pennacchi rocciosi che sostengono un busto rappresentante un alpino, l'intera composizione è stata scolpita nel bronzo ed è stata posata il 16 giugno 1974[105].
L'Abbraccio
Situato nel piazzale vicino cimitero, si tratta di una statua in marmo di Carrara alta 3,2 e del peso di Errore in {{M}}: parametro 2 non è un numero valido. scolpita da Antonio Guerra, uno scultore calolziese operante prevalentemente nella Valle San Martino[106]. La statua raffigura san Girolamo Emiliani e santa Caterina Cittadini immersi in un fascio di luce all'interno del quale è incastonata una sfera rappresentante il mondo, questi due elementi ultraterreni inoltre ricordano le opere del pittore vercuraghese Gianni Secomandi. La statua venne commissionata nella primavera 2002 e i primi schizzi risalgono all'autunno dell stesso anno, per essere inaugurata il 2 giugno 2005[86]. La targa posta sul basamento in cemento riporta il nome della statua e la dedica dell'allora sindaco Antonio Benedetto Moretti ai vercuraghesi corredata dalla fase di Cicerone «Onora la giustizia e rispetta i valori, ma più d'ogni altra cosa ama la patria. Tale è la vita che conduce al cielo

Società

Evoluzione demografica

Abitanti censiti[107]

Etnie e minoranze straniere

Al 1º gennaio 2018 gli stranieri residenti a Vercurago con regolare permesso di soggiorno erano 163, pari a circa il 5,8% della popolazione[108]. Con il passare degli anni, si è registrata una crescita costante della popolazione straniera, al 1° gennaio 2002 gli stranieri con regolare permesso di soggiorno residenti a Vercurago erano 48, costituendo circa l'1,7% della popolazione[109]. Le due nazionalità più rappresentate al 1º gennaio 2018 erano[108]:

  1. Egitto, 23 residenti;
  2. Romania, 23 residenti.

Lingue e dialetti

Oltre alla lingua italiana che rimane quella maggiormente utilizzata, a Vercurago è parlato dalla popolazione più anziana il dialetto bergamasco, una variante della lingua lombarda, che si è diffuso grazie al legame di lunga data che lega il comune a Bergamo[110]. Il dialetto bergamasco parlato a Vercurago, e più in generale della zona occidentale della Valle San Martino, risente della vicinanza a Lecco e di conseguenza il vernacolo locale presenta delle affinità con il dialetto lecchese del quale riprende diverse parole[111].

Religione

La principale confessione religiosa a Vercurago è quella cristiana cattolica di rito ambrosiano, come la gran parte dell'arcidiocesi di Milano[112]. Nel comune sono presenti due parrocchie appartenenti alla Diocesi di Bergamo: la parrocchia di Vercurago dedicata santi Gervasio e Protasio nata nel 814 e la parrocchia riferita alla frazione di Somasca nata nel 1564[113] e intitolata a san Bartolomeo apostolo e a san Girolamo Emiliani[114]. Nella frazione di Somasca hanno sede le due congregazioni religiose del comune: quella dei Chierici regolari di Somasca fondata da san Girolamo Emiliani nel XVI secolo[115] e quella delle Suore Orsoline di San Girolamo fondata da beata Caterina Cittadini nel XIX secolo[67].

Tradizioni e folclore

Nella frazione di Somasca ogni 8 febbraio si celebra con la messa la festa patronale che ricorre nell'anniversario della morte di san Girolamo Emiliani e la prima domenica successiva si tengono rispettivamente la fiera di San Girolamo presso il piazzale della basilica e la fiera della Valletta nel centro storico di Somasca[116][117]. A Somasca il ricordo della sua morte è celebrato fin dal XVI secolo, molto tempo prima dell'instaurazione di una data ufficiale che avvenne soltanto nel 1769 , ben due anni dopo la sua canonizzazione[118]. A differenza di oggi però la festa veniva celebrata il 20 luglio, data che rimase in vigore sino al 1965, quando con il Concilio Vaticano II questa fu spostata all'8 febbraio[119].

Cultura

Scuole

Nel territorio comunale sono presenti le seguenti scuole: un asilo nido, una scuola dell'infanzia, una scuola primaria e una scuola secondaria[120].

Biblioteca

La biblioteca comunale è nata nel 1972 per il volere di un gruppo di volontari i quali la stabilirono nella centrale Piazza Marconi e nel 1983 il consiglio comunale ha intitolato la biblioteca al pittore vercuraghese Gianni Secomandi. Nel 1994 è stata completata la costruzione della sede attuale della biblioteca che si trova vicino alla scuola primaria[82]. La biblioteca aderisce al Sistema Bibliotecario del Territorio Lecchese ed è possibile interrogare il catalogo on-line della biblioteca[121].

Musei

L'unica raccolta museale del territorio comunale si trova nella frazione di Somasca ed appartiene alle Suore Orsoline di San Girolamo, si tratta della casa museale "Le sorgenti" che è stata riconosciuta come tale nel 2000. La casa è un edificio del XVII secolo precedentemente adibito a tintoria, lo testimonia il ruscello che passa sotto il pavimento del piano terra, e poi a orfanotrofio dalle sorelle Giuditta e Caterina Cittadini. Una prima parte dell’edificio è stata acquistata dalle sorelle Cittadini nel 1826 con lo scopo di creare una scuola per ospitare le bambine bisognose. Nel polo museale con i mobili e gli oggetti che provengono quasi totalmente dalla raccolta originale sono ricostruiti all'interno della dimora di Caterina Cittadini, i momenti più significativi della vita della beata e gli ambienti tipici della vita contadina ottocentesca. L'ultimo restauro dell'edificio risale al 2017[85].

Arte

«Il castello dell’Innominato era a cavaliere a una valle angusta e uggiosa, sulla cima d’un poggio che sporge in fuori da un’aspra giogaia di monti, ed è, non si saprebbe dir bene, se congiunto ad essa o separatone, da un mucchio di massi e di dirupi, e da un andirivieni di tane e di precipizi, che si prolungano anche dalle due parti. Quella che guarda la valle è la sola praticabile; un pendìo piuttosto erto, ma uguale e continuato; a prati in alto; nelle falde a campi, sparsi qua e là di casucce. Il fondo è un letto di ciottoloni, dove scorre un rigagnolo o torrentaccio, secondo la stagione: allora serviva di confine ai due stati. I gioghi opposti, che formano, per dir così, l’altra parete della valle, hanno anch’essi un po’ di falda coltivata; il resto è schegge e macigni, erte ripide, senza strada e nude, meno qualche cespuglio ne’ fessi e sui ciglioni. Dall’alto del castellaccio, come l’aquila dal suo nido insanguinato, il selvaggio

signore dominava all’intorno tutto lo spazio dove piede d’uomo potesse posarsi, e non vedeva mai nessuno al di sopra di sé, né più in alto.»

Vercurago è uno dei paesi in cui Alessandro Manzoni ambienta I promessi sposi[122], sin dal primo capitolo l'autore descrive il paesaggio lecchese dell'Adda e del lago di Garlate, sul quale si affaccia anche Vercurago. Il comune però diventa centrale nel capitolo XX quando la scena si concentra sulla figura dell'Innominato, il potente bandito da cui si reca Don Rodrigo per chiedere il rapimento di Lucia Mondella e che grazie alle parole di lei si convertirà al cristianesimo. Questo personaggio infatti abita un castello che è per tradizione assimilato al castello dell'Innominato, dato che la descrizione dell'autore contiene tutti gli elementi realmente ravvisabili nel castello reale. La piccola fortezza sovrasta la frazione di Somasca dalla roccia del Tremasasso, così chiamata per la presenza dei bravi che nel XVII secolo infestavano la zona[123] e infatti tra il castello e l'abitato di Somasca ci sono i ruderi della cascina della bicocca che sono considerati i resti della Malanotte, la taverna dove i bravi dell'Innominato risedevano[124].

Cucina

La cucina vercuraghese riprende quella lariana e quella tipica della bergamasca. Uno dei piatti della tradizione bergamasca di maggiore rilevanza è la polenta. Somasca ha ospitato per molto tempo coltivazioni di grano turco di ottima qualità, che dopo essere stato raccolto veniva trasformato in loco in farina gialla. Alla polenta generalmente si abbina un secondo di carne che nella tradizione bergamasca è dato dagli uccelletti, con i quali si prepara polenta e osei[125]. Oltre a questo piatto si ha anche la preparazione della polenta taragna, polenta alla quale sono aggiunti burro e formaggio, e delle salamelle tipiche della cucina lombarda[126]. Di grande importanza sono anche le castagne che generalmente vengono consumate cotte sul fuoco (burolle) e spesso vengono servite durante le feste di paese[127]. La vicinanza al lago ha portato la popolazione a cucinare anche piatti a base di pesce come le alborelle fritte o il risotto al pesce persico che vengono abitualmente serviti durate la tradizionale sagra del pesce che si svolge nella maggior parte dei comuni lariani[128].

Geografia antropica

 
Il complesso residenziale sorto sull'ex-area industriale nel 2018

Urbanistica

Fino al XIX secolo l'abitato di Vercurago si sviluppò principalmente su due strade, partendo dalla chiesa dei Santi Gervasio e Protasio fino al confine con Lecco dove un tempo c'era la dogana. Il centro storico è caratterizzato da una moltitudine di piccole vie e dalla piccola piazza Marconi sulla quale si affacciano gli edifici più antichi dell'abitato, mentre vicino alla chiesa sono presenti due scalinate che portano alla frazione di Somasca. La frazione è anche raggiungibile grazie a una strada che parte dal nucleo Galavesa locato vicino all'omonimo torrente al confine con Calolziocorte. L'abitato di Somasca è stato costruito attorno alla Basilica di San Bartolomeo e San Girolamo Emiliani e da qui partono le strade che portano alle altre località montane del territorio. Nel secondo dopoguerra, dato il rapido incremento demografico, iniziò lo sviluppo della città attorno alla strada provinciale e al lago, inoltre nei pressi della foce del Gallavesa si è andata a formare un area industriale già dal 1917 con la costruzione del complesso industriale Pirelli. A seguito dello sviluppo urbanistico la ferrovia portò ad una divisione della città sanata da un piccolo sottopassaggio e da un passaggio a livello. Lo sviluppo edilizio interessò anche la frazione di Somasca, dove negli anni sessanta vennero costruite diverse palazzine[81]. Nel 2015 dopo oltre due anni di lavori con la costruzione di un complesso residenziale costruito su quella che era l'area industriale[129] è stata inaugurata la pista ciclabile panoramica collegata all'itinerario ciclabile lungo le rive dell'Adda che permette di collegare Trezzo sull'Adda a Lecco[89].

Frazioni

 
Vista di Somasca dal castello dell'Innominato nel 2018
Somasca
Oltre al centro cittadino, il comune di Vercurago comprende la sola frazione di Somasca che è posta nella fascia collinare del paese. Somasca venne nominata per la prima volta nel 1299 all'interno del Liber notitiae Sanctorun Mediolani di Goffredo da Bussero[29] e rimase contrada di Vercurago fino al XVII secolo dato che nel 1652 venne citata per la prima volta come comune autonomo[130]. Con l'arrivo dei francesi e l'instaurazione della Repubblica Cisalpina si ebbe una razionalizzazione delle amministrazioni locali che portarono all'aggregazione del comune di Somasca a quello di Vercurago il 26 settembre 1798 (5 vendemmiale anno VII del calendario rivoluzionario), da quel momento in poi, anche dopo la calata degli austriaci reazionari, Somasca è rimasta parte parte del comune di Vercurago[131].

Altre località del territorio

  • Galavesa, si trova sul confine con Calolziocorte lungo la strada provinciale. Il nucleo abitativo si è sviluppato attorno alla casa padronale degli Scola che nel 1891 è diventata l'istituto per frenastenici fondato da Antonio Gonelli-Cioni, gli edifici che lo compongono sono in gran parte quelli destinati alla residenza dei braccianti oltre ad una piccola cappella che serviva la casa padronale.
  • Folla, si trova nella frazione di Somasca lungo il torrente Gallavesa. Le prime testimonianze risalgono alla fine del XV secolo, quando è menzionata una fóla, cioè una macchina idraulica per la battitura e il lavaggio dei panni, la quale ha poi dato il nome alla piccola località[132].
  • Cascina Malvada, come la Folla è situata a Somasca lungo il corso del torrente Gallavesa,
  • Cascina Beseno, è una località montana e rurale come la Cascina Provada,
  • Cascina Provada[133].

Economia

Le attività economiche di Vercurago, così come quelle lombarde, sono cambiate negli anni passando dalla preponderanza del settore primario e secondario, rappresentato da piccole industrie tessili e meccaniche, a quello terziario grazie alla crescita dei servizi e delle attività turistiche.

Agricoltura

A causa della sua conformazione territoriale Vercurago non è particolarmente favorevole all'agricoltura estensiva, ma nonostante ciò il settore primario è rimasto quello predominante fino alla fine del XIX secolo. La produzione era caratterizzata per lo più da un'agricoltura di sussistenza basata sulla coltivazione di ortaggi, cereali, frutta e vitigni, nella frazione di Somasca si coltivava il granoturco che veniva poi trasformato in farina gialla[134] e venduto, inoltre i suoi boschi erano ricchi di castagni[72]. Gli abitanti si dedicarono anche alla coltivazione del gelso le cui foglie sono tutt'ora usate per l'allevamento del baco da seta, la produzione di questo tessuto è stata una delle principali attività economiche dell'Italia settentrionale fino all'avvento delle prime fibre artificiali negli anni trenta[135]. La produzione della seta nel comune poté svilupparsi grazie alla presenza di un porticciolo attivo fin dal XVI secolo durante gli scambi commerciali tra la Repubblica di Venezia e la Repubblica delle Tre Leghe[54].

Industria e artigianato

La produzione manifatturiera a Vercurago ha iniziato a svilupparsi concretamente solo a partire dal XIX secolo grazie alla costruzione di due filande attive sul torrente Gallavesa possedute dalla famiglia Scola[136]. La produzione artigianale però si è diversificata solo alla fine del secolo, nel 1889 a Vercurago è annotata la presenza di un pastificio, di alcune officine dedite alla tornitura del legno e del ferro e di un'azienda produttrice di dinamo elettriche. Nei primi anni del XX secolo è cominciato lo sviluppo industriale vero e proprio grazie alla costruzione del grande complesso industriale della Pirelli inaugurato nel 1917. Lo stabilimento era incaricato della produzione dei prodotti chimici usati per la preparazione della gomma e come molti altri impianti industriali sfruttava l'energia idroelettrica che era fornita dal vicino torrente Gallavesa. Durante gli anni del boom economico la fabbrica impiegava circa centocinquanta operai, ma con il declino dell'industria chimica italiana lo stabilimento dopo alcuni passaggi di proprietà e cambi di produzione venne chiuso definitivamente nel 1987[74]. Oggi la maggior parte delle aziende manifatturiere di Vercurago operano nell'industria meccanica e nella lavorazione del ferro[137].

Turismo

A Vercurago sono presenti due importanti flussi turistici: quello religioso, legato alla figura di san Girolamo Emiliani, e quello culturale legato ai luoghi manzoniani[90][138]. Sul territorio infatti è presente il castello dell'Innominato che ogni anno richiama visitatori e scolaresche in gita, e il 22 ottobre 2017 è stato ulteriormente valorizzato dall'inaugurazione dell’esposizione permanente “La Rocca dell’Innominato tra paesaggio, storia e letteratura”[139]. Ultimamente sta prendendo piede anche il turismo balneare[140] e la fascia costiera è stata notevolmente valorizzata grazie alla costruzione di una pista ciclabile lunga Errore in {{M}}: parametro 2 non è un numero valido. che oltre a Vercurago attraversa i comuni di: Malgrate, Pescate, Garlate, Olginate, Calolziocorte e Lecco[141].

Infrastrutture e trasporti

Strade

Il paese è attraversato per tutta la sua lunghezza dalla strada provinciale 639 dei Laghi di Pusiano e di Garlate che collega i capoluoghi di provincia: Como, Lecco e Bergamo[142]. Dal 2012 è in corso la costruzione della galleria di San Girolamo, una variante della strada provinciale scavata al di sotto della frazione di Somasca[88][143].

Ferrovie

La stazione di Vercurago-San Girolamo è una fermata di Rete Ferroviaria Italiana servita dai treni regionali Trenord della ferrovia Lecco-Brescia e della ferrovia Lecco-Milano[144][145].

Mobilità urbana

La mobilità urbana è garantita dagli autoservizi gestiti dalla società Linee Lecco[146] e dalla SAB Autoservizi[147].

Amministrazione

 
Il municipio di Vercurago, alla sinistra del quale si può vedere Villa Borgomanero

Di seguito è riportato l'elenco dei primi cittadini di Vercurago a partire dal 1866[75].

Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
1866 1871 Francesco Scola Sindaco
1872 1895 Angelo Manzoni Sindaco
1896 1898 Giovanni Battista Ambrosini Sindaco
1899 1901 Angelo Manzoni Sindaco
1902 1919 Anania Scola Sindaco
1920 1926 Emilio Bolis Sindaco
1926 1937 Arturo Borgomanero Partito Nazionale Fascista Podestà
1938 1939 Giuseppe Meroni Partito Nazionale Fascista Podestà
1940 1943 Silvio Lozza Partito Nazionale Fascista Podestà
1944 1944 Innocenzo Cola Partito Fascista Repubblicano Podestà
1944 1945 Italo Carsana Partito Fascista Repubblicano Podestà
1945 1946 Giovanni Battista Valsecchi Sindaco
1946 1946 Luigi Biffi Sindaco
1946 1956 Riccardo Losa Sindaco
1956 1970 Giuseppe Rondalli Sindaco
1970 1971 Adelio Bolis Sindaco
1972 1980 Attilio Lozza Sindaco
1980 2004 Antonio Moretti Democrazia Cristiana e Lista di centro Sindaco [148]
2004 In carica Carlo Greppi Lista di centro-sinistra - Ancora Insieme Sindaco [149][150]

Altre informazioni amministrative

Il comune di Vercurago fa parte delle seguenti organizzazioni sovracomunali:

Sport

 
Il Betell di Vercurago

La principale squadra di calcio del comune è il Vercurago, fondata nel 1987[153], milita nel girone L della Seconda categoria[154] , mentre quella maschile di cestisti è il Basket Vercurago, fondata nel 2006[155], gioca nella Serie D regionale[156].

Il comune ospita anche la Victory, una delle poche squadre italiane di Inter-crosse. Nella sua storia ha vinto tutti i Campionati italiani e le Coppe Italia dal 1999 al 2005. Nel 2009 si è aggiudicata nuovamente la vittoria nel Campionato italiano e tra il 2010 ed il 2015 ha vinto quattro Coppe Europa[157].

Nel 1978 è stata fondata l'associazione di canoisti Canoa Kayak 90, che è parte dalla Federazione Italiana Canoa Kayak[158].

Il Trofeo Arnaldo Mondonico alla memoria è una regata con il batell alla quale partecipano i comuni di: Abbadia Lariana, Bellano, Calolziocorte, Dervio, Garlate, Malgrate, Olginate, Oliveto Lario e Pescate. Il batell è una storica imbarcazione lariana che veniva utilizzata nella pesca e nei trasporti. Dopo l'uscita de I promessi sposi la barca venne impropriamente chiamata Lucia dato che nel romanzo Lucia Mondella se ne serve nell'Addio ai monti. La regata si è svolta per prima volta nel 2008 e dal 2011 è gestita dal Gruppo Manzoniano Lucie[159].

Impianti sportivi

Il comune possiede un palazzetto dello sport dotato di tribuna che viene utilizzato per eventi e per gli allenamenti del Basket Vercurago, l'Oratorio san Giovanni Bosco Vercurago e della Victory oltre ad essere frequentato dagli studenti della scuola elementare alla quale quale è collegato[160]. Sul territorio è anche presente anche lo stadio comunale costruito nel 1990 ed utilizzato dalla squadra calcistica del Vercurago. L'impianto è composto da un campo da calcio in erba a undici e da uno da sei in erba sintetica che inizialmente era in terra battuta, ci sono anche altri due campetti più piccoli di cui uno dei due da pallavolo[84].

Note

  1. ^ Elezioni Vercurago 2014, su elezionistorico.interno.gov.it. URL consultato il 6 agosto 2018 (archiviato il 27 giugno 2018).
  2. ^ a b Superficie e GG Vercurago, su comuni-italiani.it. URL consultato il 6 agosto 2018.
  3. ^ a b Popolazione Vercurago, su demo.istat.it. URL consultato il 2 novembre 2018.
  4. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  5. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  6. ^ Dizionario di pronuncia italiana online - Vercurago, su dipionline.it. URL consultato il 6 agosto 2018 (archiviato il 20 aprile 2017).
  7. ^ Francia, Gambarini, 2001
  8. ^ Distanza Vercurago - Lecco, su distanza.org. URL consultato il 6 agosto 2018 (archiviato il 7 agosto 2018).
  9. ^ PGT Vercurago - Componente geologica idrogeologica e sismica (PDF), su comune.vercurago.lc.it, p. 19. URL consultato il 7 settembre 2018 (archiviato il 6 agosto 2018).
  10. ^ a b c d e f g h i j k Vercurago - La Storia, su http://www.comune.vercurago.lc.it, 6 febbraio 2015. URL consultato il 7 settembre 2018 (archiviato il 24 giugno 2018).
  11. ^ BobToc's WebLog: Diari di Sopracornola (Sucórnula) e della Val San Martino, su bobtoc.blogspot.it, 13 aprile 2013. URL consultato il 23 settembre 2018 (archiviato il 7 agosto 2017).
  12. ^ Relazione componente geologica Vercurago, p. 55-59.
  13. ^ a b Piergiorgio Tosetti, Relazione documento di piano Vercurago (PDF), su comune.vercurago.lc.it, pp. 74-81. URL consultato il 6 settembre 2018 (archiviato il 6 agosto 2018).
  14. ^ Paola Albini e Andrea Moroni, Il terremoto del 12 maggio 1802, Valle dell'Oglio (PDF), su provincia.cremona.it, p. 5. URL consultato il 7 ottobre 2018.
  15. ^ Rischio sismico di Vercurago, su https://www.tuttitalia.it. URL consultato il 10 agosto 2018 (archiviato il 10 agosto 2018).
  16. ^ Relazione componente geologica Vercurago, p. 8-11.
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