Utente:BlackPanther2013/Sandbox/1.0
Damigella di Numidia | |
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Stato di conservazione | |
Rischio minimo[1] | |
Classificazione scientifica | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Animalia |
Phylum | Chordata |
Classe | Aves |
Ordine | Gruiformes |
Famiglia | Gruidae |
Genere | Grus |
Specie | G. virgo |
Nomenclatura binomiale | |
Grus virgo (Linnaeus, 1758) | |
Sinonimi | |



La damigella di Numidia (Grus virgo Linnaeus, 1758) è il più piccolo rappresentante della famiglia dei Gruidi. È una specie boreale che si riproduce nella fascia delle steppe e zone desertiche che dall'Europa sud-orientale, attraverso l'Asia centrale, giunge fino alle regioni nord-occidentali della Mongolia e a quelle nord-orientali della Cina.
In Europa centrale la damigella di Numidia è una specie erratica molto rara. Tra le segnalazioni confermate più recenti, ad esempio, ricordiamo quelle provenienti dai Paesi Bassi negli anni '90[2].
Descrizione
Adulto
La damigella di Numidia raggiunge un'altezza di 90-100 centimetri e pesa circa 2500 grammi[3]. Ha un'apertura alare di 165-185 cm.
Non presenta un dimorfismo sessuale cospicuo e non vi è alcuna variazione stagionale nell'aspetto. La fronte, una piccola area sotto gli occhi, la parte posteriore della testa, il mento, il collo e le piume che si dipartono dalla parte anteriore di quest'ultimo sono neri. Dietro l'occhio si trova un ciuffo a forma di falce costituito da sottili piume bianche. Il piumaggio del corpo, le piccole copritrici superiori e inferiori e le penne ascellari sono di colore grigio-blu. Le penne timoniere e le grandi copritrici primarie sono grigio chiaro; al contrario, le remiganti primarie, le grandi copritrici primarie e l'alula sono di un grigio più scuro. Le remiganti secondarie sono nere, le penne del gomito, color grigio-fumo con le estremità scure, sono lunghe e appuntite[4].
L'iride degli esemplari adulti è bruno-rossastra. Il becco è di colore verdognolo scuro alla base, per poi diventare verde oliva e di colore variabile dal rossastro al rosa all'estremità. Le zampe sono scure e variano nella colorazione dal verde oliva al nero sporco.
Giovane
Appena usciti dall'uovo, i pulcini, interamente ricoperti di piumino, hanno la testa di colore brunastro sulla sommità e giallastro sui lati, sul mento e sulla gola. La parte superiore del corpo è grigio-marrone con strisce scure sulle ali, mentre quella inferiore è grigia o biancastra. Lo stadio di piumino successivo assomiglia al primo, ma è un po' più chiaro e più grigio nel complesso. L'iride è marrone scuro, il becco rosa con la punta grigia. Le zampe sono inizialmente rosa e diventano grigio-blu dopo alcuni giorni.
Nel piumaggio giovanile la testa, il collo, il corpo e le piccole copritrici sono di colore grigio fumo chiaro. Le piume ornamentali sulla testa iniziano a formarsi, ma sono ancora di colore grigio fumo chiaro anch'esse. Il collo è già di colore grigio scuro-ardesia. Nel piumaggio del primo autunno-inverno i giovani differiscono dagli adulti per il nero più opaco sulla testa e sul collo. Le penne del gomito e le lunghe penne che si dipartono dal collo e dalla sommità del capo sono ancora molto più corte che negli uccelli adulti[5]. I giovani hanno l'iride di colore variabile dal giallastro al bruno-rossastro e il becco grigio-olivastro alla base e giallastro-rossastro nella zona distale.
Locomozione
Il volo è semplice e calmo, con ampi movimenti delle ali, come quello di altre specie di gru. Tuttavia, rispetto a quello di altre consimili, è più sicuro e più aggraziato. Prima di alzarsi in volo, le damigelle di Numidia hanno bisogno di una breve rincorsa. Quando sono in volo, gli stormi spesso procedono in una formazione a cuneo. Viste dal basso, la colorazione nera del collo e del petto consente di distinguerle da altre specie di gru.
Le damigelle di Numidia sono fondamentalmente degli uccelli diurni. Nelle aree di svernamento, di tanto in tanto si riuniscono in grandi folle per riposarsi e pernottare sulle sponde di un fiume o di un lago o sui banchi di sabbia nelle zone di acqua bassa. Occasionalmente possono socializzare con le gru cenerine. Lasciano questi dormitori poco prima dell'alba per farvi ritorno al tramonto. La cosiddetta «danza» non è così spettacolare come quella delle altre gru. Consiste in una corsa breve e veloce con le ali sollevate, in alcune piroette, in inchini e in lanci di ciuffi d'erba, piccoli ramoscelli e cose simili che vengono trovate sul terreno. I grandi salti, come quelli che effettuano altre gru, mancano del tutto. La danza non è legata ad una particolare stagione; tuttavia, si osserva più frequentemente durante la migrazione primaverile e la stagione riproduttiva[6].
Presumibilmente, trattandosi di una specie dalla territorialità debolmente definita, la damigella di Numidia non mette in mostra le manifestazioni di minaccia ritualizzate tipiche di altre specie di gru.
Voce
Il richiamo della damigella di Numidia è più forte, più duro e più rauco di quello della gru cenerina. I cosiddetti duetti all'unisono, nei quali i due partner emettono insieme i loro vocalizzi, sono più brevi che in altre specie di gru: si protraggono per soli tre o quattro secondi. Quando li eseguono i due uccelli si pongono uno di fronte all'altro con la testa piegata all'indietro e il becco tenuto verticalmente; le ali, tuttavia, non vengono sollevate come fanno altre specie di gru. I duetti all'unisono si possono udire soprattutto durante la stagione riproduttiva nei siti di nidificazione[7]
Distribuzione e habitat
La damigella di Numidia vive nelle steppe della Russia meridionale, tra l'Ucraina e la Siberia orientale, così come in alcune zone dell'Africa nord-occidentale, ed è quindi la specie di gru più strettamente correlata con l'ambiente della steppa. Fino agli anni '20 era possibile trovare popolazioni nidificanti anche nell'odierna Romania. Tuttavia, questa popolazione è attualmente scomparsa[8].
Le damigelle di Numidia svernano in Africa e in India e nei paesi confinanti, vale a dire Birmania, Bangladesh e Pakistan[9]. La principale area di svernamento in Africa si trova in Sudan, lungo il corso superiore e medio del Nilo Bianco e Azzurro[10]. Durante il viaggio di andata e ritorno dall'Africa, questi uccelli sorvolano il Mediterraneo orientale. Grazie agli inanellamenti, gli studiosi hanno potuto accertare che gli esemplari che nidificano in Ucraina trascorrono l'inverno in Sudan. Presumibilmente, questo vale per l'intera popolazione che si riproduce nel settore occidentale dell'areale della specie. Dall'altro lato, gli uccelli che nidificano nell'Altai e nel Kazakistan si recano a svernare in India e in Pakistan. In molte regioni la concentrazione di questi uccelli è così bassa da essere quasi impercettibile. Concentrazioni maggiori di damigelle di Numidia si incontrano principalmente sul confine occidentale della catena montuosa del Tien Shan[11]
Le damigelle di Numidia giungono nei loro territori di nidificazione alla fine di marzo. Tuttavia, in casi eccezionali, l'arrivo può protrarsi fino a metà maggio. Il ritorno verso le aree di svernamento inizia a metà agosto e dura fino alla fine di settembre[12].
Habitat
Le damigelle di Numidia nidificano in steppe e zone più o meno erbose pianeggianti o leggermente ondulate in pianura o ai piedi delle colline. Normalmente il loro habitat presenta una vegetazione costituita da artemisia e piante simili. Spesso le loro aree di riproduzione sono interrotte da spoglie distese di sale. Nella maggior parte dei casi, il sito di nidificazione non dista mai più di 1,5 chilometri da un lago o da un altro specchio d'acqua. Occasionalmente le damigelle nidificano anche in steppe d'alta quota, fino ad altitudini comprese tra i 2300 e i 2400 metri[13]. Negli ultimi anni, questa specie tende sempre più a nidificare anche in terreni agricoli, come si può riscontrare, ad esempio, nel sud dell'Ucraina, nella regione del Sivaš, nella regione del Volga e in gran parte del Kazakistan e dell'Altai[14].
Biologia
Alimentazione
Le damigelle di Numidia si nutrono principalmente di vegetali, ma possono mangiare anche piccoli animali, soprattutto durante la stagione della riproduzione. Presso gli esemplari che nidificano in Kazakistan la dieta è composta da chicchi di grano, semi di tulipano e, in misura minore, coleotteri. In primavera, questi animali mangiano anche le punte verdi delle colture in crescita, mentre in autunno non disdegnano le spighe di grano. Il grano svolge anche un ruolo importante nella dieta presso le aree di svernamento, m a in queste zone mangiano anche miglio e leguminose[15].
Fortpflanzung
Jungfernkraniche werden in einem Alter von zwei bis drei Jahren geschlechtsreife. Es sind monogame Vögel, die eine Paarbindung eingehen, die über mehrere Fortpflanzungsperioden besteht.
Nest und Gelege
[[Datei:Anthropoides virgo MWNH 0033.JPG|miniatur|Ei, Sammlung Museum Wiesbaden]] An ihren Brutplätzen treffen Jungfernkraniche zu einem Zeitpunkt ein, der mit dem Beginn der Vegetationsperiode zusammenfällt. Als Niststandort wählen sie gewöhnlich Stellen mit einem unregelmäßigen, nicht sehr hohen Pflanzenwuchs. Mitunter brüten sie auch auf Weizenfelder und Brachen oder auf Wiesen, die als Viehweiden dienen. Typisch ist ein Abstand von drei bis 4 Kilometern zu benachbarten Jungfernkranichpaaren. Da die Territorialität von Jungfernkranichen auch während der Brutzeit deutlich schwächer ausgeprägt ist als dies bei anderen Kranichen der Fall ist, kommt es vor, dass benachbarte Nester nicht weiter als 200 bis 300 Meter entfernt liegt.[16] Die Nester befinden sich meist auch nicht weiter als 200 bis 300 von einer offenen Wasserstelle entfernt. In Ausnahmefällen kann der Abstand zum nächsten Gewässer jedoch 1 bis 1,5 Kilometer betragen.[17]
Das Nest ist meist nicht mehr als eine flache Mulde, die nur sehr spärlich mit Steinchen, trockenem Pferde- oder Schafmist ausgelegt sind. Gelegentlich finden sich in der Nistmulde auch eine trockene Stängel von Kräutern wie beispielsweise Wermut. Auf Ackerflächen oder Brachen fehlt auch dieser spärlich Nestbau.[18] Die Eiablage fällt in den Zeitraum von der ersten Aprildekade bis Mitte Mai. Das Vollgelege besteht in der Regel aus zwei, in Ausnahmefällen sogar drei Eiern. Der Legeabstand zwischen den Eiern beträgt zwischen 24 und 48 Stunden. Geht das Gelege verloren, kommt es zu Nachgelegen an einem neuen Niststandort.[19]
Die Eier wiegen durchschnittlich ca. 110 Gramm. Die Grundfarbe der Schale ist olivbraun, olivgrün oder olivgrau. Darauf befinden sich ein individuell in Form und Menge stark variierende Flecken, die gelblich braun, rostbraun oder kastanienbraun sind.
Brut
Beide Elternvögel sind an der Brut beteiligt. Der Hauptanteil fällt jedoch auf das Weibchen. Das Männchen hält sich gewöhnlich in einer Entfernung von 300 bis 400 Metern auf. Wird der brütende Kranich beunruhigt, erhebt er sich gewöhnlich und entfernt sich dann unauffällig vom Nest. Erst in einer Entfernung von etwa 30 bis 50 Meter fliegt er auf, wobei er einen Alarmruf von sich gibt. Der zweite Elternvogel fliegt gewöhnlich gleichfalls auf und beide kreisen einige Zeit in geringer Höhe über dem Neststandort. Erst wenn die Gefahr nicht mehr besteht, kehrt das Weibchen zum Nest zurück.[20]
Die Brutzeit beträgt 27 bis 29 Tage.
Aufzucht der Jungvögel
mini|Jungvogel Die Küken schlüpfen im Zeitraum von der zweiten Maihälfte bis Anfang Juni. Wie bei anderen Kranicharten verhalten sich die Küken aggressiv zueinander. Es können trotzdem pro Gelege zwei Jungvögel heranwachsen, weil sie in ihren ersten Lebenstagen jeweils von einem Elternvogel geführt werden.[21]
Zu einer selbständigen Nahrungsaufnahme sind die Küken nach einer Woche fähig. Nach 55 bis 65 Tagen sind die Jungen flügge.
Bestand und Gefährdung
Die Populationsgröße wird auf 200.000 bis 240.000 Vögel geschätzt, nimmt aber stark ab. Vor allem die Zerstörung der Lebensräume und die Bedrohung durch Raubwild und verwilderte Hunde sind dafür verantwortlich. Zudem erbeuten indische und ostafrikanische Jäger pro Saison etwa ein Zehntel der Zugvögel auf ihrem Weg in die Hauptüberwinterungsgebiete. Die IUCN stuft den Jungfernkranich als „nicht gefährdet“ ein.
Jungfernkranich und Mensch
Im Jahr 1758 gab Carl von Linné den Jungfernkranich den lateinischen Namen Ardea virgo.
Als Ziergeflügel wurden Jungfernkraniche sowohl in China („Vogel ersten Ranges“) und in Indien („Vornehmster aller Gefiederten“) als auch im Alten Ägypten gehalten. Davon berichten über 4000 Jahre alte Reliefs in ägyptischen Gräbern der Pharaonenzeit. Auch die Grabkammer des Ti weist darauf hin, dass diese Vögel sowie Graukraniche in halbzahmen Herden als Opfertiere gehalten und gemästet wurden.
Aus Schriften des Römers Varro lässt sich schließen, dass Jungfernkraniche auch später als Hausvögel gehalten wurden. Dabei wurden sie zur Bewachung von Haus und Hof eingesetzt, um mit ihrem lauten trompetenähnlichen Schreien zuverlässig vor Raubtieren und Greifvögeln zu warnen. Als Karl der Große jedoch ein salisches Gesetz änderte, ging dieser Brauch verloren.
Note
- ^ (EN) BirdLife International 2018, Anthropoides virgo, su The IUCN Red List of Threatened Species, vers.2019-1. URL consultato il 29 maggio 2019.
- ^ Hans-Günther Bauer, Einhard Bezzel e Wolfgang Fiedler, Das Kompendium der Vögel Mitteleuropas: Alles über Biologie, Gefährdung und Schutz. Band 1: Nonpasseriformes – Nichtsperlingsvögel, Aula-Verlag Wiebelsheim, Wiesbaden 2005, ISBN 3-89104-647-2, p. 377.
- ^ Bergmann et al., p. 167.
- ^ Potapov e Flint, 1989, pgg. 250-51.
- ^ Potapov e Flint, 1989, p. 251.
- ^ Potapov e Flint, 1989, p. 255.
- ^ Potapov e Flint, 1989, p. 255.
- ^ Potapov e Flint, 1989, p. 252.
- ^ Salim Ali, The Book of Indian Birds, 13th ed., Bombay Natural History Society, Oxford University Press, 2002, p. 124.
- ^ Potapov e Flint, 1989, p. 253.
- ^ Potapov e Flint, 1989, p. 253.
- ^ Potapov e Flint, 1989, p. 253.
- ^ Potapov e Flint, 1989, p. 253.
- ^ Potapov e Flint, 1989, p. 254.
- ^ Potapov e Flint, 1989, p. 255-57.
- ^ Potapov & Flint, 1989, S. 254.
- ^ Potapov & Flint, 1989, S. 254.
- ^ Potapov & Flint, 1989, S. 254.
- ^ Potapov & Flint, 1989, S. 254.
- ^ Potapov & Flint, 1989, S. 253 und S. 254.
- ^ Potapov & Flint, 1989, S. 255.