Bufo bufo
Il rospo comune (Bufo bufo (Linnaeus, 1758)) è un anfibio anuro della famiglia Bufonidae, diffuso in Eurasia e nel nord-ovest dell'Africa.[2]
Il rospo comune è protetto dalla convenzione di Berna per la salvaguardia della fauna minore.
Descrizione
È l'anfibio più grande d'Europa, e raggiunge addirittura i 20 cm (zampe escluse). È caratterizzato dalle sue zampe corte e dal muso schiacciato, ma anche dalla sua tipica colorazione marroncina, che può tendere al rossiccio, anche se il ventre tende ad essere biancastro. Il suo colore varia a seconda delle stagioni e dell'età, dal sesso e dall'ambiente in cui si trova, passando dal marrone al rosso e al nero a seconda della situazione.[3] Gli animali della zona meridionale dell'areale tendono ad essere più grandi e con pelle più "spinosa" cioè con verruche più prominenti.
Nel suo collo vi sono due ghiandole parotoidi ovali. Queste ghiandole contengono un liquido biancastro irritante per le mucose che può essere secreto in caso di pericolo ed è in grado di ustionare e ferire anche l'uomo.[4]
Le pupille del rospo comune sono orizzontali; l'occhio è di color oro scuro o rame.
Biologia
Prevalentemente notturno, di giorno tende a nascondersi in buche o anfratti, sotto le pietre o comunque in luoghi riparati dalla luce, se minacciato assume una caratteristica posa intimidatoria con la testa abbassata e le parti posteriori sollevate.
Rispetto a Bufotes viridis tende a tornare sempre nella stessa pozza d'acqua per riprodursi, a volte percorrendo anche diversi chilometri. Durante questi spostamenti molti individui riproduttori vengono uccisi dalle automobili. A causa di ciò, oltre che alla scomparsa dei siti riproduttivi, questo animale tende a scomparire dalle zone più antropizzate. A differenza di Bufotes viridis, se minacciato non emette spontaneamente il suo liquido difensivo, ma questo fuoriesce se le ghiandole sono stimolate.
Alimentazione
Si nutre praticamente di qualsiasi cosa riesca ad entrare nella sua bocca: insetti in primis, lumache senza guscio, lombrichi, piccoli vertebrati come ad esempio piccoli topi.
Riproduzione
Dopo il letargo invernale, in concomitanza con la primavera inizia la stagione degli accoppiamenti: i rospi si recano vicino ai luoghi di riproduzione (solitamente vicino a corsi d'acqua, pozze o stagni) verso l'inizio di marzo e lì i maschi si aggrappano alle ascelle delle femmine, che sono visibilmente più grandi. Questo è il cosiddetto amplesso ascellare, a volte la femmina può essere approcciata da così tanti maschi da restare soffocata e morire. I maschi inoltre, nel periodo che precede la riproduzione sviluppano dei caratteri che saranno fondamentali per l'accoppiamento, come lo sviluppo di calli neri sulle prime tre dita delle zampe anteriori che servono allo scopo di avere una migliore presa sulla femmina, o come il cambiamento che subisce la loro stessa pelle, che diventa più elastica e sottile, per poter assorbire una maggiore quantità di ossigeno dall'acqua, durante l'amplesso, per evitare di rimanere a corto di ossigeno durante le immersioni in acqua della femmina che precedono l'accoppiamento (visto che è la femmina a decidere quando risalire per respirare).
La femmina depone in acqua circa 10 000 uova in un cordone gelatinoso, contemporaneamente le uova vengono fecondate dal maschio. Queste uova poi si schiuderanno, facendo uscire dei minuscoli esserini neri acquatici: i girini. Questi, nutrendosi soprattutto di alghe e altri minuscoli materiali organici, crescono. La temperatura dell'acqua nella zona dove si trovano deciderà la velocità della loro metamorfosi: più è calda l'acqua, più veloce sarà la metamorfosi. Questo perché l'alta temperatura dell'acqua è sintomo che la loro pozza si sta prosciugando.
Ai girini spuntano dapprima le zampe posteriori, e successivamente le zampe anteriori: da questo momento iniziano a digiunare, perché il loro apparato boccale (e digerente) si sta trasformando: infatti da onnivori diverranno insettivori. La metamorfosi dura uno o due giorni; il metamorfosando inizia ad assorbire la coda, e nel giro di appunto 24 - 48 ore scomparirà. il neometamorfosato è il più piccolo in assoluto fra gli anfibi: è lungo circa un cm. La sua pelle è ancora liscia per favorire la traspirazione. Digiunerà ancora per circa 4 giorni, dato che utilizzerà come fonte nutrizionale le energie della coda riassorbita.
Vocalizzazioni
Questo rospo possiede un gracidio piuttosto acuto, formato da 2 - 5 sillabe ripetute. Le vocalizzazioni non sono particolarmente intense rispetto alla taglia raggiunta da questa specie.
Predatori
I suoi nemici naturali sono i serpenti del genere Natrix, i ricci (nella maggior parte dei casi quando il rospo è fortemente debilitato o morto da poco), alcuni uccelli e, nel caso dei girini, anche alcuni pesci e larve e adulti di altre specie di anfibi come il tritone crestato, o da larve di insetti come quelle di libellula.
Distribuzione e habitat
La specie è ampiamente diffusa in Europa (con l'eccezione dell'Irlanda), in Asia (Medio Oriente e Asia centro-settentrionale) e in Nord Africa (Marocco, Algeria e Tunisia).[1]
Nella cultura popolare
Europa
Nell'immaginario collettivo europeo, il rospo fu a lungo considerato un animale di malaugurio e/o un collegamento con il mondo degli spiriti. Il connotato magico del rospo trae certamente origine dalla sua natura anfibia che lo pone a cavallo di due mondi, quello della terra e quello dell'acqua, mentre il connotato negativo è molto probabilmente dovuta alla ripugnanza che l'animale suscita con la sua bitorzoluta pelle grigiastra, quasi verrucosa, dai suoi movimenti lenti e dal suo emerge da luoghi oscuri.
Nell'Europa del Medioevo, il rospo era associato al Diavolo, per il quale fu non a caso inventato uno stemma araldico decorato con tre rospi![5] Era noto che il rospo poteva avvelenava le persone e, in quanto famiglio dellastrega, si pensava che possedesse poteri magici. In alcuni paesi, il ritrovamento di un rospo in una casa era considerato la prova della presenza d'una strega.[6] Nel Paese basco, si credeva che i famigli delle streghe fossero rospi cui venivano fatti indossare abiti eleganti, allevati da bambini e bambine che venivano addestrati come streghe e stregoni. Tra il 1610 e il 1612, l'inquisitore spagnolo Alonso de Salazar Frías investigò sulla stregoneria nella regione e perquisì le case di presunte streghe proprio alla ricerca di rospi vestiti, senza trovarne alcuno.[7]
Un racconto folcloristico inglese narra che una vecchia, presunta strega, maledisse il suo padrone di casa e tutti i suoi beni quando questi le chiese l'affitto non pagato per il suo cottage. Poco dopo, un grosso rospo cadde sulla moglie dell'uomo e la fece crollare. Il rospo fu gettato nel fuoco ma fuggì, pur riportando gravi ustioni. Nel frattempo, la casetta della strega aveva preso fuoco e lei s'era gravemente ustionata. Il giorno successivo, sia il rospo sia la strega erano morti e si scoprì che le ustioni della donna rispecchiavano quelle dell'anfibio.[8]
Oltre ai loro famigli, le streghe utilizzavano i rospi non addomesticati come ingredienti nei loro linimenti e infusi.[7] In generale, la gente comune di utilizzare i rospi essiccati, la loro bile, le loro feci ed il loro sangue a scopo farmaceutico,[6] per motivazioni vere o presunte. In quanto animale magico, il rospo era infatti circondato da una serie di ben radicate credenze che spingevano l'uomo alla ricerca delle sue parti anatomiche.
Anzitutto, la saliva del rospo era considerata velenosa ed era conosciuta come "veleno soffocato" e si credeva che l'anfibio potesse sputare o vomitare fuoco velenoso. I rospi sono associati a diavoli e dèmoni nel Paradiso perduto di John Milton che raffigura Satana in foggia di rospo mentre versa veleno nell'orecchio di Eva.[6] La prima strega nella tragedia Macbeth di William Shakespeare dà istruzioni su come usare un rospo nella miscela d'incantesimi:
Nelle viscere avvelenate gettate.
Rospo, che sotto le fredde pietre
giorni e notti ha trentuno
soffocato veleno dormendo,
fai bollire prima nella pentola incantata.»
Si credeva poi che ci fosse un gioiello all'interno della testa del rospo, la bufonite, che, se indossato come collana o anello, avrebbe avvertito il portatore dei tentativi d'avvelenarlo.[9][10] Veniva descritta come una pietra dalla forma perfetta, in realtà trattavasi dei denti fossilizzati dei Lepidoti,[11] menzionata già nella Naturalis historia di Plinio il Vecchio ed oggetto di studi e speculazioni scientifiche fino al XVIII secolo.[12] Shakespeare ne parla nella commedia Come vi piace:
Che, come il rospo, brutto e velenoso,
Indossa ancora un gioiello prezioso in testa.»
La figura nel rospo iniziò a perdere i suoi connotati negativi nel corso del XIX secolo. Inizialmente l'animale mantenne la sua caratteristica repellenza (v.si la fiaba Il principe ranocchio trascritta dai Fratelli Grimm), passando nella cultura mediatica del XX secolo quale semplice figura comica. Taddeo Rospo, uno dei personaggi principali del romanzo per bambini Il vento tra i salici del 1908 di Kenneth Grahame, poi drammatizzato da diversi autori teatrali come A. A. Milne in Toad of Toad Hall (1929) e nel 1949 passato definitivamente al cinema con il mediometraggio prodotto da Walt Disney poi incluso nel suo lungometraggio Le avventure di Ichabod e Mr. Toad, è l'esempio più classico di questa metamorfosi. Creatura presuntuosa ed arrogante, tanto da auto-celebrarsi con una canzoncina,[N 1] Taddeo Rospo è l'archetipo del giovane e ricco sciocco che solo riconoscendo il valore dei saggi consigli degli amici riuscirà a salvare le sue sostante e la sua vita.
George Orwell nel suo saggio Some Thoughts on the Common Toad ha descritto l'uscita del rospo comune dal letargo come uno dei segni più commoventi della primavera.[13]
Estremo Oriente
Nel folklore cinese, un rospo a tre zampe che morde una moneta è portatore di ricchezza e buona fortuna alla famiglia. La leggenda del rospo a tre zampe è associata allo xian ("immortale") Liu Haichan, spesso abbreviato in Liu Hai, nella storia "Liu Hai gioca con il rospo dorato". Per questo motivo oggi, nei ristoranti cinesi di tutto il mondo, è comune vedere un rospo dorato esposto al bancone vicino al registratore di cassa. Il rospo, seduto su pile di monete d'oro con un'altra moneta in bocca, è un classico e popolare simbolo cinese di ricchezza e prosperità.[14]
Galleria d'immagini
Note
Esplicative
- ^ «Il mondo ha ospitato grandi eroi,
Come hanno mostrato i libri di storia;
Ma mai un nome è diventato famoso
Come quello di Taddeo Rospo!
Gli uomini intelligenti di Oxford
sanno tutto quello che c'è da sapere.
Ma nessuno di loro ne sa la metà
dell'intelligente Taddeo Rospo!»
Bibliografiche
- ^ a b (EN) Aram Agasyan et al. 2008, Bufo bufo, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020. URL consultato l'11 novembre 2014.
- ^ (EN) Frost D.R. et al., Bufo bufo, in Amphibian Species of the World: an Online Reference. Version 6.2, New York, American Museum of Natural History, 2023. URL consultato il 3 ottobre 2014.
- ^ Rospo comune, su karch.ch. URL consultato il 20/01/2021.
- ^ Prudenza prima di toccare rospi e salamandre, su toxinfo.ch. URL consultato il 20/01/2021.
- ^ (EN) S. V. Peddle, Pagan Channel Islands: Europe's Hidden Heritage, Robert Hale, 2007, p. 118, ISBN 978-0-7090-8248-4.
- ^ a b c (EN) William E. Burns, Witch Hunts in Europe and America: An Encyclopedia, Greenwood Publishing Group, 2003, p. 7, ISBN 978-0-313-32142-9.
- ^ a b Burns 2003, pp. 20–21
- ^ (EN) Robert Hunt, Popular romances of the West of England; or, the drolls, traditions, and superstitions of Old Cornwall, Hotten, 1865, p. 105.
- ^ (EN) Nicols Thomas, xxxvi, in A lapidary, or, The history of pretious stones: with cautions for the undeceiving of all those that deal with pretious stones, II, Thomas Buck, 1652, pp. 158–159.
- ^ (EN) Noel Wanner, Frogs: Frog myths across cultures, in L'Exploratorium, 2011.
- ^ (EN) Nicols Thomas, xxxvi, in A lapidary, or, The history of pretious stones: with cautions for the undeceiving of all those that deal with pretious stones, II, Thomas Buck, 1652, pp. 158–159.
- ^ (EN) Fossils: myths, mystery and magic, Independent UK, 12 febbraio 2007 (archiviato dall'url originale il 27 aprile 2008).
- ^ (EN) George Orwell, Shooting an Elephant, Secker and Warburg, 1950, p. 202.
- ^ (EN) Shanshan Yang, Frogs and toads in Chinese myths, legends, and folklore, in Chinese America: History and Perspectives, Chinese Historical Society.
Voci correlate
- Anfibi in Italia
- Bufotes viridis
- Incilius periglenes (o Bufo dorato o Rospo di Monteverde)
Altri progetti
- Wikizionario contiene il lemma di dizionario «rospo comune»
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Bufo bufo
- Wikispecies contiene informazioni su Bufo bufo
Collegamenti esterni
- (EN) European toad, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
- (EN) Bufo bufo, su Paleobiology Database.
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