Dal censimento del 1971, quando la città ha raggiunto il suo apice, la popolazione del Comune di Torino è diminuita, secondo una tendenza simile a quella di tutte le principali metropoli italiane.
Ciò non dipende soltanto dal ritorno di molti immigrati del Mezzogiorno nelle loro regioni di origine (compensato in parte dal movimento inverso di altri immigrati, anche provenienti da Paesi extracomunitari), che restano più di 200 mila, ma dagli spostamenti avvenuti da Torino verso l'area metropolitana, determinando così l'espansione dei comuni della seconda e della prima cintura: questi ultimi, infatti, sono ormai uniti al capoluogo in un unico agglomerato di 1,7 milioni di abitanti.
Considerando i dati Istat aggiornati al 31/07/2008, la popolazione della città è di 910.293 abitanti, evidenziando un sensibile aumento rispetto al censimento del 2001. Il saldo positivo è dovuto in maniera rilevante alle migrazioni da altre parti d'Italia e, soprattutto, da Paesi dell'Est, del Maghreb e dell'Africa sub-sahariana.
I cittadini stranieri residenti a Torino sono 115.800, pari al 13% della popolazione. I gruppi principali sono costituiti da Romeni (47.800), Marocchini (17.700), Peruviani (7.100), Albanesi (5.400) e Cinesi (4.500)[5].
È da rilevare l'invecchiamento della popolazione: gli under 18 costituiscono il 14,5% degli abitanti di Torino e gli over 65 il 30,12%.
Geografia fisica
Torino sorge nella pianura approssimativamente delimitata dai fiumi Stura di Lanzo, Sangone e Po (che attraversa la città da sud verso nord).
La città è anche bagnata dalla Dora Riparia, che scorre vicinissima al suo centro storico.
Il Po accentua la divisione tra la parte collinare della città e la parte di Torino collocata in pianura compresa tra i 280 e i 220 metri s.l.m. che scende andando da ovest verso est.
Nelle giornate invernali particolarmente limpide suggestiva è la cinta creata dalle Alpi che, vicinissime, contornano tutta la parte Nord-Ovest della città con le loro cime innevate.
Torino ha un clima temperato sub-continentale, con inverni freddi e relativamente asciutti ed estati calde e talvolta afose per la scarsa ventosità della pianura Padana occidentale. Al contrario dell'immagine di una città grigia e nebbiosa, fenomeno peraltro sempre meno frequente, è da rilevare che negli ultimi anni gli inverni sono stati secchi e con pochi giorni di neve e non particolarmente freddi (in particolare il "falso inverno" 2006/07, stagione anomala - a dire il vero - in tutta Europa).
L'osservatorio dell'Ufficio Idrografico del Po, attivo fino al 2006 nel centro cittadino (presso Porta Susa, a 32 m sul suolo e 277 m di quota), ha rilevato nel trentennio 1961-1990 una temperatura media di +1,7 °C in Gennaio e di +23,6 °C in Luglio (vedi sopra, "Stazione meteorologica di Torino Centro"). Va osservato che l'isola di calore, un fenomeno comune a tutte le città, rende l'area urbana di Torino più calda della campagna circostante: nella media annua la differenza è di 1,9 °C ed è maggiore nelle temperature minime (di 2,8 °C più elevate in città rispetto alla campagna) che nelle massime (città più calda di 1,0 °C). L'escursione termica annua di 20,9 °C è abbastanza ampia, tipica delle aree di pianura lontane dal mare, mentre l'escursione termica diurna è compresa tra poco più di 6 °C da Novembre a Gennaio e gli oltre 9 °C dei mesi estivi, i più soleggiati. Tuttavia l'arrivo del föhn (o favonio), il vento da ovest e nordovest secco e caldo tipico di Torino, che si riscalda per compressione nel discendere dall'arco alpino, può causare in inverno rialzi termici anche di 20 °C in poche ore.
I periodi più piovosi sono il trimestre da Aprile a Giugno e il mese di Ottobre. Il minimo più accentuato e duraturo delle precipitazioni è situato in inverno, ed è seguito dal minimo secondario di Luglio. Le precipitazioni della tarda estate, che sulla carta sembrano rappresentare un ulteriore minimo secondario, sono molto variabili a seconda degli anni. Precipitazioni prolungate, specie in primavera ed autunno, sono causate da correnti sinottiche tra S ed E, legate a depressioni stazionanti sul Mediterraneo occidentale (tipicamente il golfo di Genova) o sul vicino Atlantico: la catena alpina ostacola le masse d'aria provenienti dal mare, e fa sì che le piogge si scarichino tutte sui primi versanti montani e sulla pianura adiacente. Tali configurazioni possono apportare oltre 100 mm di pioggia in 24 ore: 139 mm caddero su Torino durante l'alluvione del 5 novembre 1994. I temporali, in media circa 20 per anno di cui 2 con grandine, si verificano quasi esclusivamente nei mesi da Aprile a Ottobre e causano piogge meno durevoli ma ancora più intense: il 1° Luglio 1987 caddero 60 mm in un'ora. Il 13 Settembre 2008 l'osservatorio meteorologico di Caselle (14 km a N di Torino) ha registrato una pioggia temporalesca di 220 mm in 6 ore, intensità senza precedenti noti nella pianura Torinese. La quantità di precipitazione annua (833 mm) si è conservata sostanzialmente immutata da metà Ottocento ad oggi.
Durante l'inverno vi sono in media 5 giorni di neve, per un'altezza cumulata di 28 cm l'anno. In passato la quantità di neve era molto maggiore: la media annua era di 60 cm nell'Ottocento e di 46 cm nel periodo 1901-1960. La riduzione della nevosità è l'effetto più vistoso dell'aumento di temperatura di 1,3 °C nella media annua e di 2,3 °C nella media invernale registrato in città tra il 1800 e il 2007. Il riscaldamento del clima si è ulteriormente intensificato durante gli ultimi vent'anni, comportando una diminuzione delle giornate nebbiose e stagioni eccezionalmente anomale quali l'estate del 2003 e l'inverno del 2007. Nella torrida estate del 2003 (aggravata per di più da una primavera siccitosa) le stazioni meteorologiche cittadine poste a 2 m sul suolo hanno rilevato l'11 Agosto temperature massime comprese tra 40,3 °C e 41,6 °C, senza precedenti dall'inizio delle rilevazioni termometriche cittadine (anno 1753). Il mitissimo inverno del 2006-2007 è trascorso senza neve e quasi senza gelate: solo 6 giorni hanno fatto registrare una temperatura minima inferiore a 0 °C. Va ricordato inoltre che durante lo stesso inverno, il 19 Gennaio, accadde un fenomeno assolutamente unico: a causa del passaggio della coda dell'uragano Kyrill (lo stesso che provocò vittime in Benelux) scese su tutta la pianura piemontese tra Torino e Cuneo un favonio così caldo da provocare inusitate (per il mese di Gennaio) temperature massime di 26-27 gradi.
Di ben altro sapore gli inverni dei decenni passati: il 12 Febbraio del 1956 la colonnina di mercurio fece registrare una minima di -21,6°, tuttora il record del freddo per il capoluogo piemontese. Altri inverni molto rigidi si verificarono a cavallo tra gli anni '60 ed '80: nel Gennaio del 1985 la temperatura sfiorò i -14°. Le ultime grandi nevicate risalgono al biennio 1986 e 1987, quando su Torino caddero oltre 50 cm di neve (quasi 90 sulla collina torinese). L'ultimo, recentissimo, inverno ( 2008/9 ), a dire il vero ha fatto registrare una nuova inversione di tendenza, con ben 11 episodi nevosi occorsi tra la fine di novembre e gli inizi di febbraio.
[6] Nel XXI secolo, invece, il freddo più intenso e duraturo è giunto nel Dicembre del 2001, con un valore minimo di -9,7 °C il giorno 18.
I più antichi insediamenti dell'area dell'attuale di Torino risalgono al III secolo a.C., e si rifanno a piccoli villaggi di tribù celto-ligure appartenenti al gruppo dei Salassi. Secondo alcune fonti uno di questi insediamenti (Taurasia (?)) avrebbe ostacolato la marcia di Annibale nel suo attacco a Roma attraverso le Alpi, resistendogli per ben tre giorni.
L'origine vera e propria della città può essere comunque fatta risalire al castrum costruito durante le guerre galliche di Giulio Cesare. Nel 29 fu eretta a colonia con il nome di Augusta Julia Taurinorum, da cui deriverà poi il nome moderno.
Nel 940 fu fondata la Marca di Torino, controllata dalla cosiddetta dinastia arduinica che, attraverso il matrimonio tra la sua ultima discendente, Adelaide di Susa, con il figlio di Umberto Biancamano (fondatore della casa Savoia) portò la città sotto l'influenza della dinastia savoiarda.
Porta Palatina
Dopo alterne vicende che videro, nei secoli seguenti, anche l'elezione della città a libero comune, Torino venne inglobata definitivamente nei possedimenti dei Savoia che nel frattempo avevano ottenuto l'elevazione al rango di duchi.
Nel XVI secolo, dopo una prima fase di occupazione da parte dell'esercito francese la città divenne capitale del ducato di Savoia, che precedentemente aveva gravitato su Chambéry e venne dotata di mura moderne e di una cittadella pentagonale.
Il XVII secolo vide la città, e il ducato, ingrandirsi con l'acquisizione, da parte di quest'ultimo di Asti, del Monferrato e di uno sbocco sul mare, mentre la città usciva dal perimetro delle mura romane.
Nel 1713 i duchi di Savoia ottennero il titolo di re, prima di Sicilia e poi di Sardegna e Torino divenne la capitale del regno.
Dal 1861 al 1865 Torino fu la prima capitale del nuovo Stato unitario, per passare poi questo titolo a Firenze e, dal 1870, a Roma.
Nel 1943, durante la seconda guerra mondiale, da Torino ebbe inizio una ondata di scioperi nella grande industria che coinvolse quasi tutto il nord Italia e segnò la ripresa del movimento antifascista. Torino fu ripetutamente bombardata dagli Alleati:il primo attacco ebbe luogo l'11 giugno 1940, gli ultimi nel 1945 (la massima intensità fu raggiunta nel 1943).
Dopo il secondo dopoguerra Torino fu il simbolo della crescita economica dell'Italia, tanto che riuscì ad attirare migliaia di emigranti dal Sud dell'Italia per via delle richieste di manodopera negli stabilimenti automobilistici. Nel 1974 la città raggiunse gli 1,2 milioni di abitanti. Il numero di immigrati fu tanto consistente che l'allora sindaco Diego Novelli definì Torino "la terza città meridionale d'Italia per popolazione dopo Napoli e Palermo".
Lo stemma della Città di Torino, approvato dallo stato con decreto del 11 agosto1931, è costituito da uno scudo svizzero azzurro a cui è sovrapposto un toro rampante d'oro, con le corna d'argento e con la corona comitale a nove perle.
«Per commemorare le benemerenze civili e politiche della cittadinanza torinese nei mirabili fatti che iniziarono e compirono l'opera gloriosa della libertà e dell'unità della Nazione.[7]»
«Capitale e cuore di una regione guerriera non piegò sotto l'urto ferrigno e per diciannove mesi oppose invitta resistenza all'oppressore sdegnando le lusinghe e ribellandosi alle minacce. Rifiutò compromessi, tregue e accordi indegni che avrebbero offuscato la limpidezza delle sue nobili tradizioni e si eresse, con la stessa fierezza dei padri, nuovo baluardo alla continuità e all'intangibilità della Patria. Centro pulsante di vitale linfa, alimentò le sue formazioni partigiane che, senza distinzione di parte, nel piano, sui monti e per le valli opposero i petti dei giovani figli alle dilaganti orde che non riuscirono a portare il ludibrio nelle contrade, nelle case, nelle officine, ove lavoro e onore erano atavico vessillo d'onesta fede e di sacro amore di Patria. Tutto il suo popolo in armi, dopo aver fieramente rifiutato, nonostante minaccia di nuovi massacri e distruzioni, il libero passo al nemico in ritirata, unito in un supremo sforzo che fece di tutti i cuori, un solo cuore pulsante del più nobile ardore, travolgeva ed abbatteva per sempre la tracotanza nazifascista. 11 impiccati, 271 fucilati, 12.000 arrestati, 20.000 deportati, 132 caduti e 611 feriti in fatti d'arme, sono il sublime contributo di sangue e di martirio sacro patrimonio alle generazioni future che ha infiorato la dura e radiosa via della redenzione e della libertà.[8]» — 8 settembre 1943 - 25 aprile 1945
Tra i monumenti di Torino più noti anche all'estero sono da citare l'ottocentesca Mole Antonelliana, simbolo incontrastato della città ospitante il Museo Nazionale del Cinema (il principale d'Europa), il Palazzo Reale (antica dimora dei duchi e in seguito dei re che governarono la città), la rinascimentale Cattedrale di San Giovanni Battista del XV secolo (celebre in quanto custode della Sacra Sindone), il Museo Egizio (il secondo più importante al mondo dopo quello del Cairo[senza fonte]), la Galleria Sabauda (significativa raccolta di dipinti), Palazzo Carignano (progettato da Guarini, sede del primo Parlamento italiano) e l'imponente Palazzo Madama.
Quest'ultimo in particolare merita attenzione in quanto situato nel vero centro metaforico e geografico della città; le sue porzioni più antiche risalgono addirittura all'epoca romana (si tratta di due delle sue 4 torri, ora inglobate nella facciata).
Fu trasformato in castello nel medioevo con l'aggiunta di due ulteriori torri e rimaneggiato più volte: in particolare all'inizio del Settecento quando venne dotato di una nuova splendida facciata ad opera di Filippo Juvarra.
Un importante discorso merita il quartiere di Cit Turin per i numerosi edifici costruiti in stile Liberty, che fanno di Torino, insieme a Milano, la capitale italiana di questo stile.
I portici monumentali
Una caratteristica di Torino è costituita dai portici che si sviluppano per oltre 18 km dei quali circa 12 sono interconnessi. I primi portici risalgono già al Medioevo ma è partire dal XVII secolo che si cominciano a costruire i portici monumentali tuttora presenti. La prima testimonianza è l'ordinanza di Carlo Emanuele I del 16 giugno1606 in merito alla costruzione di piazza Castello secondo il progetto di Ascanio Vitozzi che comprendeva portici attorno a tutta la piazza. Anche nel progetto di piazza San Carlo di Amedeo di Castellamonte di qualche anno successivo erano previsti portici tutt'attorno. Negli stessi anni Filippo Juvarra costruì i portici di porta Palazzo.
Nel 1765Benedetto Alfieri ebbe l'incarico di rifare i portici di piazza Palazzo di Città mentre nel corso del XIX secolo si aggiunsero quelli dell'attuale piazza Vittorio Veneto, piazza Carlo Felice e piazza Statuto. Ancora vennero congiunte le due stazioni ferroviari di Porta Nuova e Porta Susa con un percorso porticato attraverso Corso Vittorio Emanuele II, corso Vinzaglio, vie Sacchi, Nizza, Pietro Micca e Cernaia.
Il portico che unisce piazza Castello con piazza Vittorio Veneto attraverso via Po sul lato sinistro prosegue anche nell'attraversamento delle vie per permettere al re di giungere fino al Po senza bagnarsi anche in caso di pioggia.
La città di Torino, come la sua area metropolitana, è il terzo polo economico italiano, dopo Roma e Milano. Se nel 2004 il capoluogo piemontese produceva un PIL di 25.439 milioni di euro (pari al 2,2% del dato nazionale) l'area metropolitana complessiva raggiungeva i 44.146 milioni di euro (pari al 3,8% del PIL italiano) [9]. Il reddito pro capite si attestava a 29.400,00 euro nel capoluogo e a 27.300,00 euro considerando l'intera area metropolitana.
Secondo il Ministero dell'Economia e delle Finanze ne risultava un reddito imponibile di 12.455 milioni di euro, confermando il terzo posto di Torino nella produzione nazionale di ricchezza [10].
Torino, con la sua provincia, è inoltre ai vertici dell'export italiano, piazzandosi al secondo posto tra le province italiane per valore delle esportazioni, con una quota del 5,2% sul totale nazionale[11].
Nella Provincia di Torino erano registrate nel 2006 ben 231.645 imprese (112.255 nel capoluogo), che rappresentano poco meno del 50% di tutte quelle del Piemonte e il 4% del totale italiano, con una crescita costante negli ultimi anni, soprattutto nell'edilizia, nel turismo e nei servizi. Ben 21.987 erano gli imprenditori stranieri, soprattutto extra-comunitari[12].
Ultimamente la città ha attraversato una lunga fase di riconversione industriale, sia per la crisi della FIAT, sia per la tendenza delle manifatture dei Paesi avanzati a trasferire le loro produzioni nei Paesi in via di sviluppo. Dagli anni '80 Torino ha visto il peso dell'industria ridursi a favore del terziario, pur rimanendo uno dei principali centri industriali italiani ed europei. La crescita del PIL italiano del 2006 è stata infatti determinata per una buona parte dalla ripresa delle esportazioni di autoveicoli del Gruppo FIAT, che ha trascinato con sé la ripresa dell'indotto automobilistico (oltre agli stabilimenti e uffici della FIAT, Iveco e Lancia, nell'area torinese sono presenti Pininfarina, Bertone e Giugiaro) e del settore delle assicurazioni. Anche General Motors, pur rompendo l'alleanza commerciale e produttiva con FIAT, ha deciso di mantenere a Torino un'importante base di ricerca per la sperimentazione dei motori diesel. Il settore della componentistica per auto è in crescita e proprio il ridimensionamento delle forniture alla FIAT ha agito da volano per l'ammodernamento produttivo e l'espansione verso i mercati esteri, con una rete di oltre 350 aziende. La Camera di Commercio di Torino ne ha selezionate 145 e, grazie al progetto From Concept to Car, dal 2002 mira a promuovere le eccellenze del settore in tutto il mondo [13].
Il ruolo bancario e assicurativo è tuttora forte. A Torino si trova la sede legale del nuovo gruppo bancario Intesa Sanpaolo, il secondo gruppo del Paese per capitalizzazione, così come la sede della Compagnia di San Paolo, della Fondazione CRT e la divisione Private Banking di Unicredit. Inoltre, qui hanno sede anche la Reale Mutua Assicurazioni, la Toro Assicurazioni e parte degli uffici di Fondiaria Sai, i cui vertici hanno espresso il desiderio di potenziare il centro direzionale torinese con la costruzione di un grattacielo nella zona di Porta Susa.
Negli ultimi anni vi è stato un boom del settore informatico ed elettronico. Alla già preesistente attività di ricerca del Politecnico, dell'Istituto Mario Boella, dell'Istituto Galileo Ferraris e del Centro di Ricerche FIAT, si è affiancata l'attività del distretto informatico Torino Wireless, che appartiene alla rete dei distretti italiani riconosciuti dal Ministero dell'Università e della Ricerca. Nato per coordinare tutte le attività di ricerca e di produzione del settore ICT dell'area torinese. Attualmente nell'ICT sono impegnate circa 6000 aziende, molte delle quali sono concentrate in città presso l'Environment Park e il Virtual Reality & Multi Media Park. Il raddoppio del Politecnico e la riconversione di una parte della superficie occupata dalla fabbrica di Mirafiori, quest'ultima operazione sostenuta dal progetto Torino Nuova Economia[14], provvederanno a ospitare i laboratori di ricerca delle aziende private. Di recente sono state attratte a Torino importanti attività di ricerca di note aziende della comunicazione, come Motorola Technology Center e Telecom Italia Lab [15], a cui si dovrebbero aggiungere quelle di Microsoft presso i nuovi spazi del Politecnico.
L'evento olimpico del 2006 ha contribuito notevolmente a porre fine al ristagno economico, ma non è stato l'unico fattore. Anche la riconversione di vaste aree urbane, che prima erano occupate dalle fabbriche e che ora sono state adibite ad usi residenziali, ha dato un impulso determinante alla crescita economica. Grandi opere pubbliche come quelle per il Passante ferroviario di Torino e per la metropolitana, hanno ridisegnato (e stanno ridisegnando) il volto della città.
Nel 2008 l'area torinese ha registrato una presenza di 5,3 milioni di turisti[16].
Patria prima del cinema italiano al quale è anche dedicato uno spettacolare museo all'interno della Mole Antonelliana, è diventata da circa un decennio un'apprezzata quinta per l'ambientazione e la produzione di film, pubblicità e video musicali. Dov'è nato il cinema in Italia, presso gli ex stabilimenti cinematografici FERT, si trovano i LUMIQ STUDIOS, in cui si realizzano produzioni per cinema, televisione e pubblicità ad alto contenuto tecnologico; inoltre è da poco entrato in funzione il Cineporto, una struttura polifunzionale dedicata alle produzioni cinematografiche unica in Europa.
Amministrazione
Bandiera ufficiale di Torino, risalente all'assedio del 1706
I treni da e per Caselle partono ogni mezz'ora da Torino Dora, dalle 5.13 alle 23.13 nei giorni feriali (fino alle 20.13 nei giorni festivi), e impiegano venti minuti per raggiungere l'aeroporto; il percorso torinese è sotterraneo. Un ulteriore collegamento è costituito dai bus della Sadem, che partono dalla stazione Porta Nuova ogni 30/45 minuti (a seconda della fascia oraria) verso l'aeroporto, tutti i giorni dalle 5.15 alle 23.15, impiegando 40 minuti.
L'aeroporto è stato aperto nel 1953 per sostituire come scalo aereo cittadino l'aeroporto Aeritalia, ed ha subito nel tempo due radicali ricostruzioni dei terminal. Per i Giochi olimpici invernali del 2006, l'attuale struttura ha subìto dei lavori di ampliamento.
Nel 2007 l'aeroporto ha registrato un movimento di oltre 3,5 milioni di passeggeri.
Nel dicembre del 2007 un gruppo di appassionati e/o professionisti dell'aviazione hanno costituito l'associazione Fly Torino - Associazione di cultura aeronautica a sostegno dello sviluppo dell'aeroporto internazionale "S. Pertini" di Torino Caselle.
Torino Aeritalia Inaugurato nel 1916, (Codice ICAO: LIMA). Situato in corso Marche è tuttora attivo ma, dopo la costruzione dell'aeroporto di Caselle, è rimasto in uso come struttura di aviazione generale e da turismo, affiancata ad una scuola di volo per aerei ed elicotteri, e più recentemente, alla sede dei velivoli di elisoccorso e Protezione Civile.
Aeroporti dismessi
Torino Mirafiori Il primo scalo aereo della città fu quello di Mirafiori, costruito a scopi militari nel 1910 e divenuto negli anni successivi il più importante d'Italia. Dopo la dismissione, l'area è stata convertita a parco pubblico intitolato a Gustavo Colonnetti.
La tangenziale sud comprende i raccordi di penetrazione urbana a Corso Trieste di Moncalieri per 6,18 km e quello a Corso Orbassano a Torino per 1,33 km.
Il sistema autostradale urbano di Torino comprende inoltre il raccordo alla A4 Torino-Milano ed alla S.S.11 di 3,13 km.
Proposte per lo sviluppo del sistema tangenziale
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Collegamenti ferroviari
Distanze ferroviarie da Torino delle principali città dell'Europa occidentale, nel 2006. La linea di demarcazione arancione delimita le regioni raggiungibili entro 10 ore.
Torino è il terzo nodo ferroviario italiano. La rete ferroviaria all'interno dei suoi confini è costituita principalmente da linee ferroviaria RFI, ma anche da linee locali GTT.
Torino Porta Nuova è la stazione viaggiatori di testa, la più importante del nodo ferroviario torinese e terza stazione nazionale (con 192.000 transiti giornalieri e 70 milioni di frequentatori l'anno) dopo Roma e Milano[18].
Torino Porta Susa seconda stazione di Torino per numero di passaggi giornalieri. Questa stazione è inserita sul Passante ferroviario di Torino attualmente soggetto a quadruplicamento. In questo contesto, detta stazione sarà dismessa una volta terminata la realizzazione della costruenda Nuova Porta Susa qualche centinaio di metri più a Sud, destinata a diventare la stazione TAV di Torino nonché il nodo principale della città.File:DSC03085.JPGL'attuale stazione di Porta Susa verrà dismessa una volta terminati i lavori del Passante Ferroviario di Torino e la costruzione del nuovo fabbricato viaggiatori qualche decina di metri più a sud
Torino Lingotto è la terza stazione di Torino, dove fermano principalmente i treni diretti in Liguria o più in generale, al Sud Italia. La stazione è oggetto di studio al fine di raccordarla meglio al complesso del Lingotto e alla costruenda linea di M1.
Torino Dora. In passato diramazione per la linea Torino-Ceres, è costituita attualmente da due stazioni distinte.
La prima è attualmente la stazione di testa GTT della Torino - Ceres. Dal 2006 non è più raccordata al Passante ferroviario in seguito alla decisione di fare passare sotto il letto del fiume Dora il quadruplicamento dello stesso.
La seconda è la "vecchia" Torino Dora situata sul Passante. Detta stazione sarà ricostruita in sotterranea contestualmente al quadruplicamento ed interramento del Passante in quel punto.
Torino Stura è situata nel quartiere della Falchera e attualmente in ricostruzione nell'ambito del progetto del quadruplicamento del Passante ferroviario nonché della riorganizzazione viabile del quartiere.
Nell'ambito del quadruplicamento ed interramento del Passante ferroviario, RFI ha progettato sul territorio di Torino due nuove stazioni per il traffico locale:
Torino Zappata, già realizzata al rustico, si pone in mezzo al crocevia Quadrivio Zappata, ideale punto di scambio tra tutte le linee passanti torinesi.
Scali merci
Torino Orbassano è situato a sud-ovest della città nel comune di Orbassano. Rappresenta lo scalo merci della città. È collegato a binario morto tramite il Bivio Pronda alla linea Torino-Modane. A conferma della sua centralità sono stati costruiti al suo fianco l'Interporto di Torino e recentemente i nuovi Mercati Generali. Lo scalo è ultimamente entrato nello studio del raccordo di Torino con l'ipotetica linea AVTorino-Lione. In caso di raccordo presso lo scalo, lo scalo stesso acquisterebbe una centralità sulla stessa linea.
A Torino la prima metropolitana automatica d’Italia
Veicoli leggeri, frequenti e senza conducente per ridurre al minimo i tempi d’attesa e adattare il servizio alle esigenze delle diverse fasce orarie.
23 treni VAL208-Torino viaggiano sotto corso Francia e corso Vittorio Emanuele II; 9,6 km da percorrere in 15 minuti, collegando il parcheggio di interscambio di Fermi (Collegno) al “cuore” di Torino e alle stazioni ferroviarie di Porta Susa e di Porta Nuova.
Il 4 febbraio2006, in concomitanza con l'inizio dei XX Giochi olimpici invernali è stata inaugurata la linea 1 della metropolitana sul percorso Fermi (Collegno)-XVIII dicembre (Porta Susa), per un totale di 11 stazioni e 7,5 km di percorso. Il tempo medio di percorrenza tra le stazioni XVIII Dicembre e Collegno è di circa 11 minuti e la frequenza massima di passaggio è circa ogni 2 minuti nelle ore di punta, con una media di circa 40 km/h.
Dal 5 ottobre2007 la linea è arrivata fino a Porta Nuova, portando le stazioni a 14 (15 contando anche la futura Porta Susa) e il percorso complessivo a 9,6 km.
Costruzioni più alte della città di Torino (escluse ciminiere)
Mole AntonellianaLe Torri di Vittorio alla Falchera sorgono all'uscita dell'autostrada A4 Torino-Milano
La tendenza nella città di Torino, cosi come nella maggior parte delle città italiane ed europee, è quella di non disporre di edifici o costruzioni particolarmente alti.
Esistono tuttavia progetti già approvati che daranno a Torino una sorta di skyline più significativa (illustrate nella sezione Sviluppo Urbanistico).
Ad oggi, tuttavia, i 10 edifici più alti della città sono i seguenti:
Grazie alla solida tradizione sportiva della città, Torino dispone di impianti sportivi e di intrattenimento all'avanguardia. Il parco impianti è stato recentemente implementato grazie all'avere ospitato i XX Giochi Olimpici Invernali.
Di seguito, gli impianti ordinati per capienza, con a fianco il quartiere che li ospita:
Costruito in occasione dei Campionati mondiali di calcio di Italia 90, ha ospitato le gare interne dei club calcistici Juventus e Torino fino alla stagione sportiva 2005/06.
Ha ospitato anche una tappa del Golden Gala nel 1991, e numerosi concerti rock. È attualmente in concessione alla Juventus che, dopo i vari iter burocratici, ha avuto l'autorizzazione all'inizio dei lavori per la ristrutturazione, cominciati nel mese di novembre 2008, anche a fini commerciali, riducendo la capienza dello stadio a circa 40.000 posti. Dopo l'unica data italiana della "reunion" dei The Police (2 ottobre 2007), ha ospitato gli ultimi due concerti della tournée 5 e 6 ottobre 2008 di Vasco Rossi.
Ultimato nel 1933 in pieno ventennio fascista, venne inaugurato ospitando i Giochi Littoriali dell'anno XI ed intitolato a Mussolini. Arrivò ad ospitare fino a 70.000 spettatori in piedi. Dismesso nel 1990 in seguito alla costruzione dello stadio Delle Alpi, è stato ristrutturato nel 2005 dal Comune di Torino per ospitare le cerimonie di apertura e chiusura di Torino 2006. Dalla stagione 2006/07 le squadre cittadine di calcio, Juventus e Torino, svolgono in questo stadio le loro partite interne. I lavori eseguiti fanno di questo stadio un impianto modello in Italia in quanto a rispetto delle norme di sicurezza vigenti. Fu una delle sedi del Campionato mondiale di calcio 1934, il primo disputato in Italia ed Europa, e dei XX Giochi Olimpici Invernali.
Inaugurato nel 2005, è stato il palazzo dello sport centrale di Torino 2006, e attualmente è l'arena coperta più capiente d'Italia. Impianto polivalente, ha già ospitato oltre alle manifestazioni sportive delle Olimpiadi anche diversi concerti rock, manifestazioni culturali, spettacoli, conventions.
Già "stadio Ruffini", è immerso nell'omonimo parco. Lo stadio è utilizzato per gare di calcio ed atletica. Ospita regolarmente ogni anno il Meeting IAAF Internazionale Città Di Torino - Primo Nebiolo. Recentemente ristrutturato nel 2000 coprendo la Tribuna Centrale e intitolato a Primo Nebiolo.
Uno degli edifici simbolo del distretto di Italia '61, è stato ristrutturato in occasione di Torino 2006 non senza critiche. Il nuovo Palavela snatura l'originaria concezione delle vetrate a cascata sotto le tre vele di cemento, sostituendole con un meno originale parallelepipedo. L'impianto non ha ancora una destinazione d'uso dopo-Olimpiadi e resta destinato a Palaghiaccio ospitando saltuariamente competizioni e spettacoli di pattinaggio di velocità e di figura.
Costruito negli anni 60 richiama, in piccolo, le strutture del Palaeur di Roma. È anch'esso immerso nell'omonimo parco. Recentemente ristrutturato e riaperto nel 2005
Altro gioiellino di Torino 2006, sostituisce la storica pista di pattinaggio Rolling di Corso Tazzoli. Già originariamente concepito per diventare il nuovo ed unico Palasport del Ghiaccio di Torino.
Ambiente, verde urbano e parchi cittadini
A scapito dei molti pregiudizi sulla città grigia e industriale, basti considerare che Torino è la città italiana con più verde pubblico per abitante. Su una superficie cittadina di 130 km², vi sono infatti ben 18,2 km² di aree verdi: il che vuol dire che ogni abitante del Comune di Torino dispone di circa 18,5 mq di verde. In città sono presenti 60.000 alberi lungo le strade e 100.000 alberi nei parchi [19].
È inoltre la prima città italiana con più di 500.000 abitanti per quanto riguarda la quota di raccolta differenziata dei rifiuti, giunta nel 2007 al 40,7%[20].
I parchi
Borgo e Rocca Medioevale nei pressi del parco del ValentinoKaartKaart
Torino dispone di ben 51 parchi nella sua area urbana. Ricordiamo di seguito i 10 parchi più significativi:
I parchi più grandi e frequentati della città sono:
il Parco del Valentino, il Parco della Pellerina, il Parco della Colletta, il Parco Rignon e il più recente Parco Colonnetti.
Attorno alla città, ad anello, vi sono il Parco della Mandria e il Parco della Reggia di Stupinigi, antiche riserve di caccia dei Savoia, e quelli situati sulla collina torinese. Molti parchi, più piccoli, sono presenti nei vari quartieri: in essi sono presenti 240 aree gioco. Il sindaco Amedeo Peyron realizzò, agli inizi degli anni sessanta, il primo giardino in Italia dotato di giochi per bambini. Secondo un rapporto di Legambiente del 2007, Torino è la prima città italiana per strutture e politiche dedicate all'infanzia [22].
I viali alberati
I viali alberati sono una caratteristica di Torino: essi rappresentano un prototipo che precede persino i grandi boulevards parigini. Se questi ultimi risalgono alla sistemazione urbanistica degli anni sessanta del XIX secolo, ad opera di Haussmann, l'ideazione di quelli torinesi risale al 1808, secondo un piano generale che riprende i viali seicenteschi che collegavano tra loro le residenze sabaude [23]. I viali alberati a Torino hanno complessivamente una lunghezza di 320 km.
Mercati
A Torino sono presenti ben 49 mercati rionali [24]. Sebbene non sia la città che ne ospita il maggior numero, il record è tuttavia costituito dal fatto che essi sono aperti tutti i giorni e che inoltre sono fissi, dislocati in ogni quartiere del Comune.
Il mercato più famoso è Porta Palazzo, che è anche il mercato all'aperto più grande d'Europa, seguito, come dimensioni, dal mercato di Corso Racconigi.
Ogni sabato e la seconda domenica di ogni mese si tiene il Balon, un grande mercato all'aperto dell'usato e di oggetti di antiquariato.
Enogastronomia
La cucina tipica torinese è una cucina ricca ed elaborata, nonostante questo è profondamente radicata nel territorio. Infatti essa nasce da un connubio fra la sua origine contadina e le esigenze raffinate della Corte sabauda, entrambe aperte, oltretutto, alle influenze della cucina francese.
Inoltre, la grande ondata di immigrati degli anni sessanta e settanta, provenienti dalle regioni del Mezzogiorno, ha portato a Torino le tradizioni culinarie del Sud, così come il più recente fenomeno migratorio dai Paesi extracomunitari ha, invece, determinato l'apertura di numerosi ristoranti etnici. I più diffusi in città sono i ristoranti cinesi, indiani e mediorientali (soprattutto le gastronomie arabe e turche), ma vi sono locali che propongono la cucina spagnola, messicana, argentina, brasiliana, libanese, etiope e giapponese.
Tra i ristoranti più famosi spicca il Ristorante Del Cambio, fondato nel 1757 e frequentato da Cavour, ma anche da Giacomo Casanova, che lo menziona nelle sue Memorie. Cinque ristoranti della città (compreso il suo agglomerato) posseggono una stella assegnata dalla Guida Michelin: essi sono il Vintage 1997, la Locanda Mongreno, il ristorante l'Birichin, La Barrique e il Combal.Zero, quest'ultimo situato a Rivoli all'interno del Museo di Arte Contemporanea.
A livello enogastronomico si possono anche notare famose enoteche in città come RossoRubino (con degustazione) o la Casa Del Barolo.
Di recente è stato aperto Eataly, presso gli ex stabilimenti della Carpano, davanti al Lingotto, il primo supermercato italiano di prodotti tipici e di qualità.
Piatti tipici della cucina torinese
Antipasti
Cacciatorini (salamini di piccole dimensioni)
Vitel Tonné
Acciughe al verde (acciughe sottolio con salsa verde)
Tomini al verde
Lingua al verde
Flan di verdure
Primi piatti
Agnolotti (pasta all'uovo rettangolare ripiena di carne, condita con il sugo d'arrosto o con burro e salvia)
Agnolotti al Plin (ossia al pizzicotto, di taglio più piccolo degli agnolotti normali)
Tajarin (taglatelle sottili all'uovo, condite come gli agnolotti, o servite al ragù)
Secondi
Fritto misto alla piemontese (originale combinazione di carni, interiora, frutta e dolci fritti)
Bollito misto alla piemontese (si serve con la salsa verde, la salsa rossa e una mostarda d'uva)
Bagna càuda (salsa a base di acciughe e aglio, in cui si intingono verdure crude o scottate)
Brasato al Barolo (stracotto di manzo, dopo che questo è stato lasciato marinare, secondo la ricetta tradizionale, per otto giorni nel Barolo)
Cacciagione in civet(ossia cotta col vino rosso, spezie e funghi)
Finanziera (reste, bargigli, granelli, fegatini di pollo, filetti di manzo, fesa e animelle di vitello vengano cotti con funghi sottolio e sottaceti, burro e Marsala)
Contorni
Funghi trifolati in padella (meglio se sono porcini)
Spinaci al burro
Zucchine in carpione (in agrodolce con cipolle, aceto, zucchero e salvia)
Panetteria
Biòve (il tipico pane torinese, di forma tonda)
Grissia (altra tipica forma di pane, di farina di grano duro)
Grissini(stirati o arrotolati, questi ultimi sono anche chiamati Rubatà. Furono inventati nel 1668 a Torino dal panettiere Antonio Brunero per il piccolo duca Vittorio Amedeo di Savoia)
Dolci
Amaretti
Marrons glacés
Torta alle nocciole
Bonèt (budino con amaretti e cacao)
Panna cotta
Baci di dama
Savoiardi
Bicerìn
Zabajone (inventato a Torino dal francescano Pasquale de Baylon nel XVI secolo, il quale fu poi fatto santo: dall'espressione "San Baylon" viene poi il nome di questa miscela di tuorli, zucchero, cannella e marsala o moscato, cotta al bagnomaria)"
Coppa di Torino (si tratta di una fetta di pan di Spagna imbevuta di rhum e posta sul fondo di una grande coppa di cristallo da spumante. Sopra si sistemano uno strato di crema pasticciera, una di marrons glacés sminuzzati e infine uno di panna montata. Sulla sommità viene posta una ciliegina.)
Torino è considerata una delle città natali della tradizione dell'aperitivo.[senza fonte]
A Torino l'aperitivo è un rito a cui dedicare pochi minuti come diverse ore, tanto da poter diventare il sostituto di una cena vera e propria. I buffet possono infatti comprendere assaggi di pietanze fredde (come le verdure per una bagna càuda) o calde.
Il rito dell'aperitivo è esploso negli ultimi anni in questa forma ormai comune in tutto il Nord Italia, tuttavia nel capoluogo subalpino è in uso da molto tempo. In primo luogo è un'abitudine tradizionale piemontese la cosiddetta marenda sinòira, ossia il pasto del tardo pomeriggio a base di salumi e formaggi, consumato durante le partite a carte o al ritorno da un'escursione in montagna, accanto a del vino rosso.
In secondo luogo è da ricordare che il vermouth fu inventato a Torino nel 1786 da Antonio Benedetto Carpano e tale bevanda fu resa nota a livello internazionale dalla Martini & Rossi, un'altra ditta torinese.
Inoltre non tutti sanno che il primo tramezzino in Italia fu quello del bar Mulassano, nel 1925, importato come altre cose da Parigi[senza fonte].
Locali storici
Dall'associazione dei locali storici italiani, Torino risulta essere la seconda città in Italia ad ospitarne di più, dopo Milano [25]. Infatti sono presenti ben 14 tra ristoranti, alberghi e, soprattutto, caffè.
I caffè torinesi sono ben diversi dai bar, e questo tratto accomuna Torino con Parigi, la grande città a cui la capitale sabauda si è sempre riferita come un modello da imitare. Pare che a determinare già nell'Ottocento la diffusione dei caffè, oltre alla passione subalpina per le golosità e la tradizione del cioccolato, sia stato l'arrivo improvviso di intellettuali da tutta Italia, che trovavano nella Torino di Carlo Alberto e di Cavour un rifugio dalle persecuzioni a cui erano soggetti nei loro Stati per le loro idee politiche, e il punto di riferimento per la lotta all'unità italiana. Nei caffè essi potevano incontrarsi, leggere i quotidiani, riscaldarsi e gustare le prelibatezze locali.
Oltre ai personaggi del Risorgimento, come Cavour, Rattazzi e D'Azeglio, nel '900 alcuni di essi saranno frequentati da scrittori (come Guido Gozzano e Cesare Pavese), industriali (come il senatore Agnelli ed Emilio Lavazza) e pittori (come Felice Casorati).
Torino è un importante centro europeo per la produzione di cioccolato. Fu a Torino, infatti, che alla fine del XVIII secolo fu inventato il sistema per rendere il cioccolato solido, dato che fino ad allora veniva consumato esclusivamente come bevanda calda. In tal modo iniziò una vera e propria produzione industriale che da Torino si diffuse in tutta Europa, a tal punto che gli stessi Svizzeri vennero nella capitale del Regno Sabaudo per imparare il mestiere.
Tipico cioccolatino simbolo di Torino è il Gianduiotto, inventato dalla Caffarel (allora situata in via Balbis, nel quartiere San Donato di Torino) nel 1852.
Un altro tipico prodotto torinese a base di cioccolato è il bicerin, una bevanda a base di cioccolato, caffè e panna, inventata secondo la tradizione al caffè Al bicerin, uno dei più antichi caffè della città.
Oggi è prodotto, sempre a Torino, un liquore chiamato Bicerin (vedi foto), a base di crema di gianduia.
A Torino a marzo si tiene per le vie e piazze della città CioccolaTò: una fiera del cioccolato in cui prendono parte sia i produttori locali sia le multinazionali del settore.
Il gelato
In città sono presenti molte gelaterie artigianali, alcune delle quali negli anni hanno fatto la storia del gelato. Tra queste l'Antica Cremeria di via Po.
A Torino è stato inventato dal produttore Pepino il gelato Pinguino, del quale Mussolini era così goloso da farselo spedire a Roma.[senza fonte]
Cultura
Università
Il polo universitario torinese è uno dei principali in Italia. Nei due principali atenei, l'Università degli Studi di Torino e il Politecnico, risultavano iscritti, nel 2006, quasi 100.000 studenti.
A Torino ha inoltre sede uno dei cinque campus europei della prestigiosa business school ESCP Europe, famosa per il suo Master in Management (classificato nel 2008 dal Financial Times come il secondo migliore al mondo, la selezione per accedervi è draconiana).
Gli altri campus europei di questa Grande École sono: Parigi, Londra, Berlino e Madrid.
La città è sede di importanti centri dell'ONU[26], ospitati in un unico campus nella zona sud di Torino.
Essi sono:
l'UNICRI (United Nations Interregional Crime and Justice Research Institute): fondato nel 1968 a Roma, ma trasferito a Torino nel 2000, si occupa di prevenzione del crimine e giustizia criminale
l'UNSTAFF COLLEGE o UNSSC campus che si occupa della formazione dei funzionari dell'ONU.
Accademie e istituti di ricerca
A Torino hanno sede importanti cenacoli e istituti di ricerca scientifica e tecnologica, che sono la testimonianza di una tradizione culturale improntata sulla sperimentazione e l'innovazione, tanto che la città viene anche definita la città-laboratorio .
In essa, infatti si trovano:
Con il Risorgimento, la città di Torino diventa la patria della lotta per l'unificazione italiana. Dapprima tale disegno fu perseguito, in funzione antimazziniana, da parte di un gruppo di moderati piemontesi di ispirazione cattolica e fedeli alla monarchia: tra questi vi furono Vincenzo Gioberti, Cesare Balbo e Massimo D'Azeglio, convinti che all'unità d'Italia si dovesse giungere attraverso una federazione guidata dal Papa e sostenuta dall'esercito di Carlo Alberto. Tale era il programma dei neoguelfi, frustrato da lì a pochi anni dal comportamento di Pio IX.
A riprendere una parte delle loro idee, ma in direzione chiaramente liberale e progressista, è stato Camillo Benso conte di Cavour il quale, sebbene rifiutasse la visione insurrezionale e democratica di Mazzini, era fautore di un programma di riforme economiche e sociali che portassero prima il Piemonte e poi l'Italia, attraverso l'alleanza dei gruppi dirigenti della Penisola, ai livelli delle nazioni più avanzate. Al programma neoguelfo di Gioberti, Cavour oppose la formula «libera Chiesa in libero Stato» e alla passività verso gli eventi europei di Balbo egli, una volta diventato capo del governo, si mosse verso un sistema di alleanze con Napoleone III e l'Inghilterra guidata da governi liberali. Nonostante non ritenesse di giungere alla realizzazione del suo programma attraverso la partecipazione del popolo, tuttavia Cavour incoraggiò la libertà di associazione, le società di mutuo soccorso e l'istruzione popolare. Inoltre, egli contribuì a trasformare lo Statuto albertino, attraverso la prassi, in una Costituzione parlamentare.
L'operato di Cavour richiamò da altre parti d'Italia alcuni ex mazziniani, delusi dalle fallite insurrezioni, che trovarono rifugio a Torino. Tra questi vi furono Francesco De Sanctis e Niccolò Tommaseo, che proprio a Torino compose il primo Dizionario della lingua italiana.
Un rinnovamento del pensiero liberale si ebbe con il nuovo secolo, a causa di un'accresciuta partecipazione delle masse nella vita politica e della crescita del movimento operaio, ad opera di Piero Gobetti. Questi, negli anni venti, aveva fondato a Torino la rivista La Rivoluzione liberale e, successivamente, Il Baretti, in cui aveva collaborato anche Eugenio Montale, di cui Gobetti era stato il primo editore della raccolta Ossi di seppia. Oltre a Montale, Gobetti riuniva attorno alla riviste una generazione di giovani torinesi, come Leone Ginzburg, Franco Antonicelli, Lionello Venturi, Felice Casorati, Carlo Levi, Augusto Monti, Giacomo Debenedetti, Natalino Sapegno e Mario Fubini.
Gobetti condannava la classe dirigente liberale che aveva portato al fascismo, pur ritenendosi erede del pensiero sia di Cavour che di Carlo Cattaneo. Tuttavia, Gobetti individuava nel proletariato e non nella borghesia il motore del rinnovamento morale e politico della nazione.
Facciata ottocentesca di Palazzo Carignano, uno degli edifici più famosi della città
Rimasto un borgo per lungo tempo, nel 1559 il duca Emanuele Filiberto di Savoia ne fa la capitale dei suoi domini. Nel periodo barocco Torino diventa una corte importante e i duchi hanno l'ambizione di trasformare la città in una splendida capitale. Per questo motivo operano in città degli artisti di grande levatura, soprattutto architetti e urbanisti, come Carlo di Castellamonte e il figlio Amedeo, che riprendono il tracciato del castrum romano per la nuova capitale e costruiscono splendidi edifici, Guarino Guarini e, nel XVIII secolo, Filippo Juvarra e Benedetto Alfieri.
Luogo angusto e provinciale per molti secoli, Torino ha iniziato ad attrarre scrittori solo dopo l'insediamento della corte del Ducato di Savoia.
Il più noto del XVII secolo è il padre del marinismo, Giambattista Marino, che nel 1608 si trasferì presso la corte di Carlo Emanuele I; il suo non fu questo un soggiorno fortunato, perché subì un tentativo di assassinio da parte di un suo rivale, Gaspare Murtola, e in seguito fu messo in carcere per un anno a causa di maldicenze che aveva detto e scritto contro il duca, e forse per questo motivo nel 1615 lasciò Torino e si trasferì in Francia.
Sempre nell'epoca barocca operano a Torino Emanuele Tesauro e Alessandro Tassoni; nel secolo successivo, invece, vive per parecchi anni il poeta astigiano Vittorio Alfieri.
Diversa è la situazione nell'800, soprattutto da quando la città diventa un punto di riferimento per la l'unificazione italiana e, successivamente, la capitale del Regno d'Italia. Infatti, in quegli anni vi soggiornano Tommaseo, Settembrini e Giovanni Prati.
Decaduta dal ruolo di capitale, ma già avviatasi verso l'industrializzazione, a Torino vivono e lavorano, dall'inizio del Novecento agli anni che precedono l'avvento del fascismo, Guido Gozzano, Edmondo De Amicis ed Emilio Salgari. Tra le due guerre hanno molta risonanza internazionale i romanzi di Dino Segre, conosciuto con lo pseudonimo di Pitigrilli.
Torino riveste un ruolo molto importante a partire dal Secondo Dopoguerra: a fare da catalizzatore è la casa editrice fondata da Giulio Einaudi, che coinvolge Cesare Pavese, Italo Calvino, Vitaliano Brancati, Primo Levi, Natalia Ginzburg, Fernanda Pivano, Beppe Fenoglio, Carlo Fruttero e Franco Lucentini.
Negli anni più recenti si segnalano Giovanni Arpino, Nico Orengo, Giuseppe Culicchia, Margherita Oggero, Laura Mancinelli, Alessandra Montrucchio, Alessandro Perissinotto, Guido Quarzo, Piero Soria e Alessandro Baricco.
Alessandro Baricco è stato anche tra i fondatori della Scuola Holden, dedicata all'insegnamento delle tecniche della scrittura. Nel teatro spicca la figura di Antonio Tarantino, autore già ampiamente riconosciuto in Italia, Portogallo, Francia e Germania.
La concentrazione di case editrici in città è superiore alla media nazionale e tutt'oggi il 50 per cento delle case editrici scolastiche e universitarie italiane ha sede a Torino, con un'incidenza del 30 per cento del mercato librario scolastico nazionale.
A Torino è concentrato oltre il 90 per cento della produzione editoriale nazionale a edizioni a grandi lettere per ipovedenti. Torino è anche luogo di sperimentazione tipografica.
In città hanno anche sede le redazioni locali de La Repubblica e Il Giornale.
Vi si pubblicano anche le edizioni locali di alcuni free press quotidiani quali Epolis, Metro, City e Leggo, il settimanale Però, il mensile Torino Magazine e il bimestrale Extratorino.
Il Comune di Torino, dal 2004, pubblica il periodico CITTAGORA' [27].
Un discorso a parte merita il Museo Egizio, il più importante d'Europa, in quanto custode della seconda collezione di arte egizia del mondo per vastità e importanza dopo quella del museo del Cairo[senza fonte].
Le collezioni di arte antica, la cui raccolta fu iniziata dal re Carlo Felice agli inizi dell'800, si trovano nel Museo di Antichità.
Importanti sono poi dal punto di vista storico il Museo Nazionale del Risorgimento Italiano, presso Palazzo Carignano, e il Museo Nazionale della Montagna, presso il Monte dei Cappuccini, sulla riva destra del Po. Testimonianze della storia di Torino sono a disposizione presso l'Istituto Storico della Resistenza.
Per quanto riguarda le scienze, è sicuramente da ricordare il Museo Regionale di Scienze Naturali, tra i maggiori in Italia dello specifico settore.
La rete delle biblioteche civiche comprende, oltre alla Civica centrale, altre 23 istituzioni analoghe (17 biblioteche civiche diffuse sul territorio, 2 biblioteche situate presso le carceri e 4 punti di lettura).
A queste si aggiungono le biblioteche, centrali e dipartimentali, delle università: l'Università degli Studi ne dispone di 50, tra cui spicca la Biblioteca Interdipartimentale di Scienze Religiose Erik Peterson, il Politecnico di 17. La consultazione dei volumi è libera per tutti, ma il prestito è riservato ai soli iscritti alle varie Facoltà.
Torino è la città italiana in cui fu per prima stabilita l'industria cinematografica, in ragione della storica vicinanza geografica e culturale con la Francia dei fratelli Lumière. Proprio nel capoluogo piemontese, nel marzo1896, gli inventori del cinematografo esibirono la prima proiezione di un film mai avvenuta in Italia e, nel novembre, in via Po, la prima davanti a un pubblico pagante[28].
I primi studi cinematografici italiani aprono a Torino dal 1907 - Giovanni Pastrone vi girò uno dei primi kolossal della storia del cinema, Cabiria, nel 1914 -.
Le produzioni delle principali case, come l'Ambrosio, l'Italia film, l'Aquila e gli studi Fert,[29] proseguono fino al 1937, anno di inaugurazione di Cinecittà a Roma.
La vocazione cinematografica di Torino, però, non cessa. Nel 1956 viene aperto il Museo Nazionale del Cinema, dapprima ospitato a Palazzo Chiablese e poi, dal 2000, nell'imponente sede della Mole Antonelliana. Negli Anni Ottanta un gruppo di professori universitari e critici cinematografici torinesi dà luogo, con il sostegno degli enti locali, alla rassegna cinematografica Festival Cinema Giovani, che dal 1997 assume la denominazione di Torino Film Festival conquistandosi un punto di riferimento a livello internazionale specialmente per il cinema sperimentale e giovanile, secondo in Italia soltanto allo storico Festival di Venezia.
Oggi Torino è tra le principali sedi di realizzazioni cinematografiche e televisive in Italia, grazie al ruolo della Torino Film Commission che vi riporta la produzione di molti lungometraggi, sceneggiati e spot.
A Torino vi è una ricca offerta musicale. Viene eseguita dal vivo ogni tipo di musica e, oltre ai principali teatri e sale da concerto per la musica classica, dopo le recenti olimpiadi sono aumentati i Palazzetti dove avvengono concerti ed esibizioni di musica leggera. Tra questi, i più frequentati sono:
il PalaRuffini, conosciuto anche come Palazzetto dello Sport
A Torino si svolgono ogni anno rassegne di ogni genere musicale. Sono da menzionare settembre Musica, che si propone di promuovere la commistione di musica colta e popolare, il Traffic Festival, che invece riunisce cantanti della scena pop-rock e dance italiana e mondiale e Club To Club Festival Internazionale di Musica e Arti Elettroniche che si è imposto nello scenario contemporaneo come uno dei più importanti e innovativi festival europei dedicati alla musica elettronica e alle forme d’arte che con essa interagiscono. Il festival e ensemble Antidogma, che promuovono la musica colta contemporanea.
Tra le associazioni usicali che hanno sede a Torino sono da segnalare l'Unione musicale e il Folk club.
Sistema musica è l'associazione che il Comune di Torino, il Conservatorio e le orchestre cittadine hanno fondato per promuovere la fruizione della musica nella città.
L'Accademia corale Stefano Tempia, fondata nel 1875, è la più antica associazione musicale del Piemonte e la più antica accademia corale italiana.
Il jazz sotto la Mole
Già a partire dagli anni trenta, nel capoluogo piemontese si sviluppa l'interesse per il jazz. Nel 1935, per l'iniziativa di uno studioso della musica, Alfredo Antonino, Louis Armstrong tiene a Torino ben due concerti, le uniche date italiane della sua tournée europea. Gli appassionati di jazz e i musicisti erano costretti alla quasi clandestinità a causa dell'ostracismo del regime fascista verso questo genere musicale proveniente da oltreoceano. Le jam-sessions si svolgevano in un locale chiamato Taverna Sobrero.
Negli anni successivi al secondo dopoguerra, nei vari club della città erano attivi complessi e piccole orchestre, come quelli che facevano riferimento al sassofonista Gianni Basso e al pianista Piero Angela, quest'ultimo poi diventato più celebre come giornalista e divulgatore scientifico. Suggestioni swing ebbe pure a musica di un cantante torinese dell'epoca, Fred Buscaglione.
Negli anni sessanta, a Torino, inizia la sua carriera Enrico Rava, che in città conosce Gato Barbieri. Nel 1978 nasce il Centro Jazz.
Attualmente sono diversi i locali dove è possibile ascoltare musica jazz dal vivo, come Il magazzino di Gilgamesh, Le ginestre e Capolinea 8.
Torino è la sede del terzo Centro di Produzione Televisiva RAI, dopo quelli di Roma e Milano. Assieme a queste due sedi, il centro di Torino è stato anche il primo dell'azienda televisiva, da quando ha iniziato i suoi programmi nel 1954.
Torino, inoltre, già ospitava il centro di direzione dell'EIAR dal 1927, prima che si trasformasse in RAI.
Nella città è presente la Federazione italiana judo lotta karate arti marziali (FIJLKAM). Il Comitato regionale piemontese del settore judo si trova in via Giordano Bruno 191. Torino vanta 21 società di judo.
Baseball
Nella città sono presenti due società la Grizzlies Torino 48 militanti il campionato di serie C1 e la Juve 98 BC militante il campionato di serie B. Lo stadio di baseball di Torino "Passo Buole" ospiterà nel 2009 alcune partite delle fasi finali del prossimo mondiale di Baseball organizzato dalla IBAF.
Calcio
Torino è la città che diede i natali al campionato di calcio in Italia: il primo campionato, disputato l'8 maggio1898 allo Stadio Motovelodromo Umberto I della capitale sabauda, si svolse infatti nel capoluogo subalpino fra 4 squadre, fra le quali ben 3 torinesi. Complessivamente le squadre torinesi hanno conquistato 34 scudetti, come le società di Milano, (più 2 revocati e 1 non assegnato) e 14 Coppe Italia, il che ne fa la città più vincente d'Italia.
La Juventus FC, fondata nel 1897, è la società calcistica più vittoriosa e celebre d'Italia[30] ed una delle più titolate e prestigiose al mondo[31][32]. Famosa in tutto il mondo col sopranome di Vecchia Signora, la Juventus è il club con il più alto numero di sostenitori nella Penisola [33] e fra i maggiori a livello internazionale [33]. Attualmente la sesta squadra più titolata al mondo - terza in Europa - a livello di trofei internazionali vinti e riconosciuti dalla FIFA[34] e l'unica società calcistica a livello planetario [35] ad avere vinto tutti i tornei e coppe ufficiali a livello internazionale [36] partecipa nella massima serie del campionato italiano.
Il Torino FC 1906, nato dalla fusione del Foot-Ball Club Torinese - una squadra molto importante al tempo del calcio pionieristico - con alcuni soci dissidenti della Juventus, è storicamente, uno dei club più prestigiosi del calcio italiano. Dopo anni travagliati da seri problemi economici, è recentemente retrocesso in Serie B. Disputa insieme alla Vecchia Signora il derby più antico del Paese: il Derby della Mole.
La storia calcistica cittadina è segnata da due tragici episodi, tuttora particolarmente sentiti dalle tifoserie locali.
Il 29 maggio1985, prima dello svolgimento della finale di Coppa dei Campioni allo stadio Heysel di Bruxelles, nella quale dovevano sfidarsi la Juventus FC ed il Liverpool, in seguito ad alcuni tafferugli ed al cedimento di parte delle tribune, morirono 39 tifosi, di cui 32 italiani.
A marzo a Torino si svolge la Milano-Torino, classica del ciclismo di circa 200 km. Fino al 2004 la corsa, insieme al Giro del Piemonte, tradizionalmente chiudeva la stagione agonistica; a seguito di una modifica dei calendari, ora la apre. Si tratta della competizione più antica d'Italia, la cui prima edizione risale al 1876. Attualmente la corsa è organizzata dal quotidiano La Gazzetta dello Sport.
Negli anni 80, Torino aveva una forte squadra di pallanuoto che poi ha subito la stessa sorte della pallavolo e del basket.
La pallanuoto torinese ritorna ad alti livelli nel 2007 quando la squadra Torino 81, allenata da Bruno Bodrone, viene promossa in serie A2. In questa categoria la società torinese ha disputato un ottimo campionato nella stagione 2007-2008.
G.P.B. Regio Parco Torino storica rivale del città giardino, negli anni passati si è sempre distinta nel settore giovanile, raggiungendo il torneo nazionale (a cui partecipano le squadre vincitrici nel campionato della propria regione).
Pallavolo e pallacanestro
Nel passato grande importanza hanno avuto le squadre di pallavolo del CUS Torino, vincitrice di 4 campionati italiani e della Coppa dei Campioni nel 1980, e dell'Auxilium Pallacanestro Torino.
Attualmente Torino non ha squadre professionistiche nella massima divisione di questi due sport, ma esiste un progetto per riportare almeno il volley ai massimi livelli.
Al Palavela di Torino dal 10 al 13 aprile 2008 si sono disputate le finali di pallacanestro della ULEB Cup,evento che si è ripetuto anche nel marzo 2009 con l'Eurocup.
Rugby
La prima partita in assoluto di rugby venne disputata a Torino nel 1910 tra il Racing Club de Paris e il Servette di Ginevra. La Ginnastica Torino vinse il titolo italiano nel 1947 e il Cus Torino Rugby fu vice-campione italiano nel 1957. Attualmente l'unico club torinese di rugby è il Cus Torino (che ha stretto un accordo di collaborazione con il Volvera R.F.C.), che milita in serie C e ha il proprio impianto al Centro Sportivo "Albonico" di Grugliasco, in strada del Barocchio.
La Ginnastica Torino abbandonò la Federazione Italiana Rugby nel corso del campionato 1949-50, per dare origine a una federazione di rugby a 13 che vivacchiò per alcuni anni.
Negli anni '70 il Rugby Torino, sponsorizzato dalla Ambrosetti, disputò alcuni campionati in serie A.
Torino è stata la sede dei XX Giochi olimpici invernali, svoltesi nel febbraio del 2006 (10 - 26 febbraio), e che sono stati seguiti a marzo dalle Paralimpiadi. Nel gennaio2007 è stata la volta delle Universiadi invernali.
Altre manifestazioni sportive
Oltre all'olimpiadi invernali del 2006, di recente a Torino si sono svolte le seguenti iniziative sportive:
È stata proposta dal CONI ad ospitare le prime olimpiadi giovanili, che si terranno nel 2010 e vedranno la partecipazione di atleti fra i 14 ed i 18 anni.
"World Air Games Torino 2009": dal 6 al 13 giugno 2009 si sono tenuti a Torino i World Air Games (WAG), coordinati dal locale comitato organizzatore[37].
Campionati mondiali di pallavolo maschile: dal 24 settembre al 10 ottobre 2010 l'Italia ospiterà i mondiali di pallavolo maschile. Torino, col Palasport Olimpico, farà parte delle sedi di gara[39].
Eventi a Torino
Luci d'artista: Monte dei CappucciniLuci d'artista a Torino: "Regno dei fiori" di Nicola De MariaLuci d'artista a Torino: "Luì e l'arte di andare nel bosco" di Luigi Mainolfi
"Luci d'Artista": diverse installazioni luminose di artisti contemporanei nei principali luoghi di Torino, per addobbare la città durante il periodo di Natale e oltre.
"ARTissima": fiera dedicata all'arte contemporanea che si tiene al Lingotto verso novembre.
"Share Festival": evento internazionale di arti e culture digitali che si tiene in gennaio all'Accademia Albertina.
"Festival internazionale Terra Madre": festival biennale fondato nel 2004 da Slow Food presso l'Oval Lingotto sui temi dei modelli di produzione agro-alimentare sostenibili e della salvaguardia della biodiversità, della qualità organolettica ma anche del rispetto dell'ambiente e delle persone. Contemporaneamente si svolgono, sempre al Lingotto, il "Salone del gusto" e il "Salone del vino".
"Settembre Musica": rassegna musicale che si tiene ogni anno a settembre in vari luoghi, unendo concerti di musica classica, jazz, etnica e pop. Fondata nel 1978, dal 2007 si svolge in gemellaggio con Milano
"Club to Club": festival internazionale di musica e arti elettroniche che dal 2006 coinvolge, con la sezione "Club Europa", un’importante città europea, con scambio di pubblico, artisti, iniziative.
"Biennale Democrazia", manifestazione prevista ogni due anni nel mese di aprile a partire dal 2009, dedicata alla riflessione e al confronto sui temi della democrazia, della cultura politica, dello sviluppo e dell'ambiente.
Eventi recenti
Kaart
Biennale dei leoni 2006 (15 luglio - 30 settembre): mostra itinerante che celebra il legame con la città di Lione. Disseminate per le vie e le piazze cittadine, le opere di 69 artisti di diversi paesi che raffigurano il toro e il leone, simboli delle due città.
Torino 2008 World Design Capital: la città nel 2008 è stata "capitale mondiale del design". Il titolo è stato conferito a Copenaghen dall'"International council of societies of industrial design". In tale occasione si è svolto al Lingotto (30 giugno - 2 luglio) il "XXIII congresso mondiale degli architetti", accompagnato dalla mostra "Architetture sensibili, inaugurata il 26 luglio nel Castello di Rivara.
"2011 - Italia 150": il Comitato "Italia 150" prepara il programma "Esperienza Italia" per la realizzazione di un grande evento internazionale per celebrare i 150 anni dell'Unità d'Italia con mostre, esposizioni, spettacoli e dibattiti tra il 17 marzo e il 20 novembre 2011[41]. L'evento sarà l'occasione per riflettere sul passato, dibattere il presente ma soprattutto guardare al futuro dell'Italia. Il Comitato è Presieduto a turno dal Sindaco di Torino, dal Presidente della Provincia, dal Presidente della Regione.
La rilevanza enciclopedica di questa voce o sezione sull'argomento Piemonte è stata messa in dubbio.
Motivo: contiene superstizioni e stupidaggini senza fondamento. Non sono citate fonti. A mio parere il paragrafo è da eliminare
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Statua della Fede posta a lato della chiesa della gran Madre
La città è anche conosciuta per la tradizione di magia e occultismo. Effettivamente, Torino non è soltanto la sede della Sindone e dei santi sociali del XIX secolo, come Giovanni Bosco o Giuseppe Benedetto Cottolengo. A Torino ha soggiornato, nel 1556, Nostradamus, e qui ha vissuto un singolare personaggio come Gustavo Adolfo Rol.
Gli esperti di occultismo sostengono che Torino è il vertice di due triangoli magici: il primo, quello bianco, con Lione e Praga, mentre il secondo, quello nero, assieme a Londra e San Francisco.
La Fontana del Frejus di Piazza Statuto
Da un punto di vista strettamente storico, l'origine di questa tradizione va ricercata nel Risorgimento e nella massiccia campagna di discredito organizzata dalla Curia Romana, contraria all'unità nazionale, contro la città. In questo clima di contrapposizione circoli massonici, associazioni teosofiche, furono tollerate e sostenute dallo stato e dalla corte. Libertà di pensiero e un certo spirito anticlericale furono poi rinfocolati, dopo l'unità d'Italia, dal progressismo positivistico e dal nascente movimento operaio. Simboli massonici sono presenti in molti palazzi e in alcune tombe del Cimitero monumentale di Torino. Da qualche tempo vi sono in città dei tour operator che organizzano anche visite guidate sui misteri di Torino.
Per gli esoteristi la magia positiva di Torino nasce dal cuore bianco di piazza Castello, dal duomo che custodisce la Sacra Sindone alla Grande Madre di Dio, fino alla Mole Antonelliana che indica il cielo.
Ai lati della scalinata che conduce all’ingresso della chiesa della Gran Madre troviamo le due statue raffiguranti la Fede e la Religione, dove lo sguardo della statua della Fede indicherebbe il nascondiglio del Santo Graal.
La Fontana del Frejus di Piazza Statuto fu ideata dal conte Marcello Panissera per ricordare l'inaugurazione dell’omonimo traforo.
Indicata dagli esoteristi il cuore nero della città per due motivi: perché si trova ad occidente e quindi in posizione infausta per il tramonto del sole e perché qui vi era la "vallis occisorum", luogo di uccisione e di sepoltura.
Infatti ospitava il patibolo che rimase per secoli rimase in piazza Statuto, venne poi spostato dai francesi nell'incrocio tra corso Regina Margherita e Via Cigna.
La tradizione racconta che l'angelo che sovrasta l'obelisco sia Lucifero, in effetti l’angelo più bello.
Torino di notte
Discoteca sul po e monte dei cappuccini con Luci d'artista
Da qualche anno Torino sta scoprendo una nuova vocazione come luogo di divertimento per giovani e meno giovani. Alcune sue aree sono state strappate al degrado e sono diventate meta preferita per le sere e le nottate torinesi.
Il lungo Po, chiamato Murazzi, è il luogo preferito per la movida estiva. Vi si possono trovare numerosi locali: ristoranti, disco-pub, librerie, che dall'aperitivo fino a notte fonda offrono la possibilità di divertirsi ed incontrarsi.
Un altro luogo centrale è il Quadrilatero Romano, l'area centrale più antica della città, dove sono sorti numerose osterie, vinerie, ristoranti che propongono il meglio dell'enogastronomia cittadina. Esso è considerabile il quartiere "artistico" della città, vista l'elevata presenza di artisti (residenti e non) e di boutiques di moda giovanile che propongono abiti sartoriali o vintage.
Altra zona nata come luogo di loisir, è Borgo Dora. Quartiere posto a ridosso di Porta Palazzo, il più grande mercato scoperto d'Europa, esso è infatti il luogo delle mille contraddizioni: è il centro della nuova immigrazione araba; qui aveva sede l'Arsenale militare, ora diventato Arsenale della Pace, sede del Sermig; vi è presente il grande complesso fondato dal Cottolengo, la Piccola Casa della Divina Provvidenza. Fra le piccole vie recuperate dal degrado si possono trovare antiche botteghe di artigiani, antiquari, osterie, pub. In via del Fiocchetto è inoltre presente il Centro di cultura italo-araba Dar Al-Hikma, sede di convegni, con bar, ristorante e bagno turco. Borgo Dora è anche la sede delle notti bianche torinesi.
Anche il quartiere di San Salvario, nonostante sia noto alle cronache per problemi di ordine pubblico, è un multietnico quartiere che al melting pot unisce una vivace vita notturna, con locali etnici, ristoranti, pub e rumerie.
Un ultimo luogo è certamente il Parco del Valentino chiamato affettuosamente dai torinesi "Valentino" in cui si trovano diversi locali per ogni gusto, tutti immersi nel verde.
Curiosità
Questa sezione contiene «curiosità» da riorganizzare.
Non vi sono dubbi sul fatto che la via più antica di Torino sia l'attuale via Garibaldi (già Via della Dora Grossa), che infatti ricalca fedelmente il decumano dell'antico castrum romano. In questa curiosa classifica, il secondo posto (ma solo per poche ore di differenza) è da assegnare all'asse via Porte Palatine-Via San Tommaso, che invece rappresentano il cardo dell'accampamento romano.
È opinione comune collegare la città di Torino ai due maggiori fiumi che la attraversano: il Po e la Dora Riparia, ma in realtà al momento della fondazione, e fino al XVI secolo, entrambi i fiumi scorrevano al di fuori della cinta muraria cittadina.
Il cimitero di San Pietro in Vincoli è situato molto vicino alla antica piazza della forca. Per questa ragione viene popolarmente chiamato, con una buona dose di humor nero, "Sanpè d'còi" (San Pietro dei colli). È tuttavia errata la tradizione orale che lo indica come il "cimitero degli impiccati". I condannati erano sepolti in fosse comuni fuori dalla cinta muraria cittadina: la localizzazione del cimitero è da indicarsi a circa 200 metri da San Pietro in Vincoli, nella direzione del fiume Dora.
La Piazza dove era situata anticamente la forca, (lungo Corso Regina Margherita), popolarmente viene chiamata "Rondò d'la forca" (Rotonda della forca), ma in realtà il comune non gli ha mai assegnato alcun nome.
Se il centro città è considerato generalmente una zona prestigiosa dove vivere, le vie adiacenti a via Barbaroux sono state considerate per secoli "luoghi disdicevoli per un gentiluomo": così si riferisce a queste zone la scrittrice del XIX secolo Carolina Invernizio. Infatti questa centralissima via ha versato per secoli in uno stato di forte degrado, diventando uno dei luoghi storici della malavita torinese. Fino agli anni '80 del XX secolo non era raro imbattersi in qualche prostituta che, pazientemente, attendeva i clienti davanti alla porta di casa.
A causa delle imponenti opere di pianificazione urbana effettuate a partire dal XVII secolo, rispetto alla maggior parte delle città italiane, Torino ha conservato pochissimi monumenti medioevali o rinascimentali. Fra questi i più importanti sono il Duomo (del XV secolo), il Palazzo Scaglia di Verrua (del XV secolo) e soprattutto la chiesa di San Domenico, situata nell'omonima via e che rappresenta l'unico monumento autenticamente medioevale dell'intera città.
La struttura urbanistica della città, caratterizzata da enormi viali alberati e grandi piazze, ha un'origine particolare: fino al 1620 Torino era una città completamente racchiusa all'interno della cinta muraria militare, formata, quindi, da vie anguste che ricalcavano i vicoli dell'antica città romana. Questa morfologia favoriva, durante le frequenti sommosse, la creazione di barricate, impedendo al contempo l'uso della cavalleria per sedare i moti. Quando Carlo Emanuele I decretò l'espansione e la ristrutturazione urbanistica della città, tenne conto di queste esigenze: sventrò il centro città, ampliando e arricchendo coi classici portici le vie principali, ristrutturò ed ampliò le principali piazze e, soprattutto, creò gli enormi viali alberati che avevano sia una funzione estetica, ma anche e soprattutto una funzione militare, rendendo impossibile la formazione di barricate da parte dei rivoltosi e permettendo, in ogni caso, l'uso di cariche di cavalleria nel caso di moti.
Molte vie di Torino hanno cambiato nome nel corso degli anni in seguito ad avvenimenti storici: ad esempio l'attuale via Verdi fino a 90 anni fa era "Via della Zecca". Davvero curiosa è però la storia di Piazza Vittorio Veneto: quando fu necessario scegliere una piazza da dedicare alla battaglia di Vittorio Veneto, la scelta cadde su questa piazza in quanto, essendo al tempo già dedicata a Vittorio Emanuele I era popolarmente chiamata "Piazza Vittorio". Visto che era presente un "Vittorio" in entrambi i nomi, in questo modo non sarebbe stato necessario cambiare il soprannome e le abitudini dei torinesi.
Diverse vie o piazze del centro città sono note con soprannomi o abbreviazioni: Piazza Carlo Alberto è nota come "la Piazzetta", Piazza Carlo Emanuele II è nota come "Piazza Carlina"; Piazza Vittorio Veneto, come detto, è nota come "Piazza Vittorio", mentre Corso Vittorio Emanuele II è detto "Corso Vittorio". Corso Massimo D'Azeglio è detto "Corso Massimo". Piazza della Repubblica è da sempre più nota con il nome di Porta Palazzo o anche di Porta Pila; corso Regina Margherita è noto come "Corso Regina", così come Corso Duca degli Abruzzi è noto come "Corso Duca" e Corso Galileo Ferraris è noto come "Corso Galfer" (così come l'omonimo Liceo Scientifico in Corso Montevecchio, adiacente il Politecnico di Torino e l'Istituto Tecnico Sommeiller). Piazza Borgo Dora è universalmente nota come "Balòn" (Pallone), nome ereditato dalla presenza, nel passato, della sede del campo di pallone elastico. Il mercato delle pulci e dell'antiquariato che ivi si svolge ogni sabato mattina e, in versione ingrandita, la seconda domenica del mese ha lo stesso nome. I Giardini Martini curiosamente sono molto più noti come "Piazza Benefica". Allo stesso modo fino a qualche anno fa non era raro trovare un vecchietto che, riferendosi a Corso Matteotti, lo chiamasse "Corso Oporto" o parlasse di via Garibaldi riferendovisi col vecchio toponimo "Corso di Dora Grossa".
Ancora diverso il caso di Piazzetta Cerignola: l'incrocio fra via Foroni e via Candia per decenni è stato chiamato in questo modo dalla numerosa comunità pugliese della zona. Recentemente il comune ha accolto le istanze degli abitanti della zona ed ha modificato il nome dell'incrocio, senza tuttavia cambiare il nome delle vie che lo compongono. Questo porta alla situazione un po' bizzarra per cui metà della piazzetta si chiama ora Piazzetta Cerignola, mentre l'altra metà mantiene il vecchio toponimo Piazzetta Foroni.
Nella toponomastica della zona più antica della città esistono alcune minuscole piazzette che spesso nemmeno appaiono nelle mappe: l'incrocio fra via Barbaroux e Vicolo Santa Maria si chiama col pomposo nome di Piazzetta dell'Università dei maestri minusieri; in realtà si tratta di uno spazio di poche decine di metri quadri che comprende un unico numero civico. Minuscola anche Piazzetta della Madonna degli Angeli, che si "apre" (per modo di dire) all'incrocio fra via Carlo Alberto e via Cavour.
Caratteristici nei parchi cittadini e nelle varie vie i toret: fontanelle a forma di toro.
Torino è l'unica città italiana citata nel titolo di una canzone americana con il nome non tradotto: per la precisione, il cantautore texano Shawn Phillips nel suo album del 1970Second Contribution apre il lato A con un brano dal titolo lunghissimo, She was waitin' for her mother at the Station in Torino and you know I love you baby but it's getting too heavy too laugh (cioè Stava aspettando sua madre alla stazione di Torino e tu sai che ti amo tesoro ma sta diventando troppo duro ridere). Qualcuno afferma: "In realtà questa notizia è falsa, infatti Eric Clapton ha dedicato una canzone ad una donna italiana, la nota Lory Del Santo, intitolata "Lady from Verona". Verona quindi è anche una città citata nel titolo di una canzone americana", ma visto che il nome della città veneta non è provvisto di traduzione inglese, mentre Torino sì (Torino: Turin) l´affermazione è vera.
Torino vanta essere una delle città europee più verdi, se non la maggiore tra esse. Se i viali fossero messi tutti in fila, si avrebbe una linea lunga più di 400km.
Bibliografia
AA.VV., Andare a tempo. Il caso Torino: una ricerca sui tempi della città, Franco Angeli, 2007.
AA.VV., Capitali del nord-ovest. La politica economica delle città italiane, Franco Angeli, 2007.
AA.VV, Storia di Torino (9 Voll.), Einaudi, 1997 - 1999.
Bruno Babando, I ragazzi dello zoo di Torino. Piccolo bestiario di città in gabbia, Marco Valerio, 2008.
Bruno Babando, Torino provincia di Milano. Da capitale a dependance della Madonnina?, Marco Valerio, 2007.
Norberto Bobbio, Trent'anni di storia della cultura a Torino (1920-1950), Roma, Einaudi, 2002.
Aldo Cazzullo, Vittorio Messori, Il mistero di Torino. Due ipotesi su una capitale incompresa, Mondadori, 2005.