ACF Fiorentina

club calcistico italiano di Firenze
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La ACF Fiorentina[1], già Associazione Calcio Firenze nel 1926, poi Associazione Calcio Fiorentina nel 1927 e Florentia Viola nel 2002, più comunemente nota come Fiorentina, è la principale società calcistica ad alti livelli di Firenze. Fu fondata il 26 agosto 1926 grazie al marchese Luigi Ridolfi Vay da Verrazzano e gioca con una caratteristica divisa viola, scelta cromatica piuttosto rara (voluta espressamente dal Marchese stesso) nel mondo calcistico, motivo per il quale viene chiamata spesso in tutto il mondo la Viola.

ACF Fiorentina
Calcio
File:Fiorentinastemma.png
Viola, Gigliati
Segni distintivi
Uniformi di gara
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
Casa
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
Trasferta
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
Terza divisa
Colori sociali Viola
SimboliGiglio di Firenze
InnoO Fiorentina
Marcello Manni (1931)
Dati societari
Città Firenze
NazioneItalia (bandiera) Italia
ConfederazioneUEFA
Federazione FIGC
CampionatoSerie A
Fondazione1926
Rifondazione2002
PresidenteItalia (bandiera) funzione vacante
AllenatoreItalia (bandiera) Claudio Cesare Prandelli
StadioArtemio Franchi
(46.282 posti)
Sito webwww.violachannel.tv
Palmarès
ScudettoScudetto Coppa ItaliaCoppa ItaliaCoppa ItaliaCoppa ItaliaCoppa ItaliaCoppa Italia Supercoppa italiana Coppa delle Coppe
Scudetti2
Trofei nazionali6 Coppe Italia
1 Supercoppe italiane
Trofei internazionali1 Coppe delle Coppe
Si invita a seguire il modello di voce
«Garrisca al vento il labaro viola, sui campi della sfida e del valore.
Una speranza viva ci consola, abbiamo undici atleti e un solo cuore.»

Nel suo palmarès, oltre a tre successi in campo internazionale (Coppa delle Coppe, Coppa di Lega Italo-Inglese e Mitropa Cup), figurano 2 scudetti (uno nella stagione 1955-56 e l'altro in quella 1968-69), 6 Coppe Italia e una Supercoppa Italiana, ottenuta nel 1996.

La Fiorentina è stata la prima squadra italiana a raggiungere la finale nella massima competizione continentale (Coppa dei Campioni 1956-57) ed il primo club a vincere la Coppa delle Coppe (1960-61), prima competizione UEFA per club vinta da una compagine italiana. Inoltre è una delle 13 squadre europee[2] che hanno disputato le finali di tutte le tre coppe principali della UEFA (Coppa dei Campioni-Champions League, Coppa delle Fiere-Coppa UEFA e Coppa delle Coppe).

Storia

Le origini

Le origini della squadra viola vengono datate 1898 quando viene creato il primo gruppo calcistico della città di Firenze chiamato "Florence Foot-Ball Club". Il club, aristocratico e chiuso, era composto da un'élite anglo-italiana per cui il popolo non aveva alcun interesse a seguirlo. Nel 1902 però un gruppo di giovani (tra cui Italo Capanni, Mario Meloni e un certo signor Galluzzo) creò la "Itala F.C.": il campo da gioco si trovava a Campo di Marte. Nello stesso periodo nasce il "Club Sportivo Firenze" (1903), che inizialmente si dedicò solo al ciclismo ed altri sport minori e solo in seguito si occupò anche di calcio. Nel 1908, poi, nasce il "Firenze Football Club" tra i cui fondatori ci fu Oreste Gelli. Questa volta il campo da gioco era il Prato del Quercione, al Parco delle Cascine.

Nel 1910 la "Palestra Ginnastica Fiorentina Libertas" (fondata nel 1877) istituisce anche essa una sezione dedicata al calcio, nata in realtà per una scissione interna al "Firenze Football Club". Entrambi giocarono sul Prato del Quercione, ma i due terreni da gioco vennero separati da una corda sorretta da qualche picchetto piantato per terra. Il dissidio tra le due società crebbe: gli sportivi della Libertas venivano chiamati "ghiozzi rossi" a causa dei frequenti tuffi nel fosso che delimitava il campo (come i pesci chiamati volgarmente ghiozzi), per recuperare il pallone e per la loro maglia di colore scarlatto che indossavano. Questi stessi furono sfrattati dalle Cascine e andarono presso il campo di via Bellini, inaugurato il 22 aprile 1922.

La fondazione

Club Sportivo Firenze

Alla fine le uniche squadre calcistiche che spiccavano a Firenze erano il "Club Sportivo Firenze" e la Palestra Ginnastica Fiorentina Libertas. Nessuna delle due però era particolarmente brillante in campo nazionale. Per risolvere questo problema i due club sportivi pensarono di fare un sacrificio fondendo le due squadre per dare vita ad una nuova società che fosse più forte, sia come qualità che come fondi economici. È importante sottolineare che anche gli orientamenti del nascente regime fascista in materia di sport spingevano i sodalizi più recenti alla fusione ed all'accorpamento (ogni frazionismo che dividesse le città, anche solo in ambito sportivo, era infatti visto con sospetto dal regime). È indicativo di tale tendenza il fatto che le società nate in quel periodo, come l'Ambrosiana, il Napoli, la Roma e, appunto, la Fiorentina, furono il frutto di unioni di società preesistenti e, sia nel caso dei viola che in quello dei giallorossi, artefici delle fusioni fossero proprio i federali fascisti provinciali Luigi Ridolfi Vay da Verrazzano e Foschi (mentre per l'Ambrosiana la richiesta venne addirittura avanzata da Mussolini in persona).

Il 3 luglio 1926 (anche se, alcuni documenti, riportano la data del 7 luglio 1926) la Palestra Ginnastica Fiorentina Libertas giocò la sua ultima partita ufficiale (ultima giornata del Campionato di Seconda Divisione della Lega Nord) contro il Prato con la seguente formazione: Sbrana, Farina, Posteiner, Barigozzi, Magnifico, Salvatorini, Mazzacurati, Focosi, Csapkay, Segoni II, Baldini. Il risultato finale: 1-1, con reti di Miliotti per i lanieri e pareggio gigliato di Baldini. La classifica finale consentì alla squadra fiorentina l'ammissione alla rinnovata cadetterìa, nel quadro della riforma dei tornei della FIGC intervenuta quell'anno.

PGF Libertas

Grazie al piazzamento della Palestra Ginnastica Fiorentina Libertas, la Fiorentina poté dunque iscriversi al nuovo Campionato di Prima Divisione, equivalente alla Serie B dei giorni nostri.

La Fiorentina venne fondata il 26 agosto 1926 in uno studio notarile dalla fusione tra il "Club Sportivo Firenze" e la sezione calcio della Palestra Ginnastica Libertas. Il primo presidente fu il Marchese Luigi Ridolfi Vay da Verrazzano, che rimase tale per quindici anni mentre il primo allenatore fu Károly Csapkay.

In quei giorni le cronache dei giornali furono occupate dalla morte del leggendario Rodolfo Valentino, avvenuta tre giorni prima, e la notizia fu perciò relegata in uno smilzo trafiletto de La Nazione che si compiacque dell'avvenuta fusione: "scomparso il dualismo fra i maggiori sodalizi che praticano questo genere di sport in Firenze è ora possibile vedere gli ex soci del Club Sportivo e della Libertas fraternizzare"

A metà settembre venne annunciata l'amichevole della squadra fiorentina Le Signe, che batte per 2-1 la neo formazione viola. La Nazione, il 20 settembre 1926, scrive: "Il debutto della squadra fiorentina che dovrà fra breve iniziare il campionato di prima divisione non è stato felice. I concittadini sono stati battuti da Le Signe per 2-1. L'A.C. Fiorentina ha avuto il torto di cominciare un po' tardi gli allenamenti della squadra. Ma la colpa non crediamo debba ascriversi del tutto gli intendimenti dei dirigenti del nuovo sodalizio calcistico...'"

Maglia storica

Tre giorni dopo la sconfitta con "Le Signe", la Fiorentina disputò un'altra amichevole contro la Sampierdarenese pareggiando 2-2.

Le formazioni della squadra fiorentina schierate nei due tempi furono:

  • 1° tempo: Serravalli, Posteiner, Bargioni, Salvatorini, Segoni, Tuti, Focosi, Nichel, Bolteni (Volk), Baccilieri, Bandini
  • 2° tempo: Sbrana, Posteiner, Benassi, Salvatorini, Longoni, Carulli, Baldini, Nichel, Bolteni (Volk), Baccilieri, Bandini.

I colori sociali erano inizialmente gli stessi di Firenze: il bianco ed il rosso. La maglia da gioco era mezza bianca e mezza rossa anche se da Colle Val d'Elsa nel 1927 arrivarono le maglie della Colligiana a spicchi biancorossi (un dono fatto dai colligiani in onore dell'antica fratellanza Colle-Firenze) che nel 1929, si dice per un errato lavaggio[3], portarono al colore viola, colore che piacque subito alla dirigenza ed ai tifosi, e per questo divenne quello ufficiale della squadra. Ovviamente, i motivi che portarono alla scelta del viola nell'estate del 1929, hanno un'origine ben più concreta e non hanno alcuna attinenza col "mito" del lavaggio sbagliato che, per anni, è stato considerato il vero motivo.

Gli esordi

Campionato 1926-27: l'inizio

 
Rodolfo Volk

La squadra fu ammessa al girone C (anno 1926-27), ed esordì in campionato, e dunque in una competizione ufficiale, il 3 ottobre 1926, nel match casalingo contro il Pisa, terminato poi con una vittoria per 3-1.
Quel campionato per la formazione biancorossa non fu particolarmente brillante, infatti la squadra si classificò al 6° posto su 10 squadre; fu più che altro un campionato di assestamento e di formazione.
Tra tutti i giocatori però si fece riconoscere un certo Bolteni (della Fiorentina) che alla fine del campionato aveva segnato un totale di 12 reti diventando così capo cannoniere della stagione. In realtà il suo vero nome era Rodolfo Volk, classe 1906, un biondo di Fiume che, essendo sotto servizio di leva, non poteva giocare senza l'autorizzazione delle autorità competenti. Il permesso non gli fu concesso per motivi politici e il giocatore fu così costretto a presentarsi presso i campi da gioco sotto falso nome. In seguito Volk si trasferirà a Roma divenendo un idolo della tifoseria giallorossa.

Campionato 1927-28: primo posto mancato

L'anno successivo la squadra, sempre in Prima Divisione, fu traslocata nel più abbordabile Girone Sud e alla fine del campionato si guadagnò il secondo posto in classifica dietro al Bari. La Fiorentina vince diverse partite: 3-0 contro il Tivoli, 5-1 contro il Savoia di Torre Annunziata, 8-0 contro il Tivoli (partita di ritorno), 1-1 contro il Taranto, 4-1 contro il Savoia di Torre Annunziata (partita di ritorno). Quest'ultima partita sembrò vinta lealmente, ma dopo più di un mese La Nazione scrive: "possiamo dire che effettivamente, qualcosa di irregolare vi è stato nella disputa del match e si auspica un'inchiesta da parte della Federazione, che metta in chiaro le cose". Qualche giorno dopo la Federcalcio emise un verdetto secondo il quale:

  • il Savoia avrebbe offerto denaro alla Fiorentina per dichiarare forfait;
  • la Fiorentina non avrebbe denunciato il fatto, con la discriminante di non aver accettato la proposta;
  • il Savoia avrebbe reiterato l'offera al momento del calcio d'inizio alla Fiorentina, affinché l'incontro si svolgesse a favore della squadra biancorossa, dietro compenso di denaro;
  • la Fiorentina avrebbe accettato di non incassare l'indennizzo federale, a patto che il Savoia si impegnase a non dichiarare forfait contro il Bari, ma anzi giocasse la partita in modo leale;
  • la Fiorentina non denunciò il comportamento scorretto del suo dirigente;
  • la responsabilità del fatto cadeva sul direttore sportivo del Savoia e sul direttorio della Fiorentina;
  • il presidente Luigi Ridolfi e il consigliere Gino Agostini dovevano essere esclusi.

I provvedimenti furono i seguenti:

  • i direttori del Savoia e della Fiorentina furono squalificati (compresi Ridolfi e Agostini);
  • la partita non portò alcun punto alle due squadre
  • il Savoia fu multato di Lire 4500, la Fiorentina di Lire 1000 (per le spese d'inchiesta);
  • Luigi Ridolfi fu nominato commissario straordinario della Fiorentina, in quanto non poteva più essere presidente della squadra.

L'ultima partita contro il Bari fu decisiva per il campionato; la Fiorentina giocò fuori casa e perse 5-3. Durante la partita ci furono molti incidenti, i giocatori fiorentini furono insultati e minacciati dalla tifoseria barese. Il reclamo da parte della società biancorossa non servì e la squadra si dovette accontentare del secondo posto in classifica con 18 punti a pari merito con la Ternana Calcio, compagine con cui diede vita ad un altro appassionante duello concluso 3-3 a Firenze e con la vittoria dei gigliati a Terni per 1-0. Le due formazioni avrebbero dovuto disputare uno spareggio che non venne giocato a causa dei problemi economici che investirono la societa' umbra.[4].

Campionato 1928-29: la stagione di assestamento

La Federcalcio per la stagione 1928-29 modificò l'assetto del massimo campionato volendo formare un unico girone per l'anno successivo; creò così due gironi formati ognuno da 16 squadre: le prima otto di ogni girone avrebbero fatto parte della Serie A dell'anno successivo, mentre le altre nove avrebbero formato la Serie B. La Fiorentina, inclusa nel girone B, arrivò ultima con soli 12 punti e 5 partite vinte, 26 reti fatte e 96 subite. La squadra era sempre allenata da Csapkay, ma a lui si aggiunse l'ungherese Gyula Feldmann che gli rimase al fianco pure per la stagione successiva. Alla rosa dei giocatori quell'anno si aggiunsero Meucci, Luchetti e Chiecchi.
Il portiere della Fiorentina, Pieri, viene sostituito da Sernagiotto dopo due pessime prestazioni: 0-3 in casa contro l'Ambrosiana e 0-11 a Torino contro la Juventus.

La settimana dopo però disputò una notevole partita contro il Genoa che schierava in campo la formazione: De Prà, Lombardo, De Vecchi, Barbieri, Burlando, Parodi, Puerari, Bodini, Catto, Chiecchi, Rosso. La Fiorentina passò in vantaggio nel primo tempo con un gol di Pilati IV, ma il Genoa riuscì a fare due gol negli ultimi tre minuti finali dell'incontro. I tifosi fiorentini ritennero l'arbitro, un certo signor Galassi, piuttosto parziale nei confronti della squadra ospite. La situazione diventò pericolosa a tal punto che i dirigenti della Fiorentina dovettero accompagnare il direttore di gara in macchina fino alla stazione di Signa, dove l'arbitro fu comunque aggredito. Il campo da gioco di Firenze venne così squalificato per una giornata.

La settimana dopo perse ancora, stavolta contro il Napoli per 2-7, mentre la settimana ancora successiva ci fu un'altra sconfitta contro la Lazio per 0-4 sul campo neutro di Modena.

Campionato 1929-30: la Serie B

 
La prima formazione in maglia viola: era il 22 settembre 1929

La caratteristica maglia viola con il distintivo a sinistra sul petto raffigurante il giglio rosso in campo bianco simbolo e stemma di Firenze (da cui l'aggettivo gigliati con cui i giocatori della squadra vengono spesso citati) fu indossata ufficialmente il 22 settembre 1929 in una amichevole con la Roma. Si dice che le maglie viola furono adottate per un caso fortuito: le maglie biancorosse vennero mal lavate da una lavandaia in un fiume, stingendo e assumendo un colore violaceo. In realtà pare che fu il marchese Ridolfi in persona a volere il cambio del colore nel viola come espressione cromatica del giglio fiorentino. A tal proposito Indro Montanelli, tifoso della Fiorentina, ha sempre sostenuto che quel colore "appartenesse" alla città al di là dell'errore del lavandaio (una leggenda che a dire il vero si ripete nella storia di molte altre squadre) in quanto a suo giudizio furono proprio degli alchimisti fiorentini del trecento ad ottenere artificialmente il viola. Appresi i segreti dalle popolazioni orientali del Meditterraneo, infatti, queste persone fecero di Firenze il più importante centro di produzione occidentale del suddetto colore, ottenuto attraverso un particolare lichene del gruppo delle Roccellaceae (da cui il nome della famiglia fiorentina dei Rucellai), la Roccella tinctoria , alla quale diedero il nome di oricello, dal latino òra, che sta per estremità, confine. Difatti, il viola è collocato all’estremo dello spettro cromatico (già allora, ovviamente visibile nel fenomeno dell’arcobaleno) e dopo questo colore si estende un altro territorio, la gamma degli ultravioletti, il mondo dell’invisibile, non percepibile dai sensi ma solo dall'intuito. È questo il viola universalmente associato al fantastico, all’incantesimo e alla magia. Ai fiorentini successivamente il cambio di colore piacque e fu quindi deciso di adottarlo definitivamente.

Nella sua prima stagione di Serie B (1929-30) la Fiorentina si classificò quarta con 40 punti. La formazione viola tipica di quest'annata era: Sernagiotto, Magli, Renzo, Sinibaldi, Staccione, Pizziolo, Neri, Luchetti, Staffetta, Baldinotti, Galluzzi, Rivolo. Tra questi Mario Pizziolo (Pizziolo I) e Bruno Neri finirono a giocare in nazionale.

Campionato 1930-31: la promozione in A

Il campionato 1930-31 della Serie B lo vinse proprio la Fiorentina che conquistò la vetta della classifica con 46 punti. Il punto decisivo fu segnato sul campo della Spezia Calcio con una rete del fiorentino Baldinotti. La Fiorentina giunse a parimerito con il Bari, proprio la compagine che tre anni prima aveva strappato il titolo cadetto ai gigliati. La squadra viola si guadagnò così la Serie A. In casa riuscì sempre a segnare almeno una rete anche se non riportò mai risultati eclatanti. Alla formazione si erano aggiunti il portiere Bruno Ballante, detto "il gatto magico", (acquistato dalla Roma) e il difensore Renato Vignolini.

La formazione di quell'anno fu: Ballante, Corbyons (Magli R.), Vignolini, Staccione, Pizziolo I (Neri), Neri (Pizziolo II), Luchetti, Staffetta (Moretti), Baldinotti, Galluzzi, Rivolo.

Luigi Ridolfi aveva intanto ripreso la presidenza della squadra, dopo essere stato nominato Commissario Straordinario nel 1928. Proprio quando la Fiorentina riceveva la promozione per la Serie A, il Marchese pensò di dimettersi a causa di altri impegni politici e sportivi. La Federcalcio però invitò Ridolfi ad assumere almeno la carica di Commissario Straordinario, che venne acettata volentieri.

La serie A

Campagna acquisti: Pedro Petrone l'artillero

 
Pedro Petrone

La Fiorentina che adesso era giunta in serie A aveva il problema di dover sostenere in campo squadre di alto calibro come la Juventus, il Genoa, l'Ambrosiana, il Bologna e la Roma. Per questo la squadra viola pensò di comprare alcuni giocatori tra cui il difensore Gazzari dalla Triestina, il centrocampista Giuseppe Bigogno dal Legnano, Alfredo Pitto, che nel 1931 regalerà alla Fiorentina la prima maglia azzurra, e Antonio Busini dal Bologna, Gastone Prendato dal Padova.

Anche l'allenatore Feldmann, ormai solo dopo che Csapkay se ne andò, fu cambiato perché ritenuto inadatto alla Fiorentina di serie A. Fu chiamato così Hermann Fellsner, austriaco, dal Bologna.

Alla Fiorentina mancava però un centravanti solido che potesse portare la squadra al prestigio. Prima dell'inizio del campionato fu acquistato per trentamila lire dal Nacional l'uruguaiano Pedro Petrone, detto l'artillero. Petrone era stato il protagonista delle olimpiadi del 1924 a Parigi e a quelle di Amsterdam del 1928, quando aveva condotto la nazionale "celeste" alla medaglia d'oro. Nei mondiali del 1930 invece, l'attaccante deluse le aspettative, nonostante si giocasse in Uruguay e nonostante il titolo mondiale vinto. Era quindi un campione in cerca di riscatto quello che sbarcò a Genova con un lussuoso transatlantico il 6 agosto 1931. Petrone percepiva uno stipendio di duemila lire mensili (il doppio di un funzionario di stato di alto livello, ma la metà circa di quello di Orsi alla Juventus). Arrivò insieme a lui, il difensore Guido Laino del Penarol. Laino tuttavia subì uno strappo muscolare in allenamento che lo fece rientrare in Uruguay dopo pochi mesi senza che potesse mai esordire in maglia viola.

Petrone arrivò in Italia senza scarpe da calcio; girò diversi negozi a Firenze per trovare delle calzature che gli andassero bene. Addirittura la direzione della squadra telegrafò a Montevideo per richiedere le scarpe personali del giocatore. Durante una visita a Bologna presso l'amico Sansone trovò un paio di scarpe che gli calzavano a pennello (probabilmente presso via Rizzoli).

Dopo essere tornato a Firenze durante un allenamento sul campo della Giglio Rosso, sul Viale dei Colli, tirò un calcio così forte al pallone che, dopo aver oltrepassato la rete di protezione, questo spaccò la vetrata di una villa nei pressi.

Amante del tango e della vita comoda, meno, secondo le cronache, della cucina italiana, Petrone legò molto con il compagno di squadra e compatriota Carlos Gringa, che a differenza dell'artillero rimase tutta la vita a Firenze. Dopo una prima stagione esaltante, Petrone disputò il suo secondo campionato in tono minore. La retrocessione ad ala destra decretata dall'allenatore Felsner durante la seconda stagione in viola, lo portò a forti contrasti col tecnico. La decisione della società di schierarsi con l'allenatore e di multarlo con un'ammenda di duemila lire spinse Petrone ad abbandonare la squadra il 24 marzo del 1933 con una rocambolesca fuga nella notte, per fare ritorno in Uruguay.

Giovanni Berta: il nuovo stadio

  Lo stesso argomento in dettaglio: Stadio comunale "Artemio Franchi" di Firenze.
File:Stadio Firenze 1932.jpg
Ponteggi per la costruzione della Curva Ferrovia.

Con la promozione in Serie A il vecchio stadio che si trovava in via Bellini non era più adatto. Il nuovo stadio, voluto dal marchese Luigi Ridolfi (che nel frattempo aveva ripreso la presidenza della squadra dopo i fatti di Torre Annunziata del 1928), doveva sorgere alle Cascine, dove c'erano già diversi impianti sportivi. Successivamente però fu presa la decisione di costruirlo presso Campo di Marte, il quale offriva più spazio e più facilità di comunicazione essendo vicino alla ferrovia. Il progetto venne affidato all'architetto Pier Luigi Nervi.

Inizialmente lo stadio fu intitolato a Giovanni Berta, un caduto fascista. Dopo la seconda guerra mondiale il nome fu cambiato semplicemente in "Comunale", mentre nel 1991 prese definitivamente il nome di "Artemio Franchi" in onore dell'ex presidente della FIGC oltre che dirigente della Fiorentina.

Venne inaugurato il 13 settembre 1931; quel giorno fu disputata una gara amichevole arbitrata da Bevilacqua che oppose i gigliati agli austriaci dell'Admira di Vienna e che si concluse con la vittoria dei viola per 1-0 con la rete di Petrone. Le cronache dell'epoca ricordano che il pallone dell'incontro venne lanciato da un aeroplano che, pilotato dal pilota acrobatico fiorentino Vasco Magrini, sorvolò lo stadio prima dell'inizio dell'incontro. Le due formazioni in campo erano:

  • Fiorentina: Ballante, Gazzari, Vignolini, Pizziolo, Bigogno, Pitto, Prendato, Busini, Petrone, Galluzzi (Bonesini), Rivolo
  • Admira: Zohler, Janda, Paolich, Mirschitza, Hummenberger, Porcht, Ranft, Klima, Steuber, Cernitz, Langer.

In realtà, il terreno del nuovo stadio, venne calcato dalla squadra viola il 10 settembre 1931 quando superò, in amichevole, il Montevarchi per 6 reti a zero (4 gol di Petrone).

Gli anni d'oro: I due scudetti

File:Fiorentina 1955-56.jpg
La formazione Campione d'Italia 1955-56
 
Enrico Albertosi in maglia viola, nelle stagioni tra i due scudetti

Nella stagione 1955-56 la squadra gigliata ottiene il suo primo scudetto. Il presidente di allora, Enrico Befani, industriale tessile pratese, costruì un'ottima squadra, soprattutto con gli innesti dell'attaccante Miguel Montuori, argentino di origine sorrentina andato in Cile a cercare fortuna calcistica, e dell'asso brasiliano Julio Botelho, detto Julinho, i quali, con il loro estro e la tecnica sopraffina, fecero aumentare notevolmente la capacità offensiva del gioco. Bernardini aveva apprezzato Julinho ai mondiali (Svizzera 1954), lo considera la più forte ala destra del mondo, un giocatore completo per il genio, la forza atletica, lo scatto bruciante, la naturalezza con cui guida il gioco offensivo della squadra. Gioco rifornito assiduamente da un centrocampo di alto spessore tecnico, costituito dalla mezzala Guido Gratton e dal mediano Armando Segato, coadiuvati da un'ala tornante, ruolo ricoperto a turno da Maurilio Prini e Claudio Bizzarri. Completava la formazione un reparto difensivo, arcigno e grintoso nei contrasti come lo stopper Beppe Chiappella ed il terzino Ardico Magnini, ma anche classico e capace di passaggi precisi come il centromediano e capitano Francesco Rosetta e l'altro terzino Sergio Cervato. Il portiere era un giovanissimo Giuliano Sarti che in futuro avrebbe ricoperto quel ruolo nella leggendaria F.C. Internazionale degli anni 60.

Per la squadra allenata da Fulvio Bernardini con i gol di Montuori e di Giuseppe Virgili è una marcia trionfale; i viola arrivano imbattuti all'ultima giornata – sconfitti dal Genoa a Marassi (3-1, raggiunti ad un quarto d'ora dalla fine con un rigore regalato e battuti due volte negli ultimi 5'). Lo scudetto, conquistato con largo anticipo, era già stato festeggiato la domenica precedente, in occasione dell'ultima partita casalinga (4-1 alla Lazio), il 27 maggio. La gara venne preceduta dalla sfilata del calcio storico. Nella stagione 1956-1957 la Fiorentina partecipò alla Coppa dei Campioni, e fu la prima squadra italiana a disputare una finale nel prestigioso torneo. Ciò avvenne nel 1957 contro il Real Madrid di Alfredo Di Stefano perdendo per 2 a 0. Come voleva il regolamento dell'epoca, la finale si disputò nello stadio della squadra detentrice del torneo il Santiago Bernabéu di Madrid. In un contesto ambientale eccezionalmente sfavorevole, centomila spettatori assiepati sulle gradinate ed il "caudillo" Francisco Franco in persona in tribuna d'onore, la squadra viola resse sullo zero a zero sino a venti minuti dalla fine dopo che nel primo tempo Julinho aveva sprecato clamorosamente una palla gol per la Fiorentina. Decisivo si rivelò, per le sorti della gara, il rigore, trasformato da Di Stefano al 68° minuto, penalty che, come già rivelato dai cinegiornali dell'epoca, fu molto contestato e tutt'oggi appare molto dubbio.[5] Fu poi il sigillo di Gento, sette minuti più tardi ad assegnare alle "merengues" la loro seconda coppa dei campioni.

 
La formazione Campione d'Italia 1968-69

In campionato colleziona una serie di 4 secondi posti consecutivi, e nella stagione 1960-1961 è la prima squadra a vincere il trofeo della Coppa delle Coppe: nella prima edizione, batté in una doppia finale i favoritissimi scozzesi del FC Rangers di Glasgow, con la doppia vittoria per 2-0 e 2-1. Si ripete nella stagione seguente, giungendo nuovamente in finale contro un'altra squadra di rango, l'Atletico Madrid: nella prima gara riesce ad impattare per 1-1, e nella ripetizione viene travolta per 3-0 dai madrileni.

Nel 1968-69 la Fiorentina vince il suo secondo titolo nazionale (scudetto). Dopo una partenza in sordina, la Fiorentina si inserisce fra Milan e Cagliari e, perdendo una sola partita in tutto il campionato (3-1 con il Bologna), le stacca e non si fa più riprendere conquistando lo scudetto con una giornata di anticipo andando a vincere a Torino in casa della "odiata" Juventus 2-0. Protagonisti principali di questa squadra furono Chiarugi, De Sisti, Amarildo, Esposito, Merlo, Maraschi, Ferrante, Brizi, Rizzo e Superchi, tutti sotto la guida dell'allenatore Bruno Pesaola.

Da Pontello ai Cecchi Gori

Anni '80: l'era dei Pontello

 
Giancarlo Antognoni
File:Baggio1987.jpg
Roberto Baggio

Gli anni '70, se si esclude la vittoria della Coppa Italia nel 1975, sono abbastanza deludenti per la compagine viola. La Fiorentina staziona a metà classifica rischiando per ben due volte ('70-'71 e '77-'78) l'onta della B. Delle giovani speranze acquistate nella prima metà del decennio, come Moreno Roggi, Vincenzo Guerini, vittime di gravissimi infortuni, e Antognoni solo quest'ultima si conferma ad altissimi livelli. Proprio Antonio, come verrà soprannominato dai suoi tifosi, diverrà uomo simbolo e capitano per numerosi anni del club viola. Dal vivaio escono talenti come Desolati e soprattutto Giovanni Galli. Sono anni di presidenze oculate, Ugolini, ed oneste ma povere, come quella di Melloni, ed in campo, di dignitosi giocatori come, Alessio Tendi, Steno Gola, Giancarlo Galdiolo e Marco Rossinelli. La squadra non riesce ad uscire dal grigiore e della mediocrità.

Campionato 1981-1982: Ad un passo dallo scudetto

Negli anni '80 subentra una nuova dirigenza, quella dei Pontello, costruttori edili a capo di una impresa multinazionale. Nel 1981 i Pontello attuano delle scelte come il cambio dell'inno e, soprattutto, del giglio, simbolo della squadra, che creeranno non poche polemiche fra i tifosi, ma a queste si contrappongono delle operazioni di mercato che portano in viola giocatori di alto livello come Graziani e Pecci dal Torino, il centrocampista tecnico Bertoni dal Siviglia, il centrocampista rivelazione dal Monza Massaro e il massiccio difensore Vierchowod in prestito dalla Sampdoria; inoltre arrivano altri giocatori come Casagrande.

Tutta la squadra girava intorno a Antognoni e cominciò un'emozionante testa a testa con la Juventus. Il 9 ottobre 1981, avvenne un grave incidente ad Antognoni: al 57' minuto della partita Fiorentina-Genoa (finita poi 3-2 per i viola) il portiere Martina, durante un'uscita, colpì con le ginocchia il viso del centrocampista viola, che rimase a terra privo di sensi. Dopo questo infortunio, che sul momento fece temere per l'incolumità del giocatore (riportò una frattura alle ossa craniche, con grave rischio per la sua stessa vita), rimarrà fuori dai campi di gioco per quattro mesi.

Successivamente, l'allora direttore sportivo Corsi decise di acquistare Luciano Miani nel mercato invernale per prendere temporaneamente il posto del capitano della formazione gigliata. Il rientro di Antognoni avvenne poi nel match casalingo vinto per 1-0 contro il Cesena, mentre in Napoli-Fiorentina (terminata 0-1) tornò al gol con un pallonetto dopo una discesa di 40 metri.

All'ultima giornata, Fiorentina e Juventus erano appaiate a 44 punti e i viola giocavano a Cagliari mentre la Vecchia Signora era di scena a Catanzaro; Graziani realizzò una rete che l'arbitro Mattei annullò per un discutibile fallo di Bertoni sul portiere sardo, mentre la Juventus vinse 1-0 a Catanzaro su rigore di Brady per fallo di mano di un difensore calabrese. Successivamente a questa delusione fra i tifosi viola nacque il motto Meglio Secondi che Ladri.

1990: I tifosi viola scendono in piazza

Il 1990 in Italia sarà ricordato per i Mondiali di calcio disputati proprio nel nostro paese ma anche per la rivolta contro i Pontello riguardo la questione Baggio. La Fiorentina era intanto tornata nel grigiore dei vecchi tempi: la squadra lottava per la salvezza in campionato mentre si esaltava in Coppa UEFA, eliminando, nel seguente ordine, squadre come l'Atletico Madrid, i francesi del Sochaux e dell'Auxerre, i sovietici della Dinamo Kiev e in semifinale i tedeschi del Werder Brema.

In finale, per la prima volta nella storia della manifestazione, arrivano due squadre italiane: la Fiorentina e la Juventus. Durante il match d'andata, la Fiorentina perde per 3-1 a Torino contro la Juventus e, pareggiando per 0-0 ad Avellino (il campo di Firenze era chiuso per i lavori di Italia 90 e il sostitutivo di Perugia venne squalificato dopo la semifinale con il Werder Brema), consegnarono di fatto alla squadra juventina la Coppa UEFA 1989-1990.

Ma i fiorentini erano più allarmati dal fatto che Baggio potesse andarsene e di fatto il giorno dopo la finale di Coppa UEFA, i Pontello annunciarono la sua cessione alla squadra più odiata da Firenze, la Juventus. Inoltre i Pontello dichiararono che nonostante la cessione del giocatore, loro sarebbero rimasti a Firenze alla guida della società viola.

Fu questa la scintilla che scatenò il popolo Viola, che scese in piazza a protestare cingendo d'assedio la sede della Fiorentina e l'abitazione della famiglia proprietaria della squadra. Furono giorni di tensioni e scontri in città con numerosi arresti e denunce tra i tifosi viola, inferociti, non tanto dalla vendita del loro campione, ma dal proclama della proprietà di non passare la mano ad un successore; questa rivolta di piazza in effetti non fece altro che accelerare la trattativa di passaggio di proprietà dai Pontello ai Cecchi Gori.

Anni '90: l'era dei Cecchi Gori

Nel 1990 i Pontello, contestatissimi per aver venduto Baggio ai rivali storici della Juventus, cedono il testimone vendendo la Fiorentina al famoso produttore cinematografico Mario Cecchi Gori, che però scompare il 5 novembre 1993.

1992-1993: retrocessione in B dopo 54 anni

Per consentire alla Fiorentina di risollevarsi dagli ultimi anonimi campionati, Cecchi Gori decise di investire nella campagna acquisti, portando a Firenze giocatori come Stefan Effenberg e Brian Laudrup dal Bayern Monaco, Francesco Baiano dal Foggia e Fabrizio Di Mauro dalla Roma.

A inizio stagione la squadra veleggiava nelle zone dell'alta classifica, e fra le prestazioni fornite venivano alternate vittorie larghe (7-1 in casa contro l'Ancona) a sconfitte altrettanto pesanti (3-7 in casa contro il Milan). La stagione sembrava continuare per il meglio, ma il 3 gennaio 1993 l'allenatore Luigi Radice fu esonerato da Vittorio Cecchi Gori (ancora vice-presidente) nel corso di un chiarimento nello spogliatoio viola. La ragione ufficiale dell'esonero fu la sconfitta casalinga contro l'Atalanta, 1 - 0 con gol di Carlo Perrone.

In sostituzione di Radice arrivò, dopo una serrata trattativa condotta in un noto Hotel del centro di Firenze, Aldo Agroppi, ma a giudicare del tripudio mediatico che si stava scatenando sembrava che a sedersi sulla panchina viola sarebbe stato Cruijff. La squadra, dopo questo avvicendamento, ebbe un calo spaventoso inanellando una serie di partite senza vittorie tanto da esserne schernita da varie tifoserie avversarie (memorabile lo striscione "Produttore: Vittorio Cecchi Gori, regista: Aldo Agroppi, titolo: Le comiche"). Dopo varie giornate, Agroppi fu sostituito da Luciano Chiarugi (in coppia con Giancarlo Antognoni) che non riuscirono però a salvare la Fiorentina.

Il 6 giugno 1993, ultima giornata del campionato, Udinese e Fiorentina si contendevano un posto per rimanere in Serie A: la squadra viola giocava in casa contro un Foggia ormai salvo da tempo e l'Udinese era di scena a Roma. La Fiorentina vinse per 6-2 ma il pareggio fra Roma e Udinese, dovuto ad un gol del bianconero ed ex romanista Stefano Desideri che aveva percorso gran parte del campo con il pallone fra i piedi, condannò i viola ad una retrocessione in Serie B arrivata nuovamente dopo cinquantaquattro anni.

La morte di Mario Cecchi Gori

Il 5 novembre 1993 scompare il famoso produttore cinematografico e da tre anni presidente della società viola Mario Cecchi Gori, probabilmente per infarto. Una folla immensa partecipa alle sue esequie e tributa un lunghissimo applauso. Il testimone della presidenza gigliata passa al figlio Vittorio.

1993-1995

 
Gabriel Batistuta, capitano e calciatore simbolo della Fiorentina degli anni '90

Vittorio Cecchi Gori fu affiancato dalla madre Valeria, presidente onorario. Il nuovo presidente avrebbe ingaggiato successivamente giocatori del calibro di Francesco Toldo, Anselmo Robbiati, Manuel Rui Costa, Andrej Kančelskis, Edmundo ed Enrico Chiesa.

Il campionato di B del 93-94, con Batistuta in attacco ed altri giovani validi, fu conquistato dalla Fiorentina che, con alla guida Ranieri, lo vinse con qualche giornata d'anticipo, riconquistandosi così dopo un anno la partecipazione al massimo campionato italiano.

Tornata in Serie A, la Fiorentina si rinforza acquistando alcuni giocatori, tra i quali spiccano Manuel Rui Costa, astro nascente del Benfica, ed il neo campione del mondo Marcio Santos: il primo instaurerà un legame speciale coi tifosi, il secondo si rivelerà una delusione e verrà ceduto dopo soltanto un anno. Ma è soprattutto l'anno di Gabriel Batistuta, che diverrà capocannoniere del torneo e infrangerà il record di reti consecutive, battendo quello stabilito precedentemente da Ezio Pascutti. La Fiorentina si piazzerà decima in campionato a fine stagione.

1995-1996: Il primo trofeo della gestione Cecchi Gori

Nella stagione 1995-1996 la Fiorentina si rinforza in difesa acquistando Lorenzo Amoruso e Emiliano Bigica dal Bari, lo svedese Stefan Schwarz dall'Arsenal e Michele Serena dalla Sampdoria.

La squadra si inserì subito nei piani alti della classifica e a gennaio del 1996 sembrava che potesse lottare per lo scudetto insieme a Milan e Juventus, ma non avendo rinforzi adatti in panchina, la stagione si concluse con un ottimo 3° posto a pari merito con la Lazio di Zdeněk Zeman.

Nel finale di stagione, in ogni modo, il traguardo più desiderato da tutti i tifosi fiorentini era ritornare a vincere la Coppa Italia dopo 21 anni dall'ultima conquistata nel 1975. L'obiettivo pareva meno difficile del tricolore, soprattutto dopo la travolgente cavalcata della squadra viola verso la finale che vide anche l'eliminazione netta dell'Inter con un 3-1 a Firenze e uno 0-1, caratterizzato da un delizioso gol in pallonetto di Batistuta. Durante la finale d'andata giocata a Firenze, la Fiorentina sconfisse l'Atalanta per 1-0 con un gol di Batistuta da fuori area;. Nel ritorno a Bergamo, la formazione viola si impose per 2-0 con reti di Lorenzo Amoruso e ancora di Batistuta. La Coppa Italia era tornata a Firenze e memorabili furono i festeggiamenti, con la squadra che di ritorno da Bergamo con la Coppa si ritrovò uno stadio con oltre 40.000 persone festanti alle tre del mattino.

1996-1998: fine del ciclo Ranieri e l'annata di Malesani

La stagione 1996-1997 iniziò con la vittoria in Supercoppa italiana contro il Milan per 2-1 a San Siro. A decidere l'incontro fu la doppietta di Batistuta , che rese vano il gol di Dejan Savićević per il Milan. La Fiorentina fu la prima squadra non scudettata a vincere questo trofeo. La festa fu doppia perché la vittoria fu conseguita il 25 agosto 1996, la vigilia del 70esimo anniversario della fondazione della società viola. Nel ritiro della formazione toscana, intanto, arrivarono Luis Oliveira, Aldo Firicano e Vittorio Pusceddu dal Cagliari.

Si tentò di ripetere la stagione precedente in campionato, ma la squadra cominciò a deludere, mentre in Coppa delle Coppe, pur soffrendo, la formazione avanzava di turno e cominciava a pregustare la finale. Nel gennaio del 1997, inoltre, Cecchi Gori svelò la famosa "ciliegina" che aveva promesso alla squadra, l'acquisto del centrocampista russo Andrej Kančelskis, che però, a causa di un difficile adattamento durante la stagione in corso ed una serie di problemi fisici, deluse le attese con Ranieri.

Il cammino dei viola in Coppa s'interruppe in semifinale contro il Barcellona perché la squadra, pur pareggiando al Camp Nou per 1-1 con uno storico gol di Batistuta (rimase celebre il suo gesto con il dito davanti alla bocca per zittire gli 80 mila tifosi catalani presenti allo stadio[6]), perse in casa per 2-0 contro la formazione catalana e venne eliminata. Fallita anche la qualificazione per la Coppa UEFA, Cecchi Gori decise di esonerare l'allenatore Ranieri e di chiamare per la stagione successiva il giovane Alberto Malesani che ben aveva fatto in Serie B col Chievo.

Nella campagna acquisti per la stagione 1997-1998 l'arrivo più acclamato fu quello del brasiliano Edmundo, accompagnato al suo arrivo da fama di gran calciatore e di personaggio turbolento, soprannominato O' Animal. La stagione di Malesani verrà ricordata soprattutto per il divertente accadimento della prima giornata di campionato: la Fiorentina era impegnata a Udine e con due prodezze di Batistuta era riuscita a vincere per 3-2 contro l'Udinese. Finita la partita, l'allenatore corse pieno di gioia sotto la curva dei tifosi viola, festeggiando con loro, episodio che gli attribuì il soprannome L'Allenatore Ultrà. La Fiorentina di Malesani si dimostrò una "mina vagante", perdendo con formazioni modeste e vincendo con le squadre più blasonate, ma mostrando sempre un gioco spumeggiante e divertente. Malesani fu anche molto sfortunato nel gestire l'organico, che spesso risentì dei gravi infortuni come quello del russo Kančelskis, che aveva iniziato un campionato in gran forma ma fu subito arrestato da una serie di infortuni alla caviglia che lo tennero fuori per vari mesi. Il duo, ormai ampiamente rodato, Rui Costa-Batistuta fu autore di un'altra prestazione stagionale a livelli elevati, esaltata dall'estro del brasiliano Edmundo che, disponibile da gennaio, divenne presto uno degli idoli della tifoseria.

Malesani, tuttavia, entrò in pessimi rapporti durante la primavera con il presidente Cecchi Gori, il quale decise a fine campionato di esonerarlo. Dopo un periodo di vacanza della panchina viola e varie voci sull'arrivo di Renzo Ulivieri dal Bologna o del tifoso viola Mondonico, il presidente propose la panchina della sua squadra a uno dei più grandi allenatori del momento, Giovanni Trapattoni, che accettò.

1998-2000: l'era Trapattoni

 
Giovanni Trapattoni

Nel campionato 1998-99 la Fiorentina, allenata da Trapattoni, lottò a lungo per lo scudetto e si laureò campione d'inverno, guidata soprattutto da un Batistuta in forma strepitosa. Dovette, poi, cedere il primato a febbraio, a causa di un infortunio del suo goleador, mentre Edmundo attirò su di sé critiche per essersi recato al carnevale di Rio de Janeiro mentre la squadra era in difficoltà. La squadra a fine stagione si piazzò comunque terza, riuscendo ad accedere al terzo turno preliminare della UEFA Champions League, che, con la nuova formula inaugurata quello stesso anno, permetteva alle squadre italiane classificatesi al terzo e quarto posto di tentare di accedere alla prima fase a gironi della più importante competizione europea. In ambito europeo la Fiorentina fu esclusa dalla Coppa UEFA per una assai discutibile decisione della UEFA: vincente a Zurigo contro il Grasshoppers e in vantaggio a Salerno, fu estromessa perché dei tifosi salernitani, resisi ostili durante la partita in campionato a Firenze per degli scontri, gettarono in campo una bomba carta; l'ordigno, diretto verso i giocatori viola che stavano raggiungendo gli spogliatoi per l'intervallo, colpì invece il quarto uomo, il belga Philippe Flament, ferendolo al ginocchio destro. Alla società viola, nonostante precedenti in senso contrario anche in campo internazionale, venne riconosciuta la responsabilità oggettiva, pur tra l'altro giocando in campo neutro per una squalifica del Franchi avvenuta 3 anni prima per degli oggetti gettati in campo.

Tra il 24 e il 25 luglio del 1999 presso il Giants Stadium di New York la formazione di Trapattoni si aggiudica in un torneo quadrangolare amichevole la "Gotham Cup" disputato insieme all'Aston Villa, l'Ajax e Panthinaikos. I viola battono prima i greci 3-0 (gol di Chiesa, Balbo e Oliveira), poi gli inglesi in finale 4-0 (gol di Mijatovic, 2 di Batistuta e Rui Costa).

Nella Champions League 1999-2000 i gigliati superano il turno preliminare battendo sia all'andata (3-1) che al ritorno (0-2) i polacchi del Widzew Łódź, rientrando così nel tabellone principale di questa competizione dopo ben 30 anni. Sono poi inseriti in un impegnativo girone con Arsenal, Barcellona e AIK Stoccolma. L'inizio è difficile: dopo il pareggio interno per 0-0 contro l'Arsenal, arriva la netta sconfitta per 4-2 al Camp Nou con il Barcellona, seguita da un nuovo pareggio per 0-0 in Svezia contro l'AIK. I viola riescono così a raccogliere 2 soli punti in 3 partite, rischiando così un'eliminazione anticipata dalla competizione, ma la successiva vittoria interna contro l'AIK li rimette in corsa per la qualificazione. Il 27 ottobre 1999 si gioca quindi Arsenal-Fiorentina, in una partita che, scherzi del calendario e della classifica, qualificherebbe con un turno d'anticipo la squadra vincitrice del confronto a scapito dell'altra. A vincere questo delicatissimo match è proprio la squadra viola, che si impone per 0-1 con un gol di Batistuta al 75', diventando l'unica squadra italiana di club in grado di sconfiggere una inglese nel vecchio stadio di Wembley prima della sua demolizione.

Dopo un inutile ma comunque spettacolare 3-3 a Firenze contro il Barcellona (dove Mauro Bressan segnò un gol eccezionale in rovesciata da 30 metri [7]), i viola accedono dunque alla seconda fase a gironi, dove si ritrovano ad affrontare altre tre formazioni titolate quali il Manchester United, il Valencia ed il Bordeaux. È proprio contro i campioni uscenti del Manchester United che i gigliati hanno l'occasione di giocare la prima partita del girone, riuscendo ad imporsi per 2-0 all'Artemio Franchi grazie ai gol di Batistuta e Balbo. Nelle due successive partite, sempre in casa, la Fiorentina batte per 1-0 il Valencia con gol di Predrag Mijatović e pareggiano in Francia per 0-0 a Bordeaux, candidandosi seriamente alla qualificazione ai quarti, ma nello scontro decisivo contro il Valencia in terra spagnola escono sconfitti per 2-0, recriminando per un gol annullato a Rui Costa al 90' (sul punteggio di 1-0) per un fuorigioco fischiato sul suo calcio di punizione.

Nella giornata successiva l'avversario è nuovamente il Manchester United, che vincendo per 3-1 si assicura la qualificazione, mettendo nei guai la formazione di Trapattoni a cui potrebbe non bastare una vittoria nell'ultima partita per passare il turno. Il Valencia difatti conquista successivamente la qualificazione pareggiando in casa con gli stessi inglesi, rendendo ininfluente il punteggio della partita della Fiorentina nella gara interna contro il Bordeaux, terminata comunque col punteggio di 3-3, ed eliminandola dalla Champions League.

2000-2002: Coppa Italia, retrocessione e fallimento

Negli anni successivi al 2000 la Fiorentina attraversò un biennio doloroso, illuminato solo in parte dalla conquista della sesta Coppa Italia nel 2001. Nella doppia finale i gigliati superarono il Parma (1-0 in trasferta e 1-1 al Franchi). In campionato si piazzarono, invece, decimi, dopo l'esonero dell'allenatore turco Fatih Terim, sostituito dal debuttante Roberto Mancini.

Nella stagione 2001-2002 la squadra viola retrocesse in Serie B dopo nove anni. A nulla valsero l'esonero di Mancini, cui subentrò Ottavio Bianchi, e i gol del giovane centravanti Adriano, che non bastò per evitare il penultimo posto finale. Durante l'annata vennero portati i libri contabili dell'AC Fiorentina in tribunale, mentre nell'estate 2000 era stato venduto Batistuta (tuttora con 152 reti il primatista di reti segnate in Serie A con la maglia viola), l'estate successiva fu la volta di Rui Costa, Toldo. Dopo la retrocessione il 1º agosto la FIGC, al termine della riunione, escluse dal campionato di Serie B la AC Fiorentina per un passivo di 22.000.000 di euro non colmato. Il tribunale civile di Firenze decretò il fallimento della AC Fiorentina Spa, con la Ternana che veniva così ripescata in Serie B.

La Presidenza dei Della Valle

2002-2003: La Florentia Viola

Grazie all'opera del sindaco Leonardo Domenici e dell'assessore allo sport Eugenio Giani, che fondarono nell'agosto del 2002 la società Fiorentina 1926 Florentia, Firenze non rimase senza calcio. Il nome della nuova società diventò poi Florentia Viola quando fu rilevata dall'imprenditore Diego Della Valle. Con questo nome, nella stagione 2002-2003, venne dunque iscritta al campionato italiano di calcio di serie C2, girone B, anziché nel Campionato Nazionale Dilettanti come avveniva a tutte le squadre che fallivano,poiché si liberò un posto nel girone C a seguito della discussa retrocessione della Cavese per illecito sportivo (la Cavese sarà poi assolta con formula piena nel 2008).

La squadra, nella quale decise di continuare a giocare in segno di grande attaccamento a Firenze il capitano Angelo Di Livio, riuscì a vincere il proprio girone, nonostante tre sconfitte interne con Rimini, Montevarchi e Gualdo, oltre al ko nel derby a Grosseto. Grazie anche ai 30 gol del bomber Riganò, dunque, la Florentia Viola ottiene la promozione in C1. Successivamente il proprietario Diego Della Valle, acquistando il logotipo della vecchia Fiorentina e il nome, riuscì a riportare in vita l'antica società calcistica fiorentina, anche se dovette chiamarla "ACF Fiorentina" per problemi legali dovuti a delle scissioni che Cecchi Gori ne aveva fatto del marchio. Il 19 maggio 2003 la Florentia Viola torna ad assumere ufficialmente il suo vecchio nome, diventando ACF Fiorentina S.p.A..

2003-2004 - 2004-2005: Il ritorno in Serie A

Al termine delle vicissitudini giudiziarie legate al caso Catania, il presidente della FIGC, Franco Carraro, ammise la Fiorentina direttamente al campionato di Serie B 2003-2004 (occasionalmente allargato a 24 squadre) al posto del fallito Cosenza e insieme alle retrocesse Catania, Genoa e Salernitana per meriti sportivi, formula piuttosto ambigua e ancora oggi discussa.

Il campionato di Serie B, intrapreso con una rosa di giocatori prevista per la C1, si svolse per la prima metà con mediocri risultati e a inizio gennaio 2004 la società decise di esonerare Alberto Cavasin ma, con l'arrivo dell'allenatore Emiliano Mondonico la Fiorentina inanellò una serie strabiliante di risultati positivi che la portò a fine campionato al sesto posto in classifica e a guadagnare un insperato spareggio promozione con il Perugia Calcio classificatosi quartultimo in serie A. Nella prima partita giocata a Perugia la Fiorentina si impose per 1-0 con goal di Fantini e, con il pareggio per 1-1 nel ritorno a Firenze, riuscì a raggiungere la promozione in Serie A.

 
Martin Jørgensen, centrocampista

Nella prima annata in Serie A, nonostante un organico rafforzato nel mercato estivo dagli arrivi di Fabrizio Miccoli, Enzo Maresca, Christian Obodo, Dario Dainelli, Tomáš Ujfaluši, Martin Jørgensen e Cristiano Lupatelli, ma con molti giocatori ancora della C2, la squadra visse momenti di grossa difficoltà.

Emiliano Mondonico rimase alla guida dei viola fino alla settima giornata poi venne esonerato dopo alcune dichiarazioni non condivise dalla società e sostituito da Sergio Buso fino ad allora allenatore dei portieri viola ma, visti gli scarsi progressi della squadra dopo un inizio promettente, venne anch'egli esonerato ed al suo posto subentrò l'ex portiere ed allenatore della nazionale italiana Dino Zoff. Fino alla conclusione del girone d'andata la squadra era in lotta per un posto in Coppa UEFA ma una serie di 4 sconfitte consecutive, insieme ad una classifica molto corta, la fecero precipitare nell'orlo della retrocessione. Il 31 gennaio 2005, ultimo giorno per il mercato invernale, la società acquistò per una cifra intorno ai 15 milioni di euro il talento bulgaro Valeri Bojinov dal Lecce, mentre nei giorni precedenti erano già stati acquistati per 3 milioni Marco Donadel dalla Sampdoria e per 6 milioni e mezzo l'attaccante toscano Giampaolo Pazzini dall'Atalanta.

La salvezza matematica arrivò all'ultima giornata, con nove squadre coinvolte a novanta minuti dalla fine nella lotta per non retrocedere. Grazie alla vittoria per 3-0 sul Brescia ed i contemporanei pareggi di Bologna e Parma (condannate allo spareggio) la squadra viola riuscì ad evitare la retrocessione. Alla fine di questo campionato, onorato con 12 presenze, lascia il calcio il capitano Angelo Di Livio, dopo 6 stagioni alla Fiorentina.

L'Era Della Valle - Corvino - Prandelli

2005-2006: il quarto posto poi revocato

 
Cesare Prandelli

Nel tentativo di non ripercorrere la traumatica stagione, nell'estate del 2005 la squadra si è notevolmente rinforzata, soprattutto sul piano societario, con gli arrivi del direttore sportivo Pantaleo Corvino e dell'allenatore Cesare Prandelli. Nonostante le cessioni di Chiellini, Maresca, Miccoli e Obodo, la Fiorentina durante il mercato estivo decide di puntare su giocatori che possano portare esperienza, e su giovani di prospettiva con voglia di emergere. La rosa viene quindi arricchita da giocatori del calibro di Toni, Frey, Gamberini, Montolivo, Pasqual, Fiore, Brocchi, Pazienza, Di Loreto e Pancaro.

Eccezionale la prima parte di stagione: la Fiorentina veleggia nelle prime posizioni di classifica, affermandosi come squadra rivelazione del campionato e lottando per un posto nelle coppe europee. Al termine dell'anno solare la squadra si ritrova così al quarto posto, con Luca Toni capocannoniere con 16 reti all'attivo e primo giocatore della Fiorentina a segnare una tripletta in nazionale contro la Bielorussia.

Nella finestra di mercato del gennaio 2006 arrivano Kroldrup per 6 milioni e mezzo dall'Everton e Jimenez in comproprietà con la Ternana, più Lobont per 1 milione e mezzo dall'Ajax e Berti a sostituire l'infortunato Frey e lo svincolato Cejas; intanto l'operazione di ringiovanimento di Corvino continua.

 
Luca Toni

Gli innesti, in particolare di Jiménez, si rivelano indovinati e grazie anche alla impressionante capacità realizzativa di Toni (31 reti che gli permettono di vincere la Scarpa d'oro 2006), la Fiorentina resiste al prepotente ritorno della AS Roma (11 vittorie consecutive, record assoluto poi superato quasi un anno dopo dall'Inter) e conquista il quarto posto, valido per affrontare i preliminari di Champions League.

In estate, però, la Fiorentina rimane invischiata nel processo di Calciopoli, con l'accusa di illecito sportivo per i suoi vertici societari: secondo gli inquirenti, il patron Diego Della Valle, il presidente Andrea Della Valle e l'amministratore delegato Sandro Mencucci si sarebbero adoperati per ottenere l'intervento del vice-presidente della FIGC Innocenzo Mazzini, anche lui indagato nell'inchiesta, al fine di ottenere la salvezza dei toscani ai danni del Bologna nel precedente torneo. Il processo si svolge in due gradi di giudizio: alla CAF la Fiorentina viene condannata alla retrocessione in serie B con 12 punti di penalizzazione da scontare nel campionato successivo. La Corte Federale della FIGC, però, rivede poi le decisioni, condannando la Fiorentina a una penalizzazione di 30 punti nel campionato 2005-2006, facendole così perdere la qualificazione sia alla Champions League che alla Coppa UEFA, cui si aggiunge una partenza ad handicap (-19 punti) per la stagione 2006-2007. L'arbitrato del CONI, successivamente, riduce la penalizzazione sul campionato 2006-2007 a 15 punti, stabilendo che la responsabilità della società nel presunto illecito sportivo relativo alla partita Lecce-Parma diretta dall'arbitro Collina (il solo ancora contestato) è solo presunta (in quanto tale illecito è stato compiuto da persone estranee alla società). Nonostante sia stato provato che tali persone fossero estranee alla società viola la Fiorentina vede mantenuta a suo danno una forte penalizzazione e il mancato riconoscimento dei risultati ottenuti sul campo.

2006-2007: la penalizzazione e la rimonta

 
Adrian Mutu

Durante la campagna estiva partono Brocchi, Fiore e Jiménez, ma arrivano altri giocatori importanti: Adrian Mutu, Mario Alberto Santana, Fabio Liverani, Manuele Blasi e Massimo Gobbi. Inoltre vengono riscattate le proprietà di Frey e Montolivo, arrivati la stagione precedente.

La Fiorentina inizia la propria stagione in Coppa Italia: nel primo turno eliminatorio i viola battono per 3-0 il Giarre con una doppietta di Giampaolo Pazzini e un gol di Santana. Nel secondo turno i viola vengono battuti per 1-0 dal Genoa e sono eliminati dalla competizione.

Il 9 settembre 2006 inizia il campionato di Serie A 2006-2007, il primo senza la Juventus, e la Fiorentina perde in casa per 2-3 (0-2 nel primo tempo) contro la favorita Inter: per la formazione nerazzurra gol di Zlatan Ibrahimović e doppietta di Esteban Cambiasso, mentre i due gol dei viola sono segnati da Luca Toni.

Nonostante la penalizzazione ed una partenza a stento con tre sconfitte (Inter in casa, Livorno e Udinese fuori) e una sola vittoria nelle prima quattro partite del campionato 2006-2007, la Fiorentina, dopo la sconfitta in casa contro il Palermo per 3-2 con gol rosanero di David Di Michele e doppietta di Amauri, riesce a riprendersi e a rilanciarsi in campionato, colmando il divario della penalizzazione ed arrivando, nel periodo pre-natalizio, a ridosso della metà della classifica.

 
Pazzini a San Siro contro il Milan

Nel calciomercato del gennaio 2007 la Fiorentina si arricchisce con tre giovani aggregati al vivaio ed il 19enne centrocampista serbo Zdravko Kuzmanović, pagato 3 milioni al Basilea e giunto a Firenze dopo alcuni alterchi con il direttore sportivo del Palermo Rino Foschi, che lo accusa di avere corrotto il padre, suo manager personale. Nel mercato in uscita, invece, vengono ceduti il portiere Bogdan Lobont alla Dinamo Bucarest, Do Prado in prestito allo Spezia e Parravicini, sempre in prestito, al Parma via Palermo. Il 26 febbraio 2007, inoltre, la società viola ufficializza l'acquisto dell'attaccante Arturo Lupoli dall'Arsenal per la stagione successiva.

Nel girone di ritorno la squadra viola prosegue la sua scalata in classifica, giungendo a conquistare, nonostante la suddetta penalizzazione di 15 punti senza la quale si sarebbe piazzata nuovamente quarta, il sesto posto in classifica dietro al Palermo per i peggiori scontri diretti. In tal modo si garantisce un posto in Coppa UEFA grazie alla miglior difesa del torneo, con soltanto 31 reti subite, e al terzo miglior attacco della Serie A, con 62 reti segnate.

2007-2008: semifinale di Coppa UEFA, approdo in Champions League

Per la stagione 2007-2008 sono acquistati Federico Balzaretti dalla Juventus, Anthony Vanden Borre dall'Anderlecht, Pablo Daniel Osvaldo dall'Atalanta. Il 15 luglio 2007 sono conclusi, dopo complesse trattative, gli ingaggi di Franco Semioli dal ChievoVerona e del 34enne Christian Vieri. Per quanto riguarda le cessioni, si decide sul futuro di Valeri Bojinov, che alla fine sarà acquistato dal [↓↑ fuori crono] per 8 milioni. Sono ceduti anche Reginaldo, al Parma, e Manuele Blasi, al Napoli. Viene inoltre ceduto Luca Toni al Bayern Monaco.

Durante la prima parte del campionato, che inizia il 26 agosto con la Fiorentina vittoriosa per 3-1 contro l'Empoli nel derby toscano, i viola beneficiano anche dei gol di Christian Vieri e, potendo fare affidamento su un impianto di gioco collaudato, lottano per la qualificazione in UEFA Champions League.

Nel calciomercato di gennaio 2008 la dirigenza preleva in comproprietà Papa Waigo dal Genoa in cambio di Vanden Borre, Daniele Cacia dal Piacenza (sempre in comproprietà) e il giovane Manuel da Costa dal PSV. Michele Pazienza passa a titolo definitivo al Napoli, Federico Balzaretti passa sempre a titolo definitivo al Palermo e Arturo Lupoli è ceduto in prestito al Treviso.

La Fiorentina gareggia con il Milan per ottenere il quarto posto valido per la qualificazione ai preliminari di UEFA Champions League. Il 2 marzo riesce a vincere contro la Juventus (storica rivale) a Torino, imponendosi per 2-3 dopo quasi 20 anni. Il successo è accolto con festeggiamenti e caroselli al ritorno dei giocatori a Firenze. Alla fine i viola si qualificano per la Champions League a svantaggio del Milan, tornando nella massima competizione calcistica europea per club dopo otto anni. Anche questo risultato è festeggiato con imponenti manifestazioni di massa, con lo stadio Franchi aperto per l'occasione (anche se la partita decisiva viene giocata a Torino contro i granata) e oltre 30.000 tifosi esultanti sulle gradinate ad attendere l'arrivo della squadra. Il gol decisivo e storico della vittoria col Torino che permette la qualificazione alla Champions viene segnato da Osvaldo in rovesciata, già autore del gol vittoria contro la Juventus nello stesso stadio.

 
Osvaldo, protagonista della stagione 2007-08, nella sofferta partita di UEFA contro l'Everton

In ambito europeo i viola ottengono una storica qualificazione alle semifinali di Coppa UEFA eliminando agli ottavi in un sofferto confronto l'Everton soltanto ad i rigori (2-0 e 2-0 il risultato nei minuti regolamentari), incontrando poi nei quarti di finale il PSV Eindhoven (1-1 al Franchi e vittoria per 2-0 al Philips Stadion). Mutu, con 6 gol, eguaglia Kurt Hamrin e Gabriel Omar Batistuta, migliori marcatori della Fiorentina in una stagione di una competizione europea. L'andata contro il [↓↑ fuori crono] all'Ibrox Stadium termina con il punteggio di 0-0. Al ritorno lo stesso risultato si protrae fino alla fine dei tempi supplementari . Ai tiri di rigore la spuntano gli scozzesi: dopo il primo tiro di Barry Ferguson parato da Frey, Fabio Liverani e Christian Vieri sbagliano i rigori, permettendo così ai Rangers di raggiungere la finale di Manchester poi persa contro lo Zenit San Pietroburgo.

2008-2009: L'Ingresso in Champions League e la conferma del 4° posto

 
Alberto Gilardino, neoacquisto dell'estate 2008

La Fiorentina, che torna in UEFA Champions League dopo 8 anni, acquista Felipe Melo, Stevan Jovetic, Alberto Gilardino, Juan Manuel Vargas, Gianluca Comotto e, in prestito, Marco Storari, Luciano Zauri e Sergio Bernardo Almirón, per una cifra totale di 50 milioni di euro.[8] Partono, invece, Tomas Ujfalusi, Fabio Liverani, Christian Vieri e Alessandro Potenza. Vengono risolte inoltre le comproprietà di Anthony Vanden Borre, ceduto interamente al Genoa, Papa Waigo N'Diayè, ancora in comproprietà con il Genoa, e di Daniele Cacia, che, alle buste, va al Piacenza.

I Della Valle annunciano la progettazione di un nuovo stadio, che sorgerà in area Castello: un impianto polifunzionale che permetterà alla Fiorentina un maggiore guadagno (dai 12 milioni all'anno del Franchi a 50 milioni) che porterebbe il club a ridurre il gap dei diritti tv con le "grandi squadre", puntando a traguardi sempre maggiori. Oltre al nuovo progetto la Fiorentina ha previsto, in accordo con il Comune di Firenze, una profonda ristrutturazione dell'Artemio Franchi.[9]

Superando il terzo turno preliminare di Champions League contro i cechi dello Slavia Praga, i viola fanno ritorno dopo 8 anni nella fase finale della Champions League. La Fiorentina esordisce con un pari sul campo del Lione . La prima partita, in casa del Lione, si chiude sul 2-2. Dopo un inizio stagionale negativo, la squadra si riprende battendo in casa il Genoa e pareggiando in Champions League contro la Steaua Bucarest. Seguono alcune vittorie, la sconfitta per 3-0 con il Bayern Monaco in Europa e lo 0-0 con l'Inter. Dopo 5 partite nel girone di Champions League, la Fiorentina, con soli 3 punti guadagnati, viene matematicamente estromessa e sfida la Steaua per guadagnare l'accesso alla Coppa UEFA, che ottiene grazie ad un successo in terra rumena per 0-1, vittoria che consente ai fiorentini di salire a quota 6 punti complessivi. Al termine del girone di andata di campionato la Fiorentina staziona al 6° posto in classifica. Durante il calciomercato invernale sono ceduti Pablo Daniel Osvaldo e Giampaolo Pazzini, per un guadagno di 16 milioni di euro. Eliminata dalla Champions League, la Fiorentina viene ammessa alla Coppa UEFA grazie al terzo posto conseguito nella fase a gironi. Al sorteggio ai viola viene assegnato l'Ajax, uno dei club più competitivi della coppa. In casa i viola giocano una buona partita ma non finalizzano e perdono 1-0; al ritorno in Olanda Gilardino apre le marcature illudendo la Fiorentina, che subisce all' 88esimo minuto un gol di Leonardo ed esce dalla competizione. L'eliminazione e il cattivo gioco espresso in campionato attira sulla società alcune critiche di gruppi di tifosi, che però si spiegano e si scusano[10] dopo lo sfogo di Cesare Prandelli in conferenza stampa[11]. Dopo l'uscita di scena sia dalla Coppa Italia sia dalle coppe europee, al club rimane l'obiettivo del quarto posto in campionato, e comincia così, per tutto il girone di ritorno, un estenuante testa a testa tra la squadra viola e il Genoa di Gasperini rivelazione del campionato. Durante la stagione si afferma anche la cosidetta zona Fiorentina, cioè gli ultimi minuti di gioco in cui la Fiorentina riesce a segnare, portando a casa punti pesantissimi come nel 3-3 col Genoa a Marassi. Con una Serie di 7 vittorie in 8 gare dalla 28a giornata alla 36a giornata, la Fiorentina va a Lecce alla 37a e con il pareggio è qualificata matematicamente alla Champions League. La gara finisce 1-1 con gol di Martin Jorgensen, allo scadere e i viola guadagnano per il quarto anno consecutivo l'accesso in Coppa dei Campioni. L'ultima giornata di campionato mette di fronte Fiorentina e Milan al Franchi. La partita finisce 2-0 per i rossoneri, che vanno quindi direttamente in Champions League, mentre i viola devono passare l'ostacolo dei preliminari.

2009-2010

  Lo stesso argomento in dettaglio: ACF Fiorentina 2009-2010.

Nella sessione estiva di calciomercato, il ds viola Pantaleo Corvino dichiara di disporre di un budget stagionale di 0 Euro[12]: per questo Felipe Melo viene ceduto alla Juventus per 21 milioni più l'altra metà del cartellino di Marco Marchionni valutato 4 mln (la prima metà del cartellino venne acquistata pochi giorni prima), per un valore totale di 25 mln[13]. Un ulteriore cessione è stata quella di Mazuch ceduto in prestito all'Anderlecht. Vengono acquistati il difensore centrale Cesare Natali dal Torino per circa 2 mln di Euro[14], Cristiano Zanetti, anche lui per circa 2 mln, il terzino destro Lorenzo De Silvestri dalla Lazio per 6mln, Savio Nsereko dal West Ham e José Ignacio Castillo, come vice Gilardino per 900.000 euro firmando un contratto biennale,[15] più i giovani Di Tacchio dall'Ascoli, Acosty e Arati dalla Reggiana. Vengono inoltre ceduti Franco Semioli alla Sampdoria e Zdravko Kuzmanovic allo Stoccarda.

Terminano inoltre i prestiti di Almiron, Zauri, Bonazzoli e Storari che non vengono rinnovati, mentre rientrano dal prestito Manuel Da Costa, Gulan, Scuffia, Hable, Di Carmine, Lepiller e Lupoli, quest'ultimo girato in comproprietà all'Ascoli nell'operazione Di Tacchio. La Fiorentina accede ai gironi della UEFA Champions League dopo aver battuto lo Sporting Lisbona grazie alla regola dei gol in trasferta. Il girone dei viola include Lione, Liverpool e Debreceni.

Il mercato non ha convinto però i tifosi che hanno protestato fino a suscitare l'ira di Andrea della Valle, che ha convocato un cda straordinario per il giorno 24 Settembre 2009, dove potrebbe decretare le sue dimissioni.

Cronistoria

Cronistoria dell'Associazione Calcio Fiorentina
  • 1870: Nasce il Club Sportivo Firenze
  • 1898: Nasce il Florence Football Club
  • 1902: Nasce l'Itala Football Club
  • 1908: Nasce il Firenze Football Club
  • 1910: La Palestra Ginnastica Fiorentina Libertas istituisce una sezione calcistica
  • 16 luglio 1922: La Libertas perde lo spareggio contro l'Inter per l'ammissione in Prima Divisione. Da questo momento il calcio fiorentino sprofonda nelle leghe regionali inferiori
  • 26 agosto 1926: Fusione fra il C.S. Firenze e la P.G.F. Libertas che dà vita all'Associazione Calcistica Fiorentina

  • 1926-27: 6ª nel Girone C di Prima Divisione Cadetta
  • 1927-28: 2ª nel Girone Sud di Prima Divisione Cadetta. Promossa d'ufficio in Divisione Nazionale
  • 1928-29: 16ª nel Girone B di Divisione Nazionale. Relegata nel campionato di Serie B


  • 1939-40: 13ª in Serie A.   Vince la Coppa Italia.
  • 1940-41: 4ª in Serie A
  • 1941-42: 9ª in Serie A
  • 1942-43: 7ª in Serie A
  • 1943-45: Campionati sospesi a causa della Seconda guerra mondiale
  • 1945-46: 5ª nel Campionato misto del Centro-Sud
  • 1946-47: 17ª in Serie A
  • 1947-48: 7ª in Serie A
  • 1948-49: 10ª in Serie A





  • 1989-90: 13ª in Serie A - Perde la finale di Coppa Uefa contro la Juventus
  • 1990-91: 12ª in Serie A
  • 1991-92: 12ª in Serie A
  • 1992-93: 16ª in Serie A. Retrocessa in Serie B
  • 1993-94: 1ª in Serie B. Promossa in Serie A
  • 1994-95: 10ª in Serie A
  • 1995-96: 3ª in Serie A.   Vince la Coppa Italia
  • 1996-97: 9ª in Serie A.   Vince la Supercoppa Italiana - Eliminata alle semifinali della Coppa delle Coppe dal Barcellona
  • 1997-98: 5ª in Serie A
  • 1998-99: 3ª in Serie A - Perde la finale di Coppa Italia contro il Parma

  • 1999-00: 7ª in Serie A. Eliminata nella seconda fase a gironi della Champions League
  • 2000-01: 9ª in Serie A.   Vince la Coppa Italia
  • 2001-02: 17ª in Serie A. Perde la Supercoppa Italiana contro la Roma - Retrocessa in Serie B ma, oberata da debiti per 22 milioni di euro, la società fallisce
  • 1 agosto 2002: La società rinasce come Florentia Viola e viene iscritta in Serie C2 per meriti sportivi
  • 2002-03: 1ª nel Girone B di Serie C2. Promossa d'ufficio in Serie B per meriti sportivi col nome di ACF Fiorentina
  • 2003-04: 6ª in Serie B. Promossa in Serie A dopo spareggio promozione contro il Perugia
  • 2004-05: 15ª in Serie A
  • 2005-06: 9ª in Serie A per delibera della CAF, declassandola dal 4° posto per illecito nello scandalo di Calciopoli
  • 2006-07: 6ª in Serie A per penalizzazione dovuta allo scandalo di Calciopoli
  • 2007-08: 4ª in Serie A. Eliminata in semifinale di Coppa UEFA dal Rangers FC
  • 2008-09: 4ª in Serie A. Eliminata nella fase ai Gironi di Champions League. Eliminata ai sedicesimi di finale di Coppa UEFA dall'AFC Ajax.
  • 2009-10: in Serie A.

Campionati e Coppe disputati

Campionati nazionali

Categoria Partecipazioni Debutto Ultima stagione

A

74 1928-1929 2009-2010

B

7 1926-1927 2003-2004

C2

1 2002-2003 2002-2003

In 81 stagioni sportive dalla fondazione della società, compresi 2 campionati di Divisione Nazionale (A) e 2 tornei di Prima Divisione Cadetta (B) esulanti il girone unico.

Coppe internazionali

Finali disputate

  Lo stesso argomento in dettaglio: Incontri di finale disputati dall'ACF Fiorentina.

Palmarès

  Lo stesso argomento in dettaglio: Palmarès della ACF Fiorentina.

Trofei vinti

  •   1 Coppa delle Coppe
    • 1960/61: (Vs [↓↑ fuori crono]) Albertosi, Robotti, Castelletti, Gonfiantini, Orzan, Rimbaldo, Hamrin, Micheli, Da Costa, Milan, Petris. (all. Nándor Hidegkúti)
  •   2 Campionati italiani
    • 1955/56: Sarti, Magnini, Cervato, Chiappella, Rosetta, Segato, Julinho, Gratton, Virgili, Montuori, Prini.
    • 1968/69: Superchi, Rogora, Mancin, Esposito, Ferrante, Brizi, Rizzo, Merlo, Maraschi, De Sisti, Amarildo (Chiarugi).
  •   6 Coppe Italia
    • 1939/40: (Vs Genoa): Griffanti, Da Costa, Piccardi, Ellena, Bigogno, Poggi II, R. Menti, Morselli, Celoria, Baldini, Tagliasacchi.
    • 1960/61: (Vs Lazio): Albertosi, Robotti, Castelletti, Gonfiantini, Orzan, Marchesi, Hamrin, Micheli, Da Costa, Milan, Petris.
    • 1965/66: (Vs Catanzaro): Albertosi, Pirovano, Rogora, Bertini, Ferrante, Brizi, Hamrin, Merlo, Brugnera, De Sisti, Chiarugi.
    • 1974/75: (Vs Milan): Superchi, Beatrice, Roggi, Guerini, E. Pellegrini, Della Martira, Caso, Merlo, Casarsa, Antognoni, Desolati.
    • 1995/96: (Vs Atalanta) Toldo, Carnasciali, Padalino, L. Amoruso, Serena, Schwarz, M. Orlando, Cois, Rui Costa, Baiano, Batistuta.
    • 2000/01: (Vs Parma) Toldo, Repka, Adani, Pierini, Moretti, M. Rossi, Di Livio, Vanoli, Rui Costa, Chiesa, Nuno Gomes.
  •   1 Supercoppa italiana
    • 1996: (Vs Milan) Toldo, Carnasciali, Firicano, L. Amoruso, Falcone, Piacentini, Rui Costa, Schwarz, Cois, Batistuta, Oliveira.

Trofei minori


Trofei giovanili

1970/1971 ; 1979/1980 ; 1982/1983
1979/1980 ; 1995/1996
1985/1986 ; 1988/1989 ; 2008/2009
1966 ; 1973 ; 1974 ; 1978 ; 1979 ; 1982 ; 1988 ; 1992

Presidenti

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I presidenti dell'ACF Fiorentina
  • 1926-1942 Marchese Luigi Ridolfi
  • 1942-1945 Scipione Picchi
  • 1945-1946 Arrigo Paganelli
  • 1946-1947 Igino Cassi
  • 1947-1948 Ardelio Allori
  • 1948-1951 Carlo Antonini
  • 1951-1961 Enrico Befani
  • 1961-1965 Enrico Longinotti
  • 1965-1971 Nello Baglini
  • 1971-1977 Ugolino Ugolini
  • 1977-1979 Rodolfo Melloni
  • 1979-1980 Enrico Martellini
  • 1980-1986 Ranieri Pontello
  • 1986-1987 Pier Cesare Baretti
  • 1987-1990 Lorenzo Righetti
  • 1990-1993 Mario Cecchi Gori
  • 1993-2002 Vittorio Cecchi Gori
  • 2002 Ugo Poggi
  • 2002 Ottavio Bianchi
  • 2002-2004 Gino Salica
  • 2004-2009 Andrea Della Valle
  • 2009 vacante

Allenatori

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Gli allenatori dell'ACF Fiorentina

I Capitani della Fiorentina dagli anni '30 in poi

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I Capitani della Fiorentina dagli anni'30 in poi
  • 1935-37 G. Bigogno
  • 1937-38 L. Gazzari
  • 1938-40 R. Magli
  • 1940-42 L. Griffanti
  • 1945-53 A. Magli
  • 1953-55 L. Costagliola
  • 1955-57 F. Rosetta
  • 1957-59 S. Cervato
  • 1959-60 G. Chiappella
  • 1960-61 M. Montuori
  • 1961-63 G. Sarti
  • 1963-65 E. Robotti
  • 1965-67 K. Hamrin
  • 1967-74 G. De Sisti
  • 1974-76 C. Merlo
  • 1976-87 G. Antognoni
  • 1987-90 S. Battistini
  • 1990-92 C. Dunga
  • 1992-93 S. Carobbi
  • 1993-94 S. Effenberg
  • 1994-95 F. Baiano
  • 1995-00 G. Batistuta
  • 2000-01 M. Rui Costa
  • 2001-04 A. Di Livio
  • 2004-05 L. Ariatti
  • 2005- D. Dainelli

Record di Presenze Individuali

In grassetto i giocatori ancora in squadra

Rosa 2009-2010

N. Ruolo Calciatore
  P Sebastien Frey
  D Per Krøldrup
  D Dario Dainelli (capitano)
  C Marco Donadel
  D Alessandro Gamberini
  C Juan Manuel Vargas
  C Savio Nsereko
  A Stevan Jovetić
  A Josè Ignacio Castillo
  A Adrian Mutu
  A Alberto Gilardino
  D Cesare Natali
  C Cristiano Zanetti
N. Ruolo Calciatore
  C Francesco Di Tacchio
  C Riccardo Montolivo
  C Massimo Gobbi
  C Martin Jørgensen (vice capitano)
  D Manuel Pasqual
  C Mario Alberto Santana
  D Gianluca Comotto
  D Lorenzo De Silvestri
  C Marco Marchionni
  P Vlada Avramov
  P Andrea Seculin

Allenatore

 Claudio Cesare Prandelli

Stagioni passate

Template:Fiorentina storico

Giocatori celebri

  Lo stesso argomento in dettaglio: (usare il Template:Vedi categoria).

Fra i tanti giocatori della storia della Fiorentina, ve ne sono stati diversi che hanno vinto trofei a livello internazionale con le loro Nazionali nel periodo in cui vestivano la maglia viola. Sette di questi si sono laureati campioni del mondo, due campioni d'Europa, due campioni olimpici ed uno ha conquistato la Confederations Cup.

I Campioni del Mondo

I Campioni d'Europa

I Campioni Olimpici

L'inno

L'inno della Fiorentina, intitolato La canzone viola ma conosciuto come O Fiorentina, fu scritto negli anni trenta per l'ordine del Marzocco, una sorta di viola club ante-litteram, con le parole di Marcello Manni e la musica del maestro Marco Vinicio. La versione più celebre è quella cantata da Narciso Parigi negli anni cinquanta ed eseguita allo stadio Franchi prima di ogni partita interna della Fiorentina.
Curiosamente il coro che accompagna l'inno nella sua versione originale è cantato da giocatori dell'Inter (fra i quali il tifoso viola Pandolfini) raccolti da Narciso Parigi al momento dell'incisione avvenuta in uno studio di Milano. Una versione dell'inno riarrangiata da Gianni Maroccolo (ex Litfiba) adottata nei primi anni 2000 venne abbandonata dopo una sola stagione.

Va aggiunto che per molti anni la Fiorentina ebbe anche un "co-inno" ufficiale: "Alé Fiorentina" scritto da Corsini, Gallerini, Dolcino ed interpretato sempre da Narciso Parigi. Questa canzone era eseguita, nelle gare casalinghe, quando la squadra viola faceva il suo ingresso in campo nel secondo tempo. L'usanza del doppio inno è poi caduta in disuso.

Nel 1981 la dirigenza della società viola adottò un nuovo inno "La Fiorentina", che pur essendo inno ufficiale sino al 1990 non venne mai amato dai tifosi, che continuarono a preferirgli il brano precedente.

Nel 1998 il cantante Pupo propose ed incise un nuovo inno "È Fiorentina", cantato in anteprima alla trasmissione Quelli che il calcio. La canzone, venne eseguita allo stadio (con karaoke sul tabellone) in un paio di partite della stagione 1998-99 ma non fu mai adottata ufficialmente.

Colori sociali, simboli e tifo

Divise

File:Amarildo.jpg
Amarildo con una classica tenuta viola anni 60

La Fiorentina è la squadra in tenuta viola per antonomasia, data la particolarità della tonalità e lo scarso uso che se ne faceva nel mondo del calcio fino all'esplosione del mercato del merchandising. Nessuna squadra professionistica di alto livello in Italia utilizza il viola, mentre in Europa poche formazioni e spesso non conosciute fra il grande pubblico: fatta l'eccezione forse dell'Austria Vienna, possono citarsi ad esempio l'Újpest FC, che gioca però a strisce bianco-viola, o il Germinal Beerschot. Diverso il caso di Anderlecht e saltuariamente Real Madrid, che vestono viola solo in trasferta.

Se il colore viola viene spesso erroneamente associato anche alla città di Firenze, che invece ha come colori il bianco e rosso, pochi sanno che agli esordi la compagine fiorentina indossava proprio le tonalità della città. La prima divisa di gioco era metà bianca e metà rossa con sul petto lo scudo cittadino, e questa scelta durò qualche anno, finché delle maglie a strisce bianco-rosse subirono un lavaggio sbagliato nel fiume, almeno a quanto si dice ormai per tradizione. Il colore viola piacque subito al pubblico, e non venne mai più cambiato.

Durante gli anni la tenuta non fu sempre uguale, in quanto passò spesso da monocromatica ad alternata con pantaloncini bianchi o neri. I bordini e le rifiniture, quando presenti, di solito erano bianche. Con l'esplosione del merchandising, si sono aggiunti a volte bordini rossi o anche bizzarri disegni gialli.

Maglia storica
Anni '50
Anni '60
Anni '70
1995-97


Come seconda maglia la Fiorentina ha sempre avuto una divisa bianca, a seconda delle annate più o meno decorata con inserti o bordi viola. La terza maglia, introdotta soltanto a partire dal 1996 solitamente, quando viene prodotta, è rossa, ma ci sono state annate in cui era gialla ed una stagione in cui era di un grigio argentato.

Trasferta classica
Terza maglia 1995-97
Terza maglia 2000
Terza maglia 2001


File:Pietro vierchowod.jpg
Pietro Vierchowod con la maglia del primo sponsor, nel 1981 e ben evidente il nuovo simbolo adottato dai Pontello sul petto
campionato
Anni Sponsor
1967-1981 nessuno
1981-1983 j.d. farrow's
1983-1986 Opel
1986-1989 Crodino
1989-1991 La Nazione
1991-1992 Giocheria
1992-1994 7 Up
1994-1997 Sammontana
1997-1999 Nintendo
1999-2002 Toyota
2002-2004 Fondiaria
2004- Toyota

Stemma

I gigli della Fiorentina
 
Lo stemma di Firenze, primo simbolo della squadra viola
 
Giglio stilizzato, usato in un rombo per molti anni fra il 1960 e il 1980
 
Giglio del comune senza scudo, utilizzato dalla Florentia Viola
File:Fiorentinastemma.png
Lo scudetto adottato nel 1993 e riacquistato dalla nuova società nel 2003 nonché attuale logo societario

Il simbolo della Fiorentina è da sempre il Giglio di Firenze, il principale segno distintivo della città. Se nei primi tempi si usava direttamente lo stemma comunale, col tempo ha subìto varie modifiche, passando dal tradizionale scudo ad un campo bianco romboidale.

Fu la dirigenza Pontello a cambiare in maniera netta il simbolo negli anni 80, stilizzando il giglio dentro un cerchio bianco bordato di viola insieme ad una sorta di F, iniziale della squadra. I tifosi rumoreggiarono parecchio per il cambio, anche perché il nuovo giglio sembrava più un'alabarda che non il simbolo storico.

L'attuale ed ultimo stemma societario, che sostituisce proprio quello dei Pontello, fu adottato dalla dirigenza di Cecchi Gori, inserendo un giglio stilizzato fiorentino all'interno di un rombo inserito in un triangolo viola contenente le iniziali della società, ACF. Questo stemma non fu utilizzato soltanto nella stagione in cui la neonata società giocò la Serie C2 sotto il nome di Florentia Viola, dove fu sostituito per problemi legali dal semplice giglio tradizionale senza contorni concesso gratuitamente dal Comune di Firenze.

L'attuale logotipo è il marchio del calcio italiano più valutato economicamente, avendolo pagato Diego Della Valle circa 2,5 milioni di euro.[16]

Tifosi

 
Curva Fiesole

Il fulcro del tifo viola è la Curva Fiesole, da sempre prescelta degli ultras viola, alcuni dei quali, tuttavia, occupano anche la Curva Ferrovia, in particolare dagli anni della presidenza Cecchi Gori.Le due curve Fiesole e Ferrovia , fin dal 1965, mantengono una forte tradizione della Firenze medioevale, sono infatti presenti molti striscioni con immagini di Dante, Lorenzo dei Medici e altri che fanno riferimento alla Firenze Guelfa ed è proprio il guelfismo il vecchio mito della Toscana viola in cui si identifica tutta la Toscana che ama Firenze.

Il più noto gruppo della Fiesole è stato quello degli Ultras. Fondati nel 1973 dal Pompa, leader carismatico del tifo fiorentino per lunghi anni, gli Ultras Viola furono poi costretti allo scioglimento negli anni 80, a causa di turbolenti scontri con i tifosi romanisti.Gli ultras della Fiorentina hanno sempre rifiutato la politica: "né di sinistra né di destra" è sempre stato il motto delle due curve viola. Agli Ultras succedette nella leadership del tifo il Collettivo Autonomo Viola, gruppo ancora oggi preminente in Curva Fiesole. Nell'altra curva, la "Ferrovia", da diversi anni, ha un ruolo di spicco il Vieusseux di Walter Tanturli. Negli ultimi anni si sono sciolti diversi gruppi di tifosi, stanchi della "deriva" che la Fiesole aveva intrapreso in fatto di tifo: tra i più importanti ricordiamo la Vecchia Guardia, gruppo dedicato a Stefano Biagini "Pompa" nata nel luglio 1993 a seguito della retrocessione in serie B della squadra. Lo stesso destino percorso, in questo III millennio, dal gruppo Firenze Ultras 1926, portatore di una vera "ventata di nuovo" all'interno della Fiesole, poi costretto allo scioglimento da ripetuti problemi con le forze dell'ordine ed il resto della curva stessa.

Tifosi celebri


Gemellaggi

I tifosi della Fiorentina conservano tre storici gemellaggi:[17]

  • Catanzaro, gemellaggio nato in occasione della finale di Coppa Italia nel 1966
  • Torino, per il comune sentimento anti-juventino.
  • Verona, nato nel 1973.

Oltre a questi:

  • Sporting Lisbona: gemellaggio del viola club Settebello con i tifosi bianco-verdi nato nel 1996 [18], in seguito all'incontro di Champions League del 2009 esteso a tutta la curva Fiesole.
  • Colligiana: dal 1927 fino al 1940 (molto prima che in Italia nascesse il fenomeno ultras) c'era una sentita amicizia con gli sportivi della Colligiana, dovuta alla storica fratellanza tra le città di Colle di Val d'Elsa e Firenze (famoso il dono delle maglie, fatto dai colligiani proprio nel 1927) entrambi di tradizione guelfa. L'amicizia è comunque attuale, soprattutto in chiave antisenese.
  • Livorno: è durato pochi anni invece il gemellaggio più recente coi livornesi, fine dovuta a reciproche incomprensioni. I viola club della Curva Fiesole hanno sin dagli anni '70 una condotta non politicizzata e completamente apartitica, questo modo di intendere il tifo fu fortemente voluto dal leader storico della curva (Stefano Biagini detto il Pompa) e da allora è condiviso dalla grande maggioranza dei tifosi. Sono testimonianza di ciò le amicizie con curve dagli orientamenti politici opposti.

Rivalità

Il tifo viola ha alcune tifoserie rivali.

  • Juventus, la rivalità più forte e sentita, per i tifosi fiorentini la sfida contro i gobbi, come viene chiamata, è un autentico derby senza confini geografici: la forte rivalità è molto antica e nacque negli anni 50-60 quando la Fiorentina veleggiava nelle zone alte del calcio italiano. Si è acuita sensibilmente durante il campionato del 1982 e nella finale di Coppa UEFA 1989-1990. Oggi questa rivalità è diminuita molto, rispetto al passato.
  • Roma, Rivalità nata, tuttavia, da un gemellaggio finito male: negli anni 70 le tifoserie erano infatti molto amiche, ma per un episodio di striscioni rubati (che ogni tifoseria attribuisce all'altra) è nato un sempre maggiore contrasto. Un altro episodio che ha creato rancore tra le tifoserie è stata l'accesa esultanza della tifoseria romanista quando, durante l'ultima giornata di campionato 1992-93, il calciatore dell'Udinese e ex-romanista Stefano Desideri siglò il gol dell'1-1 proprio contro la Roma all'Olimpico, con cui l'Udinese accedeva allo spareggio salvezza (poi vinto) contro il Brescia, condannando la Fiorentina alla retrocessione in serie B. Anno dopo anno questa rivalità aumenta di intensità, anche per le continue lotte sul campo tra le due squadre.
  • Inter, rivalità nata da un gemellaggio finito male negli anni 80.
  • Napoli, essendo i supporters viola gemellati con quelli del Verona c'è una forte rivaltà. Infatti, i tifosi del Napoli, sono molto ostili a quelli del Verona.
  • Bologna, rivalità storica (data la vicinanza tra le due città) contro la squadra con cui i viola disputano il Derby dell'Appennino.
  • Salernitana, rivalità sorta recentemente, quando nel 1998 durante una partita di UEFA della Fiorentina al campo neutro dello Stadio Arechi dei tifosi salernitani gettarono un ordigno contro i giocatori della Fiorentina e la UEFA eliminò, con non poche critiche e perplessità, a tavolino la squadra toscana.[19]
  • Genoa, rivalità risalente agli albori del tifo organizzato, quando i tifosi viola si gemellarono con la Sampdoria (amicizia durata fino al 1989/90).In tempi recenti, sul finire della stagione 08-09, questa rivalità si è alimentata per via del duello tra le due squadre per l'accesso alla Champions League,in cui l'ha spuntata la squadra viola per un vantaggio negli scontri diretti.
  • Siena, rivalità nata a motivo della vicinanza; chiamata anche "derby guelfi-ghibellini", per le due storiche battaglie tra le città; quella avvenuta a Monteaperti nel 1260, vinta dai senesi (la ghibellina Monteaperti) e quella di Colle Val d'Elsa nel 1269, vinta dai fiorentini (la guelfa Colle). Partita sentita soprattutto dai tifosi del Siena. Va aggiunto che la provincia di Siena è quella con il maggior numero di viola club (dopo la provincia di Firenze), una sorta di "derby nel derby", come se Siena città giocasse contro Siena provincia.
  • Pisa, anche con il Pisa la rivalità nasce dalla vicinanza delle due città.
  • Palermo, rivalità recente, nata con la presenza costante dei rosanero in serie A. Dopo i primi rancori dovuti al ripescaggio dei toscani in Serie B nell'estate del 2003, la rivalità si è acuita all'inizio del campionato 2005-2006 in seguito al passaggio di Luca Toni dai rosanero ai viola. Ulteriori screzi sono sorti nel campionato 2006-2007 in seguito all'esultanza di Guidolin in occasione della partita vinta dai Siciliani a Firenze, e in seguito alla lite fra i due allenatori nel match di Palermo dopo il gol di Mutu con un giocatore del Palermo a terra. Nel campionato 2008-2009 un altro episodio segna un match Palermo-Fiorentina: l'attaccante viola Alberto Gilardino, dopo aver subito una vistosa spinta da tergo non rilevata, segna con la mano la rete del momentaneo 1-0, contribuendo fra aspre polemiche alla vittoria dei toscani per 3-1.

Iniziative societarie

Sin dall'acquisizione della proprietà da parte della famiglia Della Valle, la Fiorentina si è messa subito in mostra per una concezione diversa di calcio. La società viola ha infatti cominciato a sensibilizzare sia organico che tifosi al rispetto dell'avversario e al fair play, e combatte per più eque ripartizioni economiche all'interno del mondo calcistico, sia per quel che riguarda gli ingaggi che le entrate esterne.

Nella stagione 2004-2005 Diego Della Valle si mise contro le società maggiori in favore di un'equa ripartizione dei diritti televisivi in base a parametri oggettivi o ad una contrattazione collettiva e non individuale che portava a cifre spropositate per alcune squadre ed irrisorie per altre. La situazione è tuttoggi irrisolta. Anche per quel che riguarda l'ingaggio annuale dei calciatori in rosa, la Fiorentina dei Della Valle ha adottato per anni un tetto ingaggi massimo di 1,4 milioni circa di €, arrotondabile eventualmente soltanto da premi e da extra vari in base a determinate prestazioni. Il tetto ingaggi è stato alzato ad 1,9 milioni dopo il rinnovo del portiere francese Frey[20] e l'ingresso della Fiorentina in Champions League. I giocatori più pagati, oltre al portiere francese, sono Alberto Gilardino e Adrian Mutu

Con l'arrivo di Prandelli sulla panchina viola e la nascita del progetto Viola Fair, la proprietà della Fiorentina e l'allenatore hanno concertato alcuni tipi di condotta relativi a calciatori e addetti: l'allenatore da sempre non ha mai parlato della direzione di gara o di presunti atteggiamenti degli avversari, ma soltanto delle prestazioni della sua squadra. Nel 2007 invece la Fiorentina ha organizzato a sorpresa un terzo tempo tipico del rugby, un corridoio formato dai giocatori viola che hanno applaudito gli avversari dell'Inter meritatamente vittoriosi al Franchi facendoli passare su un tappeto viola. La Lega Calcio, positivamente impressionata, l'ha imposta poi in forma diversa ad ogni società di Serie A, costringendo la società viola a cambiare la celebrazione e rendendola forse meno spontanea e apparisciente. L'originale manifestazione della Fiorentina continua ad essere esibita in campo internazionale suscitando molto entusiasmo.

Dopo la semifinale persa ai rigori sfortunatamente contro il Rangers FC nella Coppa UEFA 2007-2008, il presidente UEFA Michel Platini ha colto l'occasione per elogiare il progetto di fair play della Fiorentina pubblicamente, in particolare per gli abbracci sinceri con i giocatori rivali nonostante la bruciante sconfitta e per l'accoglienza fornita dalla città di Firenze ai tifosi scozzesi sprovvisti di biglietti, sistemati nel Palazzetto dello Sport della città con vitto e maxischermo.[21] Ciò nonostante, a seguito dei gravi incidenti che si sono verificati il 31 agosto 2008 a Napoli e a Roma (dove si disputava la partita tra la squadra giallorossa di casa e la formazione partenopea), l'Osservatorio del Viminale ha vietato la trasferta di Napoli del 14 settembre ai supporters viola, oltre a consentire l'ingresso ai soli abbonati per la partita casalinga con il Bologna del 21 settembre, suscitando stupore anche nella città felsinea, da dove non poté partire la trasferta dei tifosi rossoblu.

Con l'annuncio del progetto di un nuovo stadio, i Della Valle hanno lanciato la speranza di poter essere la prima società italiana a togliere le protezioni tra campo e spalti. Hanno in seguito fondato una ONLUS con attività solidaristica nel sociale. L'ultima manifestazione di fair play da parte della dirigenza fiorentina è avvenuta il 31 agosto 2008, durante la sentitissima partita Fiorentina-Juventus, prima gara della stagione, nella quale i Della Valle hanno invitato i tifosi alla correttezza e al rispetto dell'avversario e hanno assistito al match accanto alla dirigenza avversaria.[22] Il 19 settembre 2008 la società ha presentato alla stampa il progetto del nuovo stadio inserito in un centro polifunzionale (con parco dello sport, museo di arte moderna, centro sportivo, centro del made in Italy etc.) atto a rilanciare nel mondo l'immagine di Firenze e non solo della ACF Fiorentina [9]. Il progetto è stato realizzato da Massimiliano Fuksas, architetto di fama internazionale [23]. Le autorità politiche fiorentine si trovano ora di fronte ad una scelta importante che richiederà prontezza e collaborazione nell'attivazione del progetto, totalmente finanziato con fondi privati [24]. L'entusiasmo cittadino è alle stelle, tanto che la famiglia della Valle viene da molti paragonata addirittura alla famiglia principesca dei Medici ed il progetto considerato foriero di un nuovo Rinascimento toscano [25].

Il 27 Luglio del 2009 viene costituito il Museo dell'Associazione Calcio Fiorentina. L’istituzione trova finalmente realizzazione grazie agli sforzi congiunti di un robusto gruppo di studiosi, ricercatori e collezionisti che ne ha formato il Consiglio Direttivo: David Bini, Andrea Claudio Galluzzo, Luca Giannelli, Gianfranco Lottini, Roberto Vinciguerra, Luca Binazzi, Gianluca Cecchini e Tommaso Conforti. Il Museo Viola annovera come padri nobili, nel proprio Senato o Comitato Scientifico, alte personalità della cultura e dello sport di Firenze quali il maestro Franco Zeffirelli, il prof. Piero Barucci, il prof. Franco Cardini, il dott. Paolo Panerai, Gianni De Magistris, il dott. Fino Fini, il rag. Raffaele Righetti, il m.se Cosimo Ridolfi, il dott. Eugenio Giani, Giancarlo De Sisti, il dott. Marco Vichi, il dott. Gianni Salvadori, la dott.ssa Alessia Ballini, la dott.ssa Barbara Cavandoli, Alberto Panizza, Giampiero Masieri, il dott. Paolo Crescioli e Bruno Capitelli. L'ente ha raccolto il gradimento e l'adesione dei rappresentanti del Comune di Firenze, della Provincia di Firenze e della Regione Toscana. La "Fondazione Fiorentina", oltre ad essere rappresentata nel Comitato Scientifico dallo storico segretario rag. Raffaele Righetti, decano dei dirigenti viola, ha accolto con grande favore la creazione del Museo che viene considerata di rilevante importanza per la divulgazione della storia e delle tradizioni del club verso le nuove generazioni.

Onorificenze

Note

  1. ^ Nella ragione sociale del sodalizio attuale, l'espressione ACF rimanda idealmente all'acronimo della previgente società nata nel 1926 e fallità nel 2002, l'Associazione Calcio Fiorentina, il cui marchio fu acquistato dalla famiglia Della Valle il 15 giugno 2003. Il rimando è tuttavia puramente storico e non giuridico, in quanto la nuova dirigenza optò di non riprendere esattamente la ragione sociale della fallita antenata, onde evitare di esporsi a possibili cause risarcitorie intentate da creditori della Fiorentina di Vittorio Cecchi Gori.
  2. ^ Le 13 squadre sono (in ordine cronologico per raggiungimento della terza finale mancante): Barcellona, Leeds United, Liverpool, Amburgo, Juventus, Real Madrid, Fiorentina, Ajax, Bayern Monaco, Borussia Dortmund, Valencia, Porto e Arsenal.
  3. ^ Vedi sezione "Divise"
  4. ^ Armadori Giorgio; Armadori Christian (2001). Tra storia e leggenda, almanacco illustrato della Ternana dalle origini al 2000. Ternana Calcio. ISBN-88-434-0859-3
  5. ^ Storia della Champions League - Gazzetta.it
  6. ^ http://it.youtube.com/watch?v=UR8m8pbeBKY
  7. ^ http://it.youtube.com/watch?v=dbX1LlS0CEY
  8. ^ Fiorentina: 50 milioni! I Della Valle pronti a un ulteriore sforzo
  9. ^ a b - Fiorentina, ecco il progetto per il nuovo stadio. Calciomercato.com
  10. ^ http://www.gazzetta.it/Calcio/SerieA/Squadre/Fiorentina/Primo_Piano/2009/03/03/prandelli.shtml Firenze serra i ranghi: "Prandelli uno di noi"
  11. ^ http://www.gazzetta.it/Calcio/SerieA/Squadre/Fiorentina/Primo_Piano/2009/02/28/prandelli28.shtml Prandelli, "Io così non ci sto"
  12. ^ Il Mercato degli 0 Euro, su calcionews24.com.
  13. ^ Melo alla Juve, su it.violachannel.tv.
  14. ^ Natali in viola, su corrieredellosport.it.
  15. ^ Castillo firma un biennale con la Fiorentina, su gazzetta.it.
  16. ^ Marchio: facciamo chiarezza... fiorentina.it
  17. ^ Consultare la lista di Tifo-net
  18. ^ http://www.settebello.org/club/storia/
  19. ^ http://archiviostorico.corriere.it/1998/novembre/05/Fiorentina_verdetto_scoppio_ritardato_co_0_9811057158.shtml
  20. ^ Frey, le cifre del rinnovo; 2 milioni a stagione fino al 2013 - fiorentina.it
  21. ^ Platini: «Fiorentina esempio di sportività» - Corriere.it
  22. ^ Fiorentina-Juve: Fair-play 'spagnolo' in tribuna - Calciomercato.com
  23. ^ Il progetto Viola. it.violachannel.tv
  24. ^ fiorentina.it - Renzi (Pres.Provincia):" Siamo attenti, disponibili e interessati..."
  25. ^ fiorentina.it - Era dai tempi DEI MEDICI che FIERNZE non trovava una famiglia disposta a investire così tanto nello sviluppo della città, grazie famiglia DELLA VALLE "

Bibliografia

  • Sergio Di Battista e Pier Luigi Brunori, Tutta la Fiorentina del campionato 1984-85, Bonechi editore, 1984, Firenze (per Gli esordi);
  • Francesco Valitutti, Breve Storia Della Grande Fiorentina, Newton Compton, 1995, Roma;
  • Giansandro Mosti e Luca Giannelli, Almanacco Viola 1926-2004, Scramasax, 2004, Firenze;
  • Paolo Melani e Nadia Fondelli, 80 anni di storia Fiorentina, Italnews, 2005, Firenze (per Le origini, La fondazione, Gli esordi, La serie A);
  • Fiorentina informa, 22 ottobre 2005 (per La serie A);
  • Sandro Picchi, Fiorentina 80 anni di storia. Il gioco, i personaggi, la città, Gianni Marchesini Editore, 2006, Bologna, ISBN 8888225129.
  • Andrea Claudio Galluzzo, Il Fiorentino. Vita e Opere del Marchese Luigi Ridolfi, Società Stampa Sportiva, 1999, Roma, ISBN 9788883130106
  • Marzio Brazzini, Carlo Bulli, Silvia Nanni, Dalla Fiesole con tutto il cuore i tuoi Ultras. Autobiografia di una curva, Edizioni Anna & S. Marco Sport Events, 1999, Roma, ISBN 9788887533033 (per gli aspetti del tifo viola)
  • Sandro Picchi (a cura di), I giganti della Fiorentina, supplemento de La Nazione, 1992

Voci correlate

Collegamenti esterni

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