Lodi

comune italiano, capoluogo dell'omonima provincia in Lombardia
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Template:Comune Lodi (IPA: ['lɔːdi][1]; Lòd[2] in dialetto lodigiano) è una città italiana[3][4] di 43.808 abitanti[5] della Lombardia centro-meridionale. Sita in Val Padana lungo il fiume Adda, è capoluogo dell'omonima provincia, istituita nel 1992[6][7].

Fu fondata il 3 agosto 1158 da Federico Barbarossa[8][9], in seguito alla distruzione dell'antico borgo di Laus Pompeia, già municipium romano[10], sede vescovile[11] e libero comune[12]. Durante il Rinascimento, conobbe un periodo di grande splendore artistico e culturale[13], dopo aver ospitato nel 1454 lo storico trattato tra gli Stati regionali italiani noto come Pace di Lodi[14].

Geografia fisica

Territorio

  Lo stesso argomento in dettaglio: Lodigiano.

Lodi è situata nella parte centro-meridionale della Lombardia, lungo l'Adda. Il nucleo più antico del centro storico sorge sul colle Eghezzone, un'altura di forma approssimativamente trapezoidale[15] che sorge sulla riva destra del fiume; il resto della città si trova in parte su un terrazzo morfologico creato dall'opera di erosione dell'Adda, e in parte nell'area golenale.

Il territorio comunale è attraversato da altri corsi d'acqua, tra cui il canale della Muzza (che segna il confine ad ovest), la roggia Bertonica e la roggia Molina (il cui tratto urbano è oggi quasi del tutto sotterraneo)[16].

In epoca medievale la città era lambita dal lago Gerundo[17]: il territorio era in gran parte paludoso e insalubre, ma grazie alle opere di ingegneria idraulica e al lavoro dei monaci cistercensi e benedettini[18], questi terreni vennero bonificati, e resi tra i più fertili d'Europa[19]. L'attività agricola è favorita anche dalle abbondanti acque irrigue delle numerose risorgive presenti sul territorio[20].

Il Dipartimento della Protezione Civile indica per il territorio lodigiano la classificazione sismica zona 4 ("sismicità irrilevante")[21].

Clima

  Lo stesso argomento in dettaglio: Stazione meteorologica di Lodi.

Il clima del territorio lodigiano, analogamente al resto della Val Padana, presenta peculiarità riconducibili all'area continentale: le estati sono molto calde e caratterizzate dal fenomeno dell'afa (in base ai dati relativi al periodo di riferimento 1961-1990, la temperatura massima media della stagione estiva si attesta a +29,7 °C[22]); invece gli inverni sono spesso freddi (la temperatura minima media è pari a -0,8 °C[22]) e sono diffuse le nevicate, raramente di grossa portata. Fenomeno molto frequente durante il semestre invernale è la nebbia, che talvolta può persistere per giorni a causa dell'assenza di venti sinottici a livello del suolo[23]. L'autunno e la primavera sono le stagioni in cui si registrano le maggiori precipitazioni[24].

La classificazione climatica dei comuni italiani[25] colloca Lodi nella zona E con 2592 gradi giorno[26][27].

Storia

  Lo stesso argomento in dettaglio: Storia di Lodi.

Lodi lega le sue origini alla distruzione di Laus Pompeia (in latino "Lode a Pompeo"), antico villaggio dei Celti Boi[28] e in seguito municipium romano[10], ribattezzato nell'89 a.C. in onore del console Gneo Pompeo Strabone che proprio quell'anno aveva concesso il diritto latino agli abitanti delle comunità in Gallia Transpadana[29]. Essendo situata sulla confluenza delle strade che da Placentia (Piacenza) e da Acerrae (Pizzighettone) portavano a Mediolanum (Milano), e nel punto di incrocio con la strada che da Ticinum (Pavia) proseguiva fino a Brixia (Brescia), Laus era un nodo stradale di primaria importanza e divenne un fiorente borgo commerciale ed agricolo[30].

Passata sotto il controllo longobardo nel VI secolo[31], il 24 maggio 1111 Laus Pompeia fu rasa al suolo dai milanesi dopo un periodo d'assedio[12]. Gli accordi di pace prevedevano il divieto di ricostruire gli edifici distrutti[12].

Quasi cinquant'anni dopo, il 3 agosto 1158[8], la città fu rifondata dall'imperatore Federico I detto "Barbarossa" non sulle rovine di Laus Pompeia (dove oggi sorge Lodi Vecchio) ma lungo le rive dell'Adda, per consentirle una posizione di maggior controllo sul territorio[32]. L'imperatore accordò a Lodi straordinari privilegi, fra cui quello di costruire ponti su tutti i corsi d'acqua del circondario e di navigare per tutta la Lombardia con piena esenzione delle tasse[33][34].

Durante il Concilio di Lodi, tenutosi nel 1161 su inizitiva dell'antipapa Vittore IV[35], Federico Barbarossa nominò arcivescovo di Magonza Corrado di Wittelsbach, allo scopo di porre fine allo scisma tra Rodolfo di Zähringen e Cristiano di Buch[36].

Nonostante i privilegi la nuova Lodi crebbe con difficoltà e nel 1167 fu obbligata dai milanesi ad aderire alla Lega Lombarda[38] e a partecipare alla battaglia di Legnano del 1176[39].

Nel XIII secolo Lodi continuò a svilupparsi grazie alla protezione di Federico II[40]. A partire dal 1251 si susseguirono le signorie dei Vistarini, Torriani, Visconti, Fissiraga e Vignati (che unirono Lodi a Piacenza)[41], finché nel XIV secolo Lodi si legò al Ducato di Milano, inizialmente sotto i Visconti che fecero costruire il maestoso castello di Porta Regale (1355-1370)[42] e in seguito sotto gli Sforza che, con Francesco, ampliarono e consolidarono il sistema difensivo con la costruzione di due fortificazioni ai capi del ponte sull'Adda. In seguito a ciò, la città risentì delle guerre con la vicina Repubblica di Venezia[43].

In età rinascimentale si svolsero a Lodi importanti avvenimenti storici: nel 1413 l'antipapa Giovanni XXIII e l'imperatore Sigismondo convocarono dal duomo di Lodi il Concilio di Costanza[44], che avrebbe poi risolto lo Scisma d'Occidente. Il 9 aprile 1454, presso il castello di Porta Regale[14], sede locale della corte di Francesco Sforza, gli Stati regionali italiani firmarono la Pace di Lodi, che garantì quarant'anni di stabilità politica[45]. Questo segnò anche uno dei periodi più felici della storia lodigiana dal punto di vista culturale, soprattutto sotto il vescovato di Carlo Pallavicino (1456-1497)[13].

File:Battaglia del Ponte di Lodi Bagetti.jpg
La battaglia del ponte di Lodi rappresentata in un dipinto di Giuseppe Pietro Bagetti

Nelle età successive Lodi fu sotto il dominio spagnolo[46], austriaco[47] e francese[48]. Questo corrispose ad un periodo di declino e di rallentamento della crescita demografica, soprattutto in epoca spagnola, quando la città fu ridotta ad una vera e propria fortezza[49]. Il governo di Maria Teresa d'Austria segnò l'avvio della ripresa economica[50], specie grazie alla moltiplicazione e alla riorganizzazione razionale dei terreni coltivabili nel circondario[51]. Il dominio austriaco terminò il 10 maggio 1796, quando Napoleone Bonaparte sconfisse il maresciallo austriaco Beaulieu nella celebre battaglia del ponte di Lodi, aprendosi la strada per la conquista di Milano[52]. Questo importante avvenimento giustifica la presenza in molte città, francesi e non solo, di strade e piazze dedicate al Ponte di Lodi (per esempio nel VI arrondissement di Parigi, si trova la "Rue du Pont de Lodi"[8]).

All'Unità d'Italia Lodi era ancora racchiusa entro le antiche mura medievali. Fu in questi anni che si verificò lo sviluppo dell'abitato lungo direttrici esterne dovuto alla crescita demografica che ebbe luogo in seguito all'apertura della linea ferroviaria Milano-Piacenza nel 1861 e all'insediamento delle prime industrie (tra cui il Lanificio Varesi-Lombardo nel 1868, il Linificio Canapificio Nazionale e la Polenghi Lombardo nel 1870)[53].

Monumenti e luoghi d'interesse

Architetture religiose

 
Facciata del Duomo

Si tratta del monumento più antico ed importante di Lodi; in stile romanico, è una delle chiese più vaste dell'intera Lombardia[54]. La sua costruzione venne simbolicamente intrapresa il 3 agosto 1158[55], giorno stesso della fondazione della città, ed ebbe termine nel 1284[56]; successivamente i restauri settecenteschi alterarono l'aspetto originario dell'edificio, che venne tuttavia riportato alla luce negli anni 1958-1965[54]. La facciata asimmetrica in cotto è tipicamente romanica[57], pur essendo caratterizzata da un alto protiro gotico e da un grande rosone rinascimentale[58]; il campanile, realizzato tra il 1538 ed il 1554 su progetto del lodigiano Callisto Piazza, rimase incompiuto per motivi di sicurezza militare. L'interno, a tre navate coperte da volte a crociera, custodisce notevoli opere d'arte, tra cui un polittico di Callisto Piazza ed un mosaico di Aligi Sassu[57]. La parte più antica dell'edificio è la cripta, in cui sono conservate le spoglie del patrono San Bassiano; nell'absidiola di sinistra, inoltre, si trova un gruppo scultoreo del Quattrocento raffigurante un Compianto sul Cristo Morto[59][60].

 
Interno del Tempio Civico dell'Incoronata

Conosciuto anche con il nome di Santuario dell'Incoronata e collocato in una caratteristica via molto stretta nei pressi di piazza della Vittoria, è considerato un capolavoro del Rinascimento lombardo e rappresenta il monumento più prestigioso della città sotto il profilo artistico[61][62][63]. Progettato nel 1488 da Giovanni Battagio (allievo di Donato Bramante), fu costruito a spese del Comune come espressione della religiosità popolare sul luogo di un postribolo[63]. Il tempio si presenta come una piccola costruzione a pianta ottagonale, coperta da una cupola ad otto spicchi sormontata da una lanterna; il campanile a punta e la facciata furono completati in epoche successive[64]. L'interno è impreziosito da sontuose decorazioni in oro ed ospita numerosi affreschi, tavole e tele realizzati tra la fine del Quattrocento e gli inizi dell'Ottocento dal Bergognone[65], dalla bottega dei Piazza[66] e da Stefano Maria Legnani; gli spicchi della cupola furono affrescati nel XIX secolo da Enrico Scuri[67].

 
Facciata della chiesa di San Francesco

Fu costruita tra il 1280 e il 1307 laddove precedentemente sorgeva una piccola chiesa dedicata a San Nicolò[68]. La facciata in cotto, rimasta incompiuta poco sopra il rosone marmoreo, è caratterizzata da un alto protiro e da due bifore "a cielo aperto" che rappresentano il primo esempio di una soluzione architettonica che si diffuse in tutta l'Italia del nord[69]. L'interno, a tre navate e a croce latina[70], è decorato da numerosi affreschi risalenti ai secoli compresi tra il Trecento ed il Settecento[71]; la chiesa ospita inoltre le spoglie di alcuni lodigiani illustri, tra cui la poetessa Ada Negri ed il naturalista Agostino Bassi.

Si tratta della chiesa più antica di Lodi dopo la Cattedrale[72]. Nell'interno, a tre navate, sono conservate notevoli opere d'arte, tra cui due affreschi di Callisto Piazza[73]. La facciata, tipicamente romanica, è caratterizzata da due lesene semicilindriche e da un rosone incorniciato in cotto, al di sopra del quale è collocata l'edicola con la statua del santo.

In stile gotico lombardo del XIV secolo[59], conserva un'importante opera d'arte: il Polittico Galliani realizzato nel 1520 da Alberto Piazza[74]. È degno di nota anche il rosone decorato con maiolica policroma[74]. Accanto alla chiesa sorge l'antico convento dal chiostro scandito da archi a sesto acuto, trasformato nel corso del XIX secolo in sontuosa residenza oggi suddivisa in appartamenti privati[75].

 
Facciata della chiesa di San Filippo

Tra le più eleganti e raffinate chiese della Lombardia, la chiesa di San Filippo, in stile rococò, venne costruita di fronte allo sbocco di una lunga via, in ossequio al gusto scenografico dell'epoca. L'interno, a croce greca, è completamente ornato da preziosi affreschi risalenti al XVIII secolo[76].

  • Palazzo Vescovile

Edificato in epoca medievale e rinnovato nel corso del Settecento dall'architetto pavese Veneroni (in collaborazione con i fratelli Sartorio), è caratterizzato da una struttura massiccia ed austera. Degno di nota è il cortile interno con colonne binate. L'interno elegante presenta alcuni ambienti decorati nel XVIII secolo. Da segnalare la ex cappella vescovile (ora visibile all'interno del percorso del Museo diocesano) e gli affreschi di Carlo Innocenzo Carloni.

  • Chiesa di Santa Maria delle Grazie

A croce greca, venne edificata nel 1655 per ospitare una sacra immagine della Vergine, ritenuta miracolosa. La facciata è stata rielaborata agli inizi del XX secolo; l'interno è completamente decorato da affreschi, tele e stucchi. Da segnalare nel presbiterio i deliziosi affreschi con le Storie della Vergine dipinte dall'artista valtellinese Parravicino (o Parravicini detto il Gianolo). Nel piccolo tempio religioso vi è la tomba neoclassica di Maria Cosway, intima amica del presidente degli Stati Uniti Thomas Jefferson[77], conosciuta alla corte di Versailles e benefattrice della città di Lodi dove fondò un Collegio femminile[78].

 
Facciata della chiesa di Santa Maria Maddalena

Situata nei pressi del fiume Adda, in una posizione leggermente decentrata rispetto al cuore del centro storico medievale, rappresenta il miglior esempio di edificio barocco in città[79].

  • Chiesa di Santa Chiara Nuova

Sconsacrata e riaperta al pubblico nel 2006 dopo un lungo restauro, è un ambiente di dimensioni raccolte che ospita notevoli testimonianze artistiche. Si trova in una via molto stretta, tipica della Lodi medievale. Il piccolo edificio è costituito da due corpi di fabbrica ben distinti, uno romanico e l'altro barocchetto.

  • Chiesa di San Cristoforo

Opera dell'architetto milanese Pellegrino Tibaldi e sconsacrata dal 1798[80], ha ospitato nel 1989 una grande mostra dedicata alla famiglia dei pittori Piazza da Lodi[81] e nel 2001 una rassegna sull'opera grafica dell'artista americano Andy Warhol[82].

  • Chiesa di San Gualtero

In stile neoclassico, venne edificata in un'area periferica nel 1835, in occasione della visita dell'imperatore d'Austria Ferdinando I[83]. L'edificio conserva le reliquie del santo lodigiano cui è dedicato[84].

Architetture civili

 
Palazzo Broletto, sede dell'amministrazione cittadina
  • Palazzo Broletto

Edificato nel 1284 a fianco della Cattedrale, dopo numerosi rimaneggiamenti si presenta in forme neoclassiche, come risulta evidente dal porticato e dalla loggia superiore (su cui si affaccia la prestigiosa Sala del Consiglio Comunale)[85]. Ai due lati del portico sono collocati il busto di Gneo Pompeo Strabone (a sinistra), che attribuì il titolo di municipium a Laus Pompeia, e quello di Federico Barbarossa (a destra), fondatore di Laus Nova[85].

  • Ospedale Maggiore

Il nucleo più antico dell'edificio risale al XIV secolo[86]; la struttura venne successivamente ampliata e trasformata in ospedale[87]. La facciata in stile neoclassico venne realizzata alla fine del Settecento su disegno di Giuseppe Piermarini[86], lo stesso architetto del Teatro alla Scala di Milano. All'interno si trova un chiostro con portico, loggiato e decorazioni in cotto del Quattrocento[86].

Sorto nella seconda metà del XV secolo[88][89] nei pressi di Piazza Ospitale, è il migliore esempio di dimora patrizia lodigiana[90]. La facciata è caratterizzata dalla presenza di una fascia marcapiano in terracotta, decorata con corone floreali e figure della mitologia marina (tritoni e naiadi)[91]; il portale è adornato da medaglioni che raffigurano Gian Galeazzo Visconti, Isabella d'Aragona, Francesco e Bianca Maria Sforza[90]. Il piano superiore è ricco di affreschi e decorazioni[90]. Secondo lo storico Giovanni Agnelli[92], vi soggiornò Francesco I re di Francia durante l'estate del 1509[88].

  • Teatro alle Vigne

L'attuale teatro in origine era una chiesa appartenente all’ordine religioso degli Umiliati (chiesa di San Giovanni e Ognissanti alle Vigne)[93]. Nel 1604, in seguito alla soppressione dell'ordine da parte di Papa Pio V, la struttura venne donata ai Barnabiti, i quali, su progetto dell'architetto Giovanni Ambrogio Mazenta[93], nel 1618 fecero apportare alcune modifiche secondo le esigenze di solennità della Controriforma: lo spazio interno fu trasformato in una grande aula e il presbiterio venne reso ben visibile da tutti. La chiesa fu quindi consacrata nel 1627[93], anche se i lavori continuarono fino al 1693, per poi riprendere nuovamente in periodo austriaco (1731-1734) quando furono rifatte le volte, il pavimento e la sacrestia[93]. Negli anni successivi la chiesa divenne sempre più ricca e sfarzosa grazie all'installazione delle campane (1752[93]) ed una serie di arredi e tappezzerie; tuttavia nel 1810, sul finire dell'epoca napoleonica, l'ordine fu sciolto e la chiesa, spogliata di tutti gli ornamenti, divenne prima deposito di granaglie, ed in seguito (1874) palestra[93]. Le operazioni di recupero iniziarono nel 1976, ma l'attività teatrale ebbe inizio solo nel 1985; il primo direttore artistico fu Carlo Rivolta[94].

  • Palazzo del Governo

Si tratta di uno degli edifici più eleganti della città; è un palazzo di notevoli dimensioni che occupa un intero isolato alle spalle del Palazzo Municipale e si affaccia su Piazza del Mercato. Realizzato nel 1929 su fondamenta di epoca medievale[95], l'immobile riassume stili differenti: in particolare, il bugnato dell'ordine inferiore richiama l'architettura veneziana. Dal 1995 è sede della Prefettura di Lodi[95].

 
Il ponte sull'Adda
  • Ex convento di San Cristoforo

Dopo un lungo restauro terminato nel 2004, è adibito a sede centrale della Provincia di Lodi; degno di nota è l'ampio chiostro interno.

È un ponte ad archi ribassati che, attraversando il fiume, collega il quartiere Borgo Adda con Revellino-Campo di Marte. Fu costruito nel 1864 per rimpiazzare l'originario ponte di legno dove si svolse la battaglia di Lodi, bruciato dalle truppe austriache nel 1859, durante la Seconda Guerra d'Indipendenza.

  • Centro Direzionale della Banca Popolare di Lodi (Gruppo Banco Popolare)
File:Sede BPL.JPG
Il centro direzionale BPL

Progettato da Renzo Piano e sorto nei pressi della stazione ferroviaria a pochi passi dal centro storico, è una struttura di grandi dimensioni che rappresenta la costruzione più interessante della città sotto il profilo architettonico tra quelle della seconda metà del Novecento[96].

Il complesso si sviluppa su oltre tremila metri quadrati[97] e comprende diversi edifici che ospitano, oltre alla sede centrale della Banca, spazi sociali (come l'auditorium), negozi e bar.

L'edificio principale presenta una facciata di oltre 250 metri di larghezza con pannelli modulari in cotto[97]. Lo spazio interno è in parte coperto da una tensostruttura in vetro e cavi d'acciaio[97], che si estende dall'edificio principale all'auditorium, una struttura circolare con circa 800 posti[97]; al centro è ospitata una fontana in movimento perenne creata dal giapponese Susumu Shingu[97].

Tra il 2005 e il 2006 il complesso ha ospitato un'importante mostra con opere di Tiziano, il Guercino, Lorenzo Lotto, Giorgio De Chirico e Andy Warhol[98]. È stato inoltre scelto come ambientazione per alcuni spot pubblicitari[99].

Architetture militari

  • Mura di Lodi

La prima opera difensiva della città (già protetta su tre lati dalle paludi dell'Adda) consisteva in una semplice palizzata di legno protetta da un fossato nel quale fu fatta scorrere la roggia Molina; in questo modo la cittadina era diventata praticamente un'isola[100]. La costruzione delle mura ebbe inizio il 3 agosto 1160, alla presenza di Federico Barbarossa, del vescovo Alberigo Merlino e dell'architetto cremonese Tinto Muso de Gata, e terminò nel 1211. Queste erano alte almeno sei o sette metri e i merli erano a coda di rondine in quanto la città era ghibellina[101]. Nel periodo Sforzesco i sistemi di protezione si svilupparono particolarmente nei pressi del fiume, con la costruzione del rivellino sulla sponda cremasca e delle due torri alle estremità del ponte sull'Adda. Nel 1607, in epoca spagnola furono edificati dei terrapieni monumentali che si estendevano verso la campagna, dando alla città una struttura "stellata". Divenute obsolete ed inutilizzabili, in epoca austriaca fra il Settecento e l’Ottocento iniziarono i lavori di abbattimento diretti dall'architetto Antonio Dossena che disegnò un progetto viabilistico nuovo per la città con la circonvallazione delle mura. Attualmente ne rimangono solo alcune tracce del lato ovest presso la Specola di San Vincenzo che proseguono lungo il parco Isola Carolina.

Si tratta di un tipico castello medievale, andato in buona parte distrutto; il suo alto e massiccio Torrione è uno dei simboli più noti della città[102]. Secondo alcuni storici, proprio nel Castello sarebbe stata firmata la pace di Lodi[14][103]; altri esperti, invece, ritengono più probabile l'ipotesi legata al Convento di San Domenico[104]. L'edificio non può essere visitato poiché è occupato dagli uffici della Questura di Lodi. Nel corso del 2009 il Torrione sarà interamente ristrutturato per favorire l'accesso dei visitatori ai camminamenti interni, esterni e sotterranei[105].

 
Porta Cremona
  • Porta Cremona

In epoca medievale, per accedere alla città da sud bisognava attraversare un ponte levatoio sulla roggia Molina, e quindi la porta detta "cremonese". Per difendere e controllare il territorio della sottostante palude di Selvagreca, l’imperatore Federico II, nipote di Federico Barbarossa, nel 1234 fece erigere in questa zona anche un castello che ebbe però vita breve: dopo la morte dell'imperatore, nel 1251 i Milanesi, entrati in città con l'aiuto di Sozzo Vistarini, ne imposero la distruzione. Al giorno d'oggi, dalla scalinata che porta il nome dell'imperatore si può vedere una torretta di guardia, detta specola. La porta cremonese presenta tre ingressi: quello centrale veniva utilizzato dai carri con le merci e dai nobili a cavallo, e veniva chiuso con un portone in legno al tramonto, i due laterali erano riservati ai pedoni. L'aspetto attuale è dovuto al completo rifacimento realizzato tra il 1790 e il 1792 dall'architetto Antonio Dossena.

Vie e piazze

 
Veduta di Piazza della Vittoria

Denominata Piazza Maggiore fino al 1924, rappresenta il cuore della città: su di essa si affacciano, in particolare, la Basilica Cattedrale della Vergine Assunta ed il Palazzo Municipale (Palazzo Broletto)[106]. Caratterizzata da una pianta romboidale quadrata, è un raro esempio di piazza porticata su tutti i quattro lati[107]. Tale singolare peculiarità, unita all'eleganza dei palazzi che vi si affacciano (molto vari per colori e dimensioni) la rende un luogo particolarmente suggestivo, tant'è che il Touring Club Italiano l'ha inserita nel 2004 nella lista delle piazze più belle d'Italia[108]. La selciatura della piazza, nel tipico "ricciato lombardo" costituito da ciottoli di fiume, risalirebbe al 1471.

  • Piazza Broletto

Di dimensioni ridotte, è una piazza di forma trapezoidale, chiusa tra i portici di Palazzo Broletto e il fianco sinistro del Duomo. In epoca medievale essa rappresentava il fulcro della vita pubblica cittadina, ora è sede dell'autorità municipale. Al centro è collocata una fontana in marmo rosa di Carrara, ricavata dal fonte battesimale della Cattedrale e risalente al XIV secolo[85]. È un'area pedonale.

  • Piazza del Mercato

È una piazza di forma rettangolare, anch'essa pavimentata con il tipico ricciato, su cui si affacciano l'abside del Duomo, un'ala secondaria di Palazzo Broletto, il Palazzo del Governo (o della Prefettura) ed il Palazzo Vescovile[109]. È adibita a parcheggio pubblico ad eccezione dei giorni di sabato e domenica nei quali si tiene, come da tradizione, il mercato ambulante (in mattinata).

  • Piazza Castello

Si tratta di una piazza di dimensioni piuttosto ampie, adibita ad area pedonale ad eccezione della fascia centrale che è aperta al traffico veicolare; prende il nome dal Castello Visconteo che vi si affaccia. Spicca inoltre una statua dedicata a Vittorio Emanuele II, celebrativa dell'unità d'Italia. Piazza Castello confina con il Parco dell'Isola Carolina ed è tradizionalmente il punto di ritrovo prediletto dai giovani lodigiani.

 
Scorcio di Piazza Ospitale
  • Piazza Ospitale

Chiamata comunemente Piazza San Francesco, è un luogo molto caro ai cittadini lodigiani, anche perché è cantata in molte opere della poetessa Ada Negri. La suggestione di questa piazza rettangolare, anch'essa pavimentata con il ricciato ed adibita ad area pedonale, deriva dalla presenza dell'originale ed importante Chiesa di San Francesco e della facciata dell'Ospedale Maggiore; vi si trova inoltre una statua raffigurante Paolo Gorini.

  • Piazza San Lorenzo

Si tratta di una piazza molto piccola, quasi nascosta tra un intrico di vie strette e tortuose tipiche del centro storico medievale di Lodi; la sua atmosfera raccolta ma luminosa ricorda un campiello veneziano. La piazza prende il nome dall'omonima chiesa che vi si affaccia ed è anch'essa un'area pedonale.

  • Corso Roma

Ha origine da Piazza della Vittoria ed è molto frequentato in virtù delle numerose attività commerciali. Analogamente ad altre vie del centro cittadino, offre quale principale motivo di interesse la presenza dei palazzi in stile liberty e dei suggestivi cortili interni delle abitazioni signorili[96].

Aree naturali

  • Parco dell'Isola Carolina

Situato a ridosso del centro storico, nelle immediate vicinanze di piazza della Vittoria e di piazza Castello, deve il suo nome alla Cascina Carolina che a sua volta fu battezzata così nel 1825 in onore di Carolina Augusta di Baviera, moglie dell'imperatore Francesco I d’Austria[110]. Il parco ha una superficie di circa 50.000 metri quadrati[110] e venne realizzato a metà degli anni cinquanta del XX secolo grazie ad una donazione di Enrico Mattei che volle in questo modo ricompensare la città presso la quale erano stati scoperti degli importanti giacimenti di gas naturale[110][111]. Mattei non badò a spese e fece piantumare delle essenze di notevole interesse botanico[112], selezionate presso il lago di Como[110]. Attualmente ospita la sede del Parco Adda Sud.

 
I giardini pubblici di viale IV Novembre
  • Giardini pubblici di viale IV Novembre

Sono collocati quasi nel cuore del centro cittadino: occupano l'area che costituisce lo spianamento del fossato in cui sino agli anni trenta del Novecento scorreva la roggia Molina[113], che tra il 1931 ed il 1937 venne canalizzata e coperta[114] grazie all'ambizioso progetto dell'architetto locale Giovanni Fugazza. Il nucleo originario dei giardini risale però al 1835, anno della visita alla città da parte dell'imperatore Ferdinando I d'Austria[114][115]. Nel corso del biennio 2008-2009, la zona è stata oggetto di una profonda riqualificazione[114].

  • Lungo Adda Bonaparte

Permette di passeggiare nei pressi del fiume Adda, a contatto con la vegetazione fluviale[116]; era uno dei luoghi prediletti dal poeta Giosuè Carducci quando visitava Lodi[117].

  • Bosco del Belgiardino

Si tratta di una piccola oasi naturalistica situata sulle rive dell'Adda[118], al confine con il territorio di Montanaso Lombardo; dall'area hanno inoltre origine numerosi sentieri che permettono di visitare i boschi circostanti, parzialmente trasformati in orto botanico[118], in cui inoltre vivono uccelli acquatici come gallinelle d'acqua, anatre, folaghe e tuffetti[119]. Durante l'estate diventa un centro ricreativo grazie alla presenza di una piscina gestita dal Comune di Lodi[118]. Vi è inoltre attivo un centro F.I.C.K. che organizza corsi di avviamento alla pratica della canoa[120].

  • Foresta di pianura

È un'area di notevole interesse naturalistico, realizzata a cura della Provincia di Lodi grazie a fondi della Regione Lombardia[121]. Situata nelle vicinanze del centro abitato, può essere visitata grazie alla presenza di percorsi ciclo-pedonali[121]. Si tratta di un rimboschimento realizzato con specie arboree ed arbustive autoctone[122], con destinazione giuridica permanente a bosco[123].

Società

Evoluzione demografica

Abitanti censiti[124]

Etnie

Come molti altri centri dell'Italia settentrionale, nel XXI secolo Lodi è diventata una città multietnica con una presenza significativa di cittadini provenienti dall'estero: risultano infatti residenti nel territorio comunale 4.578 stranieri[125], che rappresentano il 10,5%[126] della popolazione totale. Le dieci comunità più numerose sono le seguenti[125]:

Qualità della vita

Anno Qualità della Vita (Sole 24 Ore) Qualità della Vita (Italia Oggi) Rapporto Ecosistema Urbano (Legambiente)
2004 73ª (- 17)[127] 44ª (+ 8)[128] 17ª[129]
2005 59ª (+ 14)[130] 24ª (+ 20)[131] 60ª (- 43)[132]
2006 42ª (+ 17)[133] 35ª (- 11)[134] 33ª (+ 27)[135]
2007 48ª (- 6)[136] 28ª (+ 7)[137] 61ª (- 29)[138]
2008 60ª (- 12)[139] 84ª (- 56)[140] 61ª (+ 0)[141]
2009 -- -- 51ª (+ 10)[142]
2010 -- -- 60ª (- 9)[143]

Cultura

Università e ricerca scientifica

 
L'ingresso del Parco Tecnologico Padano

Dal 2005[144] è attivo a Lodi un polo scientifico-universitario, composto dal Parco Tecnologico Padano[145] e da alcune strutture dell'Università degli Studi di Milano[146][147].

Il Parco Tecnologico Padano è uno dei più importanti centri di ricerca a livello europeo nel campo delle biotecnologie agroalimentari[148][149]; esso è costituito da tre elementi chiave[150]: il Centro per la Ricerca e lo Sviluppo Tecnologico nel Campo Zootecnico ed Agroalimentare (CERSA) per le attività di ricerca da parte di ricercatori e imprese; la Casa dell'Agricoltura per il rapporto tra i ricercatori e il mondo agricolo; l'Istituto Zooprofilattico Sperimentale per la sanità degli animali e il controllo degli alimenti.

Il polo dell'Università degli Studi di Milano comprende un ospedale veterinario per grandi animali[151], costituito da strutture didattiche e cliniche per cavalli, bovini e suini, accanto al quale è in costruzione un centro zootecnico didattico-sperimentale[147]. Sono inoltre presenti alcuni laboratori appartenenti alla Facoltà di Agraria[147].

A Lodi è attivo anche il corso di laurea in infermieristica dell'Università degli Studi di Pavia[152].

Scuole

Nel territorio comunale sono presenti 17 scuole dell'infanzia, 12 scuole primarie, 6 scuole secondarie di primo grado, 9 scuole secondarie di secondo grado e 3 centri di formazione professionale[153].

Musei

Ospitato nell'ex-convento adiacente alla chiesa di San Filippo, conserva numerose opere del lodigiano Callisto Piazza, ma anche due importanti dipinti di Francesco Hayez[154]. È presente inoltre una sezione archeologica che custodisce numerosi reperti provenienti da Laus Pompeia, una sezione risorgimentale e l'importante sezione della ceramica, elemento classico dell'artigianato locale[154].

Si tratta di una raccolta di preparazioni prodotte dall'illustre scienziato tra il 1842 e il 1881. Tra i reperti più importanti della collezione vi è la salma di Pasquale Barbieri, un giovane lodigiano morto nel 1843, che fu la prima preparazione a corpo intero di Gorini.

Cucina

La gastronomia lodigiana è caratterizzata da numerosi elementi tipici, tra cui:

Personalità legate a Lodi

Originari di Lodi

Vissuti a Lodi

Eventi

Il Palio dei Rioni

Dal 1986 ha luogo ogni anno il Palio dei Rioni[160], una rievocazione storica che consiste in una serie di sfide tra gli antichi quartieri della città. La giornata del Palio inizia nella Cattedrale, con una messa solenne presieduta dal vescovo; in seguito alla sfilata in costume tradizionale, si svolge la gara degli anelli, durante la quale un fantino monta su un cavallo di legno e ferro[161] e, spinto da due atleti, deve cercare di infilare con la sua lancia quattro anelli posti ai vertici del quadrilatero di piazza della Vittoria, nel minor tempo possibile. La competizione prosegue poi con la "cursa dei cavài"[162], nella quale i concorrenti devono far percorrere tre giri della piazza al cavallo montato dal fantino cercando di arrivare per primi al traguardo posizionato davanti al sagrato del Duomo. In base alla classifica delle varie prove, il rione proclamato vincitore del Palio riceve "El Bastón de San Bassan"[163] dalle mani del sindaco della città. Negli anni passati, la graduatoria finale era determinata anche dal alcune competizioni sportive che si svolgevano sul fiume Adda durante l'estate, tra cui una gara di canoa ed una di "biciclette fluviali"[164].

Rassegne culturali

 
Gli spettatori assiepati sul ponte per assistere allo spettacolo pirotecnico in occasione della terza Notte bianca del 18 luglio 2009
  • Il Festival dei Sette Peccati Capitali[166], promosso dal comune, si è articolato in sette edizioni che hanno avuto luogo nella primavera di ogni anno dal 2003 al 2009, richiamando oltre ventimila presenze per ognuno degli episodi[167]. Ciascuna delle sette edizioni è stata caratterizzata da eventi culturali, dibattiti, mostre e laboratori[168] dedicati ad uno dei sette vizi capitali della tradizione filosofica occidentale.
  • Dal 2003 Lodi ospita annualmente il Trompe-l'œil Festival, una manifestazione che accoglie opere di esponenti internazionali della tecnica artistica del trompe-l'œil[169].
  • Il 21 luglio 2007 si è tenuta in città la prima Notte bianca del Palio[170]; l'evento, organizzato dall'assessorato alla cultura, si è ripetuto in altre due occasioni. Nell'edizione del 18 luglio 2009 si è svolta in contemporanea la Notte bianca della cultura, durante la quale i principali monumenti e musei della città sono rimasti aperti fino all'una di notte.
  • Ogni anno il comune organizza la rassegna estiva Lodi al Sole, nell'ambito della quale si svolge anche il Lodi Blues Festival[171]. L'edizione del 2009 è stata caratterizzata da oltre ottanta eventi[172] distribuiti nell'arco di tre mesi, e ha visto il coinvolgimento stimato di settantamila spettatori[173].

Geografia antropica

Frazioni

Fontana, Olmo, Riolo, San Grato[174].

Economia

Agricoltura e allevamento

 
Una cascina situata alle porte della città

L'agricoltura e l'allevamento sono di fondamentale importanza per Lodi e per il suo territorio fin dal Medio Evo[175]. A testimonianza di quanto il settore primario sia tuttora significativo, i dati[176] riferiscono di 1.786 aziende[177] nel territorio della provincia che producono soprattutto mais (47% della superficie agricola utile[177]) e foraggi (24% della SAU[177]). Per quanto riguarda il territorio comunale, sono attive invece 84 aziende[178] e la superficie agricola utile è costituita da 2.130 ettari[178], dei quali il 48% coltivati a mais[178]. Sono presenti inoltre 5.495 capi bovini[178] e 23.362 capi suini[178].

Anche per questi motivi, Lodi è la sede dell'Istituto Sperimentale per le Colture Foraggere[179][180], retto dal 1948 al 1976 dall'illustre agronomo Giovanni Haussmann[181][182].

Per garantire e promuovere le eccellenze del settore, oltre che tutelare il benessere degli animali, dell'ambiente e la salute dei consumatori, nel 2004 è stato fondato il comitato del marchio "Lodigiano Terra Buona"[183].

Industria e artigianato

 
Un vassoio in maiolica policroma realizzato a Lodi nel Settecento

I primi stabilimenti industriali nati a Lodi erano legati alla trasformazione dei prodotti del settore primario: il Lanificio Varesi (1868)[175], la Polenghi Lombardo che fu la prima azienda in Italia a trattare a ciclo completo il latte (1870)[175], le Officine Sordi che costruivano macchine per il settore lattiero-caseario (1881)[175], il Linificio Canapificio Nazionale (1909)[175]. Tra le altre industrie presenti in città, particolarmente sviluppato era il settore meccanico: erano attive ad esempio le Officine Meccaniche Lodigiane (1908)[175], le Officine Meccaniche Folli-Gay (1922)[175], le Officine Curioni Spa (1925)[175] e le Officine Elettromeccaniche Adda (1926)[175]. Queste ultime negli anni ottanta furono acquistate dalla multinazionale ABB[184], che nel 1994 vi trasferì il proprio centro mondiale per la costruzione di trasformatori, di interruttori per l'alta tensione e di sottostazioni elettriche[184]; nel 2003 l'impresa contava circa circa 270 dipendenti[184].

Nel 1945 si cominciò ad estrarre il gas metano dai pozzi della vicina Caviaga e a sperimentarne le applicazioni nel locale centro studi dell'Agip. Il cane a sei zampe, logo della compagnia, sarebbe ispirato al fantastico drago Tarantasio che avrebbe infestato il lago Gerundo: quando fu scoperto il metano in quelle zone, infatti, si immaginò che l'animale, un tempo guardiano delle paludi e poi scomparso sotto terra dopo la loro bonifica, fosse riapparso in forma di gas[185]. Lodi fu la prima città in Italia a servirsi del metano per usi domestici e industriali[8]. Sempre nell'ambito dell'industria petrolchimica, dal 1963[186] ha sede a Lodi la Viscolube che si occupa di riciclaggio di oli lubrificanti usati, attraverso un processo di ri-raffinazione. Nel 2007 il fatturato è stato di 100 milioni di euro e l'azienda ha impiegato 170 dipendenti[187].

Al confine del territorio municipale di Lodi, in un'area di competenza dei comuni di Montanaso Lombardo e Tavazzano con Villavesco, sorge una grande centrale termoelettrica di proprietà della E.ON[188], alimentata a gas naturale e olio combustibile[189]. La centrale, con una produzione di 1.480 MW[188] è una delle più importanti d'Italia[190] e conta 263 dipendenti[189]. Il primo nucleo, realizzato nel 1952 nell'ambito del Piano Marshall[191], fu inaugurato da Enrico Mattei e dal Presidente del Consiglio Alcide De Gasperi[192]; gli impianti attuali sono stati attivati in diversi scaglioni tra il 1981 e il 2005[188][192]. La centrale preleva l'acqua di raffreddamento dal canale Muzza[192], dal canale Belgiardino e dal fiume Adda[188].

Al giorno d'oggi le industrie più sviluppate sono quella casearia (il Lodigiano è una delle 14 aree in cui è concentrata la produzione del Grana Padano[157]) e quella artigianale, in particolare nei settori della ceramica (quella prodotta nei laboratori della Ceramica Artistica Lodigiana "Vecchia Lodi" è certificata con il marchio DOC[193][194]) e della cosmesi ("L'Erbolario"[195]).

Servizi

File:Lodi CentroComm MyLodi.JPG
Il centro commerciale "MyLodi" con il grattacielo costruito alla fine degli anni settanta che ospiterà la sede della società Zucchetti[196]

Tra le più importanti imprese dell'ambito dei servizi c'è Zucchetti, che opera nel settore del software e hardware a supporto di aziende; con 1.800 addetti (di cui 900 solo a Lodi[197]) e oltre 60.000 clienti, è uno dei leader italiani nel campo informatico[198].

Lodi ha inoltre una notevole attività bancaria: la Banca Popolare di Lodi, fondata da Tiziano Zalli nel 1864, è stata la prima banca popolare sorta in Italia[199]. Attualmente fa parte del Gruppo Banco Popolare, terzo gruppo bancario in Italia, e il più grande tra quelli di matrice popolare[200]. Un altro istituto che si distingue nella provincia è il Credito Cooperativo Laudense.

Nel 1997, Lodi fu una delle prime città ad essere cablata con la fibra ottica nell'ambito del progetto Socrate di Telecom Italia, finalizzato a creare una rete per la TV via cavo e per la trasmissione di dati[201].

Negli anni duemila, la città ha beneficiato di una crescita economica notevole grazie agli scambi commerciali, alla rivisitazione del sistema di tangenziali, allo sviluppo di tecnologie per l'ambiente (grazie alla discreta quantità di rifiuti riciclati che i lodigiani producono[202] e alla tecnologia del teleriscaldamento[203]).

Turismo

Negli anni duemila il turismo ha rappresentato un settore in forte espansione sul territorio[204]: nel 2006, ad esempio, sono stati registrati 137.000 arrivi[204], con un incremento del 116% rispetto a tre anni prima[204].

Nel 1999 Lodi è entrata a far parte del circuito delle Città d'arte della Pianura Padana[205][206].

Oltre al turismo culturale (il Tempio Civico dell'Incoronata è uno dei capolavori del rinascimento lombardo[207]), particolarmente diffuso è il turismo naturalistico, in virtù anche dell'efficiente rete ciclabile che dal capoluogo si diparte in tutto il territorio[208]. Il turismo enogastronomico si concentra soprattutto nei mesi di ottobre e novembre, durante i quali, a partire dal 1988, si svolge la Rassegna Gastronomica del Lodigiano[209].

Infrastrutture e trasporti

Strade

Lodi è un nodo stradale di importanza regionale: la città è raggiunta dalla strada statale   Via Emilia e da numerose strade provinciali tra cui la ex SS 235 Pavia-Brescia e la ex SS 472 Treviglio-Lodi. Le strade convergenti sulla città sono raccordate dalle tangenziali Sud ed Est, che formano un semi-anello (interrotto nel settore nord-ovest) con caratteristiche di superstrada.

Nelle vicinanze transita inoltre l'Autostrada del Sole  ; l'uscita Lodi, posta nel territorio comunale di Pieve Fissiraga, si trova 6 km a sud-ovest della città.

Ferrovie

 
La stazione di Lodi è situata nei pressi del centro storico cittadino

La stazione di Lodi è posta sulla ferrovia Milano-Bologna ed appartiene al circuito Centostazioni; è servita principalmente da treni regionali (linee Milano-Piacenza-Parma e Milano-Cremona-Mantova) e da alcuni treni a lunga percorrenza. Il traffico è prevalentemente pendolare verso il capoluogo lombardo; la stazione serve un ampio bacino d'utenza proveniente dai paesi limitrofi e dal Cremasco.

Entro il 2009 è in programma un forte potenziamento del servizio, con il prolungamento da Milano Rogoredo a Lodi della linea S1 del servizio ferroviario suburbano di Milano[210].

Mobilità urbana

Autobus

La città è dotata di una rete urbana di autobus gestita dalla società LINE - Servizi per la mobilità S.p.A., che fornisce il servizio attraverso le corse di cinque linee[211]:

  • linea 1: Olmo - San Grato;
  • linea 2: Chiosino - Riolo;
  • linea 3: Albarola - Ospedale - Tribunale - Albarola;
  • linea 4: Ferrovia - Polo Universitario;
  • linea 5: via Massena - Ospedale - centro storico.

La LINE adempie anche alla gestione di numerose linee interurbane aventi in massima parte come capolinea il capoluogo[212]. I collegamenti con i principali centri abitati della provincia e della regione sono assicurati anche dalle autolinee S.T.A.R. Lodi (acronimo di Società Trasporti Automobilistici Regionali), che dal 1922 hanno sede in città[213].

Piste ciclabili e bike sharing

Secondo i dati forniti da Legambiente, Lodi è la terza migliore città italiana nella classifica realtiva all'"indice di cilabilità", un indicatore che prende in considerazione l'estensione delle piste ciclabili e delle zone in cui il limite di velocità è ridotto a 30 chilometri all'ora[214].

Dal 2003 è attivo inoltre un servizio gratuito di bike sharing[215]. Le biciclette a disposizione degli utenti sono 88[215], distribuite in 11 postazioni di noleggio[216]: stazione ferroviaria; viale Dante Alighieri; piazza Castello; piazzale XXV Aprile; parcheggio dell'Ospedale; parcheggio di via Massimo d'Azeglio; parcheggio di via Vecchio Bersaglio; centro commerciale "MyLodi"; viale Italia; viale Pavia; via Felice Cavallotti.

Zona a traffico limitato

Una parte del centro storico della città[217] è permanentemente interdetta alla circolazione e alla sosta di tutti i veicoli a motore[218], fatta eccezione per i mezzi di trasporto pubblico, i mezzi di soccorso e di servizio[219], i veicoli adibiti al trasporto di persone diversamente abili, i commercianti e i residenti muniti dell'apposita autorizzazione[220]. Quest'area è denominata Zona a traffico limitato[217]. Gli accessi sono sorvegliati mediante un sistema elettronico di controllo[221].

Amministrazione

Template:ComuniAmministrazione Il comune fa parte del consorzio di gestione del Parco Adda Sud[222], la cui sede si trova a Lodi[222][223].

Amministrazioni precedenti

  Lo stesso argomento in dettaglio: Sindaci di Lodi.

La storia amministrativa del comune di Lodi dall'istituzione della Repubblica Italiana ad oggi può essere suddivisa in due fasi: per i primi trent'anni si sono succeduti esclusivamente sindaci della Democrazia Cristiana, mentre dal 1975 in avanti la città è stata amministrata prevalentemente da esponenti di sinistra o di centro-sinistra.

Gemellaggi

 
Divisione del suburbio di Lodi prima del 1840, con i tre chiosi e i tre comuni esterni

Variazioni territoriali

Nel 1877 vennero annessi al territorio municipale i comuni suburbani di Chiosi Uniti con Bottedo[227][228] e Chiosi d'Adda Vigadore[229][230]. Il termine "chiosi", di origine dialettale, indicava le terre agricole circostanti la città di Lodi[231], analogamente ai più noti Corpi Santi intorno a Milano.

Sport

Calcio

Fondato nel 1908[232][233], il Fanfulla è una delle più antiche società calcistiche lombarde in attività[234]. La squadra lodigiana raggiunse il momento più alto della sua storia tra il 1938 e il 1953, periodo durante il quale vinse due volte il campionato di Serie C e disputò 13 stagioni in Serie B[233]. Nel 1984 conquistò la Coppa Italia di Serie C[233]. Attualmente la squadra milita in Eccellenza Regionale e conta centinaia di appassionati non solo lodigiani[233].

Basket

A partire dalla stagione 2008-2009, l'Unione Cestistica Casalpusterlengo disputa a Lodi le proprie partite casalinghe[235][236]. Da quest'anno la squadra milita in Legadue.

Per quanto riguarda il basket femminile, la squadra principale è l'A.D.P. Fanfulla 2000, che attualmente milita in Serie B d'Eccellenza. La società è nata nel 1999 sulle ceneri della storica Pallacanestro Fanfulla, squadra attiva dal 1978[237] che militava nel campionato di serie A2.

Esiste anche una squadra maschile (Basket Lodi) che al momento milita in Serie D.

Pallavolo

Nel recente passato la squadra di pallavolo più importante in città era il Volleyball Club Lodi, che militava nel campionato di Serie A2 femminile. Nell'estate 2004 due imprenditori siciliani acquistarono il club, allestendo una squadra molto competitiva con l'obiettivo dichiarato della promozione nella massima serie: la squadra era composta da numerose atlete di riconosciuto valore internazionale, tra le quali l'azzurra Maurizia Cacciatori[238]. Tuttavia, prima dell'inizio del campionato, un'ispezione della Guardia di Finanza riscontrò gravi irregolarità nella gestione della società[239], decretandone di fatto lo scioglimento. Attualmente non ci sono in città squadre di alto livello: le principali società militano in Prima Divisione.

Hockey su pista

L'Amatori Lodi è una delle squadre di hockey su pista più blasonate d'Italia: fondata nel 1964, ha ottenuto numerosi successi a livello nazionale (Coppa Italia 1978 e Scudetto 1981) ed internazionale (Coppa CERS 1987[240], Coppe delle Coppe 1994[241], oltre alla finale di Coppa dei Campioni del 1982[242]). Attualmente la società milita nel massimo campionato.

Baseball

Gli Old Rags Baseball Club sono una società di baseball e softball fondata a Lodi nel 1966[243], ed iscritta al campionato italiano di baseball di Serie B[244]. Nel 1980 la squadra vinse il campionato di Serie A2, disputando poi tre stagioni nella massima categoria nazionale[243].

Ciclismo

Il 31 maggio 1990 l'11ª tappa del Giro d'Italia 1990 si concluse a Lodi con la vittoria di Adriano Baffi[245].

Impianti sportivi

 
Veduta interna dello Stadio Dossenina

Riservato esclusivamente al gioco del calcio, è uno stadio in stile inglese che ospita la squadra del Fanfulla[246].

  • Palazzetto dello Sport "Eugenio Castellotti"

Con una capienza di 3.000 spettatori circa[247], ha ospitato gli Europei del 1990[248] ed i Mondiali del 1993[249] di hockey su pista. Vi si disputano le partite casalinghe dell'Amatori Lodi[247] e dell'Unione Cestistica Casalpusterlengo[235].

  • Stadio Comunale "Egidio Capra"

Dispone di tribuna coperta e di dotazioni omologate per gare nazionali di atletica leggera; si trova in località Faustina unitamente ad altri impianti sportivi.

  • Palazzetto dello Sport "Faustina"

È dotato di tre palestre: la "Ghisio" (per basket e pallavolo), la "Fraschini" (dedicata a ginnastica artistica e arti marziali) e la "Grignani" (risevata al pugilato)[250].

Personalità sportive legate a Lodi

Note

  1. ^ Lodi, su dizionario.rai.it, RAI - Radiotelevisione Italiana - Dizionario italiano multimediale e multilingue d'ortografia e di pronunzia. URL consultato l'11-06-2009.
  2. ^ Bruno Pezzini, Dizionario del dialetto lodigiano, Lodi, Il Cittadino, 2000. ISBN non esistente.
  3. ^ Il titolo di "Città del Regno Lombardo-Veneto" venne riconosciuto a Lodi con la Imperial Regia Patente del 24 aprile 1815.
  4. ^ Marco Meriggi, Il Regno Lombardo-Veneto, in Storia d'Italia, Vol. 18, tomo II, UTET 1987. ISBN 8802040435.
  5. ^ Bilancio demografico mensile: popolazione residente al 30-04-2009, su demo.istat.it, Istituto Nazionale di Statistica, 12-10-2009. URL consultato il 14-10-2009.
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  24. ^ Si veda la voce Clima italiano.
  25. ^ Decreto del Presidente della Repubblica 26 agosto 1993, n. 412 (PDF), su efficienzaenergetica.acs.enea.it. URL consultato il 26-09-2009.
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Bibliografia

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