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Forti del gruppo di Rivoli
I Forti del gruppo di Rivoli sono una serie di fortificazioni costituite da 4 forti edificati dagli austriaci, intorno al 1850, a difesa della stretta della Val d'Adige nei pressi di Rivoli Veronese e della Chiusa di Ceraino.
Queste fortificazioni passarono al Regio Esercito del Regno d'Italia dopo l'annessione del Veneto nel 1966.
Situazione storica
I forti
Il gruppo di Rivoli comprende 4 forti. Tre di essi si trovano sulla riva destra dell'Adige:
- Forte Hlawaty (chiamato in seguito Forte Ceraino), nella frazione di Ceraino nel comune di Dolcè a 236 m. s.l.m
- Forte Mollinary (chiamato in seguito Forte Monte), nella frazione di Monte nel comune di Sant'Ambrogio di Valpolicella, a 410 m. s.l.m
- Forte della Chiusa, a Ceraino, in pianura a controllare il passaggio della strada e della ferrovia in direzione del Brennero.
Un'altro frte si trovava invece sul lato destro dell'Adige:
- Forte Wohlgemuth, (chiamato in seguito Forte Rivoli), nel comune di Rivoli Veronese, posto sul monte Castello a 227 m.
A Ceraino era presente inoltre un edificio adibito a comando dell'intera fortificazione.
Vicino si trova anche il Forte di San Marco (riva destra dell'Adige) ma non può essere considerato facente parte del gruppo, in quanto costruito posteriormente (tra il 1888 e il 1813) dall'Esercito Italiano.
Le fortificazioni oggi
Negli ultimi anni tutte queste fortificazioni sono state abbandonate dall'esercito italiano. Il forte di Rivoli è quello che oggi risulta essere il meglio conservato, anche in virtù del fatto di essere il più facile da raggiungere tra quelli posti in quota. Ristrutturato da una associazione no profit è sede di un museo di oggetti militari. Gli altri tre versano in condizioni di abbandono ed in particolare Forte della Chiusa e Forte Monte sono ormai diroccati.
La presenza di queste costruzioni ha fatto si che questa zona sia oggi conosciuta come Terra Dei Forti.
Galleria fotografica
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Forte di Rivoli
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Forte della Chiusa
Voci correlate
- Elenco di fortificazioni
- Sistema difensivo di Verona
- Questione veneta
- Terza guerra di indipendenza
- Risorgimento
Bibliografia
- Francesco Garau, Augusto Garau, Forti - Rocche e Castelli della Provincia di Verona, Verona, Provincia di Verona Turismo.
- Vittorio Jacobacci, La piazzaforte di Verona sotto la dominazione austriaca 1814-1866, Verona, Cassa di Risparmio di Verona Vicenza e Belluno, dicembre 1980.
- AA. VV, Il Quadrilatero: nella storia militare, politica, economica e sociale dell'Italia risorgimentale, Verona, Comune di Verona, 1967.
- A. Sandrini e P. Brugnoli, Architettura a Verona dal periodo napoleonico all'età contemporanea, Verona, Banca popolare di Verona, 1994.
- AA. VV, Verona. La città e le fortificazioni, Roma, 2005.
Collegamenti esterni
Chiusa di Ceraino
La Chiusa di Ceraino è un tratto della Val d'Adige in prossimità della frazione di Ceraino, nel comune di Dolcè, in cui il fiume Adige attraversa una stretta tra il Monte Pastello e il Monte Moscal.
Attraverso la zona passa la strada statale del Brennero e la ferrovia del Brennero (interamente in galleria sotterranea).
Le fortificazioni
La conformazione geografica della zona che la rende uno dei passaggi obbligati verso il Brennero, gli ha confertio una certa rilevanza strategica-militare. Nei pressi della chiusa, nel 1797, Napoleone Bonaparte condusse una importante battaglia. Intorno al 1850, l'Impero Austriaco, fortificò la zona con la costruzione di ben 4 forti a difesa della chiusa. In particolare forte della Chiusa era utilizzato proprio per il controllo della strada. Queste fortificazioni presero il nome di fortificazioni del gruppo di Rivoli.
Nel 1866, con l'annessione del Veneto al Regno d'Italia, la zona passò sotto il controllo italiano. Il Regio esercito rafforzò ulteriormente le fortificazioni, invertendone il tiro dell'artiglieria (da sud a nord), in quanto si trovava a poca strada dal confine austriaco.
Geografia
Il tratto identificato come chiusa inizia, a nord, alla fine del gruppo di case dell'abitato di Ceraino e termina circa 2,5 km più avanti nella frazione di Volargne. In questo tratto l'Adige è costretto a perorrere uno spettacolare gola costituito da un paio di strette anse. Questo si ha avuto per la posizione trasversale che ha assunto il monte Pastello, rispetto alla direzione della valle, grazie a movimenti tettonici pittuosto recenti (fase eoalpina, ultimi milioni di anni). Tale posizione ha ipedito il normale deflusso del fiume che dalla Vallagarina sbocca verso verona e la pianura padana.
Un'altro aspetto che ha caratterizzato la formazione di questa gola è la costituzione delle pareti di marmo rosso ammonitico particolarmente resistende all'erosione e che quindi ha obbligato il fiume a scorrere in un tortuoso percorso e solo negli ultimi milioni di anni, periodo considerato piuttosto recente.
Voci correlate
Forte San Marco
Il Forte San Marco è un forte costruito dall'Esercito Italiano, tra il 1888 e il 1913, sul monte omonimo, in località Lubiara nel comune di Caprino Veronese.
Storia
La costruzione del forte è stata iniziata nel 1988 allo scopo di completare la linea di difesa con il confine con l'Austria-Ungheria (posto, circa, dove ora c'è il confine regionale tra Veneto e Trentino Alto Adige, all'epoca territorio austriaco).
Completato nel 1913, durante la prima guerra mondiale fu pesantemente armato, ma venne utilizzato quasi esclusivamente per l’acquartieramento di truppe. Non partecipò, infatti, ad alcun combattimento. Vennero soltato sparati alcuni colpi contro gli aerei austriaci che volavano verso Verona allo scopo di bombardarla.
Ora il forte è di proprietà privata e versa in stato di parziale abbandono
Caratteristiche
Il forte è costruito utilizzando conci di pietra locale estratta nelle vicine cave di Lubiara (in particolare in rosso ammonitico). Gli archivolti sono invece costruiti in cotto. Il modello costruttivo segue la scuola del generale del genio militare italiano Enrico Rocchi, anche se segue alcuni modelli derivati dallo stile prussiano. La pianta è sostanzialemnte rettangolare, anche se presenta delle irregolarità dovute all'obbligo di adattarsi alle asperità del terreno.
Il forte si trova in una posizione sovrastante l'inizio della chiusa di Ceraino, a quota 451 m. su una propaggine meridionale del Monte Cordespino.
All'interno del forte sono presenti due cortile, alcune sale, caserme, magazzini per munizioni e postazioni per artiglieria. A proteggerlo una muraglia allo scoperto che lo circonda interamente e un fossato largo dai 5 ai 6 metri scavato nella roccia, ad esclusione nel lato destro a precipizio sulla valle.
Feritorie per la fucileria e casematte coostituiscono i vari lati della fortificazione. Sullo spiglo destro è presente una torre che sovrasta l'intero complesso e presenta numerose fucilerie su diversi livelli.
Armamento
Il forte era costruito per poter alloggiare un armamento principale, così costituito[1]:
e da un armamento secondario:
- Tra i 4 e i 5 pezzi da campagna
- Tra i 4 e i 5 mortai
- 2 pezzi a tiro rapido
Bibliografia
- A. Sandrini e P. Brugnoli, Architettura a Verona dal periodo napoleonico all'età contemporanea, Verona, Banca popolare di Verona, 1994.
- Francesco Garau, Augusto Garau, Forti - Rocche e Castelli della Provincia di Verona, Verona, Provincia di Verona Turismo.
Voci correlate
Note
- ^ Notizie da fonti austriache dell'epoca
Franz von Scholl
Franz von Scholl (Aquisgrana, 8 gennaio 1972 – Verona, 3 settembre 1938) è stato un ufficiale e ingegnere tedesco addetto alle fortificazioni.
Biografia
Scholl iniziò la sua carriera militare, nel 1796, fino ad arrivare al grado di tenente feldmaresciallo. Tra il 1896 e il 1815 fu più volte in Italia, Francia e Germania. Partecipò alle campagne del Reno, al blocco di Venezia, alla Battaglia di Lipsia e altre importanti eventi bellici del suo tempo.
Fin da subito di occupò nella costruzione di fortificazioni e altre opere di genio militare. Il suo lavoro fu fortemente influenzato dalle opere di Marc René, merchese di Montalembert.
Nel 1833, con una risoluzione, l'impero austriaco, decretava il il restaruro delle fortificazioni di Verona e della linea del Mincio. In qel periodo Scholl si trovava già a Verona come direttore dell' Imperiale Regio Ufficio delle Fortificazioni e perciò il Consiglio di Guerra di Vienna gli affidò la costruzione delle opere. Il principale promotore di questa risoluzione fu il feldmaresciallo Josef Radetzky.
Per la sua capacità e le sue innovazioni, Franz von Scholl, fu considerato il principale esponente della scuola di architettura militare dell'austria.
Dopo aver ricevuto questo incarico, Scholl, non lasciò più Verona dove continuò a lavorare fino al 3 settembre 1838 quando, si dice, fu stroncato da un malore in seguito alla morte della moglie avvenuta il giorno prima.
La salma di Scholl fu sepolta nel cimitero Monumentale di Verona, nella zona allora riservatoa agli austriaci. La tomba, costituita da un pesante blocco di marmo veronese, lo ricorda tuttora.
Bibliografia
- A. Sandrini e P. Brugnoli, Architettura a Verona dal periodo napoleonico all'età contemporanea, Verona, Banca popolare di Verona, 1994.
Voci correlate
- Sistema difensivo di Verona
- Fortificazioni austriache al confine italiano
- Fortezza
- Bastione
- Torrione
- Muro alla Carnot
- Elenco di fortificazioni
Muro alla Carnot
Per muro alla Carnot si intende un tipo di muratura utilizzata per scopi difensivi.
Descrizione
Un muro alla Carnot è cotituito da un solido e spesso muro edificato al di fuori della costruzione, a pochi metri dalla scarpa, e provvisto di nicchie interne dove possono alloggiare fucilieri che possono battere il fossato mediante feritoie nella muratura.
Nei vertici dell'opera principale questi muri si sviluppano in caponiere completamente protette e che possono presentare anche degli alloggiamenti per artiglieria. Lo scopo principale di queste strutture era quella di di proteggerne i fianchi della fortificazione, grazie alla possibilità di tiro di fiancheggiamento, da eventuali nemici che si fossero introdotti nel fossato.
Questa tipologia di opera prende il nome dal suo ideatore, il fisico e ingegnere del genio militare francese, Nicolas Carnot, che l'aveva introdotta fin da durante l'assedio di Anversa del 1814.
Questa caratteristica difensiva si diffuse largamente ed utilizzata nella costruzione di nuovi forti e nel miglioramento di quelli già esistenti. La scuola di architettura militare austriaca fu quella che maggiormente lo adottò.
Bibliografia
- A. Sandrini e P. Brugnoli, Architettura a Verona dal periodo napoleonico all'età contemporanea, Verona, Banca popolare di Verona, 1994.