Javier Zanetti
Javier Adelmar Zanetti ([ˈxaβjeɾ adelˈmar saˈneti]; Buenos Aires, 10 agosto 1973) è un calciatore argentino, difensore o centrocampista dell'Inter, del quale è capitano dal 1999 dopo l'addio di Giuseppe Bergomi, e della Nazionale argentina, della quale è stato a lungo capitano[5].
Javier Zanetti | ||||||||||||||||||||||||||||||||||
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Nazionalità | ![]() | |||||||||||||||||||||||||||||||||
Altezza | 178 cm | |||||||||||||||||||||||||||||||||
Peso | 75[1] kg | |||||||||||||||||||||||||||||||||
Calcio ![]() | ||||||||||||||||||||||||||||||||||
Ruolo | Difensore, centrocampista | |||||||||||||||||||||||||||||||||
Squadra | Inter | |||||||||||||||||||||||||||||||||
Carriera | ||||||||||||||||||||||||||||||||||
Squadre di club1 | ||||||||||||||||||||||||||||||||||
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Palmarès | ||||||||||||||||||||||||||||||||||
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1 I due numeri indicano le presenze e le reti segnate, per le sole partite di campionato. Il simbolo → indica un trasferimento in prestito. | ||||||||||||||||||||||||||||||||||
Statistiche aggiornate al 9 dicembre 2012 | ||||||||||||||||||||||||||||||||||
Al 2012 è il giocatore in attività e lo straniero con più presenze in Serie A 585 più 3 spareggi e anche quello con più presenze nella storia dell'Inter 820.[6] È inoltre il recordman di presenze consecutive in Serie A con la maglia dell'Inter 137,[7] squadra di cui è il giocatore più vincente della storia con sedici trofei: cinque scudetti, quattro Coppe Italia, quattro Supercoppe italiane, una Coppa UEFA, una Champions League e una Coppa del mondo per club FIFA.[8]
Con la Nazionale argentina ha disputato 145 partite, cifra che lo rende il giocatore con il maggior numero di presenze nella storia della Selección Albiceleste, avendo superato nel novembre del 2007 il precedente record di Roberto Ayala di 115 incontri giocati.[9] Con l'Argentina è arrivato in finale di Copa América nel 2004 e nel 2007, e di Confederations Cup nel 1995 e nel 2005.[10]
Nel marzo del 2004, a Londra, venne inserito da Pelé nella FIFA 100,[11] la lista dei 125 migliori calciatori viventi redatta in occasione del centenario della FIFA, mentre nel maggio 2011 divenne uno dei calciatori ad aver disputato più di 1000 presenze in carriera.[12]
Biografia
Javier Zanetti nacque a Buenos Aires il 10 agosto del 1973, da Rodolfo Ignacio Zanetti e Violeta Bonazzola,[14] ma è in provincia dove lui crebbe, nel sobborgo portuale del Partido di Avellaneda, Dock Sud.[15] Prese il secondo nome Adelmar da un medico che gli salvò la vita da neonato, quando aveva dei problemi di respirazione.[16]
È il fratello minore di Sergio,[14] anch'egli calciatore, e poi allenatore dell'Inter Juniores Berretti.[17]
È di origini friulane, essendo il bisnonno originario di Sacile in provincia di Pordenone.[18][19]
Si appassionò al calcio da bambino, quando l'Argentina di Kempes e Passarella vinse in casa il campionato mondiale di calcio.[15] Abitando nel dipartimento di Avellaneda, Zanetti ha incominciato a tifare per una delle squadre di casa, l'Independiente, che tra l'altro durante gli anni settanta aveva dominato la scena nazionale ed internazionale, vincendo 2 Tornei Nacional, 2 Tornei Metropolitano, 4 Coppe Libertadores, 3 Coppe Interamericane ed 1 Coppa Intercontinentale.[20]
Durante un anno di inattività, causato dal suo gracile fisico,[21] aiutò suo padre muratore a lavorare nei cantieri, ed è grazie a questo lavoro che Zanetti è riuscito ad aumentare la propria massa muscolare e l'altezza.[22] Tornato a giocare a calcio, nel Talleres, dove però non aveva un contratto professionistico, per aiutare economicamente la famiglia è diventato prima un postino, dando una mano a suo fratello Sergio, poi "ragazzo del latte" insieme a suo cugino Carlo, lavorando dalle quattro alle otto di mattina.[12][23] Dato che la situazione per il giovane era divenuta insostenibile, la dirigenza del Talleres gli fece firmare il suo primo contratto da professionista.[24]
Nel 1991, mentre militava ancora tra le file del Talleres, conobbe Paula de La Fuente,[25] figlia di un docente universitario, che poi avrebbe sposato nel 1999.[26] La coppia ha tre figli: Sol (nata l'11 giugno 2005),[27] Ignacio (nato il 27 luglio 2008),[28] e Tomas (nato il 9 maggio 2012).[29]
Durante la sua permanenza a Remedios de Escalada prese il vezzeggiativo Pupi del fratello Sergio appena ceduto, necessario in quanto in squadra oltre a lui, c'erano ben cinque Javier.[24] Invece fu Víctor Hugo Morales a soprannominarlo El Tractor, in lingua italiana il trattore,[30] grazie alle sue gambe possenti e alle sue corse sulle fasce.[31]
Nel 2009, è uscita la sua autobiografia Capitano e gentiluomo, edita da Rizzoli,[32] mentre nel novembre del 2011 è stato pubblicato 757 Record di fedeltà - I giorni di Zanetti, libro edito da Skira che ripercorre tutta la sua carriera in nerazzurro dall'arrivo nel 1995 al record delle 757 presenze.[33]
Il 30 maggio 2011, poche ore dopo la conquista nerazzurra della Coppa Italia, la madre di Zanetti, Violeta, venne a mancare a Buenos Aires a causa di un infarto.[34][35][36] Qualche mese più tardi, Zanetti raccontò che un ricordo su sua madre al quale è più affezionato arrivò proprio prima che lei morisse, infatti sua madre, dopo la vittoria in Coppa Italia, gli inviò un messaggio con scritto: “Figlio, complimenti, sono felicissima per te... Ti voglio bene!”.[37] L'argentino però, non ebbe la possibilità però di rispondere a tale messaggio, perché durante quella notte sua madre spirò.[37]
Nell'aprile del 2012 ha aperto nel quartiere Brera di Milano un ristorante insieme ad Esteban Cambiasso, il Botinero.[38]
Vive sul lago di Como, a Moltrasio, dopo aver vissuto sette anni a Cernobbio.[39]
Il rapporto con Giacinto Facchetti
Appena arrivato a Milano fu uno dei più celebri giocatori della Grande Inter a fargli da mentore, Giacinto Facchetti.[41] Fu Facchetti a trasmettergli valori morali come la lealtà, la correttezza, l'onestà ed il rispetto verso tifosi ed avversari.[42] Infatti sono questi valori, oltre che la correttezza, il coraggio ed il carisma, che hanno fatto definire Zanetti l'erede di Facchetti.[43] Tra i due si instaurò ben presto un ottimo rapporto, con Facchetti che raccontava spesso all'argentino le sfide tra l'Inter e l'Independiente, ricordando la fatica consumata soprattutto in casa di questi ultimi per vincere la Coppa Intercontinentale.[44] Durante il momento dello scandalo denominato Calciopoli, che aveva coinvolto le storiche rivali dell'Inter, la Juventus ed il Milan, venne diagnosticato a Facchetti un tumore al pancreas.[45] Nonostante la grave malattia che lo stava consumando, Facchetti seguiva ancora le vicende della sua squadra, che avrebbe dovuto giocare il 27 agosto 2006 la Supercoppa italiana.[46] Ventiquattro ore prima della partita Zanetti lo andò a trovare in ospedale, promettendogli di tornare il giorno successivo con la coppa.[46] Il capitano nerazzurro mantenne la parola, infatti l'Inter, dopo essere stata in svantaggio di addirittura tre reti, grazie ad una doppietta di Vieira e Crespo, riuscì a pareggiare nei minuti regolamentari, per poi passare in vantaggio grazie ad una punizione di Figo.[46] Arrivato in ospedale con la coppa, Zanetti riuscì a strappare un sorriso a Facchetti,[46] che morirà poi pochi giorni più tardi, il 4 settembre.[42] Dopo essere diventato campione d'Italia nella stagione 2006-2007, l'argentino dedicò la vittoria a Facchetti, oltreché all'avvocato Prisco e a Benito Lorenzi.[47]
Il rapporto con Peppino Prisco
Oltre che a Facchetti, Zanetti era molto legato alla figura di un altro dirigente nerazzurro, l'avvocato Peppino Prisco.[48] La vita di Prisco è indissolubilmente legata all'Inter, di cui nel 1963 è divenuto vicepresidente.[49] Grazie alla sua arguzia era capace di "beccare" gli avversari, inventando sempre battute, soprattutto contro le rivali storiche dei nerazzurri, la Juventus ed il Milan,[48] ed inoltre era capace di alleggerire la situazione anche durante i periodi bui della storia nerazzurra.[50] Il rapporto di Prisco con il capitano nerazzurro era basato sulla fiducia, infatti ogni volta che l'avvocato incontrava l'argentino gli diceva: "Javier, tu sei il mio uomo, io mi fido di te".[48] Il giorno della sua scomparsa, il 12 dicembre 2001, venne dichiarato da Zanetti come uno dei giorni più tristi della sua carriera.[50]
La fede religiosa
Di fede cattolica, Zanetti è molto religioso, e per testimoniare questo vi sono i suoi impegni sociali, come la sua organizzazione benefica, la Fundación P.U.P.I..[51] Inoltre, prima di entrare sul campo fa sempre un segno della croce.[1] Grazie ad una sua mediazione, il suo compagno di squadra Wesley Sneijder è riuscito a convertirsi al cattolicesimo tramite il battesimo con largo anticipo.[51][52][53] Ha incontrato il Papa Benedetto XVI in due occasioni, la prima volta a Città del Vaticano nel 2008, pochi giorni dopo il centenario dell'Inter,[54] e la seconda volta, assieme alla sua famiglia, a Milano, nello stadio Meazza, in occasione dell'Incontro Mondiale delle Famiglie.[55]
L'impegno sociale
Appena arrivato all'Inter, Zanetti è stato coinvolto da Bergomi in un'associazione chiamata Gruppo Sportivo I Bindun, nata avendo come obiettivo costruire case per i ragazzi più disagiati.[56][57]
È grazie a questa esperienza che nel 2002, insieme alla moglie Paula, ha creato la Fundación P.U.P.I., organizzazione non-profit che si occupa di fornire il necessario sostegno economico ai bambini disagiati, e alle loro famiglie, nella zona di Buenos Aires.[56][58] Proprio per l'impegno profuso nella sua Fundación, nel 2005 l'ufficio di presidenza del consiglio comunale di Milano gli ha conferito l'Ambrogino d'oro,[59] mentre il 6 gennaio 2012, si aggiudica il premio "I piedi buoni del calcio - Lo sportivo esemplare", assegnato tramite sondaggio sui siti di Gazzetta dello Sport e Lega Serie A al giocatore che nel corso dell'ultimo anno si è distinto maggiormente in attività sociali e di beneficenza con un comportamento ammirevole, sia dentro, sia fuori dal rettangolo di gioco.[60][61] Oltre alla Fondazione P.U.P.I., Zanetti partecipa assieme a Cambiasso ad un'altra associazione, i Leoni di Potrero.[62]
L'argentino inoltre, dal 2006 è ambasciatore di SOS Villaggi dei Bambini, associazione ONLUS per i diritti dell'infanzia.[63]
Oltre al resto, il capitano nerazzurro è stato scelto nel 2009 come testimonial per Special Olympics, l'associazione che organizza con cadenza quadriennale,[64] i Giochi Olimpici Speciali.[65][66]
Nell'ottobre del 2011 ha partecipato all'iniziativa Il gol per la ricerca dell'Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro insieme ad Alessandro Del Piero e Pato,[67] ed ha partecipato alla stessa iniziativa anche nel novembre del 2012.[68]
Con l'Inter Zanetti supporta Emergency, un'organizzazione che ha costruito e gestisce ospedali per i feriti di guerra e per emergenze chirurgiche, centri per la riabilitazione fisica e sociale delle vittime di mine antiuomo e altri traumi di guerra, un centro per la maternità, posti di primo soccorso per il trattamento immediato dei feriti, centri sanitari per l'assistenza medica di base.[65] Inoltre i nerazzurri nel 2004 appoggiarono la causa del Subcomandante Marcos, portavoce dell'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale, cercando di dare un aiuto alle popolazioni precolombiane facenti parte del Messico.[69][70]
Attività artistiche
Attività musicali
Appassionato di musica, i brani preferiti da Zanetti sono quelli di Ligabue, che spesso suona o canta,[71] ma è anche un ammiratore di Laura Pausini, Eros Ramazzotti, del gruppo rock argentino Los Piojos,[72] e del celebre gruppo rock britannico The Beatles.[73] È anche solito cantare al karaoke in serate di beneficenza organizzate per aiutare la sua fondazione.[74]
La prima partecipazione canora dell'argentino, insieme ad altri giocatori nerazzurri, è stata nella canzone Pazza Inter, registrata il 22 agosto 2003,[75] e divenuta talmente nota da sostituire l'inno ufficiale della squadra milanese nelle occasioni pubbliche.[72]
Nel 2007 Zanetti ha duettato insieme a Mina nel brano Parole parole, contenuto nell'album Todavia dell'artista italiana, venendo preferito ad Antonio Banderas.[72]
In un'asta a Buenos Aires, del 16 ottobre 2010 l'argentino ha acquistato per 35mila dollari un basso del celebre bassista dei Beatles Paul McCartney.[73][76][77]
Nel marzo del 2011, il calciatore ha inciso con i Rezophonic la famosa canzone di Sergio Endrigo "Ci vuole un fiore", rivisitata in chiave moderna, per raccogliere denaro per la Fondazione Pupi e per la costruzione di pozzi d'acqua in Africa.[78]
Il 25 maggio 2012, durante una tourneé dell'Inter in Indonesia, si è esibito durante una puntata in diretta di Indonesian Idol, cantando la canzone Più bella cosa di Eros Ramazzotti.[79]
Attività cinematografiche
Zanetti ha partecipato come attore al documentario del regista Piergiorgio Gay Niente paura, uscito nelle sale cinematografiche il 10 settembre 2010.[80] Al film hanno partecipato, oltre al calciatore dell'Inter, altri personaggi celebri, come Ligabue, nelle vesti del presentatore del documentario, Luciana Castellina, Don Luigi Ciotti, Beppino Englaro, Margherita Hack, Stefano Rodotà, Sabina Rossa, Paolo Rossi, Giovanni Soldini, Carlo Verdone, Umberto Veronesi, Fabio Volo.[81][82]
Caratteristiche tecniche
Puntuale nel recupero di palloni e nell'impostazione del gioco, è infine dotato di eccellenti doti fisiche, tra cui resistenza, ottimo possesso di palla, velocità, e di un buon bagaglio tecnico.[83][84]
Nato nelle giovanili dell'Independiente come attaccante esterno,[23] è al Talleres che Zanetti arretra il suo baricentro, iniziando la sua lunga carriera da vero e proprio "jolly", riuscendo poi a giocare in quasi tutti i ruoli del reparto mediano e arretrato.[83] Infatti in Argentina scende in campo nella maggior parte delle partite da centrocampista, sia di fascia che centrale, ed alcune volte anche da terzino, ruolo che successivamente lo consacrò nella sua prima stagione da professionista.[23]
Appena arrivato all'Inter, Bianchi lo schierò come laterale destro in un 5-3-2,[85], per poi passare come interno destro in un modulo a rombo sotto la gestione di Hodgson.[86] Con Simoni il giocatore nerazzurro venne spostato come laterale sinistro di centrocampo,[87] mentre poi con Lucescu giocò addirittura da seconda punta, seppur in un'amichevole con il Lugano.[88] Sotto la guida di Lippi ritornò a giocare a destra nel centrocampo, come tornante nel 4-4-2,[89] invece fu Cúper a fargli ricoprire nuovamente la posizione di terzino destro, lo stesso ruolo che ebbe durante i suoi anni in Argentina.[90] Si consolidò anche come centrocampista centrale prima con Mancini e poi con Mourinho,[91] mentre per poco tempo ha giocato anche come difensore centrale nel 3-4-3 di Gasperini,[92] per poi tornare a centrocampo con Ranieri,[93] e Stramaccioni.[94]
La corsa palla al piede
Una delle azioni tipiche di Zanetti è la corsa palla al piede, dove il calciatore riesce ad incunearsi in percussione, per poi superare gli avversari sullo slancio,[95] ed infine tentare il cross dal fondo.[96] Grazie alla sensibilità dei piedi, una tecnica allenata sin da bambino e alla corsa, oltre che alla forza e alla resistenza delle gambe, Zanetti riesce a correre sulle fasce per tutta la partita.[97]
La corsa palla al piede si divide in quattro fasi: il controllo di palla, dove l'argentino riesce a controllare il pallone con grande maestria, sia col piede destro che col sinistro,[96] la progressione, durante la quale Zanetti sfrutta al massimo la sua accelerazione,[97] il raddoppio, che avviene quando il giocatore supera un suo compagno e poi quando un altro corre in suo aiuto,[98] ed infine il cross oppure il tiro che vengono effettuati dopo aver superato l'ultimo avversario.[99]
L'intesa con Maicon
Zanetti non possiede i tempi di gioco tipici di una mezzala, ma riesce comunque a buttarsi negli spazi e a dettare il passaggio ai compagni di squadra.[98] Dal 2006 al 2012 l'argentino è sceso spesso in campo assieme a Maicon,[100] in un'accoppiata che si basava sul fatto che mentre un calciatore si fermava, l'altro avanzava, oppure che entrambi si muovevano insieme dialogando tra loro, al fine di conquistare il fondo del campo per il cross.[98]
L'Inter, durante il corso degli anni, è riuscita a perfezionare il proprio gioco grazie alle spinte laterali di Maicon e Zanetti, e grazie al controllo del pallone di quest'ultimo i nerazzurri sono riusciti più volte a costruire la superiorità numerica, infatti gli avversari erano costretti a chiudere sul capitano nerazzurro, lasciando spazi liberi nel resto del campo.[101]
Carriera
Club
Gli esordi in Argentina
« L'avversario più difficile che abbia mai incontrato è stato Javier Zanetti. Lo incontrai per la prima volta nel '99, ai quarti di Champions. Lui terzino destro, io ala sinistra. M'impressionò per le sue qualità: rapido, potente, intelligente, esperto. Ci ho giocato contro altre due volte. È stato l'avversario più duro in assoluto. Un campione completo.[102][103] » (Ryan Giggs, calciatore del Manchester United, marzo 2012) |
Javier Zanetti crebbe durante il periodo della guerra sporca, e nel suo quartiere, Dock Sud, non esisteva nessun campo da calcio.[104] Sarà suo padre, il muratore Rodolfo Ignacio, assieme ad altri genitori di ragazzi del posto a creare un nuovo campetto in erba e sabbia, ed è lì che l'argentino inizierà a tirare i suoi primi calci ad un pallone, nella formazione della Disneyland.[105] La settimana prima della finale del torneo locale, Zanetti a furia di giocare distrusse le scarpette da calcio, e la sua famiglia non aveva abbastanza soldi per comprarne un paio nuovo.[106] Fu così che suo padre, compiendo un grande sacrificio, le ricucì perfettamente, permettendo al figlio di giocare la finale del torneo, che poi vinse.[106]
Dopo poco tempo, nel 1982, un dirigente dell'Independiente gli offrì l'opportunità di giocare nella sua squadra, e Zanetti accettò immediatamente l'offerta, dato che era un tifoso dei Diablos Rojos.[20][106] Pochi mesi più tardi, il 24 aprile 1984, Zanetti visitò per la prima volta la Doble Visera, vedendo da spettatore la vittoria per 3-2 dell'Independiente in Copa Libertadores contro i paraguaiani dell'Olimpia,[107] ottenuta grazie ad una grande prestazione di Ricardo Bochini, idolo di Zanetti.[21] Dopo esser sceso in campo per sette anni tra le file dell'Independiente,[106] i dirigenti ed i tecnici della squadra decisero di tagliarlo fuori dalla squadra, perché sotto l'aspetto fisico era troppo piccolo e debole.[21]
Per più di un anno Zanetti smise di giocare a calcio, pensando solamente allo studio ed al lavoro,[21] dove l'argentino aiutava suo padre nei cantieri, e questo sostegno che offrì al genitore fu molto importante dal punto di vista fisico del giocatore, in quanto acquisì centimetri e muscoli.[22] Successivamente fu ancora suo padre ad intervenire nella carriera del giocatore, convincendolo a cercare un'altra squadra,[108] e l'opportunità gliela offrì il fratello Sergio, che militava nel Talleres.[22] Javier ha aspettato che suo fratello Sergio si trasferisse, perché non voleva passare per raccomandato, ed infine ha fatto un provino dove è stato promosso.[109]
Nelle giovanili del Talleres giocò da centrocampista in quarta divisione, e le ottime prestazioni lo fecero promuovere in prima squadra.[23] Inoltre il club di Remedios de Escalada gli offrì un contratto da professionista, in quanto Zanetti per guadagnare ed aiutare economicamente la famiglia era costretto a lavorare la mattina vendendo il latte.[110]
Talleres
Esordì nel mondo del calcio professionistico il 22 agosto 1992, nel corso della terza giornata di Primera B Nacional, quando subentrò all'80' al posto di Miguel Ángel Fretes, vincendo 2-1 contro l'Instituto Atlético Central Córdoba.[111] Il suo debutto da titolare con i bianco-rossi è avvenuto tre giornate più tardi, quando il 12 settembre il Talleres pareggiò 0-0 in casa dell'Ituzaingó.[111] Ha segnato il suo primo gol in carriera, che tra l'altro è stato anche il primo e l'unico con la maglia del Talleres, il 20 marzo 1993, in occasione di Talleres-Arsenal de Sarandí, finita 1-1.[112] In totale, con la maglia del Talleres, scese in campo 33 volte, venendo schierato per lo più come terzino.[24] A fine campionato venne definito come uno tra i migliori giovani del torneo.[24]
Banfield
Nell'estate del 1993, a vent'anni, approdò nella massima serie, la Primera División, venendo acquistato dal Banfield per 160.000 dollari, pagati a proprie spese da dieci soci della squadra.[113][114] I due allenatori, Oscar López ed Oscar Cavallero gli fecero vestire la maglia numero 4, che non abbandonò più.[115] Esordì con i biancoverdi il 12 settembre 1993 contro il River Plate, in una partita finita 0-0.[115] Zanetti chiuse la stagione con 37 presenze segnando un gol,[115] il suo primo con la maglia del Banfield, il 29 settembre 1993 nel pareggio per 1-1 in casa del Newell's Old Boys.[116] Titolare anche nel campionato successivo, le sue prestazioni gli valsero la convocazione nella Nazionale argentina di Daniel Passarella.[115] Le 29 partite condite da tre reti (la prima il 23 ottobre 1994 nella vittoria per 3-0 contro l'Independiente, la seconda il 29 novembre successivo nell'1-1 interno con il Deportivo Textil Mandiyú,[117] e la terza il 2 aprile 1995 nella vittoria esterna per 4-1 contro l'Argentinos Juniors[118]) lo fecero diventare uno dei giocatori più forti della sua nazione e Zanetti entrò stabilmente nel giro della Nazionale.[119]
Durante una tournée della Nazionale in Sudafrica valida per la Mandela Cup, Zanetti ricevette da Passarella la notizia secondo cui l'Inter di Milano sarebbe stata interessata al suo acquisto.[120] A segnalarlo fu uno degli osservatori dei nerazzurri, cioè l'ex calciatore Antonio Angelillo,[121] che era in Argentina alla ricerca di giocatori "originali", come Ariel Ortega.[120] Successivamente fu voluto fortemente anche dal presidente Massimo Moratti, che dopo averlo visionato in una videocassetta mentre giocava nella nazionale olimpica, fu rimasto impressionato dal suo dribbling e dalle sue qualità fisiche,[122] e ne fece di lui il suo primo acquisto,[123][124] il 13 maggio 1995.[125][126]
Inter
L'arrivo a Milano
Subito dopo Zanetti, vennero acquistati altri calciatori stranieri e, non essendo ancora in vigore la legge Bosman, ogni squadra poteva far giocare in campo soltanto tre stranieri, e quindi una cessione in prestito per l'argentino non era improbabile.[128] La società non aveva comunque alcuna intenzione di girare in prestito Zanetti, che tra l'altro Maradona definì «il miglior acquisto dell'anno».[129] Fu presentato, insieme al connazionale Sebastián Rambert, alla Terrazza Martini il 5 giugno 1995, venendo sommersi dai tifosi.[130]
1995-1996: gli esordi in nerazzurro
Nonostante ci fossero quattro stranieri all'Inter (gli altri erano Roberto Carlos e Paul Ince), che tra l'altro inizialmente erano anche malvisti,[131] l'allenatore Ottavio Bianchi decise di puntare su Zanetti.[132] L'argentino arrivò al ritiro nerazzurro di Cavalese il 28 luglio 1995,[133] quasi da ignoto, infatti giunse nella città trentina da solo con un sacchetto da supermercato in mano, ad aspettarlo c'erano solamente due giornalisti,[134][135] e una volta arrivato al campo di allenamento, Zanetti dovette attraversare una folla di tifosi per riuscire ad allenarsi.[136] Agevolato nella preparazione estiva grazie alla partecipazione della Nazionale argentina in Copa América,[137] esordì in maglia nerazzurra allo Stadio Giuseppe Meazza il 27 agosto 1995, a 22 anni, in occasione di una partita di Serie A contro il Vicenza, vinta dalla sua nuova squadra per 1-0, con una rete di Roberto Carlos, anch'egli al debutto.[138][139] Invece il suo esordio nelle coppe europee avvenne pochi giorni più tardi, il 12 settembre in casa del Lugano, dove la sua squadra pareggiò 1-1.[140] Bianchi fu sostituito a fine settembre da Luis Suárez,[141] che a sua volta verrà poi rimpiazzato dall'inglese Roy Hodgson; anche gli altri due allenatori di stagione ebbero fiducia nell'argentino.[141] Sotto la gestione Hodgson, Zanetti segnò il suo primo gol con la maglia dell'Inter, il 3 dicembre 1995 in casa contro la Cremonese, ed il giorno dopo venne premiato con un 8 in pagella da La Gazzetta dello Sport.[86] Alla fine del campionato l'Inter si piazzò al settimo posto in classifica, un risultato deludente per il presidente Moratti all'esordio.[142]
1996-1998: le due finali di Coppa UEFA
Le 32 partite disputate ed i 2 gol segnati nella stagione 1995-1996, lo portarono ad essere un titolare dei nerazzurri.[86] L'argentino con il passare dei mesi iniziò ad ambientarsi, conquistando pian piano la tifoseria nerazzurra, grazie alla sua grinta, alla sua abnegazione e alla sua costanza, oltreché alle sue corse palla al piede.[86] Neanche la stagione successiva arrivò lo scudetto,[142] ma in Coppa UEFA, la squadra approdò in finale (di andata e ritorno) contro lo Schalke 04:[142] dopo aver perso a Gelsenkirchen per 1-0, al termine dei minuti regolamentari e supplementari del ritorno il punteggio era lo stesso, ma a favore dell'Inter;[142] durante gli ultimi minuti del secondo tempo supplementare Hodgson sostituì Zanetti, provocando l'ira dell'argentino, che subito dopo si scusò con l'allenatore.[143] La sostituzione era dovuta dal fatto che Hodgson volle inserire un attaccante per i calci di rigore, che poi l'Inter perse.[143]
Diversamente andò l'anno dopo: in Coppa UEFA, i nerazzurri approdarono nuovamente in finale, contro la Lazio; la partita fu disputata il 6 maggio 1998 al Parc des Princes di Parigi,[144] e fu vinta dall'Inter per 3-0: Zanetti realizzò la rete del parziale 2-0,[145] successivamente ha dichiarato che questo è stato il gol più importante della sua carriera.[145] Per Zanetti la Coppa UEFA fu il primo trofeo in nerazzurro, dopo tre anni in Italia.[146]
1998-2001: le prime stagioni da capitano
La stagione 1998-1999 partì con una serie di acquisti, come ad esempio Roberto Baggio, che divenne uno dei giocatori a cui Zanetti si affezionò di più,[147] infatti l'ex attaccante regalò all'argentino un suo labrador da caccia, Simba.[148] In questa stagione Zanetti fu guidato prima da Simoni, poi dal subentrante Mircea Lucescu, quindi da Castellini a seguito dell'esonero del rumeno dopo l'eliminazione dalla Champions da parte del Manchester United e la sconfitta esterna per 4-0 con la Sampdoria[88][149] e infine dal richiamato Hodgson, che guidò i nerazzurri fino all'ottavo posto in campionato, senza peraltro qualificarsi alle coppe europee dell'anno successivo, infatti l'Inter perse gli spareggi UEFA con il Bologna.[88]
Dopo Hodgson, il presidente Moratti come allenatore ingaggiò Marcello Lippi.[150] Sotto la gestione del tecnico viareggino si ritirò il capitano dell'Inter di allora, Giuseppe Bergomi; oltre a Bergomi andò via anche Gianluca Pagliuca, che in quel momento ricopriva il ruolo di vice capitano della squadra, e fu Zanetti, a ventisei anni, a diventare il capitano della squadra, giacché la rosa aveva un'età media molto giovane e lui era il giocatore con più stagioni in nerazzurro.[150][151] Il debutto di Zanetti da capitano coincise con Inter-Hellas Verona (3-0) del 29 agosto 1999.[6] La squadra chiuse il campionato al quarto posto a pari punti con il Parma, vincendo lo spareggio per l'accesso ai preliminari di Champions League proprio contro gli emiliani;[152] la squadra arrivò inoltre in finale di Coppa Italia contro la Lazio, perdendola.[153]
La stagione 2000-2001 cominciò male per Zanetti, che durante la preparazione estiva ebbe una lesione muscolare all'adduttore sinistro che gli fece saltare le prime partite.[154] Durante la sua assenza, l'Inter venne eliminata nel turno preliminare di Champions League dagli svedesi dell'Helsingborgs e perde la Supercoppa italiana contro la Lazio; Lippi, dimessosi dall'incarico di allenatore,[155] venne sostituito da Marco Tardelli, che condusse la squadra al quinto posto in campionato, qualificandosi in Coppa UEFA.[156]
2001-2004: stagioni di transizione
Sotto la nuova guida tecnica di Héctor Cúper,[157] connazionale di Zanetti, il calciatore fu ritenuto un elemento fondamentale nel progetto della squadra che sarebbe stata costruita.[156]
In Coppa UEFA i nerazzurri vennero eliminati in semifinale dal Feyenoord, e in campionato furono a lungo al vertice della classifica.[90] L'epilogo si ebbe il 5 maggio, in cui l'Inter venne sconfitta per 4-2 dalla Lazio all'Olimpico, mentre Roma e Juventus vinsero le rispettive partite scavalcando i nerazzurri, che terminarono così il campionato al terzo posto, perdendo quindi lo scudetto all'ultima giornata.[158]
Il 24 aprile Zanetti ricevette il Pallone d'argento, un riconoscimento assegnato annualmente dalla Giunta di Presidenza dell'Unione Stampa Sportiva d'Italia in base sia ai meriti sportivi sia per le qualità morali mostrate nell'arco di una stagione sportiva.[159] La motivazione data dall'Unione per l'argentino, è stata quella di essere stato "protagonista nel corso del campionato di un comportamento di alta sportività nei confronti degli avversari e degli arbitri e altresì protagonista nella vita di slanci verso i più deboli".[159]
Nel 2002-2003 i nerazzurri terminarono il campionato al secondo posto, alle spalle della Juventus, vincitrice dello scontro diretto nel girone di ritorno al Delle Alpi.[160] Invece, in Champions League i nerazzurri dopo venticinque anni si qualificarono alle semifinali del torneo, uscendo dalla competizione per mano del Milan con un doppio pareggio.[161] Alla fine della partita di ritorno, Zanetti non riuscì a trattenere le lacrime, scoppiando a piangere.[162]
Nella stagione 2003-2004 Zanetti fu guidato da Cúper, che dopo una serie di prestazioni altanenanti venne sostituito dal subentrante Alberto Zaccheroni,[163] il quale concluse il campionato alle spalle di Milan, Roma e Juventus, centrando il quarto posto.[162]
In Champions League la squadra chiuse la fase a gironi al terzo posto accedendo in Coppa UEFA, fermandosi ai quarti di finale contro l'Olympique de Marseille.[164]
2004-2006: le vittorie in Coppa Italia e lo scudetto dopo Calciopoli
Sotto la guida del nuovo allenatore Roberto Mancini, che da calciatore giocò contro Zanetti molte volte, come in finale di Coppa UEFA nel 1998,[165] la squadra venne completamente rivoluzionata dall'allenatore di Jesi, soprattutto dal punto di vista tattico.[165] L'Inter, chiuse il campionato al terzo posto, prima stagione in cui fu incentrato lo scandalo Calciopoli, venuto alla luce solo dopo un anno.[166] In Champions League i nerazzurri vennero estromessi dalla massima competizione continentale ai quarti di finale, ancora dal Milan.[165][167]
Mancini riuscì a riportare un trofeo in bacheca dopo sette anni, vincendo la Coppa Italia nella doppia finale contro la Roma,[165] il 15 giugno 2005, dopo essersi imposto sia all'andata che al ritorno.[168] La Coppa Italia 2004-2005 fu il primo trofeo di Zanetti conquistato da capitano, anche se ha lasciato alzare il trofeo al vice-capitano Córdoba il giorno della premiazione, in quanto l'argentino era impegnato con la sua Nazionale.[169]
La stagione 2005-2006 cominciò bene per l'Inter, che il 20 agosto, battendo la Juventus al Delle Alpi, conquistò la sua seconda supercoppa italiana della storia, la prima per Zanetti.[170] In campionato l'Inter stette dietro la Juventus fino ad arrivare a 11 punti di distacco, terminando il campionato al terzo posto.[171] Tuttavia, in quei giorni emersero i primi dettagli sullo scandalo Calciopoli, i cui effetti si materializzarono con l'assegnazione dello scudetto all'Inter data anche la penalizzazione dal Milan: il 26 luglio 2006 la FIGC assegnò all'Inter il quattordicesimo scudetto della sua storia, il primo per Zanetti.[172][173][174]
In Champions League i nerazzurri uscirono ai quarti di finale battuti dal Villarreal.[175]
La stagione meneghina si completò, così, ancora una volta con la Coppa Italia, che i nerazzurri vinsero per la seconda volta consecutiva contro la Roma.[176][177] Dopo il pareggio all'Olimpico (1-1), al ritorno la formazione milanese prevalse per 3-1, conquistando il trofeo per la quinta volta nella sua storia.[176]
2006-2008: lo scudetto dei record e quello del centenario
La stagione 2006-2007 iniziò come la precedente, infatti l'Inter conquistò la sua terza supercoppa italiana, contro la Roma, battuta in rimonta per 4-3, dopo i tempi supplementari.[178][179]
In campionato i nerazzurri vinsero lo scudetto[180] all'Artemio Franchi, quando i nerazzurri vinsero per 2-1 contro il Siena.[181] Il torneo venne conquistato dopo aver totalizzato 97 punti, realizzando il punteggio massimo mai realizzato da una squadra in Serie A, ed oltre al record di vittorie consecutive (17) i nerazzurri realizzarono quello delle vittorie complessive, 30 su 38 partite, ed infine il record di 15 successi esterni (di cui 11 consecutivi) su 19 incontri disputati.[182] Grazie a tutti questi record l'Inter 2006-2007 venne rinominata come "Inter dei record", la seconda dopo quella della stagione 1988-1989.[183]
In Champions League la squadra venne eliminata dal Valencia agli ottavi di finale dopo un doppio pareggio (2-2 nell'andata al Meazza e 0-0 nel ritorno al Mestalla).[184]
In Coppa Italia l'Inter raggiunse ancora una volta la finale e sempre contro la Roma, che questa volta vinse il torneo.[185]
Il 15 maggio 2007 Zanetti è stato premiato a Chieti con il premio Prisco, per la sua lealtà, la sua correttezza e la sua simpatia sportiva.[186] La motivazione del conseguimento di tale premio è stata: «È arrivato nell'Inter da ragazzo all'inizio della gestione Moratti, oggi ne è il campione-simbolo, l'indiscusso capitano, l'uomo che ha realizzato con la società nerazzurra una identificazione totale: in campo e fuori, nell'impegno di calciatore, nella fedeltà allergica a ogni tentazione e persino sul fronte della solidarietà che per l'Inter è una bandiera. Questo è Javier Zanetti, l'uomo in avanguardia sempre, nei momenti della gioia e in quelli della mortificazione, bandiera dell'Inter come lo fu in altri tempi l'indimenticabile Giacinto Facchetti. Ormai è difficile immaginare una squadra nerazzurra senza di lui. Ha giocato in ogni ruolo con lo stesso impegno, ma una felice intuizione tattica di Mancini ha regalato al popolo dell'Inter il migliore Zanetti proprio nella stagione di questo fiammante scudetto. Ogni domenica tra i migliori, sempre con la stessa generosità, la semplicità che lo distingue e quel sorriso da bravo ragazzo che irride ai suoi 34 anni e promette all'Inter altre stagioni felici».[186]
Nella stagione del centenario nerazzurro, dopo aver perso la Supercoppa italiana contro la Roma per 1-0,[187][188] il campionato dell'Inter iniziò come il precedente, con i nerazzurri in vetta e le avversarie, specialmente la Roma, ad inseguire.[189] Lo scontro diretto tra le due contendenti, che successivamente si rivelò decisivo ai fini dell'assegnazione dello scudetto, arrivò il 27 febbraio a Milano: Zanetti, con un destro dal limite dell'area, pareggiò il vantaggio giallorosso.[190] In seguito la Roma riuscì a recuperare molti punti di svantaggio, ma l'Inter vinse lo scudetto all'ultima giornata al Tardini.[191][192]
In Champions League i nerazzurri vennero eliminati dal Liverpool, che vinse sia l'incontro di andata che quello di ritorno.[193]
In Coppa Italia invece, l'Inter raggiunse la finale per la quarta volta consecutiva, ancora contro la Roma,[194] poi vincitrice.[195]
2008-2009: le prime vittorie con Mourinho
La stagione 2008-2009 cominciò il 24 agosto, quando l'Inter vinse ai tiri di rigore la supercoppa italiana contro la Roma, dopo che i tempi regolamentari si conclusero sul 2-2.[196] Il rigore decisivo all'assegnazione del trofeo lo calciò proprio Zanetti (tra l'altro questo fu il primo ed unico rigore battuto dall'argentino).[197] Fu la prima vittoria sotto la guida del nuovo tecnico José Mourinho.[198]
In campionato i nerazzurri riuscirono a vincere lo scudetto con tre giornate d'anticipo, il 16 maggio 2009, dopo la sconfitta del Milan al Friuli.[199] Questo fu il quarto scudetto consecutivo dei nerazzurri, e venne festeggiato il giorno dopo, quando l'Inter vinse contro il Siena per 3-0.[200]
In Champions League l'Inter uscì agli ottavi di finale ad opera del Manchester United.[201]
In Coppa Italia la squadra fu eliminata in semifinale dalla Sampdoria.[202]
2009-2010: la tripletta
La stagione 2009-2010 si aprì a Pechino con la sconfitta nel primo trofeo della stagione, contro la Lazio per 2-1.[204][205]
In Coppa Italia i nerazzurri batterono la Roma in finale, disputata il 5 maggio allo stadio Olimpico.[206]
In campionato l'Inter ebbe come principale rivale ancora una volta i giallorossi: lo scontro diretto avvenne all'Olimpico il 27 marzo, ma la Roma prevalse sui nerazzurri, vincendo 2-1, e portandosi a un punto dalla vetta.[207] In questa partita Zanetti disputò la sua 137ª gara di fila in Serie A, ma la serie di partite consecutive si fermò con l'incontro di Roma, in quanto a seguito di una squalifica, sarà costretto a saltare la successiva partita contro il Bologna.[7] Il successivo 16 aprile, in occasione di Inter-Juventus (2-0), Zanetti disputò la sua 500ª partita in Serie A.[208][209] Il 16 maggio, durante l'ultima giornata l'Inter, vincendo 1-0 a Siena, si laureò campione d'Italia per la diciottesima volta, la quinta volta consecutiva.[210]
Al termine del campionato 2009-2010 con 502 presenze in Serie A Zanetti risultò primo fra i giocatori non nati in Italia (decimo in assoluto e primo in attività) e primo fra quelli che non hanno militato nella Nazionale italiana; inoltre l'argentino contava 132 presenze nelle Coppe europee, 59 in Coppa Italia, 5 in Supercoppa italiana e 3 negli spareggi UEFA contro Bologna e Parma al termine delle stagioni 1998-1999 e 1999-2000.[83][211]
In Champions League l'Inter, dopo aver eliminato i campioni in carica del Barcellona in semifinale, arrivò all'ultimo atto della manifestazione.[212] Il 22 maggio al Santiago Bernabéu di Madrid gli avversari erano i tedeschi del Bayern Monaco: i nerazzurri vinsero per 2-0, grazie ad una doppietta di Diego Milito, e Zanetti, alla sua 700ª gara in nerazzurro, alzò per la prima volta la Champions League, così l'Inter riuscì a conquistare una storica tripletta, diventando la prima squadra italiana a realizzare tale obiettivo.[213][214]
2010-2011: la 4ª Supercoppa, il Mondiale per club e la Coppa Italia
Sotto la guida del nuovo allenatore Rafael Benítez, l'Inter esordì in supercoppa italiana il 21 agosto, nuovamente contro la Roma, vinta per 3-1.[215] I nerazzurri così, conquistarono il loro primo trofeo della stagione, ovvero il quarto titolo nell'intero anno 2010.[215]
Sei giorni dopo, in supercoppa europea, l'Inter affrontò allo Stadio Louis II la squadra vincitrice dell'Europa League 2009-2010, l'Atlético Madrid:[216] i Colchoneros riuscirono a battere l'Inter per 2-0, impedendo ai nerazzurri di centrare il sextuple, compiuto dal Barcellona, con la vittoria di tutti e sei i trofei a disposizione nell'anno solare.[217]
Il 28 agosto, a Cinisello Balsamo, per i risultati ottenuti nell'ultima stagione sportiva, Zanetti è stato insignito del premio Gaetano Scirea alla carriera.[218] L'argentino divenne il primo straniero ad ottenere tale riconoscimento, e dopo averlo conseguito, ha dichiarato: «Sono onorato per questo premio, davvero onorato, mi fa un enorme piacere, anche perché è intitolato a un grande del calcio».[218]
Il 20 ottobre Zanetti, a 37 anni e 71 giorni, segnando la rete del provvisorio 1-0 in Inter-Tottenham (finirà 4-3 per i nerazzurri), divenne il calciatore più anziano ad aver mai segnato in Champions League.[219] Il giorno dopo il suo record verrà battuto da Filippo Inzaghi in Milan-Real Madrid.[220]
Il 15 dicembre l'Inter dovette disputare la Coppa del mondo per club FIFA, scontrandosi in semifinale con i campioni asiatici del Seongnam, che venne battuto 3-0, ed la seconda marcatura venne realizzata proprio da capitan Zanetti.[221] Il 18 dicembre l'Inter, in finale con il Mazembe, si laureò campione del mondo per la terza volta, vincendo per 3-0, conquistando così il quinto trofeo dell'anno.[222][223]
Il 15 gennaio 2011, nella partita contro il Bologna vinta 4-1 sotto la guida del nuovo allenatore Leonardo, Zanetti eguagliò il record di presenze di Giuseppe Bergomi in Serie A, 519 gare.[224] Quattro giorni dopo, in occasione della sfida contro il Cesena, il capitano superò Bergomi, mettendo a referto la 520ª presenza.[225]
L'Inter chiuse il campionato al secondo posto dietro il Milan, conquistando per la decima volta consecutiva l'accesso alla Champions League (nessun'altra squadra italiana è mai riuscita ad ottenere una striscia così lunga, nella storia della competizione, di partecipazioni consecutive).[226]
In Champions League, i nerazzurri campioni in carica, vennero eliminati ai quarti di finale ad opera dello Schalke 04, a seguito di una sconfitta interna nell'incontro d'andata per 5-2,[227] e di una esterna alla Veltins Arena, per 2-1.[228]
In Coppa Italia, nella gara di ritorno della semifinale, contro la Roma, disputatasi l'11 maggio 2011 (1-1), Zanetti giocò la sua partita numero 1000 in carriera tra campionati (633), coppe nazionali (63), coppe continentali (143), altre coppe (9), Under-23 (12) e Nazionale argentina (145).[12][229][230][231] Il capitano nerazzurro entrò così anche a far parte della top 10 dei giocatori millenari.[12][232][233] Pochi giorni più tardi, il 29 maggio 2011, i nerazzurri conquistarono la loro settima Coppa Italia, battendo il Palermo per 3-1 e si aggiudicarono contestualmente anche la Coppa del 150º anniversario dell'Unità d'Italia, trofeo assegnato unicamente in questa edizione, e sollevato al cielo durante la premiazione finale da Materazzi.[234]
2011-2012: tra Gasperini, Ranieri e Stramaccioni
Sotto la guida del nuovo tecnico Gian Piero Gasperini, la stagione nerazzurra si aprì con una sconfitta in supercoppa italiana contro il Milan.[235]
In campionato, alla quarta partita ufficiale, il 17 settembre 2011, in Inter-Roma, Zanetti raggiunse Bergomi a quota 756 presenze con la maglia dell'Inter.[236] L'argentino insieme a Bergomi ha disputato in totale 134 partite ed ha inoltre vinto la Coppa UEFA 1997-1998.[237] Zanetti è stato titolare in 722 gare rispetto alle 741 di Bergomi, ha giocato la metà in Coppa Italia (64 contro 119) ma quasi sette volte di più in Champions League (98 contro 15) e ha segnato di meno (21 gol contro 28).[238] Di conseguenza, nella partita successiva, quella del 20 settembre contro il Novara, finita 3-1 per i piemontesi, Zanetti superò il record di Bergomi con 757 presenze.[6]
Il 28 settembre Zanetti festeggiò il suo record di presenze con l'Inter con una festa alla Terrazza Martini di Milano dove fu presentato nel 1995.[239][240][241][242] Inoltre il presidente Moratti conferì a Zanetti un incorniciato d'argento del primo documento ufficiale che sanciva l'autorizzazione della FIGC al suo tesseramento, riportante la data del 18 luglio 1995.[239]
Il 10 ottobre, durante la cerimonia di consegna del Golden Foot 2011 nel Principato di Monaco, vinto da Ryan Giggs, venne assegnato all'argentino il premio alla carriera come leggenda del calcio mondiale, con l'onore di lasciare l'impronta dei propri piedi e il suo autografo sulla Champions Promenade.[243]
Il 3 dicembre in Inter-Udinese (0-1), gli viene comminata la sua prima espulsione in Serie A da parte dell'arbitro Andrea Gervasoni per somma di ammonizioni.[244] L'ultima e unica espulsione di Zanetti con la maglia dell'Inter risaliva al 17 febbraio 1999 quando, nella sconfitta interna per 0-2 contro il Parma in semifinale di Coppa Italia,[245] l'arbitro Stefano Braschi, lo espulse al 78'.[246]
Il 6 febbraio venne assegnato a Zanetti dalla Gazzetta dello Sport il premio "I piedi buoni del calcio - Lo sportivo esemplare", come giocatore che si è distinto maggiormente in attività sociali e di beneficenza.[247]
Zanetti giocò anche sotto la guida dei successivi due allenatori stagionali, Claudio Ranieri e Andrea Stramaccioni, e l'11 aprile in occasione di Inter-Siena (2-1), il capitano nerazzurro raggiunse Dino Zoff a quota 570 nella classifica di presenze in Serie A piazzandosi al 3º posto, dietro a Gianluca Pagliuca (592).[248] La squadra chiuse il campionato al sesto posto, qualificandosi per il terzo turno preliminare di Europa League.[249]
In Champions League, il 27 settembre in CSKA Mosca-Inter (2-3), Zanetti stabilì il record di 78 presenze nella competizione con la fascia di capitano, superando Paolo Maldini (77 presenze),[250] mentre il 18 ottobre raggiunse la sua presenza numero 100 in Champions League in occasione di Lille-Inter (0-1).[251] La squadra uscì agli ottavi di finale per mano dell'Olympique de Marseille, qualificatasi in virtù dei gol in trasferta.[252][253]
In Coppa Italia l'Inter, il 25 gennaio allo Stadio San Paolo, venne eliminata dal Napoli dopo una partita finita 2-0.[254]
2012-2013
L'Inter cominciò la nuova stagione coi turni preliminari di Europa League.[255][256] Il 24 agosto 2012, in casa dei rumeni del Vaslui ai play-off, Zanetti giocò la sua partita numero 800 con la maglia dell'Inter tra Serie A (570), Coppa Italia (66), coppe europee (151) e altri tornei (13).[257][258] Prima dell'inizio della partita il nuovo team manager ed ex compagno di squadra, Iván Córdoba, gli consegnò una maglia nerazzurra con il numero 800 e inoltre durante la partita indossò al braccio una fascia da capitano celebrativa con la scritta "FC Internazionale-Javier Zanetti 800 storie d'amore insieme".[259][260]
Il 7 ottobre 2012 nel derby contro il Milan, finito 1-0 per i nerazzurri, l'argentino disputò il suo 45º derby di Milano, staccando Bergomi a quota 44, diventando così il nerazzurro con più presenze nei derby di Milano.[261] Qualche settimana più tardi, il 3 novembre, nel suo 38º derby d'Italia contro la Juventus, vinto dall'Inter per 3-1 a Torino, Zanetti ha disputato una delle sue più grandi partite, venendo indicato tra i migliori in campo.[262] A fine partita Zanetti ha dedicato la vittoria a Giacinto Facchetti, oltrechè alla sua famiglia.[263] Il 12 novembre la Gazzetta dello Sport gli ha conferito il premio Giacinto Facchetti, per il suo impegno nel sociale e per la sua storia d'atleta.[264]
Nazionale
Nazionale maggiore
Il debutto
Dopo la Coppa del mondo negli Stati Uniti, la Nazionale argentina doveva essere completamente ricostruita.[265] Nel novembre del 1994, a seguito delle buone prestazioni con la maglia del Banfield, l'allora commissario tecnico della nazionale argentina, Daniel Passarella, inserì per la prima volta il nome di Zanetti nella lista dei convocati della Selección.[115]
Zanetti debuttò con la Nazionale maggiore a Santiago del Cile il 16 novembre 1994, a 21 anni, in una partita amichevole contro il Cile finita 3-0 per l'Argentina.[265]
I primi tempi: dalla finale di Coppa re Fahd al Mondiale francese
Nel gennaio del 1995 venne convocato per la Coppa re Fahd, la seconda edizione del torneo amichevole intitolato all'allora re dell'Arabia Saudita, e che venne poi ulteriormente assorbita dalla FIFA nell'ambito della Confederations Cup.[266] L'Argentina perse in finale per 2-0 contro la Danimarca.[267]
Nell'estate del 1995 Zanetti venne anche convocato per la Copa América in Uruguay.[268] Il 22 giugno, durante un'amichevole di preparazione alla Copa América, Zanetti segnò il suo primo gol con la maglia dell'Argentina, contro la Slovacchia.[269][270] La Nazionale argentina uscì ai quarti di finale contro il Brasile, dopo aver perso ai tiri di rigore.[271]
Tre anni più tardi Zanetti prese parte ai Mondiali 1998 in Francia, debuttando per la prima volta nella competizione mondiale il 14 giugno a Tolosa contro il Giappone (vittoria per 1-0).[272] Agli ottavi di finale la Nazionale argentina incontrò l'Inghilterra, ed in questa partita Zanetti segnò il gol del decisivo 2-2, grazie ad una punizione che Verón, al posto di calciare in porta, servì a lui che, posizionato davanti alla barriera inglese, riuscì a finalizzare.[273] Nei quarti di finale la Nazionale albiceleste venne eliminata dall'Olanda, che prevalse sui sudamericani per 2-1.[274] Al termine del mondiale francese Zanetti giocò da titolare tutte le sei partite della nazionale argentina,[275] venendo sostituito soltanto durante Argentina-Croazia per precauzione, poiché giocava con un'infiltrazione.[276]
Nel 1999, nonostante il nuovo commissario tecnico Marcelo Bielsa avesse completamente rinnovato il gruppo della Nazionale argentina, Zanetti venne convocato per la Copa América in Paraguay, debuttando il 1º luglio contro l'Ecuador.[277] La partita finì 3-1 per l'Argentina.[278] Nell'incontro successivo, contro la Colombia, l'Argentina perse 3-0 in una partita in cui Zanetti venne espulso.[279][280] L'Argentina uscì dalla competizione nella fase a eliminazione diretta per mano del Brasile.[281][282]
L'affermazione: il mondiale nippo-coreano e le finali di Copa América e di Confederations Cup
Tra il 2000 ed il 2001 l'Argentina vinse il girone di qualificazione sudamericano per il mondiale 2002, con 43 punti accumulati in 18 partite.[283] Zanetti di quelle diciotto gare ne saltò solamente quattro, per giunta consecutive, tra l'agosto ed il novembre del 2000, a causa di un infortunio all'adduttore sinistro.[154][284] Zanetti venne convocato da Bielsa anche per il Mondiale 2002, disputatosi in Corea del Sud e Giappone.[285]
La prima partita del girone mondiale, vinta per 1-0 contro la Nigeria,[286] secondo Zanetti fu vinta grazie alla pazienza, infatti nel dopo-partita dichiarò che «È stata la nostra migliore qualità. Si poteva perdere la testa, invece siamo stati calmi. Prima o poi il gol sarebbe arrivato».[286] Il 7 giugno l'albiceleste dovette affrontare l'Inghilterra, a quattro anni di distanza dallo scontro nel precedente mondiale.[287] A seguito della sconfitta per 1-0 contro l'Inghilterra e il pareggio per 1-1 contro la Svezia, con Bielsa che rivoluzionò quasi interamente tutta la squadra lasciando tuttavia in campo Zanetti,[288] l'Argentina venne eliminata dal campionato mondiale.[289]
Bielsa continuò a far giocare Zanetti, facendogli indossare ufficialmente per la prima volta la fascia di capitano della Nazionale il 7 giugno 2003, in una partita di Kirin Cup contro il Giappone, dove segnò anche una rete.[290] In realtà la prima volta in cui l'argentino capitanò la sua nazionale fu il 23 maggio 2002, nel test amichevole nella preparazione al mondiale nippo-coreano contro il Kashima Antlers.[291] Anche tre giorni dopo Zanetti fu il capitano della Nazionale, nella vittoria per 1-0 contro la Corea del Sud.[292]
Zanetti venne convocato da Bielsa anche per la Copa América 2004 in Perù, in una Nazionale formata quasi esclusivamente da giocatori di esperienza, con solo pochi innesti sperimentali.[293][294] La nazionale celeste perse la competizione in finale contro il Brasile, ai tiri di rigore (4-2 il finale).[295]
Anche il nuovo successivo CT José Pekerman cominciò a convocare Zanetti per le gare di qualificazione al campionato mondiale 2006,[296] ed il difensore, il 9 ottobre, nella prima partita di Pekerman da allenatore dell'Argentina, segnò un gol contro l'Uruguay.[297]
Perkeman, nel 2005, convocò Zanetti anche per la Confederations Cup, debuttando il 15 giugno a Colonia, nella vittoria per 2-1 contro la Tunisia.[298] La squadra arrivò fino alla finale del 29 giugno a Francoforte, contro il Brasile, che vinse per 4-1 nonostante Zanetti fosse stato tra i migliori in campo.[299]
Nonostante Zanetti con Pekerman avesse giocato quasi tutte le gare di qualificazione al Mondiale del 2006 e tutte quelle di Confederations Cup, venne escluso a sorpresa dall'elenco dei 23 convocati per il campionato mondiale in Germania.[300] Pekerman non spiegò a Zanetti perché non venne convocato, infatti a pochi giorni dall'inizio del Mondiale tedesco il difensore dichiarò: «Pekerman mi ha comunicato, poco prima di diramare le convocazioni, che non avrei fatto parte del gruppo. Non mi ha dato motivazioni, non so se ci sono motivi calcistici o extra-calcistici. Sicuramente posso dormire tranquillo perché ho dato tantissimo per la mia Nazionale e, anche in questo momento, mi sento un giocatore dell'Argentina. Certamente non sono un giocatore da Pekerman».[301] La Nazionale argentina uscì ai quarti battuta dai padroni di casa della Germania, grazie ai tiri dal dischetto.[302] Subito dopo quella partita Pekerman rassegnò le dimissioni, finendo così il suo ciclo.[303]
Il ritorno: un'altra finale di Copa América ed il fallimento casalingo
Sotto la guida di Alfio Basile, Zanetti tornò fra i convocati dell'incontro amichevole contro la Francia, che l'Argentina vinse 1-0.[304]
Con Basile l'argentino partecipò alla Copa América in Venezuela. Nella terza partita del girone, con la squadra già aritmeticamente qualificata alla fase finale, nella partita contro il Paraguay vinta per 1-0, Zanetti, vista la mancanza del capitano dell'albiceleste Ayala, giocò la partita con la fascia al braccio.[305] La Selección venne eliminata in finale, a Maracaibo, ancora dal Brasile, che s'impose per 2-1.[306]
Subito dopo la finale con il Brasile, il capitano dell'Argentina Ayala annunciò il ritiro dalla Nazionale.[307] La fascia di capitano, così, venne ereditata da Zanetti, e Basile commentò così la sua scelta: «Sarà Javier Zanetti il capitano dell'Albiceleste. Non ho mai avuto dubbi: ha grande esperienza e ascendenza sui più giovani».[308] Il 17 novembre 2007, scendendo in campo nella partita contro la Bolivia valida per le qualificazioni al mondiale 2010, Zanetti timbrò la sua 116ª presenza con la maglia dell'Argentina, superando il record di partite giocate per la Nazionale albiceleste appartenuto fino ad allora proprio ad Ayala.[9]
Già fin dalla prima partita sotto la guida di Diego Armando Maradona, il 19 novembre 2008 in occasione della partita Scozia-Argentina, finita 1-0 per i sudamericani, Zanetti cedette la fascia di capitano a Javier Mascherano, in quanto Maradona lo riteneva più vicino al suo ideale di Nazionale.[309]
Nonostante il buon rapporto di Zanetti con Maradona,[310] a distanza di quattro anni, venne ancora escluso dall'elenco dei 23 convocati per il campionato mondiale 2010 in Sudafrica, sebbene poco prima di ufficializzare la lista Maradona disse che sia lui che Cambiasso, appena vincitori della Champions League con l'Inter, avevano ancora speranza di essere inclusi.[311] L'Argentina di Maradona venne eliminata ai quarti di finale con un 4-0 dalla Germania.[312]
Il nuovo CT Sergio Batista riconvocò Zanetti, che tornò in Nazionale il 7 settembre 2010, nell'amichevole vinta 4-1 contro la Spagna, appena vincitrice del campionato del mondo.[313][314]
Il 1º giugno 2011 Zanetti venne inserito da Batista nella lista dei 26 pre-convocati in vista della Copa América casalinga di luglio,[315] venendo successivamente confermato nella lista dei 23 giocatori,[316] partecipando così alla sua quarta Copa América.[317] La squadra venne eliminata nei quarti di rigore dall'Uruguay, dopo il pareggio per 1-1.[318] Zanetti in quell'occasione disputò la 22ª presenza in Copa América, diventando il calciatore con più presenze nella competizione sudamericana, staccando i connazionali José Salomón e Oscar Ruggeri.[319]
Dopo l'eliminazione con l'Uruguay, Batista venne sostituito da Alejandro Sabella come commissario tecnico della nazionale argentina.[320]
Nazionale olimpica
Tra il 1995 ed il 1996, Zanetti, oltreché giocare partite con la Nazionale maggiore, ne disputò qualcuna anche con la selezione olimpica, ovvero la Nazionale Under-23.[321]
Nel 2004 ebbe l'occasione di giocare nuovamente il torneo olimpico, che poi l'Argentina vinse, ma rifiutò la convocazione per allenarsi con l'Inter.[322]
L'oro panamericano a Mar del Plata
Nel marzo del 1995, a Mar del Plata, in Argentina, si disputò la XII edizione dei Giochi panamericani, i giochi che vedono in competizione atleti dei paesi del continente americano.[323] Nel calcio, la Nazionale olimpica argentina arrivò fino alla finale contro il Messico, vincendo ai rigori.[324] L'Argentina conquistò per la quarta volta l'oro panamericano, con Zanetti che disputò tutte le partite della competizione.[324]
L'argento olimpico ad Atlanta
Tra il luglio e l'agosto del 1996 ad Atlanta si svolse la XXVI edizione dei Giochi olimpici, e venne disputato il ventiduesimo torneo olimpico di calcio.[321] La Nazionale olimpica argentina, sempre guidata dal commissario tecnico della Nazionale maggiore Passarella, fu formata da calciatori giovani, ma con esperienza, e che poi diventeranno titolari della Nazionale maggiore negli anni successivi, come ad esempio Zanetti, che ha poi dichiarato che i Giochi olimpici di Atlanta furono la sua più grande avventura con la maglia dell'Argentina, dopo il debutto in Nazionale A con il Cile.[321] Il 3 agosto, ad Athens, si disputò la finale del XXVI torneo olimpico fra Argentina e Nigeria, vinta dagli africani per 3-2.[325] La Nazionale argentina conquistò quindi la medaglia d'argento, la prima dopo quella ad Amsterdam del 1928.[321]
Statistiche
Presenze e reti nei club
Statistiche aggiornate al 9 dicembre 2012.
Stagione | Squadra | Campionato | Coppe nazionali | Coppe continentali | Altre coppe | Totale | |||||||||
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
Comp | Pres | Reti | Comp | Pres | Reti | Comp | Pres | Reti | Comp | Pres | Reti | Pres | Reti | ||
1992-1993 | Talleres | PB | 33 | 1 | - | - | - | - | - | - | - | - | - | 33 | 1 |
Totale Tallares[326] | 33 | 1 | - | - | - | - | - | - | 33 | 1 | |||||
1993-1994 | Banfield | A+C | 19+18 | 1+0 | - | - | - | - | - | - | - | - | - | 37 | 1 |
1994-1995 | A+C | 19+10 | 2+1 | - | - | - | - | - | - | - | - | - | 29 | 3 | |
Totale Banfield[326] | 66 | 4 | 66 | 4 | |||||||||||
1995-1996 | Inter | A | 32 | 2 | CI | 5 | 0 | CU | 2 | 0 | - | - | - | 39 | 2 |
1996-1997 | A | 33 | 3 | CI | 5 | 1 | CU | 12 | 0 | - | - | - | 50 | 4 | |
1997-1998 | A | 28 | 0 | CI | 4 | 0 | CU | 9 | 2 | - | - | - | 41 | 2 | |
1998-1999 | A | 34+2[327] | 3+0 | CI | 5 | 0 | UCL | 9 | 1 | - | - | - | 50 | 4 | |
1999-2000 | A | 34+1[328] | 1+0 | CI | 8 | 1 | - | - | - | - | - | - | 43 | 2 | |
2000-2001 | A | 29 | 0 | CI | 1 | 0 | CU | 4 | 0 | - | - | - | 34 | 0 | |
2001-2002 | A | 33 | 0 | CI | 1 | 1 | CU | 10 | 1 | - | - | - | 44 | 2 | |
2002-2003 | A | 34 | 1 | CI | 1 | 0 | UCL | 18 | 0 | - | - | - | 53 | 1 | |
2003-2004 | A | 34 | 0 | CI | 5 | 0 | UCL+CU | 6+6 | 0 | - | - | - | 51 | 0 | |
2004-2005 | A | 35 | 0 | CI | 3 | 0 | UCL | 11 | 0 | - | - | - | 49 | 0 | |
2005-2006 | A | 25 | 0 | CI | 5 | 0 | UCL | 8 | 0 | SI | 1 | 0 | 39 | 0 | |
2006-2007 | A | 37 | 1 | CI | 4 | 0 | UCL | 8 | 0 | SI | 1 | 0 | 50 | 1 | |
2007-2008 | A | 38 | 1 | CI | 4 | 0 | UCL | 8 | 0 | SI | 1 | 0 | 51 | 1 | |
2008-2009 | A | 38 | 0 | CI | 4 | 0 | UCL | 8 | 0 | SI | 1 | 0 | 51 | 0 | |
2009-2010 | A | 37 | 0 | CI | 4 | 0 | UCL | 13 | 0 | SI | 1 | 0 | 55 | 0 | |
2010-2011 | A | 35 | 0 | CI | 5 | 0 | UCL | 8 | 1 | SI+SU+Cmc | 1+1+2 | 0+0+1 | 52 | 2 | |
2011-2012 | A | 34 | 0 | CI | 2 | 0 | UCL | 8 | 0 | SI | 1 | 0 | 45 | 0 | |
2012-2013 | A | 15 | 0 | CI | 0 | 0 | UEL | 8 | 0 | - | - | - | 23 | 0 | |
Totale Inter | 585+3 | 12 | 66 | 3 | 156 | 5 | 10 | 1 | 820 | 21 | |||||
Totale carriera | 684+3 | 17 | 66 | 3 | 156 | 5 | 10 | 1 | 919 | 26 |
Cronologia presenze e reti in Nazionale
Vanta 145 presenze in Nazionale, di cui 25 da capitano.[10] Ha segnato 5 reti: 2 in amichevole, una in Kirin Cup, una ai Mondiali ed una alle qualificazioni ai Mondiali.[10]
A ciò vanno aggiunte 12 presenze nell'Argentina Olimpica.[10]
Data | Città | In casa | Risultato | Ospiti | Competizione | Reti | Note |
---|---|---|---|---|---|---|---|
14-11-1999 | Barcellona | Espanyol | 2 – 0 | Argentina | Amichevole[339] | - | 61’ |
10-11-2001 | Buenos Aires | Argentina | 6 – 3 | Resto del Mondo | Amichevole[340] | - | 46’ |
23-5-2002 | Naraha | Kashima Antlers | 1 – 5 | Argentina | Amichevole[341] | - | cap. 46’ |
Totale | Presenze | 3 | Reti | 0 |
Data | Città | In casa | Risultato | Ospiti | Competizione | Reti | Note |
---|---|---|---|---|---|---|---|
2-3-1995 | Mar del Plata | Argentina Olimpica | 3 – 0 | Paraguay Olimpica | Copa Mercosur - Semifinale[342][343] | - | |
Totale | Presenze | 1 | Reti | 0 |
Record
Record aggiornati al 9 dicembre 2012.
Durante la sua carriera Zanetti è riuscito a battere alcuni record:
- Giocatore in attività con più presenze in Serie A, 588, di cui 585 in campionato e 3 in spareggi.[344]
- Giocatore straniero con più presenze in Serie A, 585.[345]
- Terzo giocatore con più presenze in Serie A, 585.[346]
- Quarto giocatore con più presenze nelle Competizioni UEFA per club, 156.[220][347]
- Giocatore con più presenze in Champions League da capitano, 82.[250][348]
- Giocatore con più presenze in Supercoppa Italiana, 7.[349]
- Quinto giocatore con più presenze in assoluto, 1076.[350]
- Giocatore in attività con più presenze in assoluto, 1076.[350]
- Quarto marcatore più anziano della UEFA Champions League, in Inter-Tottenham 4-3, a 37 anni e 71 giorni.[219][220][351]
- Marcatore più anziano della Coppa del mondo per club FIFA, in Seongnam-Inter 0-3, a 37 anni e 127 giorni.[352]
- Giocatore straniero più anziano ad aver giocato una partita di Serie A; in Inter-Napoli del 09 dicembre 2012 è sceso in campo a 39 anni e 121 giorni.
Nell'Inter
- Giocatore con più presenze, 820.[353]
- Giocatore con più presenze in Serie A, 588, di cui 585 in campionato e 3 in spareggi.[353]
- Giocatore con più presenze in Supercoppa Italiana, 7.[353]
- Giocatore con più presenze nelle Competizioni UEFA per club, 156.[353][354]
- Giocatore con più presenze in UEFA Champions League, 105.
- Giocatore con più presenze consecutive in Serie A, 137 gare da Milan-Inter 3-4 del 28 ottobre 2006 a Roma-Inter 2-1 del 28 marzo 2010.[7][355]
- Giocatore con più presenze consecutive in assoluto, 162 gare da Milan-Inter 3-4 del 28 ottobre 2006 a Atalanta-Inter 1-1 del 13 dicembre 2009.[356]
- Giocatore con più presenze nei derby di Milano, 45.[261]
- Marcatore più anziano della UEFA Champions League, in Inter-Tottenham 4-3, a 37 anni e 71 giorni.[220]
- Marcatore più anziano della Coppa del mondo per club FIFA, in Seongnam-Inter 0-3, a 37 anni e 127 giorni.[352]
- Giocatore con più stagioni da capitano, 14.[357]
- Giocatore più vincente della storia dell'Inter, con 16 trofei conquistati: 5 Campionati italiani, 4 Coppe Italia, 4 Supercoppe italiane, 1 Champions League, 1 Coppa UEFA e 1 Coppa del mondo per club.[358]
- Capitano più vincente della storia dell'Inter, con 15 trofei conquistati: 5 Campionati italiani, 4 Coppe Italia, 4 Supercoppe italiane, 1 Champions League e 1 Coppa del mondo per club.[359]
Nella nazionale argentina
- Giocatore con più presenze, 145.[319][360]
- Giocatore con più presenze in Coppa America, 22.[319][360]
- Giocatore con più presenze in Confederations Cup, 8.[10]
Palmarès
Club
Competizioni nazionali
- Coppa Italia: 4
Competizioni internazionali
- Coppa UEFA: 1
- Inter: 1997-1998
- Inter: 2009-2010
- Inter: 2010
Individuale
- FIFA 100[11]
- Candidato nella Squadra dell'anno UEFA (2003, 2007, 2008, 2009, 2010)[347]
- Candidato nella FIFPro World XI (2010)[362]
- Pallone d'argento:
- Premio nazionale "Giuseppe Prisco" (2007)[186]
- Premio Nazionale Carriera Esemplare Gaetano Scirea (2010)[218]
- Inserito nelle "Leggende del calcio" del Golden Foot (2011)[243]
- Premio "I piedi buoni del calcio - Lo sportivo esemplare" (2012)[247]
- Premio Facchetti (2012)[264]
Note
- ^ a b Javier Zanetti, su inter.it. URL consultato il 7 maggio 2012.
- ^ 587 (12) se si comprendono gli spareggi delle stagioni 1998-1999 e 1999-2000.
- ^ 13 (0) se si comprendono le amichevoli non ufficiali con la Nazionale Olimpica argentina.
- ^ 148 (5) se si comprendono le amichevoli non ufficiali con la Nazionale argentina.
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Bibliografia
Opere
- Germano Bovolenta, Sergio Gavardi; Umberto Zapelloni, Campionato io ti amo - Anni '90, Milano, La Gazzetta dello Sport, 2011, p. 241, ISSN 1974-8590.
- Germano Bovolenta, Sergio Gavardi; Umberto Zapelloni, Campionato io ti amo - Anni 2000, Milano, La Gazzetta dello Sport, 2011, p. 241, ISSN 1974-8590.
- Nicola Cecere, Il calcio di Javier Zanetti ai raggi X, Milano, La Gazzetta dello Sport, 2011, p. 98.
Libri
- Enzo Catania, C'è solo l'Inter: cento anni di tormento ed estasi, Casale Monferrato, Piemme, 2008, p. 396, ISBN 978-88-384-8629-6.
- John Foot, Calcio: 1898-2010. Storia dello sport che ha fatto l'Italia, Milano, Rizzoli, 2010, p. 651, ISBN 978-88-17-04133-1.
- Javier Zanetti, Capitano e gentiluomo, Milano, Rizzoli, 2009, p. 220, ISBN 978-88-17-03299-5.
- Federico Pistone, Inter 1908-2008: un secolo di passione nerazzurra, Milano, Diemme, 2008, p. 779.
- Oliviero Toscani, Inter! 100 anni di emozioni 1908-2008, Milano, Skira, 2008, p. 589, ISBN 88-6130-622-5.
- Filippo Grassia, Gianpiero Lotito, Inter. Il calcio siamo noi, Milano, Sperling & Kupfer, 2010, p. 389, ISBN 978-88-200-4967-6.
- Susana Wermelinger, Zanetti 757 - Record di fedeltà, Milano, Skira, 2011, p. 128, ISBN 978-88-5721-306-4.
Riviste
- Javier Zanetti, La posta del capitano, in Inter Football Club, maggio 2005.
- Rudi Ghedini, Interregno, in Guerin Sportivo, agosto 2011.
- Gianfelice Facchetti, Zanetti per tutti, in Sportweek, novembre 2012.
Videografia
- I signori del calcio - Javier Zanetti, Sky Sport 1, 19 marzo 2009, a 55 min 42 s. URL consultato il 27 luglio 2012.
- José Mourinho: il miglior allenatore del mondo, ESPN Classic, 20 aprile 2012, a 1 h 5 min.
- Niente paura, Cult, 19 luglio 2012, a 1 h 28 min.
Voci correlate
- Calciatori del Football Club Internazionale Milano
- Record e statistiche del Football Club Internazionale Milano
- Classifica di presenze in Serie A
- Classifica di presenze nella Nazionale di calcio argentina
- Statistiche delle competizioni UEFA per club
- FIFA 100
- Lista di calciatori con almeno 100 presenze in Nazionale
- Lista di calciatori con almeno 1000 presenze in carriera
Altri progetti
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Collegamenti esterni
- Sito ufficiale
- Speciale sul record di presenze in campionato di Zanetti
- (EN, ES, IT) Sito ufficiale della fondazione Pupi
(DE, EN, IT) Javier Zanetti, su Transfermarkt.it, Transfermarkt GmbH & Co. KG.
- (EN, DE, FR, ES, AR) Javier Zanetti, su FIFA.com, FIFA.
- Javier Zanetti, su UEFA.com, UEFA.
- Javier Zanetti, su aic.football.it, Associazione Italiana Calciatori.
- Profilo su Inter.it
- Template:Footballdatabase.eu
- (EN) Javier Zanetti, su National-football-teams.com, National Football Teams.
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