Urbino
Urbino (Urbìn in dialetto gallo-italico marchigiano[4], Urvinum Mataurense in latino) è un comune italiano di 15.627 abitanti[1], capoluogo con Pesaro della provincia di Pesaro e Urbino nelle Marche.
«Urbino.....in cima a un monte di media altezza, ma adagiantesi da ciascun lato secondo ogni piega del pendio, di modo che non ha nulla su un medesimo piano e dovunque si deve salire e scendere»
Fu uno dei centri più importanti del Rinascimento italiano, di cui ancora oggi conserva appieno l'eredità architettonica, dal 1998 il suo centro storico è patrimonio dell'umanità UNESCO.
Geografia fisica
Il territorio comunale si estende prevalentemente in area collinare, sulle ultime propaggini dell'Appennino settentrionale, Appennino tosco-romagnolo, nella zona meridionale del Montefeltro, in un'area classificata a rischio sismico medio-alto. Nel database dei terremoti elaborato dall'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, sono segnalati ben 65 eventi sismici che hanno interessato il comune di Urbino tra il 26 marzo 1511 e il 26 marzo 1998. Tra essi, le scosse più forti sono state quella dell'VIII grado della Scala Mercalli del 24 aprile 1741 che ebbe l'epicentro nel Fabrianese (dove raggiunse i 6.08 della Scala Richter e il IX grado della Mercalli), quella del VII grado della Scala Mercalli del 23 giugno 1781 che ebbe l'epicentro nel Cagliese (dove raggiunse i 6.23 della Scala Richter ed il IX-X grado della Mercalli), quella del VII grado della Scala Mercalli del 21 settembre 1897 che ebbe l'epicentro in mare nell'Adriatico centrale e quella del VI-VII grado della Scala Mercalli del 12 marzo 1873 che ebbe l'epicentro nelle Marche meridionali (dove raggiunse i 5,88 della Scala Richter e l'VIII grado della Mercalli); sono state inoltre registrate nello stesso periodo analizzato ben nove diverse scosse telluriche che ad Urbino hanno raggiunto il VI grado della Scala Mercalli.[5]
- Classificazione sismica: zona 2 (sismicità medio-alta), Ordinanza PCM 3274 del 20/03/2003
Il territorio comunale include anche un'exclave, identificabile nella Via Fosso del Razzo, compresa tra i comuni di Colbordolo, Monteciccardo, Montefelcino, Petriano e l'exclave di Montelabbate.
Clima
URBINO | Mesi | Stagioni | Anno | ||||||||||||||
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Gen | Feb | Mar | Apr | Mag | Giu | Lug | Ago | Set | Ott | Nov | Dic | Inv | Pri | Est | Aut | ||
T. max. media (°C) | 6,6 | 7,4 | 10,9 | 14,6 | 19,6 | 24,2 | 27,1 | 26,2 | 22,1 | 16,2 | 11,3 | 7,8 | 7,3 | 15,0 | 25,8 | 16,5 | 16,2 |
T. min. media (°C) | 0,4 | 1,1 | 3,6 | 6,4 | 10,2 | 14,4 | 16,9 | 16,5 | 13,5 | 9,0 | 4,8 | 1,6 | 1,0 | 6,7 | 15,9 | 9,1 | 8,2 |
Precipitazioni (mm) | 54 | 59 | 69 | 67 | 70 | 58 | 46 | 69 | 69 | 88 | 99 | 66 | 179 | 206 | 173 | 256 | 814 |
Giorni di pioggia | 8 | 8 | 9 | 9 | 9 | 7 | 4 | 6 | 6 | 9 | 9 | 9 | 25 | 27 | 17 | 24 | 93 |
Eliofania assoluta (ore al giorno) | 3,2 | 3,7 | 4,4 | 5,9 | 7,2 | 8,4 | 10,5 | 9,0 | 7,2 | 4,6 | 2,9 | 2,8 | 3,2 | 5,8 | 9,3 | 4,9 | 5,8 |
Vento (direzione-m/s) | SW 4,9 | NE 4,5 | SW 4,8 | SW 4,5 | SW 4,2 | SW 4,0 | SW 4,0 | NE 3,6 | SW 3,7 | NE 3,9 | SW 4,7 | SW 5,1 | 4,8 | 4,5 | 3,9 | 4,1 | 4,3 |
Storia
Secondo la tradizione latina il nome Urbino deriva da Urvinum Mataurense. Urvinum (o Urbinum) deriverebbe dal sostantivo Urvum (o Urbum), che designava il manico dell'aratro, alla cui forma assomigliava la collina del Poggio (sulla quale vi era il primitivo nucleo della città). Mentre il termine Mataurense (Metaurense) deriva dalla vicinanza geografica al fiume Mataurus (Metaurus), l'attuale Metauro.
Stemma
File:Urbino-Stemma.png D'azzurro a tre bande d'oro, caricata la prima di un'aquila ad ali spiegate, di nero. Lo scudo sarà sormontato dalla corona ducale
R.D. del 9 ottobre 1940
Gonfalone:
drappo partito di azzurro e di giallo…
Origini e medioevo
La città romana di Urvinum Metaurense divenne un centro importante durante le Guerre gotiche nel VI secolo. Venne poi presa nel 538 dal bizantino Belisario, togliendola ai Goti, e venne frequentemente nominata dallo storico bizantino Procopio. Passò quindi nel dominio dei Longobardi e poi dei Franchi. Il re dei Franchi Pipino offrì Urbino allo Stato della Chiesa. Comunque, le tradizioni indipendenti e autonome si espressero nella forma di governo del Comune finché, intorno al 1200, cadde sotto il dominio dei nobili che combattevano tra loro nel vicino Montefeltro. Questi nobili non avevano diretta autorità sul comune, ma esercitavano pressioni per la loro elezione a podestà, titolo che Bonconte di Montefeltro riuscì a ottenere nel 1213, con il risultato che gli urbinati si ribellarono, formarono un'alleanza con il comune indipendente di Rimini (1228) e nel 1234 si rimpossessarono del controllo della loro città. Successivamente, però, i Montefeltro riuscirono a riprendere le redini della città che controllarono poi fino al 1508. Durante questo periodo, Urbino prese l'aspetto che in parte ancora oggi ha, con le sue cinta murarie. Nelle battaglie tra guelfi e ghibellini, i signori di Urbino del XIII e del XVI secolo erano capi dei ghibellini delle Marche e della Romagna, e si associavano con famiglie o città ghibelline. Il 24 dicembre 1375 il conte Antonio da Montefeltro, con le armi della lega fiorentino-viscontea rientrava in Urbino e n'era "gridato" signore. Ma, scrive Gino Franceschini (Documenti e Regesti, Urbino, 1982, pp. IV-V), "non bastava essere 'gridato' signore, bisognava avere la capacità di divenirlo [...]. Nell'alleanza del febbraio 1376 le città di Urbino e di Cagli partecipavano al patto col Signore su piede di uguaglianza come compartecipi agli impegni ed agli oneri stipulati da lui, mentr'egli agiva a nome delle terre che gli ubbidivano quale 'dominus' e capo delle milizie". Era nato lo Stato di Urbino che registra una rilevante svolta politica a seguito del considerevole accrescimento territoriale generato dall'acquisizione di Gubbio del 1384.[6]
Il periodo di Federico di Montefeltro
(Tommaso Luci, 1689)
L'esponente più famoso dei Montefeltro fu Federico, signore di Urbino dal 1444 al 1482, condottiero di successo, diplomatico abilissimo e patrono entusiasta di arti e letteratura. Nel 1444 prese il potere come figlio naturale di Guidantonio, dopo la congiura e l'assassinio del legittimo Oddantonio, inviso per la "smodata lussuria" e l'eccessivo fiscalismo esercitato durante i suoi diciassette mesi di governo.
Federico mise mano ai problemi politici impellenti ed iniziò una riorganizzazione dello Stato, che prevedeva anche una ristrutturazione della città secondo un'impronta moderna, confortevole, razionale e bella. Tutti i suoi sforzi, nei quasi quarant'anni di governo, furono tesi a questo scopo che, grazie alle sue straordinarie doti unite a una notevole fortuna, arrivò a un soffio dalla piena realizzazione.
Alla sua corte, Piero della Francesca scrisse sulla scienza della prospettiva, Francesco di Giorgio Martini scrisse il suo Trattato di architettura (concludendo i lavori di ristrutturazione del Palazzo Ducale avviati da Luciano Laurana), e il padre di Raffaello, Giovanni Santi, scrisse il suo resoconto poetico dei principali artisti del periodo. La corte brillante di Federico, attraverso le descrizioni di Baldassarre Castiglione ne Il Cortegiano, introdusse i caratteri del cosiddetto "gentiluomo" in Europa, che rimasero pienamente in voga fino al XX secolo.[7]
Cesare Borgia e gli anni del ducato Della Rovere
Cesare Borgia spodestò Guidobaldo da Montefeltro, duca di Urbino, ed Elisabetta Gonzaga nel 1502, con la complicità del padre Papa Alessandro VI. Dopo il tentativo di Papa Medici, Leone X, di nominare un giovane Medici come duca, Urbino rimase parte dello Stato Pontificio, sotto la dinastia dei duchi Della Rovere (1508 - 1631). Costoro trasferirono nel 1523 la corte nella città di Pesaro e Urbino iniziò un lento declino che si sarebbe protratto fino agli ultimi decenni del XVII secolo.[6]
Annessione allo Stato Pontificio
A seguito dell'estinzione della dinastia dei Della Rovere (1631), Papa Urbano VIII incorporò il ducato di Urbino nei territori papali, seguendo le volontà dell'ultimo duca, Francesco Maria II, che, rimasto senza eredi, aveva designato la Santa Sede a succedergli fin dal 1625 (la successione divenne però esecutiva solo alla morte del duca, sei anni più tardi). Lo Stato fu governato, da allora, da un legato pontificio, generalmente appartenente all'alta gerarchia ecclesiastica. In seguito alla devoluzione del Ducato allo Stato Pontificio, il ricco patrimonio artistico (compresi i mobili) del Palazzo Ducale andò a costituire, in massima parte, la dote dell'ultima discendente diretta dei Della Rovere, Vittoria, andata in sposa a Ferdinando II de' Medici; successivamente queste opere costituiranno il nucleo della futura Galleria degli Uffizi. Tra le opere andate a Firenze c'è il dittico dei duchi d'Urbino di Piero della Francesca. Altre opere del Palazzo Ducale verranno portate a Roma, come le Tavole Ex Barberini di Fra Carnevale o la celebre biblioteca, assorbita interamente dalla Biblioteca Vaticana nel 1657.
Gli Albani e l'occupazione francese
Il XVIII secolo si aprì con l'elezione al soglio pontificio (1701) del cardinale urbinate Giovanfrancesco Albani, col nome di Clemente XI. Per la città si aprì l'ultima grande stagione di splendore, soprattutto sotto il profilo artistico-culturale; grazie al finanziamento, da parte di Papa Albani e dei suoi familiari, di importanti lavori di ristrutturazione di vari palazzi, chiese e monasteri della città; come : Palazzo Albani, parte della facciata del Palazzo Comunale, il Palazzo dell'Arcivescovado, la Cappella Albani (all'interno del convento di San Francesco), l'Oratorio di San Giuseppe, la ristrutturazione interna delle chiese di San Francesco, San Domenico e Sant'Agostino. Mentre furono costruiti nuovi edifici (Palazzo del Collegio Raffaello) e fu promossa la nascita di una rinomata manifattura artigiana (Fabbrica delle Spille). Inoltre il mecenatismo del Papa e della sua famiglia, si rifletté in ricche donazioni alla Cattedrale (come il nuovo altare) e agli altri enti religiosi della città. Questa nuova età di splendore per la città, terminò con la morte di Clemente XI (1721), riavviando la città ad un lungo declino che si è esteso fino ai nostri giorni. Dopo la morte del Papa, la famiglia Albani rimarrà la principale committente delle opere più significative, fino alla prima metà del XIX secolo, soprattutto nelle persone del cardinale Annibale Albani e del nobile Orazio Albani, quest'ultimo affiderà all'architetto Pietro Ghinelli la realizzazione del Palazzo Nuovo degli Albani (sull'attuale piazza della Repubblica).
Nel 1789, a seguito del forte terremoto che aveva colpito Urbino, si verificò il crollo della cupola della Cattedrale, evento che portò al totale rifacimento della chiesa.
Invece tra il 1797 e il 1800 la città venne occupata dalle truppe francesi, come gran parte dell'Italia centro-settentrionale. Durante l'occupazione francese Urbino e il suo territorio subirono le requisizioni di importanti opere d'arte, con il loro spostamento verso Parigi o Milano, nelle nascenti gallerie del Louvre o di Brera. Questo evento fu un ulteriore fattore che impoverì il patrimonio artistico locale, già provato dalla perdita delle opere a seguito della devoluzione del Ducato nel XVII secolo.[8]
Il rinnovamento urbanistico del XIX secolo
Il secolo si aprì con la consacrazione nel 1809 della nuova Cattedrale, secondo il progetto dell'architetto Giuseppe Valadier. Un'importante ruolo, in questa prima metà del secolo, lo avrà il nobile urbinate Fulvio Corboli, definito successivamente Padre della Patria, nell'ideare un primo progetto di rinnovamento urbanistico e ad intuire la necessità di risolvere l'isolamento della città rispetto alla zona costiera. In seguito alla costruzione del Palazzo Nuovo degli Albani (1831), progettato dall'architetto Pietro Ghinelli, che diede origine all'attuale piazza della Repubblica, si andò a costituire il primo tratto del futuro Corso Garibaldi; da questo momento avranno inizio una serie di interventi urbanistici destinati a cambiare il volto della città. Partendo dalla costruzione del Teatro Sanzio (1845 - 1853), alla realizzazione di Corso Garibaldi porticato sul lato a valle, per garantire ai frequentatori del teatro un passaggio coperto e diretto dall'attuale piazza della Repubblica, costruzione che si protrasse fino ai primi anni del XX secolo. Inoltre un'altra importante innovazione urbanistica fu l'abbattimento, nel 1868, di un tratto delle mura per realizzare una barriera daziaria, denominata Porta Nuova o Barriera Margherita (in onore alla principessa Margherita di Savoia) da cui si sviluppava una nuova strada che correva lungo un tratto delle mura e si congiungeva a Corso Garibaldi; conseguente a questa nuova disposizione urbanistica si ebbe la sistemazione dell'ampio terreno sottostante il Palazzo Ducale (sul lato a valle verso la Data), che verrà denominato Pincio. Queste ultime trasformazioni urbanistiche determinarono un cambiamento nell'accesso alla città, perché se prima si doveva passare per strette e tortuose stradine, tramite le porte della cinta muraria, ora si attraversava la più agevole Porta Nuova e la comoda strada delle mura per giungere nell'attuale piazza della Repubblica o al Palazzo Ducale (il centro della città). Questo rinnovamento urbanistico rispecchiava molte delle idee di Fulvio Corboli ma la sua progettazione fu curata in gran parte dall'architetto Vincenzo Ghinelli.[6]
L'annessione al Regno d'Italia
L'8 settembre 1860 le truppe piemontesi entrarono in Urbino da Porta Santa Lucia, costringendo alla resa le ultime resistenze dell'esercito pontificio sotto il porticato del Collegio Raffaello. Ma si dovrà attendere il 29 settembre, con la presa di Ancona, per la totale conquista della regione Marche, ad opera dell'esercito piemontese. Tra il 4 e il 5 novembre si tenne il plebiscito per l'annessione delle Marche al Regno di Sardegna, conclusosi con 133.783 voti favorevoli, 1.212 voti contrari e 260 voti nulli; in particolare nella provincia di Urbino (escludendo il territorio di Pesaro) i si furono 21.111 contro 365 No e con 29 voti nulli. Successivamente, il 10 novembre, fu esteso anche alle Marche lo Statuto Albertino, per poi ,il 17 dicembre, rendere ufficiale l'annessione della regione al Regno di Sardegna con l'emanazione di un'regio decreto[9]. Il nuovo governo attuò la confisca di vari beni ecclesiastici, tra cui buon parte del convento di San Francesco (dove in una parte venne realizzato un orto botanico, su progetto di Vincenzo Ghinelli), il monastero di santa Chiara, quello di san Girolamo e tanti altri.
La prima metà del XX secolo
Il secolo iniziò come si era svolto quello precedente, e perdurò così per quasi tutta la prima metà, senza particolari eventi significativi. In questo periodo è da segnalarsi la piena fioritura dell'attività artistica della Scuola del Libro (Istituto per la Decorazione e l'Illustrazione del Libro) che espresse notevoli talenti in ambito nazionale e internazionale. Oltre al grande sviluppo conosciuto dalla Scuola del Libro, in questo periodo si assiste alla crescita dell'ateneo cittadino, con l'elevazione a facoltà universitaria della ottocentesca Scuola di Farmacia e alla nascita della Facoltà di Magistero (1934 ca); conseguente all'evoluzione dell'Università si ha un incremento della popolazione studentesca, evidenziando lo stato di totale impreparazione della città (scarsità di alloggi), tant'è che per i primi tempi molti studenti furono ospitati nelle case di privati cittadini. Il problema fu in parte risolto con l'istituzione del Convitto maschile "Raffaello", agl'inizi del secolo, e del Convitto femminile "Laura Battiferri", nel 1926 ca.
Questo periodo fu dominato dai grandi eventi della storia nazionale e internazionale, che inevitabilmente coinvolsero Urbino; ma tra questi il periodo della dittatura fascista ha lasciato il segno maggiore in città, soprattutto dal punto di vista architettonico, con: la Scuola Elementare "Giovanni Pascoli" (1932), eretta sull'antico Giardino di Santa Lucia (giardino delle delizie dei duchi), il restauro di palazzo Mauruzi-Gherardi, allora sede del tribunale, la Casa dello Studente, per sopperire alla scarsità di alloggi a seguito della grande crescita della popolazione universitaria, e le case popolari per i mutilati e gl'invalidi civili.
Nel 1938, la città venne designata come sede per la neonata Soprintendenza alle Gallerie e alle Opere d'Arte delle Marche.
Con lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale la città non subì alcun bombardamento, grazie alla grande croce rossa dipinta sul tetto del Palazzo Ducale e al tacito accordo tra tedeschi e alleati; solo verso la fine del conflitto bellico, le truppe tedesche in ritirata fecero minare tutti i bastioni delle mura, ma fortunatamente le mine vennero manomesse dagli operai urbinati che erano stati assoldati. Sempre, durante la ritirata, l'esercito tedesco isolò la città, con la distruzione dei collegamenti ferroviari e stradali. Tra i danni apportati alla rete ferroviaria vi fu: la distruzione della galleria, allora in costruzione, tra Urbino e la frazione di Schieti, utilizzata dai tedeschi come deposito di armi, ed a causa della sua posizione ai piedi del colle, sulla cui cima sorge parte del centro storico, si temette che la sua esplosione portasse alla distruzione del soprastante abitato, ma fortunatamente ciò non avvenne. Durante il conflitto mondiale è, da sottolineare l'importante operazione messa in atto, dall'allora Soprintendente alle Gallerie e alle Opere d'Arte delle Marche a Urbino Pasquale Rotondi[10], che mise in salvo circa 10.000 opere (tra cui quelle di Giorgione, Piero della Francesca, Paolo Uccello, Tiziano, Mantegna, Raffaello e tanti altri, da tutti i più grandi musei d'Italia) dalle requisizioni naziste e dalle distruzioni della guerra. Queste opere furono inizialmente nascoste all'interno del Palazzo dei Principi di Carpegna per poi essere spostate nella Rocca di Sassocorvaro.
Urbino sarà liberata dall'occupazione nazista il 28 agosto 1944, per merito del V Corpo d'armata inglese, delle truppe polacche e grazie all'azione dei gruppi partigiani della zona.
Urbino e De Carlo
La seconda metà del XX secolo si caratterizzò in Urbino per la collaborazione dei principali enti cittadini (Università e Comune) con l'architetto Giancarlo De Carlo. Questo rapporto iniziò nel 1956 quando Carlo Bo, l'allora rettore del Università, commissionò a De Carlo il progetto di ristrutturazione interna di palazzo Montefeltro - Bonaventura, sede centrale dell'Ateneo. Subito dopo l'architetto genovese fu incaricato dal Comune di redigere il Piano Regolatore Generale (1958 - 1964) mirato al recupero del centro storico; che versava ormai da tempo in pessime condizioni e rischiava di perdere diversi quartieri tra cui lo stesso Palazzo Ducale per il cedimento del terreno sottostante, composto da pietra tufacea e da alte concentrazioni d'acqua; tale problema fu risolto grazie ai finanziamenti statali derivati da due leggi speciali varate per la città (nel 1968 e nel 1982). Successivamente De Carlo realizzerà vari progetti per l'ateneo cittadino tra cui i Collegi, nei pressi della chiesa dei Cappuccini fuori dal centro, un'interessante esempio di architettura che dialoga con il paesaggio circostante; mentre i progetti di costruzione: della Facoltà di Legge (1966 - 1968), della Facoltà di Magistero (1968 - 1976) e della ristrutturazione di palazzo Battiferri (1986 - 1999), sede della Facoltà di Economia, sono tre considerevoli esempi riguardanti l'inserimento di una architettura contemporanea in un tessuto antico. Mentre gli anni settanta saranno contrassegnati dalla collaborazione col Comune, per la realizzazione del progetto denominato Operazione Mercatale (1969 - 1972) che comprendeva la realizzazione di un parcheggio sotterraneo multipiano nel piazzale del Mercatale (sotto i celebri Torricini del Palazzo Ducale) e il restauro della Rampa Elicoidale di Francesco di Giorgio Martini (1971 - 1975); sempre dalla collaborazione col Comune si svilupperà il progetto di ristrutturazione del Teatro Sanzio (1977 - 1982) e il progetto di recupero, molto discusso, delle antiche Stalle Ducali (i cui lavori sono ancora in corso). Inoltre, grazie allo stretto rapporto con De Carlo, la città ha ospitato, per due volte (1976 - 1981, 1992 - 1993), i laboratori del ILAUD, fondati e diretti dallo stesso architetto genovese. Uno degli ultimi interventi decarliani sarà la redazione, tra il 1989 e il 1994, del Nuovo Piano Regolatore Generale.[11]
Principali Monumenti e luoghi d'interesse
Bene protetto dall'UNESCO | |
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Centro storico di Urbino | |
Patrimonio dell'umanità | |
Tipo | Architettonico |
Criterio | C (ii) (iv) |
Pericolo | Nessuna indicazione |
Riconosciuto dal | 1998 |
Scheda UNESCO | (EN) Historic Centre of Urbino (FR) Scheda |
Si riportano qui i motivi che giustificano l'inserimento di Urbino tra i Patrimoni dell'Umanità[12]:
Criterio IV: Urbino rappresenta un vertice dell'arte e dell'architettura rinascimentali, è armoniosamente adattata al paesaggio e si fonde in maniera eccezionale con le preesistenze medievali.»
Il Palazzo Ducale
Molto conosciuto e visitato, è uno dei più interessanti esempi architettonici ed artistici dell'intero Rinascimento italiano. Il palazzo è sede della Galleria nazionale delle Marche, ed è caratteristico per i torricini che ne delimitano la parte posteriore.
La Casa di Raffaello
Si trova nell'omonima via, al civico 57. Qui si può ammirare un affresco di un giovane Raffaello, oltre che dipinti del padre Giovanni Santi, gli ambienti e gli arredi della casa dove visse il celebre pittore.
Il Duomo
Realizzato in stile neoclassico (architetto Giuseppe Valadier) a cavallo tra il XVIII e il XIX secolo, contiene alcune tele di Federico Barocci.
L'ex Monastero di Santa Chiara
Si tratta di uno dei monumenti più importanti della città. Eretto, nella forma attuale, verso la fine del XV secolo, su progetto dell'architetto senese Francesco di Giorgio Martini. La chiesa conventuale divenne Mausoleo ducale, dalla prima metà del XVI secolo, con la sepoltura, in questa chiesa, di vari membri della dinastia roveresca. Dagli anni settanta del XX secolo questo edificio è sede dell'Istituto Superiore per le Industrie Artistiche (ISIA)[13].
La Data e la Rampa elicoidale
La Data (o Stalle Ducali) poteva contenere fino a 300 cavalli e assieme alla vicina Rampa elicoidale è opera dell'architetto Francesco di Giorgio Martini; volute entrambe dal duca Federico III da Montefeltro nella seconda metà del XV secolo, come parti collegate al complesso del nascente Palazzo Ducale. La Rampa Elicoidale è un'imponente struttura architettonica che si erge sul lato nord della Data. La sua funzione era quella di garantire il passaggio, al Duca e alla sua corte, dal Palazzo alle Stalle Ducali e viceversa. Nel XIX secolo fu eretto, sulla parte superiore della Rampa, il Teatro Sanzio, su progetto dell'architetto Vincenzo Ghinelli. Dopo un lungo periodo di abbandono, seguito soprattutto al declino della città dalla seconda metà del XVI secolo, la Rampa e la Data furono soggette ad un progetto di recupero curato dall'architetto Giancarlo De Carlo. Questo progetto portò al completo restauro della Rampa Elicoidale nel 1977, nell'intervento urbanistico di recupero dell'intera zona del Mercatale, e al recentissimo avvio dei lavori di restauro, molto discussi, delle Stalle Ducali.[14]
Il Monumento a Raffaello
Realizzato dallo scultore Luigi Belli tra il 1883 e il 1894. Fu inaugurato il 22 agosto 1897 in piazza Duca Federico, davanti all'ingresso principale del Palazzo Ducale; successivamente, nel 1947, venne trasferito in cima a via Raffaello, dove si trova tuttora.[15][16]
Il Mausoleo dei Duchi
Questa chiesa è anche detta di San Bernardino e fa parte di un complesso conventuale a cui è annesso il cimitero cittadino. Situata poco fuori della cinta muraria della città, venne realizzata, probabilmente, da Francesco di Giorgio Martini nella seconda metà del XV secolo per volere del duca Federico III da Montefeltro, per ospitare la propria tomba e quelle dei suoi successori; ovvero Guidobaldo I Da Montefeltro ultimo duca della dinastia. In origine vi era conservata, sull'altare maggiore, la celebre pala d'altare di Piero della Francesca, raffigurante la Madonna, Federico III e alcuni santi, ora alla Pinacoteca di Brera a Milano (essendo stata trafugata dalle truppe napoleoniche nel 1797).[17][18]
Il Teatro Sanzio
Si tratta del principale Teatro della città; sorto verso la metà del XIX secolo, sul bastione della Rampa elicoidale. Il teatro ha subito una radicale ristrutturazione tra gli anni settanta e ottanta del XX secolo, ad opera dell'architetto De Carlo.
Edifici Religiosi
le Chiese :
- la chiesa e il convento di San Francesco
Si tratta della chiesa e del convento dei Frati Minori Conventuali; fortemente ridimensionato, dopo le confische subite a seguito dell'annessione al Regno d'Italia. La chiesa risale al XIII secolo ma fu sistemata nella forma attuale nel 1742 dall'architetto Luigi Vanvitelli. Ha mantenuto della preesistente chiesa gotica: il campanile con la sottostante cappella, il nartece (il portico sulla facciata) e una parte di un affresco, raffigurante la crocifissione di Cristo, opera dei fratelli Salimbeni. La chiesa attuale è il "Pantheon" urbinate, perché vi sono sepolti: Federico Barocci, Giovanni Santi (pittore) e la moglie Magia Ciarla (genitori di Raffaello Sanzio) , il Beato Pelingotto, il Conte Antonio II da Montefeltro, Timoteo Viti (pittore urbinate), Federico Comandino (matematico), Bernardino Baldi (letterato), Antonio Galli (poeta), Marco Montano (poeta), Muzio Oddi (architetto) e tanti altri. Inoltre la chiesa conserva un bel quadro di Federico Barocci, intitolato "il Perdono di Assisi", collocato sull'altare maggiore.[19][20]
- la chiesa di San Domenico
Risalente al XIV secolo ma rifatta internamente nel 1729. Ha mantenuto sull'esterno i resti della chiesa gotica e un notevole portale rinascimentale con la lunetta opera di Luca della Robbia, realizzata nel 1450.
- la chiesa di Santo spirito,
- la chiesa di San Sergio,
- l'ex convento dei Carmelitani Scalzi,
- l'ex convento di San Girolamo,
- l'ex convento di Sant'Agostino,
- il monastero di Santa Caterina,
- la chiesa di Santa Maria degli Angeli,
- la chiesa di Santa Maria della Torre,
- la chiesa di San Bartolo o Bartolomeo,
- la chiesa di Sant'Andrea Apostolo,
Le chiese extra muros:
- il nuovo monastero di Santa Chiara,
- la chiesa della Santissima Annunziata,
- la chiesa della Madonna dell'Homo,
- la chiesa della Madonna di Loreto,
- il santuario del Sacro Cuore di Gesù (in costruzione),
- la chiesa e l'ex convento dei frati Cappuccini,
- la chiesa di Santa Maria de Cruce (Mazzaferro),
- la chiesa del Cristo Re (Trasanni),
- la pieve di San Cassiano (Castelcavallino),
- la chiesa di San Cipriano,
- la chiesa di San Donato,
- la chiesa di San Giovanni Battista (Pieve di Cagna),
- la chiesa di Santa Apollinare in Girfalco (Pieve di Cagna),
- la chiesa di San Giovanni in Pozzuolo,
- la chiesa di San Giovanni Battista (Schieti),
- la chiesa di San Tommaso (Torre),
- la chiesa di Santa Maria Assunta (Canavaccio),
- la chiesa di Santo Stefano di Gaifa,
- la chiesa di Santa Maria Assunta (Gadana),
- la chiesa di Santa Maria delle Selve,
- la chiesa di San Giovanni Battista di Crocicchia,
- la chiesa di Sant'Eufemia,
- la chiesa di San Marino,
- la chiesa di San Paterniano (Ca' Mazzasette),
- la chiesa di Santa Barbara in Campitelli,
- la chiesa di San Martino (Pallino),
Gli Oratori:
- l'Oratorio di San Giovanni
Fu sede dell'omonima confraternita, a cui fu unita, agli inizi del XX secolo, anche quella di Sant'Antonio Abate per l'abbattimento dell'Oratorio della medesima confraternita situato presso borgo Mercatale. All'interno è possibile ammirare un imponente ciclo d'affreschi rappresentante la Crocifissione di Cristo, nella parete dietro l'altare maggiore, e la Storia della Vita di San Giovanni Battista, lungo le pareti laterali, considerato uno dei più importanti esempi dello stile gotico internazionale. Gli affreschi sono stati realizzati dai fratelli Lorenzo e Jacopo Salimbeni da San Severino Marche tra il 1415 e il 1416.[21][22]
- l'Oratorio di San Giuseppe
È sede dell'omonima confraternita, nata agli inizi del XVI secolo ad opera del padre francescano Gerolamo Recalchi da Verona. I primi confratelli si riunivano all'interno di alcuni ambienti del vicino Oratorio di San Giovanni; poi verso il 1503 si sentì l'esigenza da parte della Confraternita di dotarsi di una propria sede. Quindi con la licenza del vescovo Giampietro Arrivabene e i finanziamenti del duca Guidobaldo I da Montefeltro e della moglie Elisabetta Gonzaga, si poterono avviare i lavori per la costruzione dell'oratorio, che durarono dal 1503 al 1515. La chiesa venne riedificata tra il 1682 e il 1689, a spese del Orazio Albani, a causa della forte umidità che affliggeva l'altare maggiore, spostandolo sulla parete a valle, dove vi era l'ingresso. Il nuovo altare, in marmi pregevoli, fu consacrato nel 1729, dono del cardinal Annibale Albani. Gli statuti della confraternita vennero stilati nel 1503 e rifatti nel 1553, con l'approvazione del vescovo Felice Tiranni. La principale opera caritatevole svolta dai confratelli consisteva nell'assistere i condannati a morte. Molto legati a questa confraternita, fu la nobile famiglia degli Albani, in particolare Papa Clemente XI e il cardinale Annibale Albani, che contribuirono a renderla tra le più ricche di Urbino, sia economicamente che artisticamente. Questa confraternita era aggregata alla Confraternita di San Giovanni Decollato di Roma. All'interno dell'oratorio, è attualmente conservato una pregevole opera plastica dello scultore urbinate Federico Brandani, raffigurante la natività di Gesù Cristo, realizzata tra il 1545 e il 1550 in tufo e pietra pomice; la particolarità dell'opera deriva dal fatto che l'intera cappella, in cui è conservata, è interamente rivestita di tufo per ricreare il più possibile l'ambiente di una grotta. La chiesa vera e propria è ad aula unica, in forma rettangolare, è riccamente affrescata sulle pareti, sulla volta e nel catino absidale, dal pittore urbinate Carlo Roncalli, autore delle quattro grandi tele, sulle pareti laterali, raffiguranti i principali fatti della vita di San Giuseppe: lo Sposalizio con Maria Vergine, la Nascita di Gesù Cristo, la fuga in Egitto e il Transito (Morte) di San Giuseppe. Sopra l'altare domina una grande edicola marmorea, donato da Papa Clemente XI nel 1732, con due colonne in porfido rosso, provenienti dal Pantheon, e al centro è collocata una statua in marmo bianco raffigurante San Giuseppe, opera del comasco Giuseppe Lironi, proveniente dalla basilica di San Giovanni in Laterano. Nella sagrestia si può ammirare, oltre ai ritratti settecenteschi di illustri confratelli, anche un armadio in legno arricchito da vedute di paesaggio del pittore Alessio De Marchis, splendido esempio di mobile da sagrestia del settecento marchigiano.[21][23]
- l'Oratorio del Santissimo Crocifisso della Grotta
Si trova sotto la Basilica Cattedrale, risalente al XVI secolo, composto da quattro cappelle, un tempo sede dell'omonima Confraternita; da segnalarsi la mirabile "Pietà" opera di Giovanni Bandini detto dell'Opera.
- l'Oratorio del Corpus Domini,
- l'Oratorio della Buona Morte,
- l'Oratorio di San Gregorio,
- l'Oratorio delle Cinque Piaghe,
- l'Oratorio della Visitazione,
- l'Oratorio di Sant'Andrea Avellino e San Sebastiano,
- l'Oratorio di Santa Croce,
- l'ex Oratorio di San Luigi,
Edifici dedicati al culto di altre religioni:
- la Sinagoga,
Palazzi Storici e Residenze Signorili
- Palazzo dell'ex Collegio Raffaello
Il Collegio Raffaello fu istituito per volere di papa Clemente XI agli inizi del XVIII secolo; era retto dai padri Scolopi e aveva la sua sede in Piazza della Repubblica, nel palazzo progettato appositamente dall'architetto Alessandro Specchi. In questo collegio vi studiò ed alloggiò, fino all'età di 12 anni, Giovanni Pascoli. Attualmente questo palazzo ospita la sala del consiglio comunale e alcuni uffici della Prefettura; inoltre negl'ambienti al pianterreno, affacciati sul cortile, vi sono varie attività commerciali. Mentre in alcune sale al secondo piano sono stati allestiti: il museo del Gabinetto di Fisica dell'Università e il museo dell'Incisione Urbinate. [24]
- Palazzo Nuovo Albani,
- Palazzo Corboli-Aquilini,
- Palazzo Comunale,
- Palazzo Arcivescovile,
- Palazzo Albani,
- Palazzo Montefeltro-Bonaventura,
- Palazzo Odasi,
- Casa Barocci,
- Palazzo Passionei-Paciotti,
- Palazzo Veterani,
- Palazzo Peroli,
- Palazzo Battiferri,
- Palazzo Galli-Palma,
- Palazzo Giovannini-Luminati,
- Ex Palazzo di Giustizia, (già Palazzo Mauruzi della Stacciola-Gherardi)
- Palazzo Riviera-Ubaldini,
- Palazzo Biancalana-Leoni-Luminati,
le Ville:
- Villa Paciotti (anche detta Ca' il Paciotto o Cal Paciotto) ,
- Ca'Condi,
- Villa dell'Orologio,
- Cal Duca,
- il Padiglione,
- Villa Maria,
- Villa Tortorina,
- il Montale,
- Palazzo del Collegio,
- Villa Giunchi,
Vie e Piazze principali
- Piazza Duca Federico (già piazza Maggiore),
Si tratta di una piccola piazza, di forma quadrilatera, situata sulla sommità del colle del Poggio. Tramite tale piazza si accede all'ingresso principale del Palazzo Ducale, la cui mole domina il lato meridionale e occidentale. Mentre il lato settentrionale è dominato dalla cattedrale, il cui lato lungo, che si affaccia sulla piazza, è adornato dalla Loggia del Grano, che garantisce l'accesso all'Oratorio della Grotta. Infine sul lato orientale la piazza confina con l'adiacente via Puccinotti. Questa piazza si può considerare il "cuore" di Urbino, in quanto essa ha rappresentato il fulcro attorno al quale è nata e si è sviluppata la città; rappresentandone, per secoli, il centro politico, amministrativo e religioso. Inoltre, dal 1897 al 1947, questa piazza ospitò il monumento a Raffaello Sanzio, di Luigi Belli, ora collocato in cima a via Raffaello.
- Piazza della Repubblica (già piazza 8 settembre, già Pian di Mercato),
L'attuale piazza, di forma trapezoidale, è nata nel XIX secolo, con l'ampliamento sul lato meridionale dovuto alla realizzazione del Palazzo Nuovo degli Albani e poi all'apertura di Corso Garibaldi. Sulla piazza confluiscono cinque vie (via Raffaello, via Battisti, via Veneto, via Mazzini e Corso Garibaldi) ed il suo centro è dominato da una fontana, progettata da Diomede Catalucci nel 1908, eliminata nel 1927, e reintrodotta negl'anni novanta. La piazza, prima dell'ampliamento ottocentesco, era più stretta (una sorta di lieve ampliamento della confinante via Raffaello) ed era denominata Pian di Mercato, in quanto tale toponimo rispecchiava il ruolo che la piazza aveva come sede del mercato cittadino, che conserverà fino al XVIII secolo. Manterrà il ruolo sociale, ovvero quello di punto d'incontro per la popolazione urbinate, essendo favorita, in questo, dalla posizione; in quanto la piazza si trova sul punto più agevole, un piccolo pianoro, per spostarsi da uno dei due colli (il Poggio e il Monte) su cui poggia la città. Inoltre sulla piazza convergono quasi tutte le principali vie provenienti dalle maggiori Porte urbiche, contribuendo così a renderla il vero Centro della città.
- Piazza Rinascimento (già piazza Vittorio Emanuele, già del Poggio),
Questa piazza nacque nel 1563, per volontà del duca Guidobaldo II della Rovere. La piazza si presenta come un lungo rettangolo in pendenza; il cui lato occidentale (lato lungo) è occupato per l'intera sua lunghezza dal prospetto del Palazzo Ducale. Mentre il lato opposto è occupato dalla chiesa di San Domenico, dall'edificio dell'ex seminario e da palazzo Petrangolini. Invece il lato meridionale è chiuso da via Saffi, affiancata dai palazzi Vecchiotti-Antaldi e Montefeltro-Bonaventura; mentre, dalla parte opposta, quello meridionale confina con via Puccinotti. La piazza corrisponde parzialmente al tracciato del Cardo Massimo, dell'antico Municipio romano. Dal XVI secolo questa piazza ospitava "il gioco del pallone" (da cui la piazza prese il suo nome originario), che era inizialmente identificabile col calcio fiorentino e col gioco dell'Aita; poi tra XVIII e XIX secolo, passò ad identificarsi col gioco del Pallone col bracciale. Le partite di palla col bracciale vennero praticate, nella suddetta piazza, fino al 18 agosto 1813; quando furono, inizialmente, proibite dal vice-prefetto del dipartimento del Metauro; anche se la pratica del gioco proseguì fino all'ordinanza della polizia municipale, del 15 luglio 1875. Dopo tale ordinanza il gioco fu spostato nel piazzale del Mercatale. Tra XIX e parte del XX secolo, si svolse in questa piazza il consueto mercato cittadino. Nella piazza è presente, verso il lato settentrionale, un obelisco egizio, dono di Papa Clemente XI.
- Piazzale del Mercatale,
Il piazzale, dalla forma quadrilatera, fu costruito a fine Quattrocento da Francesco di Giorgio Martini. Tale piazza ricopre la funzione di principale punto d'accesso alla città, insieme a Porta Valbona. Venne chiamata così perché in origine vi si teneva il mercato del bestiame, ma veniva utilizzata anche per altri usi. Verso la fine del Novecento, la piazza fu riprogettata da Giancarlo De Carlo.
- Via Vittorio Veneto,
È una delle principali vie del centro storico e riveste un importante ruolo nella città, in quanto mette in comunicazione i due centri, quello politico-religioso-amministrativo (piazza Duca Federico) e quello socio-commerciale (piazza della Repubblica). Inoltre questa via corrisponde approssimativamente e parzialmente ad un estremo del Cardo massimo; come testimonia, su un lato della via, addossato al muro di una casa, un piccolo masso di pietra, ultimo resto di Porta Maia, uno dei quattro accessi all'antico municipio romano. Poco prima della congiunzione di tale strada con via Puccinotti, si apre una piccola piazzetta in decisa pendenza, chiamata in origine Piazza Farina e ribattezzata, nel 2009, Largo San Crescentino; per il piccolo monumento al Santo Patrono presente nel sito, composto da un'ara e una colonna in pietra che sostengono una piccola statua settecentesca del Santo. Sempre su largo San Crescentino si erge la facciata settecentesca del Palazzo Comunale.
- Via Francesco Puccinotti,
Questa via sembra quasi una sorta di prolungamento di piazza Duca Federico, in quanto su di essa si affacciano con i rispettivi ingressi: il palazzo Comunale, la Cattedrale e, tramite piazza Giovanni Pascoli, il palazzo Arcivescovile. Anch'essa coincide, all'incirca, con un segmento dell'antico Cardo massimo.
- Via Giuseppe Mazzini (già Valbona),
Popolarmente chiamata Valbona, nome che è stato esteso all'intera contrada, comprendente i vicoli adiacenti, e alla porta urbica, che chiude a meridione la strada. Mentre a settentrione la via confluisce in piazza della Repubblica. La strada è segnata da una decisa pendenza. Questa via rappresentava, assieme alla Porta, l'ingresso d'onore della città, non a caso tutte le facciate degl'edifici, che vi si affacciano, sono tra le più belle di Urbino. Secondo la tradizione tutti i nuovi arcivescovi urbinati entrano in città mediante questa via. Lungo questa strada si trova l'Oratorio del Corpus Domini (o chiesa di San Francesco di Paola), i palazzi Lucciarini-Luminati (la cui architettura ha evidenti richiami allo stile di Francesco di Giorgio Martini) e Galli-Palma.
- Via Raffaello (già il Monte),
La via si caratterizza in Urbino come una delle più ripide, forse anche per questo è popolarmente denominata il Monte. La strada era chiusa in cima dal bastione e dalla Porta urbica omonimi, demoliti nel XIX secolo; ora vi è, in posizione più avanzata rispetto alle mura, un parco al cui centro si staglia il monumento a Raffaello. Mentre in fondo, la via termina in piazza della Repubblica. Su tale strada si trovano la Casa Natale di Raffaello, il palazzo di Giustizia, le chiese di San Francesco e di San Sergio (la prima cattedrale); inoltre da essa si raggiunge il parco della Fortezza Albornoz. Il nome del Monte si è poi esteso ad indicare l'intera contrada.
- Via Cesare Battisti (già Lavagine),
Popolarmente chiamata Lavagine, anch'essa è segnata da una decisa pendenza, chiusa a oriente dalla Porta omonima, mentre a meridione confluisce in piazza della Repubblica. Anche per questa strada il nome più antico e popolare, si è esteso all'intera contrada e alla porta urbica corrispondente. In origine tale via era l'accesso diretto in città, per chi proveniva da Pesaro. Su questa via si trovano: la sede principale dell'Accademia Raffaello, all'interno di palazzo Viviani (a poco distanza dalla Porta urbica), e l'antica fonte del Leone, a metà della strada sulla biforcazione con la piola di Sant'Andrea; si tratta di una fonte di notevoli dimensioni ricavata a ridosso di un tratto del muro di contenimento dell'Orto Botanico. Inoltre, addossata sulla parte interna della Porta urbica, si trova la piccola chiesa di Santa Maria degli Angeli. La via, alla sua confluenza in piazza della Repubblica, è fiancheggiata da un lato, dalla chiesa di San Francesco e dall'altro dal palazzo dell'ex Collegio Raffaello.
- Via Bramante (già Santa Lucia),
Il tratto in lieve pendenza di questa via, è chiamato popolarmente Santa Lucia, come la Porta urbica che ne delimita l'estremità settentrionale; l'altra estremità segna la confluenza in via Raffaello. Il nome Santa Lucia, deriva dall'antico monastero dedicato all'omonima Santa, che si trovava sul lato a monte del Largo Clemente XI; attualmente la chiesa e il monastero non sono più esistenti. Su tale via si trovano: la chiesa di Santo Spirito, che ha il proprio ingresso su Largo Clemente XI nel quale si trova la statua di Papa Celestino V (compatrono della città) e un piccolo monumento, formato da una colonna di origine romana, dono del cardinale Annibale Albani nel 1739; da questo Largo si forma una biforcazione, a sinistra la via sale fino alla Porta urbica mentre a destra si arriva davanti alla scuola elementare "Giovanni Pascoli", che sorge sul luogo dove, fino al 1932, vi era il Giardino delle Delizie dei Duchi o Giardino di Santa Lucia. Poco distante da Largo Clemente XI hanno si trovano: Palazzo Albani, l'Orto Botanico e la sede distaccata del Liceo Artistico Scuola del Libro.
- Via Aurelio Saffi (già San Polo),
Popolarmente chiamata San Polo, dalla ex chiesa di San Paolo, che si trova nella parte alta della via, di proprietà dell'Università che l'ha trasformata in laboratorio di restauro. La via si caratterizza in città come una delle più ripide, assieme al Monte; si sviluppa lungo il versante meridionale del colle del Poggio, scendendo da nord verso sud. La strada è chiusa a meridione dal Bastione omonimo, mentre a settentrione confluisce in piazza Rinascimento. La parte più alta, situata sulla sommità del Poggio, rappresenta una delle più antiche zone del centro storico; in essa si trovano: palazzo Montefeltro-Bonaventura (primo palazzo dei Montefeltro), la chiesa e il monastero di Santa Caterina; mentre all'inizio della discesa, si trovano l'ex convento di San Benedetto - palazzo Battiferri (ora Facoltà di Economia) e la sopracitata ex chiesa di San Paolo. La via corrisponde, approssimativamente, all'estremità meridionale dell'antico Cardo massimo della città romana; come testimonianza rimangono, a metà della via, all'altezza della confluenza con via San Girolamo, i resti della Porta urbica. Altri monumenti di questa via sono: l'edificio decarliano dell'ex Facoltà di Magistero (ora Facoltà di Sociologia), nato dall'abbattimento del convento di Santa Maria della Bella, la cui chiesa sconsacrata è stata incorporata nel nuovo edificio; altro monumento è la chiesa di Sant'Agostino, che presenta all'esterno una facciata gotica mentre l'interno è frutto del rinnovamento settecentesco voluto da Papa Albani, per le principali chiese cittadine; legato a tale chiesa vi è anche l'ex convento (ora Facoltà di Giurisprudenza), che ha il proprio ingresso sul retro, verso le mura. Alla fine della via, in fondo alla discesa, vi è la casa dove abitò lo scrittore e poeta Paolo Volponi; proprio sul luogo dove sorge tale casa, vi era il passaggio che collegava San Polo all'omonima Porta urbica, attualmente non più fruibile ma ancora esistente. Questo passaggio venne chiuso nel XIX secolo, l'epoca in cui fu eretta Casa Volponi, a seguito dell'apertura della Barriera Margherita e della nuova strada lungo le mura.
- Corso Garibaldi,
Decoro urbano:
- l'Obelisco egizio
Uno dei dodici obelischi egizi originali in Italia, si trova in piazza Rinascimento, di fronte al lato orientale del Palazzo Ducale e davanti alla chiesa di San Domenico. Formato da quattro blocchi sovrapposti e con una croce in bronzo sulla sommità, risale all'epoca di Hofra o Apries. Arrivò a Urbino nel 1737, portato da Annibale Albani, cardinale parente di Clemente XI.
la Cinta Muraria
le Porte Urbiche:
- Porta Valbona
Si tratta della principale porta d'accesso alla città. Eretta nella forma attuale nel 1621 in occasione delle nozze del futuro duca Federico Ubaldo Della Rovere con Claudia de' Medici.[25]
- Porta Santa Lucia,
- Porta Lavagine,
- Porta del Monte (demolita),
- Porta San Bartolo,
- Porta Nuova o Barriera Margherita,
- Porta Santa Maria,
- Porta San Polo,
i Bastioni:
- Bastione di Santa Lucia,
- Bastione del Monte (demolito),
- Bastione di San Bartolo,
- Bastione di Santa Chiara,
- Bastione di San Polo,
- Bastione di Sant'Agostino,
- Bastione di Santa Caterina,
- Bastione della Santissima Trinità,
- Bastione dei Frati,
- Fortezza Albornoz
Venne eretta dal cardinale Anglico Grimoard nel XIV secolo, per poter controllare meglio la città, dopo che si erano verificati alcuni tumulti; fu rafforzata nello stesso secolo dal cardinale spagnolo Egidio Albornoz. Infine venne ristrutturata in forme attuali nel XVI secolo. Nel 2010 l'edificio è divenuto sede di un museo sulle armi e armature del XV secolo, denominato Armeria Ducale - Bella Gerit. Dalla parte superiore dell'edificio si può godere di un bel panorama sulla città e sulle colline circostanti.[26]
le Architetture di De Carlo
- Il nuovo Magistero (Facoltà di Sociologia) e Palazzo Battiferri (Facoltà di Economia)
Sono esempi di interventi architettonici moderni equilibrati in un tessuto urbano antico, senza creare anacronismi o falsi storici. Il cui progettò fu curato dall'architetto Giancarlo De Carlo.[27][28]
- i Collegi universitari
Situati sul colle dei Cappuccini, sono a livello mondiale considerati capolavori dell'architettura degli anni settanta, per la densità di significati che contengono (architetto Giancarlo De Carlo).[29]
Aree Verdi
- Parco della Resistenza
- Parco della Rimembranza
- Parco naturale delle Cesane
Società
Evoluzione demografica
Abitanti censiti[30]

La comunità ebraica di Urbino
Urbino è sede di una delle più antiche comunità ebraiche d'Italia, che prosperò grazie alla protezione accordatale da Federico da Montefeltro. Il ghetto fu stabilito solo agli inizi del XVII secolo quando Urbino passò sotto lo Stato Pontificio. A testimonianza della storia e della vitalità della comunità rimangono le due sinagoghe (di cui una ancora integra) e l'antico cimitero a Gadana.[31]
Cultura
Dal 1998 il centro storico di Urbino è patrimonio dell'umanità UNESCO.
Candidatura a "Capitale Europea della Cultura 2019"
La città è candidata a Capitale europea della Cultura per il 2019. Oltre alla città il progetto coinvolgerà l'intero territorio regionale, infatti il principale ente promotore è la Regione Marche. Il comitato promotore di tale candidatura è presieduto da Jack Lang, ex ministro della cultura francese.[32] [33] [34]
Musei
Galleria nazionale delle Marche
È il principale museo cittadino e uno dei più noti a livello nazionale. Istituito il 7 marzo 1912, negl'ambienti del Palazzo Ducale. Conserva un'importante patrimonio storico artistico, composto dalle opere d'arte medievale fino quelle barocche, ma la collezione più consistente è quella rinascimentale.
Casa di Raffaello
Museo archeologico Lapidario
È ospitato all'interno di alcuni ambienti nel pianterreno del Palazzo Ducale. Conserva diversi reperti lapidei di epoca romana, provenienti da Urbino, e il lascito di epigrafi dell'archeologo urbinate Raffaele Fabretti.[35]
Museo diocesano Albani
E' ospitato all'interno di alcuni ambienti al pianterreno dell'Episcopio, tra questi vi sono le antiche sacrestie della cattedrale, una risalente al XVI e l'altra al XVIII secolo. Il museo fu istituito nel 1964, per conservare meglio il tesoro della cattedrale urbinate e raccogliere le opere d'arte della diocesi, soprattutto quelle presenti nelle chiese di campagna più sperdute. Inoltre contiene opere pregevoli (paramenti sacri, arredo liturgico, codici miniati, ecc.) del tesoro della cattedrale cittadina, costituito in gran parte dalle cospicue donazioni di papa Clemente XI, nella prima metà del XVIII secolo, e di altri membri di Casa Albani. Negli ultimi anni è stato soggetto ad una radicale ristrutturazione, terminata con la riapertura del museo il 20 marzo 2010.[36]
Museo della Città
Si tratta di un museo di recente istituzione, realizzato all'interno delle sale nel piano seminterrato di palazzo Odasi. Il percorso museale è mirato ad illustrare la storia e le peculiarità della città attraverso un allestimento moderno e coinvolgente.[37]
Orto Botanico "Pierina Scaramella"
Ha il suo ingresso principale in via Bramante, davanti a palazzo Albani. L'edificio che contrassegna l'entrata principale è formato da un unico piano ed è di piccole dimensioni, progettato nel 1846 dall'architetto Vincenzo Ghinelli. L'Orto si sviluppa per la maggior parte su un grande terrapieno, che in origine era proprietà dell'adiacente convento di San Francesco; poi nel 1798, durante l'occupazione francese, venne trasformato in Orto Botanico, ad opera del Comune per la locale Università. Successivamente, dopo complesse vicende (1834 - 1846), i francescani lo cedettero in enfiteusi perpetua al Comune.
Museo dell'Incisione urbinate
Si tratta di un museo d'arte contemporanea, in quanto conserva le incisioni dei più grandi maestri urbinati che fecero grande il nome dell'Istituto per l'Illustrazione e la Decorazione del Libro (Scuola del Libro) nella prima metà del XX secolo. È ospitato al secondo piano del palazzo dell'ex Collegio Raffaello.[38]
Museo dei Gessi (Gipsoteca)
È una testimonianza dell'antico Istituto per l'Illustrazione e la Decorazione del Libro, perché conserva una collezione di calchi in gesso di sculture antiche, utilizzati per gli scopi didattici della Scuola. È allestito all'interno dell'Istituto di Archeologia in alcuni ambienti di palazzo Albani.[39]
Museo del Gabinetto di Fisica dell'Università
Si tratta di un museo che conserva gli antichi strumenti scientifici dell'Università. È situato all'interno di alcuni ambienti al secondo piano del palazzo dell'ex Collegio Raffaello. [40]
Aula didattica Bella Gerit
È stata aperta nel 2010 all'interno della fortezza Albornoz. In essa sono esposti vari tipi di armi e armature del XV secolo.[41]
Istituzioni Culturali
In città sono nate diverse accademie, ma tutt'oggi l'unica esistente è l'Accademia Raffaello; eccole elencate in ordine cronologico[42]:
Accademia degli Assorditi
Nata sotto il ducato di Guidobaldo I da Montefeltro, aveva come emblema la nave di Ulisse con le sirene, col motto "Canite surdis". Quest'accademia vanta di avere nei suoi registri i nomi di importanti letterati italiani, come Torquato Tasso, Ludovico Ariosto, Pietro Bembo, Pietro Aretino, i sommi pontefici Clemente XI e Benedetto XIV e tanti altri.
Accademia dei Pascolini
Nata nel 1659 per volontà del cardinal legato Scipione Delci; il suo stemma raffigurava un prato, sovrastato dal motto "Vernant Pasqua" collocato in un cartiglio volante. Lo statuto di tale accademia fu approvato nel 1688. L'Accademia sceglieva le compagnie comiche e di musica per i pubblici festeggiamenti del Carnevale. Inoltre possedeva un proprio teatro all'interno del Palazzo Ducale, che fu anche l'unico della città fino all'inaugurazione dell'ottocentesco Teatro Sanzio. All'interno del teatro, l'accademia metteva in scena commedie e tragedie realizzate da autori urbinati.
Accademia dei Nascenti
Nata nel 1699, tra i suoi fondatori si annoverano Giuseppe e Raffaele Fabretti. Il suo stemma rappresentava un anonimo ed ospitale giardino adornato da fiori e fontane, con il motto "Favente dilucula".
Accademia o Colonia Metaurica
Fu fondata nel 1701 dal conte Carlo Silvestro Palma.
Accademia Raffaello
Nacque nel 1869 per iniziativa del conte Pompeo Gherardi. Si tratta di un'istituzione senza scopo di lucro, impegnata nella ricerca e nella divulgazione dell'opera di Raffaello Sanzio e di altri uomini illustri e benemeriti della città; oltre ad effettuare e promuovere ricerche sulla storia cittadina.
Istruzione
Università degli Studi "Carlo Bo"
Sede di una delle più antiche (fondata nel 1506) ed importanti università d'Europa. La città di Urbino conta più iscritti alla sua università che abitanti, infatti gli iscritti erano 17.731 nel 2006. Nel 2006 si sono celebrati i festeggiamenti per il suo cinquecentenario, con l'emissione anche di un francobollo commemorativo speciale.[43]
Accademia di Belle Arti
Urbino è anche sede di una prestigiosa Accademia di Belle Arti, fondata nel 1967, in cui la carica di Presidente del Consiglio di Amministrazione è ricoperta dal 2003 da Vittorio Sgarbi.
L'Accademia ha la sua sede principale all'interno dell'ex convento dei Carmelitani Scalzi, in cima a via Raffaello. [2]
ISIA
Acronimo di Istituto superiore per le industrie artistiche. È nato negli anni sessanta del XX secolo dal Corso Superiore di Arte Grafica (CSAG), della Scuola del Libro, un corso triennale da frequentare dopo il diploma di Maestro d'Arte, ed attualmente molto rinomato in Italia nel campo della grafica. Il diploma che si consegue alla fine ha lo stesso valore della laurea.
L'istituto ha sede nel prestigioso ex Monastero di Santa Chiara, opera di Francesco di Giorgio Martini.
Scuola del Libro
Nata nel 1861 per volere del regio commissario straordinario per le Marche Lorenzo Valerio, si è subito affermata nell'Incisione (Calcografia, Litografia e Xilografia) e nell'Illustrazione del Libro, formando artisti di grande fama nel campo delle Arti Grafiche, come Francesco Carnevali e Leonardo Castellani; dopo di loro: Carlo Ceci, Renato Bruscaglia, Pietro Sanchini e tanti altri. Ora è un Liceo artistico di istruzione superiore ed è composto da cinque sezioni: Incisione (suddivisa in: Calcografia, Litografia e Xilografia), Disegno Animato e Cinema d'Animazione (nata nel 1951), Grafica Pubblicitaria e Fotografia (nata agli inizi degli anni sessanta), Grafica Editoriale e Restauro del Libro e infine Fotografia Artistica. In origine l'Istituto è ospitato in alcuni ambienti del Palazzo Ducale poi verso gli anni settanta fu avviata la costruzione di una nuova sede, nella periferia della città, su progetto dell'architetto Giancarlo De Carlo, ma per carenza di fondi i lavori si protrassero per tutti gli anni ottanta, col trasferimento di gran parte della scuola (in quanto l'edificio decarliano è rimasto incompiuto) nella nuova sede sul finire degli anni novanta; mentre la sezione di Disegno Animato e Cinema d'Animazione, gli uffici amministrativi (Presidenza e segreteria) e la Biblioteca sono state sistemate in una parte degli ambienti dell'ex convento di San Francesco.
Scuole
- Scuole dell'Infanzia (materna) : 6
- Scuole Primarie (elementari) : 8
- Scuole Secondarie di I Grado (scuole medie) : 2 Istituti Comprensivi (comprendenti: materna,elementare e media)
- Scuole Secondarie di II Grado (Scuole Superiori) :
- Liceo Classico Raffaello
- Liceo Scientifico Luciano Laurana
- Liceo delle Scienze Umane Bernardino Baldi
- Liceo Artistico Scuola del Libro
- Istituto Tecnico Industriale Statale Enrico Mattei
- Scuole Private: 3 Scuole dell'Infanzia
Media
Cinema
Film girati in Urbino
Nel 1965 vennero girate all'interno di un convento alcune scene del film, in clandestinità e molto velocemente, in quanto l'arcivescovo di Urbino, appena saputo delle riprese del film, ha intimato alla produzione di stare alla larga dal convento e di limitare il loro campo di azione alla città ed alla campagna.
- Rossini! Rossini! (una sola scena, nel parco della Fortezza Albornoz)
Film TV girati in Urbino
- Qualcuno da amare [3] (2000), miniserie Rai con Veronica Pivetti.
- Datteri Dolci (süße Datteln), film tedesco del 2010 prodotto da TVfilm60 per il canale pubblico ARD.
Televisione
Nel territorio comunale ha sede l'emittente privata TELE 2000; che trasmette, fin dal 1981, su tutto il territorio della provincia di Pesaro e Urbino, diffondendo le notizie relative a quest'area.[44]
Stampa
- Il Ducato, giornale a cura dell'Istituto per la formazione al Giornalismo, della locale Università.[45]
Musica
Urbino è sede da più di 40 anni del Festival internazionale di musica antica, che raccoglie ogni anno d'estate appassionati da tutto il mondo. Attiva città anche per ciò che concerne la musica contemporanea e la nuova scena musicale internazionale, da anni ospita infatti il Festival internazionale di musica indipendente Frequenze Disturbate. Dal 1507 è presente ad Urbino la Cappella Musicale, che è la sede di scuole di musica, dove è possibile frequentare corsi di vari strumenti musicali e canto, ed organizza stagioni concertistiche in Autunno e in Primavera.
Cucina
Prodotto gastronomico tipico della zona è la casciotta d'Urbino, antica varietà di formaggio che vanta l’inserimento del prodotto nell’Atlante dei prodotti tipici e la denominazione di origine, nonché il riconoscimento della DOP (Denominazione di origine protetta) da parte della Comunità Europea. Un'altra specialità tipica è la crescia sfogliata di Urbino, specie di piadina dalla quale però si differenzia perché arricchita con strutto. Altra specialità, propria delle festività pasquali, è la crescia di Pasqua, prodotto da forno che ricorda per la forma il panettone, ma è salata, con la presenza di formaggio e un po' di pepe; esiste anche nella versione dolce, con canditi ed uvetta sultanina.
Personalità legate ad Urbino
Urbino ha dato i natali a:
- Polidoro Virgili, umanista e storico (1470-1555).
- Raffaello Sanzio, pittore (1483-1520)
- Fra Carnevale, al secolo Bartolomeo di Giovanni Corradini, pittore (1420/1425 circa – 1484)
- Timoteo Viti, pittore (1469–1523)
- Girolamo Genga, architetto e pittore (1476–1551)
- Alessandro Servici, conte e cavaliere (1517-1590)
- Francesco Paciotti, architetto (1521–1591)
- Federico Barocci, pittore (1535-1612)
- Bernardino Baldi, poeta e letterato (1553–1617)
- Benedetto da Urbino, beato cappuccino (1560-1625)
- Guidobaldo Bonarelli, conte, letterato (1563-1608)
- Raffaele Fabretti, archeologo (1618–1700)
- papa Clemente XI, nato Giovanni Francesco Albani (1649-1721)
- Domenico Riviera, cardinale (1671-1752)
- Annibale Albani, cardinale (1682-1751)
- Clorinda Corradi, contralto (1804-1877)
- Nestore Corradi, artista, miniaturista (1811-1891)
- Raffaello Carboni, patriota che contribuì all'indipendenza dell'Australia (1817-1875)
- Coriolano Biacchi, musicista e direttore d'Orchestra della Cappella Musicale di Urbino (1834-1914)
- Francesco Budassi, politico (1852–1912)
- Leonardo Tarantini, patriota e letterato (1920–2009)
- Paolo Volponi, poeta e scrittore (1924-1994)
- Italo Mancini, presbitero e filosofo (1925-1993)
- Francesca Benedetti, attrice ([[1935])
- Umberto Piersanti, poeta e scrittore (1941)
- Valentino Rossi, motociclista (1979)
- Raphael Gualazzi, cantautore (1981)
Per Urbino sono passati anche:
- Paolo Uccello, pittore (1397–1475)
- Piero Della Francesca, pittore (1416/1417 circa – 1492)
- Luciano Laurana, architetto e pittore (1420–1479)
- Giusto di Gand, pittore (1430 circa – 1480 circa]])
- Francesco di Giorgio Martini, architetto (1439–1501)
- Pietro Bembo,letterato (1470–1547)
- Francesco Luci, umanista e letterato (fine XV secolo – metà XVI secolo)
- Bramante, pittore e architetto, nato nelle campagne di Urbino, ma in comune di Fermignano (1444–1514)
- Torquato Tasso, poeta e letterato (1544–1595)
- Giovanni Pascoli, poeta (1855–1912)
- Ettore Ximenes, scultore (1855–1926)
- Luciano Nezzo, pittore (1856–1903)
- Luigi De Luca, scultore (1857–1938)
- Diomede Catalucci, pittore (1859–1943)
- Giuseppe Brega, decoratore (1877–1960)
- Raffaello Giovanelli, pittore (1877–1911)
- Antonio Banfi, filosofo (1886–1957)
- Carlo Bo, critico letterario e per anni rettore dell'Università ora a lui dedicata (1911-2001)
- Giuliano Vassalli, giurista, Presidente emerito della Corte costituzionale (1915–2009)
- Giancarlo De Carlo, architetto (1919-2005)
- Trento Cionini, incisore (1919–2005)
- Tonino Guerra, scrittore (1920-2012)
- Giovanni Conso, giurista, Presidente emerito della Corte costituzionale (1922)
- Beniamino Andreatta, economista (1928–2007)
- Walter Valentini, artista (1928)
- Andrea Emiliani, storico dell'arte (1931)
- Vittorio Emiliani, giornalista (1935)
- Franco Pacini, astrofisico (1939–2012)
- Domenico Losurdo, filosofo (1941)
- Ivan Graziani, cantautore (1945–1997)
- Ilvo Diamanti, giornalista (1952)
- Lucio Dalla, cantautore (1943–2012)
Eventi
- Festival Internazionale di Musica Antica, nel mese di luglio.
- Festa di San Crescentino, festa del santo patrono con la processione per le vie del centro, 1 giugno.
- Festa del Duca, rievocazione storica rinascimentale, nel weekend della terza settimana di agosto.
- Festa dell'aquilone, storica gara tra le contrade di Urbino, prima domenica di settembre.
- Biosalus - Festival Nazionale del Biologico e del Benessere Olistico, nel primo fine settimana del mese di ottobre, organizzato dall'Istituto di Medicina Naturale in collaborazione con il Comune di Urbino - (sito ufficiale: http://www.biosalusfestival.it).
- Terra di Biodiversità - Voglie d'Autunno, fiera dei prodotti di stagione, nel mese di ottobre - dal 2007 si svolge in concomitanza con Biosalus Festival.
- Le Vie dei Presepi, dai primi di dicembre all'Epifania, che porta in varie parti della città presepi provenienti da tutto il mondo e degli artisti locali.
- Urbino fu anche sede della finale dell'edizione 1982 di Giochi senza frontiere.
Geografia antropica
Frazioni
Ca' Mazzasette, Canavaccio, Castelcavallino, Gadana, Mazzaferro, Pallino, Pieve di Cagna, San Marino, Schieti, Scotaneto, Torre San Tommaso, Trasanni.
Castelcavallino
Si trova sulla cima di una collina, a 7 km circa dal centro di Urbino, ed è costituita da un abitato di origine antica, risalente ad un antico borgo fortificato (tuttora esistente); eretto in quel sito per la felice posizione strategica, in quanto da esso si aveva e si ha una buona visuale sulla valle del Foglia e sulle colline circostanti. Peraltro questa frazione vanta un'interessante pieve romanica, intitolata a San Cassiano, dove il poeta Giovanni Pascoli scrisse la poesia l'Aquilone.
Schieti e Ca'Mazzasette
Sono due frazioni che si trovano in una pianura nella media valle del Foglia. Schieti è la frazione più popolosa tra le due ed ha una forte concentrazione di attività industriali, tra le maggiori dell'intero territorio comunale, conserva anche un piccolo borgo antico. Ha dato i natali al filosofo Italo Mancini, al quale è stato intitolato un centro studi che ha sede in questa frazione. Inoltre qui ha sede l'azienda di Piero Guidi[46], azienda di abbigliamento e pelletteria famosa a livello internazionale. Ogni anno a Schieti si tiene una tradizionale gara sui trampoli, denominata appunto Palio dei Trampoli.
Canavaccio
Situata in una pianura circondata dalle colline tipiche dei dipinti di Raffaello, confina a Sud con il Furlo, a est con Fermignano, e a nord con Urbino. È la più grande frazione del comune di Urbino e si trova lungo la valle del Metauro. Sede archeologica di valore, con tracce di insediamenti piceni. Inoltre in questa frazione, precisamente in località Pian di Lodovico, si trovano i resti di una villa (cappella, portale e viale alberato), demolita nel 1926, appartenuta alla nobile famiglia urbinate dei Mauruzi della Stacciola. Canavaccio è ricca oggi di aziende produttive, ma anche ristorantini tipici, locande, bed and breakfast. Numerosissimi i sentieri che si inerpicano dal paese per le colline circostanti fino a raggiungere Urbino. È sede ogni anno di una gara nazionale di mountain bike che richiama centinaia di atleti da tutta Italia.
Economia
Agricoltura
Questo settore è stato quello prevalente fino agl'anni cinquanta del XX secolo, poi con lo spopolamento delle campagne si è determinata una crisi in questo settore. Ultimamente le campagne sono tornate a ripopolarsi grazie alla nascita di aziende e cooperative di agricoltura biologica.
Industria
Tra XIX secolo e prima metà del XX, nel capoluogo comunale furono presenti piccole attività, come la filanda, le varie attività connesse al Consorzio Agrario (come la lavorazione dei bachi da seta) e una fornace (proprietà della famiglia dello scrittore Paolo Volponi). Mentre nelle frazioni di Pieve di Cagna e Schieti-Ca'Mazzasette vi erano impiantate attività estrative (miniere) dello zolfo.
Attualmente si tratta di un settore non particolarmente diffuso nel capoluogo del comune, eccetto per la presenza della Benelli Armi (metalmeccanica di precisione). Mentre le frazioni con un'alta concentrazione industriale sono quelle di Canavaccio e Schieti - Ca'Mazzasette. Invece Urbino è circondata da molti comuni a vocazione artigianale e industriale, e in particolare Fermignano, che, insieme alla frazione di Canavaccio, costituisce la "zona industriale" della città feltresca e che - pur separata sul piano amministrativo - è piuttosto integrata su quello economico, al punto che la Banca d'Italia identifica un'unica "piazza" quella formata dalle agenzie bancarie dei due comuni limitrofi.
Particolarmente rilevanti, fra le aziende di questo sistema economico, la Imab Group (legno-arredamento) e la TVS (pentole) a Fermignano.
Ma è significativo che siano sorte proprio in un luogo così periferico, quasi a segnare un timido tentativo di "nuovo Rinascimento", due realtà ad alta tecnologia: prima, a partire dagli anni settanta la Sogesta (SOcietà GEStione Tecnologie Avanzate, del gruppo ENI), si occupava di alta formazione manageriale e tecnologica e software di intelligenza artificiale, liquidata alla fine degli anni ottanta, ha "lasciato in eredità" la propria moderna sede immersa nel verde alle facoltà scientifiche dell'Università di Urbino; e in seguito, dopo il 2000, si è manifestato il fenomeno it Consult, l'azienda leader in Italia nel software aziendale per il Knowledge Management (gestione della conoscenza organizzativa) e il Business Process Management (gestione e automazione dei processi) che proprio qui ha la sua sede e il laboratorio di sviluppo.
Artigianato
Questo è stato un settore abbastanza fiorente, nel capoluogo comunale, fino alla prima metà del XX secolo; grazie a piccole attività con una solida tradizione. Dal XV secolo, fino al XVII secolo, in città prosperarono importanti botteghe dedite alla lavorazione della ceramica (maiolica); facendo di Urbino, assieme a Casteldurante e a Pesaro, uno dei principali centri di produzione della maiolica dell'antico ducato, ed uno dei più noti a livello nazionale. Nel XVIII secolo, grazie alla munificenza di Papa Albani, nacque in Urbino la fabbrica delle Spille, le cui produzioni furono di notevole qualità. Infine, con la nascita della Scuola del Libro (1861) e della Scuola di Arte e Mestieri, si ebbe un miglioramento e un rafforzamento di alcune attività artigiane, portandole ad avere un'ultima grande stagione di splendore e di rinomanza internazionale. Queste attività, connesse con l'attività delle due scuole, sono: la legatoria, la lavorazione dei metalli, la ceramica, la lavorazione del legno, l'illustrazione e la decorazione dei libri. Attualmente permangono alcune di queste ultime attività, con l'aggiunta del restauro di opere d'arte(quadri, libri, ecc.); ma il settore è in forte declino per la mancanza di un ricambio generazionale.
Terziario
Questo è divenuto, soprattutto nella seconda metà del XX secolo, il principale settore della città, con la crescita quantitativa dell'Università e del turismo di massa. Urbino è fortemente caratterizzata dalle pubbliche amministrazioni, e non solo:
- Università degli studi "Carlo Bo" e ERSU (Ente Regionale agli Studi Universitari)
- Comune
- Provincia (sede distaccata)
- Prefettura (sede distaccata)
- Tribunale
- Agenzia delle Entrate
- Agenzia del Territorio
- Soprintendenza ai Beni Storico Artistici ed Entoantropologici delle Marche
- Arcidiocesi
- Archivio di Stato
- Istituti scolastici
- Istituzioni museali
Settore sanitario
In città ha sede l'ASUR (Azienda Sanitaria Unica Regionale) area vasta 1, una delle tre della provincia.[47]
Strutture sanitarie:
- Ospedale "Santa Maria della Misericordia"
- Residenza per anziani "Montefeltro"
Infrastrutture e trasporti
Le infrastrutture e i trasporti sono sempre state questioni molto problematiche e complesse per Urbino. Le cause sono determinate dalle asperità del territorio e dalla mancanza di arterie stradali e ferroviarie che rendano il collegamento con la città più comodo e veloce.
Strade
Anticamente la strada più agevole per raggiungere Urbino era la via Flaminia, che passa a poca distanza dalla città, costruita dai Romani per collegare Roma con l'antica Ariminum (l'attuale Rimini) il cui tracciato è perdurato nei secoli, con necessarie modifiche, fino ai giorni nostri. Attualmente le strade migliori per raggiungere la città sono: la SS 423 da Pesaro o la Superstrada E78 da Fano. Altrimenti si può arrivare ad Urbino da sud (Roma) seguendo la SS n.3 Flaminia (E78) e da ovest (Firenze) passando per la E45 fino all'uscita di San Giustino per continuare sulla SS 73 bis attraversando il passo appenninico di Bocca Trabaria.
Autostrade
I caselli autostradali più vicini a Urbino sono:
- Autostrada , casello di Pesaro-Urbino, km 37, per chi proviene da Nord.
- Autostrada , casello di Fano, km 50, per chi proviene da Sud.
Ferrovie
La città è stata raggiunta da una linea ferroviaria diretta nel 1898, mediante il prolungamento del tratto Fabriano - Pergola; successivamente, il tratto ferroviario sarebbe dovuto proseguire fino a Santarcangelo di Romagna, ma i lavori rimasero incompiuti. Nel 1915 venne realizzato il collegamento con Fano. La tratta ferroviaria Urbino - Fano, come il collegamento con Pergola, rimasero in funzione fino al 1987.
Attualmente, le stazioni ferroviarie più vicine sono quelle di:
- Pesaro (37 km) e Fano (50 km), stazioni di transito per la linea ferroviaria Adriatica.
- Fossato di Vico (73 km) e Gubbio (68 km) per chi proviene da sud (direzione Roma).
Arrivati in queste città per raggiungere Urbino è necessario usufruire del trasporto pubblico (autobus).
Aeroporti
Gli aeroporti internazionali più vicini a Urbino sono i seguenti:
- Aeroporto di Rimini-Miramare 65,2 km
- Aeroporto di Ancona-Falconara 89,7 km
- Aeroporto di Forlì 115 km
- Aeroporto di Bologna-Borgo Panigale 181 km
Amministrazione
Fa parte della Comunità Montana Alto e Medio Metauro.
Amministrazioni precedenti
Gemellaggi
Urbino è gemellata con:
Cittadinanze Onorarie
- Lorenzo Valerio (1871), regio commissario straordinario per le Marche
- Luigi Belli (1894), scultore
- Pasquale Rotondi (1986), storico dell'arte
- Giancarlo De Carlo (1989), architetto
- Rita Levi-Montalcini (2002), scienziata
- Antonio Paolucci (2008), storico dell'arte
- Francesco Marinelli (2011), arcivescovo emerito di Urbino, Urbania e Sant'Angelo in Vado
Sport
Calcio
Calcio a 11
Già nel XVI secolo si praticava il calcio fiorentino nell'attuale piazza Rinascimento. Per quanto riguarda il calcio moderno, la principale squadra di calcio della città è l' A.S.D. Urbino Pieve, nata nel 1921, che vanta alcuni anni di permanenza in Serie C.
Nella stagione 2012/2013 milita nel girone A marchigiano di Prima Categoria.
- Torre Calcio
Calcio a 5
Il Futsal Urbino, squadra professionale di calcio a 5, è nato nel 2001 ed attualmente[quando?] milita nel campionato di serie B nazionale.
Ciclismo
Urbino è stata per sei volte sede di una tappa del Giro d'Italia di ciclismo:
Anno | Tappa | Percorso | km | Vincitore di tappa | Maglia rosa |
---|---|---|---|---|---|
1982 | 14ª (29 maggio) | Pescara > Urbino | 248 | Guido Bontempi | Bernard Hinault |
1988 | 1ª (23 maggio) | Urbino (cron. individuale) | 9 | Jean-François Bernard | Jean-François Bernard |
2008 | 10ª (20 maggio) | Pesaro > Urbino (cron. individuale) | 39,4 | Marzio Bruseghin | Giovanni Visconti |
Anno | Tappa | Percorso | km | Vincitore di tappa | Maglia rosa |
---|---|---|---|---|---|
1982 | 15ª (30 maggio) | Urbino > Comacchio | 190 | Silvestro Milani | Bernard Hinault |
1988 | 2ª (24 maggio) | Urbino > Ascoli Piceno | 230 | Guido Bontempi | Jean-François Bernard |
2012 | 6ª (11 maggio) | Urbino > Porto Sant'Elpidio | 210 | Miguel Ángel Rubiano | Adriano Malori |
Pallavolo
Fin dagli anni '70 esiste ad Urbino una buona tradizione pallavolistica, che in campo femminile ha condotto la Robur Tiboni Volley alla serie A1, campionato in cui milita dal 2009. Nel 2011 ha conquistato il primo alloro importante, con la Coppa CEV.
Strutture sportive
- Stadio Comunale Montefeltro
- Piscina Comunale Fratelli Cervi con annesso un campo coperto da pallavolo.
- Piscina Mondolce (di proprietà dell'Università)
- Palazzetto dello Sport Mondolce
- Campi da Tennis in località Varea
- Campi da Tennis in località Mondolce
- Bocciodromo Comunale Raffaelle Zampolini
- Campo da Tiro a Volo, in località Mondolce
nelle frazioni:
- Campo Sportivo di Canavaccio
- Campo Sportivo di Trasanni
- Palestra Palaferro di Mazzaferro
- Campo Sportivo di Schieti
- Campo Sportivo di Torre San Tommaso
- Palestra PalaGadana di Gadana
- Campo Sportivo di Castel Cavallino[49]
Note
- ^ a b Dato Istat - Popolazione residente al 31 dicembre 2010.
- ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
- ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
- ^ Fucili Simonetta (a cura di), Sò d'Urbin e fac el brav. Poesie in dialetto urbinate, Urbino, Argalia, 2007, ISBN 88-89731-09-5.
- ^ http://emidius.mi.ingv.it/DBMI04/consultazione/terremoto.php?visualizzazione=svg Stucchi et al. (2007). DBMI04, il database delle osservazioni macrosismiche dei terremoti italiani utilizzate per la compilazione del catalogo parametrico CPTI04. Quaderni di Geofisica, INGV.
- ^ a b c Franco Mazzini, i Mattoni e le Pietre d'Urbino, Argalia, Urbino, 1982
- ^ Walter Tommasoli, La vita di Federico da Montefeltro 1422-1482, Argalia, Urbino, 1975 ,Riedizione 1995
- ^ Giuseppe Cucco (a cura di), Papa Albani e le arti a Urbino e a Roma 1700 - 1721, Venezia, Marsilio, 2007, ISBN 88-317-7862-5.
- ^ Raffele Molinelli, Urbino 1860, catalogo della mostra il Contributo urbinate al Risorgimento, STEU - Urbino, 1961
- ^ Arca dell'Arte - Il museo e il Premio Rotondi
- ^ Giancarlo De Carlo, Urbino - la storia di una città e il piano della sua evoluzione urbanistica, Marsilio Editore
- ^ Urbino, dal sito dell'UNESCO
- ^ Monastero di Santa Chiara - Chiese - URBINO E PROVINCIA .com - IL Portale di Pesaro Urbino Fano, provincia e Montefeltro
- ^ Rampa Elicoidale di F. di Giorgio Martini
- ^ Antonello Nave, Un monumento a Raffaello - le vicende di un progetto e l'opera di Luigi Belli per Urbino, Accademia Raffaello - Urbino, 2007
- ^ Urbino.com : Monumento di Raffaello
- ^ Bramante Ligi, Le chiese monumentali di Urbino, Scuola Tipografica "Bramante", Urbania, 1968
- ^ Comune di Urbino | www.comune.urbino.ps.it
- ^ Bramante Ligi, le Chiese Monumentali di Urbino, Scuola Tipografica "Bramante", Urbania, 1968
- ^ San Francesco - Chiese - URBINO E PROVINCIA .com - IL Portale di Pesaro Urbino Fano, provincia e Montefeltro
- ^ a b Giuseppe Cucco e Anna Rita Nanni, Oratori e Confraternite di Urbino, Comune di Urbino assessorato alla cultura, Urbino 1995
- ^ Oratorio di San Giovanni
- ^ Oratorio San Giuseppe - Urbino | Cultura Pesaro e Urbino
- ^ Comune di Urbino | www.comune.urbino.ps.it
- ^ Comune di Urbino | www.comune.urbino.ps.it
- ^ Fortezza Albornoz Urbino - Monumenti - URBINO E PROVINCIA .com - IL Portale di Pesaro Urbino Fano, Provincia e Montefeltro
- ^ Comune di Urbino | www.comune.urbino.ps.it
- ^ Comune di Urbino | www.comune.urbino.ps.it
- ^ Collegi
- ^ Dati tratti da:
- Popolazione residente dei comuni. Censimenti dal 1861 al 1991 (PDF), su ebiblio.istat.it, ISTAT.
- Popolazione residente per territorio – serie storica, su esploradati.censimentopopolazione.istat.it.
Nota bene: il dato del 2021 si riferisce al dato del censimento permanente al 31 dicembre di quell'anno.
- ^ Annie Sacerdoti, Guida all'Italia ebraica, Marietti, Genova 1986
- ^ Urbino capitale europea della cultura 2019, su marchenotizie.net, 15 febbraio 2013. URL consultato il 15 febbraio 2013.
- ^ Urbino capitale europea della cultura 2019, su cronacheanconetane.it, 15 febbraio 2013. URL consultato il 15 febbraio 2013.
- ^ Urbino capitale europea della cultura 2019, su ilrestodelcarlino.it, 2011. URL consultato il 15 febbraio 2013.
- ^ Comune di Urbino | www.comune.urbino.ps.it
- ^ Museo Diocesano Albani / Urbino
- ^ Urbino | Museo del Metauro
- ^ Comune di Urbino | www.comune.urbino.ps.it
- ^ Comune di Urbino | www.comune.urbino.ps.it
- ^ Gabinetto di Fisica
- ^ Comune di Urbino | www.comune.urbino.ps.it
- ^ Bramante Ligi, Uomini illustri e benemeriti di Urbino - attraverso le iscrizioni della città - Frammenti di Storia urbinate, Scuola Tipografica "Bramante" - Urbania 1968
- ^ Dati dell'ufficio di statistica dell'Anagrafe Nazionale Studenti del MIUR nell'anno accademico 2006/2007
- ^ http://www.tele2000.it/
- ^ http://ifg.uniurb.it/
- ^ Piero Guidi
- ^ http://www.asurzona2.marche.it/home.asp
- ^ [1]
- ^ Comune di Urbino | www.comune.urbino.ps.it
Bibliografia
- Franco Mazzini, i Mattoni e le Pietre di Urbino, Argalia Editore, Urbino 1982
- Giuseppe Cucco, Urbino - percorso iconografico dal XV al XIX secolo, Accademia Raffaello , 1994
- Giuseppe Cucco, Papa Albani e le arti a Urbino e a Roma (1700-1721), Marsilio Editore, Venezia 2001, ISBN 88-317-7862-5
- Leonardo Benevolo Paolo Boninsegna, le Città nella Storia d'Italia - Urbino, Editori Laterza 1986
- Giancarlo De Carlo, Urbino - la storia di una città e il piano della sua evoluzione urbanistica, Marsilio Editore
- Una Guida Settecentesca d'Urbino, a cura di Fert Sangiorgi, Accademia Raffaello, Urbino 1992
- Bramante Ligi, le Chiese Monumentali di Urbino, Scuola Tipografica "Bramante" - Urbania 1968
- Bramante Ligi, Uomini illustri e benemeriti di Urbino - attraverso le iscrizioni della città - Frammenti di Storia urbinate, Scuola Tipografica "Bramante" - Urbania 1968
Voci correlate
- Ducato di Urbino
- Da Montefeltro
- Delegazione apostolica di Urbino e Pesaro
- Galleria Nazionale delle Marche
- Rinascimento urbinate
- Università degli studi di Urbino "Carlo Bo"
- Accademia Raffaello
- Accademia di belle arti di Urbino
- Scuola del Libro
- Istituto superiore per le industrie artistiche
- Ferrovia Fano-Urbino
- Comunità Montana Alto e Medio Metauro
- Arcidiocesi di Urbino-Urbania-Sant'Angelo in Vado
- Robur Tiboni Volley Urbino
- Urbino Calcio
Altri progetti
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Collegamenti esterni
- Sito ufficiale dell'arcidiocesi
- Sito di Urbino Multimedia
- Sito istituzionale della Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici delle Marche
- (EN) papa Clemente XI e Urbino
- La città ideale nella pittura rinascimentale, sul portale RAI Arte