Pisa Sporting Club
L'Associazione Calcio Pisa 1909, nota semplicemente come Pisa, è una società calcistica italiana con sede nella città di Pisa.
AC Pisa 1909 Calcio ![]() | |
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Nerazzurri | |
Segni distintivi | |
Uniformi di gara | |
Colori sociali | ![]() |
Inno | Pisa come ai vecchi tempi Funel |
Dati societari | |
Città | Pisa |
Nazione | ![]() |
Confederazione | UEFA |
Federazione | ![]() |
Campionato | Lega Pro |
Fondazione | 1909 |
Rifondazione | 1994 |
Rifondazione | 2009 |
Presidente | ![]() |
Allenatore | ![]() |
Stadio | Arena Garibaldi-Romeo Anconetani (14 869 posti) |
Sito web | www.pisachannel.tv |
Palmarès | |
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Titoli nazionali | 2 Campionati di Serie B |
Trofei nazionali | 1 Coppe Italia Serie C/Lega Pro |
Trofei internazionali | 2 Coppe Mitropa |
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Ha rilevato il Pisa Calcio, dopo che nel luglio 2009 era stato escluso dalla Covisoc dai campionati professionistici, iscrivendosi al torneo di Serie D; il Pisa Calcio a sua volta, nel luglio 1994 aveva rilevato il Pisa Sporting Club a seguito d'un fallimento per dissesto finanziario. Milita in Lega Pro, il terzo livello del campionato italiano.
Fu fondata nel 1909. Nei campionati a girone unico conta 7 partecipazioni in Serie A e 31 in Serie B. Nel 1920-21 ha partecipato alla finale per il titolo nazionale. Ha vinto due Coppe Mitropa, due campionati di Serie B e una Coppa Italia Lega Pro. I colori sociali sono il nero e l'azzurro.
Storia
La nascita del Pisa Sporting Club: le origini e la finalissima
Il calcio a Pisa comparve per la prima volta nell'inverno del 1908, sul prato della piazza di San Paolo a Ripa d'Arno, dove alcuni ragazzi cominciarono a dar calci a una palla di stracci, tra due porte create con giacche e cappotti.[1] Quegli stessi ragazzi fondarono poco dopo la Società Sportiva Etruria, avente per divise alcune camicie biancorosse in onore dei colori del gonfalone cittadino, e iniziarono a usare come campo di gioco il prato del Duomo e la Piazza d'Arme. La prima partita "ufficiale" avvenne proprio in quell'anno contro una compagine livornese, la Libertas: nel campo labronico di Piazza Orlando i padroni di casa si imposero per 5-0.
Nell'aprile dell'anno successivo, il 1909, quel gruppo di giovani studenti universitari pisani cambiarono il nome alla società, creando il Pisa Sporting Club.[2] Il nome della nuova società venne proposto da Marino Scotti, uno dei fondatori, mentre i colori sociali, inizialmente biancorossi in omaggio ai colori del gonfalone cittadino, divennero definitivamente nerazzurri l'anno successivo in onore dell'Inter vincitrice del titolo nazionale 1909-10[3] e su suggerimento del segretario Ferruccio Giovannini.
I primi giocatori del Pisa Sporting Club furono, quindi, innanzitutto dei giovani studenti che dividevano il proprio tempo fra studio e attività sportiva.[4]. La squadra iniziò a partecipare a competizioni con rappresentative dei capoluoghi vicini, ottenendo il primo successo nel 1911 in un torneo quadrangolare, sconfiggendo la SPES e la Virtus di Livorno e il Lucca F.B.C.. Il campo di allenamento e di gioco, dopo le soluzioni iniziali tra cui il Velodromo Stampace, venne realizzato dagli stessi giocatori nei pressi della Cittadella: il campo dell'Abetone, che sarà utilizzato negli anni a venire dalla compagine cittadina femminile.
In città esisteva a quel tempo un'altra società calcistica,[5] il Pisa FootBall Club, costituita da alcuni studenti universitari: indossava casacche granata e giocava nel prato del Velodromo Stampace. Per evitare confusione con l'altra neonata squadra, il Pisa FootBall Club mutò il proprio nome in Alfea FootBall Club. Nacque subito una forte rivalità tra le due compagini, finché non fu deciso di organizzare uno scontro per scegliere l'unica squadra che avrebbe avuto l'onore di rappresentare la città pisana. Il 28 gennaio 1912 vinse la squadra più giovane, l'Alfea venne sciolta e alcuni dei suoi giocatori andarono a completare l'organico del Pisa Sporting Club.[6]
Nel novembre del 1914, sotto la guida del nuovo Presidente Giacomo Picchiotti, cominciò l'attività ufficiale del Pisa Sporting Club con l'iscrizione alla Coppa Federale Toscana. L'avventura nerazzurra parti subito all'insegna del successo infatti In quegli anni il Pisa Sporting Club dominò sulle altre squadre toscane: Firenze, Livorno, Lucchese, Viareggio, Prato, Libertas Firenze e Giovanni Gerbi Pisa, società quest'ultima di cui si sono perse definitivamente le tracce al termine della stagione 1921-22.Nella stagione 1914-1915 il Pisa vinse subito la coppa Toscana e si ripete nelle due stagioni successive quando le attività sportive nazionali cessarono a causa dello scoppio della Prima Guerra Mondiale mentre le attività regionali toscane continuarono fino al 1917.[6]
Il 26 ottobre 1919 fu inaugurato il nuovo stadio, l'Arena Garibaldi, e nella stagione successiva il Pisa Sporting Club si presentò con una squadra forte, una società competente, un impianto sportivo moderno e capiente[7] ma, soprattutto con l'ingaggio del grande allenatore József Ging, ex-capitano della nazionale ungherese. Nonostante la squadra favorita per la vittoria del titolo regionale fosse l'U.S. Livorno, che rimase in prima posizione per gran parte del campionato, nella partita decisiva disputata all'Arena Garibaldi, il Pisa superò il Livorno per 3-0 aggiudicandosi così la Coppa Toscana per la quinta volta consecutiva. Entrambe le squadre passarono alla fase interregionale con il Naples e la Bagnolese e si dimostrarono nettamente più forti delle squadre campane, ritrovandosi in finale per il titolo centro-meridionale. Il 3 luglio 1921 a Bologna La formazione nerazzurra batte i "cugini" amaranto per 1-0. Il Pisa Sporting Club, neocampione Centro-Meridionale disputò la finalissima per il titolo italiano contro la Pro Vercelli, ma il 24 luglio 1921 a Torino non bastò una strepitosa prestazione del portiere nerazzurro Gianni a contrastare i piemontesi: la Pro Vercelli batté il Pisa per 2-1. Inoltre la partita non fu preparata al meglio dagli uomini di Ging ancora storditi dai festeggiamenti avuti all'Arena il giorno precedente, che influirono sulla prestazione globale della squadra. Ad esempio Poggetti, un terzino, si sentì male durante il viaggio in treno. Anche a fronte di un bruttissimo fallo di Rampini, mastino della Pro Vercelli, su Gnerucci, costretto a uscire dal campo con una tibia fratturata, il Pisa sporse reclamo a fine gara, che tuttavia fu respinto.[8] Questa la formazione pisana che sfiorò il titolo nazionale 1920-1921: Gianni, Bartoletti, Giuntoli, Gnerucci, Tornabuoni, Viale, Merciai, Colombari, Corsetti, Sbrana, Pera.
Dagli anni venti agli anni cinquanta
A partire dalla stagione 1921-1922, a seguito della riforma dei campionati, vi fu l'istituzione della Prima Divisione a due gironi, e il Pisa fu inserito nel girone B. Per quattro anni la squadra guidata da Ging ottenne ottimi risultati, piazzandosi rispettivamente al terzo, quarto, sesto e quinto posto; questo grazie anche agli innesti di giocatori come Giovanni Moscardini o il portiere Dovichi. Sebbene il Pisa di quegli anni fosse una delle squadre più forti d'Italia, non ci fu mai il giusto spunto per vincere il girone. Ciò nonostante, il vivaio nerazzurro fu capace di "sfornare" molti giocatori promettenti, tra cui ricordiamo i futuri nazionali Enrico Colombari, Mario Gianni e Sergio Bertoni, nonché il capocannoniere Danilo Sbrana.
Nel campionato 1925-26, in seguito all'abbandono dell'allenatore Ging e alla cessione avventata di alcuni giocatori, la squadra non si dimostrò all'altezza e retrocesse per la prima volta in Prima Divisione (l'attuale Serie B). Nei primi due anni di Prima Divisione il Pisa si piazzò al 13º posto, riuscendo a salvarsi nelle ultime giornate. Nella stagione 1928-29, in seguito a un'ulteriore riforma dei campionati, la conquista del 5º posto finale non bastò a evitare la retrocessione nella neonata Serie C, in cui la squadra militò per quattro stagioni disputando campionati di centro-classifica.
Nel frattempo l'Arena Garibaldi era stata trasformata in un moderno e razionale campo sportivo in grado di accogliere fino a 7 000 spettatori. Anche a Pisa, come altrove, era infatti la locale federazione fascista a finanziare e sostenere il fenomeno sportivo, quello calcistico in particolare, grazie soprattutto all'attivo impegno dell'allora presidente nerazzurro, il vicefederale Biscioni. Il nuovo stadio venne ribattezzato Campo del Littorio e fu inaugurato dal vescovo Ercoleni Attuori l'8 ottobre 1931 alla presenza del Re Vittorio Emanuele III (assiduo frequentatore della tenuta di San Rossore); fu realizzato su progetto di due ingegneri pisani, Federigo Severini e Giulio Buoncristiani, che intesero conferire alla nuova struttura una linea architettonica tipicamente toscana, sobria e misurata per evitare inopportuni contrasti con le meraviglie della vicina Piazza dei Miracoli. Oltre alla tribuna coperta e alla gradinata gemella, l'impianto comprendeva la pista di atletica e i campi per il tennis e la pallacanestro.
Nel campionato 1933-34 la dirigenza costituì una rosa solida e il nuovo allenatore, l'ungherese György Orth, ripagò la fiducia portando il Pisa al 2º posto e conquistando la possibilità di giocarsi la promozione in un quadrangolare di spareggio con Parma, Piacenza e Udinese. Nella finale disputata a Roma i nerazzurri batterono i friulani per 3 a 1 e tornarono in Serie B. Seguirono stagioni con esiti alterni fino alla sospensione, dal 1943 al 1946, dovuta alla seconda guerra mondiale.
Nella stagione 1947-48 la squadra concluse al 2º posto, a un punto dal Palermo, il girone C di Serie B ma, il torneo non fu omologato perché due giocatori della Nocerina affermarono di essere stati pagati dal Palermo per perdere la partita contro i rosanero. L'inchiesta fu comunque archiviata e il Palermo fu promosso in Serie A, proprio ai danni del Pisa. La stagione 1951-52 segnò il ritorno in Serie C dopo 15 anni e, nel giro di due anni, i nerazzurri si ritrovarono nel campionato di IV Serie.
Nella stagione 1954-1955 la squadra si classificò al quinto posto.A metà della seguente stagione, di ritorno dalla trasferta di Fabriano, il pullman che trasportava il Pisa ebbe un incidente nel quale molti giocatori rimasero feriti, quindi impossibilitati a scendere in campo per diverso tempo. La società si vide allora costretta a disputare partite schierando giocatori del settore giovanile, e il campionato si concluse con un'altra retrocessione.[9] I nerazzurri si ritrovarono a giocare in Promozione.
La società si rinnovò ampiamente, il Presidente Enrico Ciaranfi e il Segretario Antonio Bellani crearono uno staff competente, affidando al tecnico Umberto Mannocci una squadra "fatta in casa" ma molto solida che, inanellando una vittoria dopo l'altra, risvegliò l'entusiasmo della tifoseria. Il 2 giugno 1957, nell'ultima giornata di campionato, il Pisa secondo in classifica affrontò il Grosseto capolista.
Il match fu intenso e nervoso ma una rete di Ricoveri permise ai nerazzurri di imporsi per 1 a 0 e di conquistare quindi il meritato ritorno in IV Serie. Il Pisa Sporting Club vinse con largo margine anche il successivo campionato di IV Serie, riconquistando la Serie C.
La scalata fino alla Serie A negli anni sessanta
Nella stagione 1963-64 fu eletto presidente Giuseppe Donati che rifondò completamente la struttura della squadra pisana, reduce da qualche buon anno in C, affidandola a Umberto Pinardi. Così, nella stagione successiva (1964-65) il Pisa vinse il campionato con Cervetto e Cosma capicannonieri del raggruppamento. Ironia della sorte, esattamente come tra quarantatré anni, dopo 13 anni la squadra tornò in Serie B.
Furono disputati due campionati di Serie B, dei quali il secondo (1966-67) fu il più travagliato con una salvezza all'ultima giornata in quel di Reggio Calabria, colta grazie a una doppietta di Mascetti che consentì al Pisa di ottenere un pareggio indispensabile.
Nella stagione successiva, Donati si propose insieme al confermato allenatore Lucchi di portare a termine un campionato senza grosse sofferenze come quello appena trascorso. Con la vendita di pezzi pregiati come Mascetti e De Min, vennero acquistati Joan, Annibale, Manservisi, Mascalaito, Piaceri. Contrariamente a tutte le previsioni, quello del Pisa fu un campionato di vertice che portò i nerazzurri alla penultima giornata a giocarsi la promozione nella trasferta di Venezia ma, arrivò una sconfitta che combinata con risultati non favorevoli degli altri campi, portò la squadra a dover assistere da spettatore all'ultima giornata senza la certezza della promozione. Il campionato, infatti, essendo composto da 21 squadre, prevedeva un turno di sosta per ogni compagine, e al Pisa tale turno era toccato proprio all'ultima giornata. Migliaia di persone si raccolsero in città per ascoltare il finale di un tiratissimo Perugia-Bari, il cui pareggio sancì l'automatica promozione dei nerazzurri in Serie A.[10]La formazione che nel 1967-1968 conquistò la Serie A era composta da Annibale, Ripari, Gasparroni, Barontini, Federici, Gonfiantini, Manservisi, Guglielmoni, Mascalaito, Joan, Piaceri.
Ma la Serie A, tanto sudata e faticosamente acquisita, rimase nella città della torre soltanto un anno. La squadra, non particolarmente rinnovata, non ottenne i risultati sperati e dopo la stagione 1968-1969 caratterizzata da 6 vittorie, 8 pareggi e 16 sconfitte (26 gol fatti e 44 subiti), il Pisa tornò nella serie cadetta. Sul fronte delle statistiche da segnalare che il primo punto del Pisa in Serie A arrivò alla quarta giornata, 1-1 in casa contro il Varese, cui fece immediato seguito la prima vittoria, Pisa-Atalanta 1-0 alla quinta.
Gli anni bui
Il Pisa si presentò ai nastri di partenza del campionato di Serie B del 1969-70 con la dichiarata volontà di tornare subito in Serie A. La squadra, affidata a Lauro Toneatto, esordì vincendo a Taranto per 2-0. Ma in seguito i nerazzurri alternarono belle vittorie a clamorose sconfitte. Toneatto fu costretto a dimettersi e il successore Giuseppe Corradi portò la squadra al 7º posto in classifica. La delusione per la città fu cocente, la società si trovò nuovamente in difficoltà economiche e fu costretta a una serie di cessioni. Così, nel successivo campionato di Serie B la squadra apparve nettamente indebolita e tornò in Serie C. La società era debole e senza grosse disponibilità economiche e i primi due anni di Serie C (1971-72 e 1972-73) furono molto difficili. Una parziale riscossa ci fu nel campionato 1973-74, con la squadra che conquistò un buon 6º posto. Da segnalare, in quel campionato, l'esplosione di Marco Tardelli, poi venduto al Como per un centinaio di milioni. Altri giocatori ebbero la stessa sorte, così la squadra risultò nettamente indebolita e nelle stagioni seguenti lottò per non retrocedere. Così dopo sette anni anonimi e pieni di difficoltà il presidente Rota decise di mettere la società sul mercato.[11]
L'era Anconetani
Nel 1978 si aprì una nuova era per il calcio pisano: la società fu acquistata da Romeo Anconetani[12], o più semplicemente Romeo (detto anche lo Sciamanno) per tutti i pisani, che divenne subito famoso come "ammazza-allenatori" ma anche come grande talent scout. Nel campionato 1978-79, nella neonata Serie C1, Romeo alternò alla guida del Pisa ben tre tecnici: Giampiero Vitali, Gianni Seghedoni e infine Pier Luigi Meciani che portò i nerazzurri, trascinati da Claudio Di Prete e Giorgio Barbana, a conquistare la Serie B dopo sette anni. Da ricordare la trasferta di Pagani, nell'ultima giornata, dove il Pisa fu seguìto da oltre 2 000 tifosi e si impose per 1-0. Anche nella stagione successiva, 1979-80 in Serie B, i tecnici furono tre: iniziò il confermato Meciani, sostituito poi da Sergio Carpanesi e da Beppe Chiappella che portò la squadra al 14º posto, con salvezza raggiunta solamente all'ultima giornata grazie all'1-0 sulla Sambenedettese con gol di Aldo Cantarutti.
Dopo il settimo posto della stagione 1980-81, in quella successiva fu ingaggiato il giovane allenatore Aldo Agroppi: nonostante lo scetticismo degli addetti ai lavori l'obiettivo dichiarato era la promozione nella massima serie. Le vittorie nelle trasferte di Perugia, Reggio Emilia e Pescara dimostrarono che Anconetani ancora una volta aveva visto giusto e la squadra riconquistò la Serie A il 13 giugno 1982 dopo 13 anni di attesa[13].
La focosa personalità di Romeo Anconetani divenne in questi anni famosa in tutta Italia, e con essa anche la favola del Pisa, che dal 1982 al 1991 disputò 6 campionati di Serie A alternati a 3 promozioni dalla Serie B. Il miglior piazzamento in Serie A rimane l'11º posto della stagione 1982-83 con Luís Vinício sulla panchina dei nerazzurri: 27 punti frutto di 8 vittorie, 11 pareggi e 11 sconfitte, 27 gol fatti e altrettanti subiti. Purtroppo il Pisa non si ripeté la stagione successiva. Nella storica e decisiva trasferta contro il Milan, nella quale raggiunsero lo stadio di San Siro ben oltre 10 000 tifosi pisani con 5 treni speciali e 30 pullman[14], i rossoneri si imposero per 2-1 con reti di Antonio Criscimanni, Oscar Damiani e Luther Loide Blissett (quest'ultimo autore giusto al Pisa dei suoi unici due gol stagionali e per questo ribattezzato il quinto moro) e per il Pisa fu di nuovo Serie B.
Anconetani non si perse d'animo e creò immediatamente un buon gruppo che, sotto la regia di Gigi Simoni, vinse il campionato cadetto del 1984-85 insieme al Lecce. Seguì un solo anno di Serie A (1985-86): il Pisa, allenato da Vincenzo Guerini, sembrava essere ormai salvo ma nel finale di stagione i nerazzurri ebbero un inspiegabile calo che portò la squadra al 14º posto (decisive le ultime 3 sconfitte consecutive con Roma, Verona e Fiorentina), quindi nuovamente in Serie B. Ma nella stessa stagione il Pisa conquistò la sua prima Coppa Mitropa: nel novembre del 1985, all'Arena Garibaldi i nerazzurri sconfissero gli ungheresi del Debreceni VSC per 2-0, con reti di Wim Kieft e Stefano Colantuono[15], dopo aver superato nella partita di qualificazione i cechi dell'Olomouc per 1-0 (rete di Klaus Berggreen).
Nella stagione 1986-87 la squadra fu di nuovo affidata a Simoni, un idolo della tifoseria, che dopo un campionato avvincente compì il miracolo in una giornata che entrò nella storia della società: la trasferta di Cremona. Ai nerazzurri serviva la vittoria, necessaria per scavalcare i grigiorossi in classifica e conquistare così la promozione. La squadra fu seguita da 5 000 tifosi, che la spinsero a un clamoroso successo per 2-1 grazie anche a una grande prova di Lamberto Piovanelli che siglò il raddoppio dopo il gol iniziale di Claudio Sclosa su rigore.[16]
Il successivo campionato di Serie A (1987-88) si concluse con una bella salvezza conquistata dal gruppo che era stato affidato al tecnico Giuseppe Materazzi. La squadra si classificò al 13º posto grazie anche alla vittoria per 2-0 sul Torino nell'ultima giornata, con una doppietta del difensore Mario Faccenda. Quella stagione sarà anche ricordata per il gol che Carlos Dunga (capitano del Brasile ai Mondiali di Francia '98) segnò da centrocampo nella porta di Walter Zenga nella partita Pisa-Inter vinta per 2 a 1. Fu inoltre conquistata di nuovo la Coppa Mitropa: il 30 maggio 1988 all'Arena Garibaldi, ancora una volta una squadra ungherese, il Vàci Izzó uscì sconfitta nella finale finita 3 a 0, regalando così il secondo trofeo internazionale alla bacheca nerazzurra.[17]
Nella stagione 1988-89 la squadra non riuscì a ripetersi, raggiungendo la semifinale di Coppa Italia (miglior risultato della storia nerazzurra in Coppa, semifinale persa con il Napoli[18]) ma, disputando una stagione deludente. Il Pisa però riconquistò subito la Serie A, anche se il campionato successivo (1990-91) fu l'ultimo torneo disputato nella massima serie dalla formazione pisana. Alla guida della squadra fu chiamato il tecnico rumeno Mircea Lucescu. Dopo un buon avvio (alla seconda giornata condivide il primo posto con Inter e Milan) la squadra precipita in classifica; non bastano la vena realizzativa della coppia-gol formata da Michele Padovano e Lamberto Piovanelli (19 reti realizzate delle 34 totali) e la sostituzione di Lucescu[19] con Luca Giannini, e il Pisa salutò la Serie A. In squadra fanno il loro esordio nel calcio italiano Diego Pablo Simeone e Josè Chamot.
I nerazzurri disputarono due campionati in Serie B dai risultati deludenti, nonostante la presenza di giocatori come Christian Vieri, Marco Ferrante, Lorenzo Scarafoni e Roberto Muzzi e il terzo campionato, stagione 1993-94, retrocesse perdendo lo spareggio contro l'Acireale (ai calci di rigore) e ciò determinò l'amara fine del Pisa Sporting Club.[20] La squadra retrocesse e si trovò di colpo in grosse difficoltà economiche a causa dell'inaspettata retrocessione. Fu costruita una nuova squadra ma Romeo Anconetani non riuscì a far fronte al deficit finanziario, così nell'agosto del 1994 il Pisa Sporting Club non fu ammesso al campionato[21] e la città sprofondò nel più profondo sconforto.
La caduta e la nascita del Pisa Calcio
Quella del 1994 fu un'estate drammatica. Il calcio a Pisa sarebbe sparito se non si fosse costituita subito una nuova società. Dopo interminabili giorni di attesa, alcuni volenterosi personaggi locali iscrissero una nuova società, l'A.C. Pisa, al campionato regionale di Eccellenza. La nuova squadra fu approntata in breve tempo e non fu in grado di lottare per la promozione, concludendo all'8º posto, fra mille difficoltà di carattere burocratico e finanziario.
Una nuova pagina dello sport cittadino si aprì quando il gruppo composto da Roberto Posarelli, Enrico Gerbi[22] e Bruno Meliani fondò il Pisa Calcio 1995 che, per le garanzie offerte dalla società, fu ripescato nell'agosto 1995 nel Campionato Nazionale Dilettanti. All'allenatore Luciano Filippi fu affidato un gruppo che annoverava anche due giocatori molto esperti quali Gianluca Signorini e Davide Lucarelli. Il Pisa approdò alla Serie C2 con la memorabile vittoria finale contro il Viareggio per 2-0 davanti a oltre 10 000 tifosi.[23]
Il ritorno in Serie B
Dopo tre stagioni di serie C2 i nerazzurri tornarono in Serie C1: sotto la guida di Francesco D'Arrigo, la squadra concluse infatti il campionato di Serie C2 1998-1999 in testa con 9 punti di vantaggio sulla seconda classificata (anche se durante la stagione il vantaggio era arrivato a un massimo-record di ben 18 punti).[24] La stagione successiva (1999-00) poteva essere quella del "grande slam", ma la gioia per la conquista della Coppa Italia Serie C passò in secondo piano dopo la sconfitta ai play-off in semifinale per opera del Brescello.[25] Gli emiliani si dimostrarono più cinici e il gol-vittoria di Massimiliano Vieri all'ultimo minuto della gara di ritorno eliminò i nerazzurri (1-1 all'andata in Emilia) che abbandonarono il sogno della Serie B. Il nuovo millennio segna la fine dell'era Posarelli-Gerbi. Dopo due campionati abbastanza anonimi conclusi entrambi all'11º posto, il 14 maggio del 2002, il Pisa Calcio passa di mano e viene acquistato da Maurizio Mian,[26] il quale si è alternato alla presidenza con la madre Maria Gabriella Gentili fino al 2005. Nonostante un grande dispendio economico, i nerazzurri non sono riusciti a salire di categoria, neanche nella stagione 2002-03: la squadra, allenata da Giovanni Simonelli, nonostante il massiccio esodo di tifosi (oltre 10 000)[27] ha perso la Serie B ai supplementari della finale di ritorno dei play-off nella trasferta di Bergamo contro l'AlbinoLeffe.[28]
Le due stagioni successive (2003-04 e 2004-05) non hanno regalato ai pisani le emozioni sperate e anche la famiglia Gentili-Mian ha deciso di cedere la mano. Il 1º luglio 2005 è ufficialmente avvenuto il passaggio al nuovo proprietario Leonardo Covarelli,[29] imprenditore immobiliare perugino, il quale, affidandosi a uomini di calcio come Giuseppe Accardi e Roberto Onorati, ricostruisce sostanzialmente da zero la squadra, puntando su giovani emergenti di categoria inferiore e su Manuele Domenicali, allenatore che aveva vinto il precedente campionato di Serie C2 con il Gela. I risultati sono disastrosi subito: Accardi e Onorati vengono allontanati dopo poche giornate, così come verranno allontanati ben tre allenatori e alcuni medici sportivi della squadra. Il Pisa concluderà il campionato al 15º posto e riuscirà a mantenere la categoria solo dopo i Play-out e grazie a un gol di Eddy Baggio al 98' della finale di ritorno, in casa contro la Massese.[30]
All'inizio della successiva stagione, 2006-07, la società si affida a un allenatore esperto come Piero Braglia e a giocatori esperti di categoria. Il portiere Christian Puggioni (venduto alla Reggina a gennaio) rimane imbattuto per 594 minuti in campionato, e durante l'intero girone d'andata subisce soltanto 5 gol, stabilendo un record stagionale a livello europeo. Dopo un campionato combattuto, il Pisa conclude la stagione regolare al terzo posto, dietro a Grosseto e Sassuolo. In semifinale play-off i pisani affrontano il Venezia, pareggiando 1-1 nella gara di andata in casa dei lagunari. Nella gara di ritorno, il Pisa supera la squadra veneta per 3-1 e guadagna la finale contro il Monza, vittorioso sul Sassuolo. La domenica successiva il Pisa è impegnato nella difficile trasferta di Monza, che si conclude con una sconfitta per 1-0. La partita di ritorno (giocatasi Domenica 17 giugno 2007, giorno di San Ranieri, patrono della città), finisce 1-0 ai tempi regolamentari, costringendo le squadre ai supplementari, che terminano 2-0 per il Pisa il quale torna così in B dopo 13 anni di assenza.[31]
Per la stagione 2007-08 in cadetteria la squadra ingaggia l'allenatore Giampiero Ventura. Il 2007 si chiude con il Pisa a 38 punti, anche grazie all'ottima forma di José Ignacio Castillo e Alessio Cerci, secondo in classifica nel girone di andata di Serie B insieme al Lecce, alla spalle del Bologna capolista con 39 punti, e con l'ingresso in società dell'imprenditore Andrea Bulgarella, che rilevava il 50,2% del pacchetto azionario del Pisa Calcio per ricederla pochi mesi dopo allo stesso Covarelli da cui l'aveva acquistata. Domenica 25 maggio 2008 (con una giornata d'anticipo) il Pisa raggiunge la certezza aritmetica di disputare i Play-off per la promozione in Serie A. I nerazzurri, piazzatisi al sesto posto, affrontano in semifinale il Lecce, terzo classificato. Nella gara di andata il Pisa, allo Stadio Anconetani, esce sconfitto per 1-0 perdendo anche nel ritorno (per 2-1).[32] Il Pisa resta, dunque, in Serie B. Il 18 giugno 2008, esattamente un anno dopo la storica promozione in Serie B ed esattamente dopo tre anni dal suo insediamento alla presidenza della società toscana il presidente Leonardo Covarelli acquista il Perugia Calcio (squadra della sua città di origine), e nemmeno un mese dopo, esattamente il 10 luglio, cede il pacchetto azionario della società nerazzurra all'imprenditore romano Luca Pomponi.[33] La stagione calcistica 2008-09 sarà il 32º campionato di Serie B nella storia del Pisa, nonché quella del centenario. Grazie al buon lavoro e all'entusiasmo del neo-presidente vengono sottoscritti 7 505 abbonamenti battendo il record dell'anno precedente.[34]
La retrocessione e l'esclusione dal professionismo nell'anno del centenario
La stagione 2008-2009 è l'anno del centenario. Viene confermato sulla panchina pisana Giampiero Ventura e la squadra parte con l'obiettivo play-off. L'inizio di campionato è, però, deludente, tanto che la squadra perde le prime due partite subendo cinque gol e segnandone soltanto due. La stagione non continua altrettanto bene, la squadra non riesce mai a entrare in zona play-off tranne che nella giornata in cui sconfigge l'Empoli per 3-0 entrando al quarto posto. Anche se durante il campionato ottiene vittorie importanti contro il Parma per 2-1, nel derby con il Livorno pareggiato all'andata al Picchi per 1-1 con un rigore dubbio per il Pisa e poi per 2-1 all'Arena Garibaldi o con l'Empoli per 2-0, Ventura è esonerato a seguito di cattivi risultati consecutivi e al suo posto è chiamato Bruno Giordano. La squadra non si riprende, anzi è in caduta libera e dopo la sconfitta interna per 1-3 contro il Piacenza, precipita al quart'ultimo posto a due giornate dalla fine. I tifosi rimpiangono Ventura e contestano fortemente i giocatori, rei di guidare la società pisana verso il baratro. All'ultima giornata il Pisa (in superiorità numerica e incitato ininterrottamente dal numerosissimo pubblico pisano) perde in casa per 1-0 contro il Brescia con gol di Zambrella (osannato da tutti i tifosi Livornesi con il coro "La vita è bella Quando segna Zambrella " ) e chiude al ventesimo posto anche in virtù dei risultati degli altri campi, tutti sfavorevoli al Pisa che retrocede direttamente in Lega Pro: si conclude così una stagione fallimentare in cui il Pisa non era mai stato in zona retrocessione ma vi è piombato, definitivamente, al 94º minuto dell'ultima giornata.[35]
Dopo pochi giorni da questo amaro epilogo il presidente Luca Pomponi annuncia di non ritenersi in grado di affrontare il prossimo campionato, mettendo a forte rischio addirittura l'iscrizione allo stesso e facendo tornare nei tifosi l'incubo del fallimento del 1994. La società Pisa Calcio SpA è posta ufficialmente in vendita, totalmente o anche per quote, con il sindaco della città disposto a fare da tramite. Entro il 30 giugno 2009 occorreranno per l'iscrizione al campionato 2009/2010 circa 2 750 000,00 euro mentre il presidente attuale può disporre di circa 1 100 000,00-. È corsa contro il tempo e viene aperta la campagna abbonamenti (con garanzia di rimborso in caso di fallimento) per cercare in 5 giorni di introitare circa 1 000 000,00 di euro che abbinati a sperati proventi di cessione giocatori potrebbero essere risolutivi. Intanto dalle pagine del quotidiano Il Tirreno si apprende di un consiglio comunale straordinario (su richiesta dell'opposizione) nel quale verrà discusso il coinvolgimento di realtà imprenditoriali locali (la Piaggio di Colaninno per esempio) nella seguitissima operazione di salvataggio della gloriosa società calcistica toscana. Il tempo passa senza novità di rilievo e le scadenze per evitare il peggio si avvicinano inesorabili.
Il 15 giugno 2009 Luca Pomponi in assenza di compratori apre ufficialmente una sottoscrizione popolare per donazioni a fondo perduto e/o abbonamenti nel tentativo di ricevere una forte spinta economica per poter garantire l'iscrizione della società al prossimo campionato. Il garante pisano dell'operazione Avv. Andrea Bottone ha assunto l'impegno pubblico alla restituzione di tutti i soldi ricevuti nel malaugurato caso che il tentativo di iscrizione fallisca. Il 9 luglio la Covisoc esclude il Pisa dal campionato di Lega Pro Prima Divisione[36] per una carenza patrimoniale di 5 milioni e trecentoventinovemila euro e in più 12,4 milioni di debito del bilancio con 3 milioni di crediti. La società ha tempo fino all'11 luglio per presentare il ricorso altrimenti la Covisoc decreterà la seconda bocciatura il 14 luglio ma l'11 luglio si conclude con un nulla di fatto. Il Pisa Calcio, a soli 15 anni dalla sua nascita (avvenuta dalle ceneri del Pisa Sporting Club nel 1994), viene escluso dai campionati per gravi inadempienze finanziarie e gravissime carenze patrimoniali.[37] I suoi giocatori vengono successivamente svincolati d'ufficio. Il 23 luglio il sindaco di Pisa Marco Filippeschi costituisce in comune una nuova società sportiva, chiamata AC Pisa 1909, con l'obiettivo di iscriverla al campionato di Serie D.[38] Il sindaco ha contestualmente avviato contatti con i soggetti imprenditoriali, appartenenti al territorio della provincia e non, che hanno manifestato l'intenzione di acquisire la società.
L'AC Pisa 1909
Il 7 agosto 2009 la neonata società "AC Pisa 1909" viene ceduta dall'amministrazione comunale pisana al gruppo Battini-Aringhieri-Camilli.[39] A Carlo Battini (che sarà presidente e amministratore unico) va il 35%, a sua figlia Carla Battini il 9%, a Umberto Aringhieri (che ricopre anche il ruolo di direttore generale) il 35%, e al presidente del Grosseto, Piero Camilli, il 20%. L'1% lo ha comprato l'avvocato Andrea Bottone in qualità di garante della tifoseria e lo "venderà" a un comitato che sarà creato ad hoc. L'11 agosto il Pisa viene iscritto nel girone D della Serie D 2009-2010, allestendo una squadra, sulla carta, molto competitiva. Gli abbonamenti sottoscritti dalla tifoseria locale supereranno le 3 000 unità. Vengono ingaggiati, tra gli altri, Lucas Maximilian Cantoro, Vitaliano Bonuccelli, Gianluca Porro, Alberto Francesconi e Marco Carparelli e Manuele Guzzo. Il 17 settembre l'assetto societario si evolve: con l'ingresso dell'avv. Enrico Valentini al quale va il 39%, esce di scena Carla Battini e si riducono al 20% sia la quota del presidente Carlo Battini che la quota del dg Umberto Aringhieri. Invariate le quote di Piero Camilli (20%) e Andrea Bottone (1%). Nella prima assemblea dei soci del 30 settembre, Carlo Battini è confermato presidente, Umberto Aringhieri viene nominato vice presidente, Enrico Valentini e Andrea Bottone vengono nominati consiglieri unitamente ai nuovi arrivati Roberto Cerboni e Fabrizio Berna. Viene inoltre nominato l'amministratore delegato nella figura del dr. Angelo Palmas il quale ricoprirà anche la carica di nuovo direttore generale.
Sul piano sportivo, nonostante abbia iniziato la preparazione in ritardo rispetto alle altre squadre, il Pisa parte bene e nelle prime 8 giornate ottiene ben 6 vittorie e 2 pareggi che lo conducono alla vetta solitaria del girone D della Serie D. Nelle tre partite successive però qualcosa si rompe e arrivano la sconfitta interna con il Russi, un pareggio esterno 3-3 e un nuovo KO sul campo del Carpi che fa scendere la squadra al quarto posto; quindi la sera del 1º novembre 2009, la dirigenza decide di esonerare mister Paolo Indiani e di sostituirlo con Stefano Cuoghi; già il 22 novembre seguente il Pisa torna da solo in vetta al girone e poi chiude in testa il girone d'andata. L'inizio del girone di ritorno è promettente e, anche grazie alla vittoria a tavolino per 0-3 contro il Riccione nella quale la squadra locale ha schierato un giocatore squalificato, la squadra inizia a tenere un discreto vantaggio sulle dirette inseguitrici. Il 18 aprile 2010 la squadra conquista con largo anticipo la promozione in Lega Pro Seconda Divisione, segnando il rientro della città nel calcio professionistico dopo 9 mesi.[40]
Il 4 agosto il Pisa viene ripescato, dopo aver presentato la domanda con versamento di A/C di 400 000 euro e fideiussioni di 800 000 euro, in Lega Pro Prima Divisione insieme a Gela, Nocerina, Bassano, Paganese, Pavia, Siracusa e Barletta.[41] Le otto società ripescate prendono il posto di sette società fallite di Lega Pro Prima Divisione e della Triestina ripescata in Serie B a causa della mancata iscrizione dell'Ancona. Il 29 novembre seguente, dopo che la squadra si era trovata al penultimo posto in classifica, la società ha deciso di esonerare mister Stefano Cuoghi per sostituirlo con Leonardo Semplici.[42] Ma la guida del tecnico toscano non sortisce gli effetti sperati e il 21 febbraio 2011 il club lo esonera, chiamando al suo posto Dino Pagliari[43]. La squadra si classificherà al decimo posto in classifica.
Il 15 giugno 2011 Piero Camilli dichiara in un primo momento di voler cedere le sue quote e di non volersi interessare più del Pisa, il 30 giugno successivo fa dietrofront e chiede espressamente a Carlo Battini di cedergli le sue quote. Il 9 luglio la CO.VI.SOC. iscrive regolarmente la squadra al campionato di Lega Pro Prima Divisione per la stagione 2011-2012. Nel corso del campionato Battini rileva tutte le quote di Camilli[44] ritrovandosi così come socio di maggioranza della società. A livello sportivo il Pisa nonostante abbia in rosa diversi giovani a dicembre si trova a ridosso della zona play-off, a gennaio però la squadra incappa in varie sconfitte e scende nella seconda metà della classifica. Il 14 febbraio 2012 viene esonerato mister Pagliari e chiamato al suo posto Alessandro Pane[45] che otterrà il settimo posto finale, e porterà la squadra in finale di Coppa Italia Lega Pro dove viene sconfitta dallo Spezia.[46]
Nel corso della stagione 2012-2013 la squadra parte forte e conquista la vetta solitaria all'undicesima e dodicesima giornata del girone di andata. Un progressivo calo di prestazioni e di sconfitte causano l'esonero dell'allenatore Alessandro Pane al quale subentra in panchina il mister Dino Pagliari.[47] Grazie a lui il Pisa torna a scalare la classifica: la squadra vince sei partite di fila e si classifica al 5º posto in classifica, posizione che gli concede di accedere ai play-off già con una giornata di anticipo. Nei play-off il Pisa elimina il Perugia in semifinale grazie al 2-1 casalingo e il 2-2 in trasferta[48]; la finale, contro il Latina, classificato terzo al termine del campionato, vede sconfitta la compagine nerazzurra a fronte del risultato di pareggio per 0-0 in casa e del successivo 1-3 ai supplementari subìto in trasferta.[49]
Nella stagione successiva il Pisa è inserito nel girone B e l'obiettivo sono i play-off. La squadra parte forte e inizia il campionato in vetta alla classifica conseguendo anche risultati importanti come la vittoria a Perugia (che alla fine vincerà il campionato). Anche questa volta dopo un avvio brillante segue un calo di prestazioni e di risultati: è il mister Dino Pagliari a farne le spese.[50] Il Pisa conclude la sua stagione regolare al sesto posto e raggiunge così i play-off. La prima partita è con l'Aquila (classificata quinta): il Pisa sbanca il Tommaso Fattori vincendo per 1-0 e accede alle semifinali. Nel turno successivo però incontra il Frosinone (classificatosi secondo) che eliminerà i nerazzurri grazie allo 0-0 a Pisa e alla vittoria per 2-1 a Frosinone.[51]
Nel 2014-15 il Pisa presenta domanda di ripescaggio in Serie B a seguito del fallimento del Siena, ma il 29 agosto 2014 gli viene preferito il Vicenza; a pesare sulla decisione della FIGC sono state le condizioni dell'Arena Garibaldi, col mancato adeguamento dell'impianto d'illuminazione, e una documentazione incompleta.[52] La squadra nerazzurra riparte dal nuovo campionato di Lega Pro. Dopo un avvio balbettante che comunque lascia la formazione di Braglia in corsa per il primo posto, Il 5 dicembre il DS Pino Vitale si dimette per incomprensioni con il presidente Battini; al suo posto subentra Pietro Tomei.[53]
Cronistoria
Cronistoria dell'Associazione Calcio Pisa 1909 | |
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Colori e simboli
Colori
I colori ufficiali del Pisa sono il nero e l'azzurro, da sempre disposti sulla maglia casalinga secondo delle strisce verticali, la cui ampiezza può variare di stagione in stagione. Per i colori dei completi da trasferta, nel corso degli anni si sono alternati soprattutto il bianco e il rosso, pur se nel corso dei decenni non sono mancate le più diverse sperimentazioni cromatiche, su tutti il giallo; proprio il rosso e il giallo sono due tinte storicamente legate al territorio pisano – rispettivamente, alla città e alla provincia.[54]
Simboli ufficiali
Simbolo immediatamente associato al club nerazzurro è la torre pendente cittadina, oggi presente in forma stilizzata anche all'interno dello stemma societario. È inoltre molto sentito dai tifosi l'uso della bandiera rossocrociata, odierno simbolo del comune di Pisa e retaggio dello storico periodo indipendentista della città come repubblica marinara; tale "Croce Pisana" è anch'essa richiamata nello stemma del club, oltre a venire saltuariamente inserita sulle divise della squadra, quale vezzo estetico[55] o come "secondo" stemma in abbinamento a quello ufficiale.[54]
Mascotte
"Vituperio" è la mascotte del Pisa, creata da due studenti dell'Istituto d'Arte della città toscana. È costituito da una personificazione della Torre di Pisa a braccia conserte, dall'aria arrabbiata e minacciosa e con la maglia di colore nerazzurro, i colori sociali del club. Il nome Vituperio è ripreso volutamente dall'invettiva contro Pisa del XXXIII Canto dell'Inferno di Dante Alighieri.[56]
Inno
Lo storico inno della squadra nerazzurra si intitola Pisa come ai vecchi tempi, cantato da Funel e risalente all'inizio degli anni ottanta.[57]
Strutture
Stadio
Dal 1919 il Pisa gioca le sue gare casalinghe all'Arena Garibaldi, impianto sito nel quartiere di Porta a Lucca, alle porte della città. Il "cuore" del tifo nerazzuro, la curva Nord, fu costruita alla fine degli anni cinquanta.[58] Nel 1978 venne chiuso l’anello, col prolungamento delle due curve a ridosso della tribuna e della gradinata. Nell’estate del 1982 l'allora presidentissimo Romeo Anconetani – il cui nome verà affiancato, il 9 dicembre 2001, alla titolazione dello stadio – fece ristrutturare la vecchia tribuna coperta, abbattendo la copertura originaria.[59] Lo stadio è arrivato, tra l'82 e il 1994, a ospitare fino a 35 000 spettatori,[60] mentre oggi è abilitato per circa 12 000 presenze.
Nel 1999, a seguito della scomparsa del tifoso Maurizio Alberti, la curva Nord è stata intitolata alla sua memoria,[61] mentre al calciatore pisano Gianluca Signorini, scomparso il 6 novembre 2002 a causa della SLA, fu intitolata la gradinata il 23 aprile 2005.[62]
Centro di allenamento
A oggi la società non ha ancora un suo centro di allenamento. Nella stagione 2014-2015 usufruisce del centro sportivo di proprietà della 46ª Aerobrigata Aerea dell'Aeronautica Militare sito all'interno dell'aeroporto militare di Pisa. Il settore giovanile si allena invece a Fornacette, presso il Biancoforno Camp.[63]
Società
Organigramma societario
Dal sito internet ufficiale della società.[64]
- Area direttiva
- Carlo Battini - Presidente
- Carla Battini - Dirigente responsabile gestione
- Bruno Sabatini - Segretario sportivo
- Daniele Belli - Segretario amministrativo
- Riccardo Silvestri - Responsabile comunicazione
- Gabriele Minchella - Responsabile marketing
- Renzo Melani – Collaboratore tecnico
- Andrea Orlandini - Collaboratore tecnico
- Roberta Castellini - Delegato sicurezza
- Sergio Agostini - Vice-delegato alla sicurezza
- Claudio Gavina - Responsabile stadio e logistica
- Itania Ricci - Responsabile magazzino-materiali
- Claudio del Guerra - Magazziniere
- Settore giovanile
- Christian Amoroso - Allenatore Berretti
- Alessandro Alfani Rossi -Assistente Allenatore Berretti
- Paolo Biso - Dirigente accompagnatore Berretti
- Luca Trotta - Preparatore atletico Berretti
- Matteo Burragato - Massaggiatore Berretti
- Virgilio Di Legge - Medico Berretti
- Roberto Marconcini - Preparatore dei portieri Berretti
Sponsor
Di seguito la cronologia di fornitori tecnici e sponsor del Pisa.
- 1987-1990 Saeco
- 1990-1991 Giocheria
- 1991-1992 Giochi Preziosi
- 1992-1993 GT Auto Alarm
- 1993-1994 Iranian Loom
- 1994-1995 Non presente
- 1995-1999 Esanastri
- 1999-2002 Caripisa
- 2002-2005 Non presente
- 2005-2008 Limonta
- 2008-2009 Abitalia
- 2009-2010 Transitaly
- 2010-2011 Edilcentro/Gruppo Bulgarella
- 2011-2012 Sant'Ermo
- 2012-2013 Transitaly
- 2013-2014 Consorzio Gruppo Greco/Edilcentro/Biancoforno
- 2014-2015 Biancoforno/Geu/NGM
Allenatori e presidenti
- 1921-1924 József Ging
- 1924-1925 ...
- 1925-1926 Manlio Mattiello
- 1926-1928 Aldo Vettori
- 1928-1930 Alfredo Ratti
- 1930-1933 József Ging
- 1933-1934 Gyorgy Orth
- 1934-1938 József Ging
- 1938-1939 Angelo Pasolini
- 1939-1940 Aristide Viale
- 1940-1945 József Ging
- 1945-1946 Angelo Pasolini
- 1946-1947 Giuseppe Forlivesi, Angelo Pasolini
- 1947-1948 Cesare Migliorini
- 1948-1949 Mario Nicolini, Pál Szalay
- 1949-1950 Luis Monti, Giovanni Garbo
- 1950-1951 Giovanni Garbo e József Ging[65], Mario Nicolini
- 1951-1952 Mario Nicolini
- 1952-1953 Cesare Migliorini
- 1953-1954 Nicolò Nicolosi, Guido Masetti
- 1954-1956 Mario Nicolini
- 1956-1960 Umberto Mannocci
- 1960-1961 Romoli, Piero Andreoli
- 1961-1962 Piero Andreoli
- 1962-1963 Julius Korostelev, Mario Nicolini, Guglielmo Trevisan
- 1963-1964 Cesare Meucci, Mario Nicolini, Piero Andreoli
- 1964-1966 Umberto Pinardi
- 1966-1967 Umberto Pinardi, Renato Lucchi
- 1967-1969 Renato Lucchi
- 1969-1970 Lauro Toneatto, Giuseppe Corradi
- 1970-1971 Umberto Mannocci
- 1971-1972 Omero Tognon, Roberto Balestri
- 1972-1973 Roberto Balestri
- 1973-1974 Ugo Pozzan, Filippelli, Enzo Robotti
- 1974-1975 Enzo Robotti, Filippelli
- 1975-1976 Graziano Landoni, Giampaolo Piaceri
- 1976-1977 Graziano Landoni
- 1977-1978 Giuseppe Corradi, Ferruccio Mariani
- 1978-1979 Giampiero Vitali, Gianni Seghedoni, Pier Luigi Meciani
- 1979-1980 Pier Luigi Meciani, Sergio Carpanesi, Giuseppe Chiappella
- 1980-1981 Lauro Toneatto
- 1981-1982 Aldo Agroppi
- 1982-1983 Luís Vinício
- 1983-1984 Bruno Pace, Luís Vinício, Bruno Pace
- 1984-1985 Luigi Simoni
- 1985-1986 Vincenzo Guerini
- 1986-1987 Luigi Simoni
- 1987-1988 Giuseppe Materazzi
- 1988-1989 Bruno Bolchi, Luca Giannini, Lamberto Giorgis
- 1989-1990 Luca Giannini, Mauro Viviani
- 1990-1991 Luca Giannini e Mircea Lucescu, Luca Giannini e Mauro Viviani
- 1991-1992 Luca Giannini, Ilario Castagner e Mauro Viviani
- 1992-1993 Vincenzo Montefusco, Mauro Viviani
- 1993-1994 Walter Nicoletti, Eugenio Bersellini
- 1994-1995 Felice Secondini, Salvadori, Luciano Filippi
- 1995-1997 Luciano Filippi
- 1997-1998 Roberto Clagluna, Stefano Baldoni e Gianluca Signorini, Stefano Baldoni
- 1998-2001 Francesco D'Arrigo
- 2001-2002 Guido Carboni, Corrado Benedetti
- 2002-2003 Corrado Benedetti, Giovanni Simonelli
- 2003-2004 Giovanni Simonelli, Antonio Cabrini, Marco Masi
- 2004-2005 Marco Masi, Ivo Iaconi
- 2005-2006 Mauro Domenicali, Ferruccio Mariani e Antonio Toma, Ferruccio Mariani, Francesco Mileti e Antonio Toma
- 2006-2007 Piero Braglia
- 2007-2008 Giampiero Ventura
- 2008-2009 Giampiero Ventura, Bruno Giordano
- 2009-2010 Paolo Indiani, Stefano Cuoghi
- 2010-2011 Stefano Cuoghi, Leonardo Semplici, Dino Pagliari
- 2011-2012 Dino Pagliari, Alessandro Pane
- 2012-2013 Alessandro Pane, Dino Pagliari
- 2013-2014 Dino Pagliari, Francesco Cozza, Leonardo Menichini
- 2014-oggi Piero Braglia
- 1909-1912 Enrico Canti
- 1912-1913 Corrado Vannini
- 1913-1914 Gino Cristiani
- 1914-1924 Giacomo Picchiotti
- 1924-1927 Francesco Pardi
- 1927 Enrico Corona
- 1927 Dario Petrini
- 1927 Piero Cupiello
- 1927-1934 Ranieri Garzella
- 1934-1939 Giuseppe Biscioni
- 1939-1945 Giovanni Gentili
- 1945-1946 Agostino Catarsi
- 1946-1949 Giacomo Picchiotti
- 1949-1954 Aldo Cerri
- 1954-1958 Enrico Ciaranfi
- 1958-1962 Raffaello Panichi
- 1962-1964 Francesco Tumbiolo
- 1964-1975 Giuseppe Donati
- 1975-1978 Luigi Rota
- 1978-1995 Romeo Anconetani
- 1995-2002 Roberto Posarelli, Enrico Gerbi
- 2002-2005 Maurizio Mian, Maria Gabriella Gentili
- 2005-2008 Leonardo Covarelli
- 2008-2009 Luca Pomponi
- 2009-oggi Carlo Battini
Calciatori
Vincitori di titoli
- Oro olimpico: 1
- Oro olimpico: 1
Il Pisa e le nazionali di calcio
Di seguito l'elenco dei calciatori convocati dalle rappresentative azzurre durante il periodo di militanza nel Pisa:[67]
- Nazionale A
- Sergio Bertoni, Attaccante, 3 presenze nel 1936;
- Giovanni Moscardini, Attaccante, 1 presenza e 2 gol nel 1925;
- Carlo Biagi, Centrocampista, 4 presenze e 4 gol nel 1936;
- Nazionale Under 21
- Alessio Cerci, Attaccante, 3 presenze e 1 gol tra il 2007 e il 2008.
Palmarès
Competizioni internazionali
Competizioni nazionali
- Serie B: 2
Competizioni interregionali
- 1933-1934 (girone finale B)
- 1957-1958 (girone E)
- Serie C: 1
- 1964-1965 (girone B)
- 1995-1996 (girone A)
- Serie D: 1
- 2009-2010 (girone D)
- Serie C2: 1
- 1998-1999 (girone A)
Competizioni regionali
- Promozione: 1
Statistiche e record
Partecipazione ai campionati
- Campionati nazionali
Livello | Categoria | Partecipazioni | Debutto | Ultima stagione | Totale |
---|---|---|---|---|---|
1° | Prima Categoria | 1 | 1920-1921 | 13 | |
Prima Divisione | 5 | 1921-1922 | 1925-1926 | ||
Serie A | 7 | 1968-1969 | 1990-1991 | ||
2° | Prima Divisione | 3 | 1926-1927 | 1928-1929 | 34 |
Serie B | 31 | 1934-1935 | 2008-2009 | ||
3° | Prima Divisione | 6 | 1929-1930 | 1945-1946 | 36 |
Serie C | 16 | 1952-1953 | 1977-1978 | ||
Serie C1 | 9 | 1978-1979 | 2006-2007 | ||
Lega Pro Prima Divisione | 4 | 2010-2011 | 2013-2014 | ||
Lega Pro | 1 | 2014-2015 | |||
4° | Serie C2 | 3 | 1996-1997 | 1998-1999 | 5 |
IV Serie | 2 | 1954-1955 | 1955-1956 | ||
5° | Campionato Interregionale - 2° cat. | 1 | 1957-1958 | 3 | |
Campionato Nazionale Dilettanti | 1 | 1995-1996 | |||
Serie D | 1 | 2009-2010 |
In 91 stagioni sportive disputate dall'esordio a livello nazionale nella finalissima del 24 luglio 1921. Sono escluse le annate 1956-57 e 1994-95, nelle quali il Pisa partecipò ai massimi tornei del Comitato Regionale Toscano, cui afferiva anche antecedentemente al 1920.
- Campionati regionali
Livello | Categoria | Partecipazioni | Debutto | Ultima stagione | Totale |
---|---|---|---|---|---|
I | Prima Categoria | 3 | 1912-1913 | 1914-1915 | 5 |
Promozione | 1 | 1956-1957 | |||
Eccellenza | 1 | 1994-1995 | |||
II | Terza Categoria | 1 | 1909-1910 | 1 |
Tifoseria
Storia
La curva Nord "Maurizio Alberti", intitolata a un tifoso pisano entrato in coma a causa di un arresto cardiaco durante una trasferta a La Spezia e morto due settimane dopo, l'8 febbraio 1999,[69] ospita i gruppi ultras più importanti: gli "Svitati", i "Wanderers", gli "Sconvolts", i "Rangers" e i "Kapovolti", oltre ai gruppi della periferia tra i quali "Pontasserchio", "Sant'Anna" e "Poimabriai".
La curva pisana è sostanzialmente politicizzata con estremismi di sinistra; il gruppo ultras dei Rangers, nati nel 1979[70], hanno come simbolo la celebre effigie di Che Guevara. La gradinata "Gianluca Signorini" ospita un folto gruppo non organizzato, composto soprattutto da vecchi ultras della curva Nord. Il tifo organizzato nerazzuro è inoltre molto impegnato nel sociale durante diverse partite dell'anno vengono effettuate raccolte fondi per varie iniziative benefiche.[71][72][73]
Gemellaggi e rivalità
La tifoseria organizzata ha rapporti di gemellaggio con la tifoseria del Viareggio,[74] degli austriaci dello Sturm Graz, dei tedeschi del Karlsruher, e con la tifoseria della squadra svizzera di Hockey su ghiaccio dell'Ambrì Piotta. Vi è un forte gemellaggio anche con la tifoseria della Carrarese.
Le rivalità campanilistiche secolari di origine medievale si rispecchiano poi anche nei più sentiti odi calcistici. Le più sentite in assoluto sono quelle con i "cugini" del Livorno[75] e della Fiorentina[76]. Accese rivalità si hanno con le tifoserie organizzate di Spezia, Lucchese, Sampdoria, Lazio, Hellas Verona, Napoli, Bologna, Torino, Atalanta, Brescia, Varese, Cesena, Vicenza, Venezia, Ternana, Modena, Padova, Triestina, Ascoli, Juventus, Parma, Frosinone, Pescara, Avellino, Catania, Catanzaro, Piacenza, Arezzo, Empoli, Massese e Viterbese.
Organico
Rosa
Rosa aggiornata al 2 febbraio 2015.[77]
Staff tecnico
Dal sito internet ufficiale della società.[78]
- Area tecnica
- Pietro Tomei - Direttore sportivo
- Piero Braglia - Allenatore
- Marco Piccioni - Allenatore in seconda
- Mauro Isetto - Preparatore dei portieri
- Franco Ferrini - Preparatore atletico
- Riccardo Silvestri - Team manager
- Area sanitaria
- Ferdinando Franzoni - Responsabile sanitario
- Marco Pallini - Medico addetto 1ª Squadra
- Sergio Precisi - Medico sociale
- Leonardo Tocchini - Medico sociale
- Virgilio Di Legge - Medico sociale
- Simone Casarosa - Recupero infortunati e riatletizzazione
- Giovanni Santarelli - Responsabile fisioterapia
- Alessandro Frosini - Fisioterapista
- Marco Deri - Massaggiatore
- Ferdinando Rognini - Otorino
- Michele Palla - Oculista
- Antonio Marioni - Chirurgo
- Antonio Magliaro - Dermatologo
- Alessandro Paolicchi - Radiologo
- Marco Ferretti - Podologo
- Massimo Gargani - Endocrinologo e nutrizionista
- Casa di Cura San Rossore - Centro di riferimento
Note
- ^ I ragazzi acquisirono le regole rudimentali del gioco da una rivista torinese buttata via da uno dei lottatori della vicina palestra Forza e Coraggio.
- ^ Nell'elenco dei fondatori troviamo: Enrico Canti (presidente), Bruno Caprili, Giuseppe Curradi, Antonio Eschini, Gino Fanucci, Fabiano Ferrucci, Gastone Galletti, Alberto Garzella, Vittorio Gazzera, Alfredo Giovannini, Ferruccio Giovannini (segretario), Ernesto Logli, Cafiero Maggini, Aldo Saggini, Mario Salvestroni, Giuseppe Scotti, Leo Scotti, Marino Scotti, Stefano Scotti, Gino Simoni, Igino Tonini, Pergentino Valori (cassiere), Antonio Zoppi.
- ^ Storia, su pisacalcio.it (archiviato dall'url originale il 4 gennaio 2014).
- ^ 100Pisa, p. 12-13
- ^ In realtà vi erano anche altre squadre cittadine, ma rappresentative solo di alcuni rioni; tra queste ricordiamo l'Unione Sportiva Porta a Mare e l'Audax.
- ^ a b 100Pisa, P. 16-17
- ^ Gli anni di successi fecero crescere a dismisura i sostenitori e i soci della squadra, fino alla ragguardevole cifra di 3 200 iscritti.
- ^ PRIMA DEL 1921: LA FONDAZIONE, su pisanellastoria.it.
- ^ Marco Barabotti, Il ricordo della stagione 54-55, su iltirreno.gelocal.it, 3 giugno 2014.
- ^ Michele Bufalino, La stagione 68-69, su pisanellastoria.it.
- ^ Gli anni 70 e la gestione Rota, su pisacalcio.it.
- ^ Romeo Anconetani, su pisanellastoria.it.
- ^ Nicolò Gambassi, Promozione in serie A 1982, su tuttopisa.it.
- ^ Tifosi ricordano la trasferta di Milano, su solopisa.it, Solo Pisa.
- ^ Il Pisa vince la prima Mitropa, su pisanews.net.
- ^ Nicolò Gambassi, Le gare storiche dei nerazzurri: Cremonese - Pisa 1986-87, su tuttopisa.it, 25 luglio 2014.
- ^ Antonio Tognoli, La seconda coppa Mitropa, su pisanews.net, 24 febbraio 2014.
- ^ Michele Bufalino, pisanellastoria.it, http://www.pisanellastoria.it/index.php?option=com_content&view=article&id=78&Itemid=96 .
- ^ Gaetano Mocciaro, Adriano Bacconi: "Lucescu è uno scienziato, ecco come abbiamo trasformato il calcio. Occhio allo Shakhtar, ha più esperienza della Juve", su tuttojuve.com, 2 ottobre 2012.
- ^ Adriano Cisternino, L'Acireale resta in B, i rigori sprofondano il Pisa in C dopo 15 anni, in Corriere della Sera, 15 giugno 1994, p. 34.
- ^ Antonio Scuglia, Il Pisa poteva essere salvato, su iltirreno.gelocal.it, 3 aprile 2008.
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- ^ Il Pisa Calcio dal 1994 ad oggi, su pisacalcio.it.
- ^ Dal '94 al 2005, su pisanellastoria.it.
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- ^ Gianluca Campanella, I tifosi festeggiano sul web «È una buona notizia», su iltirreno.gelocal.it, 29 marzo 2014.
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- ^ Lorenzo Marucci, Vitale lascia il Pisa: "Venuta meno la fiducia del presidente", su tuttomercatoweb.com, 5 dicembre 2014.
- ^ a b Matteo Perri, Il Pisa svela le nuove divise Erreà per il 2012-2013, su passionemaglie.it, 16 luglio 2012.
- ^ La Croce Pisana in grande risalto sulle maglie del Pisa 2011-2012 griffate Erreà, su passionemaglie.it, 15 settembre 2011.
- ^ Estratto del canto dell'Inferno dal quale è stato preso spunto per il nome della Mascotte, su nainerouge.tumblr.com.
- ^ Andrea Chiavacci, Rock'n'Goal: Quando il calcio diventa musica, su tuttopisa.it, 27 novembre 2013.
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- ^ Arena Garibaldi, su pisanellastoria.it.
- ^ Il nuovo Biancoforno Camp., su italiagol.it.
- ^ Staff, su pisachannel.tv. URL consultato il 17 febbraio 2015.
- ^ Direttore tecnico.
- ^ Senza mai scendere in campo
- ^ Dal sito della Figc, su figc.it.
- ^ Ex aequo con il Pescara.
- ^ 15 anni fa moriva Maurizio Alberti, Mau, su paginaq.it.
- ^ pisanellastoria.it, http://www.pisanellastoria.it/78-94/1979-80.htm .
- ^ Da “Amici Per L’Africa” i ringraziamenti alla Curva Nord Maurizio Alberti per la colletta con il San Marino, su pisanews.net, pisanes.it, 7 novembre 2014.
- ^ Da L'Aquila applausi e ringraziamenti alla Curva Nord "Maurizio Alberti", su tuttopisa.it, 23 gennaio 2014.
- ^ "Cresci piccolo Burkinabè": ecco il resoconto della raccolta fondi, su tuttopisa.it, 2 novembre 2014.
- ^ «Viareggio gemellata con Pisa? Allora niente Porta Elisa», su iltirreno.gelocal.it, 11 giugno 2011.
- ^ La rivalità tra Pisa e Livorno, su ilgiornale.it.
- ^ Rivalità tra Pisa e Firenze, su firenzecuriosita.blogspot.it.
- ^ Rosa, su pisachannel.tv. URL consultato il 17 febbraio 2015.
- ^ Organigramma, su pisachannel.tv. URL consultato il 17 febbraio 2015.
Bibliografia
- Giorgio Batini, Album di Pisa, Firenze, La Nazione, 1972.
- Renzo Castelli, Il sogno nerazzurro: storia del Pisa Sporting Club, Pisa, Tacchi, 1982.
- Sergio Carlesi, Oltre la rete: fatti e personaggi del Pisa Sporting Club e del pianeta calcio, Pisa, Pacini, 1982.
- 1908-2008 Un secolo di calcio a Pisa, Geo Edizioni, 2007.
- Gabriele Masotti, Il giorno perfetto: 17 giugno 2007; i pensieri, la tensione, la passione e la gioia per la promozione in Serie B nei racconti dei tifosi che hanno vissuto quella memorabile giornata, Ghezzano (PI), Felici, 2007.
- Alessandro Melis et al., L'arena Garibaldi: stadio Romeo Anconetani, Pisa, ETS, 2007.
- Michele Bufalino et al., Pisa 1909: 100 Pisa, un punto per ripartire; il libro storico ufficiale del centenario neroazzurro, Pontedera, CLD libri, 2009.
- Renzo Castelli et al., Romeo Anconetani: un uomo di calcio, Ospedaletto (PI), Pacini, 2009.
- Alberto Zampieri et al., 100 anni di calcio nero azzurro a Pisa, Pisa, ETS, 2009.
Voci correlate
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Collegamenti esterni
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- (DE, EN, IT) Pisa Sporting Club, su Transfermarkt.it, Transfermarkt GmbH & Co. KG.