Calcio Padova

club calcistico italiano di Padova
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Il Calcio Padova,[6] meglio noto come Padova, è una società calcistica italiana con sede nella città di Padova. Milita in Serie B, la seconda divisione del campionato italiano.

Calcio Padova
Calcio
Biancoscudati, Euganei, Patavini
Segni distintivi
Uniformi di gara
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Pantaloncini
Calzettoni
Calzettoni
Casa
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Pantaloncini
Calzettoni
Calzettoni
Trasferta
Colori sociali Bianco, rosso
SimboliGattamelata
InnoMa quando torno a Padova
Mannaz[1]
Dati societari
CittàPadova
NazioneItalia (bandiera) Italia
ConfederazioneUEFA
Federazione FIGC
CampionatoSerie B
Fondazione1910
Rifondazione2014
ProprietarioLussemburgo (bandiera) J4A Holdings II S.à r.l. (68,25%)[2][3]
Italia (bandiera) Francesco Peghin (25%)[4]
Italia (bandiera) HGB s.r.l. (3,75%)[5]
Italia (bandiera) Luca Destro (2,25%)[2][3]
Italia (bandiera) Giampaolo Salot (0,75%)[2][3]
PresidenteItalia (bandiera) Francesco Peghin[4]
AllenatoreItalia (bandiera) Matteo Andreoletti
StadioEuganeo
(32 420 posti)
Sito webwww.padovacalcio.it
Palmarès
Coppa Italia Lega ProCoppa Italia Lega Pro
Trofei nazionali2 Coppe Italia Serie C/Lega Pro
1 Supercoppa di Serie C
Stagione in corso
Si invita a seguire il modello di voce

Il sodalizio attuale è nato il 24 luglio 2014 come Biancoscudati Padova dopo la non iscrizione ai campionati della precedente Associazione Calcio Padova fondata nel 1910, della cui tradizione calcistica cittadina si fa portatore.

Fra i migliori risultati della formazione veneta figurano il terzo posto nel campionato di Serie A 1957-1958, la finale di Coppa Italia 1966-1967, la vittoria della Coppa Italia Semiprofessionisti 1979-1980 e della Coppa Italia Serie C 2021-2022 oltreché le finali di Coppa Rappan 1962-1963 e della Coppa Anglo-Italiana 1983; in ambito giovanile, il successo nel Campionato Primavera 1965-1966 riservato ai cadetti. Occupa il 22º posto nella tradizione sportiva dei club che hanno giocato in A e il 29º posto nella classifica perpetua, vantando 16 presenze nella massima serie italiana da quando esiste il girone unico, l'ultima nel 1996.

La classica maglia della formazione padovana è bianca con dettagli rossi; sul petto reca lo scudo cittadino, una croce rossa su sfondo bianco, da cui il soprannome di biancoscudati dei suoi giocatori.

Dagli albori al secondo dopoguerra

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«È costituita col nome di Associazione del Calcio Padova una società avente lo scopo di incrementare la pratica e la diffusione del Gioco del Calcio in particolare e degli altri sports atletici in genere col fine della educazione fisica della gioventù.»
 
Formazione del Padova annata 1910-1911. Con il numero 8, il fondatore e presidente della squadra Giorgio Treves de'Bonfili.

L'Associazione Calcio Padova viene fondata il 29 gennaio 1910 nella sede della Rari Nantes Patavium, nell'odierna Piazzetta della Garzeria, scegliendo subito il bianco e il rosso come propri colori sociali, nonché colori della città di Padova come detto nell'articolo 4 dell'atto costitutivo. Dopo l'approvazione dello Statuto, i cinquanta soci eleggono il direttivo: presidente fu nominato il barone Giorgio Treves de' Bonfili e come vicepresidente il marchese Giuseppe Corradi. Il 20 febbraio successivo, a nemmeno un mese dalla nascita, la formazione biancoscudata fece il suo esordio in amichevole contro l'Hellas con un pareggio a reti bianche sul campo "Giovan Battista Belzoni", l'odierno Walter Petron. La prima rete fu segnata nell'incontro contro il Vicenza il 6 marzo seguente, con l'autorete di Vallesella nella sconfitta per 3-1. La prima vittoria arrivò il 22 maggio, battendo per 2-1 i cugini berici nell'ambito della Coppa Esposizione, manifestazione organizzata nell'ambito della fiera di Pontevigodarzere.[7]

Nella stagione successiva, la società rimane inattiva a causa dell'antagonismo del Petrarca del padre gesuita Giulio Roi che riesce ad accasarsi molti giocatori biancoscudati a seguito delle difficoltà iniziali del Calcio Padova, che riprende la sua attività il 25 novembre 1912. La stagione seguente vede l'arrivo di trena nuovi soci che rifondano la società nominando Gastone Rossi nuovo presidente e Mario Malagoli come vicepresidente. Partecipa al campionato di Promozione insieme al Petrarca e all'Udinese raccogliendo un solo punto. Nella stagione 1913-1914 viene eletto come nuovo presidente Giuseppe Valenzini gettando le basi per il passaggio nei campionati Nazionali vincendo prima il Girone Veneto del campionato di Promozione contro l'Hellas per un totale di 4-3 e poi ha la meglio nella finale Veneto-Emiliana contro l'Audax Modena per un totale di 10-1. La stagione successiva vede la nomina di nuovo presidente ad Eugenio Vianello e per la prima volta il Padova in Prima Categoria venendo inserito nel Girone F che si conclude conclude con un dignitoso quarto posto alle spalle del Vicenza, Hellas e Venezia.[8] Il Padova si appresta anche ad inaugurare il nuovo il nuovo Campo Comunale, poi intitolato all'ex giocatore Giovanni Monti ma lo scoppio della Prima Guerra Mondiale sospende tutti i campionati. Il 20 ottobre 1915 perde la vita sul Carso il giovane volontario ed attaccante biancoscudato Silvio Appiani, autore di 18 reti in 14 partite nel campionato appena concluso.[9] Negli anni successivi, complice la guerra, i biancoscudati si limiteranno a gare amichevole e nel 1916 partecipano alla Coppa Federale Veneta che vede le vittorie su Treviso e Petrarca nella fase a gironi qualificandosi per la doppia finale contro l' che viene sconfitto per un totale di 8-4 diventando campioni regionali.[10]

 
La formazione biancoscudata, vincitrice del Girone C della Lega Nord nel campionato di Prima Divisione 1922-1923

Nell'immediato primo dopoguerra venne nominato Raimondo Flores nuovo presidente e con l'elvetico Ernesto Peyer alla guida, nella stagione 1919-1920 i biancoscudati vincono la Sezione Veneta qualificandosi alle Semifinali Nazionali dove arriva ultima nel Gruppo B. In questa stagione disputa una gara come difensore anche il capitano dei bersaglieri Rino Corso Fougier che volava nella 87ª Squadriglia Aeroplani. Nella stagione successiva il copione resta uguale arrivando prima seconda nel Girone B della Sezione Veneta e poi vincendo il Girone Finale accedendo alle Semifinali Nazionali dove conclude terza nel Girone C. Il Padova diventò così una delle migliori e temibili squadre della regione. Nel 1921-22 fu tra le secessioniste che si staccarono dalla FIGC fondando una federazione e un campionato indipendenti (CCI): il Padova concluse al 5º posto nel girone B di Prima Divisione CCI, qualificandosi senza problemi al torneo successivo di massima serie nonostante la riconciliazione tra FIGC e secessioniste e conseguente riduzione dei quadri. Nella stagione 1922-23 arrivò sulla panchina biancoscudata l'inglese Herbert Burgess che riuscì a portare la vittoria del Girone C della Lega Nord di Prima Divisione con 32 punti a pari merito con l'Alessandria e qualificandosi per le Finali di Lega dove arrivò ultimo alle spalle di Genoa e Pro Vercelli, vincitrici degli altri due girone della Lega Nord, mentre Feliciano Monti esordì nel marzo 1923 con la Nazionale Italiana diventando il primo giocatore del Padova a vestire la maglia azzurra.[11] Nella stagione 1923-24, il Padova conferma le ottime annate precedenti chiudendo il Girone A di Lega Nord al secondo posto alle spalle del solo Genoa, successivamente campione d'Italia. La stagione successiva si apre con il debutto sul nuovo Stadio Silvio Appiani, intitolato all'ex attaccante biancoscudato, il 12 ottobre 1924 con la vittoria per 6-1 sull'Andrea Doria, con il campionato che si concluse con un quarto posto nel Girone B, con le affermazioni degli attaccanti Antonio Busini e Giovanni Vecchina con quindici gol a testa per quelli che sono ancora oggi rispettivamente il terzo ed il primo marcatore della storia del Padova.[12] Le stagioni seguenti si confermarono su un buon livello riuscendo sempre a rimanere nella massima serie così come nella stagione 1928-1929 conquistando l'ottavo posto, l'ultimo valido per partecipare al primo campionato di Serie A a girone unico. La prima stagione in Serie A, l'unica sotto la presidenza di Federico Bevilacqua, si rivelò però infausta chiudendo il campionato in penultima posizione, retrocedendo nonostante le diciassette reti di Vecchina prossimo alla cessione alla Juventus.[13] Al termine della prima stagione in Serie B, che vide diventare presidente l'ingegner Ferruccio Hellmann, perse la vita l'ex centravanti Giovanni Monti, secondo attaccante più prolifico nella storia della squadra con 58 reti, precipitando con un idrovolante nel Lago di Garda il 2 agosto 1931, solo un anno dopo il ritiro dal calcio giocato.[14]

La stagione 1931-1932 si apre con l'addio di Gastone Prendato per la Fiorentina, ma Hellmann riesce a disposizione dell'ungherese Lajos Kovács i giovani friulani Annibale Frossi ed Alfredo Foni, entrambi campioni olimpici nel 1936 con Foni capitano, mentre per l'attacco viene comprato Mario Perazzolo, con quest'ultimo che diventeranno Campioni del mondo 1938 insieme a Foni. Questi tre nuovi innesti, con le diciassette reti di Perazzolo contribuirono al raggiungimento del secondo posto in Serie B, alle spalle del solo Palermo, che valse la promozione, tornando nella categoria massima dopo due anni di assenza. Nella stagione successiva la panchina viene affidata ad un altro ungherese, János Vanicsek, che grazie soprattutto ad un ottimo rendimento casalingo conquista la salvezza chiudendo il campionato in quattordicesima posizione. Nella stagione 1933-1934 le retrocessioni dirette salgono a tre con la squadra di Vanicsek, indebolita dalle cessioni di Frossi e Perazzolo, che chiude il proprio campionato in terz'ultima posizione che condanna i biancoscudati alla retrocessione. Anche la Serie B vive un momento di modifica tanto che nella stagione 1934-1935 il campionato venne diviso in due gironi con otto retrocessioni ciascuno con il Padova che, nonostante continui a mantenere un grande rendimento davanti al proprio pubblico, chiude al decimo posto nel girone B retrocedendo in Serie C. La prima stagione nella terza serie si conclude con un quarto posto, mentre nella stagione successiva arriva sulla panchina biancoscudata Wilmas Wilhelm riuscendo a conquistare la promozione in solitaria con sette punti di vantaggio sul Treviso, secondo.

 
Benito Sarti da bambino, Adone Stellin, Enzo Romano, Pietro Sforzin.

Alla presidenza del Padova arriva Bruno Pollazzi con la stagione del ritorno nella serie cadetta che si conclude con un ottimo quarto posto, a soli tre punti dalla vetta, ed in questo biennio si mette in mostra con le sure reti l'attaccante Walter Petron che, tuttavia, morirà nel 1945 a causa di una scheggia durante un bombardamento e al quale verrà intitolato il campo "Giovan Battista Belzoni", prima sede delle partite del Padova alla sua nascita.[15] Nelle stagioni successive il Padova occupa stabilmente le posizioni di centro classifica ma soprattutto nell'estate del 1938 giunge alla corte di Pollazzi il diciottenne Gino Cappello che si mette subito in luce con dieci reti nella sua prima stagione mentre nella stagione successiva andrà a segno per ben ventinove volte in ventotto presenze, prima di venire ceduto al Milano. La stagione seguente arriva in biancoscudato anche la mezzala Nereo Rocco, reduce dall'esperienza al Napoli, che diventerà in futuro allenatore nell'epoca d'oro dei biancoscudati.

Nel settembre del 1943 i tedeschi occupano Padova mentre l'attività calcistica della squadra della città si reduce alla disputa della Divisione Nazionale dove viene inserito nel girone A che termina al terzo posto, a pari con il Treviso secondo, mentre nella stagione successiva non si svolge nessuna attività di tipo sportivo.

L'attività sportiva riprende, se pur lentamente, nella stagione 1945-1946 con Giovanni Mazzucato come presidente ed il Padova che disputa il campionato di Serie B-C Alta Italia, dove vengono accorpate squadra di Serie B e Serie C, venendo inserito nel girone C, concluso al primo posto a pari merito con la Reggiana mentre il girone finale si chiuse con il sesto ed ultimo posto.[16] Nella stagione successiva i biancoscudati sfiorano la promozione chiudendo il campionato di Serie B al secondo posto dietro solo alla Lucchese. La vittoria del campionato viene rimandata di solo un anno, arrivando nella stagione 1947-1948 che vede Valentino Cesarin nuovo presidente con la squadra di Pietro Serantoni, arrivato a metà campionato dopo aver già allenato il Padova nella passata stagione, che viene trascinata verso la vittoria del girone B dalle reti di Charles Adcock e Giancarlo Vitali.[17]

La stagione del ritorno in Serie A si conclude con un buon dodicesimo posto finale ed una salvezza tranquilla, mentre è da segnalare il pareggio all'Appiani del 20 febbraio 1949 contro il Grande Torino, campione d'Italia, nella gara giocata due mesi prima della tragedia di Superga.[18] La stagione successiva si apre con Béla Guttmann come nuovo allenatore, allenerà poi anche il Benfica con cui vincerà due Coppe dei campioni, seguendo lo stesso copione della precedente migliorando il risultato finale, decimo posto, ed il 20 novembre 1949 gioca il derby in casa del Venezia che termina per 0-8 in quella che è ancora oggi la vittoria in trasferta più larga nella storia della Serie A.[19]

Anni 1950

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La stagione successiva si rivela piuttosto travagliata soprattutto dal punto di vista finanziario e durante la stagione si alternano quattro allenatori concludendo la stagione con Frank Soo in panchina che riesce ad agguantare la salvezza all'ultima giornata grazie alla vittoria sul Napoli per 2-0, con la doppietta di Enrique Martegani, riuscendo a mettersi dietro Roma e Genoa. Nella stagione seguente la dirigenza si sforza di modificare profondamente i connotati della squadra durante il mercato estivo, correndo nuovamente ai ripari ingaggiando a novembre il centrocampista norvegese Knut Andersen,[20] ma, nonostante un girone d'andata concluse dignitosamente con anche una vittoria per 5-2 sul Milan,[21] il campionato si conclude con il diciannovesimo e penultimo posto che condanna i biancoscudati alla retrocessione.

Il ritorno nella serie cadetta si apre con il ritorno di Pollazzi alla presidenza del Padova ma la crisi di risultati continua vedendo la salvezza solamente all'ultima giornata grazie alla vittoria per 3-1 sulla Lucchese, mantenendo la categoria. Nella stagione 1953-1954, la squadra continua a faticare ed il 7 marzo 1954, mentre è in penultima posizione in campionato, Pollazzi decide di esonerare il tecnico Pietro Rava sostituendolo con Nereo Rocco, appena esonerato dalla Triestina nella massima serie e che sta anche meditando sulla possibilità di lasciare il calcio per dedicarsi all'azienda di famiglia, tornando al Padova dopo la parentesi da calciatore e riesce a traghettare capitan Gastone Zanon e compagni verso la salvezza, chiudendo il campionato in tredicesima posizione.[22] Il paròn viene riconfermato anche per la stagione successiva che vede il rinforzo in attacco di Amedeo Bonistalli che insieme a Giorgio Stivanello fanno mettere a referto venticinque reti. Il campionato vede il dominio dei conterranei dei Lanerossi Vicenza, ma il Padova lotta per la promozione diretta con il Legnano quando il 12 giugno 1955 arriva lo scontro diretto all'ultima giornata davanti a 22.000 mila tifosi padovani accorsi all'Appiani per la sfida vinta dai biancoscudati per 3-0 con la doppietta, su rigore, di Corrado Zorzin e la rete di Sergio Pison, conquistando il secondo posto ed un'insperata promozione che scatena la festa in città tornando nella massima serie.

L'era del paròn

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Giovanni Azzini, Kurt Hamrin ed il capitano biancoscudato Aurelio Scagnellato

La stagione 1955-1956 si apre con l'arrivo di Ivano Blason in biancoscudato mentre il campionato inizia in maniera disastrosa con tre sconfitte nelle prime tre gare tra cui la sconfitta casalinga per 1-5 dal Milan. In questo momento di difficoltà, tuttavia, Rocco ha un'intuizione che si rivelerà vincente spostando il terzino Blason a libero affianco ad Aurelio Scagnellato e Gastone Zanon conquistando nella gara successiva il primo punto stagionale nella gara contro i Lanerossi Vicenza. Come amava dire il tecnico triestino, "una casa solida si comincia dalle fondamenta" e la squadra punta le proprie possibilità su un dispositivo difensivo potenziato: il catenaccio, che diventa una vera filosofia calcistica, capace di influenzare tutto il calcio italiano. Nel corso della stagione l'Appiani si conferma il fortino dei biancoscudati che chiudono la stagione con un sorprendente ottavo posto. È iniziata la cosiddetta "era Rocco".[23] La stagione 1956-1957 vede arrivare nel calciomercato estivo il portiere Antonio Pin e i centrocampisti Giacomo Mari ed Humberto Rosa, tutti e tre dalla Sampdoria in cambio di Agnoletto e Mori con la squadra che ottiene una salvezza tranquilla, terminando il campionato all'undicesimo posto.

Tuttavia, la situazione economica del Padova è ancora critica e la società sembra ad un passo dal fallimento con Pollazzi che rassegna le dimissioni e al suo posto viene eletto come commissario straordinario Gino Vescovi. Rocco rimane come allenatore ma deve scontare, seppur giudicato innocente, una squalifica di sei mesi a seguito di un'inchiesta su una presunta combine avvenuta nel 1955 e per tutto il girone d'andata è Elvio Matè, gia giocatore con 230 presenze in biancoscudo, a sedersi in panchina al posto del paròn. Sul lato mercato viene ceduto alla Juventus il giovane diciassettenne Bruno Nicolè in cambio del prestito dello svedese Kurt Hamrin e viene acquistato dell'attaccante Sergio Brighenti. L'inizio di campionato è incoraggiante, seppur alternando vittorie a sconfitte, ma il punto di svolta arriva nel derby vinto per 1-0 contro i Lanerossi Vicenza con rete di Hamrin e nelle successive dieci giornate i biancoscudati non vengono mai sconfitti, mentre nel dicembre 1957, Pollazzi torna alla carica di presidente con il Padova che si trova in seconda posizione al termine del girone d'andata a due lunghezze dalla Juventus, capolista. Lo scontro diretto arriva il 23 febbraio 1958 all'Appiani con la rete d'apertura di Rosa che viene pareggiata da Gino Stacchini e la gara termina 1-1. Nel corso della stagione l'Appiani è un fortino quasi inespugnabile: cadono, tra le altre, Fiorentina, Milan, Napoli, Roma, Lazio, Torino e Bologna, per un totale di 13 vittorie a fronte di una sola sconfitta contro l'Atalanta.[24] Il sogno scudetto sfuma ma al termine della stagione il Padova termina il campionato al terzo – miglior risultato di sempre in massima divisione – grazie all'undici titolare formato da: Pin, Blason, Scagnellato, Pison, Azzini, Moro, Hamrin, Rosa, Brighenti, Mari (talvolta sostituito da Chiumento) e Boscolo.

La stagione 1958-59 vede il Padova privato di Hamrin, che prende la via di Firenze, venendo sostituito da Amos Mariani dal Milan. Il Padova è ormai acquartierato nelle zone nobili della classifica e l'Appiani (violato solo da Milan e Juventus) è un campo che fa paura a tutti ed il campionato si conclude in settima posizione. Altro capolavoro di Rocco, con la sua coppia di attacco formata da Brighenti, diciotto reti, e Marini, nove reti, che viene convocata per la storica amichevole contro l'Inghilterra a Wembley del 6 maggio 1959 dove proprio la coppia patavina va in rete nel pareggio 2-2, con l'Italia che torna a casa imbattuta contro la nazionale dei tre leoni per la prima volta nella sua storia.[25] Il decennio si conclude con il quinto posto in campionato nella stagione 1959-1960 a pari merito con Bologna e SPAL mentre in Coppa Italia il cammino si interrompe agli ottavi con una sconfitta a tavolino, vinta sul campo, contro il Torino.[26]

Anni 1960

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Ma il sogno termina l'estate del 1961 quando, dopo aver resistito più di una volta, il paròn cede alle sirene di un grande club: lo chiama il Milan di Gipo Viani e l'appuntamento con gli obiettivi di vertice, nazionali e internazionali, non può più essere rimandato. Rocco se ne va e con lui il pezzo più glorioso della storia della società biancoscudata.

Gli anni 1960 si rivelano avari di soddisfazioni calcistiche. Nel 1961-62, orfano di Rocco e alle prese con una rosa da rinnovare, il Padova retrocede in B dopo sei anni nella massima serie. Dal 1962 la squadra disputa sette stagioni consecutive in seconda serie, sfiorando la promozione in serie A soltanto nella stagione 1963-64, sotto la guida dell'argentino Oscar Montez.

Nel 1961 il Padova prende parte alla terza edizione della "Coppa dell'Amicizia" italo-francese nella selezione rappresentante l'Italia composta anche da SPAL, Lanerossi Vicenza, Atalanta, Milan, Venezia, Prato, Mantova, Como e Genoa. Gli italiani battono la selezione francese per 22 punti a 18[27].

 
Gastone Zanon, 255 presenze e 2 gol in maglia biancoscudata.

L'anno seguente la squadra partecipa alla Coppa Piano Karl Rappan, torneo ufficiale tra le Nazioni della Mitteleuropa[28]. In questa edizione i biancoscudati vincono il loro girone battendo il Dorogi Bányász SE, l'FC La Chaux-de-Fonds e lo Spartak Plzen. Ai quarti di finale superano 7-1 all'Appiani gli jugoslavi dell'OFK Belgrado dopo la sconfitta esterna per 4-3 all'andata; vincono entrambe le gare di semifinale con gli ungheresi del Pécs con un 4-3 in casa e 3-0 esterno. La finale del 3 aprile 1963 in casa a Padova viene però persa contro i cecoslovacchi dello Slovnaft Bratislava per 1-0.

Nella stagione di serie B 1963-64 la squadra resta a lungo nelle posizioni di vertice, classificandosi al 4º posto al termine della stagione e vedendo sfumare la promozione in serie A per un solo punto alle spalle del Foggia & Incedit[29].

È nell'anno 1967, invece, una delle migliori prestazioni di sempre nella storia del club biancoscudato, all'epoca allenato da Humberto Rosa. Dopo aver sconfitto ai quarti di finale il Napoli per 2-1 e in semifinale l'Inter per 3-2, il Padova gioca la finale di Coppa Italia allo Stadio Olimpico di Roma contro il Milan di Trapattoni e Rivera, perdendola per 1-0[30].

Nel 1968-69, invece, dopo aver ceduto i pezzi migliori della rosa (tra cui il bomber Paolo Morelli) a causa di una precaria situazione economica, il Padova chiude la stagione all'ultimo posto in classifica e viene retrocesso in Serie C.

Anni 1970 e 1980

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Claudio Valigi, 33 presenze e 8 reti nell'anno della promozione in Serie B del 1986-1987.

Per tutti gli anni 1970 la squadra naviga in terza serie, senza alcun risultato di rilievo. Il miglior piazzamento è il terzo posto della stagione 1970-71, impreziosito dalle 19 reti del capocannoniere della serie C Flaviano Zandoli ma inutile ai fini della promozione. Nel corso del decennio né l'avvicendarsi in panchina di allenatori-bandiera come Elvio Matè, Humberto Rosa e Mario Perazzolo, né la presenza per due stagioni (dal 1975 al 1977) di un giocatore di classe come Ezio Vendrame riescono a far risalire il Padova tra i cadetti. Il pubblico cala attestandosi a una media di tremila presenze nelle gare in casa[31] e la società passa più volte di mano. Il decennio si conclude con la retrocessione in Serie C2 nella stagione 1978-79 durante la proprietà di Giussy Farina e la presidenza Pastorello: si tratta del punto più basso della storia del club.

La prima stagione in C2 si conclude con l'amaro epilogo della sconfitta ai tiri di rigore con il Trento nello spareggio promozione di Verona, davanti a ben ventimila tifosi biancoscudati[32]. L'anno seguente la squadra allenata da Mario Caciagli centra il ritorno in serie C1 dominando il proprio girone[33] e si aggiudica la Coppa Italia Semiprofessionisti battendo nella doppia finale la Salernitana. Al termine della stagione 1982-83, alla guida di Bruno Giorgi e trascinato dalle reti di Cina Pezzato, il Padova conclude al secondo posto alle spalle della Triestina e riesce infine a fare ritorno in serie B[34], categoria lasciata nel 1969.

Nel 1983 il Padova perde la finale della Coppa Anglo-Italiana col Cosenza. In una tre giorni disputata tra il 23 e il 25 aprile a Cosenza, i biancoscudati si impongono in semifinale per 4-2 contro il Chelmsford. Nella finale del 25 aprile i padroni di casa si assicurano il titolo battendo il Padova di Bruno Giorgi per 2-0. Il Padova partecipa alla competizione anche nel 1993-94 affrontando Portsmouth, West Bromwich Albion, Stoke City e Southend United.

 
Giuseppe Galderisi, in maglia biancoscudata per sette stagioni dal 1989 al 1995

Una vicenda di illecito sportivo (Caso Padova) fa precipitare nuovamente la squadra in terza serie. Questa volta, però, il purgatorio ha breve durata: dopo una stagione anonima chiusa al settimo posto, nell'estate del 1986 il nuovo presidente Marino Puggina chiama mister Adriano Buffoni sulla panchina biancoscudata e costruisce una squadra che punta alla promozione, con gli innesti degli attaccanti Stefano Mariani, Mauro Gibellini e dell'ala Alessandro Bianchi. Dopo un inizio sprint (cinque vittorie nelle prime cinque partite), il Padova scivola al secondo posto, ma dai primi di dicembre (vittoria con il Monza in casa) ad aprile la squadra inanella una serie di risultati utili che la riporta a duellare per la vetta con il Piacenza. Lo scontro diretto avviene il 18 aprile all'Appiani e si conclude con la vittoria per 2-1 dei piacentini, che a fine stagione vinceranno il campionato. Il Padova riesce a respingere gli assalti finali della Reggiana terza in classifica e chiude al secondo posto, l'ultimo valido per il ritorno in Serie B[35].

Seguono tre stagioni tra i cadetti che si concludono in posizioni di metà classifica. Si segnala anche l'arrivo, nel 1987, del centrocampista Damiano Longhi, al quinto posto assoluto di presenze con i biancoscudati, e nell'autunno del 1989 dell'attaccante Giuseppe Galderisi, che giocherà a Padova per sette stagioni mettendo a segno 50 reti[36].

Anni 1990

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Nel corso della stagione 1990-91, alla guida di Mario Colautti, il Padova sfiora il ritorno in massima serie, concludendo al quinto posto a un punto dall'Ascoli: fatale, per una squadra che vede protagonisti futuri punti fermi della Nazionale italiana quali Angelo Di Livio, Antonio Benarrivo e Demetrio Albertini, è la sconfitta per 2-1 contro la Lucchese all'ultima giornata[37]. La stagione successiva riesce, sempre all'ultima giornata, a conquistare il punto decisivo che consente di ottenere la salvezza (1-1 a Pescara), senza rientrare nel gruppo di squadre con 35 punti coinvolte nella classifica avulsa.

 
Alessandro Del Piero e Angelo Di Livio in allenamento coi biancoscudati nei primi anni 1990

Anche nella stagione 1992-93, con in panchina Mauro Sandreani e la presenza in rosa del giovanissimo attaccante Alessandro Del Piero, cresciuto negli Allievi della società, la promozione svanisce di un soffio. Durante il girone di ritorno i veneti compiono una rincorsa che riesce a far raggiungere alla terzultima giornata il quarto posto, dopo aver battuto 2-0 il già retrocesso Taranto, e agganciando il Lecce (fermato in casa sul pari dalla SPAL) e l'Ascoli (1-1 ad Andria), mentre il Piacenza allunga; la domenica successiva avviene la beffa: i biancoscudati pareggiano 1-1 a Lucca, mentre i salentini espugnano per 3-2 il Dall'Ara (spedendo il Bologna in C1) e si riportano a un punto di vantaggio insieme all'Ascoli, che supera agevolmente il Cesena (3-0). Unico spiraglio viene dal pareggio casalingo degli emiliani, fermati 0-0 in casa dalla Fidelis Andria. All'ultima giornata, nello scontro diretto dell'Appiani, i marchigiani vengono sconfitti per 3-2, ma le contemporanee vittorie del Lecce sulla Lucchese (2-1) e del Piacenza a Cosenza (1-0), vanificano tutto[38].

Per il ritorno dei biancoscudati in Serie A occorre attendere il campionato 1993-94. Al termine della stagione, sotto la presidenza del commendator Marino Puggina, uno spareggio vinto 2-1 contro il Cesena il 15 giugno sul neutro di Cremona[39] permette alla squadra veneta di risalire in massima serie dopo trentadue anni di assenza.

 
La squadra festeggia sul campo neutro di Cremona il 15 giugno 1994, al termine del vittorioso spareggio promozione contro il Cesena (2-1), che vale il ritorno in Serie A dopo 32 anni.

Il Padova resiste due stagioni tra le grandi della Serie A, guidato dal nuovo presidente Sergio Giordani e dal tecnico Mauro Sandreani. Le gare in casa si disputano nel nuovo stadio Euganeo, inaugurato nel settembre 1994. Dopo un campionato caratterizzato da risultati importanti contro le "grandi" (vittorie in casa con Milan, Inter e un prestigioso successo al Delle Alpi di Torino ai danni della Juventus[40]) ma modesti contro le piccole, il Padova si salva grazie allo spareggio con il Genoa, giocato a Firenze e deciso ai tiri di rigore. Tra i giocatori di quell'anno c'è il difensore statunitense Alexi Lalas[41]: anche grazie alla sua altezza (191 cm) la difesa subisce pochissimi goal di testa. Nel 1996 la squadra non riesce a bissare l'impresa, nonostante la prolifica coppia gol Goran Vlaović-Nicola Amoruso, e retrocede in Serie B.

La società passa in mano all'imprenditore brianzolo Cesare Viganò che affida la panchina a Giuseppe Materazzi, ma nonostante una ricca campagna acquisti (arrivano, tra gli altri, Walter Zenga, Massimiliano Allegri e Cristiano Lucarelli), la squadra chiude ad un deludente 11º posto in Serie B. L'anno seguente si conclude ancora peggio, quando il Padova termina la stagione al 19º posto ed è retrocesso in Serie C1.

Per i biancoscudati la discesa sembra inarrestabile: alla prima stagione in Serie C1 la squadra allenata da Adriano Fedele perde lo spareggio play-out contro il Lecco e retrocede in quarta serie[42]. In soli quattro anni di presidenza Viganò il Padova è riuscito a precipitare dalla Serie A alla C2.

Anni 2000

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Alexi Lalas in azione con la maglia del Padova nella stagione 1994-1995.

Nel gennaio 2000 la società viene ceduta ad Alberto Mazzocco, e nel 2001 la squadra, guidata da Franco Varrella e trascinata da Felice Centofanti, vince il campionato e risale in C1[43]. Nella stagione 2002-2003, guidata da Pierluigi Frosio, sfiora invece la promozione in Serie B perdendo con l'Albinoleffe in semifinale di play-off. Il 18 ottobre del 2004 il cavalier Marcello Cestaro diventa ufficialmente presidente della Società[44]. I biancoscudati sfiorano i play-off con Renzo Ulivieri nel 2004-05, ma al termine della stagione il tecnico toscano si dimette[45] e la squadra passa sotto la direzione di Maurizio Pellegrino. Nella stagione 2006-07 i patavini non partono benissimo per poi riprendersi nel girone di ritorno con l'arrivo alla guida di Andrea Mandorlini, subentrato a Maurizio Pellegrino. La squadra, però, conclude la stagione al settimo posto, ancora una volta fuori dalla zona play-off.

Il 18 marzo 2008 Ezio Rossi viene esonerato a causa degli scarsi risultati. Viene chiamato il tecnico della Berretti, Carlo Sabatini. A fine stagione 2007-08 il Padova si classifica sesto a un solo punto dal Foggia e dai play-off pur avendo il miglior attacco di tutta la Serie C1 con 58 gol realizzati[46].

Nella stagione 2008-09 il Padova gioca il suo undicesimo campionato di Lega Pro (ex Serie C) – di cui 9 in Prima Divisione (l'ottavo consecutivo in Prima Divisione dalla stagione 2001-2002) e 2 in Seconda Divisione – e prende parte insieme ad altre squadre di Lega Pro e Serie D alla Coppa Italia con le squadre di Serie A e B (come nell'edizione 2005-06).

Il 12 gennaio 2009, dopo il pareggio per 0-0 contro il Legnano seguito da una contestazione dei tifosi nel fine partita, la società decide per l'esonero del direttore sportivo Mauro Meluso e dell'allenatore Carlo Sabatini. Al loro posto vengono chiamati Doriano Tosi (nuovo direttore sportivo) e Attilio Tesser (nuovo allenatore). Tuttavia il 22 febbraio dopo aver raccolto solo 4 punti in 5 partite, Tesser viene esonerato. Al suo posto viene richiamato Carlo Sabatini[47]. Il ritorno di Sabatini sembra risvegliare la squadra, che da quel momento ricomincia a risalire la china. Un filotto di cinque vittorie consecutive permette ai biancoscudati di raggiungere i play-off di Prima Divisione al quarto posto in classifica finale.

 
Filippo Maniero, bomber del Padova di metà anni 1990.

Il 17 maggio il Padova affronta nella semifinale play-off il Ravenna, pareggiando 1-1 all'Euganeo e vincendo per 2-1 fuori casa con i gol di Pătraşcu e Falsini. Nella finale d'andata arriva il pareggio interno per 0-0 contro la Pro Patria, dove i veneti sbagliano anche un rigore con Rabito. Alla fine della gara di ritorno, grazie alla vittoria per 2-1 con doppietta di Antonio Di Nardo, il Padova torna in Serie B dopo undici anni di assenza[48].

La squadra inizia bene la sua avventura nel campionato cadetto, rimanendo imbattuta fino all'ottava giornata, quando perde per 1-2 a Crotone, e dopo nove giornate è al 2º posto, in zona play-off, insieme al Cesena, altra rivelazione del torneo. In seguito arrivano le prime sconfitte, che progressivamente fanno scivolare il Padova in zona play-out. L'8 febbraio 2010, in seguito alla sconfitta con il Piacenza per 1-0 (undicesima sconfitta), viene esonerato il tecnico Carlo Sabatini[49]. Il 9 febbraio il suo posto viene preso da Nello Di Costanzo[50]. Dopo due mesi Sabatini torna alla guida della squadra. Il 30 maggio 2010 dopo la vittoria per 2-1 in casa contro il Brescia il Padova si trova a disputare i play-out contro la Triestina in due sfide che si tengono il 4 giugno e il 12 giugno. La gara di andata giocata in casa termina senza reti e dunque occorre una vittoria per salvarsi: il 12 giugno i biancoscudati restano in Serie B grazie a un secco 3-0, con le reti di Vantaggiato, Cuffa e Bonaventura[51].

Anni 2010

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Nella stagione 2010-2011 dopo il cambio di allenatore e con un nuovo direttore sportivo, il Padova parte bene trascinato dalla coppia d'attacco Succi-Vantaggiato e dal trequartista Davide Di Gennaro che, grazie ai punti ottenuti soprattutto in casa, portano la squadra a ridosso della zona play-off. Tuttavia i numerosi infortuni occorsi durante la stagione fanno ripiombare la squadra nella zona di centro classifica. Il 15 marzo 2011 dopo la sconfitta nel derby contro il Cittadella l'allenatore Alessandro Calori viene esonerato[52]. Lo stesso giorno la guida della squadra viene affidata al tecnico della Primavera, Alessandro Dal Canto, che al suo debutto in panchina il 19 marzo vince per (2-0) contro il Pescara. Nell'ultimo turno di campionato del 29 maggio la squadra di Dal Canto, trascinata nella fase finale del torneo da Stephan El Shaarawy, batte il Torino 2-0 in trasferta e conquista così un posto nei play-off. Dal 15 marzo al 29 maggio la squadra non ha mai perso. Alle semifinali dei play-off, il Padova supera il Varese con una vittoria in casa per 1-0 seguita da un pareggio per 3-3 fuori casa. La finale per la Serie A vede il Padova affrontare il Novara. Dopo un pareggio per 0-0 in casa, il 12 giugno la squadra veneta perde la finale di ritorno per 2-0[53], vedendo così svanire il sogno di un ritorno in massima serie.

 
Vincenzo Italiano, capitano del Padova nel triennio 2009-2012.

La stagione 2011-2012 inizia con la conferma del duo Foschi-Dal Canto. Dopo una buona partenza (nelle prime sette giornate conquista 17 punti su 21), nel corso della stagione la squadra ha un continuo calo, che la fa uscire dalle posizioni di vertice per concludere al settimo posto.

Il quarto campionato di fila in serie cadetta inizia con Fabrizio Salvatori come direttore sportivo[54] e Fulvio Pea in panchina[55]. Anche la squadra è fortemente rinnovata, con l'innesto di diversi giovani e la riduzione complessiva del budget di mercato. Con il coinvolgimento nello scandalo scommesse del 2011 della società, riconosciuta colpevole di responsabilità oggettiva per le violazioni di un suo tesserato, la squadra deve iniziare la stagione con 2 punti di penalità,[56] provvedimento revocato durante la stagione. Il 17 dicembre, a seguito della sconfitta casalinga per 1-3 contro la capolista Sassuolo, Fulvio Pea viene esonerato e al suo posto subentra Franco Colomba. Il 20 marzo 2013, dopo la sconfitta per 3-0 subita in trasferta contro il Bari, Franco Colomba viene sollevato dall'incarico e rientra Fulvio Pea[57], che traghetta la formazione biancoscudata a una tranquilla salvezza.

 
Stephan El Shaarawy, alla stagione d'esordio tra i professionisti col Padova, viene eletto miglior giocatore della Serie B 2010-2011 al Gran Galà del calcio.

La stagione 2013-2014 inizia con la vendita del club da parte di Cestaro a Diego Penocchio, proprietario del gruppo Ormis e reduce da una negativa esperienza al Parma con relativi strascichi giudiziari.[58] Il nuovo presidente conferisce un nuovo assetto alla società nominando Andrea Valentini amministratore delegato, Alessio Secco direttore sportivo e Dario Marcolin allenatore. Dopo un avvio di campionato in cui i biancoscudati hanno collezionato un solo punto in sei partite, il 28 settembre l'allenatore Marcolin è sollevato dall'incarico.[59] Al suo posto subentra Bortolo Mutti. Il 29 dicembre, il Padova chiude il girone di andata terzultimo con quattro vittorie, sei pareggi, dieci sconfitte, 16 gol segnati e 27 subiti all'attivo. Il 2014 si apre con la cessione del restante 52% del pacchetto azionario da parte di Cestaro a Diego Penocchio, che diventa così proprietario unico della S.p.A. biancoscudata.[60][61] Il 2 febbraio, dopo aver collezionato un solo punto nelle ultime cinque partite, l'allenatore Bortolo Mutti è sollevato dall'incarico.[62] Al suo posto subentra Michele Serena.[63] Il 25 maggio 2014, la sconfitta per 2-0 a Siena sancisce, con una giornata di anticipo, la matematica retrocessione del Padova in Lega Pro, dopo cinque consecutivi campionati in Serie B[64]. Ma il peggio deve ancora venire.

Dalla scomparsa alla rinascita

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La stagione 2014-2015 del Padova si apre con la presentazione della domanda di iscrizione al campionato di Lega Pro, incompleta.[65] Il 15 luglio 2014, a causa della mancata presentazione del ricorso alla Covisoc, il Padova non viene iscritto al campionato di Lega Pro. Successivamente la proprietà comunica in un primo momento che il Calcio Padova proseguirà l'attività sportiva concentrandosi sul settore giovanile[66] e in un secondo momento che la squadra ha ufficialmente e formalmente richiesto l'ammissione al campionato di Serie D.[67] Nei giorni successivi la domanda non viene accolta in seguito alle indicazioni ricevute dalla FIGC da parte del sindaco di Padova Massimo Bitonci su quale debba essere la squadra autorizzata a chiedere l'ammissione in Serie D.[68]

A seguito dell'esclusione del Calcio Padova dai campionati nazionali, il 24 luglio 2014 viene iscritta al girone C della Serie D la nuova Società Sportiva Dilettantistica Biancoscudati Padova, nata per dare continuità sportiva alla storica società cittadina. Il sodalizio, fondato dagli imprenditori padovani Giuseppe Bergamin e Roberto Bonetto, debutta ufficialmente, sotto la guida tecnica di Carmine Parlato, il 24 agosto nella sfida di Coppa Italia Serie D contro la Castellana, vinta 2-0. Il 19 aprile 2015, in virtù del successo 2-1 sul campo del Legnago, la squadra veneta raggiunge la matematica promozione in Lega Pro. Chiude il campionato a 85 punti e 27 vittorie, andando a battere il record precedente di successi (21 vittorie nella stagione 1947-1948).

Il 6 luglio 2015, in vista del ritorno tra i professionisti, la società assume nuovamente la denominazione "Calcio Padova".[69] L'avvio del campionato di Lega Pro - girone A comincia con il Padova tra le prime in classifica, ma una serie di risultati negativi portano a fine novembre 2015 all'esonero di mister Parlato[70], avvicendato in panchina da Giuseppe Pillon. Nonostante un buon girone di ritorno la squadra conclude la stagione al quinto posto, fuori dalla qualificazione ai play-off.

La stagione 2016-2017 inizia con la nomina del nuovo direttore sportivo, Giorgio Zamuner;[71] per la panchina viene invece ingaggiato Oscar Brevi.[72] La squadra si piazza quarta in campionato, qualificandosi per i play-off, dove viene eliminata al primo turno a causa della sconfitta interna contro l'AlbinoLeffe (1-3). A seguito della prematura eliminazione ai play-off la società conferma il direttore sportivo, ma solleva dall'incarico l'allenatore: per il nuovo campionato viene ingaggiato Pierpaolo Bisoli. È modificato anche l'assetto societario e la presidenza passa da Giuseppe Bergamin a Roberto Bonetto.

La stagione 2017-2018 culmina con la vittoria del girone B della Serie C, conseguita il 23 aprile 2018 in seguito al successo dell'AlbinoLeffe sulla Reggiana. Il Padova ritorna così in Serie B dopo quattro anni di assenza e chiude la stagione aggiudicandosi anche la Supercoppa di Serie C, ottenuta battendo il Livorno in casa e il Lecce al Via del Mare.[73]

La stagione 2018-2019, in serie cadetta, si rivela per il Padova più complicata: dopo aver ottenuto una sola vittoria nelle prime undici giornate, Bisoli è esonerato per lasciare il posto a Claudio Foscarini.[74] Dopo la diciottesima giornata, mancati i risultati sperati dal cambio di allenatore, Foscarini è esonerato e l'incarico ridato a Bisoli[75], ma dopo la ventinovesima giornata la società esonera nuovamente Bisoli per ingaggiare Matteo Centurioni[76], che tuttavia non riesce ad evitare la retrocessione, sancita dall'aritmetica alla penultima giornata.

Per la successiva stagione in Serie C la società punta su Salvatore Sullo, che viene esonerato dopo venti giornate, con la squadra al quinto posto. Il successore, Andrea Mandorlini, guida i suoi al quinto posto finale, prima dell'eliminazione agli ottavi di finale dei play-off contro la Juventus U23.

Anni 2020

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Nella stagione 2020-2021 la promozione diretta viene solo sfiorata: il Padova di Mandorlini chiude il campionato a pari merito con il Perugia nel girone B, ma soccombendo per via della peggiore differenza reti negli scontri diretti. Il secondo posto vale comunque ai patavini l'accesso ai play-off, dove la squadra si spinge sino all'atto conclusivo contro l'Alessandria, dopo aver eliminato in precedenza il Renate ai quarti e l'Avellino in semifinale. Nella doppia finale contro i piemontesi, la gara di andata all'Euganeo termina 0-0; lo stesso punteggio permane dopo i tempi regolamentari e supplementari nella sfida di ritorno al Moccagatta, il che obbliga le squadre ai tiri di rigore, che vedono il Padova perdente per 4-5, lasciando all'Alessandria la promozione in Serie B.

La stagione 2021-2022 inizia con l'arrivo dell'allenatore Massimo Pavanel, mister della Feralpisalò nella stagione precedente.[77] La squadra, allestita nuovamente con un organico di rilievo per la categoria, si propone ai vertici del girone A e va a punti più dell'anno precedente; a farle da contraltare si propone però Südtirol, che all'11ª giornata diventa capolista e ai due terzi di stagione riesce a staccare i biancoscudati (che perdono punti in particolare contro squadre di medio-bassa classifica) fino a un massimo di 10 lunghezze. Nel mese di febbraio la società decide di procedere a un netto rimpasto dell'organigramma, esonerando sia Pavanel che il direttore sportivo Sean Sogliano, sostituiti rispettivamente da Massimo Oddo e Massimiliano Mirabelli. La mossa rivitalizza il Padova, che riesce a vincere di misura (sempre contro il Südtirol) la Coppa Italia Serie C e, complici due sconfitte e un pareggio patiti dagli altoatesini, riduce il distacco in classifica a sole due lunghezze. Il sorpasso però non si concretizza, poiché i biancoscudati pareggiano per 0-0 lo scontro diretto della penultima giornata e perdono per 1-2 l'ultimo turno contro la Virtus Verona, dovendo pertanto disputare i play-off come secondi classificati. Qui i biancoscudati eliminano in sequenza Juventus U23 (0-1 all'andata in Piemonte; 0-1 dei bianconeri all'Euganeo che qualifica il Padova per via del miglior piazzamento nella regular season) e Catanzaro (0-0 in Calabria; 2-1 all'Euganeo), approdando alla doppia finale contro il Palermo, perdendo tuttavia entrambe le gare per 1-0 e rimanendo così in Serie C.

La stagione 2022-2023 inizia con l'arrivo in pachina di Bruno Caneo dopo che Oddo e il Padova decidono di comune accordo di non proseguire più assieme. Dopo un'ottima partenza sia sul piano del gioco che sul piano dei risultati la squadra subisce un'involuzione. l'11 dicembre 2022 Bruno Caneo viene esonerato e sostituito il giorno successivo da Vincenzo Torrente. Sotto la guida di Torrente la squadra si classifica al quinto posto accedendo così ai playoff. Passa il primo turno battendo la Pergolettese 1-0 ma esce al secondo turno perdendo in casa contro la Virtus Verona.

La stagione 2023-2024 inizia con l'entrata in società come socio e come nuovo presidente di Francesco Peghin, la conferma di Torrente alla guida della squadra e la compagine biancoscudata inserita nel girone A della Lega Pro.[78][79] La squadra viene ringiovanita maggiormente con alcuni innesti di esperienza. La stagione si apre con un pareggio 1-1 in casa del Mantova, che si rivelerà poi la rivale in campionato.[80] Già dalla giornata successiva arriva la prima vittoria, in casa contro il Legnago per 2-0, alla quale seguono altre quattro vittorie consecutive che portano la squadra in cima alla classifica.[81] Inizia poi un periodo di calo, con i biancoscudati che cadono in una serie di pareggi, senza mai perdere, che permette comunque di mantenere una distanza minima sul Mantova, prima in campionato, che però infligge ai patavini la prima sconfitta stagionale con un sonoro 5-0.[82] In Coppa Italia Serie C il cammino inizia con le vittorie nei Turni Preliminari contro Legnago (2-4) e Giana Erminio (3-0).[83][84] Agli ottavi di finale, viene sconfitto il Lumezzane per 2-0 e nei quarti arriva la vittoria di misura contro il Pontedera.[85][86] In semifinale, i biancoscudati riescono a ribaltare la sconfitta dell'andata contro la Lucchese grazie ad un 2-0 davanti al proprio pubblico.[87] In finale arriva la vittoria in casa nella gara d'andata contro il Catania per 2-1, ma nella gara di ritorno i siciliani ribaltano il risultato della gara d'andata vincendo per 4-2 dopo i tempi supplementari e vincendo la Coppa.[88] All'indomani del pareggio con il Lumezzane, viene sollevato dall'incarico Vincenzo Torrente a sole tre giornate dalla fine, con il ritorno sulla panchina dei biancoscudati di Massimo Oddo.[89] Il campionato si chiude con la vittoria sulla Triestina per 3-2 a quota 77 punti, soli tre in meno del Mantova campione.[90] Nei play-off, i biancoscudati affrontano i rivali del L.R. Vicenza, che però si impongono sia nella gara d'andata, per 2-0, giocata al Menti sia nella gara di ritorno per 1-0.[91][92]

La stagione 2024-2025 inizia con Matteo Andreoletti come nuovo allenatore.[93] La squadra non viene stravolta rispetto alla scorsa stagione e la stagione si apre con la sfida di Coppa Italia persa con il Cesena per 3-1. Il campionato inizia con una serie di sei successi consecutivi.[94] All'ottava giornata i biancoscudati riescono a battere i rivali del L.R. Vicenza per 1-0, con la rete di Liguori, nello scontro per la testa della classifica.[95] Il cammino in Coppa Italia Serie C termina agli ottavi di finale, venendo sconfitti in casa dal Caldiero per 2-1.[96] Il vantaggio sulla squadra vicentina si amplia ad otto punti di vantaggio al termine del girone d'andata chiuso, dopo il recupero della sfida contro l'Union Clodiense piegata dalla doppietta di Bortolussi, con 51 punti fatti eguagliando il Catanzaro come squadra con il record di punti fatti nel girone d'andata.[97] All'indomani della prima giornata del girone contro il Trento vinta per 1-0, il Padova si trova con dieci punti di vantaggio sui rivali.[98] Dal mese di febbraio la squadra subisce una flessione con la prima sconfitta in campionato che arriva in casa della Virtus Verona che si impone di misura.[99] Il L.R. Vicenza recupera terreno e arrivati allo scontro diretto i biancoscudati riescono ad acciuffare il pareggio nei minuti di recupero grazie alla rete di Spagnoli.[100] Se in casa la squadra continua a vincere, questo non si può dire nelle successive tre trasferte che vedono il Padova uscirne sempre sconfitta contro Feralpisalò (1-0), Renate (3-2) e Novara (2-1).[101] Il 30 marzo sul campo dell'Atalanta U23, i biancoscudati si fanno riprendere a due minuti dalla fine, dopo la rete di Fusi, dovendo poi abbandonare la testa della classifica a favore del L.R. Vicenza.[102] Nel momento più complicato della stagione, la squadra di mister Andreoletti inanella tre vittorie consecutive tra cui quella del 13 aprile di misura in casa della Triestina che riconsegna ai patavini la testa della classifica, dopo la sconfitta dei lanerossi.[103] Il Padova arriva all'ultima giornata con due risultati favorevoli su tre, in virtù degli scontri diretti (1-0 per il Padova all'andata e pareggio al ritorno), e contro Lumezzane basta il pareggio per far partire la festa promozione, grazie anche alla sconfitta del L.R. Vicenza in casa del Trento. I biancoscudati vincono il Girone A di Serie C con 86 punti oltre al miglior attacco (a pari merito con l'Atalanta U23) e la miglior difesa (a pari merito con il L.R. Vicenza) tornando in Serie B dopo sei anni di assenza.[104][105]

Cronistoria

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Cronistoria del Calcio Padova

Sedicesimi di finale di Coppa Italia.

Primo turno eliminatorio di Coppa Italia.
Secondo turno eliminatorio di Coppa Italia.
Terzo turno eliminatorio di Coppa Italia.
Sedicesimi di finale di Coppa Italia.
Qualificazioni squadre di Serie B di Coppa Italia.

Quarti di finale di Coppa Italia.
Quarti di finale di Coppa Italia.
Sedicesimi di finale di Coppa Italia.

Quarti di finale di Coppa Italia.
Ottavi di finale di Coppa Italia.
Ottavi di finale di Coppa Italia.

Quarti di finale di Coppa Italia.
Secondo turno di Coppa Italia.
Quarti di finale di Coppa Italia.
Finalista della Coppa Piano Karl Rappan.
Secondo turno di Coppa Italia.
Primo turno di Coppa Italia.
Primo turno di Coppa Italia.
Finalista di Coppa Italia.
  • 1967 - La società assume la denominazione di Associazione Calcio Padova S.p.a.[106]
  • 1967-1968 - 12° in Serie B.
Primo turno di Coppa Italia.
Primo turno di Coppa Italia.

Fase eliminatoria a gironi di Coppa Italia Semiprofessionisti.
Ottavi di finale di Coppa Italia Semiprofessionisti.
Fase eliminatoria a gironi di Coppa Italia Semiprofessionisti.
Fase eliminatoria a gironi di Coppa Italia Semiprofessionisti.
Fase eliminatoria a gironi di Coppa Italia Semiprofessionisti.
  • 1977 - La società assume la denominazione di Calcio Padova S.p.a.[107]
  • 1977-1978 - 11º nel girone A della Serie C. Ammesso nel nuovo campionato di Serie C1.
Sedicesimi di finale di Coppa Italia Semiprofessionisti.
Fase eliminatoria di Coppa Italia Semiprofessionisti.
  Vince la Coppa Italia Semiprofessionisti (1º titolo).
Quarti di finale di Coppa Italia Semiprofessionisti.
Fase eliminatoria a gironi di Coppa Italia Serie C.
Primo turno di Coppa Italia.
Sedicesimi di finale di Coppa Italia Serie C.
Finalista di Coppa Anglo-Italiana.
Primo turno di Coppa Italia.
Primo turno di Coppa Italia.
Ottavi di finale di Coppa Italia.
Sedicesimi di finale di Coppa Italia Serie C.
Semifinalista di Coppa Italia Serie C.
Primo turno di Coppa Italia.
Primo turno di Coppa Italia.
Primo turno di Coppa Italia.

Primo turno di Coppa Italia.
Secondo turno di Coppa Italia.
Primo turno di Coppa Italia.
Fase eliminatoria a gironi della Coppa Anglo-Italiana.
Secondo turno di Coppa Italia.
Secondo turno di Coppa Italia.
Secondo turno di Coppa Italia.
Primo turno di Coppa Italia.
Primo turno di Coppa Italia.
  • 1998-1999 - 14º nel girone A della Serie C1. Retrocesso in Serie C2 dopo aver perso i play-out.
Sedicesimi di finale di Coppa Italia.
Sedicesimi di finale di Coppa Italia Serie C.
Quarti di finale di Coppa Italia Serie C.

Fase eliminatoria a gironi di Coppa Italia Serie C.
Fase eliminatoria a gironi di Coppa Italia Serie C.
Semifinalista di Coppa Italia Serie C.
Fase eliminatoria a gironi di Coppa Italia Serie C.
Sedicesimi di finale di Coppa Italia Serie C.
Secondo turno di Coppa Italia.
Sedicesimi di finale di Coppa Italia Serie C.
Fase eliminatoria a gironi di Coppa Italia Serie C.
Sedicesimi di finale di Coppa Italia Serie C.
Quarto turno di Coppa Italia.
Terzo turno di Coppa Italia Lega Pro.
Secondo turno di Coppa Italia.

Terzo turno di Coppa Italia.
Terzo turno di Coppa Italia.
Terzo turno di Coppa Italia.
Terzo turno di Coppa Italia.
  • 2014 - La società per fallimento societario non si iscrive ai campionati.[68] Nel frattempo, viene costituita una nuova società denominata Società Sportiva Dilettantistica Biancoscudati Padova che viene ammessa in Serie D in soprannumero sulla base della tradizione sportiva cittadina.
  • 2014-2015 - 1º nel girone C della Serie D. Promosso in Lega Pro.
Sedicesimi di finale di Coppa Italia Serie D.
  • 2015 - La società dapprima assume la denominazione Biancoscudati Padova S.p.a.[108] e successivamente la cambia in Calcio Padova S.p.a.[69]
  • 2015-2016 - 5º nel girone A della Lega Pro.
Fase eliminatoria a gironi di Coppa Italia Lega Pro.
  • 2016-2017 - 4º nel girone B della Lega Pro. Perde il primo turno dei play-off e viene ammesso nel nuovo campionato di Serie C.
Primo turno di Coppa Italia.
Semifinalista di Coppa Italia Lega Pro.
Secondo turno di Coppa Italia.
Quarti di finale di Coppa Italia Serie C.
Vince la Supercoppa di Serie C (1º titolo).
Terzo turno di Coppa Italia.
  • 2019-2020 - 5º nel girone B della Serie C. Perde il primo turno dei play-off nazionali.
Secondo turno di Coppa Italia.
Sedicesimi di finale di Coppa Italia Serie C.

Terzo turno di Coppa Italia.
Turno preliminare di Coppa Italia.
  Vince la Coppa Italia Serie C (2º titolo).
  • 2022-2023 - 5º nel girone A della Serie C. Perde il secondo turno dei play-off.
Turno preliminare di Coppa Italia.
Quarti di finale di Coppa Italia Serie C.
  • 2023-2024 - 2º nel girone A della Serie C. Perde il secondo turno dei play-off nazionali.
Finale di Coppa Italia Serie C.
Turno preliminare di Coppa Italia.
Ottavi di finale di Coppa Italia Serie C.
2º in Supercoppa Serie C.
Turno preliminare di Coppa Italia.

Colori e simboli

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La formazione padovana che ottenne il ritorno in Serie A nel 1994, in campo nello spareggio di Cremona con la tradizionale seconda divisa rossa del club.

Nella storia della società padovana, due sono state le colorazioni principali della maglia del club: il nero e il bianco, utilizzato nelle prime partite, ed il bianco e rosso tuttora in uso. La classica maglia della formazione patavina è bianca con dettagli rossi; sul petto reca lo scudo cittadino, una croce rossa su sfondo bianco, da cui il soprannome di Biancoscudati dei suoi giocatori. Situazione inversa per la maglia da trasferta, dove è prevalente il rosso con dettagli bianchi.

Simboli ufficiali

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Lo stemma storico del Padova consiste in uno scudo partito: il campo sinistro è occupato da una croce rossa su sfondo bianco (mutuata dal blasone araldico cittadino), mentre il lato destro è monocromo rosso e ospita il richiamo alla denominazione societaria (variamente declinata nel corso degli anni in "Calcio Padova 1910", "A.C.P.", "Padova"), scritta a caratteri stampatelli bianchi oppure in rosso su un apposito rettangolo bianco. Significativa variante fu quella adottata dal "Biancoscudati Padova", la cui denominazione occupava anche il braccio trasversale della croce. Nelle ultime stagioni nell'utilizzo delle terze maglie, lo stemma è adattato al colore principale della maglia.

Dalla fine degli anni 1980, in coincidenza con l'inizio della presidenza di Marino Puggina, fino ai primi anni 2000, tale scudo fu sostituito da una variante di forma più squadrata: il campo sinistro manteneva la croce civica, mentre il destro riportava il disegno stilizzato del monumento equestre al Gattamelata, con l'aggiunta di un pallone al di sotto dello zoccolo del cavallo. Con l'arrivo di Alberto Mazzocco alla presidenza il Padova indisse, mediante le pagine del Mattino di Padova, un sondaggio d'opinione tra i propri tifosi circa lo stemma da adottare: il risultato fu in favore del ripristino dello scudo originario.

Nella stagione 2009-2010, anno del centenario, lo scudo venne inscritto in una corona circolare rossa recante nella parte alta le date "1910-2010" e nella parte bassa la scritta "Calcio Padova", il tutto in caratteri corsivi cancellereschi. L'uso di tale soluzione è proseguito anche nell'annata successiva, giacché la società aveva deciso di adottarla in pianta stabile, eliminando soltanto il riferimento al centenario,[109] la decisione non ha tuttavia incontrato l'approvazione di parte della tifoseria,[110] che nella stagione 2011-2012 ha chiesto e ottenuto la riadozione dello storico scudo bi-partito.[111][112] Dopo il fallimento del 2014, non potendo inizialmente usare la sigla A.C.P., la società subentrante Biancoscudati Padova ha modificato lo scudetto inserendovi la scritta anche sul braccio trasversale della croce.[113] Dalla stagione successiva quando la società è tornata a chiamarsi Calcio Padova, venne ripristinato il vecchio logo con la scritta "Padova".[114] Nel 2018, a seguito degli accordi coi liquidatori del vecchio club, lo stemma originario è stato ripristinato solo adottando un più spesso carattere tipografico per l'epigrafe.

Mascotte

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La mascotte del Padova è la famosa gallina padovana chiamata Giustina, che proprio come il Padova ha i colori bianco e rosso.[115]

Strutture

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Lo Stadio Silvio Appiani, casa dei biancoscudati dal 1924 al 1994

Il Padova, durante la sua storia, ha giocato le partite interne di campionato su quattro diversi campi. Il primo fu il Campo sportivo Belzoni (oggi intitolato all'ex giocatore biancoscudato Walter Petron) dove il 29 gennaio 1910 il Padova giocò la sua prima partita in assoluto, in amichevole contro l'Hellas. Il secondo fu l'ex stadio comunale, il più antico d'Italia, Campo Giovanni Monti intitolato al giocatore Giovanni Monti e costruito al interno dell'omonimo velodromo, venendo inaugurato il 12 febbraio 1916 con la partita tra Padova ed Hellas terminata 4-0 per i padroni di casa. Il Padova vi giocherà fino al campionato 1922-1923.

Il 19 ottobre 1924 venne inaugurato lo Stadio Silvio Appiani con la partita Padova-Andrea Doria (6-1).[116] Lo stadio, dedicato all'attaccante biancoscudato Silvio Appiani morto durante la Prima guerra mondiale durante un bombardamento, venne costruito adiacente al vecchio campo da gioco e la capienza, inizialmente prevista di 9 800 spettatori, fu aumentata nel corso degli anni fino a 24 000 spettatori in piedi.[117] Per via della vicinanza delle tribune al campo e alla posizione geografica dello stadio, posto nel centro della città, era conosciuto anche come Fossa dei Leoni.[118] Lo stadio ospitò le partite casalinghe del Padova dal 1924 fino al 1994 con l'ultima partita che si giocò il 29 maggio 1994 tra Padova e Palermo (0-0). Oggi giorno, lo stadio ha subito varie ristrutturazione e viene usato dalle squadre giovanili del Padova e in alcune occasioni è teatro degli allenamenti della prima squadra, specialmente in vista di big match.[119]

 
L'esterno dello Stadio Euganeo

Il 19 giugno 1994 infine venne inaugurato, con un amichevole tra Padova e vecchie glorie biancoscudate, il quarto ed al momento ultimo stadio di Padova: lo Stadio Euganeo. Iniziata la costruzione nel 1989, al momento dell'inaugurazione la costruzione non era ancora stata ultimata, con il progetto finale che si completò nel 1999 con la costruzione della Curva Sud, destinata ai tifosi biancoscudati, portando la capienza totale a 32 420 posti totali. La prima partita ufficiale disputata nel nuovo stadio fu la gara di Coppa Italia tra Padova e Inter, terminata 3-0 per gli ospiti. Tale impianto, concepito per uso polisportivo, ha fin da subito suscitato critiche da parte della tifoseria e degli addetti ai lavori per la sua dispersiva sovrabbondanza strutturale e la scarsa funzionalità, con particolare riguardo per la notevole distanza delle tribune dal terreno di gioco, la scomodità degli spalti e la difficile accessibilità dal centro cittadino. L'Euganeo è stato peraltro teatro della repentina retrocessione del club, nell'arco di cinque anni, dalla Serie A alla Serie C2.[120]

L'attuale omologazione è di 8 000 posti a sedere e nel gennaio 2021 sono iniziati i lavori volti a eliminare la pista di atletica e a costruire la nuova Curva Sud, inagibile da molti anni, al cui interno troverà posto anche un'area polifunzionale comprendente due palazzetti dello sport.[121] Il cantiere fu poi messo sotto sequestro nel novembre 2022.[122] I lavori sono ripresi nell'aprile del 2025.[123]

Centro di allenamento

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  Lo stesso argomento in dettaglio: Centro Sportivo Memo Geremia.

Dal 1991 fino al 2014 il Padova, comprese le squadre giovanili, hanno disputato i loro allenamenti settimanali al Centro Sportivo Euganeo situato nella frazione di Brasseo del comune di Teolo, ai piedi dei Colli Euganei. Dal 2014 fino ad oggi, la prima squadra biancoscudata svolge i suoi allenamenti al Centro Sportivo Memo Geremia nella quartiere Guizza di Padova e alcune volte, specie in vista di un incontro importante, la squadra svolge la rifinitura del giorno prima della gara allo Stadio Silvio Appiani.

Società

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Organigramma societario

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Dal sito web ufficiale della società.[124]

Staff dell'area amministrativa
Consiglio di amministrazione
  •   Francesco Peghin - Presidente
  •   Alessandra Bianchi - Amministratore Delegato
  •   Moreno Beccaro - Consigliere
  •   Giampaolo Salot - Consigliere
  •   Andreea Koenig - Consigliera
  •   Luca Destro - Consigliere con delega al Settore Giovanile
  •   Gianni Potti - Consigliere con delega alla comunicazione e relazioni esterne
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Cronologia degli sponsor tecnici
Cronologia degli sponsor ufficiali
  • 1981-1985 Bata
  • 1985-1987 Master Photo
  • 1987-1989 Coelsanus
  • 1989-1991 Tutto Pannocarta
  • 1991-1996 Acqua Vera
  • 1996-1997 Millionaire Market
  • 1997-2004 Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo
  • 2004-2006 Famila, Almondy
  • 2006-2008 Famila, Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo
  • 2008-2012 Famila, Cassa di Risparmio del Veneto
  • 2012-2013 Famila
  • 2013-2014 Famila, Birra Antoniana
  • 2014-2016 L'Arte di Abitare, Dermomed, Tiemme Costruzioni
  • 2016-2017 Italiana Assicurazioni, Zanutta, Tiemme Costruzioni, Dermomed
  • 2017-2018 Italiana Assicurazioni, Zanutta, Noah[127]
  • 2018-2019 Italiana Assicurazioni, Zanutta
  • 2019-2020 Advantage Immobiliare, Patavium Energia, Zanutta, Tiemme Costruzioni
  • 2020-2021 Replay, Patavium Energia, Trivenet Telecomunicazioni, CSZ Investigazioni
  • 2021-2022 Replay, Patavium Energia, Global Work Contract, CSZ Investigazioni, Trivenet Telecomunicazioni
  • 2022-2023 Replay, Facile.Energy, Global Work Contract, Energetika, Trivenet Telecomunicazioni
  • 2023-2024 Facile.Energy, Energetika, Eurointerim, Stock Elettrico
  • 2024-oggi Facile Energy Luce e Gas, Servizio Energetico Italiano, Energetika, Eurointerim, Sirman

Elenco delle sponsorizzazioni attive nel sito ufficiale societario. La società biancoscudata si dimostra in grado di attirare sponsor locali, nazionali e internazionali approfittando del nutrito numero di tifosi e del blasone societario.[128]

Impegno nel sociale

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Il Padova in collaborazione con lo sponsor della Scuola Calcio Bernardinello Engineering, sostiene il progetto "Stanza dei Sogni", promosso dalla Fondazione Salus Pueri che sostiene la Pediatria di Padova.[129] Oltre a questo, nel settembre 2023 la società ha firmato anche un gemellaggio con la Fondazione Città della Speranza.[130]

Settore giovanile

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De Franceschi, Del Piero e Boscolo nelle giovanili biancoscudate nei primi anni 1990.

Il settore giovanile del Padova è composto da dieci squadre maschili che competono a livello nazionale nei vari tornei di categoria. Il responsabile del settore giovanile è Carlo Sabatini, già allenatore di squadre giovanili negli anni '90 e successivamente anche della prima squadra.[131] La squadra Primavera milita nel Campionato Primavera 2 2024-2025 sotto la guida di Luca Rossettini, ex giocatore biancoscudato cresciuto nelle giovanili. Le due squadre di Allievi militano rispettivamente nel Campionato Nazionale Under-17 e nel Campionato Nazionale Under-16 di Serie C. Anche la squadra di Giovanissimi disputano il Campionato Nazionale Under-15 di Serie C. Tra i vari allenatori spunta anche il nome di Damiano Longhi, ex capitano biancoscudato, alla guida della formazione Under-13.

In aggiunta, il Padova ha anche una scuola calcio chiamata Padova Academy composta da sedici squadre a partire dai Piccoli Amici fino ad arrivare agli Allievi.[132]

Nel 1965-1966 la squadra Primavera, il cui campionato all'epoca si disputava diviso tra squadre di Serie A e squadre di Serie B, vinse il massimo trofeo nazionale.[133]

Il Padova nella cultura di massa

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Il Padova, assieme al Monza, è stato protagonista del primo anticipo televisivo in assoluto nella storia del calcio italiano, disputato il 28 agosto 1993 alle 20:30 e valevole per la prima giornata del campionato di Serie B.[134]

Allenatori e presidenti

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Allenatori
Presidenti


Calciatori

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  Le singole voci sono elencate nella Categoria:Calciatori del Calcio Padova.

Palmarès

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La Coppa Italia Semiprofessionisti vinta dal Padova nella stagione 1979-1980

Competizioni giovanili

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La squadra Juniores del Padova campione d'Italia 1960-1961
 
La squadra Giovanissimi del Padova campione d'Italia 1989-1990
1965-1966 (Serie B)
1972-1973, 1974-1975
1965-1966
1960-1961
1989-1990
2017-2018 (Serie C)

Altre competizioni

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1947-1948 (girone B)
1979-1980, 2021-2022
2018
1936-1937 (girone A), 2017-2018 (girone B), 2024-2025 (girone A)
1980-1981 (girone B), 2000-2001 (girone A)
2014-2015 (girone C)
Campione Veneto: 1919-1920, 1920-1921 (girone B)

Statistiche e record

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  Lo stesso argomento in dettaglio: Statistiche e record del Calcio Padova.

Partecipazione ai campionati

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Livello Categoria Partecipazioni Debutto Ultima stagione Totale
Prima Categoria 2 1919-1920 1920-1921 26
Prima Divisione 5 1921-1922 1925-1926
Divisione Nazionale 3 1926-1927 1928-1929
Serie A 16 1929-1930 1995-1996
Serie B 39 1930-1931 2025-2026 40
Serie B-C Alta Italia 1 1945-1946
Serie C 19 1935-1936 2024-2025 33
Serie C1 14 1978-1979 2008-2009
Serie C2 4 1979-1980 2000-2001 5
Serie D 1 2014-2015

Il Padova ha partecipato a 104 campionati nazionali della FIGC a partire dal debutto dopo la conclusione della prima guerra mondiale. In precedenza ha disputato sei tornei del Comitato Regionale Veneto.

Statistiche di squadra

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Aurelio Scagnellato, 364 presenze complessive in maglia biancoscudata.

Di seguito le statistiche e i principali record relativi ai campionati di Serie A disputati dai patavini:

Inoltre, il Padove detiene il record per il maggior numero di punti assoluti di sempre nel campionato di Serie C, con la formula a 3 gironi, al termine del girone di andata: 51 (2024-2025), a pari merito con il record della stagione 2022-2023 del Catanzaro.[136]

Statistiche individuali

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Tifoseria

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  Lo stesso argomento in dettaglio: Tifoseria del Calcio Padova.

Il primo club ufficiale al seguito del Padova, "La Rumorosa", nacque nel 1930 presso il bar Missaglia, in centro città. Al 1979 risale invece la fondazione del primo gruppo di ultras, il "Magico Padova", per opera di Francesco Zambolin (a tutti i tifosi padovani noto come "Sivori").[137] Tale club, nel frattempo progressivamente strutturatosi, nel 1981 venne ribattezzato i "Leoni della Nord".[137] In seguito vennero fondati gli "ACP 1910 - Ultras Padova", la "Juventude PD" ed il "Fronte Opposto", questi ultimi schierati politicamente ad estrema destra.

In passato sono esistiti molti altri gruppi, tra i quali lo storico gruppo degli "HAG - Hell's Angels Ghetto", che per vari motivi oggi non esistono più o si sono fusi dando vita ad altri gruppi.

Il Padova ha potuto vantare al seguito un gruppo composto esclusivamente da militanti donne, le "Galline Padovane".[138]

Gemellaggi e rivalità

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  Lo stesso argomento in dettaglio: Derby di Padova e Derby calcistici in Veneto.
 
Il gruppo ultras Hell's Angels Ghetto.

I primi esempi di amicizia si hanno tra il 1977 e il 1979 con il Vicenza, all'epoca militante in Serie A:[137] alcuni supporter del Padova (non ancora però effettivamente legati a qualche gruppo organizzato) erano soliti recarsi allo stadio Romeo Menti per assistere alle partite della massima serie in compagnia dei tifosi del Lanerossi, con i quali avevano instaurato dei buoni rapporti.[137] Tuttavia il 6 maggio 1979, in occasione della sfida che opponeva i padroni di casa Berici alla Juventus, alcuni sostenitori patavini si unirono in curva ospiti al tifo bianconero;[137] i tifosi vicentini, per ripicca, la stagione successiva si presentarono allo stadio Silvio Appiani a fianco dei supporter del Venezia,[137] sicché da qui in avanti l'amicizia si trasformò in un'aspra rivalità che, nel corso degli anni, vide anche reciproci furti di striscioni.[139]

Il 17 gennaio 1982 nacque il sodalizio tra i "Leoni della Nord" e i tifosi del Modena.[137] Questo rapporto, tuttavia, non resistette a lungo, poiché nel 1984 il Padova si gemellò con il Bologna, acerrimo rivale dei canarini. In risposta i modenesi si schierarono con i veneziani.[137]

In quegli stessi anni poi, alcuni ultras biancoscudati si recarono varie volte allo stadio Marcantonio Bentegodi di Verona per assistere alle partite di Serie A dell'Hellas.[137] Ne nacque presto un'amicizia (tuttavia mai trasformatasi in gemellaggio ufficiale) favorita dall'odio sportivo verso la squadra vicentina e anche dal comune sentire politico di molti esponenti delle due curve, vicino a posizioni di estrema destra.[137] Il 31 dicembre 1984 tuttavia, in seguito ad un'amichevole giocatasi all'Appiani che vide i biancoscudati prevalere sugli scaligeri per 5-0, scoppiò una grossa rissa tra le due tifoserie, originata dai cori di scherno rivolti dai supporters biancoscudati ai tifosi veronesi.[137]

 
Ultras del Calcio Padova allo stadio Silvio Appiani.

Nel 1984, in nome della comune rivalità con il Lanerossi, i tifosi del Padova si gemellarono con la tifoseria del Bologna.[137] Sul finire degli anni 1980, però, in entrambe le curve avvenne un notevole cambio generazionale.[137] Per questi motivi l'amicizia iniziò a scricchiolare sempre di più sino alla stagione 1991-1992, quando il sodalizio di comune accordo non venne più rinnovato.[137]

I tifosi del Palermo sono gli unici gemellati con quelli del Padova; questo gemellaggio nasce nella stagione 1983-1984 ed ha resistito a tutti i ricambi generazionali delle due tifoserie.[140]

Tutto nacque nei primi anni 1980, quando cinque tifosi della curva nord dell'Appiani si recarono in vacanza al mare, in Sicilia, dove conobbero alcuni ultras della squadra rosanero, membri dei "Commandos Aquile".[137] Memori di questo incontro estivo, in occasione di Padova-Palermo il 20 novembre 1983, le due tifoserie strinsero un'amicizia che venne “ripescata” dai giovani di Piazza Cavour nella stagione 1991-1992, quando le due squadre tornarono ad affrontarsi dopo sette stagioni, durante le quali il rapporto si era un po' affievolito.[137] In quell'anno però, complice il ritorno del Palermo in Serie B, i tifosi biancoscudati ricominciarono a coltivare l'amicizia con i rosanero, accomunati dalle medesime posizioni politiche: l'8 dicembre 1991 nasce dunque ufficialmente il secondo e vero gemellaggio della storia patavina.[137]

Altri rapporti di amicizia non ufficiali ci sono poi con le tifoserie della Torres, del Varese e del Piacenza. In passato ha avuto rapporti di amicizia con le tifoserie della Civitanovese, negli anni 1970, e del Campobasso, negli anni 1980.[140]

Organico

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  Lo stesso argomento in dettaglio: Calcio Padova 2025-2026.

Rosa 2025-2026

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Rosa aggiornata al 2 settembre 2025.[141]

N. Ruolo Calciatore
1   P Louis Mouquet
3   D Antonio Barreca
4   D Francesco Belli
5   D Marco Perrotta
6   C Lorenzo Crisetig (capitano)
7   C Kevin Varas
8   C Pietro Fusi
10   C Alejandro Gómez
11   A Alessandro Seghetti
12   P Michele Voltan
13   D Alessandro Boi
14   P Mattia Fortin
15   A Kevin Lasagna
17   C Alessandro Capelli
18   D Paolo Ghiglione
N. Ruolo Calciatore
20   A Mattia Bortolussi
21   C Jacopo Bacci
22   P Alessandro Sorrentino
23   C Luca Di Maggio
25   A Simone Russini
30   D Giulio Favale
32   D Filippo Sgarbi
33   C Daniele Baselli
41   C Jonathan Silva
44   C Jonas Harder
55   D Lorenzo Villa
58   D Christian Pastina
72   D Carlo Faedo
77   C Francesco Tumiatti
92   A Cristian Buonaiuto

Staff tecnico

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Dal sito web ufficiale della società.[142]

Staff dell'Area tecnica e sanitaria
Area tecnica
  •   Matteo Andreoletti - Allenatore
  •   Nicola Tarroni - Allenatore in seconda
  •   Adriano Zancopè - Preparatore dei portieri
  •   Matteo Zambello - Preparatore atletico
  •   Andrea Molteni - Preparatore atletico
  •   Giovanni Scampini - Preparatore atletico
  •   Luca Di Lauri - Collaboratore tecnico
  •   Francesco Perrone - Match Analyst
  •   Rudy Ravaioli - Team manager
  •   Andrea Bonfanti - Team manager
  •   Rosario Ferrigno - Dirigente Accompagnatore
Area sanitaria
  •   Luigi Munari - Responsabile sanitario
  •   Alberto Rigon - Medico
  •   Renzo Scaggiante - Medico
  •   Marco Giulio Cosaro - Fisioterapista
  •   Paolo Garolla - Fisioterapista
  •   Felice Zuin - Fisioterapista

Attività polisportiva

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Il Gamma 3 Padova, Campionesse d'Italia con lo Scudetto sul petto
  Lo stesso argomento in dettaglio: Associazione Fascista Calcio Padova Rugby.

Nel 1930 Ferruccio Hellmann, presidente dell'Associazione Calcio Padova, cambia denominazione sociale in Associazione Fascista Calcio Padova. Proprio in questo periodo, il Padova divenne una società polisportiva, con squadre iscritte ai campionati nazionali di calcio, rugby a 15 e atletica. Allenatore della sezione rugby fu Renzo Maffioli mentre il responsabile della sezione fu Alessandro Pacchioni. La formazione di rugby vince la Coppa Federale nel 1933. Nella stagione 1933-1934 milita in massima serie. Con l'abbandono di Hellmann, la sezione rugby del Calcio Padova tramonta definitivamente nel 1935 dopo una seconda stagione in massima serie chiusa mestamente a 0 punti.[143]

Calcio femminile

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Negli anni settanta ed ottante venne fondata la Gamma 3 Padova divenuta poi Unione Calcio Femminile Padova che nei suoi primi due anni di storia ha visto la vittoria di due Campionati Italiani nel 1972 e nel 1973 e la vittoria della Coppa Italia nel 1974. Nel 1976 cambia la denominazione in Associazione Calcio Femmnile Padova e dopo un anno di inattività, nel 1980 cede la propria attività iscrivendosi poi nel 1982 alla Serie C Triveneto dopo essersi affiliate al G.S. Castagnara. Nel 1984 vince il campionato e l'anno successivo bissa il successo vincendo anche la Serie B. Nel 1989 cessa definitivamente l'attività.

Successivamente, nell'estate del 2015 viene ufficializzata la nascita del Calcio Padova Femminile, grazie alla collaborazione con lo Ženský-Padova Femminile.[144]

Calcio a 5

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Il 3 giugno 2015 viene annunciata la collaborazione tra il Calcio Padova e la S.S.D Vertigo nell'ambito del calcio a 5 e vedendo la nascita della S.S.D. Calcio Padova C5.[145] Successivamente nasce anche il Calcio Padova C5 Femminile. Il 4 luglio 2024 viene comunicata la nascita di un progetto femminile con oltre settanta atlete coinvolte incluso il settore giovanile.[146]

  1. ^ Scritta da Licia Oliosi e interpretata da Umberto Marcato, l'attuale versione che viene trasmessa allo Stadio Euganeo è una cover del gruppo punk padovano dei Mannaz.
  2. ^ a b c Calcio Padova: ripianate le perdite, ricostituito il capitale sociale. Le quote di Bonetto a Oughourlian, su padovaoggi.it. URL consultato il 26 dicembre 2020.
  3. ^ a b c Peghin nuovo presidente del Padova, rilevato il 25%, su padovaoggi.it. URL consultato il 20 ottobre 2023.
  4. ^ a b Francesco Peghin nuovo socio e presidente del Calcio Padova., su padovacalcio.it. URL consultato il 20 ottobre 2023.
  5. ^ Enrico Leo, Padova, nuovi azionisti in entrata e voci su un interesse USA, su padovaoggi.it. URL consultato il 15 dicembre 2024.
  6. ^ Ora è davvero ufficiale, torniamo a chiamarci CALCIO PADOVA, su archivio.padovacalcio.it. URL consultato il 30 luglio 2025.
  7. ^ Alberto Botton, La fondazione del Calcio Padova. Il 29 gennaio 1910 in pieno centro storico nasceva la squadra di calcio della nostra città!, su blogdipadova.it. URL consultato il 22 marzo 2025.
  8. ^ 1914 e 1915: i primi successi biancoscudati, in Padovasport.tv, 9 dicembre 2013. URL consultato il 22 marzo 2015 (archiviato dall'url originale il 29 marzo 2015).
  9. ^ 101 anni fa moriva sul Carso SILVIO APPIANI, su archivio.padovacalcio.it, Calcio Padova. URL consultato il 2 luglio 2025.
  10. ^ Tornei veneti di guerra 1915-16, su calcioantico.altervista.org. URL consultato il 2 luglio 2025.
  11. ^ 1922-1923: il Padova contende lo scudetto alle corazzate Genoa e Pro Vercelli, in Padovasport.tv, 27 gennaio 2014. URL consultato il 22 marzo 2015 (archiviato dall'url originale il 29 marzo 2015).
  12. ^ PADOVA | Appiani, buon Centenario! Un secolo fa la prima partita, e vittoria, dei biancoscudati, su tgbiancoscudato.telenuovo.it, 19 ottobre 2024. URL consultato il 4 luglio 2025.
  13. ^ Alessandro Vinci, 1929-1930: il Padova retrocede nel primo campionato di Serie A della storia del calcio italiano, su padovasport.tv, 6 ottobre 2014. URL consultato il 4 luglio 2025.
  14. ^ Alessandro Vinci, Storia di Giovanni Monti, il valoroso bomber biancoscudato che amava volare, su padovasport.tv, 24 febbraio 2014. URL consultato il 4 luglio 2025.
  15. ^ Lì dietro, il Campo Petron. E un legame con Superga…, su tifopadova.it, 20 ottobre 2013. URL consultato il 1º settembre 2025.
  16. ^ Te Ricordito? Pro Gorizia-Padova 0-0 03/03/1946, su archivio.padovacalcio.it. URL consultato il 1º settembre 2025.
  17. ^ Alessandro Vinci, La promozione in Serie A del 1948, quando il Padova tornò a far sorridere i propri tifosi, su padovasport.tv. URL consultato il 1º settembre 2025.
  18. ^ Alessandro Vinci, 20 febbraio 1949, Padova-Grande Torino 4-4. Partita del secolo?, su padovasport.tv, 23 dicembre 2013. URL consultato il 1º settembre 2025.
  19. ^ a b Te Ricordito? 20/11/1949 Venezia-Padova 0-8 vittoria più larga della Serie A, su archivio.padovacalcio.it. URL consultato il 28 luglio 2025.
  20. ^ (NO) Kalenderluke 20: Pioner i Padova, su josimar.no. URL consultato il 3 settembre 2025.
  21. ^ Te Ricordito? 09/12/1952 Padova-Milan 5-2, su archivio.padovacalcio.it. URL consultato il 3 settembre 2025.
  22. ^ Alessandro Vinci, 1953-1954, l'arrivo di Nereo Rocco salva il Padova dalla retrocessione, su padovasport.tv. URL consultato il 3 settembre 2025.
  23. ^ Nereo Rocco: il mito del calcio padovano, su padovasport.tv, 8 marzo 2025. URL consultato il 3 settembre 2025.
  24. ^ Alessandro Vinci, 1957-1958: la stagione dei record. Cronaca di un sogno tricolore tutto biancoscudato, su padovasport.tv. URL consultato il 3 settembre 2025.
  25. ^ Alessandro Vinci, 6 maggio 1959: Inghilterra-Italia 2-2. I biancoscudati Brighenti e Mariani scrivono la storia dei biancoscudati, su padovasport.tv. URL consultato il 4 settembre 2025.
  26. ^ Il Torino, sconfitto dal Padova per 1 a 0, vince la gara per una irregolarità dei veneti, in La Stampa, 5 novembre 1959, p. 8.
  27. ^ La Coppa dell'Amicizia 1961: unico successo internazionale biancoscudato, in Padovasport.tv, 9 febbraio 2015. URL consultato il 3 luglio 2015 (archiviato dall'url originale il 4 luglio 2015).
  28. ^ Coppa Rappan 1963, quando il Padova sfiorò il trionfo internazionale, in Padovasport.tv, 11 novembre 2013. URL consultato il 22 marzo 2015 (archiviato dall'url originale il 29 marzo 2015).
  29. ^ Giovanni Cataleta, 14 giugno 1964: Serie A, miticochannel.com
  30. ^ Il Milan conquista la Coppa Italia superando in finale il Padova: 1 a 0, in La Stampa, 15 giugno 1967, p. 8. URL consultato il 10 aprile 2011.
  31. ^ Il purgatorio e l'inferno, da "Un sogno lungo un secolo", Il Mattino di Padova, 2010, p. 102
  32. ^ Lazzaro, p. 164.
  33. ^ "Il cuore dei tifosi conta più della categoria": la promozione in Serie C1 della stagione '80-'81, in padovasport.tv, 27 ottobre 2014. URL consultato il 22 marzo 2015 (archiviato dall'url originale il 29 marzo 2015).
  34. ^ 1982-1983: il Padova di Bruno Giorgi torna in Serie B, in padovasport.tv, 29 dicembre 2014. URL consultato il 22 marzo 2015 (archiviato dall'url originale il 29 marzo 2015).
  35. ^ Alessandro Vinci, 1986-1987: il Padova di Adriano Buffoni torna in Serie B, su Padovasport.tv, 16 febbraio 2015 (archiviato dall'url originale il 17 febbraio 2015).
  36. ^ Lunedì Amarcord incontra… Nanu Galderisi, padovasport.tv, 8 febbraio 2016, su padovasport.tv. URL consultato il 2 dicembre 2017 (archiviato dall'url originale il 2 dicembre 2017).
  37. ^ L'emozionante epilogo della stagione '90-'91, quando il Padova sfiorò la Serie A, in padovasport.tv, 7 aprile 2014. URL consultato il 7 aprile 2014 (archiviato dall'url originale l'8 aprile 2014).
  38. ^ Padova e Ascoli tutti scontenti (PDF), in L'Unità, 11 giugno 1993, p. 22. URL consultato il 17 maggio 2014 (archiviato dall'url originale il 17 maggio 2014).
  39. ^ Enzo Sasso, Il Padova sale sull'ultimo treno: i veneti rimontano e battono il Cesena, in Corriere della Sera, 16 giugno 1994, p. 42. URL consultato il 10 aprile 2011 (archiviato dall'url originale il 2 novembre 2012).
  40. ^ Fabio Vergnano, La Juve si dimentica di essere Juve, in La Stampa, 24 aprile 1995, p. 31. URL consultato il 10 aprile 2011.
  41. ^ Leonardo Capanni, Alexi Lalas: rock, chitarre e un celebre "vafanculo", in http://zonacesarini.net. URL consultato il 14 novembre 2018.
  42. ^ 1998-1999: quella fatale sostituzione che fece precipitare il Padova in Serie C2, in padovasport.tv, 23 febbraio 2015. URL consultato il 21 maggio 2015 (archiviato dall'url originale il 6 luglio 2015).
  43. ^ Padova in festa: è C1, in La Gazzetta dello Sport, 30 aprile 2001. URL consultato il 2 dicembre 2017.
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Bibliografia

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  • Fantino Cocco e Paolo Donà, Quartostadio il Calcio Padova giorno dopo giorno, Eurograf, 1992
  • Calcio Padova 1910 - 2010, a cura di Toni Grossi, 2009, Finegil editoriale.
  • Biancoscudo, cent'anni di Calcio Padova, a cura di Massimo Candotti e Carlo Della Mea (contributi di Paolo Donà, Gabriele Fusar Poli, Andrea Pistore, Marco Lorenzi e Massimo Zilio), EditVallardi 2009.

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