Le Marche sono caratterizzate da una vocazione alla pluralità, lo stesso plurale del nome ne sancisce infatti l'unità fondamentale pur nella ricchezza di aspetti locali. La vocazione all'autonomia di ogni zona è anzi paradossalmente il fattore maggiormente unificante[6].
La Regione si distingue per una forte omogeneità: il paesaggio agrario caratterizzato da tanti appezzamenti delimitati da querce, derivato dalla mezzadria[7], il carattere laborioso, temperato e riservato degli abitanti[8], la dimensione urbana di ogni sia pur piccolo centro abitato, una storia di autonomie parallele, una singolare ricchezza di artisti e studiosi celebri, un modello economico-imprenditoriale (il "modello marchigiano") tipico ed esemplare.
Le Marche sono collocate sul versante del medio Adriatico e occupano circa 9.365,86 km²[9] di territorio italiano, che si estende tra il fiume Conca a nord e il Tronto a sud; a ovest la regione è limitata dall'Appennino umbro-marchigiano. Essa presenta una forma caratteristica di pentagono irregolare e si sviluppa perlopiù longitudinalmente da nord-ovest a sud-est.
Colline e montagne
Veduta fra le verdi colline marchigiane
Le pianure, non rilevabili percentualmente, sono limitate ad una stretta fascia costiera e alla parte delle valli più vicine alla foce dei fiumi. Il territorio marchigiano è dunque interamente collinare e montuoso. In particolare, le Marche sono una delle regioni più collinari d'Italia: le colline comprendono il 69% del territorio (6.462,90 km²) e ben l'82% dei comuni si trova nella fascia collinare[10].
Cecco d'Ascoli, il noto poeta e studioso medievale, rivolgendosi alle Marche, non a caso disse:
Il restante 31% (2.902,96 km²) del territorio è dunque montuoso[11][12]. L'Appennino che attraversa le Marche è chiamato umbro-marchigiano, e comprende cinque pieghe, incurvate e parallele, con la convessità diretta verso la costa. La piega occidentale si estende interamente in Umbria, le altre quattro interessano invece il territorio regionale e sono descritte di seguito, da ovest verso est[13].
Panorama delle colline marchigiane da Cingoli, il balcone delle Marche; sullo sfondo il Mar Adriatico ed il Monte Conero
La piega orientale si estende dalla Gola del Furlo a quella di Arquata, per poi continuare per un breve tratto in territorio prima laziale e poi abruzzese, sino al passo di Montereale. Comprende, da nord a sud, Monte Paganuccio, Monte San Vicino, Monte Letegge e la quinta maestosa dei Monti Sibillini, con il Monte Vettore (2478 m), il massimo rilievo regionale, e numerose altre montagne che superano i 2.000 m.
Questa piega è contraddistinta da numerose gole, che i fiumi nati più ad occidente devono attraversare per giungere al mare. I passi più noti sono Passo Cattivo, Forca di Presta e Forca Canapine.
Nelle prime due pieghe si trovano importanti complessi carsici, tra cui le notissime Grotte di Frasassi.
La terza, breve piega ha una forma ellissoidale ed è compresa tra le valli del Musone e del Potenza. Su di essa sorge Cingoli, a 631 m s.l.m.; la cittadina è circondata da colline più basse e domina quasi tutto il territorio marchigiano, meritandosi l'appellativo di "balcone delle Marche". La massima elevazione di questa piega è quella del Monte Acuto (824 m)[14].
L'ultima piega arriva a lambire il mare ed è costituita dal promontorio del Monte Conero (o Monte d'Ancona), che si protende verso est con le sue alte rupi, a metà della costa adriatica, tra Ancona e Numana. Anche questa piega, come la precedente, ha forma ellissoidale; inoltre ha il versante marittimo molto più ripido rispetto a quello interno.
Il litorale, lungo 173 km,[18] ha un andamento rettilineo, con lunghe spiagge sabbiose o ghiaiose.
La costa bassa è interrotta a metà dal promontorio del Conero, che divide la costa marchigiana in due tratti con andamento diverso: quello settentrionale è orientato da nord-ovest a sud-est, il meridionale da nord-nord-ovest a sud-sud-est. Monte Conero, il nucleo del promontorio, dà origine ad alte e spettacolari falesiecalcaree e rappresenta il punto più alto della costa marchigiana e dell'intero litorale adriatico, con rupi alte più di 500 m a picco sul mare[19]. Il Conero protegge a nord il Golfo di Ancona, nella cui parte più interna è situato il porto di Ancona.
Altro tratto di costa alta è quello del Monte San Bartolo, nei pressi di Pesaro; il colle dell'Ardizio, invece, a sud di Pesaro, pur essendo vicinissimo al mare, non lo tocca. Altro breve tratto di costa alta si trova nei pressi di Grottammare;
I fiumi hanno carattere torrentizio e sono tipicamente paralleli tra loro, formando quella struttura di valli che spesso è chiamata "a pettine"[21]. Raramente i fiumi marchigiani sono affluenti di altri corsi d'acqua maggiori. Altra importante caratteristica è il fatto che essi nascono quasi tutti nella catena appenninica che fa da confine con l'Umbria e che dunque, per giungere al mare, attraversano la catena orientale formando gole pittoresche come quelle del Furlo, di Frasassi, della Rossa, di Pioraco, dell'Infernaccio, delle Fucicchie e di Arquata[22].
È marchigiana l'alta valle del fiume Nera, affluente del Tevere e dunque appartenente al versante tirrenico, mentre tutti gli altri fiumi ricadono nel versante adriatico[23].
Non sono grandi le differenze di lunghezza tra un fiume marchigiano e l'altro: il più lungo è il Metauro (121 km), seguito dal Tronto (115 km), dal Potenza (95 km), dal Chienti (91 km) e dall'Esino (85 km).
Il centro di alcune città è attraversato dal corso di fiumi: nei pressi della foce del fiume Foglia sorge Pesaro; il fiume Misa, prima di giungere al mare, attraversa Senigallia; il centro di Ascoli Piceno è circondato da due corsi d'acqua, il Tronto e il Castellano, che ivi confluiscono. Alcune foci di fiumi sono state utilizzate per ricavare dei porti canale, come nei casi di Pesaro, Fano e Senigallia.
Nelle Marche non ci sono grandi laghi naturali. Nonostante la loro piccola estensione, sono molto interessanti dal punto di vista paesaggistico e naturalistico i due laghi di Portonovo, costieri, e il Lago di Pilato, glaciale, posto a 1.941 m di altezza.
Confini geografici ed amministrativi
Monte Grimano Terme, che nel referendum 2008 ha respinto l'aggregazione all'Emilia RomagnaMercatino Conca, che nel referendum del 2008 ha respinto l'aggregazione all'Emilia Romagna
Con questo criterio la regione amministrativa coincide in genere con quella geografica; esistono però alcune eccezioni, elencate di seguito.
Alcuni territori dell'alta Valmarecchia sono amministrativamente marchigiani; si tratta delle estreme zone settentrionali dei tre comuni di Montecopiolo, Sassofeltrio e Monte Grimano Terme (provincia di Pesaro e Urbino); questi comuni ricadono comunque per la maggior parte del loro territorio all'interno del confine naturale marchigiano del bacino del Conca.
L'alta Valle del Tronto, che costituisce l'ampia conca in cui sorgono i comuni di Amatrice e di Accumoli, pur essendo situata sul versante adriatico, non appartiene amministrativamente alle Marche, ma al Lazio (provincia di Rieti).
Nella zona litoranea a nord di Ancona il clima è subcontinentale con sbalzi di temperatura da stagione a stagione: estati calde, ma rinfrescate dalla benevola brezza marina, e inverni freddi (a Pesaro la temperatura media di gennaio è di 3,8 °C) con regolari piogge di stagione. A sud di Ancona la subcontinentalità si attenua per lasciare posto a un clima sublitoraneo che assume caratteri più spiccatamente mediterranei nella Riviera delle Palme (a Grottammare la temperatura media di gennaio è di 7,6 °C).[26]
Nelle aree pianeggianti e nelle zone collinari basse regna un clima piuttosto subcontinentale, con estati assai afose e inverni rigidi caratterizzati da nebbie dense in autunno e possibili abbondanti nevicate in inverno. La primavera può essere abbastanza piovosa.
Nelle zone montuose e di alta collina vi sono estati fresche e inverni rigidi con ampia possibilità di neve; l'inverno risulta altresì rigido nelle zone collinari interne dove si possono verificare basse temperature. Infatti le Marche sono state una delle regioni italiane più colpite durante la nevicata del 2012.
Nel IV secolo a.C., l'area settentrionale, fino al fiume Esino, venne invasa dai Galli Senoni, mentre i Greci di Siracusa fondarono la colonia di Ancona. La regione visse allora un periodo di dualità culturale ma anche sociale ed economica, ancor oggi rintracciabile nei dialetti locali.
Dopo la battaglia del Sentino, nel 295 a.C., i Galli vennero sconfitti da una coalizione tra Romani e Piceni. Quando gli alleati romani divennero troppo invadenti, con la fondazione di colonie in territorio piceno (la più importante Firmum Picenum, odierna Fermo), i Piceni si ribellarono dando vita alla Guerra sociale. Due importanti strade collegavano le Marche a Roma: la Flaminia, che arrivava a Fano, e la Salaria, che arrivava a Porto d'Ascoli. Inoltre durante il periodo imperiale, Ancona venne scelta da Traiano come porto di Roma verso oriente, come testimonia anche l'iscrizione dell'arco di Traiano di Ancona, nella quale il capoluogo marchigiano è chiamato accessum Italiae, cioè "ingresso d'Italia".
Come tutti i territori delle moderne regioni italiane, anche quello marchigiano ebbe nel periodo romano diverse variazioni amministrative. Sotto l'impero di Augusto il sud della regione faceva parte della Regio V, detta Picenum, mentre la parte nord, detta Ager gallicus picenus, era compresa nella Regio VI, che comprendeva anche i territori orientali dell'attuale Umbria. Con la riorganizzazione amministrativa di Diocleziano, tutto il territorio delle attuali Marche era riunito nella Flaminia et Picenum, che comprendeva anche la Romagna. Questa provincia venne suddivisa sotto l'impero di Teodosio I in due circoscrizioni: le Marche settentrionali, dette Picenum Annonarium, formarono con la Romagna la Flaminia et Picenum Annonarium, mentre il sud della regione costituì il Picenum Suburbicarium[27]. Alla caduta dell'Impero romano d'Occidente, le Marche, dopo aver fatto parte del regno di Odoacre, entrarono nell'orbita dell'Impero Romano d'Oriente come il resto d'Italia, mentre il vecchio nome "Piceno" si perse.
Alto Medioevo
La Pentapoli marittima.
Durante la Guerra gotico-bizantina, il territorio delle odierne Marche fu teatro di importanti azioni militari; Ancona ed Osimo furono due capisaldi delle azioni militari, la prima bizantina e la seconda gotica. Dopo la vittoria bizantina, la regione, insieme al resto d'Italia, fu sotto il dominio dell'Impero d'Oriente.
Successivamente, in seguito all'invasione dei Longobardi, il territorio regionale si ritrovò spezzato in due parti: le città del nord della regione fino ad Ancona rimasero sotto la giurisdizione dell'Impero romano d'Oriente, costituendo la Pentapoli bizantina, a sua volta divisa fra le città costiere inglobate nella Pentapoli marittima (Rimini, Pesaro, Ancona, Senigallia e Fano) e quelle interne comprese nella Pentapoli annonaria (Gubbio, Cagli, Urbino, Fossombrone, Jesi e Osimo).
Il sud della regione e la parte nord dell'Abruzzo (odierne province di Macerata, Fermo, Ascoli, Teramo e Pescara) furono invece conquistati dai Longobardi, che istituirono la Marca Fermana, la quale confinava ad ovest con il Ducato di Spoleto e a sud con il Ducato di Benevento, anch'essi di istituzione longobarda. La presenza dei Longobardi ha lasciato notevoli vestigia, come ad esempio la necropoli a Castel Trosino sulla via Salaria.
Successivamente l'intero territorio regionale venne unificato prendendo il nome di Marca di Ancona (chiamata anche Marca Guarnierii), indicata sulle antiche carte con il nome di Marca Anconitana olim Picenum. Il termine marca, o meglio "marka", introdotto dai Longobardi, deriva dal germanico e significa "territori di confine" del Sacro Romano Impero. Il governatore inizialmente aveva sede ad Ancona, poi, quando questa città si svincolò dal controllo dello Stato della Chiesa, il governo della Marca si spostò a Fermo, che era la seconda città della regione per importanza politica.
Il 26 dicembre 1194 nasceva a JesiFederico II di Svevia, futuro imperatore del Sacro Romano Impero, che onorò la città nel 1216 col titolo di Città Regia[31] conferendole anche diede il titolo di Respublica Aesina, confermando tutti i suoi diritti sulle terre del Contado. Privilegi che le permisero una certa autonomia anche durante la successiva dominazione papale.
Tra la metà del Cinquecento e i primi decenni del Seicento le città marchigiane entrarono nello Stato della Chiesa, che, come tutti gli stati regionali italiani, annullò le entità politiche più piccole. Seguì un periodo di recessione, condiviso da gran parte d'Italia, rischiarato solo dal pontificato di Clemente XII che nel Settecento tracciò la strada oggi detta Vallesina e diede respiro all'economia regionale dichiarando Anconaporto franco.
L'orologio planetario di Macerata, reinserito nella torre civica nel 2015; è possibile ammirare il carosello dei Magi.
Fino al 2009 la regione includeva il territorio dell'alta valle del fiume Marecchia, già parte del Ducato di Urbino (fin dal XV secolo) e la cui appartenenza alla delegazione di Urbino e Pesaro fu confermata da Pio VII con motu proprio il 6 luglio 1816. Nel 2009 esso venne però distaccato dalle Marche a seguito di un referendum a favore dell'entrata nella Regione Emilia-Romagna e, a seguito dell'esito positivo di quest'ultimo, aggregato alla stessa. Le Marche proposero ricorso alla Corte costituzionale, ritenendo che il parlamento avesse indebitamente ignorato il parere negativo della regione; nel luglio 2010 la Corte si pronunciò sul ricorso giudicandolo infondato[32][33].
Personaggi illustri
Personaggi universalmente noti
Le Marche si distinguono per aver dato i natali a numerosi personaggi illustri e noti a livello internazionale, anche al di là dei loro specifici settori. Essi hanno lasciato un'importante eredità in campo della letteratura, dell'arte, della scienza, dell'economia e della produzione, dello spettacolo e dello sport. Sono infatti marchigiani[34]:
Giacomo Leopardi (1798 - 1837), di Recanati, tra i maggiori poeti dell'Ottocento italiano e una delle più importanti figure della letteratura mondiale[37];
Sisto V (1521 - 1590), nato Felice Piergentile e a trent'anni Felice Peretti, di Grottammare, il papa che lasciò un'impronta indelebile nell'urbanistica romana[42];
Padre Matteo Ricci (1552 - 1610), di Macerata, gesuita, tra i più grandi divulgatori della cultura occidentale in Cina e studioso della civiltà orientale, noto in Cina con il nome di Lì Mǎdòu[43];
Gregorio XII, nato Angelo Correr (Venezia1335 – Recanati1417) fu il 205º papa della Chiesa cattolica dal 1406 al 1415. È stato uno dei pochissimi pontefici ad aver rinunciato al ministero petrino[48]. Dopo Gregorio XII solo un altro pontefice, papa Benedetto XVI, 598 anni più tardi, ha rinunciato al ministero del Soglio Pontificio[49]. Grazie alla rinuncia di Papa Gregorio XII al Concilio di Costanza il 4 luglio 1415 fu possibile ricomporre lo scisma d'Occidente, con la fine della contemporanea presenza di due papati, quello di Roma e quello di Avignone. Gregorio fu nominato vescovo di Frascati ed ottenne l'incarico a vita di legato pontificio ad Ancona, dove l'anziano prelato, ritornato ad essere Angelo Correr, trascorse il resto della sua vita in una tranquilla quotidianità. Morì il 18 ottobre 1417 a Recanati, dove è sepolto nella locale cattedrale di San Flaviano[50]. Dopo di lui tutti i papi sono stati sepolti a Roma.[51].
Rodolfo Mondolfo (1877 – 1976), di Senigallia, filosofo. Suo fratello maggiore Ugo Guido (1875 - 1958) fu uno storico, membro del Partito Socialista Italiano sin dalla sua fondazione e stretto collaboratore di Filippo Turati alla rivista "Critica sociale". Anche Rodolfo aderì alle idee marxiste e socialiste. Laureatosi in Lettere e Filosofia all'Università di Firenze, fino al 1904 Rodolfo Mondolfo si dedicò all'insegnamento nei licei in varie città. Nel 1904 iniziò la carriera universitaria con un incarico all'Università di Padova, in sostituzione di Roberto Ardigò. Nel 1910 si trasferì ad insegnare Storia della filosofia all'Università di Torino, poi, dal 1914, all'Università di Bologna. In questo stesso periodo pubblicò alcune delle sue opere più importanti come i "Saggi per la storia della morale utilitaria" di Hobbes (1903) ed Helvetius (1904), "Tra il diritto di natura e il comunismo", (1909), "Rousseau nella formazione della coscienza moderna" (1912), "Il materialismo storico in F. Engels" (1912), "Sulle orme di Marx" (1919). Nel 1925 Mondolfo fu tra i Rodolfo Mondolfofirmatari del Manifesto degli intellettuali antifascisti, redatto da Benedetto Croce. Dopo il 1926, per la soppressione della rivista a cui collaborava più attivamente, e per l'inasprirsi dei controlli e delle censure poste dal regime fascista, nell'evidente impossibilità di proseguire i suoi studi sulla dottrina marxista, si dedicò allo studio del pensiero filosofico greco. Ciò nonostante, pur in questo periodo, grazie alla politica del filosofo fascista Giovanni Gentile che volle coinvolgere studiosi di diverso orientamento nell'impresa,[62] collaborò con l'Istituto dell'Enciclopedia Italiana e scrisse la voce Socialismo pubblicata nella prima edizione dell'Enciclopedia Treccani (Volume XXXI, 1936). Nel maggio 1939, in seguito alle leggi razziali fasciste che vietavano agli ebrei di ricoprire cariche pubbliche, Mondolfo, privato di ogni incarico di insegnamento, decise di espatriare in Argentina, dove, grazie anche alla raccomandazione di Gentile (che aveva tentato inutilmente di farlo rientrare tra gli esclusi dalle leggi razziali), riuscì ad ottenere un impiego presso l'Università di Córdoba per un seminario di filosofia ed una cattedra di greco antico. Nel 1946 iniziò in Argentina il periodo del regime peronista, che si protrarrà sino al 1955, e di lì a poco sarà seguito dalla dittatura militare argentina. Questo periodo fece rivivere a Mondolfo molte delle spiacevoli esperienze passate in Italia durante il fascismo: per contrasti di tipo politico con l'ambiente universitario di Córdoba, nel 1948 si trasferì all'università di Tucumán, in cui ottenne la cattedra di Storia della filosofia antica che mantenne fino al 1952, quando si trasferì a Buenos Aires, dove morì il 16 luglio 1976;
Luigi Bartolini (1892 - 1963) di Cupramontana è stato un pittore, scrittore e poeta. È considerato tra i maggiori incisori italiani del Novecento. Fu presente a tutte le più importanti manifestazioni artistiche del suo tempo, sviluppando diverse maniere definiti da lui stesso: "maniera bionda", "nera" e "lineare", con questi modi realizzò numerose acqueforti con paesaggi delle Marche e della Sicilia e le serie Gli insetti, Le farfalle, Gli uccelli, e Scene di caccia. Notevole fu anche la sua attività di scrittore, poeta, critico d'arte e polemista, con oltre 70 libri pubblicati con le maggiore case editrici. Fu collaboratore della principali riviste e giornali italiani, tra cui il Corriere della Sera. Nel 1946 pubblicò il romanzo Ladri di biciclette, dal quale Cesare Zavattini trasse spunto per la sceneggiatura dell'omonimo film di Vittorio De Sica;
Edgardo Mannucci (1904 – 1986), di Fabriano, scultore. Fortemente impressionato dalla notizia del bombardamento atomico su Hiroshima, viene a conoscenza della nuova forma di "energia" generata dalla scissione dell'atomo. Messi da parte i materiali tradizionali, sperimenta l'unione di più tipi di materie come il rame, l'ottone e il bronzo, giungendo a realizzare forme mai viste, attraverso la tecnica della saldatura diretta, dove la materia incandescente sembra creare energia vitale. Un'operazione che richiama la ricerca materica di Alberto Burri, ed è proprio con lui, insieme a Ballocco, Capogrossi e Colla, che Mannucci, tra la fine del 1949 e gli inizi del 1950, partecipa alla costituzione del gruppo Origine. È considerato uno dei protagonisti dell'arte plastica informale europea;
Mario Sturani (1906 - 1978), di Ancona, pittore e ceramista, dopo un'iniziale adesione al Movimento futurista, nel 1927 apre uno studio a Torino ed inizia la sua collaborazione con la manifattura ceramica torinese Lenci per la quale realizza numerose opere, trentadue delle quali vengono esposte nel 1929 alla Corrado Cagli nel suo studio romano (1969)Galleria Pesaro di Milano in una mostra dedicata alla produzione della ditta. Si dedica anche alle arti figurative, esordendo in qualità di scenografo e grafico pubblicitario, disegna mobili e dal 1930 soggiorna due anni a Parigi, collaborando alla rivista Vogue. Nel 1932 rientra a Torino, dove collabora come illustratore con la casa editrice Frassinelli, riprende poi il suo rapporto con la Lenci, presso la quale nel 1940 avrà l'incarico di Direttore artistico e rimarrà attivo fino al 1964;
Floriano Ippoliti[67] (1954), di Ancona, pittore e scultore, autore, tra l'altro, della discussa statua “Violata”[68], collocata nel marzo 2013 nella via Marconi di Ancona, nei pressi dell'imbocco della galleria San Martino, la prima in Europa dedicata alle donne vittime di violenza[69]. Nel 2015 Ippoliti ha realizzato il gruppo scultoreo di eccezionale impatto scenico de “La Visitazione”, da lui donato alla città di Loreto che lo ha collocato nello slargo di Piazza Papa Giovanni XXIII, situato davanti ad uno degli ingressi nella Piazza del Santuario, allo scopo di rendere il gruppo monumentale un simbolo dell'accoglienza a tutti i pellegrini in visita alla città mariana, in quanto la stessa Maria fu a sua volta pellegrina nell'andare a trovare la cugina Elisabetta.
Cesare Macchiati (1629 - 1675) di Carassai noto per essere stato Protomedico della Regina Cristina di Svezia ordinario allo Studio romano della Sapienza della cattedra di Filosofia, medico del conclave di papa Clemente X, docente di Medicina practica, sempre presso l'Università della Sapienza, e protomedico per gli stati ecclesiastici.
Giulio Carlo Fagnano dei Toschi[70][71] (1682 – 1766), di Senigallia, matematico. Raggiunse una notevole fama internazionale, grazie ai notevolissimi contributi forniti su una serie di diversi argomenti: suggerì nuovi metodi di soluzione delle equazioni algebriche di grado 2, 3 e 4; migliorò il lavoro di Rafael Bombelli sui numeri complessi dimostrando una formula famosa. Importante è il suo lavoro sui triangoli: Natucci, nella sua biografia pubblicata nel Dictionary of Scientific Biography scrisse: “egli può ben essere considerato il fondatore della geometria del triangolo”. Introdusse trasformazioni analitiche ingegnose che gettarono la base per la teoria degli integrali ellittici contribuendo alla introduzione delle funzioni ellittiche. Raccolse Giulio Fagnano dei Toschimolti dei suoi lavori nel volume composto da due trattati “Produzioni matematiche” nel 1750. Nel 1751 fu chiesto a Eulero di esaminare le “Produzioni matematiche”: egli trovò in questo trattato le relazioni tra particolari tipi di integrali ellittici. Generalizzando i risultati di Fagnano, Eulero creò una teoria generale di questi integrali, in particolare dando la famosa formula di addizione per gli integrali ellittici. Fagnano aveva dimostrato la formula di duplicazione, un caso particolare della formula di addizione per gli integrali. Fu coinvolto nelle dispute con Bernoulli e, nella grande disputa di quel periodo fra i sostenitori di Newton e quelli di Leibniz. Brook Taylor lanciò una sfida sia a Bernoulli che a Fagnano, alla quale entrambi risposero. Gli aspetti di questa controversia furono analizzati da L. Conte. Molto importanti furono pure le memorie sopra il calcolo combinatorio, il gioco del lotto e la determinazione della probabilità che, su “n” numeri estratti, pescano con ordine determinato. Diede inoltre sostegno ad alcuni giovani matematici del tempo, fra i quali Joseph-Louis Lagrange;
Maurizio Montalbini (1953 – 2009), di Senigallia, sociologo e speleologo. Detiene il primato di permanenza in grotta, con una serie di esperimenti pionieristici relativamente alla cronobiologia ed al ritmo circadiano che lo hanno portato a vivere un totale di quasi tre anni (962 giorni) sottoterra[74], e che gli sono valsi l'appellativo di esploratore del tempo. Il suo primo esperimento, 210 giorni fuori dal tempo, della durata appunto di 210 giorni, ebbe luogo nel 1986 all'interno della grotte di Frasassi; successivamente rimase per ulteriori 48 giorni, ma stavolta assieme ad altre 14 persone, sempre all'interno delle grotte di Frasassi. Nel 1992 ha trascorso oltre un anno (366 giorni) in solitudine nella grotta di Nerone situata presso il Monte Nerone a Piobbico (PU), nel corso di un esperimento che ha prodotto risultati notevoli da un punto di vista sociale, farmacologico e per quanto riguarda la cronobiologia.[75] Nel 1997 ha compiuto, con Luigi Mazzi, un altro esperimento sempre nella base Underlab all'interno delle grotte di Frasassi, durante il quale è stato inoltre testimone del terremoto di Umbria e Marche. Il suo ultimo esperimento avvenuto all'interno della grotta fredda di Acquasanta Terme (AP), denominato Timeless, si è concluso il 7 giugno 2007 dopo 235 giorni dal suo ingresso. Non eseguì solamente esperimenti sotterranei, ma anche in mezzo all'oceano; in particolare nel 1991, durante la missione denominata Pelagos '91, visse per 48 giorni su una zattera[76];
Carlo Urbani (1956 – 2003), di Castelplanio, medico e microbiologo, consulente dell'Organizzazione mondiale della sanità e membro dell'Organizzazione non governativaMedici senza frontiere. Fu il primo scienziato ad identificare e classificare la SARS (Sindrome Respiratoria Acuta Grave) o polmonite atipica, malattia al centro dell'epidemia esplosa in Estremo Oriente tra il 2002 e il 2003 provocando 775 vittime accertate. Il 28 febbraio 2003 venne ricoverato presso l'ospedale di Hanoi, dove Urbani era stato inviato in missione dell'O.M.S., un uomo d'affari americano colpito da una polmonite atipica. A differenza del resto dello staff medico presente, Urbani capì subito di trovarsi di fronte a una nuova malattia e che la situazione era critica. Lanciò dunque l'allarme al governo e all'Organizzazione mondiale della sanità, riuscendo a convincere le autorità locali ad adottare misure di quarantena. Contagiato dal virus, fino alla fine si dimostrò dedito alla salute altrui, chiedendo ai medici accorsi dalla Germania e dall'Australia di prelevare i tessuti dei suoi polmoni, per analizzarli e utilizzarli per la ricerca. Morì il 29 marzo 2003, dopo 19 giorni di isolamento. Grazie alla prontezza di Urbani, lui e altri quattro operatori sanitari furono gli unici decessi per SARS osservati in tutto il Vietnam, che fu il primo paese del sud est asiatico a dichiarare che la SARS era stata debellata. L'intervento immediato e mirato di Urbani permise di salvare migliaia di vite. Secondo l'OMS il metodo anti-pandemie da lui realizzato nel 2003 rappresenta, ancora oggi, un protocollo internazionale per combattere questo tipo di malattie[77]. Gli è stata conferita la Medaglia d'oro per i benemeriti della Sanità Pubblica, alla memoria[78];
Stefano Gresta (1956), di Senigallia, geofisico. Ricercatore, professore associato di topografia e cartografia e poi di sismologia, prima di diventare professore ordinario di geofisica della Terra solida. Autore di oltre 170 pubblicazioni (di cui circa 100 JCR); coordinatore e responsabile di progetti di ricerca sismologici e vulcanologici; componente di numerosi comitati tecnico-scientifici e commissioni, tra cui la Commissione Grandi Rischi; ha partecipato a diversi soggiorni all'estero per studio e lavoro, tra cui, nel 1998, alla 13ª spedizione italiana in Antartide. Dal 1999 al 2001 è stato coordinatore della sezione di Priolo Gargallo del Sistema Poseidon per il monitoraggio sismico e vulcanico in Sicilia.
Personaggi illustri nell'ambito del diritto, dell'economia e della produzione
Paolo Soprani (1844-1918), di Recanati, imprenditore, fondatore della omonima fabbrica a Castelfidardo e dell'industria italiana della fisarmonica. Viene da molti considerato il vero inventore del moderno strumento: grazie a lui e a suoi seguaci, infatti, la fisarmonica è diventata strumento musicale di grandi possibilità espressive, orientato, oltre che verso un sempre maggiore sviluppo quantitativo, anche e soprattutto verso nuove conquiste tecniche, entrando nei vari conservatori di Stato;
Nazareno Gabrielli (1869-1943), di Tolentino, piccolo imprenditore, nel 1907 apre con la moglie una bottega artigiana di legatoria a Tolentino. Pian piano, la bottega espande la propria attività alla realizzazione di capi di abbigliamento e pelletteria, borse e guanti, e già nel 1922 diventa fabbrica. Si fa un nome quando, nel 1928, la Fiat la incarica di produrre gli interni in pelle per il primo treno reale, costruito su misura per i Savoia. Il genero Nazareno Brandi nel secondo dopoguerra amplia l'attività della Nazareno Gabrielli ad ogni settore dell'abbigliamento, della profumeria e dell'oggettistica da regalo, creando uno dei marchi più prestigiosi nel mondo della moda italiana;
Francesco Angelini
Francesco Angelini (1887-1964), di Civitanova Marche, imprenditorefarmaceutico[79] e sindacorepubblicano di Ancona. Il 20 dicembre 1919 aprì un piccolo laboratorio farmaceutico ad Ancona, che conoscerà una forte espansione nel secondo dopoguerra. Nel 1940 fondò l'A.C.R.A.F., acronimo di Aziende Chimiche Riunite Angelini Francesco, le cui attività principali sono tuttora la produzione e distribuzione di farmaci. Nell'immediato dopoguerra, importò per primo la vitamina B12 in Italia, un ricostituente per la cura dell'anemia, malattia molto diffusa in quel periodo. Il farmaco venne prodotto e commercializzato con il marchio Dobetin ed ebbe una risposta molto positiva da parte del mercato. L'operazione rappresentò il primo grande successo dell'Angelini. Nel 1959 entrò in azienda il figlio di Francesco, Igino, che fondò una nuova società a Roma, chiamata "Gruppo Angelini". Attraverso la nuova società “Fater”, nel 1961 la Angelini introdusse nel mercato italiano, in joint venture con l'americana Procter & Gamble, i pannolini per bambini usa e getta con il marchio Lines, che ebbero una grande diffusione anche grazie ai carosellipubblicitari con il grosso ippopotamo blu di nome Pippo, creato dall'agenzia di pubblicità Armando Testa di Torino. In seguito il settore sarà rilevato dal marchio Pampers, mentre rimane attivo il settore degli assorbenti femminili. Tra i farmaci prodotti dal Gruppo Angelini vi sono marchi famosi come Uniplus, Tantum verde, Tachipirina, Moment, Amuchina. Nell'ottica della diversificazione, Angelini già nel 1926 creò la “Industrie Chimiche Italia centrale” (ICIC), specializzata nel settore degli oli vegetali: acquistò 300 ettari di terra nella provincia anconetana per la coltivazione del ricino e realizzò impianti di spremitura (all'epoca l'olio era utilizzato come lubrificante per i motori di aeroplano) usati anche per ricavare dai semi di lino l'olio (all'epoca usato per i saponi, i grassi idrogenati e come surrogato della gomma). Alla fine degli anni Cinquanta creò un polo agroalimentare, con la produzione di oli di semi, liquori, salumi. Questa strategia è stata ripresa a metà degli anni '90, dal nipote omonimo, Francesco, a capo della Angelini Holding, da lui fondata nel 1994. Dal 1993, è entrato nel mercato dell'olio, dei salumi e dei vini pregiati: nel 2015 ha definitivamente acquisito la storica azienda enologica marchigiana “Fazi Battaglia”[80] di Castelplanio, produttrice del vino Verdicchio dei Castelli di Jesi classico, caratterizzata dalla famosa bottiglia ad anfora;
Silvio Scandalli (1889 - ?), di Camerano, imprenditore[81]. Nel 1916, assieme ai fratelli Enrico ed Albino, iniziò a produrre fisarmoniche in un piccolo laboratorio casalingo, per poi venderle ai pellegrini della vicina Loreto. Nel 1930 la Scandalli F.lli aprì un nuovo stabilimento con un centinaio di operai ed una produzione di 10 fisarmoniche giornaliere[82]. Molto importante fu l'attività di ricerca dell'azienda, testimoniata dai numerosi progetti presentati presso l'Ufficio Brevetti di Milano[83]. Nel 1946 la Scandalli F.lli si unì alla "Settimio Soprani" di Castelfidardo ed alla "N. Frontalini & F." di Numana, costituendo così la FAbbriche Riunite di FISArmoniche, meglio nota con l'acronimo Farfisa, per creare una grande industria che avrà negli anni a venire un ruolo leader nel mondo degli strumenti musicali. Nel 1948, lo stabilimento di Camerano della Scandalli F.lli impiegava 450 persone per una produzione di oltre 1000 fisarmoniche al mese. Nei primi anni '50 Silvio Scandalli fece partire un ambizioso progetto: con i migliori tecnici dell'azienda creò un modello di fisarmonica di qualità altissima, che diventò in breve il sogno di ogni musicista: il SUPER VI, tuttora insuperato esempio di strumento musicale industriale realizzato con cura artigianale. Logo della Farfisa S.p.A.Farfisa per lungo tempo fu la leader assoluta del settore della fisarmonica, producendo e distribuendo oltre 180 esemplari al giorno, esportati in tutto il mondo. Nel 1964 agli stabilimenti di Camerano e Castelfidardo se ne aggiunse un altro ad Aspio Terme di Camerano, per un totale di oltre 42.000 m²; in questo periodo Silvio Scandalli e Settimio Soprani erano a capo di un'industria che, oltre alle fisarmoniche, produceva anche chitarre, pianoforti, organi elettronici, amplificatori…. Infatti, dai primi anni 1960, la Farfisa cominciò a produrre anche organi elettrici ed elettronici: la prima serie, Compact, è stata la più nota ed apprezzata, in special modo nei generi beat, rock e leggera. La Compact ha notevolmente influenzato il sound dei gruppi musicali di allora per le sue particolari caratteristiche timbriche a volte molto mordenti (caratteristico era il suo "Multi Tone Booster") e nasali, e questa particolare caratteristica sonora veniva spesso definita con il termine cheesy sound. Vennero prodotti diversi modelli di organi elettronici (portatili, da casa, da chiesa) ed anche di sintetizzatori, produzione continuata fino ai primi anni 1980. Organo elettronico Compact Duo della Farfisa S.p.A. alla mostra "Pink Floyd Interstellar" alla Cité de la Musique di Parigi.Il modello Compact Duo fu ampiamente utilizzato da Richard Wright dei Pink Floyd nei primi album del gruppo e nei relativi concerti, come testimoniano le immagini del film-concerto “Pink Floyd Live at Pompeii” del 1972. Sly Stone degli Sly & the Family Stone suonava un Farfisa a Woodstock e nelle registrazioni in studio. John Paul Jones dei Led Zeppelin ha utilizzato un Farfisa in "Dancing Days". In un'altra registrazione del 1970A Tribute to Jack Johnson di Miles Davis, Herbie Hancock suona un Farfisa rotto. Forse il brano più famoso che ha caratterizzato la Farfisa in questo periodo è stato Crocodile Rock di Elton John. Dopo un lungo periodo di crisi produttiva e finanziaria, con la cessione a varie multinazionali giapponesi ed americane, nel 1984 la Farfisa cessò di esistere come azienda multi-prodotto e si divise nei vari settori; il marchio SCANDALLI, sotto la guida di Mirco Patarini, Leonardo e Luciano Menghini tornò ad occuparsi solo di fisarmoniche di qualità, destinate ad artisti di tutto il mondo, prodotte oggi dalla “Scandalli Accordions srl”. La Farfisa venne acquisita nel 1985 dall'ing. Paolo Bontempi, titolare della Bontempi S.p.A. di Potenza Picena, tuttora proprietaria del marchio. Fallito l'ennesimo piano di rilancio della produzione, l'azienda cessò definitivamente l'attività nel 1988.
Orlando Simonelli (? - ?)[84], di Cessapalombo, imprenditore, nel 1936 realizza la sua prima macchina per caffè espresso, chiamata appunto “1936”, scelta dall'Istituto Treccani per rappresentare la cultura, l'innovazione e la ricerca italiana di quell'anno.[85] Nel 1950 mette in produzione la macchina da caffè “Selene”, la prima al mondo ad erogazione continua (equipaggiata con una pompa oleodinamica). Nel 1976 l'azienda viene trasformata nella Nuova Simonelli, con sede a Belforte del Chienti. Nel 1985 nasce la “Program”, la prima macchina da caffè tradizionale equipaggiata con un vero e proprio “computer di bordo”. Nel 1993, a seguito del consolidamento della presenza sui mercati esteri, viene fondata la filiale USA con sede a Ferndale, nello Stato di Washington. Nel 2005 viene inaugurato il nuovo stabilimento produttivo di Fonte Moreto (Belforte del Chienti) su un'area di 20 mila metri quadrati, capace di produrre una macchina da caffè ogni 4 minuti;
Egisto Bontempi (? - ?)[86], di Castelfidardo, imprenditore, antifascista. Nel 1937 a Potenza Picena fondò con Dante Mancini, anch'egli di Castelfidardo, “La Fisarmonica”, fabbrica di fisarmoniche che esportava i suoi prodotti in tutto il mondo e occupava fino a 70 dipendenti. Con lo scoppio della seconda guerra mondiale la produzione per i mercati esteri fu sospesa e proseguì, fra enormi difficoltà e con pochi operai, per il solo mercato nazionale. Egisto Bontempi partecipò al CLN di Potenza Picena, e, come rappresentante del PSI, entrò nella prima Giunta comunale del dopoguerra. Nel 1946, con la riapertura del commercio internazionale, “La Fisarmonica” riprese la produzione, portandola negli anni successivi, grazie anche all'ingresso in azienda del figlio del titolare, ing. Paolo Bontempi, a diventare leader mondiale nel campo degli strumenti musicaligiocattolo. La Ditta si trasferì fuori dal centro urbano e mutò il nome in Gruppo Bontempi, arrivando, nel periodo 1978/1980, ad occupare anche 650 dipendenti a Potenza Picena, e ad aprire un nuovo stabilimento a Martinsicuro in Abruzzo. Nel gennaio 2014 l'azienda ha richiesto il concordato preventivo[87]. La Bontempi era conosciuta principalmente per la costruzione di organi in plastica detti “Chord Organ”, piccoli strumenti a tastiera nei quali il suono è prodotto da aria soffiata attraverso delle ance da un piccolo motore. Ha prodotto anche diversi modelli di tastiera elettronica e strumenti musicali a scopo educativo come tastiere, chitarre, batterie e percussioni varie, destinati al mercato dei giocattoli. La Bontempi è anche stata proprietaria del celebre marchio di strumenti musicali Farfisa, avendo formulato un progetto di rilancio dello storico stabilimento di Camerano;
Oliviero Pigini (1922 – 1967), di Castelfidardo, imprenditore, fondatore della fabbrica di strumenti musicali EKO. Valutando le nuove richieste del mercato, nel 1956 abbandona la produzione di fisarmoniche della sua famiglia per commercializzare col marchio GIEMMEI (acronimo di Giocattoli Musicali Italiani) chitarre di fabbricazione jugoslava per principianti, comunque adatte anche ai professionisti. Passa poi alla vendita di una produzione italiana effettuata in Sicilia da un liutaio palermitano. Deciso a iniziare la produzione di chitarre in proprio, Pigini rileva lo stabilimento dello zio, nei pressi della stazione di Osimo, e assume alle proprie dipendenze manodopera specializzata nella lavorazione del legno. Conosce due rinomati liutai catanesi, i fratelli Paladino, convincendoli a trasferirsi con le loro famiglie a Castelfidardo. Ottiene inoltre dal tedesco Wenzel Rossmeisl, chitarrista jazz e liutaio, la rappresentanza per l'Italia delle chitarre da jazz e degli amplificatori che produce col rinomato marchio Roger. La produzione di chitarre, sia acustiche che elettriche, inizia nel 1960 con la fondazione della Eko, una società in accomandita semplice costituita con due altri industriali del settore. L'altrettanto importante produzione degli amplificatori viene avviata da Bruno Baldoni, esperto di elettronica, e Vinicio Tanoni, progettista e specialista in meccanica, che danno vita al tuttora attivo marchio FBT. La Eko produce una vasta gamma di chitarre, adatte ad ogni esigenza, anche grazie alla lunga esperienza di Rossmeisl, che riduce la propria produzione per dedicarsi alla distribuzione dei prodotti italiani, ponendosi in diretta concorrenza con la prestigiosa ditta tedesca Framus. Nel 1961 le chitarre Eko sono distribuite in tutta l'Europa occidentale. Alcuni esemplari raggiungono persino il Nord America, dove attirano l'attenzione di Thomas e Guy LoDuca, due fratelli italo-americani titolari della società LoDuca Bros, fondata nel 1941 a Milwaukee, rinomata produttrice di fisarmoniche e organi elettrici e operativa con una rete di circa seicento negozi in tutti gli Stati Uniti, che gli garantiscono la vendita di centinaia di migliaia di chitarre di tutti i tipi. La produzione industriale richiede spazi e risorse finanziarie: perciò il fratello minore di Pigini, Lamberto, un sacerdote cattolico con uno spiccato senso dell'imprenditorialità, gli suggerisce di trasferirsi a Recanati, dove esiste una vecchia fabbrica abbandonata che può essere presa in affitto ad un prezzo ragionevole. Il consiglio comunale favorisce il nuovo insediamenti fornendo alcuni servizi essenziali (fogne, acqua), a titolo gratuito per tutta la fase di avviamento. La "nuova" Eko amplia la gamma dei suoi prodotti e riesce a conquistare nuovi mercati, con un fatturato in continua crescita. La quota delle chitarre italiane esportate nel mondo sale dallo 0,8% del 1956 al 12% del 1965 per merito esclusivo di Pigini, che proprio per questa continua crescita deve nuovamente cambiare sede, sempre a Recanati. Nel 1965 dispone di 350 operai interni e un indotto di circa 100 addetti delle ditte esterne, cui appalta alcune lavorazioni o la realizzazione dei microfoni. I Rokes con una Eko Gibson Flying VLe sue chitarre sono utilizzate da molti tra i più noti gruppi italiani dell'epoca beat come i Rokes, i Kings, i Nomadi e i New Dada. La bontà dei suoi prodotti è tale che deve addirittura far fronte alle ordinazioni di altri grandi marchi del settore come la inglese Vox e l'americana Thomas. Con queste due aziende dà vita al più grande polo musicale dell'epoca, la EME (Elettronica Musicale Europea). All'apice del successo, ed anzi pronto a raccogliere nuove sfide, muore improvvisamente a soli 45 anni a causa di un infarto. Oggi la ditta Eko, gestita dal fratello di Oliviero, Lamberto, è la prima azienda italiana nella distribuzione di strumenti musicali;
Mario Clementoni (1925 – 2012), di Potenza Picena, imprenditore. Nel 1963, dopo un'esperienza nel mondo degli strumenti musicali, decide di iniziare a produrre giocattoli educativi e fonda la Clementoni S.p.A. di Recanati. Il prodotto più File:Francesco Merloni (2).jpgFrancesco Merlonifamoso dell'azienda è il gioco in scatola Sapientino, recentemente "rivisitato" graficamente. La sua filosofia è compendiata in queste frasi: «Il gioco è una cosa seria. Non bisognerebbe mai smettere di giocare, specialmente quando si diventa grandi.» e «Crescere è un gioco bellissimo»;
Adolfo Guzzini (1941), di Recanati, imprenditore, Presidente della FIMAG s.p.a., azienda di famiglia del Gruppo Guzzini, a cui fanno capo la Fratelli Guzzini (articoli di design in plastica e altri materiali), la Teuco (vasche idromassaggio) e la iGuzzini illuminazione, azienda leader nel settore illuminotecnico, che vanta la collaborazione con architetti e designer di fama mondiale. Estremamente attento alla cultura d'impresa, con l'intento di diffondere una vera e propria "cultura della luce", ha fondato nel 1995 il Centro Studi e Ricerca iGuzzini. Dal 2008 al 2011 è stato presidente dell'ISTAO - "Istituto Adriano OlivettiLogo della Scavolini S.p.A.di studi per la gestione dell'economia e delle aziende" di Ancona;
Iginio Straffi (1965) di Gualdo, regista, produttore televisivo e imprenditore. Nel 1995 ha fondato a Loreto lo studio di animazione Rainbow, di cui è Presidente. È noto soprattutto per essere il creatore e il regista delle serie di animazione Tommy & Oscar, Prezzemolo, Huntik - Secrets & Seekers, fino al successo planetario della serie Winx Club, fin dalla prima apparizione in TV nel 2004. Le fatine del Winx Club sono diventate un vero programma cult, soprattutto tra il pubblico femminile (specie infantile e preadolescenziale), dall'Europa agli Stati Uniti fino alla lontana Asia. Rappresentano inoltre un vero e proprio caso di scuola nel merchandising dei personaggi di fantasia: le immagini delle Winx sono infatti presenti su prodotti di ogni genere.
Angelica Catalani (1780 – 1849), di Senigallia, famoso soprano. I compositori scrivevano opere appositamente per lei, gli impresari gareggiavano tra loro per assicurarsi, con lauti stipendi, i suoi ingaggi. Trasferitasi a Parigi, avendo sposato un ufficiale francese, fu ascoltata e notata da Napoleone, che le propose un compenso di 100.000 franchi l'anno. Recatasi a Londra il suo successo fu strepitoso ed i suoi guadagni altissimi (una sola serata le rese 2.000 sterline). Tornata a Parigi nel 1814, Luigi XVIII le affidò la direzione del Théâtre Italien, con il compenso annuale di 160.000 franchi.
Giuseppe Persiani (1799 – 1869), di Recanati, compositore, iniziò la sua carriera dirigendo l'orchestra del teatro della sua città (che dal 1898 porta il suo nome). Su richiesta di Alessandro Lanari, impresario del teatro La Pergola di Firenze, scrisse la sua prima opera: Piglia il mondo come viene, melodramma buffo in due atti, che andò in scena la sera del 24 gennaio 1826, ottenendo un buon successo. Conobbe il celebre sopranoFanny Tacchinardi, che sposò nel 1829. Le sue opere principali sono Danao re d'Argo e Ines de Castro. Nel 1837, i coniugi Persiani si trasferirono definitivamente a Parigi.
Mario Tiberini (1826 – 1880), di San Lorenzo in Campo, tenore e compositore. Nel 1851 debuttò al Teatro Argentina di Roma nel ruolo di Idreno nella Semiramide di Rossini. Cantò poi a Napoli e a Palermo, ma la sua vera carriera iniziò nelle Americhe (Antille, Venezuela, Stati Uniti), dove si esibì dal 1854 al 1858. Rientrato in Europa nel 1858, tenne un concerto per il battesimo di suo nipote Teotimo nel Teatro “Trionfo” di San Lorenzo in Campo (che oggi porta il suo nome). A Barcellona conobbe il soprano Angelina Valandris Ortolani, che sposò nel 1859. Dopo il matrimonio cantò quasi sempre con la moglie, riportando favolosi successi, calcando i principali teatri italiani e stranieri, con un repertorio che comprendeva opere di Rossini, Bellini, Gounod, Meyerbeer, Donizetti, Verdi, Marchetti, Faccio, mettendo in repertorio una settantina di ruoli e debuttando ben 17 opere nuove in prima mondiale assoluta.
Famosa è la scena del film Ossessione, capolavoro di Luchino Visconti del 1943, girata sul piazzale del Duomo di Ancona[89], nella quale egli interpreta il protagonista Gino che con il suo amico "lo spagnolo" (Elio Marcuzzo) siedono con le gambe a penzoloni sul muretto del belvedere sul porto;
Franco Corelli (1921 - 2003), di Ancona, tenore di fama internazionale. Dopo il suo ritiro dalle scene. la città natale di Ancona, in collaborazione con la locale Associazione Amici della Lirica, per tre anni gli dedicò un concorso di canto, del quale fu presidente, convocando nella giuria illustri colleghi, tra i più grandi del mondo lirico. Dopo la morte gli è stato dedicato il Teatro delle Muse di Ancona;
Gervasio Marcosignori (1927 – 2013), di Castelfidardo, fisarmonicista. Per la sua prolifica attività di arrangiatore e interprete (comprendente le opere degli autori più disparati, da Bach a Gershwin), nel 1959 fu insignito dell'"Oscar Mondiale della Fisarmonica", per aver dedicato la propria vita allo studio ed alla diffusione a livello internazionale di tale strumento, del cui ingresso nel repertorio musicale classico e moderno egli fu principale pioniere. Nello stesso periodo prese parte ad eventi di rilievo internazionale, quali i festeggiamenti per l'incoronazione della Regina Elisabetta. La stampa inglese, di fronte all'esecuzione del “Preludio op. 31” di Adamo Volpi, lo definì “"the poet of the accordion"”, appellativo destinato ad affiancare permanentemente il nome del musicista[95]. Si esibì più volte sui palcoscenici internazionali e, in territorio italiano, per il Papa Giovanni Paolo II e per il presidente della repubblicaSandro Pertini[96].
Remo Zito (1960), di Ancona, cantante, musicista e compositore. Nel 1985, il talent scout Claudio Cecchetto scopre le qualità di alcuni musicisti anconetani: Marco Grati, Glauco Medori, Massimo Marchione e lo stesso Zito: nascono così i Via Verdi, nuova formazione che conoscerà subito il successo con il primo singolo “Diamond”, che nel 1986 scalerà le classifiche, anche internazionali, piazzandosi al primo posto dei dischi più venduti in Italia[97]. Nel 1987 i “Via Verdi” pubblicano altri due singoli, con Zito voce solista: “Sometimes” e “You and me”, tutti inclusi nell'album “Trailer”. Nel 1990 Remo Zito si ritira dalla scena musicale, ma nel 1999 si ripresenta con i vecchi compagni d'avventura alla trasmissione “Meteore”, alla quale farà seguito una serie di serate revival in tutta Italia. Nel 2000 insieme ai suoi amici di sempre, il chitarrista Paolo Fiorini e il bassista Franco (Jack) Stacchiotti, dà vita a una nuova formazione musicale: "First Band"[98], tuttora in attività, che pubblica musica coperta da licenza Creative Commons, cioè liberamente scaricabile da internet[99]. Gli album già prodotti sono: “Forever”, “Out there is life” e “On the road”, in cui Zito è l'autore di quasi tutti i testi. Grazie alla sua timbrica vocale molto simile alle voci degli ex cantanti della leggendaria band dei Genesis, si esibisce occasionalmente con la “cover band” “Petephil”, che ripropone le migliori hits di Peter Gabriel e Phil Collins, dando vita ad ottime esibizioni live;
Il pianista e compositore ascolano Giovanni Allevi
Giovanni Allevi (1969) di Ascoli Piceno è un pianista e compositore. Nel 1996 musica la tragedia Le Troiane di Euripide, rappresentata al Festival Internazionale del Dramma Antico di Siracusa, vincendo il premio speciale per le migliori musiche di scena. Nel 1997 vince le selezioni internazionali per giovani concertisti al Teatro San Filippo di Torino. Trasferitosi a Milano su invito del suo coetaneo e amico d'infanzia Saturnino Celani, bassista di Jovanotti, realizza il suo primo album per pianoforte solo, dal titolo 13 Dita, prodotto proprio da Lorenzo Cherubini (Jovanotti) e da Saturnino. In seguito collabora ai loro concerti pop. aprendo, da solo al pianoforte, i concerti del tour Lorenzo 1997 - L'albero. Nel 1998 realizza la colonna sonora del cortometraggio Venceremos di Giovanni Stefano Ghidini e Sergio Pappalettera, presentato al Sundance Film Festival negli Stati Uniti. Nel 1999 la musicista giapponese Nanae Mimura, solista di marimba, propone alcuni brani di 13 Dita, da lei stessa trascritti per il suo strumento, al Teatro di Tokyo e in un concerto alla Weill Recital Hall, sala secondaria della Carnegie Hall di New York. Nel 2002 partecipa alla realizzazione dell'album di Jovanotti Lorenzo 2002 - Il quinto mondo come coautore di alcuni brani e suonando il pianoforte e le tastiere. Partecipa in qualità di pianista al tour Il quinto mondo - Jovanotti 2002, per il quale cura anche gli arrangiamenti della band di sedici musicisti. Dal giugno 2004 Allevi inizia un tour internazionale dal palco dell'HKAPA Concert Hall di Hong Kong. Il 6 marzo 2005 si esibisce sul palco del Blue Note di New York insieme ad altri gruppi italiani nella rassegna Jazz italiano a New York. La Baltimora Opera House gli commissiona la rielaborazione dei recitativi della Carmen di Bizet. Nell'aprile del 2005 Allevi si esibisce al Teatro Politeama di Palermo, in una première della sua prima opera per pianoforte e orchestra, "Foglie di Beslan", con i 92 elementi dell'Orchestra Sinfonica Siciliana che gli ha commissionato la composizione. Sempre nel 2005, pubblica il suo terzo album per pianoforte solo: No concept, presentato anche in Cina e a New York. Il brano Come sei veramente, tratto da questo album, è scelto dal regista statunitense Spike Lee come colonna sonora per uno spot pubblicitario della BMW, il che lo fa conoscere da un pubblico vastissimo. Da settembre 2005, No concept è pubblicato anche in Germania e Corea. Nel 2006 esce il suo quarto album, sempre per pianoforte solista, dal titolo Joy, che nel 2007 ottiene il disco d'oro. Allevi affianca, come ospite, Luciano Ligabue in molte date del suo tour; accompagna al pianoforte Simone Cristicchi nel brano Lettera da Volterra, presente nell'album Dall'altra parte del cancello. Nello stesso anno, il suo brano Back to life viene scelto come colonna sonora per lo spot della nuova Fiat 500. Nel 2008 esce il suo quinto album, Evolution, il primo in cui è accompagnato da un'orchestra sinfonica. Il 21 dicembre 2008 tiene il concerto di Natale presso l'aula del Senato della Repubblica Italiana, dirigendo l'orchestra sinfonica de "I virtuosi italiani". Nel 2009 suona il pianoforte nella canzone Fiumicino di Claudio Baglioni, Nel 2010, pubblica il suo sesto album, per pianoforte solo, Alien, a cui segue l'Alien Tour 2011. Nel 2012 viene pubblicato Sunrise con sue composizioni eseguite dall'Orchestra sinfonica del Teatro Carlo Felice di Genova. Nel 2015 è ospite durante la quarta serata del Festival di Sanremo. Compone il nuovo Inno della Serie A, O generosa, che verrà diffuso negli stadi a partire dalla stagione 2015, all'inizio di ogni partita. Allevi ha inoltre scritto l'Inno alle Marche, presentato a settembre 2007 in occasione della visita di Papa Benedetto XVI a Loreto all'Incontro nazionale dei giovani. Allevi si autodefinisce compositore di musica classica contemporanea, ma ha ricevuto giudizi negativi, soprattutto da esponenti della musica classica, tra cui Uto Ughi. In generale gli viene rimproverato, da quanti non sopportano il suo successo mediatico e commerciale, di creare una musica pop d'intrattenimento, con grandi limiti come orchestratore;
Renato Cesarini (1906 – 1969), di Senigallia, calciatore e allenatore di calcio italiano con cittadinanza argentina, famoso per aver segnato una rete, determinante per la vittoria, all'ultimo minuto di gioco durante l'incontro di Coppa Internazionale Italia-Ungheria del 13 dicembre 1931, come peraltro aveva già realizzato diversi gol nei minuti finali di partita (pur se non tutti decisivi ai fini del risultato), con la maglia della Juventus, nel corso del campionato italiano di serie A. Perciò ancor oggi si parla di rete in zona Cesarini per indicare le marcature arrivate nei minuti finali di un match, se non anche oltre, nei minuti di recupero;
Ezio Triccoli (1915 – 1996), di Jesi, schermidore e maestro di scherma, fondatore, nel 1947, del Club Scherma Jesi, che diventerà una fucina di campioni del fioretto, in particolare del fioretto femminile;
Enzo Matteucci (1933 - 1992), di Ancona, ex calciatore, che ha militato, come Portiere, in serie A, nelle squadre dell'Inter, della SPAL, della Roma e della Sampdoria, poi allenatore dicalcio di diverse squadre di serie C e D. È morto di SLA il 3 luglio 1992 a 59 anni ancora da compiere[100] e la sua morte, al pari di quelle di altri calciatori, è stata da alcuni messa in relazione con la sua militanza nell'Inter di Helenio Herrera ed alla presunta assunzione di sostanze dannose;
Massimo Costantini (1958), di Senigallia, è stato il miglior giocatore italiano di tutti i tempi nella disciplina del Tennis da Tavolo. Ha detenuto il record dei titoli italiani, con 8 vittorie nel singolo e i migliori piazzamenti: n.39 nel raking mondiale nel 1981, e n 30 nel raking europeo nel 1985. Ha detenuto il record assoluto di presenze (452) in maglia azzurra per tutti gli sport, superato nel 2005 dal pallavolista Andrea Giani (474). Altro record è il numero di anni trascorsi nella nazionale italiana: 22. Terminata l'attività agonistica ad alto livello, partecipa al Consiglio Nazionale del CONI in qualità di rappresentante degli atleti. Dal 2002 al 2005 è stato allenatore della nazionale italiana maschile. Nel Campionato 2006/2007 ha allenato il Circolo Catania in Seria A1, classificando la squadra al secondo posto. Dal 2007 al 2008 ha allenato la nazionale maschile degli Emirates, dal 2009 la nazionale maschile e femminile dell'India e, dal 2011, l'ICC Table Tennis Centre di San Francisco;
Simone Sturari (1970), di Ancona, campione di arti marziali nella disciplina del Taekwondo, nel 1987 conquistò la medaglia d'oro alla coppa del Mediterraneo di Roma all'età di 16 anni. L'anno successivo partecipò ai Campionati Europei Juniores di Ankara conquistando la medaglia di bronzo. Nella Nazionale Italiana vinse nel 1995 l'oro alla Coppa Europa a squadre a Salonicco. Nel 2011 ai campionati Europei Master di Lignano ottenne la medaglia d'oro;
Giovanna Trillini (1970), di Jesi, schermitrice e maestra di fioretto. Dopo Valentina Vezzali è l'atleta italiana che ha vinto più medaglie d'oro (4) ai Giochi olimpici di tutti i tempi, oltre ad una d'argento e a tre di bronzo. I successi ai Campionati del Mondo cominciano con l'argento a squadre nel 1986 a Sofia. Fino al 2004, ha conquistato 19 medaglie mondiali, di cui 9 d'oro: 2 individuali e 7 a squadre. Ha vinto quattro volte la Coppa del Mondo e per sette volte è arrivata seconda, sempre dietro alla concittadina Valentina Vezzali. Entrambe sono rappresentanti della scuola iesina, fondata dal maestro Ezio Triccoli, e assieme hanno dominato la scena del fioretto femminile negli anni novanta e negli anni duemila;
Valentina Vezzali (1974), di Jesi, schermitrice ed esponente politico, è la prima schermitrice di fioretto al mondo a essersi aggiudicata tre medaglie d'oro olimpiche individuali in tre edizioni consecutive, ha vinto anche un argento e un bronzo singoli. Ha vinto altri tre ori olimpici e un bronzo nelle gare a squadre. Vincitrice anche di sei titoli mondiali e di cinque titoli europei (individuali), in carriera ha vinto 11 volte la Coppa del Mondo (78 prove vinte) e 15 volte il titolo nazionale assoluto individuale, cui si aggiungono i 12 conquistati a squadre. È l'atleta italiano che ha conquistato più medaglie in assoluto ed è da molti giudicata la più grande schermitrice di tutti i tempi[104]. Nella XVII Legislatura è stata eletta deputato, nel 2013, per la circoscrizione Marche in quota alla lista Scelta Civica[105];
Valentino Rossi (1979), di Urbino, pilota motociclistico tra i più titolati, in virtù dei nove titoli mondiali conquistati (cinque dei quali vinti consecutivamente tra il 2001 e il 2005), è l'unico pilota nella storia del Motomondiale ad aver vinto il Mondiale in quattro classi differenti: 125 (1), 250 (1), 500 (1) e MotoGP (6). Detiene inoltre il primato del maggior numero di Gran Premi disputati consecutivamente nel mondiale di velocità, con 228 presenze.[108]. È noto anche con il soprannome de "il dottore";
Elisa Di Francisca (1982), di Jesi, schermitrice, ha vinto la medaglia d'oro alle Olimpiadi di Londra nel 2012 sia nel fioretto individuale che nella prova a squadre, e la medaglia d'argento alle Olimpiadi di Rio de Janeiro nel 2016 nella prova individuale. Vincitrice della Coppa del Mondo nel 2011, è stata sei volte Campionessa Mondiale e dieci volte Campionessa Europea tra individuale e prova a squadre, nonché medaglia d'oro ai Giochi del Mediterraneo di Mersin del 2013 sempre nell'individuale. È considerata come una delle più forti schermitrici italiane di sempre. Nel 2013 ha vinto, insieme al ballerino Raimondo Todaro, la competizione di danza nel programma televisivo Ballando con le stelle;
Nel 2006[110] i nati sono stati 13.757 (9,0‰), e i morti 15.809 (10,3‰), con un incremento naturale di -2.052 unità rispetto al 2005 (-1,3‰). Le famiglie contano in media 2,5 componenti. Il 31 dicembre 2007 su una popolazione di 1.520.636 abitanti e una densità di 157 abitanti per km² si contavano 81.890 stranieri (5,4%). Nel 2010, la popolazione straniera è aumentata notevolmente superando le 155000 persone e raggiungendo il 10% del totale.[111]
Le città sedi di studi universitari sono quindici, appartenenti a quattro università: Università Politecnica delle Marche di Ancona (con sedi anche ad Ascoli Piceno, Fermo, Macerata, San Benedetto del Tronto, Pesaro), Università di Urbino[113] (con sedi anche a Fano e Pesaro), Università di Macerata (con sedi anche a Civitanova Marche, Fermo, Jesi, Osimo, Spinetoli), Università di Camerino (con sedi anche ad Ascoli Piceno, Matelica, Recanati, San Benedetto del Tronto); ciò rende le Marche la seconda regione d'Italia per rapporto tra abitanti ed università (388.242 abitanti per università) e per rapporto tra abitanti e sede universitarie (103.000 abitanti per sede).
Cittadini stranieri
Nella seguente tabella sono riportati gli stranieri residenti in regione al 31 dicembre di ogni anno.[114]
Le Marche, insieme all'Umbria e al Lazio, si contraddistinguono per la presenza di un continuum fra tre ripartizioni dialettali, una delle quali ulteriormente suddivisa. Le suddivisioni dialettali sono dunque quattro, che sfumano impercettibilmente una nell'altra:
Tre degli otto grandi gruppi dialettali italiani sono così rappresentati nelle Marche: uno diffuso soprattutto in Italia settentrionale, uno in Italia centrale, uno in Italia meridionale.
Il Presidente della Giunta regionale è eletto a suffragio universale e diretto in concomitanza con l'elezione del Consiglio regionale, e fa parte dell'organo consiliare. Nella prima seduta del nuovo Consiglio regionale il Presidente della giunta espone il programma del governo regionale e presenta gli assessori, tra i quali indica il Vicepresidente chiamato a sostituirlo in caso di assenza o impedimento temporaneo. Il Presidente della Giunta regionale può sostituire il Vicepresidente e gli assessori previa comunicazione al Consiglio regionale.
Il Presidente della giunta regionale ha le seguenti funzioni:
Nomina e revoca gli assessori, fra i quali il Vicepresidente, attribuisce le deleghe agli assessori e può revocarle.
Può conferire incarichi particolari a singoli consiglieri regionali.
Dirige la politica della Giunta e ne è responsabile.
Promulga le leggi, emana i regolamenti, indice i referendum previsti dallo Statuto
Sovrintende all'azione amministrativa regionale.
Partecipa ai lavori della Conferenza Stato-Regioni e della Conferenza unificata, tenuto conto degli indirizzi generali del Consiglio.
Promuove, su deliberazione della Giunta, la questione di legittimità costituzionale e i conflitti di attribuzione dinanzi alla Corte Costituzionale e ne dà immediata comunicazione al Consiglio.
La Giunta regionale è l'organo esecutivo della Regione ed è composta dal Presidente e da non più di dieci assessori, compreso il Vicepresidente.
La Giunta opera collegialmente, in armonia con le direttive impartite dal Presidente della Giunta.
La Giunta adotta, su proposta del suo Presidente, un regolamento interno che ne disciplina il funzionamento.
Le deliberazioni della Giunta non sono valide se non è presente la maggioranza dei suoi componenti e se non sono assunte a maggioranza dei presenti.
Le sedute della Giunta non sono pubbliche, salvo diversa decisione della Giunta stessa.
La Giunta regionale pubblica periodicamente il Notiziario della Giunta regionale Marche[115], che può essere sia letto direttamente on line in versione digitale, che in versione cartacea facendone richiesta gratuita dal suddetto sito. Data la varietà e la facilità di fruizione dei servizi offerti, il sito è visitato periodicamente dai marchigiani residenti all'estero, in particolare da quelli che si trovano negli Stati Uniti e in Argentina. Il Notiziario, sia in versione cartacea che in digitale, e la newsletter permettono infatti loro di restare in contatto con la Regione Marche e con ciò che vi avviene.
Consiglio regionale (Assemblea legislativa delle Marche)
Il Consiglio regionale è l'organo legislativo e della rappresentanza democratica della Regione ed è eletto a suffragio universale e diretto; esso svolge la funzione di indirizzo e di controllo politico del governo regionale.
Il Consiglio della regione Marche è formato da quarantadue consiglieri regionali. Ha il compito di eleggere il proprio presidente e l'ufficio di presidenza, e approvare a maggioranza assoluta dei componenti il proprio regolamento di organizzazione e funzionamento interno ed il regolamento interno di amministrazione e contabilità.
Il Consiglio organizza i suoi lavori in commissioni permanenti per l'esame, in sede referente, delle proposte di legge regionale e di altre deliberazioni consiliari e per l'esercizio delle funzioni di indirizzo e di controllo sull'amministrazione regionale, nelle materie di rispettiva competenza. Il Consiglio può inoltre istituire Commissioni speciali e di inchiesta.
«Lo stemma della regione Marche è costituito dal disegno stilizzato di un picchio verde che si sovrappone in parte alla lettera maiuscola m, di colore nero, in campo bianco delimitato da una striscia verde in forma di scudo.»
(Art. 1)
«Il gonfalone della regione è di colore bianco con la scritta "Regione Marche" in colore verde e reca al centro lo stemma di cui all'articolo precedente. Il gonfalone si completa con il nastro tricolore (verde, bianco, rosso) annodato al di sotto del puntale.»
(Art. 2)
Nel 1980 la Regione ha adottato come stemma l'immagine di un picchio verde, in quanto simbolo e totem dei Piceni, cioè della prima civiltà che caratterizzò tutta la regione nell'Età del Ferro.[117]
Nel 2007 è stato commissionato al musicista ascolano Giovanni Allevi l'Inno delle Marche.[118]
Nel 2013 la regione Marche decide di aggiungere un testo all'Inno delle Marche e incarica una commissione di cui fa parte Giulio Rapetti, in arte Mogol, di scegliere il miglior testo tra tutti quelli partecipanti al pubblico concorso indetto. La scelta della commissione cade sulle parole scritte dal marchigiano Giacomo Greganti e vengono scelti i BTwins, due allievi di Mogol, per l'interpretazione del pezzo. Ed è stato proprio Mogol nel corso delle celebrazioni della Giornata delle Marche il 10 dicembre 2013 a San Benedetto del Tronto a tenere a battesimo l'esecuzione dell'Inno cantato dai due gemelli ascolani.
«Per la partecipazione all'evento sismico del 6 aprile 2009 in Abruzzo, in ragione dello straordinario contributo reso con l'impiego di risorse umane e strumentali per il superamento dell'emergenza.» — D.P.C.M. 11 ottobre 2010, ai sensi dell'art.5, comma 5, del D.P.C.M. 19 dicembre 2008.
Economia
Industria ed artigianato: il modello marchigiano
Museo della fisarmonica a CastelfidardoScavoliniAriston
L'economia marchigiana è caratterizzata da una fiorente piccola-media industria ad alta specializzazione distribuita equamente in tutto il suo territorio, ma concentrata soprattutto nel litorale e nelle valli, in distretti industriali specializzati; tali industrie sono la naturale evoluzione di antiche attività artigianali. Si tratta del cosiddetto "modello marchigiano", espressione coniata da Giorgio Fuà, il padre fondatore dell'ISTAO di Ancona, centro di formazione dell'imprenditoria marchigiana, dai fratelli Merloni ai Guzzini ai Della Valle. Nelle Marche ci sono ventotto distretti industriali, come in Lombardia, ma con una buona qualità della vita e senza i problemi di periferie, ritmi frenetici, pendolarismo. Altra caratteristica fondamentale del modello marchigiano è un'imprenditoria che non dipende né da aiuti statali, come spesso al Sud, né da grandi prestiti chiesti alle banche, come al Nord. Piuttosto questa forma di economia si può avvicinare a quella del Veneto e del Friuli[119].
Tra i settori di spicco e di rilevanza nazionale si segnalano (da nord a sud):
l'industria delle calzature, al primo posto in Italia, in numerosi centri delle province di Macerata e Fermo[133] (tra le aziende maggiori si ricordano la Tod's e la Hogan).
Si devono inoltre ricordare le industrie diffuse su tutto il territorio regionale, non propriamente inseribili nel modello marchigiano:
l'industria turistica, florida grazie ai numerosi centri balneari, alle città d'arte, ai quattro parchi regionali e ai due nazionali;
le industrie collegate alla pesca, nei porti di Fano, Ancona, Porto Civitanova, San Benedetto del Tronto: le Marche sono la terza marineria italiana per catture, dietro Sicilia e Puglia, che hanno peraltro uno sviluppo costiero notevolmente maggiore. Ogni anno questo settore fornisce più di 30.000 tonnellate di pesce per un valore di circa 115 milioni di euro.
Di seguito la tabella che riporta il PIL ed il PIL procapite[134] prodotto nelle Marche dal 2000 al 2008:
Di seguito la tabella che riporta il PIL[134], prodotto nelle Marche ai prezzi correnti di mercato nel 2006, espresso in milioni di euro, suddiviso tra le principali macro-attività economiche:
Macro-attività economica
PIL prodotto
% settore su PIL regionale
% settore su PIL italiano
Agricoltura, silvicoltura, pesca
€ 598,0
1,55%
1,84%
Industria in senso stretto
€ 8.967,9
23,27%
18,30%
Costruzioni
€ 2.006,3
5,21%
5,41%
Commercio, riparazioni, alberghi e ristoranti, trasporti e comunicazioni
€ 7.166,9
18,59%
20,54%
Intermediazione monetaria e finanziaria; attività immobiliari ed imprenditoriali
€ 8.711,1
22,60%
24,17%
Altre attività di servizi
€ 6.753,5
17,52%
18,97%
Iva, imposte indirette nette sui prodotti e imposte sulle importazioni
Per ciò che riguarda la pesca, le Marche rivestono un rilevante ruolo a livello nazionale. Le statistiche nazionali per la consistenza della flotta vedono infatti ben quattro porti marchigiani tra i primi venti italiani per tonnellata di stazza lorda (TSL): il porto di Ancona è al terzo posto, quello di San Benedetto al nono posto, quello di Porto Civitanova al quattordicesimo, quello di Fano al diciassettesimo. Complessivamente le Marche sono al secondo posto nella classifica nazionale per tonnellaggio, con 11.200 TSL, dopo la Sicilia, che ha 29.800 TSL[135]. Dato che la Sicilia ha però ha uno sviluppo costiero notevolmente maggiore (1500 km contro i 173 marchigiani), le Marche risultano avere il primato in Italia nel rapporto tra tonnellaggio della flotta peschereccia e sviluppo costiero: 64 TSL/km contro i 19,8 TSl/km dell'Sicilia.
Anche per quanto riguarda la commercializzazione del pescato, le Marche hanno rilevanza nazionale: i mercati ittici di Ancona sono nel loro insieme al secondo posto nell'Adriatico[136] e al sesto posto in ambito nazionale[137].
Nel corso dell'anno si susseguono nelle Marche diversi eventi legati al ciclo delle stagioni. Non si riportano qui le manifestazioni e le usanze nate dopo gli anni sessanta del Novecento.
Gennaio
La festa dell'Epifania, oltre che con le usanze diffuse in tutta Italia, come quella della Befana, è celebrata anche con i canti rituali di questua detti "della Pasquella", che è il nome locale della festa. Vivissima un tempo, poi quasi caduta in disuso, l'usanza si è salvata dall'oblio grazie all'impegno di alcuni gruppi musicali e di alcuni comuni. I canti, nei diversi dialetti della regione, hanno un testo antico, sono accompagnati dall'organetto e sono itineranti, in quanto hanno lo scopo di augurare il buon anno casa per casa, raccogliendo offerte di cibi e di vino[138][139].
Il ventiquattro giugno è la festa di San Giovanni Battista, che è celebrata nelle Marche con il rito di lavarsi il viso con acqua profumata, come in un rito di purificazione; l'acqua si prepara raccogliendo fiori ed erbe profumate e immergendoli in un catino, tenuto fuori dalla finestra per tutta la notte[138].
Agosto
La Festa del Mare di Ancona
Ad agosto si svolgono tre delle più note manifestazioni tradizionali marchigiane, sul tipo delle giostre e dei tornei medievali: la Cavalcata dell'Assunta a Fermo (dal 1182, ripresa nel 1982), la Quintana ad Ascoli (almeno dal 1377, ripresa nel 1955), la Contesa del secchio a Sant'Elpidio a Mare (dal 1953).
Settembre
Nel mese di settembre, si svolge ad Urbino dal 1955 la Festa dell'aquilone, legata alla nota poesia di Giovanni Pascoli; in questa occasione centinaia di aquiloni volteggiano sopra il cielo della città ducale. Inoltre in settembre si tiene a Loreto sin dal XVIII secolo la Corsa del drappo, spettacolare corsa di cavalli lungo la ripida salita di Montereale.
Feste del raccolto
Le feste del raccolto più importanti, denominate "feste del covo", sono la Festa del Covo di Campocavallo di Osimo, risalente al 1939[146], e la Festa del Covo di Candia di Ancona, risalente nelle sue attuali forme al 1932[147].
Fisarmonica fabbricata a Castelfidardo
Dicembre
In dicembre si deve ricordare anzitutto l'antichissima festa della Venuta, festa medievale che nel 1617, grazie all'iniziativa del frate cappuccino anconitano fra' Tommaso[148], si diffuse capillarmente in tutte le Marche[149]; a questa celebrazione è dedicato il successivo paragrafo. Si ricorda anche la tradizione del presepe marchigiano, affermatasi in seguito della precoce diffusione dei conventi francescani, risalente al tempo in cui San Francesco era ancora in vita e frequentava la regione[150]. L'ambientazione è la tipica campagna collinare marchigiana, ma rivisitata in chiave medio-orientale.
I tre assi, massimo punteggio del gioco marchigiano della Petrangola.
Il ballo tradizionale tipico marchigiano è il Saltarello, che ancora vanta scuole di ballo ed entusiasmo popolare[151]; è accompagnato dal tamburello e dall'organetto. Lo strumento musicale per eccellenza delle Marche è la fisarmonica, prodotta artigianalmente nella zona di Castelfidardo[152].
Viva è la tradizione degli stornelli[153] e dei canti popolari in dialetto, accompagnati dalla fisarmonica o dall'organetto; alcune cittadine organizzano rassegne ad essi dedicate[154].
Nelle Marche, come in altre regioni che un tempo appartenevano allo Stato della Chiesa, si gioca a carte con le carte piacentine. Gioco di carte tipico marchigiano è la Petrangola; il fatto di poter essere giocato anche in più di dieci persone lo fanno preferire specialmente durante le festività natalizie, in occasione di raduni di parenti ed amici[155]. Un altro gioco di carte popolare in questo territorio è la Cispa; anche in questo gioco si usano le carte piacentine[156].
Il consiglio regionale ha deciso nel 2004 di celebrare il 10 dicembre la giornata delle Marche[157], allo scopo di "riflettere e sottolineare la storia, la cultura, le tradizioni e le testimonianze della comunità marchigiana, per rafforzarne la conoscenza e il senso di appartenenza".[158] La data scelta è quella in cui, in ogni parte del mondo, le tante comunità marchigiane residenti all'estero ricordano da sempre, spontaneamente, le loro origini; lo stesso 10 dicembre è infatti anche la festa della Madonna di Loreto, riconosciuta dai marchigiani come riferimento ideale e spirituale della propria terra e delle proprie origini. Infatti, nelle due notti che precedono la ricorrenza, nelle città e nelle campagne marchigiane si usa celebrare la festa della Venuta, accendendo grandi focaracci, o favori, o falò[159].
In occasione della celebrazione viene assegnato il "Picchio d'oro" ai marchigiani "che si sono distinti nei rispettivi settori professionali o che con il loro nome abbiano portato lustro alla comunità regionale".[160]
L'idea di celebrare una giornata delle Marche è nata tra le comunità marchigiane dell'Argentina, in cui tra il XIX secolo e il XX secolo emigrarono migliaia di marchigiani contribuendo al progresso argentino, che coltivano il legame con la loro terra d'origine.
Le ultime edizioni sono state dedicate ai temi seguenti:
2005: "Le Marche nel mondo"; giornata celebrata in collaborazione con la comunità marchigiana di Buenos Aires;
2006: "Le Marche e l'Europa"; giornata celebrata in collaborazione con la comunità marchigiana di Bruxelles;
2007: "I giovani delle Marche"; giornata celebrata in collaborazione con la comunità marchigiana di Montreal;
2008: "Gli anziani delle Marche, pieni di vita"; giornata celebrata in collaborazione con la comunità marchigiana di Sydney;
2009: "Anniversario di padre Matteo Ricci - le Marche e l'Oriente";
Il maggiore aeroporto della regione è l'aeroporto di Ancona-Falconara, in cui operano sia i vettori di linea, sia le più importanti compagnie charter internazionali. Di importanza locale è l'Aeroporto di Fano.
Dalla costa risalgono le valli e si dirigono verso l'Appennino e il confine con l'Umbria quattro strade principali (statali e con la caratteristica di superstrade) e varie provinciali, elencate di seguito da nord a sud[164]:
Tagliano invece trasversalmente le valli le seguenti strade:
la provinciale 361 Septempedana (già statale), che parte da Ancona, serve Osimo e Macerata ed arriva sino al confine con l'Umbria seguendo in parte la valle del fiume Potenza;
La linea ferroviaria più importante che percorre la regione è la Milano-Lecce, classificata tra le linee fondamentali italiane[166]; essa comprende il tratto Bologna–Ancona, aperto nel 1861, e il tratto Ancona-Lecce, aperto tra il 1863 e il 1866. Linea fondamentale[166] è anche la linea ferrovia Roma-Ancona, completata nel 1866.
I dati riguardanti il turismo nelle Marche indicano un aumento costante anno dopo anno. Nel 2007 si sono registrati più di 2 milioni di arrivi (1.820.473 italiani e 349.898 stranieri[168]) e 12 milioni e mezzo di presenze.[169]
Diciassette sono le bandiere blu assegnate ai comuni della costa, diciannove quelle arancioni assegnate dal Touring Club Italiano ai comuni montani e dell'entroterra; ventidue borghi inoltre rientrano nell'"Associazione dei borghi più belli d'Italia". Inoltre quasi il 10% della superficie regionale risulta tutelata, tra cui due parchi nazionali, quattro parchi regionali, sei riserve naturali.
Promozione turistica
Sino al 2010, lo slogan scelto dalla regione Marche per la promozione turistica era Le Marche: l'Italia in una regione, tratto dal libro di Guido PioveneViaggio in Italia del 1957[170].
Nel gennaio 2010 è stato prodotto uno spot televisivo e cinematografico della regione dal titolo Marche: le scoprirai all'infinito, in cui Dustin Hoffman legge L'infinito del poeta recanatese Giacomo Leopardi.[171]
Sempre nel 2010, in occasione della fiera del turismo di Shanghai, la Rainbow ha prodotto un filmato dove le Winx illustrano le risorse turistiche della regione; da esso è stato tratto uno spot, trasmesso durante la prima edizione di Carosello Reloaded.
Le "Marche non ti abbandonano mai" è lo spot di promozione delle Marche interpretato da Neri Marcorè nel 2014.[172]
La promozione turistica delle Marche punta su sei temi[173]: "Marche in blu", "Made in Marche", "The Genius of Marche", "Spiritualità e Meditazione", "Parchi e Natura", "Dolci colline e antichi borghi".
Nel 2014 e nel 2017 nelle Marche, e precisamente Fabriano, sono stati girati gli esterni della terza e della quarta stagione della fictionChe Dio ci aiuti; gli episodi erano preceduti da brevi video promozionali (Su e giù per le Marche aspettando Suor Angela).
L'Expo 2015 è stata una sede privilegiata per valorizzare le eccellenze regionali sotto il profilo enogastronomico, culturale e turistico, per comunicare le strategie di internazionalizzazione e presentare le qualità dei prodotti marchigiani[174].
Località balneari
Le Marche hanno ottenuto nel 2016 diciassette bandiere blu, seguendo in Italia soltanto la Liguria (25) e la Toscana (19); in rapporto allo sviluppo costiero la regione è al primo posto in Italia, con una bandiera blu ogni 10,5 km, mentre la Liguria ne ha una ogni 13,2 km e la Toscana una ogni 20 km[175].
Notevole è il patrimonio artistico regionale, con opere che vanno dal Romanico al Gotico cistercense, dalla pittura trecentesca a quella rinascimentale di Raffaello, Carlo Crivelli e Lorenzo Lotto. Le città della regione sono ricche di luoghi con atmosfere medievali o settecentesche, oppure hanno il carattere di "città ideali" del Rinascimento, capitali di piccole repubbliche. Nei centri urbani, spesso ancora cinti da mura, si alternano antichi luoghi commerciali e di potere, piazze toccate da antiche vie romane, palazzi di antiche famiglie nobili o luoghi dello spirito e sedi ecclesiastiche.
La città di Urbino, con la sua architettura rinascimentale, è patrimonio dell'umanità, ed insieme ad Ascoli Piceno, con il suo centro storico interamente costruito in travertino, sono tra le mete più visitate.
Le Marche offrono un'ampia varietà di piatti, contando su sapori provenienti sia dal pesce dell'Adriatico che da quelli tipici della collina e della montagna. Inoltre 20 vini, tra DOC e DOCG, accompagnano le creazioni della cucina locale con aromi più o meno intensi.
L'antipasto tipico della regione è freddo e si può comporre di un'ampia varietà di salumi e formaggi locali come il salame di Fabriano, i salamini alla cacciatora, il prosciutto, il ciauscolo, la lonza, il lonzino, il prosciutto di Carpegna, il ciarimbolo, la coppa marchigiana, il mazzafegato, la galantina, il migliaccio, il salame di pecora, il prosciutto aromatizzato del Montefeltro, il salame soppressato lardellato e di Frattula, la salsiccia di fegato, il casecc, il formaggio di fossa, il pecorino in botte, il raviggiolo e la casciotta d'Urbino).
Tra i formaggi, la cui produzione è diffusa in tutto il territorio regionale, in particolare vanno menzionati i pecorini, che si differenziano in base all'area di produzione: nelle province di Pesaro-Urbino, Ancona e Macerata, finita la salatura, le forme vengono scottate con il siero per ritardare la maturazione; ai monti Sibillini si utilizza il caglio aromatizzato coi profumi e sapori quali fiori di basilico, maggiorana, chiodi di garofano, noce moscata; nel Montefeltro si fa stagionare il pecorino nelle caverne di tufo e prende il nome di formaggio di fossa. La pancetta, la goletta e la salsiccia sono tra i prodotti più frequentemente usati per il condimento.
Una presenza costante nell'alimentazione marchigiana sono gli animali da allevamento di bassa corte, ossia polli, conigli, tacchini e altri, e a tal proposito è nota la ricetta tipica del coniglio in porchetta.
Nell'entroterra, nel corso dell'anno, è possibile trovare tartufi bianchi e neri. Le zone tipiche del tartufo sono l'entroterra della provincia di Pesaro-Urbino, parte di quello di Ascoli Piceno, Macerata e Ancona. Il tartufo bianco, il più pregiato, si può trovare in particolare nella provincia di Pesaro-Urbino, nelle zone di Sant'Angelo in Vado, Acqualagna (capitale del tartufo), Pergola e Apecchio. Ad Amandola, nel Fermano, in autunno, si tiene la mostra mercato del tartufo bianco pregiato dei monti Sibillini. Il tartufo nero è diffuso nelle zone interne dell'intero territorio regionale, soprattutto ad Acqualagna, Cagli, Acquasanta Terme, Roccafluvione, Comunanza, Montefortino, Camerino, Castelsant'Angelo sul Nera e Visso.
L'olio marchigiano è di antiche origini e veniva apprezzato sin dal XIII secolo. Si distinguono quattro distretti produttivi: Colli Pesaresi, Colline Anconetane, Castelli di Jesi e Ascolano. Tuttavia l'olio extravergine di oliva di Cartoceto è l'unico marchigiano a denominazione DOP. Esistono poi i seguenti oli di oliva monovarietali: Coroncina, Piantone di Mogliano, Mignola, Raggia, Raggiola, Sargano di Fermo e Piantone di Falerone.
Per lungo tempo il simbolo gastronomico della regione marchigiana è stata la polenta, tanto che i marchigiani, proprio per questo, erano definiti 'magna-pulenda'. Versata fumante sulla spianatora (grande tavolo di legno), riuniva la famiglia 2 volte al giorno. Ancora oggi i condimenti sono numerosi e molteplici, e variano durante il periodo dell'anno e le zone. Sul territorio regionale si può provare la polenta con ceci e fave, allo stoccafisso, con ricotta e saba, alla carbonara, il pulendo' a butta' ggjio e persino la polenta Vruscata, ovvero avvolta in foglie di cavolo e lasciata per tutta la notte a cuocere sotto la brace. Numerosi sono gli adagi popolari al riguardo: "Trenda di', sessanda pulende" (in trenta giorni si mangia sessanta volte la polenta), "La pulenda preshto tira e preshto 'llenda" (la polenta sazia subito, ma altrettanto presto fa perdere quel senso di pienezza).
Tuttavia vi sono anche altri primi piatti tipici nelle Marche. Fra tutti meritano di essere menzionati i frascarelli, diversi tipi di gnocchi, che vengono chiamati "surcitti", i celebri cappelletti e il brodetto di pesce, che viene preparato in maniera diversa in ogni località costiera marchigiana (brodetto di Porto Recanati, alla fanese, alla sambenedettese, all'anconitana). La regione è anche celebre, come l'Emilia Romagna, per la produzione di pasta all'uovo, fra cui spiccano i maccheroncini di Campofilone e i Vincisgrassi, specialità culinaria simile alle lasagne, dalle quali però differiscono per la sfoglia più sottile e per la presenza di animelle e chiodi di garofano nel sugo.
La crescia, da cui ha preso origine la moderna piadina romagnola, è una focaccia originaria di Urbino, diffusa però su tutto il territorio regionale. Particolare è "la crescia co' lu paulittu" preparata il primo gennaio. Si tratta di una specie di pizza con dentro una piccola moneta, detta paulittu (da Paolo, moneta di 50 centesimi dello Stato pontificio). Chi l'avesse trovata nella sua fetta di pizza sarebbe diventato padrone di casa per un anno intero.
Il chichi ripieno è una focaccia rustica tipica di Offida, condita con tonno, acciughe, peperoncino, capperi e carciofi sottaceto. Da essere menzionati sono i ravioli all'ascolana, detti calcioni.
È nei secondi piatti che il carattere del popolo marchigiano si delinea in modo più preciso, esprimendo sempre la sua predilezione per un mangiare semplice e talvolta robusto. Il piccione ha da sempre rappresentato per la gente delle Marche un boccone appetitoso ed esistono numerose ricette che vedono come ingrediente questo volatile. Ascoli Piceno è una delle città italiane in cui il fritto è parte integrante della tradizione e della cultura popolare. Nel Piceno sono molti gli alimenti che vengono fritti, soprattutto durante le ricorrenze religiose. Le olive ascolane, ripiene di carne o pesce, sono oggi diffuse in tutto il mondo. Meno famose, ma altrettanto buone, sono le cotolette d'agnello fritte, la crema fritta (servita con le olive), i carciofi fritti, le cervella d'agnello fritte, la salvia in pastella fritta e le zucchine fritte.
Ma è nei secondi piatti di pesce che la cucina regionale è più nota: per comprendere quanto è variegata e ampia la cucina di mare, basti sapere che le Marche sono la regione italiana in cui il rapporto fra pesce pescato e abitanti è il più alto. San Benedetto del Tronto, primo porto peschereccio dell'Adriatico, è l'emblema delle tradizioni culinarie della costa marchigiana. Sarebbe prolisso dilungarsi a citare ogni ricetta a base di pesce in uso nella regione, così ci si può limitare a citarne le più famose. Primi fra tutti il brodetto di pesce, i "guatti" e i bombetti (molluschi endemici del medio-alto Adriatico), le cozze e lo stoccafisso, specialità all'anconetana.
Alcuni dei dolci tipici marchigiani sono il salame di fichi, di cui Giacomo Leopardi era ghiotto, il pan nociato, il ciambellone, i fuscelli al forno, le zeppole, diffuse anche in altre regioni, il frustingo, antichissimo e tipico del periodo natalizio, la rocciata, dolce invernale, i ravioli dolci, detti 'calcioni', i cavallucci e la serpe di Apiro, la tartaruga e i ciceru', ovvero una sfoglia ripiena di ceci, zucchero e saba e lu serpe, dolce natalizio. Nel periodo pasquale ancora oggi si prepara la pizza dolce, detta anche crescia brusca o caciu', le ciambelle, spesso insaporite con l'anice, e la rècina di Camerino. I dolci tipici del periodo di Carnevale sono le sfrappe, gli scroccafusi, le castagnole, la cicerchiata, il sanguinaccio dolce, i caciune di Monte Urano, gli Arancini (dolce) e la frustenga.
Le Marche vantano inoltre la produzione di alcuni particolari tipi di marmellata, come quella di pomodori verdi, o la confettura di bacche di rosa canina, la marmellata di mele cotogne e radici di cicoria, e la visciolata.
salamini italiani alla cacciatora (prodotti anche in Friuli-Venezia Giulia, Veneto, Lombardia, Piemonte, Emilia-Romagna, Umbria, Toscana, Abruzzo, Lazio e Molise)[180].
Il calcio occupa una fetta importante degli sport più praticati nella regione Marche, in particolare dal secondo dopoguerra. La squadra marchigiana più rappresentativa è l'Ascoli, attualmente iscritta al campionato di serie B che può anche vantare svariati anni di militanza in serie A. Diverse stagioni in serie B anche per l'AnconaSambenedettese e Maceratese, attualmente tutte in Lega pro.
Pallacanestro
Altro sport molto diffuso è la pallacanestro, rappresentata a livello nazionale in particolare dalla Victoria Libertas Pallacanestro, conosciuta in passato come Scavolini Pesaro, che ha vinto due scudetti. Le altre società di pallacanestro marchigiane che hanno disputato la massima serie nazionale sono la Sutor, il Fabriano Basket e l'Aurora Basket Jesi.
Pallavolo
Per la pallavolo spiccano squadre rilevanti a livello nazionale ed internazionale sia maschili che femminili: la Volley Lube, squadra maschile di Treia, vanta la conquista di 3 scudetti e una Champions League, mentre la Robursport, squadra femminile di Pesaro, ha ottenuto la vittoria di 3 scudetti. Tra gli atleti di successo si ricordano Paolo Tofoli e Samuele Papi.
Autori vari, Studi maceratesi, Volume 16, Centro di studi storici maceratesi, 1982 (pagina 13): ...non è unità nella uniformità, ma unità nella pluralità;
Sergio Anselmi, Le Marche, Giulio Einaudi, 1987 (pagina 53): ...la sostanziale unità della regione;
Elisée Reclus, Attilio Brunialit, L'Italia nella natura, nella storia, negli abitanti, nell'arte e nella vita presente, Società editrice libraria, 1904 (pagina 23): Alla varietà del suolo corrisponde grande varietà di abitudini e linguaggio... permane però la nota comune che è il carattere dei marchigiani...
Autori vari, Letture delle Marche, R.A.D.A.R., 1969 (pagina 59)
Paolo Volponi (a cura di) Scrittori di "Attraverso l'Italia," 1930/1972, Touring club italiano, 1984 (pagina 212)
Elisée Reclus, Attilio Brunialit, L'Italia nella natura, nella storia, negli abitanti, nell'arte e nella vita presente, Società editrice libraria, 1904 (pagina 23)
^Dopo lo scorporo dei sette comuni dell'Alta Valmarecchia ceduti alla regione Emilia-Romagna nel 2009.
Francesco Bonasera, La realtà dell'Italia d'oggi, G. Giappichelli, 1987 (pagina 87).
^I dati sulle montagne sono tratti dai volumi seguenti, incrociandone i dati:
Silvano Vinceti, Parco Nazionale dei Monti Sibillini, Armando Editore, 2007;
Renzo Roiati, La Sibilla appenninica e le nove stelle maggiori della vergine, Lìbrati Editrice, 2006 (pagina 87), per Cima Vallelunga, Monte Torrone e Cima di Prato Pulito
G. Colombo, Who's who in Italy - parte 3, (pagina 2892): per la cima dell'Osservatorio
^Carta geografica delle Marche, Belletti editore, Misano Adriatico
^Franco Bertini (a cura di). Storia delle Marche. Bologna, Poligrafici editoriale, 1995. pagg. 12-13
^A volte vengono considerate quelle del Parco di Strugnano, in Slovenia, le più alte dell'Adriatico, con i loro 80 metri sul livello del mare. Vedi l'articolo di Adriana Galvani (Università di Bologna, Dipartimento di Discipline Storiche, Antropologiche, Geografiche):
L'Adriatico tra Est ed Ovest
^Lorenzo Quilici, Stefania Quilici Gigli, Campagna e paesaggio nell'Italia antica, L'Erma di Bretschneider, 2000 (pagina 166). Consultabile su Google libri.
^Romano Gasperoni, Fulvio Fulvi, Umbria e Marche (pagina 103)
^I.S.T.A.T., Statistiche Meteorologiche, Roma, 1967-1977 (11 anni rilevati). Dati estratti dagli 11 annuari meteorologici relativi agli anni 1967-1977 e successivamente rielaborati
^Luca Antonelli, I Piceni: corpus delle fonti, Roma, L'Erma di Bretschneider, 2003. ISBN 88-8265-242-4; Ulrico Agnati, Per la storia romana della provincia di Pesaro e Urbino, ed. L'Erma di Bretschneider
^Filippo Ermini, Gli ordinamenti politici e amministrativi nelle «Constitutiones Aegidianae», Fratelli Bocca, 1893 - Pagina web
^
L'elenco è compilato in base ad analoghi elenchi presenti nei testi che parlano delle Marche in senso generale nelle varie lingue, come le guide e i libri di geografia italiana, citando le personalità citate in tutti gli elenchi. Come esempi si riportano i seguenti:
Giovanni Annibaldi, Marche, Electa, 1965 (pagina 7);
Giuseppe Rossi, La rinascenza dell'arte del Piceno, Bisson & Leopardi, 1925 (pagina VII)
Mario Gastaldi, L'Italia centrale: meridionale e insulare; viste da centinaia di poeti e scrittori italiani contemporanei, Gastaldi, 1967 (pagina 111);
Autori vari, Enciclopedia SEI, Società editrice internazionale, voce Marche (pagina 317 - volume 3)
Georg Kauffmann, Emilia-Romagna, Marken, Umbrien, Reclam, 1971;
Autori vari, Italy today, Istituto poligrafico dello Stato, 1955.
^In Inglese: Bernard Berenson, Italian Painters of the renaissance, vol. 2, Phaidon 1952 (in Inglese, p.94). Da questo testo si cita: the "most famous and most loved" master of the High Renaissance ("il più famoso e più amato maestro del Rinascimento").
^In Inglese: Oxford History of Western Music, da cui si cita: Rossini's fame surpassed that of any previous composer, and so, for a long time, did the popularity of his works (la fama di Rossini ha superato quella di qualsiasi compositore precedente, e così, per lungo tempo, la popolarità delle sue opere").
^In Italiano: Autori vari, Tutto letteratura italiana, De Agostini, 2010 (pagina 182);
in Inglese: Presentazione della figura di Leopardi da cui si cita: Giacomo Leopardi, one of the greatest Italian poets of all times (Giacomo Leopardi, uno dei più grandi poeti italiani di tutti i tempi").
^In Inglese: Sito di biografie, da cui si cita: Maria Montessori was a pioneer of theories in early childhood education, which are still implemented in Montessori schools all over the globe ("Maria Montessori è stata una pioniera delle teorie di educazione della prima infanzia, ancora applicate in scuole Montessori in tutto il mondo"). Per il numero delle scuole Montessori nel mondo vedi: Sito statunitense sul Metodo Montessori, da cui si cita: there are about 4,500 Montessori schools in the United States and about 20,000 worldwide (Ci sono circa 4.500 scuole Montessori negli Stati Uniti, e circa 20.000 in tutto il mondo).
^In Inglese: Colum Hourihane, The Grove Encyclopedia of Medieval Art and Architecture, volume 2, OUP USA, 2012 (voce Gentile da Fabriano) da cui si cita: "He was the most important italian representative of the elaborate Late Gothic style of painting that dominated European painting around 1400 ("fu il più importante rappresentante italiano dello stile tardo gotico che dominò la pittura europea nel tardo Quattrocento").
^In Inglese: Edward W. Bodnar, with Clive Foss Later travels, Harvard University Press, 2003, da cui si cita: Cyriac of Ancona was the most enterprising and prolific recorder of Greek and Roman antiquities in the fifteenth century and the accuracy of his records entitles him to be called the founding father of modern classical archeology (Ciriaco d'Ancona è stato il raccoglitore più intraprendente e prolifico di antichità greche e romane nel XV secolo e la precisione dei suoi scritti permette di considerarlo il padre fondatore della moderna archeologia classica).
^In Inglese: Catholic Encyclopedia, da cui si cita: with Michaelangel, Raphael, and Leonardo, he is one of the great intellects of the High Renaissance (con Michelangelo, Raffaello e Leonardo è uno dei grandi intelletti del primo Rinascimento").
^In Inglese: The great popes through history: an encyclopedia", capitolo Sixtus V, Greenwood Press, 2002.
^In Inglese: Encyclopaedia Britannica, voce Matteo Ricci da cui si cita: was a pioneer in the attempt at mutual comprehension between China and the West (pioniere nel tentativo di comprensione reciproca tra la Cina e l'Occidente).
^Encyclopaedia Britannica, voce Giovanni Battista Pergolesi, da cui si cita: Italian composer whose intermezzo La serva padrona (“The Maid Turned Mistress”) was one of the most celebrated stage works of the 18th century ("Compositore italiano il cui intermezzo La Serva Padrona fu una delle più celebrate composizioni del Settecento"). Si veda anche: M. Accattatis, Giovanni Battista Pergolesi: la creazione del mito nell'ideologia romantica, consultabile qui da cui si cita: Why has this musician in particular been elevated as a symbol not only of a period of Italian music, but as a symbol of music itself, of its capacity to express the history and destiny of man? Why a myth of Pergolesi? We must not forget that the myth of Pergolesi is also a historic reality (Perché questo musicista in particolare è stato elevato come simbolo non solo di un periodo della musica italiana, ma come un simbolo della musica in sé, della sua capacità di esprimere la storia e il destino dell'uomo? Perché un mito di Pergolesi? Non dobbiamo dimenticare che il mito di Pergolesi è anche una realtà storica).
^In Francese: François-Joseph Fétis, Correspondance, da cui ci cita: célèbre compositeur italien d'opéra, connu particulariement pour "La Vestale" et "Ferdinand Cortez" (celebre compositore d'opera italiano, conosciuto particolarmente per La Vestale e Ferdinand Cortez).
^In Inglese: The great popes through history: an encyclopedia", capitolo Pius IX, Greenwood Press, 2002.
^In Inglese: Pekka Gronow, Ilpo Saunio, International History of the Recording Industry, A&C Black, 1999, da cui si cita: The most famous singer of the period was undoubtedly Beniamino Gigli ("il più famoso cantante del periodo fu indubbiamente Beniamino Gigli").
^John N.D. Kelly, Gran Dizionario Illustrato dei Papi, p. 579
^Vrana, (in italiano Aurana: vedi Touring Club Italiano, Croazia. Zagabria e le città d'arte. Istria, Dalmazia e le isole. I grandi parchi nazionali, Touring Editore, Borgaro Torinese (TO), 2004, p. 27; Dario Alberi, Dalmazia. Storia, arte, cultura, Lint Editoriale, Trebaseleghe (PD), 2008, pp. 560-569), nota anche come Laurana Arauzona medievale, è una frazione agricola del comune di Poschiane in Croazia, nelle vicinanze di Zara, in Dalmazia, allora territorio della Repubblica di Venezia, da non confondere con Laurana (Lovran) presso Abbazia (Croazia) (Opatija) in Istria.
^In mancanza di indicazioni certe, la nascita è stata approssimativamente collocata intorno agli anni 1420-25 (vedi J. Budinich, Il palazzo ducale di Urbino, Trieste, 1904)
^Non sono citati i personaggi conosciuti solo o soprattutto in Italia
^Peter G. Bietenholz, Thomas Brian Deutscher, Contemporaries of Erasmus: A Biographical Register of the Renaissance and Reformation, University of Toronto Press, 2003. Consultabile su Google libri a questa pagina
^Vernon Lee, Studies of the eighteenth century in Italy, edizioni Рипол Классик, 1978. Consultabile su Google libri a questa pagina
^Amedeo Benedetti, L'Enciclopedia Italiana Treccani e la sua biblioteca, "Biblioteche Oggi", Milano, n. 8, ottobre 2005, p. 40.
^De Dominicis sottolinea l'importanza del punto di vista del ragazzo Down Paolo Rosa «interno all'opera stessa e opposto a quello degli spettatori». Vedi Ester Coen, la Repubblica, 12 luglio 1999, p. 29.
^(EN) John J. O’Connor e Edmund F. Robertson, Marche, su MacTutor, mathshistory.st-andrews.ac.uk, School of Mathematics and Statistics University of St Andrews, Scotland.
^(EN) John J. O’Connor e Edmund F. Robertson, Marche, su MacTutor, mathshistory.st-andrews.ac.uk, School of Mathematics and Statistics University of St Andrews, Scotland.
^ Sandro Strologo, Per una storia della Farfisa, Camerano, Comune di Camerano, Comune di Numana, Comune di Castelfidardo, Provincia di Ancona, 2009.
^Il primo, del 1924, portava il titolo di "Perfezionamento nei dispositivi meccanici a tasto per combinare più voci in accordo nelle fisarmoniche a mantice", mentre nel 1932 fu inventato un sistema che permetteva di smontare la parte degli organi meccanici di comando sia dei bassi che degli accordi. cfr. Strologo, cit.
^Articoli della Stampa del 5 marzo 1980: Decentramento e l'università torna a vivere e Urbino è da cinque secoli la Oxford italiana. Consultabile alla seguente pagina
Curzio Maltese, I padroni delle città, Feltrinelli Editore, 2007 (capitolo "Ancona, modello Marche"), ISBN 978-88-588-0177-2. Testo consultabile su Google Libri a questa pagina. Si cita la frase: Ancona è al centro esatto, nel cuore del "modello marchigiano", il Sud del Nord e il Nord del Sud, nel senso che si lavora e si guadagna molto, ma si campa bene.
Sull'origine e sulle caratteristiche del modello marchigiano si vedano i seguenti articoli di giornale, scritti nel 1980, ossia nel momento in cui si cominciò a parlare a livello nazionale della peculiare situazione economica delle Marche, tutti riportati in stralcio nel volume di Francesco Flamini Marche ...isola felice?, ediz. f.lli Aniballi, 1981 (pagine 131-205):
G. Da Rold, Corriere della Sera del 13 maggio 1980;
R. Lugli, La Stampa del 5 marzo 1980;
L. Vergani e A. Giuliani, Corriere della Sera;
A. Mazzuca, Il Giornale del 26 marzo 1980;
Si riportano infine gli articoli del numero speciale della Stampa dedicato al modello marchigiano, consultabile a questa pagina:
C. Granata, La Stampa del 5 marzo 1980: Il nuovo slogan è produrre meglio, non di più
F.A., La Stampa del 5 marzo 1980: Non basta lavorare bene, bisogna saper vendere
F.C., La Stampa del 5 marzo 1980: Quasi 50mila le imprese artigiane, spesso al confine tra industria ed arte
R.L., La Stampa del 5 marzo 1980: Qui l'emiro viene a scegliersi la barca che costa miliardi
R. Lugli, La Stampa del 5 marzo 1980: Forse in questa terra vent'anni fa è nato il «boom» economico
C. Granata, La Stampa del 5 marzo 1980: Con scarpe e strumenti musicali Macerata ha invaso l'Europa
V.S., La Stampa del 5 marzo 1980: Record di produzione a Pesaro.. Due ruote per fuggire il traffico
R.S., La Stampa del 5 marzo 1980: Il gusto di un ragazzino marchigiano cent'anni fa inventò la fisarmonica
M.V., La Stampa del 5 marzo 1980: I mobili di Pesaro prendono la strada dell'Arabia Saudita
^Per tutti i cantieri marchigiani: Fulvio Fortezza, La nautica da diporto: reti produttive, risorse umane e sfide strategiche, FrancoAngeli, 2009 (pagina 40). Il cantiere navale di Ancona non è propriamente inseribile nel modello marchigiano, in quanto è un'industria di grandi dimensioni (per lo meno prima della crisi dei primi anni 2000) e che per di più usufruisce di fondi statali, appartenendo alla Fincantieri. È inserito nell'elenco in quanto le sue maestranze hanno dato origine ad una tradizione che si è poi riversata nella cantieristica minore, sia in Ancona, sia negli altri centri cantieristici marchigiani.
^Monica Amari, I musei delle aziende: la cultura della tecnica tra arte e storia, FrancoAngeli, 2001 (pagina 151)
S. Gatti, Società, politica e impresa a Fabriano, Ancona 1995;
C. Bariberis, Aristide Merloni, storia di un uomo e di un'industria di montagna, Bologna 1981.
^Autori vari, Top Employers Italia 2012, FrancoAngeli, 2012 (pagina 113). Consultabile su Google libri a questa pagina.
^Mario Gastaldi, L'Italia centrale: meridionale e insulare; viste da centinaia di poeti e scrittori italiani contemporanei Gastaldi, 1967 (pagina 122).
^Enrico Bracci, Emidia Vagnoni, Sistemi di programmazione e controllo. Strumenti e processi per le decisioni in azienda, Maggioli Editore, 2011.
^Adele Zito, Moda italiana: i protagonisti : ritratti di grandi firme, Il Ventaglio, 1993
^Decio G. R. Carugati, Decio Giulio Riccardo Carugati, Poltrona Frau: senza tempo nel tempo, Electa, 2000.
^Carlo Cipriani, Economia e management delle imprese calzaturiere. Prospettive e strumenti per la competitività dell'industria marchigiana, FrancoAngeli, 2012 (capitolo Il settore calzaturiero nelle Marche: dinamiche recenti e aspetti strutturali).
^Norberto Mancini, I canti della Natività di Jacopone da Todi, ed. Macione e Pisani, Isola del Liri, 1941; Norberto Mancini, La mia Terra, edizione CEI, 1954 (pagina 289)
^intervista a Luciano Canepa, Porto di Ancona da primato., presidente dell'autorità portuale, pubblicata dal giornale "Il sole - 24 ore" del 17/11/2010. Si escludono da questa classifica, naturalmente, i porti interessati al piccolo traffico interno, come Ischia, Reggio Calabria o Messina
^per ciò che riguarda i container, Ancona è al quarto posto tra i porti adriatici italiani e al sesto comprendendo anche quelli sloveni e croati, come risulta dalla relazione dell'ISTAO del 2010 citata in altra nota