{{{titolo}}}
Titolo originaleA Dog of Flanders
Lingua originaleinglese
Paese di produzioneStati Uniti d'America
Generedrammatico, sentimentale
RegiaHowell Hansel
SoggettoOuida
Casa di produzioneThanhouser Film Corporation
Interpreti e personaggi

A Dog of Flanders è un cortometraggio muto del 1914 diretto da Howell Hansel.

E' il primo adattamento cinematografico del racconto Il cane delle Fiandre, pubblicato nel 1872 dalla scrittrice inglese Ouida. Secondo le accettate convenzioni teatrali del tempo, il ruolo del ragazzo protagonista fu affidato ad un'affermata attrice, Marguerite Snow.[1]

Cani famosi nella storia

Cani immaginari

Cani attori

Produzione

Il film fu prodotto negli Stati Uniti d'America dalla Thanhouser Film Corporation. Fu girato a [[New Rochelle, New York e all'interno della St. Patrick's Cathedral a New York.[2]

Distribuzione

Il film fu distribuito dalla Mutual Film nelle sale cinematografiche statunitensi il 19 maggio 1914.

Note

  1. ^ Laura Horak, Girls Will Be Boys: Cross-Dressed Women, Lesbians, and American Cinema, 1908-1934 (Rutgers University Press, 2016).
  2. ^ (EN) Ghinozzi-nissim/Sandbox, su IMDb, IMDb.com.

Voci correlate

Collegamenti esterni

  Portale Cinema: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di Cinema




Adattamenti cinematografici e televisivi

Anno Film Regista Interpreti Note
1920 Huckleberry Finn William Desmond Taylor Lewis Sargent (Huck), George H. Reed (Jim), Gordon Griffith (Tom), Katherine Griffith (Vedova Douglas), Frank Lanning (Pap Finn), Tom Bates (The King), Orral Humphrey (The Duke) Film muto (USA)
1931 Huckleberry Finn Norman Taurog Junior Durkin (Huck), Clarence Muse (Jim), Jackie Coogan (Tom), Jane Darwell (Vedova Douglas), Warner Richmond (Pap Finn), Oscar Apfel (The King), Eugene Pallette (The Duke) Film (USA)
1939 Le avventure di Huck Finn (The Adventures of Huckleberry Finn) Richard Thorpe Mickey Rooney (Huck), Rex Ingram (Jim), <no Tom>, Jane Darwell (Mrs. Douglas), Warner Richmond (Pap Finn), Walter Connolly (The King), William Frawley (The Duke) Film (USA)
1952 Huckleberry Finn Colin Campbell (Huck), Orlando Martins (Jim), Jeremy Spenser (Tom), Janet Joye (Vedova Douglas), Kenneth Connor (Pap Finn), Mark Daly (The King), Peter Martyn (The Duke) Miniserie TV in 7 episodi (UK)
1953 The Adventures of Huckleberry Finn -- Clifford Tatum Jr. (Huck), Sugar Ray Robinson (Jim), <no Tom>, Thomas Mitchell (The King), Eddie Albert (The Duke) Episodio della serie TVExcursion (USA)
1955 The Adventures of Huckleberry Finn Herbert B. Swope Jr. Charles Taylor (Huck), <no Jim>, Robert Hyatt (Tom), Katherine Warren (Vedova Douglas), Thomas Mitchell (Pap Finn), Walter Catlett (The King), John Carradine (The Duke) Episodio della serie TV The Climax! (USA)
1957 Le avventure di Huck Finn (The Adventures of Huckleberry Finn) Elliot Silverstein Jimmy Boyd (Huck), Earle Hyman (Jim), <no Tom>, Jack Carson (The King), Basil Rathbone (The Duke) Episodio della serie TV The United States Steel Hour (USA)
1960 Le avventure di Huck Finn (The Adventures of Huckleberry Finn) Michael Curtiz Eddie Hodges (Huck), Archie Moore (Jim), <no Tom>, Josephine Hutchinson (Vedova Douglas), Neville Brand (Pap Finn), Tony Randall (The King), Mickey Shaughnessy (The Duke) Film TV (USA)
1967 Huckleberry Finn Marcel Cravenne Martin Lartigue (Huck), Ibrahim Seck (Jim), Pascal Duffard (Tom) Film TV (Francia)
1973 Un ragazzo perduto - Le avventure di Huckleberry Finn (Sovsem propashchiy) Georgiy Daneliya Roman Madyanov (Huck), Feliks Imokuede (Jim), <no Tom>, Irina Skobtseva (Vedova Douglas), Vladimir Basov (Pap Finn) Film (URSS)
1974 Huckleberry Finn J. Lee Thompson Jeff East (Huck), Paul Winfield (Jim), Lucille Benson (Vedova Douglas), Gary Merrill (Pap Finn), Harvey Korman (The King), David Wayne (The Duke) Film (USA)
1975 Huckleberry Finn Robert Totten Ron Howard (Huck), Antonio Fargas (Jim), [[ Don Most]] (Tom), Jean Speegle Howard (Vedova Douglas), Rance Howard (Pap Finn), Jack Elam (The King), Merle Haggard (The Duke) Film TV (USA)
1979 Huckleberry Finn e i suoi amici (Huckleberry Finn and His Friends) Jack Hively et al. Ian Tracey (Huck), Blu Mankuma (Jim), Sammy Snyders (Tom), Lillian Carlson (Vedova Douglas), Hagan Beggs (Pap Finn), Joseph Golland (THe King), Heinz Schimmelpfennig (The Duke) Serie TV in 26 episodi (Canada / Germania Ovest)
1981 Le avventure di Huckleberry Finn (The Adventures of Huckleberry Finn) Jack Hively Kurt Ida (Huck), Brock Peters (Jim), Dan Monahan (Tom), Helen Kleeb (Vedova Douglas), Cliff Osmond (Pap Finn), Larry Storch (The King), Forrest Tucker (The Duke) Film TV (USA)
1984 The Adventures of Huckleberry Finn -- Simon Hinton (Huck's voice) Alistair Duncan (Jim's voice) Film TV d'animazione (Australia)
1986 The Adventures of Huckleberry Finn Peter H. Hunt Patrick Day (Huck), Samm-Art Williams (Jim), Eugene Oakes (Tom), Sada Thompson (Vedova Douglas), Frederic Forrest (Pap Finn), Barnard Hughes (The King), Jim Dale (The Duke) Miniserie TV (USA) in 2 episodi, per la serie American Playhouse.
1993 Le avventure di Huck Finn Stephen Sommers Elijah Wood (Huck), Courtney B. Vance (Jim), <no Tom>, Dana Ivey (Vedova Douglas), Ron Perlman (Pap Finn), Jason Robards (The King), Robbie Coltrane (The Duke) Film (USA)
2012 Le avventure di Huckleberry Finn (Die Abenteuer des Huck Finn) Hermine Huntgeburth Leon Seidel (Huck), Jacky Ido (Jim), Louis Hofmann (Tom), Margit Bendokat (Vedova Douglas), August Diehl (Pap Finn), Michael Gwisdek (The King), Kurt Krömer (The Duke) Film (Germania)


Bambini interpretati da attori/attrici adulti

Nella tradizione teatrale ed operistica i ruoli di bambini erano di norma interpretati da attrici. Lo richiedeva in primo luogo il volume della voce e la capacita' di presenza scenica, prima ancora dell'impegno interpretativo e della capacita' di memorizzare la parte. Soltanto alcuni bambini prodigio si dimostrarono capaci di affermarsi sulla scena in ruoli protagonistici, talora addirittura interpretando ruoli di adulti.

Questa tradizione rimase viva agli inizi della storia del cinema, specialmente per ruoli che avessero alle spalle una consolidata tradizione interpretativa teatrale (da Peter Pan, a Little Lord Fauntleroy, a Oliver Twist. Ben presto ci si rese conto di come le caratteristiche tecniche del cinema, dall'uso sempre più comune dei primi piani alle minore peso della memorizzazione dovuto alle continue pause nelle riprese, permettessero agli attori bambini di superare le limitazioni imposte dal teatro. L'uso sempre più comune dei primi piani garantiva una presenza scenica, mentre le continue pause nelle riprese delle scene liberavano gli attori bambini dal peso di una memorizzazione dell'intero copione. L'utilizzazione di attrici adulte in ruoli di bambini fu presto abbandonato, anche se con alcune notevoli eccezioni, tra cui la più notevole e' quella di Mary Pickford che ancora negli anni venti continuerà a cimentarsi con successo in ruoli di bambino/a. Ancora piu' a lungo rimase vivo l'uso di usare attrici bambine, in luogo di maschi; a parità di età esse erano considerate piu' mature e affidabili. Ci sono casi, come quelle di che si specializzarono indifferentemente in ruoli maschili o femminili o che addirittura costruirono per se' sullo schermo un ruolo esclusivamente maschile (Edna Foster).

Tale pratica e' oggi quasi completamente abbandonata, con l'eccezione del doppiaggio, dove spesso la voce di attori bambini e' ancora spesso assegnata ad attrici, o in film dove i contenuti "maturi" suggeriscono di usare attori o attrici maggiorenni che dimostrino meno della loro età piuttosto che ricorrere ad "autentici" adolescenti.

Whitewashing

Specie nel cinema americano per lungo tempo è stata comune la pratica del "whitewahing", per cui tutte le parti principali erano di norma affidate ad attori "bianchi", indipendentemente dall'identità etnica dei personaggi. Il fenomeno tuttavia è stato meno rilevante per quanto riguarda gli attori bambini perchè i pregiudizi razziali del tempo permettevano che tra bambini di "razze", etnie, sesso e condizione diverse si potesse stabilire una certa familiarità non piu' tollerata in età adulta. A condizione che la leadership "bianca" non fosse apertamente messa in discussione, i bambini venivano spesso presentati riuniti in gangs multietniche interagendo fra loro su un piano di sostanziale parità con modalità che sarebbero state impensabili nella società "adulta".

Il fenomeno, ancora in parte presente si e' drasticamente ridotto a partire dagli anni cinquanta ed attori bambini di ogni etnia si sono affermati anche nel cinema americano.

Rappresentazioni etniche caricaturali

Anche quando i personaggi di etnie minoritarie siano stato interpretati da attori bambini della stessa etnia, questo non ha significato la fine del pregiudizio razziale. Come nel caso degli adulti, gli attori bambini afroamericani, nativi americani, asiatico-americani, ecc. si sono spesso trovati costretti ad offrire una parodia di se stessi, riproducendo gli stereotipi anche i più odiosi, cui li condannavano i pregiudizi della maggioranza. Anche in simili contesti molti di loro sono riusciti a distinguersi per la dignità e la professionalità delle loro interpretazioni, da Ernest Morrison e agli altri piccoli interpreti afroamericani delle Simpatiche canaglie, fino a Cordell Hickman e Glenn Leedy.

Al tempo stesso la maggior libertà goduta dagli attori bambini e la loro naturale capacità di attrarre l'attenzione e il benvolere degli spettatori faceva sì che spesso essi si trovassero a svolgere un ruolo pioneristico nell'affermazione dei diritti della propria gente. E' il caso di Robert Gordon, che già negli anni venti offre un ritratto non stereotipato di ragazzo ebreo-americano, e del nativo americano Anthony Numkena negli anni cinquanta. Ancora più impegnativo fu il cammino che dovettero affrontare gli attori bambini afroamericani; i pregiudizi erano così radicati che ci volle uno sforzo collettivo e prolungato negli anni tra il cinquanta e il settanta, nel quale si distinsero in particolare Philip Hepburn, Steven Perry, Marc Copage, Kevin Hooks, Kyle Johnson, George Spell, Erin Blunt, Todd Bridges e Kim Fields.

Disabilita

Per lungo tempo la disabilità è stata considerata una vergogna sociale da tenersi nascosta all'interno della famiglia o in istituti religiosi, o altrimenti uno scherzo di natura da esibirsi e sfruttarsi per fini commerciali nei circhi e nei teatri. Gia' nei secoli precedenti ma in particolare nel XIX divenne popolare l'esibizione di disabili come fenomeni da baraccone negli Stati Uniti e in Europa. Tra di loro c'erano anche molti bambini, ai quali il circuito dei "freak shows" offriva l'unica alternativa ad una vita di totale reclusione, sia pure in condizioni di sfruttamento estremo se non di vera e propria schiavitù, comprati e venduti da affaristi senza scrupoli. Si trattava generalmente di gemelli siamesi o bambini affetti da nanismo o da altri malformazioni, la sua visione a pagamento suscitava negli spettatori orrore e compassione. Alcuni di questi bambini raggiunsero grande fama come Charles Sherwood Stratton (conosciuto con il nome d'arte di General Tom Thumb), attivo nel circo Barnum sin dall'età di 5 anni. Ilona e Judit Gófitz (1701-1723), Millie e Christine McKoy (1851-1912), Giacomo e Giovanni Battista Tocci (1875-...) Daisy e Violet Hilton (1908-1969).

Josephene Myrtle Corbin (1868-1928).

Il cinema affronta con reticenza la problematica della disabilita' infantile, considerata troppo scioccante per essere apertamente mostrata, soprattutto nelle sue forme piu' estreme.


La disabilità nel cinema

Forme lievi di disabilità sono parte dell'esperienza di vita comune, e socialmente accettare in un mondo popolato da storpi, ciechi, sordi, . I soggetti disabili venivano compatiti, al parti dei malati e affidati alla compassione, talora vivendo di elemosine. Vi erano tuttavia forme di disabilita' (fisiche o mentali) che generano orrore e a cui a lungo è stato attaccato uno stigma sociale che le rendeva una vergogna da tenersi nascosta all'interno della famiglia o in istituti religiosi, o altrimenti uno scherzo di natura da esibirsi e sfruttarsi per fini commerciali nei circhi e nei teatri.

Nel cinema (come nella vita) la figura del disabile (lo storpio, il cieco, il sordo, il muto, lo "scemo del villaggio") fa parte dell'esperienza comune e come tale è presente nelle innumerevoli storie raccontate. C'erano forme di disabilita' pero' che non risultavano socialmente accettate. In quanto generavano orrore e vergogna esse erano anche dal cinema o sistematicamente ignorate, o introdotte solo in film di genere horror in figure come quelle di Quasimodo in Il gobbo di Notre Dame (1923) o del Fantasma dell'Opera.

Il primo film a porre lo spettatore direttamente a contatto con questo mondo e' Freaks, regia di Tod Browning (1932), in cui i disabili, costretti per vivere ad esibirsi nei circhi e nelle fiere, formano un universo separato e solidale.

Solo con la seconda guerra mondiale il cinema (e la società intera) si pongono ll problema di educare il pubblico all'accettazione di ogni forma di disabilità. Si tratta in primo luogo del problema del reinserimento sociale dei tanti mutilati e disabili di guerra trattato in film come I migliori anni della nostra vita (1946) e Il mio corpo ti appartiene (1950). Proprio per la sua interpretazione nel primo di questi film Harold Russell, mutilato di guerra, riceve nel 1947 l'Oscar per miglior attore non protagonista e un Oscar speciale per la valenza sociale del messaggio di speranza e inclusione trasmesso dal suo personaggio.

Anna dei miracoli (The Miracle Worker), regia di Arthur Penn (1962) rappresenta un altro importante passo in avanti. Il film promuove il trattamento di casi considerati fino ad allora disperati ed elogia lo sforzo eroico di operatori sociali e insegnanti impegnati al recupero dei disabili.

In Il buio oltre la siepe (To Kill a Mockingbird), regia di Robert Mulligan (1962) la lotta contro le barriere razziali abbraccia anche l'accettazione del disabile della casa accanto che da escluso e oggetto di paura si rivela amico e protettore.

Con The Elephant Man (1980) il tema della disabilita' e' visto per la prima volta dalla prospettiva del disabile che da fenomeno di baraccone ritorna ad essere persona con i suoi sentimenti e la sua dignità che devono essere in ogni caso rispettati.

Da allora il cinema (e la televisione) sono diventati i veicoli principali per la promozione dei diritti dei disabili e la sensibilizzazione dell'opinione pubblica per un atteggiamento di accoglienza e contro l'ignoranza e i troppi pregiudizi che ancora circondano varie tipologie di disabilità.

Filmografia (parziale)


Maria Eisenstein (Maria Luisa Moldauer Steele)

Maria Eisenstein (Vienna, 1914 - Los Angeles, 1994) nasce a Vienna da una famiglia ebraica di origini polacche. Nel 1936 si trasferisce a Firenze per frequentare l’università. Oltre al polacco, parla correttamente il tedesco, il francese e l'italiano. Nonostante la promulgazione delle leggi razziali fasciste nel 1938 riesce a laurearsi in Lettere nell’autunno 1939, nell'ultima sessione consentita dal governo fascista a quegli ebrei che risultassero già iscritti all'Università.

Nell'estate del 1940, all’ingresso dell’Italia nella Seconda guerra mondiale Maria Moldauer si trovava in Sicilia. Qui, con la scusa di un colloquio con il questore, viene arrestata per essere trasferita come tutti gli ebrei "stranieri" residenti in Italia in uno dei campi per l'internamento civile nell'Italia fascista. La destinazione che le è assegnata è Villa Sorge a Lanciano, un edificio preso per l'occasione in affitto dalle autorita' fasciste, dove e' reclusa assieme ad altre donne (alcune con bambini) di nazionalita' "nemica" (ebree, inglesi, slave).

Maria vi resta dal 4 luglio al 13 dicembre 1940.

Con spirito arguto e schietto, Maria appunta su un taccuino tutto quello che sente e che vede. I prigionieri sono sottoposti ad un regime di semi-liberta. Non c’è il filo spinato e neppure l’orrore, a Villa Sorge. Le giornate trascorrono vuote e monotone, in un edificio sempre più fatiscente, per le detenute sottoposte senza difesa ai mille piccoli soprusi quotidiani dei loro carcerieri, che sistematicamente rubano loro cibo e denaro, e a quella che Maria percepisce come totale complicita' e indifferenza da parte della popolazione locale.

Maria Moldauer non muore nella Shoah. Le deportazioni dall'Italia cominceranno solo dopo l'8 settembre 1943. Riesce a sopravvivere con Samuel Eisenstein, divenuto nel frattempo suo marito.

Dopo la liberazione di Roma Maria e il marito lavorano con le autorita' di occupazione alleata. La pubblicazione del diario avvenne a Roma già nell'autunno del 1944, subito dopo la liberazione della città, a guerra non ancora conclusa.[1]

Terminata la guerra, Maria andrà negli Stati Uniti con la madre, anche lei scampata all’Olocausto. Il marito la raggiungerà più tardi. I due si lasceranno pero poco dopo e, senza figli in comune, si perderanno di vista.

Non si sa quasi niente della vita di Maria Eisenstein in America. E' giornalista ma non pubblica altri libri di racconti o memorie.

Maria muore a Los Angeles nel 1994.

Per lungo tempo del suo diario si perde memoria fino alla sua ripubblicazione in Italia nel 1994 e quindi nel 2014. Esistono oggi diversi studi che hanno raccolto le testimonianza e le esperienze di coloro che tra il 1940 e il 1943 furono prigionieri nei campi per l'internamento civile nell'Italia fascista.[2]. L'opera di Maria Eisenstein mantiene tuttavia caratteri di eccezionalita' in quanto e' l'unico diario pervenutoci da quegli anni, del quale si conosca l'esistenza.

Nel 2013 il Comune di Lanciano le dedica la via a fianco di Villa Sorge.[3]

Bibliografia

  • Gianni Orecchioni, I sassi e le ombre. Storie di internamento e di confino nell’Italia fascista. Lanciano 1940-1943

Collegamenti esterni


La liberazione avvenne il 3 dicembre 1943 27/01/16 Il Giorno della Memoria, celebrato il 27 gennaio di ogni anno per commemorare le vittime dell’Olocausto, costringe chiunque abbia del sangue che scorre nelle vene a fare i conti con un passato neanche troppo lontano e ad affrontare l’argomento. Si dice spesso “per non dimenticare”, espressione che rischia di scadere nella banalità e nella retorica, ma che esprime in pieno il senso che giornate come queste vogliono significare.

Ricordare e appropriarsi di cose non vissute sulla propria pelle è alquanto difficile, ma è a questo che servono le preziose testimonianze di chi invece ha visto e assistito, come quelle riportate nel libro di Gianni Orecchioni I sassi e le ombre. Storie di internamento e di confino nell’Italia fascista. Lanciano 1940-1943, dove vengono descritte le vicende di chi è stato all’interno dei campi di internamento dislocati in Abruzzo. Sì, perché è anche questo un punto centrale della questione: spesso si menzionano i grandi campi di concentramento come Auschwitz o Dachau, tralasciando o non sapendo che anche in ambito nazionale e regionale ne furono attivati molti.

Nel libro ci si sofferma sul campo di concentramento (e non di sterminio) di Lanciano, dove furono internate delle donne nel corso della seconda guerra mondiale e che venne liberato il 3 dicembre 1943.

Scrive Orecchioni: «Dopo poco più di due settimane dall’entrata in guerra dell’Italia, il 27 giugno 1940, con l’arrivo delle tre prime internate, iniziava l’attività del campo di concentramento femminile di Villa Sorge. La villa era situata a Lanciano, in provincia di Chieti, in contrada Viale Cappuccini ed era ubicata a circa un chilometro dalla città. Dal contratto di locazione allora stipulato risulta che essa era composta da 3 piani: «un piano terra con 4 camere, ingresso, gabinetto e un vano rustico; un primo piano con 5 camere, cucina, gabinetto con bagno e terrazzino coperto; un secondo piano con 3 vani». Il suo proprietario, l’Avv. Filippo Sorge, domiciliato a Pescara, l’aveva affittata alla Regia Prefettura di Chieti con un contratto annuale rinnovabile per la somma di £. 5.400 annue (pari a 450 lire mensili) a decorrere dal 3 giugno 1940, ossia già prima della dichiarazione di guerra di Mussolini. Come risulta dal contratto di locazione, la villa era ancora sprovvista degli impianti di gas e di luce elettrica ed era chiaramente specificato l’uso che il Ministero dell’Interno avrebbe fatto dell’immobile, che era quello dell’alloggiamento degli internati e dei confinati. [...] Il 15 settembre 1940 erano internate a Villa Sorge 49 donne più 4 bambini, ma nel complesso erano già passate nel campo 71 internate, 27 delle quali ebree. [...] Un altro nucleo consistente d’internate era costituito dalle «suddite nemiche» provenienti da vari Paesi, 14 delle quali erano inglesi».

Ma perché queste donne furono costrette al soggiorno forzato?

La risposta è scritta poco dopo nel testo: «La composizione così variegata delle internate era frutto del Regio decreto dell’8 luglio 1938, n. 1415, con cui si stabiliva che in Italia, appena iniziata la guerra, sarebbero stati internati gli stranieri di Stati nemici per motivi di sicurezza interna [...] onde evitare possibili forme di spionaggio e di collaborazione con gli oppositori interni, che pure venivano sottoposti ad analoga prigione preventiva».

Va detto che a questo decreto si aggiungevano le leggi razziali che privavano del diritto di soggiorno gli ebrei stranieri che per evitare le persecuzioni naziste avevano trovato rifugio in Italia.

Per ricostruire le dinamiche che si svolgevano all’interno del campo, lo studioso si è avvalso del libro di Maria Eisenstein L’internata numero 6, uscito nel 1944, dove viene narrato in prima persona il suo soggiorno coatto nel campo tra il 4 luglio e il 13 dicembre 1940.

Sono tanti gli aspetti che emergono dalle descrizioni di quella che era la “non vita” all’interno di Villa Sorge: «nel campo si era venuta a creare una microeconomia per cui ciascuno metteva a disposizione le proprie competenze per svolgere particolari funzioni remunerate: la cucina, le lezioni di lingua, il lavoro a maglia, la scrittura delle lettere», ma «quel che maggiormente irritava Maria era la degradazione umana del campo. Vivere malgrado tutto, accettare la vita come viene non è facile».

Viene comunque sottolineato che «attraverso le loro testimonianze e analizzando le relazioni dei medici provinciali sulle condizioni igienico-sanitarie dei campi, emerge che quello di Villa Sorge era uno dei più vivibili [...]», eccetto per il periodo che seguì il 12 febbraio 1942, cioè quando la villa divenne un campo di concentramento maschile per nazionalisti e comunisti slavi, dove la mancanza di acqua e medicinali la resero particolarmente degradata.

Nell’impossibilità di riassumere in poche righe vicende che meriterebbero ben più ampio spazio, si può solo dire che dalla lettura di punti di vista esterni e grazie a mirati approfondimenti storici si ha la sensazione che si vogliano “smascherare” colpe che una coscienza nazionale ha voluto spesso celare, «quasi che il popolo italiano fosse costituzionalmente immune dal compiere vere e proprie forme di persecuzione», nell’intenzione di far emergere e diffondere verità che talvolta si preferisce nascondere, ma che si ha il dovere di conoscere e ricordare.


Esistono studi e pubblicazioni che hanno raccolto specificatamente le memorie e le esperienze di coloro che tra il 1940 e il 1943 furono prigionieri nei campi per l'internamento civile nell'Italia fascista.[4] La testimonianza più eccezionale è il diario redatto in quegli anni da Maria Eisenstein, una giovane ebrea austriaca giunta in Italia nel 1936, durante la sua prigionia nel campo di internamento di Lanciano. Il diario fu pubblicato a Roma già nell'autunno del 1944 subito dopo la liberazione della città a guerra non ancora conclusa.[5]

Intitolata la via che porta a Villa Sorge alla scrittrice Maria Eisenstein

Lei era una internata reclusa nel campo di Villa Sorge a lanciano, campo che raccoglieva le donne dissidenti con il regime o semplicemente sgradite perchè di origine ebraica. Si chiamava Maria Luisa Moldauer Steele) ed era nata a Vienna nel 1914 da famiglia ebraica che risiedeva in Polonia, visse a lungo nella capitale austriaca. Oltre al polacco, parlava correttamente il tedesco, il francese e un impeccabile italiano. Trasferitasi in Italia nel 1936 si iscrisse alla facoltà di Lettere e Filosofia a Firenze dove si laureò nel 1939. Ed è quì che venne colpita dalle leggi razziali italiane e venne internata nella seconda metà del 1940 nel campo di concentramneto di Lanciano. Amica di Brancati e di Accornero, lavorò per gli Alleati a Roma e, dopo il matrimonio celebrato da Elio Toaff, raggiunse sana e salva gli Stati Uniti, insieme alla madre sopravvissuta alla Shoah, dove lavorò come giornalista. Muore a Los Angeles nel 1994. Quella reclusione ovviamente la segnò a vita e si tradusse nel libro L'internata numero 6. Né diario né romanzo, ma con la verità cruda del primo e la fantasia del secondo: questo volume dovrebbe occupare un posto preciso tra i libri che ci hanno lasciato una documentazione precisa dei campi di concentramento in Italia durante il fascismo. Maria è formidabile nell'elaborare un proprio personalissimo stile nella lingua d'adozione, l'italiano, con cui ha cocciutamente riempito i fogli del manoscritto ritrovato nel dicembre del '43 dal tenente dell'esercito americano MacReegan, durante una convalescenza in ospedale. Sarebbe già questo un motivo sufficiente per leggere questa straordinaria testimonianza e meditare e per noi lancianesi scoprire un mondo che fin ora ci era sembrato così distante e che pure era così vicino.

Stamane alla presenza delle autorità cittadine si è intitolata la strada proprio a Maria Eisestein nel viottolo che affianca Villa Sorge. Fra studenti del De Titta e il racconto formidabile del professor Gianni orecchioni presidente dell'A.N.P.I. la storia sembra essersi riproposta in tutta la sua tremneda crudeltà. Presente inoltre una delegazione slovena fra cui due splendide donne ora 71enni che 70 fa in quel campo ci erano nate:Katarina Jalacin e Daisy Dente. Non ricordano ovviamente nulla di quei giorni ma fa impressione sapere che entrambe conservano delle fotografie di loro neonate con le loro mamme a Villa delle Rose! Si perchè le donne di villa Sorge erano internate "Libere"...che contraddizione un pasticcio di parole che ancora una volta ci riporta all'assurdità di un periodo che mai si dovrebbe smettere di racconatre alle nuove generazioni. Presente anche Santino Spinelli che nel suo intervento ha parlato della Shoah del popolo Rom ancora troppo spesso stigmatizzato dalla storia.

25 aprile, Maria e il diario come Anna Frank: sopravvisse ai campi fascisti ma il suo libro fu riscoperto dopo 70 anni di Ilaria Lonigro

La storia di "Internata numero 6", Maria Eisenstein, prigioniera in Abruzzo insieme ad altre 74 ebree e straniere (e quindi "nemiche della patria". Il suo romanzo, scritto con stile e talento, sul suo periodo di internamento, è rimasto a lungo sconosciuto. Fino alla riscoperta - dopo una ricerca di trent'anni - di un professore di Storia, Carlo Spartaco Capogreco. Che a ilfatto.it dice: "Perché quelle pagine sono finite nell'oblio? Perché vanno contro il mito del buon italiano"

E’ stata la Anna Frank italiana, eppure Maria Eisenstein e il suo romanzo L’internata numero 6, scritto durante i cinque mesi di prigionia in un campo fascista in Abruzzo e pubblicato nel 1944, restano ancora sconosciuti, a 74 anni dalla liberazione. Il motivo, oggi come allora, è lo stesso. “Questo libro va contro il mito del buon italiano”, suggerisce a ilfattoquotidiano.it Carlo Spartaco Capogreco, professore di Storia contemporanea all’università della Calabria. A lui, da trent’anni sulle tracce di Maria, che chiama affettuosamente “l’internata”, si deve la riscoperta del suo volume, di cui ha firmato la prefazione nell’ultima edizione, per i tipi di Mimesis, nel 2015. Una storia rilanciata nell’ultimo numero del Giornale di Storia, rivista online che nell’ultimo numero monografico (scaricabile gratis) dedica un approfondimento alle leggi razziste nell’Italia fascista con novità e fonti inedite.

Un taccuino per sopravvivere all’internamento E’ il 1940 quando Maria Moldauer, ventiseienne polacca, colta e di buona famiglia, laureata in Lettere all’Università di Firenze, raggiunge il suo fidanzato in Sicilia e qui, con la scusa di un colloquio con il questore, viene condotta in carcere e poi trasferita, per volere del ministero dell’Interno, a Lanciano, in Abruzzo, a Villa Sorge.

Quattro bagni, di cui tre rotti, caratterizzano l’edificio preso in affitto dal regime per internarvi, in attesa di un’eventuale deportazione, 75 donne ebree o straniere, dunque “nemiche della patria”. Maria appunta sul taccuino tutto quello che sente e che vede. Con spirito arguto e schietto, descrive in prosa asciutta e ironica le invidie, i sospetti e le angosce delle prigioniere e tratteggia lo squallore dei loro carcerieri, ordinari nella loro meschinità. Fa quasi sorridere per esempio la descrizione del commissario Pistone, sessantottenne spinto da una “passione senile per la trentenne Natascia”, “pietoso”, “falso”, “vanitoso e triviale”. A dargli man forte nel campo è una donna, la direttrice Marfisi, una casalinga abruzzese scrupolosa nell’applicare i dettami del Fascio (esemplare il rimprovero a una prigioniera che ha appena tentato il suicidio: “Il ministero non lo permette!”) tanto quanto nel rubare, in modo sistematico e sfacciato, cibo e soldi alle internate.

Le giornate si nutrono di vuoto e angoscia. “Tutto stagna in una patologica attesa della fine”, scrive Eisenstein, numero di matricola 6, come legge lei stessa sopra la sua branda ogni sera, quando, nel buio, smette di essere un numero e torna ad essere Maria, e allora la assale “il coraggio d’aver paura”. Non il coraggio di reagire: è capace solo di “sterili conati di ribellione”. E quando il fidanzato la abbandona al suo destino, la sua forza crolla. “E ancora avrei potuto resistere all’abbandono della donna, non a quello dell’essere umano, della numero 6”. Per sopravvivere al Campo, serve un appiglio. “Per essere corazzate ci vuole una grande fede in qualcosa o in qualcuno (…). Nel campo (…) questa fede muore”.

Cattiveria e indifferenza: Villa Sorge è la quintessenza dell’Italietta fascista Fuori dalla Villa, la società civile è complice. Durante le uscite, centellinate e controllate, in paese le donne si imbattono nell’indifferenza degli abitanti, o, peggio, nella loro cattiveria, quasi in una Dogville ante litteram, il film di Lars Von Trier in cui Nicole Kidman è una latitante vessata e ricattata dai paesani che le danno riparo. “A voi che siete nemiche della patria non dovrei vendere niente – dice loro una contadina – Dovreste morire tutte di fame. Ma, se vi vendo qualcosa, magari a più degli altri. Questo mi mette a posto la coscienza”. L’unico momento di evasione, Maria lo trova grazie alla febbre, quando tocca i 41 gradi e la culla nei suoi vaneggiamenti. “Sprofondo nel buio del delirio: delizioso”.

Non c’è il filo spinato e neppure l’orrore, a Villa Sorge. Tutto è blando e piccolo, meschino e squallido: Villa Sorge è la quintessenza dell’Italietta fascista. La cattiveria degli aguzzini, più che odio, le suscita pietà. “Qui è messo a nudo il fondo umano, qualche volta ripugnante, spesso commovente”. Come la visione di Liselotte, un’internata sensuale che, in mancanza di uomini, sfoga il suo bisogno con il cibo. “Non i pianti, le invocazioni, né gli attacchi di isterismo e nemmeno le tranquille disperazioni di talune, possono rendermi palese tutta la stupida crudeltà del nostro internamento: lo fa invece la vista di questo donnone di 32 anni, distesa sulla branda, col vestito che le è scoppiato sui fianchi e sul petto, gli occhi semichiusi, le gengive impegnate in un ritmico movimento di masticazione: tutto il suo essere che vive per una caramella”.

Sulle tracce di Maria, la Anna Frank italiana A differenza di Anna Frank, però, Maria Moldauer non muore nella Shoah. Si salva, fugge, con quello che nel frattempo è diventato suo marito: Samuel Eisenstein, di cui terrà il nome. Lei andrà negli Stati Uniti con quello che resta della sua famiglia scampata all’Olocausto. Lui la raggiungerà più tardi, i due si lasceranno poco dopo. Senza figli in comune, si perderanno di vista. Non si sa quasi niente della vita di Maria Eisenstein in America. “Una cosa è certa, non ha più scritto. E’ strano: aveva il talento, la stoffa. Ma la vita crea gli eroi, crea i momenti, crea i bisogni della scrittura”, riflette Capogreco.

E quando, all’inizio degli anni Novanta, il professore si metterà sulle tracce di Maria, incontrerà Samuel. Insieme la cercheranno, a colpi di lettere e telefonate, per scoprire solo dopo la riedizione in Italia de L’Internata numero 6, nel 1994, che Maria se ne era andata da tre mesi, senza sapere che il suo unico libro, pubblicato cinquant’anni prima, era tornato alla luce dall’altra parte dell’Atlantico. “I libri sono un’arma formidabile: lei è morta ma al tempo stesso è resuscitata, nel ’94, perché nel ’94 è uscito il suo libro: nessuno la conosceva. Dopo di allora si è parlato per la prima volta del campo di Lanciano. Ma L’internata numero 6 non si è mai presentato a Lanciano, interessante come termometro” sostiene lo studioso, che è autore anche de I campi del Duce (Einaudi). “Il suo libro è finito nell’oblio come ci sono finiti i campi stessi (qui il focus del Giornale di Storia). E’ tutto un oblio il Dopoguerra italiano, non c’è da meravigliarsi se c’è un rigurgito fascista. Serve la memoria, ma se non si fa la storia, quale memoria ci sarà?”.





Storia

Il campo di concentramento per bambini di Sisak fu aperto il 3 agosto 1942 in seguito all'Operazione Kozara, vasta offensiva anti-partigiana iniziata nel giugno 1942 che portò all'arresto e imprigionamento di migliaia di civili serbi. [14] Ufficialmente si trattava di un luogo di soggiorno per i bambini rifugiati", orfani o separati dai loro genitori, sotto gli auspici della "discendenza femminile Ustasha" e "Servizio di sicurezza di Ustasha", e sotto il diretto controllo del dott. Antun Najžer, un medico. \ I bambini erano alloggiati a Sisak in vari edifici: l'ex Associazione jugoslava di falconeria (la cosiddetta "Sokolana"), il convento delle suore di San Vincenzo, il magazzino del riso salino, il magazzino delle saline di Rajs, la scuola elementare Novi Sisak e il la cosiddetta "Karantena" (quarantena). Tutti questi edifici erano totalmente inadatti a ospitare bambini e privi di qualsiasi struttura di accoglienza. Bambini, anche di pochi mesi, giacevano completamente abbandonati a se stessi per terra su un sottile strato di paglia, senza vestiti o coperte.

Un primo gruppo di 906 bambini arrivò al capo il 3 agosto 1942. Il giorno seguente fu la volta di un altro gruppo di 650 bambini; il terzo gruppo, arrivato il 6 agosto, consisteva di 1272 bambini. Nella serra di Teslić e nelle caserme di nuova costruzione, "Karantena", era stato creato un campo di concentramento generale per uomini, donne e bambini. Tra l'agosto e il settembre del 1942, il campo ospitò un totale 3.971 bambini, i cui genitori erano stati selezionati per lavori forzati nella Germania nazista. Dall'agosto 1942 all'8 febbraio 1943, nel campo di Sisak sono stati imprigionati 6.693 bambini, in maggioranza bambini serbi provenienti da Kozara, Kordun e Slavonia, ma anche bambini ebrei e di etnia rom o sinti. Quando scoppiò un'epidemia di tifo, Najžer ordinò il trasferimento dei bambini infetti all'ospedale improvvisato, che, tuttavia, aumentò la mortalità tra i bambini

Le condizioni di vita nel campo erano cosi' dure che le testimonianze raccolte riportano il numero delle vittime per fame e malattia tra i 1152 e i 1630. L'intervento della Croce Rossa portò alla chiusura del campo con il trasferimento di 2200 bambini a Zagabria, mentre altri 1.600 furono accolti dalla popolazione locale. Alla fine della guerra 1690 furono i bambini restituiti alle loro famiglie.  

LA MEMORIA

Per commemorare la sofferenza nel campo di concentramento, nel 1958 fu costruita una fontana con statue di sette bambini. La placca attaccata è stata distrutta all'inizio del 1990 dai nazionalisti croati. [4] Dalla precedente edificio principale di quattro piani del campo era ormai una discoteca . [2] cimitero dei bambini Viktorovac , fino a 2.000 bambini sono sepolti in, è stato completamente trascurato in quanto non è stato etichettato come tale. [4]La trasformazione dell'edificio in una discoteca è stata severamente criticata dal lato serbo. Dopo anni di abbandono, la targa commemorativa è stata finalmente ricostruita nel 2013 per iniziativa del Consiglio nazionale serbo (SNV). [3] L'SNV assunto nello stesso anno di applicazione per lo stato del cimitero bambino monumento dovrebbe ricevere. [3] Il primo giorno di ricordo si è tenuto nel 1990, ha avuto luogo la 2012th [4]



nel settembre 1939, Kasztner contribuì a creare un centro di informazione a Cluj per i rifugiati ebrei provenienti da Germania, Austria e Polonia. Dopo che il governo ungherese chiuse Új Kelet per la sua posizione sionista nel 1941, Kasztner si trasferì a Budapest nel 1942 per trovare un impiego. Una volta lì, Kasztner e altri attivisti sionisti (tra cui Joel e Hanzi Brand) aiutarono ad organizzare il Comitato di Soccorso e Salvataggio (Va'adat Ezra ve-Hatzalah o la Va'adah) nel 1943, per il salvataggio dei profughi ebrei che cercavano di sfuggire al Terrore nazista nei paesi vicini entrando in Ungheria.

Negoziati con la SS Dopo l'invasione e l'occupazione tedesca dell'Ungheria, il 19 marzo 1944, l'attenzione del Comitato di Soccorso e Salvataggio si trasformò in negoziati con le SS per scambiare persone con equipaggiamenti militari e camion, denominati "Sangue per merci".

A partire dall'aprile 1944, Kasztner e Joel Brand entrarono in trattativa con Dieter Wisliceny e Adolf Eichmann delle SS nella speranza di sospendere le deportazioni di ebrei dall'Ungheria. Alla fine di aprile del 1944, Adolf Eichmann propose di "vendere" 10.000 ebrei in cambio di camion consegnati ai nazisti. Brand si è recato in Turchia per presentare la proposta agli alleati e ai rappresentanti dello Yishuv (la comunità ebraica in Palestina). Dopo che il Brand non è riuscito a tornare da Istanbul, Kasztner ha assunto le trattative con Eichmann e Kurt Becher, anche se la deportazione di massa degli ebrei ungheresi è iniziata nel maggio del 1944.


Rudolf Kastner (1906–1957) era un ebreo ungherese, giornalista e politico sionista, che durante la Seconda Guerra Mondiale, costituì il Comitato per l’Aiuto ed il Soccorso, insieme ad altri figure di spicco della comunità ebraica locale: l’Ungheria infatti era un paese libero e sovrano, alleato della Germania ma pur sempre formalmente indipendente. Anche per questo il Comitato riuscì a far lasciare il paese ad oltre 22000 ebrei tra il 1941 e il marzo 1944. Il 19 marzo 1944 la Germania nazista invase l’Ungheria (il cui governo voleva ritirarsi dalla guerra) e la situazione divenne drammatica: 800.000 ebrei, metà dei quali a Budapest stavano per essere deportati. Kastner andò a parlamentare con Adolf Heichmann, regista dell’operazione, per consentire ad un certo numero di ebrei di fuggire in cambio di oro, diamanti e contanti. Il 30 giugno 1944 un treno composto di 35 vagoni partiva dalla stazione di Budapest carico di ebrei di varia estrazione sociale (quelli più ricchi pagarono 1.000 dollari ciascuno per coprire la propria e la fuga degli altri) e 273 bambini, molti dei quali orfani: erano i mesi della deportazione ad Auschwitz di 437.000 ebrei ungheresi (tre quarti dei quali sarebbero subito stati inviati alle camere a gas). Ad ogni passeggero del treno di Kastner era stato permesso di portare due cambi di vestiti, sei cambi di biancheria intima, e il cibo per 10 giorni. La situazione è simile a quella del più noto Schindler. Nella lista stilata da Kastner e da altri membri del Comitato per il Soccorso c’erano 199 sionisti dalla Transilvania e 230 da Budapest, e 126 ortodossi e ebrei ultra-ortodossi, tra cui 40 rabbini. C’erano studiosi, artisti, casalinghe, contadini, agricoltori, industriali e banchieri, giornalisti, insegnanti e infermieri, tra cui lo scrittore Béla Zsolt, lo psichiatra Léopold Szondi e la cantante lirica Dezső Ernster. C’erano inoltre anche 388 persone di Cluj, città natale di Kastner, e tutti i membri della sua famiglia e di quelle di alcuni suoi collaboratori.


Kastner avrebbe poi scritto dopo la guerra, in un rapporto sulle azioni del suo Comitato, che vedeva il treno come una “arca di Noè”, perché conteneva una sezione trasversale della comunità ebraica ungherese, con una certa attenzione verso quelli che avevano lavorato nel servizio pubblico. Quando il treno fu fermato al confine austriaco i passeggeri entrarono nel panico, temendo fosse deviato verso Auschwitz: questo dimostra come già durante la guerra era abbastanza chiaro cosa stesse succedendo nei campi di sterminio. Eichmann decise, per ragioni che rimangono poco chiare, di deviare il treno verso il campo di concentramento di Bergen-Belsen nel nord-ovest della Germania, vicino Hannover: a Linz furono fermati, fatti scendere e condotti in una stazione di disinfestazione per ricevere una visita medica e una doccia. Rimasero nudi per ore in attesa di vedere il personale medico o andare nelle docce: tenuto conto che già girava voce di cose fossero le “docce” dei campi nazisti, il terrore che provarono non è immaginabile. Il 9 luglio il treno fermò a Bergen Belsen, e furono registati 1684 ebrei, che furono stipati nel Ungarnlager, cioè la sezione ungherese del campo, e qui restarono fermi per alcuni mesi. Viveano stipati in camerate da 130 persone circa ed avevano una dieta quotidiana che consisteva di 330 grammi di un pessimo pane grigio, 15 grammi di margarina, 25 grammi di marmellata, un litro di zuppa (soprattutto di rapa), un succedaneo del caffè, e talvolta formaggio o salsiccia, con latte ed extra razioni per i bambini sotto i quattordici anni. Ad agosto il primo treno con 318 passeggeri partì per la Svizzera, ed un secondo a dicembre: alla fine 1670 ebrei arrivarono salvi nel villagio di Caux, presso Montreux, e furono sistemati in hotel di lusso requisiti e trasformati in residenze per rifugiati.


  • Jack Klajman (b.1931), Out of the Ghetto, London ; Portland, OR : Vallentine Mitchell, 2000 <Ghetto di Varsavia>


  • Rbin Katz (b.1931), Gone to Pitchipoï : a boy's desperate fight for survival in wartime Boston : Academic Studies Press, 2012.
  • Anita Lobel (b.1934), No pretty pictures: a child of war New York : Greenwillow Books, 1998. <wiki.en> <wiki.de>
  • Naomi Samson (b.1933), 'Hide : a child's view of the Holocaust Lincoln : University of Nebraska Press, 2000.
  • Isaac Millman (b.1933), Hidden Child, New York: Farrar, Straus and Giroux, 2005

Isaac Millman was born in France in 1933 and was a hidden child during the German occupation of France during the Second World War. Both his mother and father were deported to Auschwitz where they were killed.

He left for America in 1948, a teenager, when he was adopted by an American Jewish family in Brooklyn, NY. He graduated from the Pratt Institute in 1952 with a degree in fine arts and worked as senior art director for a large sales promotion agency. He is the author and illustrator of the four Moses books, the author and illustrator of “Hidden Child” and “Arbeit Macht Frei - Work Sets You Free,” as well as the illustrator of the Howie Bowles books by Kate Banks.

He lives with his wife in New York City. They have two sons and four grandsons.


  • Jack Mandelbaum (b.1927) = Andrea Warren, Surviving Hitler: A Boy in the Nazi Death Camps, New York: HarperCollinsPublishers, 2001. <wiki.en>
  • Leon Leyson (born Leib Lezjon).The boy on the wooden box :

how the impossible became possible ... on Schindler's list New York : Atheneum Books for Young Readers, 2013 <autobiografia. Salvatosi nella Schindler List>



Uri Orlev was born in Warsaw in 1931. When the Second World War broke out, his father – a physician and an officer in the Polish Army – was captured on the Russian front. Uri Orlev, his mother Zofia and his younger brother spent the first years of the war in Warsaw and in Warsaw ghetto. After his mother was killed by the Nazis, Orlev and his brother were cared for by their aunt Stefania. The two brothers were smuggled out of the ghetto and hidden by Polish families. In 1943 they were sent together with aunt Stefania to Bergen-Belsen. While on a train, carrying them to an unknown destination, they were liberated by the 9th U.S. Army in April 1945. In September 1945 Aunt Stefania send them in a group of children to Palestine – Eretz Israel at that time. Only in 1954 did they meet their father again in Israel. Until 1976 Orlev wrote for adults. Since then he has written for youth and children and published 32 books for different age groups. His books were translated into more than 38 languages. He has also translated children’s and adults books from Polish into Hebrew. His children’s books have received world-wide recognition. He has won more than 40 prizes and awards both in Israel and abroad, and he is the winner of The 1996 Hans Christian Andersen Author Award. Orlev lives in Yemin Moshe neighborhood is Jeruslaem with his wife. He is the father of two daughters and two sons, and grandfather to six grandchildren, so far.[6]



Film con attori bambini

1890s

1894

1895

1896

1897

1898

1899

1900s

1900

1901

1902

1903

1904

1905

1906

1907

1908

1909

1910s

1910

1911

1912

1914

1915

1916

1917

1918

1919

1920s

1920

1921

1922

1923

1924

1925

1926

1927

1928

1929

1930s

1930

1931

1932

1933

1934

1935

1936

1937

1938

1939

1940s

1940

1941

1942

1943

1944

1945

1946

1947

1948

1949

1950

1950

1951

1952

1953

1954

---

1955

---

1956

1957

1958

1959

---

1960s

1960

1961

AKA The Yellow Slippers (Poland, 1961) || <BoyActors>

AKA The Knife || <BoyActors>

1962

1963

1964

1965

1966

1967

1968

1969

1970s

1970

1971

1972

1973

1974

1975

1976

1977

1978

---

1979

1980s

1980

1981

1982

1983

1984

1985

1986

1987

1988

1989

1990s

1990

1991

1992

1993

1994

1995

1996

1997

1998

1999

2000s

2000

2001

2002

2003

2004

2005

2006

2007

2008

2009

2010s

2010

2011

2012

2013

2014

2015

2016

2017

2018

Lista di attori bambini internazionali

1880s

--- 1881 --- [>1895 >1898]

--- 1886 --- [>1900 >1903]

--- 1887 --- [>1901 >1904]

  • (EN) [no] [no] [no] # Tim Moore (USA, 1887-1958) <vaudeville> || <African-American> -- Child Act (1898-1904) with Romeo Washburn
  • [no] (IT) [no] [no] # Colin Williamson (UK, 1887-1976) [1898-1902] <H>

--- 1889 --- [>1903 >1906]

  • [no] (IT) [no] [no] # Harold Smith (UK, 1889–1975) [1898-1900]
  • (EN) (IT) (FR) (DE) @ Elsie Janis (USA, 1889-1956) <vaudeville>

1890s

--- 1890 --- [>1904 >1907]

--- 1891 --- [>1905 >1908]

--- 1892 --- [>1906 >1909]

--- 1893 --- [>1907 >1910]

--- 1894 --- [>1908 >1911]

--- 1895 --- [>1909 >1912]

--- 1896 --- [>1910 >1913]

--- 1897 --- [>1911 >1914]

--- 1898 --- [>1912 >1915]

--- 1899 --- [>1913 >1916]

1900s

--- 1900 --- [>1914 >1917]

--- 1901 --- [>1915 >1918]

--- 1902 --- [>1916 >1919]

--- 1903 --- [>1917 >1920]

--- 1904 --- [>1918 >1921]

--- 1905 --- [>1919 >1922]

--- 1906 --- [>1920 >1923]

--- 1907 --- [>1921 >1924]

--- 1908 --- [>1922 >1925]

--- 1909 --- [>1923 >1926]

1910s

--- 1910 --- [>1924 >1927]

--- 1911 --- [>1925 >1928]

--- 1912 --- [>1926 >1929]

--- 1913 --- [>1927 >1930]

--- 1914 --- [>1928 >1931]

--- 1915 --- [>1929 >1932]

--- 1916 --- [>1930 >1933]

--- 1917 --- [>1931 >1934]

--- 1918 --- [>1932 >1935]

--- 1919 --- [>1933 >1936]

1920s

--- 1920 --- [>1934 >1937]

--- 1921 --- [>1935 >1938]

--- 1922 --- [>1936 >1939]

--- 1923 --- [>1937 >1940]

--- 1924 --- [>1938 >1941]

--- 1925 --- [>1939 >1942]

--- 1926 --- [>1940 >1943]

--- 1927 --- [>1941 >1944]

--- 1928 --- [>1942 >1945]

--- 1929 --- [>1943 >1946]

1930s

--- 1930 --- [>1944 >1947]

--- 1931 --- [>1945 >1948]

--- 1932 --- [>1946 >1949]

--- 1933 --- [>1947 >1950]

--- 1934 --- [>1948 >1951]

--- 1935 --- [>1949 >1952]

--- 1936 --- [>1950 >1953]

--- 1937 --- [>1951 >1954]

--- 1938 --- [>1952 >1955]

--- 1939 --- [>1953 >1956]

1940s

--- 1940 ---

--- 1941 ---

--- 1942 ---

--- 1943 ---

--- 1944 ---

--- 1945 ---

--- 1946 ---

--- 1947 ---

--- 1948 ---

--- 1949 ---

1950s

--- 1950 ---

--- 1951 ---

--- 1952 ---

--- 1953 ---

--- 1954 ---

--- 1955 ---

--- 1956 ---

--- 1957 ---

--- 1958 ---

--- 1959 ---

1960s

--- 1960 ---

--- 1961 ---

--- 1962 ---

--- 1963 ---

--- 1964 ---

--- 1965 ---

--- 1966 ---

--- 1967 ---

--- 1968 ---

--- 1969 ---

1970s

--- 1970 ---

--- 1971 ---

--- 1972 ---

--- 1973 ---

--- 1974 ---

--- 1975 ---

--- 1976 ---

--- 1977 ---

--- 1978 ---

--- 1979 ---

1980s

--- 1980 ---

--- 1981 ---

--- 1982 ---

--- 1983 ---

--- 1984 ---

--- 1985 ---

--- 1986 ---

--- 1987 ---

--- 1988 ---

--- 1989 ---

1990s

--- 1990 ---

--- 1991 ---

--- 1992 ---

--- 1993 ---

--- 1994 ---

--- 1995 ---

--- 1996 ---

--- 1997 ---

--- 1998 ---

--- 1999 ---

2000s

--- 2000 ---

--- 2001 ---

--- 2002 ---

--- 2003 ---

--- 2004 ---

--- 2005 ---

--- 2006 ---

--- 2007 ---

--- 2008 ---

--- 2009 ---

2010s

--- 2010 ---


Abie's Irish Rose

1. Abie's Irish Rose (commedia teatrale, 1922-27)

2. Rosa d'Irlanda / Abie's Irish Rose (film 1928)

3. Abie's Irish Rose (programma radiofonico 1946)

4. Abie's Irish Rose (film 1946)

Film di soggetto ebraico

1890s

1900s

1910s

1920s

1930s

1940s

1950s

1960s

1970s

1980s

1990s

2000s

2010s


La Lista dei giusti tra le nazioni italiani, redatta dall'Istituto Yad Vashem di Gerusalemme, comprende al 2017 i nominativi di 682 cittadini italiani non ebrei che nel periodo dell'Olocausto si prodigarono per la salvezza dei perseguitati razziali.

L'elenco ufficiale dei giusti italiani

Il presente elenco non e' in alcun modo inclusivo di tutti coloro che si prodigarono per la salvezza degli ebrei italiani durante l'Olocausto. Contiene esclusivamente le famiglie italiane alle quali il titolo di "Giusti tra le nazioni" sia stato ufficialmente riconosciuto dall'Istituto Yad Vashem di Gerusalemme, secondo i criteri specifici dell'onorificenza.[7] (i nominativi dei membri della famiglie sono seguiti dall'indicazione del luogo dove è avvenuta l'opera di soccorso e dalla data in cui l'onorificenza è stata accordata)

A

  1. ACETI -- Pietro Aceti, con i figli Mario e Giuseppina -- Gignese -- 2003.[8]
  2. ADAMI -- Ulisse Adami, & Ade (Cardini) Adami -- Siena -- 1982. [9] [vedi anche Cardini]
  3. AFAN DE RIVERA COSTAGUTI -- Achille Afan de Rivera Costaguti, & Giulia (Florio) -- Roma -- 2002.[10]
  4. ALDOVRANDI -- Antonio Aldrovandi, & Giulia (Porta) Aldovrandi -- 2013.[11]
  5. ALESSANDRI -- Spartaco Alessandri, con la madre Mimma Alessandri -- Cagli -- 2004.[12]
  6. ALESSANDRINI -- don Armando Alessandrini -- Roma -- 1996
  7. AMBROSTOLO -- Emilio Ambrostolo, & Virginia -- Cessole -- 1999
  8. AMENDOLA -- Maria Amendola -- Roma -- 1983
  9. AMERIO -- Padre Pasquale Amerio -- Saluzzo -- 1983
  10. ANDREANI -- Luisa Colombo Andreani -- Como -- 2004
  11. ANDREONI -- Gildo Andreoni, con la madre Elisa Muzzarelli e la sorella Rosa Andreoni -- 2014
  12. ANGELA -- Carlo Angela -- San Maurizio Canavese -- 2001
  13. ANICHINI -- Giuseppe Anichini, & Anna -- Livorno -- 2007
  14. ANNONI -- Fosco Annoni, con la sorella Tina Annoni -- Leopoli, Ucraina, e Parma -- 1993
  15. ANTOLINI -- Umberto Antolini, con i genitori -- Ferrara -- 1983
  16. ANTONIAZZI -- Maria Antoniazzi (madre Antonia) -- Roma -- 2004
  17. ANTONIOLI -- don Francesco Antonioli -- Roma -- 1996
  18. ANTONIONO -- Pietro Antoniono, & Maria (Brunetto), con il figlio Carlo Antoniono -- Torre Canavese -- 2013
  19. ARLERI -- Giovanni Battista Arleri, & Clelia (Damonte), con il figlio Elio Arleri -- Asti -- 2004
  20. ARNALDI -- Rinaldo Arnaldi -- 1983
  21. AVENIA -- Giacomo Avenia -- Calestano -- 1999
  22. AVONDET -- Michel Avondet, & Leontina -- 1981
  23. AZZALI -- Giuseppe Azzali -- 2003

B

  1. BADETTI -- Virginia Badetti (madre Maria Augustina) -- 1998
  2. BADINI -- Gustavo Badini, & Rosanna (Andreon) -- 2011
  3. BARALE -- Don Vincenzo Barale -- 2014
  4. BARBANO -- Sigismondo Ugo Barbano (Collegio San Giuseppe De Merode) -- 2014
  5. BARBIERI -- Ostilio Barbieri, & Amelia (Prevoli) Barbieri -- Calestano -- 1999
  6. BARDINI-SCEBANENKO -- Liuba Bardini Scebanenko -- 2002
  7. BARTALI -- Gino Bartali -- 2013
  8. BARTALUCCI (I) -- Biagio Bartalucci, & Armida (Bellucci) -- 2003
  9. BARTALUCCI (II) -- Bruno Bartalucci & Giacomina (Gallinaro) -- 2003
  10. BARTOLESCHI -- Vincenzo Bartoleschi, & Rosmunda (Gennari), con il figlio Benedetto Bartoleschi -- 2005
  11. BASSI (I) -- Mons. Angelo Bassi -- 2004
  12. BASSI (II) -- Giacomo Bassi -- San Giorgio su Legnano -- 1998
  13. BASSO -- Lida (Frisini) Basso -- 1978
  14. BASTIANON -- Alessandro Bastianon -- 1997
  15. BATTISTELLA -- Ida (Granzotto) Battistella -- 2015
  16. BECCARI -- Mons. Arrigo Beccari -- Nonantola -- 1964
  17. BELLATO -- Mons. Agostino Bellato -- 2013
  18. BELLIO -- Gino Bellio, & Elsa (Poianella) Bellio -- 1998
  19. BELMESSIERI -- Giovanni Belmessieri, con la figlia Gina Belmessieri || || 2005
  20. BENEDETTI -- Emilia Benedetti (suor Maria Agnese) -- 1998
  21. BERTOGLIO -- Mons. Francesco Bertoglio -- Roma -- 2011
  22. BERTONE -- Antonio Bertone -- 2006
  23. BETTIN -- Regina Bettin, & Giovanni Bettin -- 1994
  24. BEZZAN -- Emmo Bezzan, & Brunilde (Sigismondi) Bezzan, con la figlia Lavinia Bezzan Poggi -- 1984
  25. BIASION -- Giovanna Maria (Vavassori) Biasion -- 2012
  26. BILLOUR -- Amato Billour, & Letizia Billour -- 1981
  27. BISOGNI (I) -- Martino Bisogni, & Maria (Mazzieri) Bisogni -- Pitigliano -- 2002
  28. BISOGNI (II) -- Renato Bisogni, & Giovanna -- 1974
  29. BIVIGLIA -- Suor Giuseppina Biviglia -- 2013
  30. BIZZI -- Edmondo Carlo Bizzi, & Nerina (Montebello) Bizzi, con le figlie Bianca Bizzi Palmonari e Laura Bizzi -- 2004
  31. BOCCHESE -- Arturo Bocchese, & Renata (Brambilla) Bocchese -- 2015
  32. BOETTO -- Card. Pietro Boetto -- Genova -- 2016
  33. BOLDETTI -- Luciana Boldetti -- 1984
  34. BOLLEDI -- Anna Bolledi (suor Emerenzia) -- 1997
  35. BONAITI -- Giuseppe Bonaiti, & Luigia (Baracchetti) Bonaiti -- 1997
  36. BONECHI -- Ettore Bonechi -- 2007
  37. BONI-BOLDONI -- don Enzo Boni-Boldoni -- Quara -- 2002
  38. BORGOGNI -- Vasco Borgogni, & Ada (Rosi) Borgogni || Siena || 2012
  39. BORROMEO -- Borromeo, Giovanni || Roma || 2004
  40. BORSOTTO -- Antonio Borsotto -- 2014
  41. BORTOLAMEOTTI -- Mons. Guido Bortolameotti -- 1981
  42. BOSSI -- Mons. Francesco Bossi || Crema || 2014
  43. BRACCAGNI -- Don Alfredo Braccagni -- 1978
  44. BRACCI -- Umberto Bracci, con la figlia Lina Bracci Marchetti -- 1990
  45. BRANDI (I) -- Nino Brandi, & Rita (Scrivani) Brandi -- 2004
  46. BRANDI (II) -- Suor Ermella Brandi -- 2013
  47. BRANDONE -- Domenico Brandone, & Luigia (Armellino) Brandone || Cessole || 1999
  48. BRECCIA FRATADOCCHI -- Giuseppe Breccia Fratadocchi, & Lucia -- 2012
  49. BRIZI -- Luigi Brizi, con il figlio Trento Brizi -- Assisi -- 1997
  50. BRONDELLO -- don Francesco Brondello -- 2004
  51. BRIGNOLI -- Luigi Brugnoli, & Ombrellina (Cavalca) Brugnoli -- 2000
  52. BRUNACCI -- Mons. Aldo Brunacci -- Assisi -- 1977
  53. BRUNAZZO -- Guerrino Brunazzo -- 2016
  54. BRUNETTI -- Roberto Brunetti, & Maria Brunetti -- Caprarola -- 2005
  55. BRUSASCA -- Giuseppe Brusasca -- 1969
  56. BRUTTI -- Giuseppe Brutti, & Elvira (Lucci) Brutti -- 2004
  57. BUCCI -- Giovanbattista Bucci, & Laura Bucci -- 2005
  58. BUFFA -- Don Franco Buffa -- 2015
  59. BULGARI -- Constantino Bulgari, & Laura Bulgari -- Roma -- 2003
  60. BUONAIUTI -- Ernesto Buonaiuti -- Roma -- 2012
  61. BURIAN -- Anita (Pesante) Burian -- 1983
  62. BUSNELLI -- Sandra Busnelli (suor Ester) -- 1995
  63. BUSSA -- Don Eugenio Bussa -- 1990

C

  1. CABRUSA -- Emilia Cabrusa, & Giorgio -- Velletri -- 1997
  2. CAGLIO -- Virgilio Caglio, & Amalia -- 1999
  3. CAGNASSI -- Sabino Cagnassi -- 2014
  4. CALIGIURI -- Clelia Caligiuri -- Piavon -- 1966
  5. CAMPOLMI -- Gennaro Campolmi -- Firenze -- 1976
  6. CANDINI -- Pio Candini, & Gina -- San Giorgio di Piano -- 1998
  7. CANELLI -- Luca Canelli -- 1999
  8. CANESSA -- Mario Canessa || Tirano || 2008
  9. CANOVA -- Alfonso Canova || Bologna || 1968
  10. CAPPELLO -- Giovanni Cappello, & Luigia || Venezia || 1996
  11. CARDINALI -- Ciro Cardinali || Livorno || 2007
  12. CARDINI (I) -- Gino Cardini || Siena || 1982
  13. CARDINI (II) -- Lodovico Cardini, & Lydia || Siena || 1982
  14. CARINI -- Alberto Carini, & Maria (Giacconi) || || 2009
  15. CARLOTTO -- don Michele Carlotto (presbitero) || Valli del Pasubio || 1996
  16. CARONIA -- Caronia, Giuseppe || Roma || 1996
  17. CARUGNO -- Carugno, Osman || Bellaria || 1985
  18. CASALE -- Maddalena Casale (Giraudi) || || 2012
  19. CASAROTTO -- Giuseppe Casarotto, & Teresa (Pozzato) || || 2013
  20. CASINI (I) -- Casini, don Leto || Firenze || 1966
  21. CASINI (II) -- Casini, Enzo & Maria Pia (Bellini) || || 1977
  22. CASOLARI -- Giovanni Casolari, & Denilia (Romani), con le sorelle Cristina e Maria -- 2013
  23. CASTALDO -- Castaldo, Maria -- 2011
  24. CASTELLI -- Filippo Castelli, & Gina (Frangini) || Roma || 1983
  25. CASTRACANE -- Roberto Castracane || Villa Santa Maria || 1978
  26. CATANEO -- Lydia Cataneo (Gelmi) -- Bergamo -- 1974
  27. CAVASIN -- Mons. Vittorio Cavasin -- 2015
  28. CECCHINI (I) -- Elena Cecchini -- 2013
  29. CECCHINI (II) -- Saturno Cecchini, & Derna (Peruzzi) -- 2015
  30. CEI -- Maria Maddalena Cei, per le Serve di Maria SS. Addolorata -- Firenze -- 1997
  31. CERIOLI -- Angelo Cerioli, con la figlia Dina -- Magenta -- 1997
  32. CEVOLI -- Giorgio Cevoli -- 2006
  33. CICUTTI -- Lajos Cicutti, con i figli Luigi & Jozsef -- Budapest || 2000
  34. CITTERICH -- Mario Citterich, & Lina -- Salonicco || 1987
  35. CIUCCOLI -- Francesco Ciuccoli, & Emilia -- Giampereta || 2002
  36. CIVICA -- Giuseppe Civica, & Angelina -- 2006
  37. CODURI -- Elvezio Coduri, & Olive Cosgrove -- Suna || 1983
  38. COLBERTALDO -- Colbertaldo, Ida (Mozzachiodi) -- 2010
  39. COLSALVATICO -- Tullio Colsalvatico -- Fiastra || 2009
  40. COMBA -- Alfredo Comba, & Maria (Avondet) -- 1981
  41. CONCI -- Ines Conci, & Aurelio -- Milano -- 1978
  42. CONTE -- Natale Conte, & Maria -- 2016
  43. CORDANI -- Severino Cordani, & Celestina, con la figlia Maria -- 2015
  44. CORNINI -- Attilio Cornini, & Iole (Bosi) -- 2011
  45. CORRIAS -- Salvatore Corrias -- 2006
  46. CORSETTI -- Maria Corsetti (suor Ferdinanda) -- 1997
  47. CORSINI -- Ugo Corsini -- 2013
  48. COSTANTINI -- Cesare Costantini, & Letizia (Frangini) -- Roma -- 1983
  49. COSTANZI -- Giuseppe Costanzi, & Elena (Simonetti) -- Roma -- 1999
  50. CRIPPA-LEONI -- Lina Crippa-Leoni -- Milano -- 1978
  51. CROCI -- Guido Croci -- 2015
  52. CUGNACH -- Vittorio Cugnach -- 2006
  53. CUNIAL -- Fausto Cunial -- Possagno -- 1997
  54. CUPERTINO -- Past. Daniele Cupertino, & Teresa (Morelli) -- Roma -- 1983
  55. CUSTO -- Emanuele Custo, & Rosetta -- Cadibrocco di Serra Riccò -- 1989

D

  1. DAELLI -- don Alessandro Daelli (Roma) - 2 settembre 1999
  2. DAINELLI -- Luciano Dainelli, e i genitori Vincenzo Dainelli & Adele Pacchiarotti Dainelli (Pitigliano, Grosseto) - 18 marzo 2002
  3. DALLA COSTA -- Sua Eminenza Elia Dalla Costa arcivescovo di Firenze - 26 novembre 2012
  4. DALLA TORRE -- don Angelo Dalla Torre (Treviso) - 14 dicembre 1965
  5. DALLA VALLE -- Antonio Dalla Valle (Bagnacavallo, Ravenna) - 28 aprile 1974
  6. DANESE --
  7. DARMON-VALERI -- Pina Valeri Darmon (Roma) - 29 gennaio 1974
  8. DE ANGELIS -- Enrico De Angelis & Giuseppina Di Carlo De Angelis (Roma) - 24 giugno 1996
  9. DE BELLIS -- Orlando e Maria De Bellis, Porto Recanati, 2006
  10. DE BENI -- Benedetto De Beni - 8 settembre 1996
  11. DE FIORE -- Angelo De Fiore (Roma) - 8 luglio 1969
  12. DE FRANC -- Benvenuto De Franc & Carlotta Carletti De Franc (Roma) - 5 luglio 1983
  13. DE GHANTUZ-CUBBE -- Don Raffaele de Ghantus-Cubbe -- 2010
  14. DE MARCO -- Alfredo e Giuseppina De Marco (Rucci) la figlia Giulia Atessa (CH) (30 aprile 2006)
  15. DE MICHELI-TOMMASO -- Mario De Micheli & Ada Tommasi De Micheli - 18 novembre 1982
  16. DE ZOTTI -- don Giuseppe De Zotti - 14 dicembre 1965
  17. DELLA LUCIA
  18. DELLA NAVE -- Giovanni Della Nave & Mariangela Rabbiosi Della Nave - 23 luglio 2003
  19. DELLA SALE
  20. DELL'AGNOLA
  21. DEQUARTI
  22. DI GORI --Piero Di Gori & Albina Di Gori (Montale, Pistoia) - 4 ottobre 1992
  23. DI GRASSI Sem Grassi & Maria Grassi (San Piero Agliana, Pistoia) - 4 ottobre 1992
  24. DI PIETRO -- fratel Alessandro Di Pietro, (Roma) - 16 luglio 2001
  25. DI RUSSO
  26. DOMINICI
  27. DRESSINO -- padre Antonio Dressino, (Roma) - 31 luglio 1995
  28. DRIGO -- Giuditta Drigo - 19 aprile 1998

E (1)

  1. EHRHARD -- padre Maria Leone Ehrhard -- Roma -- 2001

F (19)

  1. FACIBENI -- Facibeni, mons. Giulio -- Firenze -- 1996
  2. FAGIOLO -- Fagiolo, mons. Vincenzo -- Roma -- 1983
  3. FAINA -- Faina, Aldo & Francesca -- 2008
  4. FALCHETTI -- Falchetti, Agostino & Clementina (Martifagni) -- 2015
  5. FANTERA -- Fantera, Bruno, con la madre Esifile -- Roma -- 2008
  6. FANTONI -- Fantoni, Renato & Beatrice (Bartolini) --
  7. FARAONI -- Faraoni, Alfonso & Delia
  8. FELICI -- Felici, Pietro
  9. FERRARI (I) -- Ferrari, Anna (Bedone) & Giovanni -- 1997
  10. FERRARI (II) -- Ferrari, suor Maria Angelica -- 1992
  11. FERRARIS -- Ferraris, Luigi --
  12. FOCHERINI -- Focherini, Odoardo -- Carpi -- 1969
  13. FOLCIA -- Folcia, suor Marta -- 1994
  14. FRABONI -- Fraboni, Benedetto --
  15. FRACCON -- Fraccon Torquato -- 1978
  16. FRANCHITTI -- Franchitti, Nicandro
  17. FRANGINI -- Frangini, Amalia -- Roma -- 1983
  18. FRIELINGSDORF -- Frielingsdorf, Maurizio & Maria
  19. FURLAN -- Furlan, Elvira -- 1990

G

  1. GALBIATI
  2. GALETTI -- Salvatore Galetti & Anna Signori Galetti (Laglio) - 23 marzo 2005
  3. GALLINA -- Elio Gallina (Treviso) - 2007
  4. GALVANI (I) -- Pietro Galvani & Giovanna Belmessieri Galvani - 18 aprile 2005
  5. GALVANI (II) -- Guelfo Galvani (Milano) - 14 ottobre 1985
  6. GANDOLFI -- Giuseppe Gandolfi & Albina Gigliotti Gandolfi (Ostia Parmense, Parma) - 23 febbraio 2005
  7. GARAGNOLI
  8. GARBINI -- Antonio Garbini (Magenta, Milano) - 22 dicembre 1997
  9. GARDIN
  10. GARIBALDI -- Ciro Garibaldi & Maria Cassinelli Garibaldi (Frisolino) - 22 dicembre 1997
  11. GAROFANO -- Francesco Garofano & Elsa Garofano (Grognardo, Alessandria) - 16 gennaio 1979
  12. GATTI -- Arturo Gatti (Karvaloc, Iugoslavia) - 15 giugno 1991
  13. GAZZOLA
  14. GELATI
  15. GENNARETTI
  16. GENNARI
  17. GENTILI -- Mario Gentili (Roma) - 25 febbraio 1996
  18. GERBALENA-ZANARDI -- Luciano Gerbalena-Zanardi (Roma) - 8 settembre 1986
  19. GERBALENA
  20. GHELLI -- Vittorio Ghelli & Bianca Ghelli (Milano) - 14 ottobre 1985
  21. GIANAROLI
  22. GIGLI
  23. GILARDI
  24. GIORDANO
  25. GIORGETTI -- Ezio Giorgetti (Bellaria-Igea Marina, Rimini) - 5 maggio 1964
  26. GIORGI (I)
  27. GIORGI (II)
  28. GIOVANNOZZI -- Giorgio Giovannozzi & Luisa Bezzan Giovannozzi - 3 maggio 1984
  29. GIOVANNUCCI
  30. GIROTTI -- padre Giuseppe Girotti (Torino) - 14 febbraio 1995
  31. GRADASSI -- don Giulio Gradassi (Castiglioni, Firenze) - 30 marzo 1975
  32. GRANGER
  33. GRASSO -- Luigi Grasso & Maria Cagliero Grasso (Loreto di Fossano) - 4 aprile 2001
  34. GUIDI -- Otello Guidi (Roma) - 2007
  35. GUZZETTI

H

  1. HUGON -- Carlo Hugon, & Ernestina (Fontana) Hugon -- 2013

I

  1. IEZZI -- Emidio Iezzi, & Milietta -- Guardiagrele -- 1996
  2. INNOCENTI -- Alberto Innocenti -- 2012
  3. ISOTTON -- Ferdinando Isotton, & Evangelina -- Possagno -- 1990

J

  1. JEMOLO -- Arturo Carlo Jemolo & Adele (Morghen), con la figlia Adele Maria Jemolo -- Roma -- 1968

L

  1. LABADINI -- Francesco Labadini -- 2015
  2. LAI -- Lelio Lai, & Lina (Vannini) Lai -- 1996
  3. LAVIZZARI -- Barbara Lavizzari (suor Maria Giuseppina) -- 2003
  4. LAZZARINI -- Giacinto Domenico Lazzarini - 1978
  5. LAZZERI -- Don Innocenzo Lazzeri -- 2015
  6. LEFEVRE -- Amedeo Lefevre, & Nilde (Cesaretti) Lefevre -- Roma -- 1992
  7. LELLI -- Alfredo Lelli, & Livia Lelli -- Maltignano -- 2004
  8. LENTI -- Ida (Brunelli) Lenti -- Monselice -- 1993
  9. LESTINI -- Pietro Lestini, con la figlia Giuliana Lestini -- Roma -- 1995
  10. LEVORATO -- Giulio Levorato, & Stella (Colognato) Levorato -- Venezia -- 2012
  11. LEVRERO -- Don Emanuele Levrero -- Genova -- 2009
  12. LOBATI --Goffredo Lobati, & Stefania (Balocchi) Lobati, con il figlio Adolfo Lobati -- 2012
  13. LOMAZZI (I) -- Davide Lomazzi, & Giovanna -- 2011
  14. LOMAZZI (II) -- Erminio Lomazzi, & Ada -- 2011
  15. LONARDONI -- Giuseppe Lonardoni, & Genoveffa -- 2006
  16. LORENZINI (I) -- Antonio Lorenzini -- 2001
  17. LORENZINI (II) -- Lorenzo Lorenzini, & Antonietta (Giudici) Lorenzini -- Firenze -- 2010
  18. LORIGA -- Francesco Loriga, & Carmen Loriga -- 2008
  19. LUCCHESI -- Mario Lucchesi -- 2015

M (49 famiglie)

  1. MACCIA -- Guglielmo Maccia & Amelia Fassero Maccia (Milano) -- 1995
  2. MAGISTRALI -- Don Ubaldo Magistrali -- 2015
  3. MAGNA -- Battista Magna (Magenta, Milano) - 22 dicembre 1997
  4. MAGRI -- Leonilde (Simonazzi) Magri -- 2014
  5. MALAN -- Silvia Avondet Malan - 24 febbraio 1981
  6. MANA -- Don Antonio Mana -- 2015
  7. MANCINI -- Gustavo Mancini - 31 gennaio 1978
  8. MANI -- Antonio Mani, & Bartolomea (Bertoli) Mani -- Lavenone -- 2000
  9. MARCELLO DEL MAJNO -- Alessandro Marcello del Majno -- 2015
  10. MARCHEGGIANI -- Ivo Marcheggiani -- 2012
  11. MARCONI --
  12. MARCUCCI -- Mario Marcucci & Maria Marcucci (Roma) - 6 maggio 2002
  13. MARIE-XAVIER -- Marie Marteau (madre Marie de Saint Francois Xavier) (Roma) - 6 maggio 2002
  14. MAROZZINI --
  15. MARRONE -- Calogero Marrone -- 2012
  16. MARTELLA -- Mario Martella (Roma) - 30 agosto 2007
  17. MARTINETTI (I)
  18. MARTINETTI (II)
  19. MASCIADRI -- Ginevra Bedetti Masciadri (Como) - 13 ottobre 2004
  20. MASSARELLI
  21. MATERASSI
  22. MAY -- Ernesto May (Crema) 21 novembre 2007
  23. MAZZA -- Giuseppe Mazza & Maria Bonaiti Mazza - 4 settembre 1997
  24. MAZZANTI
  25. MAZZARELLO
  26. MAZZOCCA
  27. MAZZOCCHI
  28. MECACCI -- don Vivaldo Mecacci - 31 gennaio 1978
  29. MEINARDI -- Giuseppe Meinardi (Cuneo) - 16 dicembre 1998
  30. MELANI -- don Alfredo Melani (Roma) - 2 settembre 1999
  31. MENEGHELLO -- Mons. Giacomo Meneghello
  32. MENGOZZI -- mons. Duilio Mengozzi (Sansepolcro) - 3 settembre 2013
  33. MICHELONE -- don Martino Michelone (Moransengo, Asti) 8 maggio 2011[13]
  34. MILANA -- Agapito Milana & Assunta Milana, e i figli Angelo Maria Milana, Giulia Milana & Lida Milana (Olevano Romano, Roma) - 4 aprile 2001
  35. MILESI
  36. MINARDI -- Luisa Minardi (Parma) - 25 agosto 2003
  37. MISTRUZZI
  38. MOGLIA -- Ugo Moglia (Torino) - 1º gennaio 2004
  39. MOLINARI
  40. MONTANARI
  41. MONTESANO
  42. MORALDO -- Francesco Moraldo (Creppo di Triora, Imperia) - 11 febbraio 1999
  43. MORANI -- Vittoria Maria Morani -- 2013
  44. MOREALI -- Giuseppe Moreali (Nonantola, Modena) - 18 febbraio 1964
  45. MORGANTI -- Guido Morganti (Cattolica) - 14 gennaio 2007
  46. MOSCA-GORETTA
  47. MUCCIARINI
  48. MURATORI
  49. MUSSO Renato Musso & Enrica Cavalchini Musso (Roma) - 16 dicembre 1998

N (9)

  1. NAPOLEONE -- Raffaello Napoleone, & Caterina -- 2007
  2. NATALI -- Umberto Natali & Amina Nuget Natali (Pescia) - 26 novembre 2003
  3. NATONI -- Ferdinando Natoni (Roma) - 14 novembre 1994
  4. NEMBRINI
  5. NERI
  6. NICCACCI -- padre Rufino Niccacci (Assisi) - 17 aprile 1974
  7. NICOLINI -- mons. Giuseppe Placido Nicolini (Assisi) - 6 dicembre 1977
  8. NODARI -- Francesco Lorenzo Nodari & Maria Chiara Carnazzi Nodari (Gandino, Bergamo) - 9 agosto 2004
  9. NUCCIARELLI -- Agostino Nucciarelli & Annunziata Simonelli Nucciarelli (Pitigliano, Grosseto) - 18 marzo 2002

O (5)

  1. OBERTO -- Luigi Oberto, & Maria (Roggero) -- La Morra -- 1998
  2. OLLARI -- don Ernesto Ollari -- Canesano di Calestano -- 1999
  3. ONGARO -- Bortolo Ongaro, & Battistina -- Gandino -- 2004
  4. ORDAN -- Cesare Ordan, & Linda (Piron) -- Campolongo Maggiore -- 2013
  5. OTTONELLO -- Giacomo Ottonello, con la sorella Rosetta -- 2015

P (27)

  1. PACE -- Angelo Pace & Filomena Pace - 19 novembre 1979
  2. PALATUCCI -- Giovanni Palatucci (Fiume) - 12 settembre 1990
  3. PALAZZINI -- card. Pietro Palazzini (Roma) - 26 maggio 1983
  4. PANCANI -- Leonilda Barsotti Pancani - 11 febbraio 1999
  5. PANNINI -- Elvira Pannini - 26 ottobre 1982
  6. PAOLI -- Don Arturo Paoli (Lucca) - 19 maggio 1999
  7. PARENTI -- Armando Parenti & Margherita Parenti - 2006
  8. PASIN -- Don Ferdinando Pasin (Treviso) - 23 dicembre 1999
  9. PEREZ -- Luigi Perez & Sandra Perez (Gazzo Veronese, Verona) - 2 agosto 1999
  10. PERLASCA Giorgio Perlasca (Budapest, Ungheria) - 9 giugno 1988
  11. PERNA -- Giovanni Perna, & Renata (Servilli) Perna -- 2014
  12. PERRON -- Don Cirillo Perron -- 2014
  13. PERRONE -- Lorenzo Perrone - 7 giugno 1998
  14. PERUGINI -- Stefano Perugini & Adele Mozzetti Perugini e il figlio Sem Perugini (Pitigliano, Grosseto) - 18 marzo 2002
  15. PESANTE -- Giovanni Pesante & Angelica Pesante - 26 maggio 1983
  16. PIANA -- Ercole Piana & Gina Piana - 10 agosto 1978
  17. PICCININI -- don Gaetano Piccinini (Roma) - 2011[14]
  18. PIGLIAPOCO -- Attilio Pigliapoco & Lidia Pigliapoco (Polverigi, Marche) - 27 giugno 1995
  19. POCE
  20. POLI
  21. POLLO
  22. PORENA-MORI -- Linda Porena Mori - 2006
  23. POSTA -- Don Ottavio Posta (Isola Maggiore, Perugia) - 15 settembre 2011[15]
  24. PRETTI -- Felice Pretti Giuseppina Gusmano Pretti - 11 ottobre 2000
  25. PRICCO
  26. PUGI -- Luigi Pugi - 27 gennaio 1977
  27. PUPITA -- Giuseppe Pupita, & Elena Pupita, con la figlia Anna Maria Pupita -- 2015

R (22)

  1. RAFFA -- mons. Maurizio Raffa (Roma) - 23 novembre 2009
  2. RAGIONIERI -- Alberto Ragionieri & Clelia Casolino Ragionieri - 23 agosto 2004
  3. RAIMONDO -- Matteo Raimondo, & Maria, con il figlio Giuseppe -- 2013
  4. RASPINO -- padre Francesco Raspino (Saluzzo, Cuneo) - 22 maggio 1983
  5. RAVERA -- Carlo Ravera & Maria Ravera (Alba, Cuneo)- 23 gennaio 1975
  6. RECCHIA -- Emilio Recchia -- 2013
  7. REPETTO -- Don Francesco Repetto (Genova) - 29 aprile 1976
  8. RICCARDI -- Pellegrino Riccardi - 26 dicembre 1988
  9. RICHELDI -- Don Benedetto Richeldi - 3 maggio 1973
  10. RICHETTO -- Carmelo Richetto & Angiola Quattrin Richetto (Villar Dora, Torino) - 13 settembre 1982
  11. RICOTTI -- padre Cipriano Ricotti (Firenze) - 10 dicembre 1972
  12. RIGHI
  13. RIZZETTO
  14. RIZZOLIO -- Beatrice Rizzolio - 23 gennaio 1975
  15. RODA-BOGGIO --
  16. ROMANI
  17. ROMOLI
  18. mons. Luigi Rosadini - 26 ottobre 1982
  19. ROSSI (I)
  20. ROSSI (II)
  21. ROTTA -- mons. Angelo Rotta (Budapest, Ungheria) - 16 luglio 1997
  22. RUDELLI -- Vincenzo Rudelli (Gandino, Bergamo) - 9 agosto 2004

S

  1. SACCHI (I) -- Sacchi, Riccardo & Edmea -- Sustinente -- 1999
  2. SACCHI (II) -- Sacchi, Vando & Ebe -- 2000
  3. SALA (I) -- Sala, Anna -- Venezia -- 2000
  4. SALA (II) -- Sala, don Dante -- Mirandola -- 1969
  5. SALVI (I) -- Salvi, don Carlo -- Genova -- 1976
  6. SALVI (II) -- Salvi, Elena -- 2005
  7. SANTERINI -- Santerini, Mario & Lina -- Firenze -- 1966
  8. SAPINO -- Sapino, Giuseppe -- Pranzalito a San Martino Canavese -- 1989
  9. SARACCO -- Saracco, Michelina -- Govone -- 1988
  10. SARCOLI -- Sarcoli, Livia -- 2014
  11. SCARLATTI -- Scarlatti, Gino & Esterina -- 2008
  12. SCHIVO (I) -- Schivo, Andrea -- 2010
  13. SCHIVO (II) -- Schivo, mons. Benamino -- Città di Castello -- 1986
  14. SCRIVANI -- Scrivani, Giuseppe & Teresa (Muzio) -- 2004
  15. SELVI -- Selvi, Gino & Rina -- 2006
  16. SENISE -- Senise, Francesco & Gilda (Rossi) --
  17. SERAFINI -- Serafini, Francesca --
  18. SERGIANI -- Sergiani, Enrico & Luigina (Manzaroli) -- 1994
  19. SERRA -- Serra, Fernando & Eugenia (Cutelli) --
  20. SERRANI -- Serrani, Villebaldo e Teresa -- 2007)
  21. SERVALLI -- Servalli, Giovanni -- Gandino -- 2004
  22. SGATTI -- Sgatti, Alessandro & Irina, con la figlia Luce Sgatti -- Marina di Carrara -- 1981
  23. SIBONA -- Sibona, Enrico -- Maccagno -- 1992
  24. SIGNORI -- Signori, Gino -- Amburgo -- 1984
  25. SILVESTRI -- Silvestri, Maria Adelaide (Sabatini) --
  26. SIMEONI -- Simeoni, don Giovanni -- Firenze e Treviso -- 1965
  27. SIMONELLI -- Domenico Simonelli & Letizia Serri Simonelli (Pitigliano, Grosseto) - 18 marzo 2002
  28. SOFFICI (I) -- Dante Soffici & Giulia Soffici, (Brollo di Figline Valdarno, Firenze) - 14 novembre 1988
  29. SOFFICI (II) -- Oreste Soffici & Marianna Soffici
  30. SONNO -- Fortunato Sonno (Pitigliano, Grosseto) - 30 maggio 2002
  31. SOTGIU -- Girolamo Sotgiu, & Bianca (Ripepi)
  32. SPADA -- Lorenzo Spada (Demonte, Cuneo) - 14 novembre 1974
  33. SPINGI -- Vito Spingi - 10 settembre 1974
  34. STABLUM -- padre Emanuele Stablum (Roma) - 16 aprile 2001
  35. STADERINI -- Fausto Staderini & Bice Gilardoni Staderini (Roma) - 21 giugno 2010[16]
  36. STEFANINA -- Suor Stefanina -- 2015
  37. STOCCO -- Stocco, don Oddo -- San Zenone degli Ezzelini -- 2011
  38. STORTINI -- Stortini, Quirino & Sperandia -- 2006
  39. SUCCI -- Succi, Luigi & Maria (Pini) -- 2013

T

  1. TAGLIABUE -- Tagliabue, Luigi & Angela (Mariani) -- Desio -- 1989
  2. TAGNI -- Tagni, Rocco & Giuseppina (Oberti) -- 2008
  3. TALAMONTI (I) -- Talamonti, Adelino, con il figlio Fides Talamonti -- Offida -- 1979
  4. TALAMONTI (II) -- Talamonti, Camillo, con i figli Fernando Talamonti & Emma Talamonti (madre Fernanda -- Offida -- 1979
  5. TAMBALO --Tambalo, Alberto -- 2013
  6. TAMBINI -- Tambini, Aurelio & Aurelia, con i figli Vincenzo Tambini & Rosita Tambini -- Bagnacavallo -- 1974
  7. TANI -- Tani, Raffaello & Iolanda -- 2006
  8. TANTALO -- Don Gaetano Tantalo -- Tagliacozzo -- 1978.[17]
  9. TAROLI -- Taroli, Emilia (suor Paola) -- Venezia -- 2013
  10. TIBERTI -- Tiberti, Egidio & maria (Barberi)
  11. TIBURZIO -- Tiburzio, Giuseppe, con i genitori Giovanni Tiburzio & Emma Tiburzio -- 1974
  12. TIRAPANI -- Tirapani, Mario -- 2014
  13. TIRELLI -- Tirelli, Francesco -- 2008
  14. TOGLIATTO
  15. TOMATIS
  16. TORREGGIANI -- Torreggiani, Fernando -- Marchirolo -- 2001
  17. TOSI --Tosi, Angelo & Teresa -- 2012
  18. TREDICI -- Tredici, Vittorio -- Roma -- 1997
  19. TRELLA --- Trella, Serafino & Amalia (de Rosa) -- 2011
  20. TRIBBIOLI -- Tribbioli, suor Maria Agnese -- 2009
  21. TURRINI -- Adele Turrini -- 1981

V (14)

  1. VAGNI -- Alberto Vagni -- 2014
  2. VAIANI -- Caterina Vaiani -- Magenta -- 1997
  3. VALACCHI -- Vittoria Valacchi -- 2013
  4. VANNELLI -- Amelio Vannelli -- 2014
  5. VANNINI -- Caterina (Mecacci) Vannini -- 1978
  6. VAROLI -- Luigi Varoli, & Anna -- Cotignola -- 2002
  7. VENTURINO -- Giovanna (Negro) Venturino, con le figlia Maria Teresa Amedea Segre (Venturino) e la sorella Margherita Soliani Raschini (Negro) -- 2012
  8. VEROLINO -- Mons. Gennaro Verolino -- Budapest & Roma -- 2005
  9. VESPIGNANI -- suor Benedetta Vespignani -- 1994
  10. VIALE -- Don Raimondo Viale -- Borgo San Dalmazzo -- 2000
  11. VILLANI -- Mara (Muggiani) Villani -- 2013
  12. VINAY -- Past. Tullio Vinay -- Firenze -- 1981
  13. VINCENTI -- Don Federico Vincenti -- Perugia -- 1997
  14. VIRGILI -- Virgilio Virgili, & Daria (Maestrini), con le figlie Mercedes Virgili Faraoni & Gianna Virgili Carnali -- Secchiano di Cagli -- 1992

W ( 1 )

  1. WIEL -- Alessandro Wiel, & Luisa -- Quartarezza e Azzanello di Pasiano -- 1997

Z (7)

  1. ZANARDI -- Francesco Zanardi, & Ottavia -- 2012
  2. ZANCHI -- Margherita (Beduschi) Zanchi -- Rivarolo Mantovano -- 2000
  3. ZANGANELLI -- Girolamo Zanganelli, & Giuseppina -- 2007
  4. ZANOLETTI -- Mario Zanoletti -- 2006
  5. ZANZI -- Vittorio Zanzi, & Serafina -- Cotignola -- 2002
  6. ZARA -- Adele Zara -- Oriago -- 1996
  7. ZENARI -- Eugenio Zenari, & Teresa -- 2006

Note

  1. ^ Maria Eisenstein, Internata numero 6: donne fra i reticolati del campo di concentramento, Roma: D. De Luigi, 1944 (rist. Milano: Tranchida, 1994; e Milano: Mimesis, 2014).
  2. ^ Carlo Spartaco Capogreco, Ferramonti. La vita e gli uomini del più grande campo d'internamento fascista, 1940-1945, Giuntina, 1987; Elisabeth Bettina, It Happened in Italy: Untold Stories of How the People of Italy Defied the Horrors of the Holocaust, Nashville: Thomas Nelson, 2009.
  3. ^ Lanciano News (3 ottobre 2013)
  4. ^ Carlo Spartaco Capogreco, Ferramonti. La vita e gli uomini del più grande campo d'internamento fascista, 1940-1945, Giuntina, 1987; Elisabeth Bettina, It Happened in Italy: Untold Stories of How the People of Italy Defied the Horrors of the Holocaust, Nashville: Thomas Nelson, 2009.
  5. ^ Maria Eisenstein, Internata numero 6: donne fra i reticolati del campo di concentramento, Roma: D. De Luigi, 1944 (rist. Milano: Tranchida, 1994; e Milano: Mimesis, 2014).
  6. ^ Uri Orlev, su shortstoryproject.com.
  7. ^ "Italy", Yad Vashem.
  8. ^ "Aceti", Yad Vashem.
  9. ^ "Adami", Yad Vashem.
  10. ^ "Costaguti", Yad Vashem.
  11. ^ "Aldrovandi", Yad Vashem.
  12. ^ "Alessandri", Yad Vashem.
  13. ^ - http://www.zenit.org/article-26668?l=italian Zenit, 12/05/2011
  14. ^ - http://www.zenit.org/article-27182?l=italian Zenit, 22 giugno 2011
  15. ^ - http://www.agi.it/perugia/notizie/201109121405-cro-rt10104-a_don_ottavio_posta_onoreficenza_per_aver_salvato_3o_ebrei AGI
  16. ^ Due romani nel Giardino dei Giusti | Memoria e Storia
  17. ^ "Gaetano Tantalo", Yad Vashem.

Bibliografia

  • Israel Gutman, Liliana Picciotto, Bracha Rivlin, I Giusti d'Italia. I non ebrei che salvarono gli ebrei. 1943-1945, Mondadori, ISBN 88-04-55127-5

Note generali

Tra gli uomini e donne di ogni ceto che ospitarono e protessero ebrei a rischio della loro vita, in alcuni casi sacrificando la loro vita, vi sono:

File:Giorgio Perlasca monumento a Budapest.JPG
Monumento a Budapest dedicato a Giorgio Perlasca, che fintosi consigliere dell'ambasciata spagnola salvò 5.000 ebrei ungheresi

Tra i giusti italiani vi sono persone, come Giorgio Perlasca o Angelo Rotta, la cui azione ha portato alla salvezza di migliaia di persone; altri (come Francesco Repetto e Carlo Salvi, Leto Casini e padre Cipriano Ricotti, padre Aldo Brunacci e padre Rufino Niccacci, don Arturo Paoli, padre Maria Benedetto, don Arrigo Beccari, don Raimondo Viale, ecc.) i quali si trovarono a gestire complesse reti di assistenza clandestina in collaborazione con la DELASEM; e persone che più semplicemente, ma con uguale dedizione, hanno salvato anche una sola vita.

Vari tra essi subirono l'esperienza del carcere, degli interrogatori e delle percosse (don Arrigo Beccari, don Alfredo Braccagni, Alfonso Canova, don Leto Casini, Leonilda Barsotti Pancani, Ferdinando Natoni, don Dante Sala, Vincenzo Tambini, e altri). Sei di essi furono deportati in Germania (Lina Crippa-Leoni e Torquato Fraccon a Mauthausen, padre Giuseppe Girotti, Calogero Marrone e Giovanni Palatucci a Dachau, Odoardo Focherini a Hersbruck, Enrico Sigona). Cinque di essi (Odoardo Focherini, Torquato Fraccon, padre Giuseppe Girotti, Calogero Marrone e Giovanni Palatucci) non fecero ritorno dalla loro prigionia; altri morirono nella lotta partigiana, come Rinaldo Arnaldi, perito in combattimento sull'altopiano di Asiago, e Lorenzo Spada, catturato e impiccato nella piazza di Demonte (Cuneo).

La solidarietà italiana si estese oltre i confini nazionali: Giorgio Perlasca, monsignor Angelo Rotta e i Cicutti in Ungheria; i Citterich (i genitori del giornalista Vittorio Citterich) in Grecia; Gino Signori in Germania; Lorenzo Perone in Polonia; Fosco Annoni in Ucraina.

Il numero dei giusti italiani è in continuo aumento con il crescere delle testimonianze e della documentazione ma risulta ancora sottostimato in confronto a quello registrato in altre nazioni europee: la salvezza dell'80-85% della popolazione ebraica italiana dovette infatti richiedere la complicità e la connivenza di migliaia di persone. Per molte di esse si ha una qualche documentazione più circostanziata o sono emerse testimonianze attendibili, pur in assenza, al momento, di un riconoscimento ufficiale.

Voci correlate

Collegamenti esterni

[[Categoria:Giusti tra le nazioni| ]]


' (...) è un [[]] [[]].

Carlo Angeletti, known as Marietto (born 18 December 1950) is an Italian child actor, active between 1958 and 1964.

Career

Carlo Angeletti was born in Rome in 1950. [1] Considered the Italian answer to the Spani Pablito Calvo, for his knowledge of English he was one of the few children actors of Italian cinema to be involved in international film productions. [2]

He made his debut at the age of seven in 1958 in the film Angel in a Taxi, directed by Antonio Leonviola and starring Vittorio De Sica. It was on that occasion that he took the stage name of "Marietto" from the name of the character he played in the film.

International success came with the film It Started in Naples (1960), directed by Melville Shavelson and starring Sophia Loren, Clark Gable and Vittorio De Sica.

Marietto was active until 1964, when he was fourteen years old, in several international productions, notably, Melville Shavelson's The Pigeon That Took Rome (1962) with Charlton Heston, and François Villiers's Jusqu'au bout du monde (1963). Also worthy of note is his last performance in Behold a Pale Horse (1964) directed by Fred Zinnemann and starring Gregory Peck, Anthony Quinn and Omar Sharif.

After abandoning his career as an actor, he graduated in Medicine and Surgery at the University of Rome "La Sapienza" in 1974, then specializing in Obstetrics and Gynecology (1984), which he made his profession.

Filmography

Notes

  1. ^ Le avventure di Pinocchio - Il documentario - Presentato al ""RFF" 2009 Archiviato il 3 October 2009 Data nell'URL non combaciante: 3 ottobre 2009 in Internet Archive.

Discography

He recorded three songs:



Category:1963 births Category:Living people Category:People from Pisa Category:Italian male film actors Category:Italian male child actors



Carlo Angeletti, known as "Marietto" (born 18 December 1950) is an Italian child actor, active between 1958 and 1964.

Biography

Carlo Angeletti was born in Rome in 1950. [1] Considering the Italian answer to the Spanish Pablito Calvo, for his knowledge of English he was one of the few children actors of Italian cinema to be involved in international film productions. [2]

He made his debut at the age of seven in 1958 in the film Ballerina e Buon Dio, directed by Antonio Leonviola alongside Vittorio De Sica. It was on this occasion that he took the stage name of Marietto from the name of the character he played in that film.

International success came with the film La baia di Napoli (directed by Melville Shavelson, 1960), alongside Sophia Loren, Clark Gable and Vittorio De Sica.

He was active until 1964, when he was fourteen years old, also in some German films never distributed in Italy and in several international productions, noting in particular for Melville Shavelson's Easter Lunch (1962) with Charlton Heston, and A thread of hope (1963) by François Villiers. Also worthy of note is his latest performance in ... and came the day of revenge (1964) by Fred Zinnemann alongside Gregory Peck, Anthony Quinn and Omar Sharif.

Abandoned his career as an actor, he later graduated in Medicine and Surgery at the University of Rome "La Sapienza" in 1974, then specializing in Obstetrics and Gynecology (1984).

Maxine Elliott Hicks (Denver, 5 ottobre 1904San Clemente, 10 gennaio 2000) è stata un'attrice statunitense. Già nota come attrice bambina, continuò la sua carriera attoriale fino agli anni trenta per poi tornare a recitare da anziana, a partire dagli anni settanta, al cinema e alla televisione in ruoli di supporto.

Biografia

Maxine Elliott Hicks nasce a Denver in Colorado nel 1904. Cominciò a recitare in produzioni teatrali dall'età di 5 anni, per giungere nel 1913 a Broadway e quindi al cinema, dove prese parte come attrice bambina a numerose pellicole. I suoi ruoli più importanti furono quelli della figlia di Ethel Barrymore in The Eternal Mother (1917) e al fianco di Mary Pickford in Una povera bimba molto ricca (1917).

Grazie alla sue esperienze in teatro, Hicka superò senza problemi il passaggio al sonoro, ma la sua carriera si interruppe bruscamente nel 1937, a causa di una lite tra la madre e Jack L. Warner, capo degli studi della Warner Bros..

Hickes tornerà a recitare solo da anziana in televisione (e, in misura minore, al cinema) a partire dagli anni settanta, in ruoli di supporto. Nel 1988-90 è "Sister Ethel", personaggio ricorrente in 14 episodi della popolare serie televisiva Dieci sono pochi (Just the Ten of Us).

Muore in California nel 2000 all'età di 95 anni.

Filmografia parziale

Cinema

Cortometraggi

Lungometraggi

Televisione

Teatro (Broadway)

  • The Things That Count (1913)

Note


Bibliografia

  • Larry Langman, A Guide to Silent Westerns, Greenwood Publishing Group, 1992.

Collegamenti esterni